Quistis Blonde
  ● Autore: Rinoa88

I
 


La SeeD aveva a capo un uomo di circa venticinque anni, Squall Leonhart. Egli aveva ereditato il comando dopo che il fondatore, Cid Kramer, era andato in pensione. Squall aveva l’ufficio all’ultimo piano del quartier generale della SeeD Corporation, nella città di Balamb, che era famosa per il suo mare limpido e per appunto la presenza del corpo speciale, che era sempre pronta ad aiutare tutti coloro che richiedevano il suo ausilio. Era considerata dai Balambesi la migliore nel raggio di tremila miglia, forse perché era l’unica presente sull’isola.
Il quartier generale, o Garden, era l’edificio più grande della città ed ospitava più di quattrocento dipendenti. Per lo più erano agenti segreti, addestrati ad eseguire ogni genere di missione: dalla ricerca di persone, all’esecuzione di piani con la polizia. L’edificio aveva una struttura a più piani, all’ultimo del quale accadevano d’estate due eventi principali: Squall lavorava e faceva molto caldo.
Nel giorno in cui inizia la nostra storia, stavano appunto avvenendo entrambe le cose.
Squall si alzò dalla scrivania e andò alla finestra posta dietro di essa, che dava una bellissima vista sulla spiaggia di Balamb, affollata da turisti venuti da ogni parte del mondo.
Il ventilatore girava lentamente.
L’ufficio di Squall era molto ordinato. Ai lati della grande scrivania in mogano, erano presenti una pianta finta regalatagli da Edea, la moglie del fondatore, e un cestino per la carta straccia. Sulla parete a sinistra era presente un mobiletto in legno che conteneva nella vetrinetta alcuni riconoscimenti per varie missioni in collaborazione con la polizia. Sulla destra, invece, trovava posto un quadro che raffigurava un bel paesaggio di montagna.
Squall odiava la montagna.
Era un giovane con gli occhi azzurri come il mare di Balamb e i capelli castani come la sua scrivania. Considerato da tutte le donne della SeeD come un bell’uomo, non accennava a sistemarsi e si era guadagnato la reputazione di tipo solitario.
Squall guardò l’orologio. Erano ormai le diciotto e quaranta e l’afa era insopportabile.
Riposò lo sguardo sulla spiaggia.
I turisti non accennavano a tornare in albergo e il sole calava lentamente, inghiottito dall’acqua ormai dei toni del violetto che si sfumava nel blu notte fino al diventare un nero spento. Il sole rendeva il cielo rosato ed arancio. I numerosi yacht che trovavano posto nella baia, erano anch’essi tinti da quella esplosione di colori.
Si sentirono dei passi nel corridoio. Era un suono di tacchi alti. Squall non ci fece caso, sapeva che la sua segretaria, Selphie Tilmitt, originaria di Trabia, doveva portargli un rapporto sulle condizioni del giorno, quindi non si voltò nemmeno quando sentì la porta aprirsi.
-Alla buon’ora, Selphie!- disse con un tono abbastanza scocciato –Ti avevo chiesto quel rapporto dieci minuti fa! Lascialo lì, sulla scrivania, poi puoi andare. Io credo che lavorerò stasera.
-Pensavo che mi avresti invitata a cena..
Squall si voltò di scatto. Davanti a lui c’era l’unica donna alla quale aveva aperto il suo cuore. Era vestita di un golfino azzurro, con capelli neri sciolti sulle spalle e due occhi vispi e pieni di amore. Era di statura media, con delle belle gambe, un naso grazioso e la carnagione bianca. E si chiamava Rinoa Heartilly.
-Rin!- la chiamò correndole incontro -Non ci vediamo da tre anni! Allora, che mi racconti? Siediti, siediti..- e indicò una poltrona di pelle nera davanti alla scrivania.
-Grazie, Squall..
-Come vanno i tuoi studi?
-Benissimo. Mi sono laureata in legge..e a te?
-Non male. La situazione è tranquilla. Ma che ci fai da queste parti? Pensavo fossi rimasta a Timber..
-Veramente sono in vacanza..alloggio al Balamb Hotel..sono arrivata oggi, volevo passare a salutare un vecchio amico..
-Bene, dobbiamo festeggiare! Stasera ti invito a cena. C’è un ristorante gestito da una coppia sulla spiaggia. Dicono che fanno del buon pesce.
-Benissimo! A che ora?
-Verso le otto, va bene, per te?
-Ci sarò!
-Passo a prenderti io..a che camera sei?
-Suite numero tre, venticinquesimo piano.
-Sei..sei nella suite presidenziale?!- chiese Squall stupito.
-Sì..perché? Mio padre è amico del proprietario, il signor Strife.
-Capisco..
-Bhè, ci vediamo!
-A dopo!

Il locale si chiamava “Primavista" ed era in legno, a forma di nave. L’entrata era sul lato e sul ponte era posta una piccola sala da ballo, dove musicisti stavano suonando un pezzo famoso e romantico “Melodies of life". La cantante era una certa Lenne, graziosa giovane dai capelli lunghi castani. C’erano alcuni tavoli ai lati della pista da ballo e Squall, che non voleva fare brutta figura, decise di cenare lì, molto più costoso che in coperta.
Il cielo stellato sopra di loro ospitava una mezzaluna color bianco-giallastro e la sottile brezza di mare rendeva l’atmosfera un po’ meno opprimente. Il suono del mare, le onde che ritmicamente bagnavano la spiaggia rendevano il luogo ancora più romantico.
“Bravo, Squall!", si disse il giovane.
-I signori desiderano ordinare?- chiese un giovane non molto alto, con i capelli rossicci e una ampia fascia in fronte.
-Io prendo un’insalata “Leviathan", un pesce spada alla Esthariana e un fritto misto di Balamb.
-Ottima scelta, signorina..lei?
-Faccia lo stesso- disse Squall.
-Molto bene. Da bere?
-Che cosa ci suggerisce?- chiese Rinoa.
-La specialità! Un bianco di Alexandria.
-Sì, va bene!
-Abbiate la pazienza di aspettare un paio di minuti –concluse, raccogliendo i menu. Fece un inchino e se ne andò.
-Allora, Rinoa..hai realizzato il tuo sogno..ora, progetti?
-Non lo so..vorrei aiutare la gente del mondo.
-Sei contenta di avere una carriera del genere davanti a te? Quella di legge intendo.
-Non lo so..sinceramente, è stato mio padre che mi ha forzato a intraprenderla. Io vorrei vedere il mondo, conoscere gente nuova, aiutare..
-Potresti difendere i deboli di fronte alle ingiustizie, no?
-Sì. Intendo fare quello. E tu, Squall? Hai preso il controllo della SeeD..
-Esatto. è un lavoro estenuante. Devi occuparti di tutta la città.. e Balamb è cresciuta parecchio..
-Sì. Da quando hai messo dietro le sbarre Artemisia..non c’è più terrore di attacchi terroristici o cose del genere.
-è stato un caso lungo, ma alla fine ha ottenuto l’ergastolo. Meglio così. Una criminale in meno.
-Ecco qua! Buon appetito!- disse il cameriere rosso di capelli, Blank; accennò un inchino, poi rientrò nel locale.
Mangiarono e chiacchierarono per tutta la serata e alla fine, Rinoa si alzò e chiese:
-Dove andiamo ora?
-Io veramente domani lavoro..- iniziò Squall.
-Oh..- disse la ragazza con aria sconsolata –è vero..allora, devi andare subito?
-Sì..mi spiace Rinoa, ma domani alle sei devo essere in ufficio.
-Alle sei? Così presto?
-Sì..fa meno caldo a quell’ora e lavoro il doppio..mi spiace.
-Non fa niente..facciamo così! Ti vengo a trovare!
-Veramente lavoro..
-Verso mezzogiorno?
-Veramente pranzo..
-Allora quando?
-Quando vuoi!- rispose lui ammiccando.
-Va bene, ci sarò.
-Ti accompagno all’hotel.
-Va bene.
 


II



Cloud prese lo champagne e si diresse sul ponte. La notte stellata rendeva l’atmosfera romantica e Tifa gli stava dando le spalle, mostrandogli, attraverso la soffice seta dell’abito color perla, un corpo fantastico. I capelli castani scuri erano raccolti in un grande chignon sulla testa, circondato da un nastro argentato. La schiena scoperta le dava un’aria sensuale.
-Ciao!- disse Cloud annusandole il collo –Ti va dello champagne?
-Sì, grazie..- rispose lei –Cloud..dici che è andato tutto bene?
-Certamente..se è andata storta anche solo una minuscola cosa..
Tifa rise giovialmente.
-Quindi speri per il suo bene, che il signor Tidus abbia fatto un buon lavoro..
-Esatto –disse Cloud baciandola teneramente sul collo.
Tifa si girò e appoggiò il bicchiere sulla ringhiera dello yacht. Lui ci si appoggiò con i gomiti, tenendo il bicchiere con due dita e facendolo oscillare.
-Tra non molto saremo ricchi! Non sei contento, amore?
-Sì..vuoi dire, più ricchi di ciò che siamo ora!
-Esatto. Pensaci..il mondo ai nostri piedi..neanche Artemisia ci è riuscita.
-Se avesse ascoltato il mio consiglio, adesso non sarebbe dietro le sbarre. Lei e il suo “Ce la faccio da sola" e “Alleanza?! Non farmi ridere!" se lo merita proprio.. Se lei non avesse fatto la stupida, avremmo potuto mettere in atto questo piano due anni fa..a quest’ora saremmo i padroni indiscussi del mondo!
-Già, ma guarda al lato positivo! Senza di lei, è tutto per noi!
-Esatto.- rispose lui –Sarà meglio che vada a letto..ho sonno..
-Vengo anch’io..sono stanca di aspettare quelli..
-Saranno al covo all’alba. Non dobbiamo preoccuparci!
-Sì, amore.. hai ragione.



III



Il suono del cercapersone irruppe nella quiete della suite come una sirena nel cuore della notte. Squall si girò sul fianco e cercò a tentoni sul comodino la lampada. Trovò il filo e l’accese. Si sdraiò sulla schiena e si passò una mano sul viso, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando. Si mise a sedere sul letto.
La suite aveva entrambe le porte finestre aperte e le tende, di un soffice lino, svolazzavano dolcemente all’interno.
Squall spense il cercapersone e si voltò verso Rinoa. Era bella come non mai. Le era sempre piaciuta mentre dormiva, aveva il viso di un angelo. Squall le passò una mano sulla fronte, poi si alzò. Sì rivestì, spense la luce e si recò verso la porta.
“perché è finita, tra noi?", si chiese con rammarico.
-Squall...dove vai?- farfugliò la ragazza nel sonno.
Il giovane uscì dalla stanza.

