FanFic Garden

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Nightmare/dark sephirot
SeeD
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Re: FanFic Garden

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

Null [4]

Definire Null un esperimento, tanto più definirla esperimento fallito, è tanto irrispettoso quanto da sciocchi! La sua natura in tutta la sua unicità piena di controversie è qualcosa di magnifico e terribile, lo status al quale tutti aspirerebbero ma che allo stesso tempo temono; e questa sua unicità, non solo nelle qualità ma anche nella gestione di esse, non può essere catalogata come esperimento.
Non è etico e non è giusto, nemmeno a livelli di semantica: un esperimento si deve poter ripetere per essere definito tale.
E riguardo al fallimento, beh, molti scienziati...No...Molte persone non riescono ad essere sufficientemente lungimiranti e aperti mentalmente per dare un giudizio ottimale di ciò che compare dinanzi ai loro occhi. Le difficoltà di Null nel gestire il fiume emotivo che imperversava dentro di lei in ogni istante erano palesi, ciò non toglie che riusciva non solo ad opporvi resistenza,ma anche ad interpretarle! Tutte quante! Conosceva il loro significato, la loro sorgente e il loro obiettivo. Poteva ammirare tutte le sfaccettature di sentimenti che noi percepiamo solo parzialmente o in maniera diversa da soggetto a soggetto ma che per comodità o ignoranza raggruppiamo sotto lo stesso nome. Quel che per me può essere "amore" per altri può essere "amicizia", "nostalgia" o perchè no anche "mortificazione"; rispettivamente, a sensazioni diverse diamo lo stesso nome senza percepire differenze basilari.
Quelle differenze che invece erano lampanti a Null.
Lei sapeva. E ciò la corrodeva.

Dopo la notte in cui mi disse il suo vero nome venni a sapere che due addetti alla sua stanza erano caduti in coma, di seguito a un forte shock emotivo; e dire che erano entrati esclusivamente per portarle la cena e sistemarle la stanza...
Ovviamente, non andavano allo sbaraglio, già altre volte aveva provato qualche giochetto mentale con gli operatori del centro,ma non si era mai spinta troppo oltre: si era sempre limitata a rivelare qualche fastidioso segreto o a punzecchiarli.
Ma stavolta era diverso, aveva oltrepassato la soglia aggiungendo una buona dose di turbamento, generato chissà da chi e chissà per quanto tempo.
E fu lei stessa a narrarmi tutto ciò, con discreta soddisfazione.
Nei giorni a seguire le cose peggioravano, calma e serena di notte quando le facevo visita, spietata di giorno; era passata a metodi più fisici, aveva spezzato tutte (esattamente, tutte) le giunture a un assistente di Jasper e continuava a torturare i malcapitati che dovevano occuparsi di lei.
E parlando di Jasper, rimasi basito da come lui trovasse tutto ciò assolutamente normale come se la cosa aprisse per lui nuovi orizzonti; ma debbo ammettere che ciò che mi turbò realmente fu la frase da lui detta, con calma e spensieratezza, in cui asseriva che la causa di tutto ciò probabilmente ero io, ma che non dovevo smettere di frequentarla anche se sapeva che non era necessaria questa raccomandazione.
In un impeto d'orgoglio giovanile mi opposi a tutto ciò, gli dissi che stava mentendo e che se davvero fosse stato così Angelica (a quei tempi usavo il suo vero nome) me l'avrebbe detto e avrei smesso.
Lui rise, sinceramente. Trovava molto divertente la cascata di menzogne e controsensi.
Poi mi parlò, ancora una volta, ancora con una sincerità spiazzante.
"Non lo farà, lei è confusa e lucida allo stesso tempo, un po' come te ma per motivi diversi. Lei non vuole che tu scompaia, la rendi se stessa, e al contempo tu non vuoi gettare la spugna a tua volta, sei curioso, sei avido di sapere.Solo questo e nulla più. Ma la cosa più interessante è che lei se n'è accorta, ma fa di tutto per nasconderlo riversando il suo odio verso gli altri."
Si ammutolì per qualche secondo, poi mi diede un'informazione che non mi era concesso ricevere:
"Fra pochi giorni la trasferiremo! Nelle sue attuali condizioni pouòentrare nel progetto Eden: le assegneremo un GF in junction, dovrebbe stabilizzare il flusso emotivo e drenare i ricordi in eccesso. Se devi dirle qualcosa di importante, beh, fallo finchè puoi." E se ne andò.

