Final Fantasy IX The Seal of Darkness
  ● Autore: Inuyasha19 e FlameAlchemist5




VOLUME I
I PRESCELTI DI ALEXANDER


.. finché C’è VITA, C’è MORTE..
finché CI SARà VITA SU GAIA..
IO CONTINUERò AD ESISTERE..



Capitolo Primo

PROMISES
IL LEGAME ROSSO


How did you survive ?
I didn’t have a choice
I had to live
I wanted to come home with you
So..
I sang your song
Our song

Erano trascorsi tre anni da quando Gidan, Daga e compagni sconfissero Kuja e distrussero Trivia, il signore del nulla.
Da allora gaia viveva un periodo di pace e armonia.
L’albore mattutino trapelava da una finestra nel Castello di Alexandria.
Il debole chiarore si posava fra le scialbe pagine di un libro.
Una fanciulla diciannovenne sedeva con il capo chino sull’antico volume.
Il fuoco del camino ardeva crepitante, crogiolando gli ultimi rimasugli di un ceppo di legno.
Il palpitante bagliore della luce del sole illuminava gli immensi scaffali della biblioteca di Alexandria.
Si alzò dal piccolo tavolo di legno su cui sedeva e restò a contemplare il paesaggio fuori dalla finestra.
Ella amava sedere in quel posto a leggere, anche se andava contro le consuete abitudini che doveva rispettare una regina.
La vita di una regina era piena di responsabilità, tuttavia riusciva sempre ad affrontare i suoi doveri con estrema decisione, governava con saggezza, grazie anche all’aiuto della fedele shogun Beatrix e del cavalier Steiner.
Chiuse il libro e lo ripose nell’addebito scaffale, poi si alzò dal tavolo su cui sedeva e si diresse verso l’uscita del castello.
Decise di passeggiare sull’antico molo di pietra, nel meraviglioso lago cristallino che circondava il castello di Alexandria.
Una brezza leggera le accarezzava i lunghi capelli, i raggi del sole illuminavano i profondi occhi castani. Il fresco vento mattutino si posava sulla sua pelle delicata.
Si fermò a guardare il suo volto specchiarsi nel placido lago.
La sua espressione sembrava felice, ma i suoi occhi nascondevano un po’ di malinconia.
Si sentiva relegata in quel castello, circondata dagli innumerevoli impegni che la opprimevano.
Udì un rumore di passi provenire verso di lei. Era Beatrix, shogun del regno di Alexandria e migliore confidente di Daga.
Beatrix, oltre ad essere un’abile combattente dallo spirito bellicoso era anche una incantevole donna.
I lunghi capelli castani si posavano sulle spalle formando dei boccoli dalle curve morbide e piacevoli.
La parte del volto dove doveva trovarsi l’occhio destro risultava coperta da una benda, Beatrix non aveva mai rivelato la causa della perdita dell’occhio destro ed aveva fugato qualunque sospetto attribuendo la causa a una delle tante battaglie di cui era stata partecipe.
La donna si approssimò alla regina e si inchinò in maniera rispettosa.
- buongiorno, regina Garnet.
Daga sorrise, pensava di non meritare a fondo tutto il rispetto che le rivolgeva Beatrix.
- Beatrix, non c’è alcun bisogno che vi inchinate quando siamo da sole. Avete da riferirmi qualcosa?
La shogun si rialzò da terra, guardando Daga negli occhi.
- no.. è che vi ho vista passeggiare qui da sola, e mi chiedevo se avevate bisogno di qualcosa.
Daga:
- ti ringrazio Beatrix, ma è tutto a posto.. piuttosto, volete passeggiare un po’ con me?
Beatrix annuì con estrema compostezza e iniziò a camminare.
- come procede il lavoro negli ultimi giorni Beatrix?
- come sempre.. non accade mai nulla di speciale. Le solite confischei, ricettazioni ed evasioni di dazi.
Rispose la shogun con espressione annoiata.
Daga:
- di certo non avete tutto il lavoro che avevate tre anni fa.
Beatrix:
- no, di certo. Tre anni fa avevamo delle belle grane di cui occuparci..
Al termine di questa frase un ampio sorriso contorse i lineamenti della shogun.
Daga rivolse il suo sguardo verso il cielo nitido. Un cargoship sfrecciò rumorosamente sopra alle loro teste.
- vi capisco Beatrix. Anche se abbiamo dovuto passare molti pericoli e sofferenze, sapevamo di poter contare l’uno sull’altro e questo ci ha spinto oltre qualsiasi confine.
La ragazza continuò a fissare gli idrovolanti che tracciavano estese linee di vapore nel cielo.
Daga:
- Gidan, quanto ti invidio.. tu che puoi librarti sulle ali del vento.. .