-Salve, capo! Come sta?
-Salve, Zell. Come vuoi che stia? Mi avete svegliato! Che è successo qui?
La vetrina di un negozio era stata infranta e i vetri ricoprivano buona parte del marciapiede. Tutto intorno era stato posto un nastro giallo dalle autorità.
-Questa è la gioielleria “Le Bijou", vero?
-Sì, laggiù c’è la proprietaria. Se vuole parlare con lei, capo..
-Grazie, Zell.
Squall si diresse verso la ragazza castana con i capelli a caschetto, apparentemente molto sconvolta. Stava parlando con una donna con i capelli castani con le punte arricciate, non tanto alta, vestita di un abito cortissimo color giallo a righe sottili marroni. Prendeva appunti e alzava la testa ritmicamente, annuendo ogni tanto.
-Buonasera, capo!- disse, spostando lo sguardo su Squall.
-Buonamattina sarebbe più giusto..comunque, sono Squall Leonhart.- disse stringendo la mano alla giovane sconvolta.
-Yuna –rispose questa.
-Capo! Mi ha appena lasciato una dichiarazione. Che faccio?
-Come, “Che faccio?" Selphie..mettila nel rapporto!
-Va bene, capo! Glielo lascio sulla sua scrivania..
Selphie si allontanò, diretta verso Zell, che le indicò vari punti del vetro sfondato. La giovane prese appunti.
-Se la sente di dirmi che è successo?
-Sono..sono stata avvertita dal mio ragazzo, Tidus..- iniziò questa.
-Si trova qui in questo momento?
-Temo di no. Ha inseguito i rapinatori verso ovest..
-Manderò una squadra..Zell!
-A rapporto, capo!- rispose facendo il saluto da lontano l’uomo biondo.
-Manda una squadra verso ovest, cerca un certo Tidus.
-Biondo..occhi azzurri..- disse Yuna.
-Biondo con occhi azzurri..- ripetè verso Zell.
Questo fece cenno d’avere inteso. Squall si rivolse di nuovo verso Yuna.
-Che cosa cercavano? Cos’ hanno preso?
-Che cercavano non lo so dire, signor Leonhart, ma hanno preso tutto ciò che aveva a che fare con diamanti.. incastonati nei gioielli e diamanti sfusi. Ma la cosa strana è che quelli incastonati..
Squall entrò nel negozio.
-Prosegua!
-Hanno tolto i diamanti dai gioielli.
Squall si accigliò e mentre calpestava i vetri all’interno del negozio, disse:
-Lei ha acquistato questo negozio poco tempo fa da lord Sephiroth, vero? Posso vedere i documenti?
-Certamente- rispose Yuna prendendo dei fogli in un cassetto, l’unico che era presente nella scrivania.
Squall diede uno sguardo poi osservò la stanza. Le vetrine erano infrante, i cassetti all’aria, gli scaffali cadenti e il pavimento coperto da vetri. I suoi occhi si posarono sull’allarme, nell’angolo della stanza.
-Ha una spiegazione, Yuna..al mancato funzionamento dell’allarme?- chiese, restituendo il contratto.
-Veramente no..anche se recentemente l’avevamo fatto riparare..
-Forse era tutto previsto. A chi vi siete rivolti?
-Ad un certo Gippal..
-Benissimo, controllerò.
-Grazie del suo aiuto.
-Dovere. Ha già rilasciato la dichiarazione a Selphie, può andare. Le ricordo che può passare al Garden quando vuole. Sa l’indirizzo?
-Veramente io sono di Bevelle..è un po’ lontano da qui. Forse mi può lasciare il suo numero..
-Come desidera..eccolo.
-Grazie.
-Non mi ringrazi ancora..

-Lei è Tidus?- chiese Squall al biondo ragazzo che era appena sceso dalla macchina.
-Sì, sono io..
-Squall Leonhart, comandante della SeeD.
-Bene, siete stati tempestivi..
-Che fa, ci prende in giro?- chiese Squall con sguardo truce.
-No, non intendevo questo.
-Mi parli del fatto. Lei dove si trovava?
-Facevo un giro per le strade di Balamb, quando ho visto tipi sospetti aggirarsi per questa via.
-Ha visto che aspetto avevano?
-No..avevano un passamontagna. Erano in tre.
-Molto bene. E lei, che ha fatto?
-Li ho seguiti e ho visto che hanno rotto la vetrina. Vi ho chiamati immediatamente.
-A che ora ha fatto la telefonata?
-Cosa importa, scusi?
Squall gli lanciò un'altra occhiataccia e così il biondo si affrettò a rispondergli:
-Erano le tre..
-Tre precise?
-Tre..tre e cinque.
-Molto bene. Poi che è successo?
-Sono usciti dalla vetrina e si sono diretti verso ovest. Li ho inseguiti.
-Sa dove sono andati?
-Ho perso le tracce dopo il lungomare.
-Capisco..e..quando ha avvisato la sua fidanzata dell’accaduto?
-La mia fidanzata?
-La signorina Yuna..
-Ah, sì, Yuna. Sì, l’ho avvisata subito dopo voi..
-Bene. Vada da Selphie Tilmitt, la mia collaboratrice. Parli con lei, poi può andare. Le lascio il mio numero, nel caso le venga in mente qualcosa..
-Grazie.
Tidus si allontanò verso Selphie, mentre Zell, fermatosi al fianco di Squall disse:
-Non mi convince.
-Nemmeno a me..tienili d’occhio Zell e avverti Daga, dille di scoprire tutto ciò che è possibile su quei due e analizza il contratto. Yuna l’ha riposto nel cassetto della scrivania.
-Agli ordini!
 


IV



Il giorno seguente, alle ore sette e dieci minuti precisi, Rinoa entrò nell’ufficio di Squall correndo, pareva arrabbiata e il giovane si chiese a che proposito.
-Tu..sei cattivo, capito?- disse, puntandogli un dito contro.
-perché? Che è successo? Che ho fatto?- chiese il giovane con aria crucciata.
-Tu..te ne sei andato, stanotte!
-Ah!- esclamò Squall –Sono stato chiamato urgentemente da Zell Dincht, scusami..
-Speravo di svegliarmi tra le tue braccia, come ai vecchi tempi..
-Che cosa? –chiese Squall imbarazzandosi violentemente.
Squall notò che stava arrossendo anche lei, si alzò dalla scrivania e l’abbracciò. Lei appoggiò la testa al suo petto e iniziò a singhiozzare.
-Dai, Rin..- iniziò Squall dolcemente –Calmati..
-Squall, ora penserai che sono una stupida ragazza viziata..
-Non è vero..
-perché è finita?
-Io..- Squall deglutì –Io..non lo so.. Io..credevo fosse meglio per te, tu dovevi fare carriera, gettarti nella facoltà di legge a capofitto..e poi tuo padre non ne voleva sapere di noi due...
-Non mi ha mai capito..Squall, io ti amo ancora..
-Anch’io Rinoa..anch’io.
Lei alzò la testa e, con gli occhi pieni di lacrime, mormorò:
-Baciami..
Squall la baciò. Era una sensazione che non provava da tanto tempo.
Si lasciarono andare.
Si abbracciarono e si toccarono dolcemente entrambi, poi Rinoa si sedette sulla scrivania. Lo tirò sopra e si sdraiarono. Squall stette per sfilarle il top quando la porta si spalancò ed entrò una raggiante Selphie Tilmitt con in mano un pacco di fogli, gridando:
-Salve, cap..ops..mi scusi, non volevo disturbarla..
Squall si sistemò la giacca, mentre Rinoa si mosse i capelli.
-Ehm..- iniziò Squall più rosso, se è possibile, di quello che era pochi minuti addietro –Non si bussa?
-Scusi..- rispose Selphie –Ma mi aveva detto di darle il rapporto di ieri notte..ma se è impegnato..
-No, Selphie, è tutto a posto. Lei è Rinoa Heartilly, una mia carissima amica –la presentò Squall.
“Amica?!", pensò Selphie “Se tutte le sue “amiche" godono di quel privilegio..allora se me lo faccio amico anch’io.."
-Selphie?- la richiamò Squall.
-Oh, piacere, sono Selphie Tilmitt.
-Piacere mio, Selphie.
“Notizia del secolo! Il capo ha una compagna!", pensò la ragazza castana.
-C’è altro, Selphie?
-Sì..legga qua!- e gli mostrò un giornale che diceva:

“Galbadia-Prigione del deserto: Ieri notte, la pericolosa criminale Artemisia è riuscita ad eludere la sorveglianza del carcere di massima sicurezza di Galbadia ed a fuggire. La polizia sostiene che è stato un colpo da maestro, infatti, Artemisia è fuggita attraverso il buco provocato da un ordigno di grande potenza nella parete della sua cella.“Non si esclude la presenza di complici", dice il signor Steiner A., il capitano delle guardie, “perché è impossibile che la detenuta abbia fabbricato l’ordigno da sola, in quanto non disponeva di materiali". Artemisia, che stava scontando in carcere la pena dell’ergastolo, è così nuovamente in libertà. Il governo teme la minaccia di un nuovo colpo di stato, l’esercito è stato allertato e sta già setacciando le strade con l’aiuto della polizia. Si spera vivamente che la SeeD, famoso corpo speciale, riesca a trovare tracce e collabori con il governo Galbadiano, oltrepassando tutte le controversie del passato per riporre questa pericolosa criminale in cella, come fece due anni or sono."
Rikku Albhed

-Non è una buona notizia..- commentò Squall.
-Esatto- rispose Selphie.
-Ci hanno già chiamato le autorità di Galbadia?
-Sì, la signora Beatrix intende chiederci di aiutarli a trovare Artemisia e a rimetterla in gattabuia.
-Molto bene..
-E..- aggiunse Selphie -Ci ha raccomandato di fare un bel lavoro. Non sono ammessi errori, o tirerà di nuovo in piedi la causa di due anni fa..
-Quale causa?- chiese Rinoa.
-Rinoa è laureata in legge..- la giustificò Squall.
-Ah, scusi, non avevo inteso..in pratica, due anni fa la SeeD mandò in cella Artemisia, oltrepassando i limiti delle condizioni previste dal contratto.
-La SeeD doveva solo trovare il luogo dove si nascondeva, ma sarebbe stata Galbadia ad arrestarla- disse Squall –Lo ammetto, è stata colpa nostra..ma ci servivano un po’ più di soldi. Non ci ha fatto fallire solo perché abbiamo assicurato Artemisia alla giustizia..
-Capisco..- disse Rinoa.
-Che suggerisci di fare, Selphie?
-Chiamare Blonde!
-Buona idea, ci penserò io. Puoi andare, se non c’è altro..
-Grazie, capo!- disse e uscì.
-Squall..forse è meglio che me ne vado anch’io..
-No, Rinny..resta, se vuoi..
-Grazie, ma non voglio disturbarti..penso che tornerò in hotel a leggere un po’ in compagnia dell’aria condizionata. Con questo caldo, non ho voglia nemmeno di andare in spiaggia.
-Ti chiamo..promesso..- disse Squall facendo un cenno d’intesa.
-Sì..va bene..- rispose lei raggiante –E Squall..
-Sì?
-Prima ero un po’ assatanata..scusami..non so che mi è preso..
-Pantera..- commentò lui.
-Leone!
Risero insieme per un lungo istante, poi lei lasciò lo studio.
Squall sospirò. Poi bevve un bicchiere d’acqua ghiacciata e prese il telefono.
“Il problema sarà dove rintracciarle.. sono in vacanza nei luoghi più svariati della terra.. ", pensò.
Blonde era la sua agente numero uno, sempre pronta ad eseguire missioni a dir poco anche impossibili. Altre a cui poteva affidare tutto erano Paine e Tifa, in incognito da una persona sospetta di traffico illegale di diamanti da un anno e sei mesi.
Squall sapeva che non erano reperibili, ma doveva assolutamente contattarle, anche se fossero state in vacanza sulla luna. Prese la cornetta e compose il numero.
 