Lo ammetto, aveva ragione. Nei giorni a seguire non riuscii a dirle nulla! Pensavo di rivelarle i miei sentimenti nei suoi confronti, seppur conscio che trattandosi di Null non ve ne sarebbe stata necessità alcuna, ma la realtà è che effettivamente non provavo nulla al di fuori della curiosità. Passammo quelle notti come tutte le altre, facendo finta di nulla. Poi arrivò il giorno della sua partenza.
Vi era un intero plotone pronto a scortarla, quasi tutti i componenti avevano il terrore dipinto sui loro volti; sapevano che qualcuno sarebbe morto, in maniera brutale e tormentato da visioni orrende fino all'ultimo istante di vita. Ma gli ordini sono ordini. Riuscii a raggiungere la sua stanza per un ultimo saluto prima dell'addio definitivo e fu in quel frangente che da sotto la porta mi passò la sua collana col ciondolo rappresentante l'emblema dei garden.
"Questa sono Io, qui dentro c'è la mia vera me. Non perdermi, non dimenticarmi!"
E queste furono le sue ultime frasi.
Feci buona attenzione a prendere quel gingillo evitando di toccare direttamente il ciondolo, sapevo come funzionava quella roba ne avevo (ed ho tuttora) uno anche io. Mi allontanai un po', non troppo, quanto bastava per poter assistere a quella scena impietosa... Fu anche l'unica volta in cui riuscii a vederla, ma non saprei descriverla; forse era bella, forse no, in quel momento non riuscivo a definirla.
Fu un attimo di lucidità in cui capii: effettivamente qualcosa provavo nei suoi confronti,al di fuori della curiosità, ed era terrore.
Mi girai.
Puntai un cestino della spazzatura.
Dissi addio per sempre a Null.
Nel momento in cui il ciondolo toccò il fondo del cestino, un urlo carico d'odio rimbombò nei corridoi.
"SIEGMEYEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEER!" e poi il nulla.
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Recks
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Re: FanFic Garden

Messaggio da Recks »

Dietro le quinte
Parte 2/4
Casa Kurtis. Una bella magione, dotata di innumerevoli camere. Constava di tre piani: quello sotterraneo, dedicato alla servitù; il piano terra, in cui si trovavano il salotto, il bagno per gli ospiti, la cucina e la sala da pranzo; il primo piano, in cui alloggiavano tutti i membri della famiglia Kurtis. I genitori, Theodore e Lucy, facevano parte del Concilio di Alexandra e, al contempo, dirigevano la scuola di commercio ereditata dal nonno di Recks - padre di Theodore. Il fratello di Recks, Chester, aveva quasi terminato gli studi presso l'accademia militare e, grazie alle influenze dei genitori, avrebbe sicuramente scalato rapidamente la gerarchia militare, arrivando quasi al livello di Beatrix e Steiner - sempre che Theodore e Lucy toccassero le corde giuste di Gidan e Garnet e che Chester stesso non facesse nessun passo falso.

Quella notte, quando Recks era fuggito da casa, Chester dormiva ancora sonni tranquilli. Quando, solo più tardi, Theodore si accorse della sua scomparsa, il padre si affrettò a chiamare la moglie. Dormiva beatamente sul letto a baldacchino, con una cuffia a coprirle gli occhi. Theodore gliela staccò bruscamente.

Theodore: se n'è andato.
Lucy: e adesso?
Theodore: "e adesso?" non mi sai mai dire altro? Per ogni problema al Concilio non fai che dire quella frase. Per ogni problema alla Scuola, pure. Ti ho svegliato per ricevere consigli, non domande.