*

Gidan fissava il castello di Alexandria, posandosi sul muro esterno del locale di carmen. Le mani erano riunite dietro la nuca. I capelli biondi ricadevano su tutto il volto, ed erano infine legati in una coda.
Un gruppetto di piccoli maghi neri, passò sommariamente vicino a Gidan.
I vasti cappelli color paglierino si piegavano in continuazione, gli occhi purpurei scrutavano Gidan interessati.
Egli non resistette e gli diresse un generoso sorriso.
Uno dei piccoli maghi neri frugò nel taschino del suo vestito e ne estrasse un esiguo foglio di pergamena e una piuma d’oca con la punta intrisa di inchiostro.
Gidan si chinò e tracciò con una firma elegante, ma allo stesso tempo sbrigativa, il suo nome.
Il mago nero saltellò felice, e con lui tutti i suoi compagni che si avviarono lietamente verso il borgo di Alexandria
Il ragazzo ritornò a contemplare il lontano castello con aria nostalgica.
Un fine venticello gli spostò i capelli. L’insegna del locale vacillò generando un impercettibile cigolio.
La porta del locale si splancò. Blank varcò l’uscio e salì i gradini che conducevano nella via fuori dal locale.
- Gidan, lo spettacolo sta per iniziare, gli spettatori ti reclamano.
Ma Gidan continuava ad osservare il castello.
Blank gli mise una mano nella spalla.
- ti manca, non è così?
Gidan esalò un sospiro, sempre rapito dalla stessa vista.
- da quanto non la vedi?
Gidan:
- da molto tempo, ha troppi impegni per avere del tempo da dedicare a me. Ma in fondo non è sua la colpa.
Blank:
- ti capisco, Gidan.. ma ora dobbiamo andare.
Gidan si lasciò alle spalle la vista del castello di Alexandria e scese lungo le scale che portavano al locale.
I tantarus ormai avevano abbandonato la loro fama da ladri e divertivano il pubblico con gli spettacoli che inscenavano nel locale di carmen.
Carmen avevano incrementato ulteriormente il suo grande successo, e Gidan era riuscito a guadagnarsi un’ammirevole stima dal pubblico di Alexandria.
Alla fine dello spettacolo, un applauso clamoroso riempì il locale.
Dopo che la sala fu completamente vuota, Gidan si sedette su un tavolino, insieme a blank.
Carmen:
- volete qualcosa da bere?
- come al solito.
Dissero Gidan e blank all’unisono. Carmen annuì ed andò a preparare la bevanda che bevevano i due ragazzi sovente.
Blank:
- risquoti un gran successo fra le donne del regno, eh?
- sì.. hai ragione.
Ripose Gidan con lo sguardo perso nel vuoto.
Carmen tornò con il vassoio. Prese i due bicchieri e li posò sul tavolo, versando la bevanda in modo equo.
Blank lanciò un occhiata sconcertata a Gidan.
- non puoi continuare ad essere triste per lei..
Disse con tono accigliato. Ma Gidan non volle nemmeno reclamare e portò il bicchiere alla bocca, sorseggiando da esso.
Blank ansimò, stanco di vedere il suo migliore amico così triste.
Gidan:
- ti ricordi tre anni fa? Quando allestimmo la messa in scena per farmi rivedere Daga?
Blank:
- già, ricordo anch’io. Fu un’idea di Beatrix.. quella donna ha davvero qualcosa di speciale.. .
Gidan scrutò blank con sguardo estraneo, poi ritornò ai suoi pensieri.
Blank:
- ma non c’è modo di vederla, almeno che tu non voglia intrufolarti nel castello di nascosto!
Gidan spalancò gli occhi dapprima semichiusi, la bibita gli andò di traverso. Cercò di riprendere fiato e sbattè il bicchiere sul tavolino.
Si rialzò non curante della sedia che era appena cascate a terra in un tonfo sonoro. Un vivido sorriso cominciava a ravvivare il suo volto.
Gidan:
- intrufolarsi nel castello.. .
Blank:
- non vorrai mica.. .
Gidan:
- sì, hai indovinato!
Si diresse verso l’uscita. Si bloccò all’uscio e si voltò verso Blank:
- ti ringrazio, amico!
Oltrepassò l’ingresso del locale e percorse il viale in fronte ad esso.
Un mercante era appostato alla fine della strada.
- offerta speciale! Anello reflex a mille Guil, occasione imperdibile!
Il mercante vide Gidan saettare di fronte a lui.
- volete comprare, signore?
Gidan, non aveva orecchi per sentire alcuna voce se non quella della sua Daga.
Corse velocemente davanti al mercante, provocando un lieve spostamento d’aria.
Gli occhiali del commerciante caddero a terra, senza però rompersi. Li raccolse e li pulì dalla polvere di cui erano ora saturi.
Gidan si recò al centro del borgo di Alexandria e si infilò in un vicolo secondario che portava ad una piccola torre sita vicino al canale che attravesava una parte della città.
Salì la scala a pioli di legno che portava in cima alla torre. Una campana d’oro ciondolava sulla sommità , attaccata ad una corda.
Raggiunse l’apice e si arrampicò sul tetto, appoggiandosi ad uno dei coppi rossi che costituivano il tetto dell’abitazione affianco.
Innanzi a lui si estendeva la sterminata distesa di tetti del regno di Alexandria.
In cima ad essa sorgeva il castello in tutto il suo splendore.
Gidan si portò la mano alla fronte, proteggendosi dagli sfavillanti raggi del sole che gli velavano la vista.

