Ora non piango più
● Autore: Rinoa_B
Sono passati ormai due anni da
quando lui è scomparso.
Molto è cambiato: Lulu ha avuto uno splendido bambino con Wakka; Auron è tornato
ad essere solo una presenza spirituale, come mio padre, Lord Braska, e il signor
Jecht.
Kimarhi ha scoperto di non essere l'ultimo dei Ronso, di non essere solo.
Rikku, beh... forse Rikku è l'unica che è rimasta uguale.
Allegra e spensierata come lo era una volta. Come due anni fa, quando la
abbracciai sul monte Gagazet. Quella volta lei, senza parlare, mi trasmise tutto
il suo amore per la vita.
Un amore forte, diverso dal mio.
Io, che fin da quando avevo sette anni decisi di diventare un'invocatrice...
decisi di sacrificare la mia vita per salvarne altre.
Sapevo di dover morire e non avevo paura...
Stupida.
Ero solo una stupida.
Non era vero, io avevo una paura tremenda.
Paura di lasciare i luoghi cari, gli amici... lui.
Sono io ad essere sola.
Isolata, chiusa nel mio bel guscio, la mia utopia paradisiaca, che fino a due
anni fa era la mia salvezza, la mia unica via di fuga da quella realtà che prima
o poi avrei dovuto affrontare.
Ero io che dovevo scomparire.
Non lui.
Non dimenticherò mai il batticuore che ebbi quando la prima volta mi baciò.
E non potrò mai cancellare dalla mente il dolore e l'immensa paura, unita alla
più tragica delle disperazioni, che provai quando tentai di abbracciarlo sul
ponte dell' Aeronave.
Ricordo il freddo gelido del pavimento su cui ero caduta, quando attraversai il
suo corpo.
Ricordo una lacrima che mi rigò la guancia, e una luce, una piccola luce che
fluttuava nell'aria. Quella tipica luce che veniva dai non trapassati.
Quella lucciola magica, che era scaturita dal suo corpo.
Ricordo quanti pensieri mi affollarono la mente, ricordo quante cose avrei
dovuto dire, o fare... ma non ne ebbi la forza. Quella volta, non ne ebbi la
forza.
Avrei voluto gridargli con tutto il fiato che avevo nei polmoni che non mi
poteva lasciare, mi aveva promesso di portarmi nella sua Zanarkand, a vedere il
blitz; a guardare l'alba in riva al mare: quando le luci si spengono, le stelle
svaniscono, e l'orizzonte si tinge di rosso, come se bruciasse.
Ma le parole mi si strozzarono in gola.
Riuscì soltanto a pronunciare quelle due parole, che non avevo mai avuto il
coraggio di dirgli:
"Ti amo...".
Niente di più semplice, di diretto, solo quelle due parole, che racchiudevano in
loro il miracolo più grandioso e bello dell'universo.
Ricorderò sempre l'abbraccio di lui, che mi cinse da dietro; un abbraccio che
quasi non sentii.
Era una abbraccio lieve, come quello di un... sogno.
Eppure io percepì il calore del suo corpo, delle sue mani che ormai conoscevo.
Non trattenei le lacrime.
Mi ero tenuta dentro troppe cose, sin da piccola.
Ora non mi vergognavo di piangere o di sembrare debole.
Io, non scorderò mai quanto male sentivo in fondo al cuore mentre, sul ponte di
Luka, fischiai con tutta la mia forza, con tutto il mio fiato.
Ma lui... non arrivò.
Ora sono sola, però quei ricordi che prima mi facevano stare male, ora li sento
come le cose più care che io abbia mai avuto, perché ora io ho riacquistato
speranza.
Ora non piango più.
perché ora, io sento che un giorno il mio più grande sogno si avvererà: quello
di sentire un fischio lontano, dall'altra del mare, rispondere alla mia
invocazione.
Il fischio di Tidus.
Fine
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