Normalmente Theodore sarebbe stata una persona decisamente più pacata. Recks non lo aveva mai visto perdere le staffe. A dire il vero, Recks credeva che suo padre non provasse emozioni. Non era mai turbato da nulla. Forse da piccolo, all'epoca dello scandalo dei coniugi Village lo aveva visto un po' diverso. Erano però ricordi di un'infanzia passata ormai da anni, quindi il ragazzo poteva benissimo ricordare male.

Theodore: può aver ricordato.
Lucy: è successo anni e anni fa, Theo. E poi, anche se ricordasse?
Theodore: mi stai prendendo in giro? Se ricordasse? Finiremmo in prigione.
Lucy: finiremmo in prigione per qualcosa che Recks ha forse visto da piccolo? Non ha nessuna prova. E poi, chi è più credibile? Un ragazzino o due membri del Concilio di Alexandria?
Theodore: le prove ci sono.
Lucy: solo nella sua testa. Tutte le altre prove sono state abilmente cancellate.
Theodore: potremo averle cancellate abilmente ma non tutte. Un omicidio lascia sempre qualche traccia. E ci sono ancora più tracce se si tratta di due, di omicidi. E ti ricordo che il caso non è stato ancora chiuso. Manca una delle armi e tu lo sai.
Lucy: Recks non aveva nemmeno dieci anni quando era successo. E poi, la grave botta che ha preso...
Theodore: che tu gli hai dato, da buona madre amorevole.
Lucy:sì, che io gli ho dato. Ma è stata una botta provvidenziale, visto che da allora non ricorda più nulla. Sarà forse stato lo shock di vedere i coniugi Sage immersi in una pozza di sangue, oppure quella di vedere i suoi amati genitori di fronte a loro, con tanto di pugnali in mano.
Theodore: ed è proprio uno dei pugnali che mancava dalla scena del crimine, Lu. E non è stato l'unico errore. Ti ricordi? Siamo stati così stupidi da usare due stessi pugnali. Il mio nella mano sinistra, il tuo nella destra. Un militare ne avrebbe usati due assieme, perchè sono due pugnali da usare insieme. Le ferite dei coniugi Sage sono state inferte in maniera imprecisa ad altezze diverse - e questo ha fatto pensare agli investigatori che gli assassini - degli inesperti - fossero due. I tagli delle lame sono identici, quindi gli agenti hanno correttamente ipotizzato che si trattasse di due pugnali identici. Il tuo pugnale è stato ritrovato, quanto al mio... era scomparso. Per fortuna noi quella sera fummo esclusi dai sospettati, perchè avevamo un alibi di ferro. Se però quel pugnale ricomparisse, così come la memoria di Recks... non puoi dire che siamo in salvo. Siamo in pericolo.
Lucy: oh Theo, non siamo in pericolo. Non lo eravamo prima e nemmeno adesso. Siamo membri del Concilio, siamo intoccabili.
Theodore: anche i Sage facevano parte del Consiglio prima di noi, però se fossero ancora vivi non direbbero lo stesso.
Lucy: è stato un sacrificio necessario. Avevamo bisogno di questa carica, Theo, dovevamo scalzare i Sage dal loro posto. Avevamo bisogno di potere. Non solo per vantarcene con i nostri amici dei salotti ma anche perchè la scuola stava fallendo. Non saremmo più stati nobili. Niente più ricchezza. Io amo la ricchezza.
Theodore: che ne è stato della donna ingenua e buona che ho conosciuto da ragazzo?
Lucy: se n'è andata. Lo sai, le continue chiacchiere con i nobili portano ad avere desideri particolarmente ambiziosi. E non guardarmi come se fossi solo io quella cattiva perchè anche tu hai partecipato a tutto questo. Non farmi la predica. Volevi consigli, anzichè domande? Eccoti accontentato: recuperiamo nostro figlio, così che possiamo monitorarlo facilmente, nel caso in cui riacquisti miracolosamente la memoria. Che sia vivo o morto, non importa. Voglio solo essere al sicuro.
Theodore: cosa siamo diventati? E' di nostro figlio che stiamo parlando! Siamo dei mostri.
Lucy: è troppo tardi per rendersi conto di cosa siamo diventati. Ce ne saremmo dovuti accorgere quasi dieci anni fa, in casa Sage. Siamo ancora nel pieno delle danze... e noi continueremo questo ballo. Tu vuoi ancora il potere, no, amore mio?
xthegame89x
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Una battaglia per la verità