*

Nel frattempo a Lindblum, una ragazzina di nome Eiko passeggiava per l’idroscalo del castello dove risiedeva il granduca cid, rettore della città, insieme a hilda, sua moglie.
Il vapore scaturiva copiosamente dai complessi macchinari che circondavano il luogo.
I grandi ingranaggi giravano in continuazione, producendo forti rumori metallici.
Cid si avvicinava lentamente a Eiko, il sudore gli imperlava la fronte, le mani risultavano imbrattate di un liquido nerastro.
Le folte sopracciglia cenerine sembravano quasi coprirgli gli occhi, la lunga barba risultava legata al termine da un piccolo nastro rosso.
Eiko:
- fa molto caldo qua sopra!
Cid:
- già, è a causa del vapore che producono i macchinari intorno a te
Eiko:
- come proseguono i preparativi del nuovo hilda garde?
Cid si asciugò la fronte e sorrise ad Eiko.
- molto bene, piccola. Fra poche ore potrà transitare per qualsiasi distanza.. ma posso chiederti che cosa ci fai in questo posto?
Eiko:
- volevo venire a farti visita.. e poi volevo vedere come si costruisce un idrovolante!
Cid si chinò verso di lei, le accherezzò i capelli e la prese per mano portandola verso il cantiere dell’idrovolante.
Parecchi operai stavano lavorando a quel progetto, cid stava impiegando tutta la migliore tecnologia a vapore per terminarlo.
Eiko rimase folgorata alla vista dell’idrovolante, gli occhi sfavillavano per l’emozione.
Il granduca si avvicinò all’idrovolante, evidenziandone l’immensità e la magnificenza.
Cid:
- vedi, questo è l’hilda garde iv. A prima vista è solo un grande idrovolante dotato di appariscenza, ma in realtà è il miglior modello che io abbia mai costruito per quanto riguarda velocità e guadagno.
Eiko:
- che cosa intendi con guadagno?
Un sorriso pacato si distese sul volto di cid.
- significa che possiamo percorrere grandi distanze con un consumo esiguo.
Eiko:
- ma è fantastico.. non vedo l’ora di salirci!
Cid:
- non ti preoccupare, sono sicuro che molto presto avrai la possibilità di farci un giro.
Eiko si mise a saltare per la felicità, adorava volare sugli idrovolanti.
Cid:
- ora puoi andare a farti una passeggiata, dove lo desideri tu.
Eiko annuì e si avviò verso l’ascensore. Attraversò la distanza da coprire per arrivare alla porta del drago marino con l’apposito mezzo. Raggiunse il molo del castello e si sedette sulla riva, dove il mare faceva pervenire il dolce sciabordio delle onde.
Rimase a guardare le barche attraccare e ripartire, invidiando coloro che si slanciavano verso il mare, magari partecipi di una nuova avventura.
Inaspettatamente, uno strano suono la fece trasalire.
- kupò!
Eiko si sollevò da terra, cercando di scoprire da dove giungeva quel suono.
Eiko:
- ma questa è la voce di un moguri, da dove proviene?
La stessa voce giunse nuovamente alle orecchie di eiko.
Si volse repentinamente e vide un piccolo animaletto dal pelo roseo rivolgerli uno sguardo indecifrabile.
Eiko:
- hei, ma tu sei un moguri.. da dove vieni.
Eiko avvicinò l’orecchio al moguri ed udì interessata ciò che aveva da dire.
Eiko:
- quindi vieni da madain sari.. che cosa vuoi?
Eiko ascoltò quello che doveva riferirgli, poi cadde indietro spaventata.
Eiko:
- sp-spero tu stia scherzando!
Il moguri scosse la testa, negando ciò che eiko aveva appena affermato.