V



-Forza, Seifer!- urlò Quistis, quindici metri più in alto.
-Ci sono quasi, Quis!- le rispose urlando il giovane.
-Cosa?! C’è vento e non ti sento!
-Come, sono troppo lento!- urlò Seifer –Ehi! Fino a prova contraria sono io l’esperto di climbing dei due!
-Chi gioca al bingo vince un bue? Che dici, Seifer!? Chocobo, che tormenta!
-Gelato alla menta? Quistis, stai scalando il Gagazet, non è una passeggiata!
-Dove sono Vincent, Youffie, Amarant e Freija?
-Più in sotto, credo..
-Manca molto alla baita?
-No..stai sulla destra, ci siamo quasi..
Quistis Blonde e i suoi amici erano intenti a scalare la più alta montagna di Spira, il Monte Gagazet. Erano tutti amanti della montagna, quindi avevano deciso per una vacanza all’insegna dello sci e della scalata.
La baita di cui stavano parlando era di proprietà dello zio di Freija, Kimahri, che aveva permesso loro di passare due settimane nell’alloggio gratis.
Quel pomeriggio, avevano deciso di fare un’escursione sulla parete che dava su Zanarkand ed avevano portato con loro l’attrezzatura necessaria per fare free climbing.
Continuavano a salire lentamente, mentre la tormenta di neve scoppiata poco prima stava diffondendo nell’aria l’ululato del vento e il freddo gelido della neve.
Quistis aveva parecchia resistenza, tuttavia non credeva che avrebbero raggiunto la cima del monte e di conseguenza il rifugio, prima di notte e al solo pensiero si sentiva più esausta di ciò che era.
Seifer le disse di spostarsi verso sinistra e salire. Quando le mani coperte da guanti color salmone di Quistis ebbero toccato il terreno piano roccioso, la ragazza vide che tutti i turisti presenti si rifugiavano all’interno della baita, per la tormenta che infuriava sempre più minacciosa, in cerca di un pasto caldo all’interno. La cucina era mandata avanti molto bene da una certa Quina Quen, che cucinava piatti elaborati per tutte le occasioni. Kimahri le aveva detto se poteva cucinare più zuppe e fare meno gelati e lei gli aveva risposto, con il suo accento strano: “Ahò!!!! Non capisci 'na mazza de cucina e me dai li ordini? Li mortacci!!!".
Quistis si issò sul piano e si sedette esausta. Guardò l’orologio. Erano le otto e cinque della sera ed era già buio pesto. Seifer arrivò qualche minuto più tardi, seguito dagli altri quattro.
-Mi devo fare una doccia..- dichiarò Youffie, ansando.
-Anch’io..- le fece eco Amarant.
-Entriamo..non ne posso più di questa tempesta!- disse Freija.
Tutti così entrarono nella baita, di legno, molto grande. Era strutturata su due piani più il seminterrato, dove si tenevano feste e balli, in quanto era spazioso e c’era la pista da ballo. Il primo piano era dedicato agli alloggi degli ospiti ed il pianterreno ospitava la sala da pranzo e il salone, oltre alla reception. Presero le chiavi e andarono nelle proprie stanze e poco dopo si ritrovarono tutti a cena.
Amarant, Vincent, Youffie, Seifer e Freija stavano pianificando la giornata dell’indomani (Seifer voleva fare snowboard, Vincent ed Amarant volevano sciare, mentre le ragazze desideravano andare in bob: era in corso un’accesa discussione).
-Quistis?
-Sì, Kimahri?
-Un certo Leonhart avere chiamato..avere detto che essere urgente. Kimahri avere detto che tu avresti richiamato lui.
-ARGH!- urlò Quistis, tanto che tutti nella sala da pranzo si voltarono verso di lei –Scusate! Kimahri, è il mio capo..devo proprio richiamarlo..posso usare il telefono alla reception?
-Quistis potere certamente, se essere per lavoro!
“Speriamo sia ancora in ufficio!", pensò Quistis “Ma certo! A Balamb non sono le nove di sera!"
-Capo? Salve, sono io, Blonde..Sì, stavo scalando il Gagazet..Come dice? Il futuro della SeeD dipende da questa missione?! Capisco..Sì, tuttavia credo di non poter essere lì prima della fine della bufera..le aeronavi sono tutte ferme, comunque le assicuro che sarò al Garden il prima possibile! Sì, capo e grazie per la sua fiducia!
Mise la cornetta a posto e si voltò. Dietro di lei c’erano i suoi amici, Seifer e Kimahri che la osservavano perplessi, ma fu Vincent ad esprimere il pensiero di tutti dicendo:
-Devi andare, Quistis?
-Sì..è della massima importanza..Artemisia è di nuovo in libertà..
-Che cosa?!- esclamò Freija con una nota di panico.
-Esatto. Appena smette la bufera, devo andare a Balamb..
-Vengo con te, Quis!- disse Seifer.
-Non disturbarti, Seifer..starò poco..
-Davvero, non fa niente per me accompagnarti.
-Che dolce! Allora va bene, puoi venire..
-Ma Quis!- interruppe Youffie –E la tua vacanza in pace sulle montagne?
-Oh, tornerò e voi quattro non avrete scalato più di duecento metri!

Paine era una ragazza alta, con i capelli corti e gli occhi grandi. Creativa, amava costruire oggetti, dei più svariati tipi: armi e gadget erano la sua specialità e alcuni di essi venivano utilizzati nelle missioni SeeD. La sua ultima invenzione, il lacrimogeno all’aglio, aveva funzionato fin troppo bene; quando lo collaudarono, si trovava nell’ufficio di Squall a mostrare la sua invenzione e ci erano voluti tre giorni perché svanisse tutto l’odore acre nello studio.
Aveva un carattere un po’ maschiaccio.
Anche se portava sempre i tacchi alti, non mancava di vestirsi di pelle e non si separava mai dalla sua moto di tipo “Cid Highwind", nera e grande. Paine teneva alla sua moto. E impazziva per il gioco delle carte. I colleghi maschi ormai avevano imparato a loro rischio e pericolo a non provarci.
Infatti una volta, durante una partita a carte, un agente le disse:
-Paine, scommetti la moto!
-No- aveva risposto lei.
-Allora perché non facciamo un patto? Se vinco io, passi una notte con me?
Tutti gli altri avevano riso, ma lei si era alzata dal tavolo e gli aveva mollato un calcio nelle parti più delicate di un uomo.
-Ecco ciò che succede..- aveva detto lei ed era uscita dalla stanza. Da quel momento, si era fatta rispettare da tutto il quartier generale, in quanto ancora recluta a quel tempo. “Se da Paine vuoi farti amare, non ci devi provare!" era il motto di tutti.
Quel giorno si trovava in vacanza con i suoi tre amici Nooj, Gippal e Baralai per il grande deserto roccioso di Cosmo Canyon.
Era bellissimo ammirare il sole che splendeva sulle rocce, colorandole d’oro, ambra, toni del marrone e del rosso mattone. In testa al gruppo di chocobo che cavalcavano, c’era Gippal, poi lei e infine Nooj e Baralai.
-Quanto manca all’hotel?- chiese quest’ultimo.
-Uffa!- sbottò Paine, voltandosi –Da quando siamo partiti non hai fatto altro che lamentarti!
-A quanto pare, soffre il mal di chocobo!- disse girandosi Nooj.
-Hai ragione! –confermò Gippal –Non ha l’aria di essere a suo agio e poi, soffre di vertigini, vero?
-Piantala di prendermi in giro!- protestò Baralai.
Il suo chocobo si spostava sempre pericolosamente sul ciglio del sentiero vicino alla roccia e Nooj doveva sempre prenderlo per le redini e riportarlo al centro.
-Prova a non pensare all’altezza!- iniziò Paine –Ammira il paesaggio!
-Il problema che se guardo il paesaggio, penso all’altezza, Paine!
-Dai, su..mancano solo tre miglia all’hotel!- esclamò Gippal.
-TRE MIGLIA?!- gridò Baralai e il suo chocobo, spaventato, iniziò a girare su se stesso all’impazzata.
Tutta la compagnia scoppiò in una risata, tranne Baralai. Nooj calmò il chocobo dell’amico.
-Credo di star per vomitare..
-Paine, è il tuo cellulare?- chiese Gippal.
-Oh, sì –disse la ragazza prendendolo –Sì?
-Gippal, forse è meglio che ci fermiamo! Questo sta male davvero!
-Ivvy! (In albhed “Uffa", NdRinoa88)
-Sì, arrivo di corsa!- disse Paine.
Spense il cellulare e si voltò verso i compagni. La scena non era delle migliori: Baralai era impegnato a dar di stomaco, ma Paine disse:
-Devo tornare a Balamb.
-Il dovere ti chiama, vero? Come al solito!- esclamò Gippal.
-Sì, mi spiace, ragazzi. Voi, andate pure a scalare il Cratere, se volete, vi raggiungerò là!
-Va bene, Paine e sta’ attenta!- disse Nooj.
-Sì, state tranquilli.
-Dove si va?- chiese Baralai, di un colore bianco candido –Al Cratere?
-Sì..- rispose Nooj.
-Non è che potremmo andare in un altro posto? Vi prego!
 