1/4
Questi eventi sono da considerarsi poco dopo la fine della trama della morte di Ruben e poco dopo la partenza di Matt dal Garden nello stesso periodo

Il sole stava tramontando davanti a lui, mentre il mare ed il cielo sembravano raggiungere la stessa tonalità di arancione. In lontananza vi era uno stormo di uccelli che si allontanava sempre di più, verso nord, forse alla ricerca di un clima leggermente più freddo rispetto a quello caldo del continente che stavano lasciando. Il rumore del vento serale colpiva le sue orecchie, mentre sbatteva con forza le sue ali procedendo verso sud. Il panorama era monotono, anche se ogni tanto vedeva qualche isoletta affacciarsi all'orizzonte. Il libro sui G.F. era stato chiaro ma forse, non aveva bisogno di leggerlo su di un libro ciò che stava cercando. Il ricordo del drago poco dopo l'incidente con la nave Esthariana non lasciava spazio ad equivoci: Bahamut si trovava nel centro di ricerche sottomarino. Se poi in quel luogo c'era stato anche poco tempo prima di quel giorno e anche in quel frangente aveva visto il re dei draghi, non poteva sbagliarsi. Il problema era trovare quell'isola: un'isola non segnata sulla mappa, trovabile solo da chi conosce la sua vera posizione.

Matt guardò la bussola ed infine il navigatore gps, notando che ancora qualche miglia ed avrebbe raggiunto presto le coste del continente di Centra. Aveva bisogno di riposare prima di raggiungere il centro di ricerche, non voleva affrontare i mostri e Bahamut sfiancato dal viaggio che aveva appena intrapreso. Voltò lo sguardo verso le sue spalle, verso dove intuiva si trovasse il Garden di Rinoa: aveva lasciato lì il codec e, a parte il navigatore, non aveva portato con sé alcun strumento tecnologico che permettesse ai suoi compagni di rintracciarlo. Compagni: sorrise. Ormai erano diventati ex-compagni. Difficilmente sarebbe tornato indietro, non l'avrebbe fatto sapendo che tutti loro erano in pericolo. Per un attimo pensò ad Aura. Il cuore batté forte e per un attimo chiuse gli occhi. Distolse lo sguardo e tornò a guardare dritto davanti a sé. Finché avrebbe avuto quel problema, lui non sarebbe tornato al Garden: probabilmente, sarebbero anche stati meglio senza un problema come lui. Perché lui era un problema: era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, rischiando di far del male a Cadetti, Seed, conoscenti e persone care. No. Aveva bisogno di tempo.

La prima costa del continente di Centra fece capolino tra il rosso del sole e l'arancio del mare, diventando sempre più grande man mano che si avvicinava. Planò con grazia, fino a toccare la sabbia con le sue zampe draconiche dopodiché tornò ad essere il solito ragazzo di ventiquattro anni. Scruto a destra e a sinistra, Dragon Soul nella mano destra pronta ad accogliere eventuali mostri o nemici. Vide una pineta non molto distante dalla spiaggia e decise di accamparsi là. Montò la tenda mentre gli ultimi raggi di sole raggiungevano i pini, prese delle pietre e le mise in cerchio, accendendo un leggero fuoco per cucinarsi della carne che aveva preso prima di partire. Mentre osservava la brace rossa e ardente del fuoco, i rumori della notte lo raggiunsero. Un gufo tubò nella notte mentre i grilli riempivano il silenzio con il loro frinire. Sospirò.