*

Un’insegna appesa sull’inferriata di un cancello arrecava la scritta “boundary south gate – confine porta sud - ferrovia". Lani lesse il cartello, lambendosi i lisci capelli castani.
I radi fili d’erba che sorgevano nella terra sormontata da increspature oscillavano costantemente.
Le ruote del treno frenarono rumorosamente. Delle scintille zampillarono dalle rotaie.
Lani fece cenno ad amarant di seguirla:
- andiamo, amarant.
I due si diressero alla biglietteria. Molti uomini si fermavano a guardare lani, una donna dotata di una bellezza provocante.
- due biglietti, grazie.
Lani si appoggiò al banco, tamburellando impazientemente le dita.
Il bigliettaio strappò due biglietti dalla dispensa e li porse alla donna.
- il treno parte fra un minuto vi conviene sbrigarvi.
Lani:
- la ringrazio.
Scosse la chioma bruna e si recò insieme ad amarant alla banchina.
Salirono all’interno del mezzo e cercarono un posto dove sedersi.
Amarant aprì uno scompartimento e vide che era vuoto.
- lani, qui c’è posto.
Entrarono nello scompartimento e lani chiuse la porta scorrevole con veemenza.
- speriamo che questa volta il lavoro assegnatoci sia valido.
Disse lani sedendosi nel comodo sedile.
Amarant:
- ho i miei dubbi, i nobili sono tutti uguali. Chiamerebbero degli sterminatori anche per uno scaroburi.
Il treno partì facendo un gran fracasso. Il vapore scaturito si depositò sulle finistre, creando delle piccole gocce che scesero serpeggiando nel vetro.
Lani posò la sua pesante ascia, accostandola al sedile.
Lani:
- lo sai, amarant, girano strane voci ultimamente.
Amarant incrociò le braccia e rivolse il suo sguardo a lani incuriosito.
- di che voci si trattano?
Lani:
- delle persone giurano di aver visto dei mostri della nebbia.
Amarant:
- sciocchezze. Lo sanno tutti che la nebbia è scomparsa ormai da parecchio tempo.
Amarant aveva ragione, ma lani non era del tutto convinta.
Il paesaggio scorreva velocemente fuori dal finestrino. Le montagne sembravano sfumare a causa dell’alta velocità del treno.
Lani chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi in altri pensieri.
Uno stridulo sfregare di metallo echeggiò nella vallata in cui correva il treno.
Il mezzo si fermò violentemente. Lani spalancò nuovamente gli occhi e guardò il vetro, che si era appannato.
Sfregò le mani contro la lastra cercando una maggiore visibilità.
Il panorama era completamente offuscato, permeato da una plumbea e fitta nebbia.
Lani:
- coraggio, amarant, usciamo.
Lani raccolse la sua ascia e corse precipitosamente fuori dallo scompartimento.
Si fecero spazio fra le numerose persone timorose che riempivano il treno.
Si recarono alla prima uscita che trovarono ed uscirono dal treno.
Si fecero strada fra la densa bruma. Sentirono un rumore lontano, sembravano delle urla.
Lani:
- seguiamo le urla!
Videro due occhi rilucere nella nebbia. Una donna e un bambino indietreggevano intimoriti da un mostro.
Lani:
- ma.. ma quello è un mostro della nebbia.
Amarant non diede risposta ed affilò i suoi artigli. Lani alzò la sua ascia e corse verso il mostro.
Il suo aspetto era spaventoso, ed era proprio quello di un mostro della nebbia.
Amarant confisse gli artigli nel fianco del mostro che gemette.
Lani diresse la sua pesante ascia verso la creatura e fece scorrere la grave lama sul dorso, tagliandolo nettemente in due.
Una macchia di sangue si diffuse sulla cineree mattonelle della banchina.
La carcassa si disgiunse in nebbia che si perse verso il cielo.
La bruma che si era avventata sul luogo scomparve come riassorbita nel cielo, che ricominciò a splendere in tutta la sua nitidezza.
Aiutarono la mamma ed il bambino a rialzarsi da terra e li ricondussero nel treno.
Amarant guardò preoccupato lani:
- la nebbia era provocata dal mostro che ha appena attacato il treno, quando l’abbiamo sconfitto è scomparsa .
Lani:
- questo vuol dire che la nebbia è tornata.. .
Amarant:
- a malincuore devo ammettere che è vero.
Lani:
- in questo caso c’è una sola cosa da fare. Dobbiamo andare ad Alexandria ed avvisare la regina, ciòè Daga.
- e perché non avvisare lindblum?
Ribattè amarant facendo entrare il bambino nel suo scompartimento.
Lani:
- mi sembra giusto avvisare prima Daga e Gidan.. inoltre non siamo molto distanti da Alexandria.. con un idrovolante possiamo arrivarci in poco tempo.
Amarant:
- ed il lavoro che dovevamo svolgere?
Lani:
- al diavolo, amarant, abbiamo cose molto più importanti di cui occuparci.
Amarant annuì, non osando contraddire le parole di lani.
Lani diede una veloce occhiata ad il paesaggio, fissando lo sguardo nel cielo ormai sgombro.