VI



Fuori, pioveva a dirotto. Le nuvole coprivano il cielo, la spiaggia era deserta e la pioggia bagnava i vetri lasciando delle scie di goccioline irregolari. Il vento soffiava forte e guidava la pioggia in direzione obliqua. Un lampo illuminò il cielo, creando una forma bizzarra assomigliante ad un tridente bianco nel cielo grigio piombo. Quasi immediatamente, un tuono risuonò in lontananza. Era il primo temporale della stagione, scoppiato dopo molti mesi di siccità.
Rinoa e Squall si trovavano nello studio nella leggera oscurità causata dal momentaneo black out e si stavano “prendendo il loro tempo" baciandosi appassionatamente al centro della stanza, non badando al temporale che infuriava. La luce tornò improvvisamente, ma i due non ci badarono.
-Capo!- esclamò Selphie facendo irruzione –Ops..
-Selphie, quante volte te lo devo dire che devi bussare?!- chiese imbarazzato Squall.
-Scusi, capo..salve, Rinoa..
-Salve a lei, Selphie.
-Volevo solo informarla che Blonde e Paine sono venute, signore!
-Paine è già alle sue invenzioni?- chiese Squall sedendosi sulla poltrona in pelle nera alla sua scrivania.
-Sì, capo. Si è messa subito al lavoro! Blonde è qui fuori, devo chiamarla?
-Sì, Selphie.
La ragazza uscì e Rinoa si avvicinò alla scrivania di fronte a Squall.
-Forse dovrei andare..sei impegnato..- disse tristemente.
-No, resta, Rinoa..puoi sederti lì..- replicò Squall indicando una sedia di fronte alla scrivania.
-Davvero, non disturbo?
-Certamente.. e poi, non ti lascio uscire con questo tempaccio!
In quell’istante, entrò una ragazza bionda, con capelli lunghi raccolti, di statura media e con gli occhiali da sole grandi, nonostante la pioggia, che le ricoprivano i bellissimi occhi azzurro cielo.
Rinoa pensò fosse una ragazza molto “tosta", forse per via della tuta di pelle nera e gli occhiali scuri. Ne era un po’ intimorita.
Si tolse gli occhiali da sole con la mano destra, non notò Rinoa e disse:
-Salve, capo!
-Buon pomeriggio Blonde..- rispose Squall -Voglio presentarti una persona..- e indicò Rinoa.
-Rinoa Heartilly- si presentò Rinoa –Piacere.
-Blonde, Quistis Blonde. Piacere mio, Rinoa. Selphie mi ha detto che è la sua compagna, capo.
-Che cosa?!- disse Squall arrossendo.
-Non deve preoccuparsi, capo..volevo solo farle i complimenti..finalmente ha superato il blocco di ghiaccio che la teneva imprigionato..
-Veramente ci conosciamo dal liceo..- ammise Squall.
-Davvero? Ma mi dica, capo..qual è la missione?- disse, ricordandosi del lavoro.
-Oh, già..si da il caso, Blonde, siediti pure..
-Preferisco stare in piedi, capo. Ho fatto il volo in aeronave e sono stata seduta per quattordici ore.
-Come preferisci. La missione che ti affido è di indagare sulla posizione di Artemisia, evasa due giorni e dodici ore fa dalla prigione del deserto di Galbadia, il famoso distretto D.
-Lo consideri fatto!
-Questa volta dovremo arrestarla. La signora Beatrix di Galbadia ha detto, con sarcasmo, che se lo abbiamo fatto la volta scorsa non avremo difficoltà a farlo di nuovo e..saremo soli. Galbadia si preoccuperà di proteggere i cittadini, noi troveremo Artemisia e la sbatteremo ancora in gattabuia.
-Perfetto, capo! Conti su di me!
-Presto arriverà Paine con le armi..
In quell’istante, la porta si aprì.
“Che prontezza, Paine!", pensò Squall, ma subito si ricredette quando, al posto della sua dipendente, vide una ragazza bionda con i capelli lunghi, occhi verdi cerchiati da occhiali dalla montatura leggera blu e un’aria vispa. Era una albhed, notò Squall vedendo le pupille a spirale della giovane. Aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo ed era vestita con un impermeabile color canarino lasciato aperto sul davanti, che faceva intravedere un tailleur color verde smeraldo, con un ampia scollatura sul davanti e gonna più corta del solito. Gli stivali dal tacco alto color ocra erano i soli elementi che staccavano dagli altri e davano all’albhed un’aria eccentrica. Reggeva alla spalla destra una borsa piccola a manico lungo color ocra dorato e portava un ombrello verde brillante nella mano sinistra. Dietro di lei, era presente un uomo, che aveva una targhetta con il nome sul fianco. Squall potè leggere “I. Kinneas". Aveva capelli lunghi castani, raccolti in un codino e occhi azzurri. Vestito come se fosse appena uscito da un film western, aveva impermeabile giallo spento e cappello da cowboy nero. Gettò un’occhiata furtiva alle grazie posteriori di Quistis. Reggeva sulla spalla sinistra un registratore e nella mano destra un microfono.
-Lei è il signor Leonhart?- chiese l’albhed sistemandosi l’ombrello all’avambraccio destro e prendendo il microfono nella sinistra –Potrebbe rilasciarci una dichiarazione?
Squall la guardò esterrefatto. Non si era preparato ad un incontro con la stampa, di solito tenevano una conferenza solo dopo la conclusione delle missioni..
Tutto ciò che riuscì a dire, mentre quegli occhi verdi con la pupilla a spirale lo fissavano fu:
-Mi scusi, ma chi è lei?
-Oh, scusi, non mi sono presentata! Rikku Albhed, giornalista del “Balamb Times". Ecco il mio biglietto da visita.- e gli porse un biglietto sul quale era indicato: “Rikku Albhed, bella giornalista perfetta! I migliori scoop non hanno scampo! Vincitrice del premio “Laguna" per tre volte consecutive; giovane, ma miglior giornalista di Spira!"
-Lei è il signor Leonhart?
-Sì, sono io..
“Ma chi l’ha fatta entrare?", pensò il giovane.
-Ci può dare una dichiarazione? Artemisia è una pericolosa criminale in liberta..come pensa di reagire di fronte a questa minaccia? Galbadia e la SeeD saranno alleati per assicurarla alla giustizia? Che ne pensa della sua evasione? Ha parlato con le autorità di Galbadia? Poche sere fa una gioielleria è stata svaligiata..pensa ci sia un collegamento con Artemisia? Lei crede che sia a Balamb in questo momento? Chi può essere stato a compiere la rapina? Artemisia potrebbe avere complici?
Sembrava un tornado. Sparava domande a raffica senza nemmeno prendere fiato.
In quel momento entrò Selphie, che si massaggiava la testa, e dietro di lei Gidan Tribal e Wakka, Fujin e Raijin, responsabili della sicurezza.
-Prendeteli!- ordinò rabbiosa Selphie ai quattro.
Le quattro guardie presero immediatamente Kinneas e Rikku e li trascinarono fuori. Kinneas si dimenava, mentre Rikku, che sporgeva dalle braccia di Wakka per quasi tutto il torace da sopra la spalla, continuava a brandire il microfono, staccatosi dal registratore, verso Squall dicendo:
-La prego, signor Leonhart, una dichiarazione! Il mondo deve essere informato! Magari l’avete già trovata..ha un’idea di dove si nasconda? Ha già mandato agenti sul luogo? Pensa di riuscire a fermarla come due anni fa? Tutto il mondo conta sulla SeeD e se la missione fallisse, lei crede che l’epilogo della società sia giunto? AHI! –gridò quando sbattè la testa contro il soffitto.
Squall diede un sospiro di sollievo, quando Selphie chiuse la porta, ma nel corridoio si sentiva ancora la voce della giornalista che strillava:
-La prego, signor Leonhart, una dichiarazione! Lo faccia per il “Balamb Times"!
Squall si sedette sulla sua sedia esausto da quell’incontro. Selphie sembrava infuriata, mentre Quistis Blonde e Rinoa avevano osservato la scena ad occhi meravigliati.
-QUELLA SPORCA..GIORNALISTA IMPICCIONA!- si sfogò Selphie.
-Ma l’ha fatta entrare lei, Selphie? La colpa è sua?
-MI HA DATO L’OMBRELLO IN TESTA, CAPO..LE HO INTIMATO DI ANDARSENE, MA NON MI HA DATO ASCOLTO!!! RINOA, FACCIO CAUSA!!!
Rinoa sobbalzò.
-Il mio primo caso..bene! Grazie, Selphie, spero di non fallire!
-Io pensavo che avresti potuto essere il nostro legale, Rinoa.. che ne dici?
-Non è male come idea, ma sono ancora inesperta..
-Non importa, mi fido di te..
-Grazie, Squall. Selphie, le prometto di non deluderla!
-Grazie, Rinoa, ma diamoci del tu..
In quell’istante, la porta si aprì di nuovo e tutti si misero sull’allerta, sospettando vedere entrare ancora Rikku Albhed. Invece era Paine. Tirarono un sospiro di sollievo. Dietro di lei, le guardie Fujin e Raijin.
-Capo, li abbiamo sbattuti fuori quei due! Se dovessero darvi ancora fastidio, chiamateci!
-Ben fatto, Raijin.
-Lo farò. Grazie ragazzi.
-DOVERE!- rispose Fujin, poi salutarono e chiusero la porta.
 


VII



-Salve capo!- salutò Paine –Ragazze..
-Ciao Paine!- risposero Selphie e Quistis insieme.
-Buonasera, Paine..- disse Rinoa.
-Oh, lei deve essere la compagna del capo, piacere!
Squall arrossì fortemente e Rinoa rispose:
-Piacere mio, Paine.
-Ehm ehm..- disse Squall –Paine, hai preparato le armi per Blonde?
-Sì, capo! Eccole, Quistis- rispose Paine, posando sul tavolo sulla parete a destra della scrivania, sotto il quadro, tre valigette che portava sottobraccio e un cofanetto che teneva in mano.
-Allora, Quistis..visto che Artemisia è un osso molto duro, ho potenziato le tue armi. Questa frusta nera ha status attack Blind, Mutismo, Veleno, Lentezza, Bersek. Questa bianca ha status elementale Ghiaccio, Fuoco, Tuono e Pietra, Mutismo e Veleno.. E quella azzurra status elementale Idro..più status attack Veleno.
-Hai superato te stessa, Paine- commentò Selphie.
-Grazie, Selphie. Quale prendi, Quis?
-Quella con status elementali e non.
-Ottima scelta, Quistis! Ora, permettimi di fornirti qualche Gadget..eccoci!- disse, aprendo il sofisticato cofanetto nero. Appena Paine premette un pulsante al centro, questo si aprì e dall’alto uscirono tre scomparti di circa cinque centimetri quadrati.
-Dunque.. -iniziò Paine- Ecco qua. Quistis, questa è la rarissima Master Summon Materia. Potrai evocare il potere della Knights of The Round e Bahamuth Zero...poi, qui, in questa boccetta c’è essenza di luniolo...sarà una torcia. Poi, il mio preferito..Il...LACRIMOGENO ALLA PAPRIKA!
-NON COLLAUDARLO QUI!- tuonò Squall.
-Certo, capo..non si arrabbi..ecco qua. Ah, questa è una ricetrasimittente. La metti sull’ultimo molare sinistro, intesi? E con questa sfera potrai filmare tutto ciò che succede, in modo da avere prove. Sia audio che visiva, ok?
-Grazie, Paine.
-Questo è tutto. Ci si vede. Capo, arrivederci!- salutò, prese le valigette ed il cofanetto ed uscì.
-Appena abbiamo individuato la posizione di Artemisia, puoi partire, Blonde. Ora ti conviene andare a casa e riposarti.
-Sì, capo. è stato un piacere, Rinoa- e lasciò la stanza.
La porta era aperta e Daga, la ragazza con i capelli lunghi neri, stava bussando su di essa reggendo in mano un pacco di fogli. Aveva i capelli ed abiti umidi, come se avesse preso la pioggia.
-Entra pure, Daga.
-Grazie, capo. Ciao Selphie, salve!- salutò le ragazze.
-Ciao!
-Salve, Daga.
-Capo, sono venuta con le informazioni riguardanti Tidus e Yuna.
-Sì, grazie, Daga. Prego.
-Inizierei da Tidus. Viene da un posto chiamato Zanarkand, niente precedenti..ha studiato alla facoltà di scienze tecniche di Esthar ed è sempre aggiornato su computer e tecnologia. Yuna..è la senatrice numero uno di Bevelle, molti contatti in ogni parte del pianeta..
-Fidanzata con Tidus..- aggiunse Squall.
-Veramente..qui non lo dice. Non si saranno fidanzati ufficialmente.
-Continua.
-Yuna non risulta proprietaria di nessuna gioielleria, non ha precedenti e finanzia una spedizione Albhed nota come “Scavi nel deserto".. di Sanubia, sull’isola Bikanel. Ah, per quanto riguarda il certo Gippal..pare sia amico di Paine, potremmo chiedere a lei e ora si trova nel canyon di Cosmo Canyon..
-Molto bene, Daga. Qualche notizia sulla posizione di Artemisia?
-No, capo..nessuna. Comunque, mi sono messa in contatto con Tifa.
-Finalmente, un segno di vita! Che dice?
-Che Strife ha organizzato la rapina alla gioielleria “Le bijou".
-Davvero? Bene..Daga! Allora, se Yuna non è la proprietaria della gioielleria, dov’è finito il signor Sephiroth?
-Ecco, capo. Era l’informazione che le volevo dare per ultima. Scomparso. Sparito nel nulla.
-Raccogli più informazioni che puoi!
-Bene. Ah, Tifa ha scoperto che Artemisia e Cloud avevano contatti.
-Che cosa?! Benissimo. Dice dell’altro?
-Stanotte Cloud e lei andranno al ristorante “Primavista" per concludere un affare..
-Mi chiedo se si incontreranno con Artemisia.
-C’è una probabilità, capo. Tifa l’ha chiesto a Cloud, ma non le ha risposto e non ha voluto calcare troppo la mano, sembrerebbe un’impicciona e la copertura salterebbe..
-Giusto. Avviserò Blonde.



