Ancora non riusciva a credere agli eventi che erano appena trascorsi. Aura era diventata l'avatar di un dio chiamato "Nulla" radendo al suolo Daraen. Per fermarlo Cat e Sky erano riusciti a convircelo che anche Sky fosse una dea.
E ci erano riuscite.
Aveva assistito alla scena completamente incapace di realizzare la follia della situazione.
Più ci pensava e più realizzava l'assurdità della vicenda; iniziò a ridere.
Si sentì osservato, i profughi di Daraen lo stavano guardando.
Si vergognò di aver riso della situazione. Il loro villaggio era stato distrutto ed erano stati costretti a cercare rifugio nel garden. Riconosceva nei loro volti gli stessi sguardi che avevano i profughi a Rabanastre.
Gli unici ad essere entusiasti della nuova casa erano i bambini: avevano un intero nuovo posto da esplorare e molte più persone a cui dare fastidio. La loro gioia era contagiosa, al loro passaggio non si poteva fare a meno di sorridere.
Vide passare Raiden. Il suo volto non tradiva emozioni, ma il suo occhio era più loquace: paura e rabbia agitavano l'anima del cadetto.
Mocetòn si chiese come avrebbe reagito se fosse stato al suo posto. Comprese la rabbia del suo compagno.
Lo vide sedersi. Supplicò Rina di dargli un panino della mensa.
"Così ridotto non fai paura a nulla".
Raiden lo fulminò con lo sguardo.
"Mangia, dai. Vedrai che in qualche modo ne verremo fuori".
Raiden continuò a fissarlo.
"Cerco di procurarti anche una birra, ma non ti assicuro nulla."
Un sorriso si abbozzò sul cadetto.
La birra alla fine arrivò, ma solo con l'aiuto di Elza e la promessa di un cospicuo pagamento in guil.
Tornarono alla cattedrale.
Le sue monumentali colonne erano ancora una volta lì ad attenderli.
Nessuno dei presenti aveva la minima voglia di essere lì. I loro pensieri si focalizzarono su Xander e Aura.
Nessuno di loro li avrebbe lasciati indietro.
I munchkin che osavano intralciare la strada ai seed venivano falciati con brutale indifferenza.
Non erano lì per loro.
Volevano trovano il Nulla, annientarlo e riportare indietro i loro compagni.
Oltrepassarono le colonne ed entrarono nella salone dove Aura era diventata il Nulla.
Dei Munchkin che avevano trovato quel giorno non c'era traccia.
Paine:"Ok, quello st****o è qui che si è impossasato di Aura".
Elza:"Però adesso questo posto sembra quasi più luminoso".
Una voce arrivò dal soffitto. Mocetòn, avvinghiato ad una colonna, stava stancando pezzi di intonaco dal soffitto con la punta della lancia.
L'affresco raffigurava un enorme vortice nero che dilagava nelle terre e nei cieli circostanti, fino a raggiungere Cocoon.
Mocetòn:"Questo sembra solo un enorme affresco, nulla di più".
Una raffica di proiettili perforò il centro del dipinto.
Elza:"Meglio esserne sicuri".
Un altare ingiallito attirò le loro attenzioni, dietro il quale si trovavano tre candelabri da cinque bracci.
Le candele che vi bruciavano non emettevano luce, ma sembrava che la assorbissero, creando un sottile strato di tenebra.
Cat:"Io dico di spegnere quattro candeline dal candelabro di sinistra, nessuno da quello centrale e le due esterne dall'ultimo".
Tutti i presenti fissarono con incredulità l'ex-segretaria della Shinra.
Rina:"Una delle tue premonizioni?"
Cat:"No, semplicemente ricordo di aver letto di un investigatore dell'incubo fare così".
Spensero le candeline secondo l'ordine descritto da Cat.
L'altare iniziò a vibrare.
Lentamente sembrò sciogliersi per effetto di un fumo nero che proveniva dalla sua base.
Quando fu del tutto scomparso al suo posto si trova una scalinata a chioccola che scendeva nelle tenebre.
Paine:"Cat, tu mi preoccupi seriamente".
Mocetòn:"Mi vedo costretto a concordare con Paine".
Cat lanciò un'occhiata ai due.
Gli scalini e le pareti erano fatti di ossidiana.
La discesa era lenta e spesso intralciata dalla strettezza del corridoio.
Più il gruppo scendeva in pronfondità, maggiore il senso di claustrofobia che attanagliava le loro menti.
La scalinata si concluse in una larga stanza. Arazzi neri adornavano le pareti.
Era difficile stabilire quanto fosse profonda: sembrava terminasse dopo pochi passi e allo stesso tempo sembrava potesse estendersi all'infinito.
Leon:"Questo posto non mi piace. Sbrighiamoci a trovare il Nulla".