*

Daga si dirigeva verso la sua stanza reale, dopo aver congedato Beatrix ed essersi allontanata dal molo.
Salì le scale a spirale che portavano verso la camera e vi si addentrò, sedendosi poi nella sedia vicino alla finistra che dava sul lago.
Una coltre di velluto rosso si distendeva sul pavimento, un tavolino circolare giaceva sopra di esso.
Decorazioni curvilinee percorrevano le bianche pareti della stanza.
Accostato al muro, si poteva notare un confortevole letto a baldicchino circondato da tenui veli che tremavano esortati dalle folate di vento.
Stava attendendo la prossima visita da un duca per sbrigare le solite trattative, così si concesse un po’ di rilassamento. Ma la sua pausa fu inesorabilmente interrotto. Sentì qualcuno bussare alla porta.
Si affrettò ad andare ad aprire e vide Beatrix e steiner alla soglia.
Steiner:
- regina, abbiamo una visita per lei.
Daga cercò di sbirciare dietro l’armatura di steiner per vedere chi era.
Daga:
- di chi si tratta?
Beatrix disse a steiner di farsi da parte, facendo vedere un uomo avvolto da un manto marrone.
Daga gli si avvicinò in curiosita. L’uomo abbassò il cappuccio, esibendo i suoi capelli biondi.
Daga lo riconobbe all’istante:
- Gidan!
Gidan gettò il manto e corse ad abbracciare Daga.
Gidan:
- quanto tempo è trascorso dall’ultima volta che ci siamo rivisti?
Daga:
- non lo so e non mi importa, l’unica cosa che mi importa ora, è stare con te.
Steiner e Beatrix se ne andarono, lasciandoli soli.
Daga:
- ma come hai fatto ad arrivare fin qui?
Gidan:
- avevo intenzione di intrufolarmi nel castello.. ma poi ho incontrato Beatrix, che ha deciso di darmi una mano.
Daga:
- lo sai, d’ora in poi non voglio più separarmi da te.
Gidan:
- faremo in modo di vederci quanto più possibile, cercando di tenere conto dei tuoi impegni da regina.
Daga distolse per un attimo lo sguardo , pensando che non sarebbe stato molto facile, successivamente si riivolse a Gidan:
- cancellerò anche i miei impegni, se ce ne sarà bisogno.
Si sentiva felice come mai era potuto esserlo negli ultimi tre anni.
Lo invitò a sedersi con lei, e parlarono per ore, il tempo sembrava trascorrere più velocemente quando stavano insieme.
finché, qualcuno non bussò nuovamente alla porta. Daga si alzò, chiedendosi chi poteva essere adesso.
Steiner:
- signorina garnet, aprite, è urgente.
Daga lasciò entrare il cavaliere, che si sorresse sulle ginocchia ansimante.
- è venuto a farle visita il granduca cid, sua moglie hilda e la loro figlia eiko, l’aspettano nella sala principale del castello.
Gidan si sollevò dalla sedia e disse a Daga:
- è da molto tempo che non li vediamo, mi fa piacere che siano venuti.. andiamo.
La sala principale era un enorme salone arredato con armature provviste di lance e candelabri d’oro.
Le tende rosso fuoco guarnivano le imponenti vetrate che facevano entrare la tiepida luce del sole.
Daga e Gidan si avvicinarono a grandi passi verso cid e salutarono calorosamente eiko e hilda.