VIII



Quistis Blonde si sistemò gli occhiali da sole e il grande cappello nero che portava quella sera. Indossava un tailleur pantalone color nero spento e stivali dal tacco alto. I lunghi capelli erano raccolti sopra la testa. Entrò nel locale bar del “Primavista" e si sedette al bancone, come le aveva detto Tifa. Erano le nove e quindici. perché non li aveva ancora visti? perché Tifa non dava alcun segno?
-Qualcosa da bere, chica?- le chiese Carmen, la barista.
-Uhm..un “Bava di Grendhell" e ghiaccio, grazie- rispose senza troppa cura.
Carmen la guardò perplessa. La “Bava di Grendhell" era molto alcolica. Tuttavia, si accinse a preparare l’ordinazione estraendo da sotto il bancone un bicchiere, mettendoci ghiaccio e limone.
Quistis scrutava la stanza. Tifa non si accingeva ad entrare nella sala con Cloud. Dove potevano essere? Quistis si stava iniziando a preoccupare..se Tifa avesse fallito? Se Cloud avesse scoperto il doppio gioco e l’avesse uccisa? Impossibile, Tifa era una tipa tosta.
-Ecco qui, chica! Sono sette guil.
Quistis pagò e prese il bichiere, poi si rigirò e li vide. Tifa era vestita con un abito color latte, scollato e corto, mentre Cloud era in nero, con una giacca leggera. A Quistis andò di traverso l’alcolico quando vide lui baciarle la guancia. Fingeva bene.
“Grande Tifa!", pensò.
Cloud si sedette al tavolo nell’angolo della “nave", con Tifa al suo fianco. Dietro di loro, c’erano tre tizi. Uno era alto, biondo e fumava una sigaretta, l’altro era alto, moro e indossava un cappotto rosso troppo pesante e Quistis si chiese se sentisse il doppio del caldo, mentre la ragazza aveva i capelli raccolti in una treccia ed era vestita di rosa. Sedettero al tavolo davanti a Cloud e Tifa, due di fronte a uno, cosicchè gli uomini vedevano il tavolo di Cloud e la ragazza teneva sotto controllo la sala.
Quistis cercò di chiamare Tifa. Vide che questa si tenne la guancia con la mano e poi disse a Cloud:
-Scusa amore, devo andare in bagno..sai, il trucco..
-Certo! Vai pure, ma torna presto, tesoro!
Quistis entrò nelle toilette e diede messaggio a Tifa, che giunse poco dopo.
-Quistis, sei impazzita?!- chiese sottovoce.
-Volevo salutarti!
-Bhè, anche a me fa piacere rivedere una faccia amica..
-Chi sono quei tipi con voi? I due uomini e la ragazza.
-Uno è Auron, il moro. L’altro Cid Highwind e la ragazza si chiama Aeris.
-Cid Highwind?!
-Sì. Dove pensi abbia preso tutti i finanziamenti se non da Cloud per le sue invenzioni?
-Ma senti senti..e che mi dici?
-Stiamo aspettando due persone che si chiamano Tidus e Yuna. Dovrebbero portare una valigetta piena di diamanti. Insieme alla White materia.
-Che cos’è?
-Una materia potente con diversi poteri. Un nostro contatto, Seymour di Guadosalam, sta cercando il modo di farla funzionare. Tidus e Yuna dovrebbero portarla da lui più tardi. Combinata con alcuni lunioli, inseriti nei diamanti trasparenti, che Cloud riesce ad individuare, essa può scatenare un potere inimmaginabile e se esso venisse rilasciato nell’Oltremondo, riporterebbe in vita la creatura nota come l’ “Ultima Weapon".
-Davvero?!
-Sì. Io non l’ho mai vista..dicono sia una creatura leggendaria..e molto pericolosa. Non è la “Ultima Weapon" che conosciamo, distrutta anni fa, ma la ULTIMA Weapon del pianeta..colei che non è mai stata rivelata a nessuno, che è stata imprigionata nell’Oltremondo. Con le sue arti oscure e maligne, Seymour la riporterà sulla Terra.. Se Cloud l’avesse sotto controllo, il mondo si dovrebbe prostrare ai suoi piedi e diventerebbe il padrone indiscusso del pianeta, con terrore e paura terrebbe saldo il suo dominio, distruggendo tutto ciò che incontra, fonte di ribellione.
-Che stai facendo, Tifa?- chiese Aeris entrando nella stanza.
-No..niente, questa biondina mi ha solo chiesto un po’ di cipria, vero?
-Dovresti venire..- disse Aeris squadrando Quistis dall’alto verso il basso –Cloud è in pensiero. Poi Aeris uscì e Tifa mormorò:
-C’è mancato una piuma di chocobo..Cloud sa giocare a Triple triad.. qui non è mai stato battuto e cerca la carta Eden. Tu ce l’hai, no? Sfidalo a carte.. forse ti dirà qualcosa di più..
-Che?! Tifa, Aspetta..
La ragazza era già uscita. Quistis non ci pensò due volte. Era inutile tornare al Garden: tanto valeva parlare con Strife, poi non sarebbe stato facile rintracciarlo.

-Cloud Strife?- chiese Quistis.
-Ecco, la ragazza del bagno- disse Aeris alzandosi -Stava parlando con Tifa, Cloud.
-Siediti, Aeris. Questa biondina non ha fatto niente di male. Prego, si accomodi, signorina. Che cosa la porta da me?
-Vorrei sfidarla a carte. Al bancone mi hanno detto che è molto bravo..
-Oh, grazie.. lo sono perché ho ripulito le tasche di tutti coloro che mi hanno sfidato.. ma non vorrei svuotarle anche a lei, miss.
-Neanche se io le dicessi di una carta Eden in mio possesso?
-Che cosa?! La carta Eden.. accetto. Prego, che il gioco inizi!
La partita era in parità, quando a Cloud e a Quistis mancava ciascuno solo una carta. Cloud posò la carta Ifrid. Aveva buon gusto per le carte, dal momento che quelle che possedeva erano tutte rare o uniche al mondo. Quistis posò la carta Diablos. E vinse facendo un perfetto.
-Si può vincere anche senza barare, mister Strife- commentò prendendo le carte di Cloud e i cinquecentosettantasei guil che erano stati scommessi.
-Io?! Un baro?! Attenta, miss..prendetela!
In un minuto si scatenò il pandemonio. Auron, Cid e Aeris si avventarono su Quistis, scagliando magie e attacchi fisici. Quistis rispondeva alacremente lanciando frustate dappertutto e invocò Carbuncle, che sbucò con il panico dei presenti, dal pavimento in legno del “Primavista". Carmen aveva urlato. Tutti coloro che erano presenti nella sala si erano allontanati dall’angolo del locale e al piano di sopra Lenne aveva smesso di cantare e, insieme al suo pianista e fidanzato, un certo Shuyin, era scesa a vedere che stava succedendo, seguita da coloro che stavano cenando in coperta. Quistis riuscì a colpire Aeris infliggendole status Pietra, ma Auron rispose all’offensiva dandole un ago dorato, mentre Cid lanciava una magia Fire, che per fortuna, fu riflessa dal reflex di Carbuncle. Auron eseguì il suo attacco più temibile, l’Huragano. Quistis si trovava imprigionata in un tornado di fuoco, ma quando toccò terra, lanciò una magia Ultima sui tre, che li mise a terra. Cloud attaccò Quistis di spalle, con una spada grande e pesante, una del tipo che usavano i cavalieri del passato di Midgar, al tempo della dittatura della Shin-ra: la Buster Sword. Quistis la evitò, ma Cid si era rialzato e aveva attaccato con la sua lancia “Venus Gospel". Aeris, ripresasi, lanciò un’energiga su Quistis, che riflettè e colpì Auron. Quest’ultimo, con un attacco “Antiscutum" fece vacillare Quistis e Cloud approfittò per lanciare una invocazione: Leviathan. In pochi secondi, tutto il locale fu allagato e quando lo spirito sparì, rimase per terra solo un dito d’acqua.
-Il mio vestito!- disse Quistis –La pagherete!
Invocò il potere di Bahamuth Zero, che lanciò un’attacco Teraflare sui quattro. Tifa, per non far saltare la sua copertura, andò da Cloud e gli chiese:
-Amore, stai bene? Energiga!
In un istante, tutti erano ancora in piedi, Cloud mormorò dolcemente verso Tifa:
-Allontanati..potresti farti male!
E attaccò di nuovo con la Buster Sword. Auron lanciò ancora un’attacco “Antiscutum" e Cid prese una dinamite, la accese con la sigaretta che teneva tra le labbra e che non si era spenta per l’attacco di Leviathan; la lanciò verso Quistis. La ragazza la scansò ed essa esplose contro lo scaffale dei drinks dietro il bancone. Quistis ringraziò che la barista, Carmen, si fosse abbassata. Ciò non aveva tolto il fatto che ella aveva lanciato un’urlo agghiacciante.
-Adesso basta! Knights of the Round!
-Che cosa?!- chiese Cloud.
Tutto si oscurò e i quattro furono trascinati in un’altra dimensione, mentre i tredici cavalieri compivano la loro marcia, scagliando attacchi e magie a più non posso.
Erano ossi molto duri.
Quando ricomparvero, ansimavano e si reggevano in piedi a fatica, ma erano ancora vivi. Aeris prese fiato e disse, con occhi sbarrati e i capelli arruffati, ormai non più pettinati nella morbida treccia ordinata con un fiocco rosa in cima:
-Ma tu, chi sei?
Quistis si eresse in tutta la sua statura, alzò la testa e si sfilò gli occhiali da sole:
-Il mio nome è Blonde..Quistis Blonde!
Improvvisamente, con lo sgomento dei presenti e con stupore di Quistis, Tifa lanciò un fumogeno, che riempì la stanza di fumo biancastro, che fece tossire tutti i presenti. Quistis si sforzò di seguire con lo sguardo i cinque, ma non ce la fece. Inalò un po’ del fumo e cadde a terra, senza sensi.



IX



-Facciamo un po’ il punto della situazione..- iniziò Squall -Procedi, Zell. Selphie, scrivi!
-Signorsì!
-Comincio da Gippal. Come ha detto Paine, è molto famoso su Spira per riparazioni di macchinari o qualunque cosa abbia a che fare con la tecnologia. Ed è il “Capo supremo" della spedizione “Scavi nel deserto" di Sanubia.
-Finanziati da Yuna, capo- intervenne Daga.
-Sì. Continua, Zell.
-Evidentemente, ci risulta che la signorina Yuna si sia rivolta a lui per una riparazione, ma non dell’allarme, bensì del frigorifero di casa sua, a Bevelle.
-Dov’è Bevelle, capo?- chiese Selphie.
-A circa millecinquecento chilometri a ovest di Galbadia- rispose Daga.
-Curioso come il signor Tidus, di Zanarkand, avendo chiamato la signorina Yuna alle ore tre della notte, lei si possa essere presentata sul posto alle ore tre e trenta..come ha dichiarato.- commentò Squall.
-Infatti, capo- disse Zell -Deve aver preso un’aeronave velocissima, oppure avrebbe dovuto trovarsi già sul posto. Comunque, il signor Tidus ha affermato che hanno rotto la vetrina..chocobate! Se l’avessero fatto, avrebbero dovuto farlo dall’esterno, invece i vetri erano fuori..
-Ma anche all’interno ce n’erano..- replicò Squall.
-Sì, ma quelli, secondo la scientifica..
-Sono stati portati lì da fuori, capo- intervenne una ragazza con i capelli a caschetto, Ellione -Sono stati mischiati con i vetri delle teche rotte, per creare divergenze. Inoltre, la serratura non è stata forzata. Mi dice come abbiano fatto ad entrare senza aver scassinato e senza aver rotto il vetro?
-Avevano la chiave!- esclamò Selphie.
-Spiegherebbe il fatto del mancato scattare d’allarme.- disse Squall.
-No, capo. Sarebbe scattato comunque al rompersi del vetro. L’avevano disattivato, semplicemente. Il problema è il movente. perché Yuna, proprietaria del negozio, si sarebbe dovuta rovinare inscenando una rapina?
-Il negozio non è suo, Ellione..- intervenne Daga.
-Il contratto è falso. Si vede lontano trecento metri- intervenne Rinoa.
-Allora, il signor Sephiroth?- chiese Paine.
-Può darsi che il signor Sephiroth non si sia accorto del contratto falso e l’abbia firmato.. oppure sia stato costretto.. ci sono tante possibilità- replicò Rinoa.
-Esatto.. - disse Squall –Altro?
-E.. lei ha detto che i ladri hanno preso solo i diamanti.. c’è qualcosa che non quadra.. estrarre diamanti dai gioielli richiede molto tempo e il signor Tidus ci ha dichiarato di averci chiamati subito..
-Sì.. C’è altro?
-No, capo- dissero Ellione e Daga insieme.
-Consiglierei di rintracciare Blonde. Chissà che ha scoperto- disse Squall.
-Capo, l’ho chiamata stamattina, ma non ha risposto. Che sia successo qualcosa?- chiese Selphie.
-Non so.. non era mai successo prima che non rispondesse.. però è una ragazza in gamba..
-La migliore del Garden, capo!- intervenne Daga.
-Esatto. Forse non ha potuto rispondere al messaggio, Selphie. Provala a chiamare ancora ora.

Quistis si risvegliò sul pavimento ligneo e bagnato d’acqua del “Primavista". Aveva un gran mal di testa e uno strano ronzio in bocca. Si rigirò sulla schiena e premette sull’orecchio sinistro.
-Sì, capo? Passo.
-Sono Selphie.. stai bene, Quistis? Passo.
-Uhm.. s-sì.. passo- disse la ragazza alzandosi barcollando.
-Che è successo? Dove sei ora? Passo.
Quistis d’un tratto si sentì completamente in se stessa: la sera precedente aveva affrontato Cloud Strife e la sua banda. Tifa aveva lanciato un lacrimogeno..e lei aveva perso i sensi. Chissà dove fossero a quel momento.. Quistis notò che nella stanza alcune persone stavano ancora dormendo, altre si stavano riprendendo. Notò il fondatore della SeeD, Cid Kramer, e sua moglie Edea.
-Sto bene, Selphie.. è tutto sotto controllo. Passo.
-Possiamo fare qualcosa? Ti servono rinforzi? Passo.
-No, tutto bene. Passo e chiudo.
Quistis si diresse verso Edea e Cid. Erano leggermente invecchiati dall’ultima volta che li aveva visti. Era proprio stato Cid che le aveva insegnato come comportarsi ed Edea a come usare le magie. Gran parte di ciò che aveva imparato lo doveva a loro. Erano considerati come genitori da tutti i SeeD ed Edea veniva addirittura chiamata con amore da tutti “Madre".
-Salve, signori Kramer.
-Quistis! Quanto tempo!- disse Edea.
-Buon giorno, Quistis- salutò Cid.
-Non potrei trattenermi, ma volevo salutarvi.
-Gentile da parte tua..- disse Edea.
-Hai visto che è successo ieri sera? Non si può più trascorrere una serata con la propria moglie..
-Stavo indagando su un certo Cloud Strife. I tipi all’angolo.
-Io li ho visti dirigersi fuori dal locale.. sono passati sotto l’oblò a destra, quindi sono andati di là. Forse potresti chiedere.. o magari trovi qualche indizio.. io dopo ho perso i sensi..
-Buona fortuna, Quistis..- disse Cid.
-Grazie..voi avvisate la polizia, intesi?
-Sì..stai attenta!
-Sì, Madre.

Quistis uscì dal “Primavista" e una folata di vento le scompigliò i capelli, per la lotta della sera precedente, tutti scarmigliati. Ringraziò che il locale si trovasse sulla spiaggia. Infatti, era possibile scorgere sulla sabbia bianchissima di essa, alcune orme, come di coloro che stanno fuggendo. Due di esse appartenevano a scarpe da donna. Le altre tre a uomini. Quistis le seguì finché non arrivò ad un piccolo prato, che culminava in un giardino circondato da un cancello e la villa che troneggiava all’interno appartenente ad una famiglia ricca di sicuro.
Era molto grande, il vialetto di ghiaia che si fermava davanti ad una scalinata molto alta e dai gradini bassi e ampi, ai lati della quale era posta una ringhiera d’oro e due lampade da giardino molto agraziate. Nel giardino immenso, si poteva intravvedere una fontana con una statua che raffigurava un uomo dai capelli lunghi con una lunga spada nella mano destra.
“Pensavo questa fosse la villa di Lord Sephiroth..non di Cloud Strife..l’avrà acquistata?"
-Ehi, tu! Che fai qui?- interrogò un uomo di media statura, con i capelli neri e occhi verdi-azzurri.
-Io.. niente!- rispose Quistis.
-Allora sloggia! Questa è proprietà privata. Se non hai un invito ufficiale del signor Strife, non si passa!
Quistis girò l’angolo. E stette cauta dietro un grande faggio che era posto ai lati della strada ciclabile. Un paio di ragazzi passarono con due tavole da surf e le lanciarono un’occhiata. Quistis non diede loro retta e continuò a fissare la guardia. C’erano due guardie in tutto, anche se prima la ragazza ne aveva vista solo una perché da quell’angolazione non poteva vedere il lato est del giardino. Ora invece aveva sotto controllo tutta la situazione.
“Come posso fare ad entrare?", si chiese e proprio in quell’istante, arrivò un’auto nera stile limousine. Quistis non ci pensò su due volte. Quatta quatta, mentre il conducente parlava con le guardie, si infilò cautamente nel bagagliaio.



X



-Potete passare, prego!- disse Barrett, la seconda guardia.
Il finestrino risalì lentamente con un leggero cigolio.
L’auto procedette lentamente e si fermò davanti alla scalinata: Quistis udì alcune persone che scendevano; infine si diresse verso est, dove era presente un garage.
Il conducente scese e chiuse la porta del box, dopodichè Quistis sentì solo alcuni passi sul terreno, su delle scale, alla fine uno sbattere di porte e calò il silenzio, rotto soltanto dal suo respiro.
Quistis ora meditava sulla situazione. Doveva scendere e indagare.
Cautamente, con una forcina da capelli (ringraziò Hyne che la sera precedente li aveva raccolti) e iniziò a lavorare sulla serratura, tendendo l’orecchio se qualcuno si avvicinava all’auto.

-Ah, eccoci qua!- disse Artemisia entrando nel salotto –Dopo tre lunghi anni, è questo il modo di salutare la tua vecchia amica, signor Strife?
-Amica?!- replicò Cloud –Per un pelo non mi fai catturare e ti reputi “amica"?! Se mi avessi ascoltato invece di fare di testa tua, ora ognuno di noi avrebbe la sua parte..
-Se non era per me, tu saresti ancora a Nibelheim ad annoiarti! Non volevi un po’ di movimento?!
-Lo so, ma non intendevo arrivare in galera!
-Ci sono andata io al distretto D fino a prova contraria! Intanto che tu, spudoratamente, scialacquavi il bottino acquistando ristoranti e hotel!
-Ho impegnato Guil! Per caso è un reato?- disse Cloud appoggiandosi allo schienale della poltrona.
-Era mio!- tuonò Artemisia alzandosi in piedi.
Auron e Cid si avvicinarono a lei prontamente, ma ella lanciò una magia Ultima molto potente che li fermò, gettandoli uno a terra e uno sul tavolino di cristallo verso il caminetto.
-Ehi! Poi mi risarcirai i danni!
-Te lo puoi permettere da te stesso, Cloud.
-Sì, lo so che ho fatto una soffiata ma non potevo permettere che ti prendessi tutto per te..- Cloud sospirò -E comunque ti ho chiesto un’alleanza, mi pare! Se mi avessi ascoltato, non solo avresti metà di quello che possiedo ora, ma avresti anche metà dei profitti di quello che sto per mettere in atto!
-Tu menti, esattamente come due anni fa!
-Arte.. Calmati, ti prego.. era solo per la mia incolumità.. comunque, hai intenzione di vendicarti su di me? Con i tuoi tirapiedi?- chiese calmo e indicò il tre tizi che stavano accanto al caminetto spento: essi erano due donne una di nome Adele e una Lulu, più l’autista di nome Vivi.
-No, veramente sono venuta per proporti un patto..
-Che cosa vuoi?
-Hai già la SeeD alle costole, lo sai, no? –disse Artemisia guardandosi le unghie della mano destra e accavallando le gambe- Io ti potrei dare un’informazione che ti potrebbe interessare..se tu..mi fai partecipare al tuo progetto.
-E suppongo tu voglia la metà di tutto..
-No caro! Io voglio il settantacinque per cento.
-Che cosa?!- chiese Aeris, giunta nella stanza in quell’istante.
-Taci, ragazzina! Considerando la SeeD..credo ti convenga, Cloud.
Cloud disse ad Aeris di avvicinarsi e le sussurrò all’orecchio:
-Non preoccuparti..ho in mente un piano..Accetto!- dichiarò.
-Lo sapevo che avresti capito..
Cloud la invitò Aeris a sedere sul bracciolo della poltrona ed Artemisia si accomodò sul divano e disse:
-Vuoi dirmi questa informazione? Prima che cambi idea..
-Innanzitutto abbassa il tono. Tu hai una donna che si chiama Tifa Lockheart, giusto?
-Sì.. l’ho conosciuta due anni fa.. diciamo che.. perché me lo chiedi?
-Hai mai pensato che ti tradisca?
-No.. Lei mi ama. E anch’io.. Sei venuta a dirmi questo?- chiese scocciato Cloud.
-Ti sto solo mettendo in guardia.. la tua Tifa.. è una spia della SeeD.
A Cloud andò di traverso lo champagne.
-Che cosa?!- rise –Tifa.. hahahah.. una spia.. hahahahah.. perché dovrebbe?
-perché è un’infiltrata. La SeeD ti sta seguendo da due anni.. non ha visto sbagliato tutto.. Il comandante deve aver capito che era troppo strano che un uomo come te, in vacanza, si portasse tutti i suoi averi e che potesse venire derubato da una come me..
-Stai mentendo!- disse Cloud –Tifa è una semplice ragazza di campagna che cercava lavoro come barista nel “Primavista".. infiltrata? Chi te l’ha detto?
-Ho indagato. Ah, c’è una certa Quistis Blonde che..
-Sì, l’ho incontrata ieri sera.
-Miracolo tu sia ancora vivo..
-Sbaglio o fu lei che ti arrestò?
-Sì.. esatto.. Ora tocca a te.. il piano?
-Chi ti ha detto che ti creda?
-Sei padrone di te stesso..
-Cloud, se posso intromettermi..
-Certo, Aeris..
-Ieri sera Tifa era nelle toilettes con quella Blonde..
Cloud riflettè un momento. Era vero. perché Tifa si era assentata tanto la sera prima? Aeris aveva detto che era nel bagno delle donne con lei..e ora Artemisia la faceva passare come spia..
-Allora, Cloud? Se non mi credi.. buona galera! Non ti hanno ancora arrestato perché si aspettano di trovarci tutte e due con le mani nel sacco..
-E va bene- sbottò Cloud –Ti credo, ok? In effetti, è strano che una barista si sia subito fatto amico un cliente, quando tutti gli altri le sbavavano dietro.. Auron, Cid! Portatemela qui..

Quistis sentì il suono metallico della serratura che si aprì. Uscì cautamente, aprendo il bagagliaio poco a poco. Si trovava in un garage normalissimo e la limousine nera lucente troneggiava al centro. Verso il fondo si intravvedeva una porta in cima a dieci scalini. Quistis li raggiunse e provò ad aprire cautamente la porta. Era aperta.
Si ritrovò davanti uno spiazzo largo circa un metro quadrato e poi una altissima scalinata.
Quando ebbe finito di salire, si trovò di fronte una porta di legno, ma il soffitto spiovente la faceva sospettare che si trattasse di un sottoscala. Sbirciò dal buco della serratura e non vide nessuno. Meglio.
Uscì e si trovò in mezzo ad un corridoio. Verso destra, c’era una scalinata che portava al piano inferiore, mentre a destra c’erano alcune porte e un’altra scala che portava al piano inferiore ma a differenza della prima, questa non era ricoperta da un tappeto rosso.
Scese senza fare il minimo rumore, poggiando prima il tacco e poi la punta e aprì la porta che vide davanti. E rimase abbagliata da ciò che vide: un centinaio e forse più di diamanti era accastato nella sala, a occhio e croce per un valore di circa settanta milioni di Guil.
“Che ci vuole fare con tutti questi diamanti? E dov’è il signor Sephiroth? Meglio iniziare a filmare tutto".
Ad un tratto, sentì dei passi e si nascose dietro una cassa vuota, dove, appurò la ragazza, avrebbero trasportato i diamanti.
-Ecco qua. Con questo sono esattamente un milione di miliardi di diamanti- disse un ragazzo biondo.
-Sì, Tidus. Ora dobbiamo informare Cloud. Credi che potremmo tenere i diamanti che non servono?
-Non saprei, Yuna.. perché?
-Sarebbe un piccolo “bonus" per il nostro lavoro. Trovare la White materia non è stato per niente facile.
Quistis si accomodò meglio, in modo che potesse filmare i due e non essere scorta.
-Hai ragione. Chiederò a Cloud. Ora, andiamo ad informarlo. E a proposito, la White materia l’hai tu?
-Sì, è in questa valigetta nera. La lascio qui nella cassaforte. La chiave è il potere.. Nessuno la potrà prendere.
-E chi vuoi che la prenda, Yuna? Sephiroth?
Risero insieme e poi se ne andarono.