Daga:
- a cosa devo l’onore di questa visita?
Cid si sfregò la lunga barba, e si avvicinò verso Daga con aria tormentata.
Cid:
- è un argomento delicato quello di cui vorrei parlarvi.. .
Gidan:
- coraggio, cid , dicci pure.
Cid:
- siamo venuti da lindblum fin qui, a bordo dell’hilda garde iv, appena ultimato.. .
Gidan:
- coosa? Avete finito di costruire l’hilda garde iv? Me è fantastico!
Cid:
- si ma non è questo il punto. Siame venuti per dirvi che ci è giunta voce che iifa, l’albero della vita sia ricresciuto e con lui anche i demoni della nebbia, quindi la nebbia stessa.
Daga:
- che cosa?! Chi ve lo ha detto?
Hilda:
- eiko, diglielo tu, per favore.
Eiko:
- stavo passeggiando alla porta del drago marino e.. ho visto un moguri.. un moguri che vive a madain sari.. me lo ha detto lui. Io gli credo, quindi ho pregato papi di fare un giro sull’hilda garde iv e di venire a dirtelo.
Gidan:
- ma non può essere, è stato completamente raso al suolo durante l’esplosione che è avvenuta quando abbiamo eliminato trivia.
Daga guardò Gidan, cercando conforto nei suoi occhi.
Steiner:
- ed ora cosa abbiamo intenzione di fare?
Daga scosse il capo, non ancora indecisa sul da farsi.
Beatrix:
- se permette, regina, avrei un opinione. Trovo che il problema vada sradicato del princi.. .
Le sue parole furono stroncate dalle urla di una donna:
- bastardo! Fammi entrare oppure io.. io non so che cosa ti faccio.
Gidan:
- hei, ma questa è la voce di lani!
Daga corse all’entrata e vide lani e amarant che cercavano di farsi strada fra le guardie.
Daga:
- guardie, ritiratevi. Fateli entrare sono miei amici.
Lani:
- buongiorno a tutti.
Esordì vedendo tutte quelle persone riunite.
Amarant:
- non siamo qui per una visita di favore. Abbiamo una brutta notizia da riferirti.
Gidan:
- credo che non ci sia bisogno di dirlo. La nebbia è ricomparsa, non è così?
Lani:
- ma come fate a saperlo?
Daga indicò il granduca con la consorte ed eiko:
- sono stati loro a dircelo, in particolare eiko. Ora basta con le chiacchere.
Beatrix:
- regina, che cosa volete fare?
- partiamo per burmesia, credo che dovremmo avvisare anche frejia e flatrey. In seguito dobbiamo dirigerci immediatamente al continente esterno.
Gidan rimase impressionato dalla sua decisione.
- ma è troppo lontano, ci impiegheremo delle settimane ad arrivare via terra.
Beatrix:
- non vi preoccupate, noi andremo con il redrose, mentre il granduca cid navigherà con il suo hilda garde iv.
Daga si volse verso il granduca:
- avete posto per ospitare lani e amarant?
Cid rise con sussiego:
- non ce neanche bisogno di chiederlo.
S’indirizzarono verso lo scalo in riva al lago. Il redrose fece comparsa in tutta il suo prestigio. Gidan salì le rampa di legno tinto di rosso e rimase stupito a studiare l’interno dell’idrovolante.
I due idrovolanti pertirono creando un grande spostamento d’aria.
Beatrix si avvicinò al limite del redrose e si accostò allo steccato.
- granduca cid, volete condurre voi?