XI
 


Tifa si stava pettinando nella sua stanza. La specchiera aveva tre diversi specchi, con cornici di legno dorato con decorazioni ad intaglio a forma di fiore. Si spazzolava i capelli con cura, fissando il suo riflesso e chiedendosi se il suo presentimento fosse più o meno infondato. Sentiva di aver sbagliato qualcosa la sera prima, non sapeva esattamente il perché o che cosa fosse, ma la sensazione non le dava tregua. Il morbido vestito di seta bianco perla la avvolgeva in una carezza, lasciando scoperte le sue spalle e mettendo in risalto le sue grazie. A Cloud piaceva. Era un sollievo. Aveva fatto sì che si infiltrasse più facilmente. Ormai erano passati due anni dall’inizio della sua missione. Cloud non aveva mai sospettato di niente.. Tifa sapeva che si era innamorato di lei.. tanto meglio. Non voleva essere fredda nei suoi confronti, ma se fosse stato onesto, ci avrebbe fatto un pensiero. Era il suo tipo ideale: in forma, capelli biondi, occhi blu intenso..
La porta si spalancò facendola sobbalzare ed entrarono nella stanza Auron e Cid. Tifa si ricompose:
-Che cosa ci fate qui? Ed è questo il modo di entrare?- chiese altezzosamente.
Tifa sentì che qualcosa non quadrava e iniziò ad agitarsi. I due si avvicinavano, come se volessero prenderla e portarla da qualche parte. Tifa posò la spazzola:
-Che cosa volete?- chiese con una nota di panico.
I due stavano per afferrarla, ma lei si dimenò e cominciò a sfoderare tutti i suoi più temibili colpi: Beat Rush, Sommersault, Dolphin Blow, Meteodive, Waterkick.. anche se era difficile muoversi per il vestito lungo.. ma i due incassarono i colpi e non si fermarono, finché la presero, Auron per il polso destro e Cid per il sinistro e, tra le sue urla, la condussero da Cloud.

Quistis osservò la cassaforte. C’era una combinazione, composta da numeri e lettere.
-La chiave è il potere..- mormorò Quistis –Che intendeva dire Yuna? Argh, almeno fossi esperta di indovinelli! Ehi, che idea..
Premette due dita sull’orecchio sinistro e aprì la comunicazione.
-Capo sono io. Passo.
-Come procedono le indagini? Passo.
-Bene capo. Passo.
-Hai individuato Artemisia? Passo.
-Veramente sto seguendo Cloud. Credo che tuttavia Artemisia non sia lontana. Passo.
-Indaga più che pui. E tienici informati! Passo.
-Sì, capo. Lo farò. Finora ho scoperto dove tengono i diamanti e la White Materia. Passo.
-White Materia? Blonde, non scherzare! Passo.
-Sì è vero, capo! Mi occorre l’aiuto del nostro esperto enigmista! Deve risolvermi un enigma. Passo.
-Ok, dimmi. Passo.
-Il potere è la chiave. Dovrebbe essere la combinazione che apre la cassaforte.. per la White materia, capo. Passo.
-Dirò a Zell. Passo.
-Molto bene cap..
-Che succede Blonde? Passo.
-Qualcuno ha urlato. Sembrava Tifa. Passo.
-Dove sei ora? Vi mando rinforzi. Passo.
-Nella villa di Cloud, cioè di lord Sephiroth.. bhè, la prima partendo dalla spiaggia. Ah, lord Sephiroth è stato fatto prigioniero da Cloud, capo.. credo. Passo e chiudo.
Quistis si rammaricò di non aver detto tutto ciò che doveva a Squall, ma non c’era tempo da perdere. Tifa era in pericolo. Che l’avessero scoperta? Doveva aiutarla. Risalì tuttavia cautamente le scale. Meglio se teneva ancora per un po’ l’effetto sorpresa. Si ritrovò nel corridoio e non seppe più dove andare, finché udì delle voci provenire da destra, dove c’erano le scale coperte da tappeto rosso. Forse Tifa si trovava nella sala inferiore. Si strascicò rasente al muro, fino all’angolo, abbassandosi sui talloni e poi sdraiandosi riversamente sul pavimento di marmo del corridoio. Da quell’angolazione poteva vedere quasi tutto molto bene. Estrasse la sfera e iniziò a filmare. Il salotto era in stile tipicamente Dollettiano. Con un caminetto in pietra con molto oro ai lati, che formava dei disegni sfarzosi che sembravano fiori. Sopra di esso, era posto un orologio prezioso anch’esso in oro. Il tavolino di cristallo posto davanti era rotto nel mezzo e c’erano vetri dappertutto intorno ad esso. Proseguendo con lo sguardo, si poteva notare un altro tavolino da caffè, in legno con intagli ricoperti di oro. Ai lati di questo stavano un divano dello stile di Wutai, con un solo bracciolo al quale ci si poteva appoggiare, rivestito di un colore giallo-oro. Di fronte, stava una poltrona nello stesso colore. Era una poltrona demodè, di quelle con lo schienale alto. Quistis non riusciva a vedere completamente chi trovava posto su di essa, in quanto poteva scorgere solo una gamba poggiata a terra con l’altra sopra, appoggiata trasversalmente. Sul divano trovava posto una donna che riconobbe come Artemisia e sulle sedie di legno intagliate ai lati del camino erano seduti una donna con i capelli neri lunghi, un mago nero con il cappello da merlino e un’altra donna molto alta, con una treccia dai capelli rossi.
-Sei..sei una spia!- gridò Cloud.
Quistis spostò l’obiettivo sulla poltrona. L’uomo che aveva parlato si era alzato ed aveva schiaffeggiato una ragazza. Sicuramente quell’uomo era Strife e a giudicare da ciò che aveva detto, la giovane doveva essere Tifa. Proprio come sospettava Quistis.
-Io..non so di che parli..
-Tu menti! Da quanto tempo dura questa farsa?- Strife sembrava furioso.
Sulla poltrona si sedette la ragazza vestita di rosa della sera prima, Aeris, con in mano un bicchiere di champagne. Sia Strife che Lord Sephiroth vivevano nel lusso. Quistis pensò a tutta la povera gente di Balamb e di altre parti del mondo che soffrivano la fame mentre coloro che se lo potevano permettere lo sperperavano in caviale e champagne.
“Che schifo..", pensò disgustata Quistis “Se io avessi tutto il loro denaro, lo derrei in buona parte in beneficienza..tanto che è, non saprei che farmene!"
Andò avanti a filmare, ma fu interrotta da un rumore alle sue spalle.
La porta all’estremo del corridoio si spalancò e ne uscì il signor Sephiroth, che alla vista di Quistis stette per lanciare un grido, ma la bionda fu pronta a fargli cenno di stare in silenzio.
-Lei è il signor Sephiroth, vero?- sussurrò.
-Sì.. sono io.. e lei chi è?
-Blonde, Quistis Blonde. Dobbiamo nasconderci, deve stare in un posto sicuro.
Le voci nel salotto erano cessate e si sentirono dei passi di qualcuno che stava salendo le scale. Quistis ordinò a lord Sephiroth di nascondersi e stese, usando la magia “Morfeo", una delle tre guardie mandate da Cloud, Cid Highwind. Auron, tuttavia dette l’allarme e insieme a Red XIII si gettò all’inseguimento di Quistis.
 


XII



-Da quella parte!- disse Red XIII, indicando la stanza in fondo al corridoio –L’ho vista, è andata di là.
-Presto, inseguiamola!- disse Auron, iniziando a correre con la spada alzata minacciosamente e con un ardimento che sarebbe bastato a stendere un branco di Re Tomberry.
I due, che formavano una strana coppia, erano infatti un uomo e una bestia, presero la strada di Quistis. Quest’ultima li staccava di un buon pezzo, ma a differenza di loro, non conosceva il luogo ed aveva molta paura di perdersi. Tuttavia non di affrontarli. Doveva staccarli il più possibile da lord Sephiroth. Poi doveva assolutamente arrestare Cloud ed Artemisia. Se non fossero stati fermati, il mondo avrebbe vissuto ancora il terrore di due anni prima, quando Artemisia commetteva atti terroristici, costringendo tutti i paesi del mondo alla resa e a cederle tutti i loro domini.
Si nascose dietro un armadio grande nel corridoio. I suoi inseguitori si fermarono davanti ad esso.
-Hai visto dov’è andata?- chiese Auron brandendo la katana.
-No.. ma il mio istinto mi dice che è vicina..
Quistis trattenne il fiato. Quel leone sapeva parlare? Non aveva tempo da perdere per chiarire il mistero, aveva già troppi compiti da portare a termine.
-Se quella avverte la SeeD, per noi non ci sarà scampo.. finiremo tutti nella prigione del deserto di Galbadia..
-O peggio.. ci manderanno ai lavori forzati sul Gagazet..- disse Auron.
Quistis si appoggiò all’armadio per sentire meglio.
-Dobbiamo trovarla.. io cerco di qua mentre tu vai da quella parte, intesi?- chiese Red XIII.
All’improvviso, Quistis perse l’equilibrio, per via della cera e cadde rumorosamente sul pavimento di marmo del corridoio. Prima che avesse il tempo di rialzarsi, i due stavano già davanti a lei, brandendo armi con sguardi minacciosi. Da dietro di lei arrivò Cid Highwind, ormai reduce della magia “Morfeo". Quistis si disse che non c’era nient’altro da fare e così si arrese. I tre la condussero nella prima stanza che trovarono, a sinistra e chiusero a chiave.
Quistis cercò di sfondare la porta, ma era di legno massiccio e non ci riuscì, poi si ricordò della forcina dei capelli e cercò di aprire la serratura servendosi di quella, ma la chiave era rimasta nella porta e così non concluse granchè.
Si girò e si ritrovò immersa in una debole oscurità. Le finestre erano grandi e le tende svolazzavano debolmente, dando al luogo un aspetto leggermente sinistro. Sulla sua destra, una specchiera in legno intarsiato occupava una parete a fianco del grande letto a baldacchino. Quistis si immerse nell’oscurità, vicino ad esso in quanto spinta da alcuni rumori. Avanzò lentamente, leggermente abbassata. Il suo piede urtò qualcosa e la ragazza si chinò cautamente e lo raccolse. Era una spazzola. La posò sul banco della specchiera e si avvicinò al letto. I suoi occhi si erano ormai abituati alle tenebre, ma estrasse ugualmente dalla tasca del vestito l’essenza di luniolo, che produsse una fioca luce biancastra. Vide Tifa che, legata, la fissava in un misto di sollievo e timore.
-Tifa!- disse Quistis slegandola –Credevo Cloud ti avesse uccisa.. ho sentito il tuo urlo prima..
-Non so perché non l’abbia fatto.. grazie Quistis.
-Di niente! Ma dimmi.. come ha fatto a..
-A scoprirlo? Credo attraverso Artemisia.
-Hai la guancia un po’ gonfia..
-Tranquilla.. ho ricevuto pugni peggiori.. piuttosto, che ci fai tu qui?
-Ho seguito Cloud fuori dal “Primavista" e sono venuta qui.. poi ho visto due guardie all’ingresso..
-Zack e Barrett Wallace.. sì..
-Mi sono infilata furtivamente nel bagagliaio della macchina di Artemisia.. poi ho trovato una stanza con i diamanti e la cassaforte..
-Brava, Quistis.. complimenti!
-Grazie.. ma non è tutto! Ho filmato anche Cloud e Artemisia insieme.. poi ho trovato il signor Sephiroth.. credo sia ancora nello sgabuzzino.. ho attirato le guardie su di me, per mettere al sicuro lui.. credevo che Cloud ti avesse fatto del male..
-No, ha ordinato solo di portarmi qui..
-Tifa, tu sai la combinazione per la White Materia?
-No.. cosa Quistis? La White Materia? Allora.. domani Cloud incontrerà Seymour.. non possiamo permetterlo! Farà presto a inserire i lunioli nei diamanti..
-Scusa, Tifa.. -disse, azionando la ricetrasmittente –Sì? Qui Blonde, passo.
-Quistis, sono Zell. Ho la soluzione! Passo.
-Benissimo, qual è? Passo.
-Il potere è la chiave, quindi dovrebbe essere la materia stessa. Prova con “Holy" oppure con “White".. altrimenti, prova “Materia".. Passo.
-Grazie, Zell.. mi potresti passare il capo? Passo.
Quistis attese per circa dieci secondi, poi sentì la voce di Squall che le disse:
-Dimmi, Blonde. Passo.
-Dovrebbe arrestare un certo Seymour Guado di Guadosalam.. ha a che fare con questa storia.. Passo.
-Non posso arrestare la gente a casaccio, Blonde. E Comunque Seymour Guado è uno degli uomini più facoltosi di Spira.. Passo.
-Capisco.. allora non mi resta altro che impedire che arrivi qui domani a prendere i diamanti.. Passo.
-Lo potremmo “rallentare", magari con la scusa che siamo venuti a sapere di una truffa.. manderò Eiko e Caith Sith! Passo.
-Benissimo, capo. Del resto me ne occupo io.. Passo e chiudo.
In quell’istante, la chiave girò nella serratura ed entrò un uomo dai capelli argentei. Era lord Sephiroth.
-Siete qui! Ho faticato non poco per trovarvi!- disse.
Tifa e Quistis sospirarono.
-L’hanno vista, lord Sephiroth?- chiese Quistis.
-No.. non credo.. dobbiamo muoverci! Hanno intenzione di partire tra poco per andare a Guadosalam con i diamanti e la Materia.
-Ma non veniva Seymour?- chiese stupita Tifa.
-Dopo che ti ha smascherata, Cloud si è insospettito sulla SeeD e ha ascoltato il consiglio di Artemisia di recarsi lui stesso a Guadosalam.. se avessi già informato la SeeD, Tifa.. Cloud l’avrebbe preceduta e l’intercettazione sarebbe stata impossibile. Andranno via mare, l’ho sentito da Auron.. stanno caricando i diamanti sullo yacht..
-Questo è interessante!- esclamò Quistis.
-Ma anche pericoloso. Dobbiamo impedirlo, Quistis!
-Io andrò a recuperare la Materia.. Tifa, tu porta in salvo lord Sephiroth. La sua testimonianza può cambiare tutto..- disse Quistis –Andiamo!