Cid si portò la mano all’orecchio:
- che cosa?!
- ho chiesto se volete condurre voi la corsa fino a burmesia!!
Urlò Beatrix cercando di sovrastare il forte ululato del vento.
Cid fece cenno di aver capito a superò il redrose a gran velocità.
Si lasciarono alle spalle il castello di Alexandria, e con lui tutto il regno, che ormai sfumava in lontananza baciato dalla luce del tramonto.
Daga si sedette a fianco al timone, da dove Beatrix comandava il redrose.
Beatrix:
- regina, avete intenzione di indossare a lungo il vestito regale?
Daga la interruppe:
- Beatrix, ti prego. In questo momento non c’è bisogno che mi dai del tu, almeno per questa volta possiamo parlarci normalmente.. per quanto riguarda gli indumenti, per ora posseggo solo vestiti eleganti.
Beatrix:
- non vorrai mica andare al continente esterno vestita così. Inoltre sei disarmata e credo ti servirà un’arma se troviamo dei demoni della nebbia.
Daga:
- ha ragione, ma dove posso trovare un’arma e degli indumenti.. .
Beatrix:
- se permetti avrei qualcosa che fa al caso tuo.. puoi dirigere tu l’idrovolante per un secondo?
Beztrix lasciò il timone a Daga e si recò verso gli interni del redrose.
Tornò con dei vestiti de una sciabola fra le mani.
- questi sono i vestiti e l’arma che usai quando feci l’addestramento per diventare shogun, vorrei che li prendessi tu.. li considero molto preziosi.. sono molto legata a questi abiti.. .
Li porse a Daga, che li spiegò, osservando i pantaloni neri su cui erano dipinte quattro rose.
Daga:
- ma questo è il tipo di rosa che hai disegnata tu nel tuo cappotto.
Beatrix:
- esattemente, le stesse rose.
Daga:
- se permetti, vado a cambiarmi all’istante.
Si ritirò nella sua stanza ed indossò gli splendidi abiti regalati da Beatrix.
Quando ella uscì sul ponte dell’idrovalante, Gidan non riuscì a fare a meno di restare incantato dalla sua bellezza.
Daga si sentiva a suo agio in quelle vesti, si sentiva più libera.
Prese la sciabola custodita nel fodero rosso guarnito con sinuosi drappeggi di colore nero e la legò al fianco, nella cintura di cuoio marrone.
Estrasse l’arma e l’alzò verso il cielo invaso dal crepuscolo.
- la rosa sarà il simbolo della nostra amicizia, Beatrix, questo tramonto sancirà il nostro legame rosso.

*

Una melodia angelica riempiva le stanze del redorose. Una voce velata e dolce.
Gidan si sfregò gli occhi e si alzò dal letto, seguendo quella canto, quella melodia della vita.
La chioma di Daga si snodava ghermita dall’aria vespertina.
Daga lo vide. Si smarrirono nei loro stessi occhi.. d’ora in poi non si sarebbero più separati.. mai più.

So..
I sang your song
Our song



Fine Capitolo Primo


Nel prossimo episodio, il ritorno del messaggero oscuro.. misteri fra la nebbia nell’albero di Iifa.


______________



Capitolo Secondo

THE DARK MESSENGER
IL SORRISO RINCHIUSO


ILLUSTRAZIONI PERSONAGGI







[Continua..]



Fine

 

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