Quistis si ritrovò ancora in cantina. Evidentemente gli scagnozzi di Cloud dovevano essere all’esterno con i diamanti, perché non vide l’ombra sia degli uno, sia degli altri. La cassaforte con la White materia però, era ancora lì. Si accinse ad aprirla.
“Vediamo.. speriamo che Zell abbia visto giusto!". E inserì la parola White.
Niente.
Provò Materia.
Niente.
Provò Holy.
Ancora niente.
-Chocobo, Zell! E ora che faccio!?- esclamò.
-Ti arrendi!- le rispose una voce alle sue spalle.
 


XIII



-Cloud Strife? Ci incontriamo di nuovo..- iniziò a dire Quistis, azionando la sfera, in modo che potesse registrare tutto ciò che dicevano.
-In persona.. - disse lui, pronto con la Buster Sword dietro di sè. Benchè lo avesse visto in azione una sola volta, Quistis aveva già capito la sua forza. Non doveva sottovalutarlo.. -Sai, Blonde.. non mi metterete i bastoni tra le ruote.. una volta che avrò invocato la Ultima Weapon.. l’universo ha bisogno di un capo come me.. tu che ne dici?
-Dico che non ti capisco..
-Mi serve la materia che hai dietro di te.. non intrometterti nei miei piani.. o farete una brutta fine, sia tu..- si scostò e dietro di sè Quistis vide Tifa tenuta con la forza da Auron e Cid –Che lei.
-Mi dispiace per voi, Cloud, ma si da il caso che la SeeD.. stia già intercettando i diamanti. Andate pure da Seymour.. troverete loro ad attendervi..
-Davvero? Questo è molto interessante..
-Anche questo!- esclamò Sephiroth alle sue spalle, protendendo la masamune verso gli assedianti.
-Lord Sephiroth.. curioso che siate ancora vivo..- disse Cloud, guardando torvo i suoi scagnozzi.
-Arrenditi, Cloud.. è un consiglio- disse Tifa.
-Che sta succedendo qui?- chiese d’improvviso una voce chiara e echeggiante.
-Artemisia..- iniziò Quistis.
-Blonde. Ci si rivede di nuovo.
Tutto nella stanza aveva preso una piega molto divertente. Lord Sephiroth stava fermo con la spada protesa verso Cloud e i suoi scagnozzi, che reggevano Tifa, che si era girata verso Artemisia, che non sembrava preoccuparsi di niente se non di Quistis, che vicino alla cassaforte, aveva un aria alquanto seria. Calò il silenzio nella stanza, interrotto solo dai loro respiri e da Sephioth che continuava a voltarsi tra Cloud e Artemisia, indeciso se tenere sotto tiro uno o l’altro.
-Allora?- disse Artemisia –Devo sfoderare le mie doti magiche?
-Non mi fai paura, Artemisia!- replicò Quistis.
-Se è così..- iniziò a pronunciare un incantesimo.
Quistis fu più veloce. Prese il lacrimogeno di Paine dalla tasca, lo lanciò e si tappò il naso e la bocca, chiudendo gli occhi. Tifa fece lo stesso, con la sola differenza che non riuscì a proteggersi naso e bocca perché gli scagnozzi di Cloud la tenevano per le braccia e iniziò a tossire. Nella cantina si era intanto diffuso un fumo biancastro, adorato fortemente di paprika. Quistis riuscì a farsi strada e a liberare Tifa, poi con lord Sephiroth si diresse verso l’uscita della cantina, e chiuse la porta.
-Coff coff.. Quistis.. coff.. ma sei impazzita?
-Non avevo voglia di combattere, scusa, Tifa.
-Lord Sephiroth, sta bene? coff coff..
-Sì, grazie signorina Lockheart.. sinceramente non sapevo più da che parte rivolgere la spada, ahaha..
-Ehehe.. ora chiamo il capo.. scusatemi..

-Cloud Strife, la dichiaro in arresto, per tentato impadronimento del mondo!- disse trionfante Zell.
-Capo..- iniziò Tifa –Abbiamo preso tutti?
-Sì, certo- rispose Squall –Complici di Cloud, di Artemisia, Artemisia stessa, Cloud.. e Seymour, grazie agli agenti Carol e Sith. Non mi è sfuggito niente. Grazie del tuo aiuto, Tifa.. ora vado a scambiare due parole con lord Sephiroth, mentre li portiamo via.. è stato anche grazie a lui che questa missione è riuscita. Ah, dì a Blonde di lasciar perdere la cassaforte, la forzeremo. E.. oh Hyne! Selphie!!!
-Sì, Comandante!
-Yuna e Tidus? Che fine hanno fatto?
-Nessun problema, capo!- rispose Selphie allegramente –Stavano cercando di fuggire con i diamanti, ma li abbiamo fermati! Ora vado a stendere il rapporto!
-Grazie Selphie. Vuoi scusarmi, Tifa?
La ragazza annuì e così Squall si voltò e si diresse verso Lord Sephiroth e Quistis, che conversavano con Zell sul fatto che dovesse fare un po’ più di enigmistica. Tifa uscì dalla cantina, seguendo Shu e Nida che portavano Cloud in manette verso l’auto che li avrebbe condotti al Garden, per l’interrogatorio.
-Aspettate..- ordinò Tifa ai due.
-Tifa.. come hai potuto fare una cosa del genere?
-Io? Cloud, sei stato tu il disonesto. Per tutti questi due anni hai tessuto frodi su frodi, rapinato..
-E tutto ciò che avevi? Tutto ciò che ti avevo dato? Lusso, oro, gioielli, amore.. non è significato niente per te? Non significava niente ciò che ti dicevo, ciò che facevamo.. ti potevo dare il mondo..
-No, Cloud. Il mondo non basta. Se tu mi avessi amato veramente, avresti smesso di comportarti da farabutto e saresti diventato onesto. Io avrei voluto questo da te.. Addio, Cloud.
La ragazza si girò e rientrò nella casa di lord Sephiroth, mentre Cloud le ordinava di tornare indietro.

-Così, tutto è risolto!- esclamò Paine.
-Magnifico!- disse Quistis.
-Grazie a te, Quistis- le ricordò Seifer.
-Sì, amore..- replicò lei, dandogli un bacio.
-Comunque..- li interruppe Squall, come per dire “Non nel mio ufficio, andate fuori" -Tutto è ritornato alla normalità. Lord Sephiroth era stato minacciato per la gioielleria e tenuto prigioniero da Cloud e la sua banda nel luogo meno probabile di tutti.. Seymour ha già confessato, così pure i tirapiedi di Cloud e Artemisia e loro due lo faranno presto.
-Eccellente lavoro!- disse Selphie, posandogli il rapporto sulla scrivania.
-Pensi che Galbadia sarà contenta, Squall?
-Suppongo di sì, Rinoa.. ah, Zell! Che stai facendo?
Zell era entrato nella stanza e si era fermato ad un centimetro da Quistis, dicendole:
-La parola era “White Materia"! Se solo mi avessi detto che il codice era composto da dodici lettere, ci sarei arrivato subito!
Tutti scoppiarono a ridere, era da quando erano tornati al quartier generale che ci stava pensando e ora aveva trovato la soluzione. L’aria era satura delle risa dei presenti, quando la porta si aprì ed entrarono (per sgomento di tutti), Rikku Albhed e Irvine Kinneas, più agguerriti che mai, con microfoni e registratori, block-notes e penne stilografiche. Le risate si spensero all’istante; non erano trascorsi nemmeno dieci centesimi di secondo che Rikku Albhed iniziò a sparare domande:
-Signor Leonhart, una dichiarazione! Artemisia è di nuovo in carcere.. ci dica che ne pensa! E la SeeD! Lei pensa abbia fatto un bel lavoro come al solito o poteva far meglio? Ci sono state perdite tra i SeeD? E tra i nemici? Se l’era aspettato che Cloud e Artemisia fossero alleati? E Galbadia come l’ha presa? Cosa ne pensa il signor Sephiroth? Davvero lo avete onorato per la sua collaborazione? La signorina Lockhart era in incognito da tanto tempo? Pensa che Cloud si aspettasse la cattura?
-Ecco.. io..- Rikku lo guardava a tre centimentri dal naso, con il microfono quasi a contatto del mento e Squall andava indietro con la testa.
-Eccoli là!- gridò Gidan facendo irruzione nella stanza con Fujin, Raijin e Wakka.
I due giornalisti vennero presi e condotti fuori, ancora tra le grida di Rikku che a Squall ricordò molto il loro primo incontro “Signor Leonhart, la prego una dichiarazione", cosicchè tutti nel Garden sentirono e fecero capolino dalla porta dei loro uffici in corridoio. Seifer e Quistis decisero di sganciare la bomba. Quistis così disse:
-Cari amici, capo.. Rinoa.. sono lieta di annunciarvi il mio fidanzamento uficiale con Seifer Almasy, qui presente al mio fianco. Il ricevimento si terrà tra una settimana sul monte Gagazet. Siete pregati di partecipare.
-Auguri!- esclamò Selphie.
-Ci saremo!- disse Zell.
-Esatto!- gli fece eco Paine.
-Ora, Quistis, Seifer.. perché non usciamo tutti insieme a festeggiare al “Primavista"?- chiese Selphie.
-Certo!
-Non mi sembra affatto una cattiva idea, Quistis.
-Lei viene, capo?- chiese quest’ultima.
-Prima dovrei fare una cosa.. vi raggiungerò più tardi..
-Va bene. Ci conto che venga però!- esclamò Quistis strizzandogli l’occhio e uscì insieme agli altri.
-Aspetta, Rinoa- disse Squall.
-Che cosa c’è?
-Io.. - iniziò il giovane passandosi una mano tra i capelli –Io.. non so da dove iniziare..
-Da dove vuoi!- gli rispose dolcemente la ragazza.
-Io.. è da quando ti ho rivista che ci penso.. io ti ho sempre amata, Rinoa e.. ti vorrei chiedere.. insomma.. solo se vuoi ecco.. non ti obbligherei per niente al mondo, ma.. vuoi.. vuoi.. vuoi..
Rinoa lo guardava stranamente. Squall si era comportato così solo un’altra volta nella loro storia: quando le aveva dichiarato il suo amore. Che poteva mai chiederle ora? La risposta arrivò fulminea e riempì il cuore di Rinoa di un’immensa gioia.
-Rinoa, vuoi sposarmi?
-Certo! Anche oggi stesso, se vuoi!- rispose Rinoa emozionata, se possibile, più di Squall.
Il ragazzo sorrise compiaciuto e si baciarono, mentre il sole si immergeva nel mare, che lasciava filtrare i suoi raggi rosati dalle finestre che colorando la sala, davano l’impressione di una atmosfera fiabesca.



Fine

 

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