- Spero solo di riuscire a dormire... - sussurrò tra sé e sé Matt

Il rumore di rami spezzati lo costrinse ad alzarsi dal pavimento di aghi di pino secchi e sabbia. Si guardò attorno, scrutando nell'ombra degli alberi e nel buio della notte.

- Chi va là? Vi avverto che sono armato! - disse Matt all'aria

Un bambino apparve dagli alberi: non aveva più di sette anni. Aveva i capelli neri, leggermente lunghi, gli occhi verdi ed era un po' scuro di carnagione. I lineamenti del viso erano delicati, come quelli di qualsiasi altro bambino. Si avvicinò timidamente, guardando Matt quasi con la coda dell'occhio.

- Ehi... cosa ci fa un bambino in mezzo ai boschi? - disse Matt avvicinandosi a lui e facendo scomparire Dragon Soul

Il bambino non rispose. Si limitò a guardare il fuoco e a sedersi vicino ad esso. Aveva una maglietta leggermente sporca e dei jeans neri. Non era sicuramente un vagabondo.

- Ragazzino... dove sono i tuoi genitori? - disse Matt sedendosi a fianco a lui

Il bambino aveva lo sguardo perso nella brace di fronte a lui: sembrava avesse appena vissuto un trauma. Era assente e ogni tanto sospirava.

- Non preoccuparti... qualcuno lo troveremo... non puoi essere da solo in questa foresta dimenticata da Dio. - disse Matt

Il bambino si strinse al braccio del ragazzo. "Ma che diavolo..." pensò Matt perplesso. Non poteva portassi a presso quel ragazzino, non nel posto che stava per visitare. Il centro di ricerche era già pericoloso per lui che ci andava da solo, figuriamoci se doveva anche badare ad un bambino. Dopo aver mangiato e averne offerto anche al bambino, che rifiutò scuotendo la testa tra le ginocchia, lo fece coricare dentro la tenda, raggiungendolo poco dopo aver spento il fuoco.

**********


La mattina venne annunciata dal cinguettare degli uccelli che, come al solito, si alzavano a stormi dagli alberi diretti alla ricerca di qualcosa da mangiare con cui sfamare la propria famiglia. Il sole non era ancora sorto del tutto, l'alba era appena cominciata. Matt aprì la tenda, dando prima uno sguardo al ragazzino addormentato non molto distante da lui. Sorrideva. "Chissà cosa ci fa qui un bambino da solo..." pensò perplesso Matt. Guardando il navigatore, vide che a non molte miglia da lì vi era una città. Avrebbe lasciato lì il ragazzino, non aveva tempo e la pazienza per poter badare ad un bambino. Si lavò la faccia con l'acqua della sua bottiglia d'acqua e andò a svegliare il ragazzino.

- Ascolta... adesso ti accompagnerò alla città qui vicino, non ti posso portare con me! - aggiunse Matt allo sguardo di supplica del ragazzino - Dove devo andare io, è pericoloso per me figuriamoci se devo anche badare a te!

Il bambino scosse la testa impaurito. Come avrebbe potuto fare?

Matt ci penso io a lui. Mentre tu andrai a fare quello che devi fare io baderò al marmocchio.

"Ifrid? Va bene..." pensò Matt. Non che avesse scelta. Smontò la tenda e la mise dentro il suo zaino, dopodiché si trasformò in Bahamut. Il bambino all'inizio fu impaurito dalle grandi ali draconiche e dalle squame di Matt, ma dopo capì che non era niente di pericoloso. Matt lo fece salire sulla schiena e gli disse di tenersi forte. In pochi secondi erano in aria e, dopo neanche una decina di minuti, raggiunsero l'isola del centro di ricerche sottomarino. Non appena il Seed poggiò i piedi nel terreno, le ali scomparvero e subito dopo apparve Ifrid. Anche in quel momento, il ragazzino si spaventò leggermente ma poi, dopo che Matt gli spiegò che era un suo amico, si fidò.

- Senti... io devo fare una cosa... non starò via per molto. Tu resta qui, ci penserà lui a proteggerti. - disse Matt mentre Dragon Soul appariva nella sua mano destra

Il bambino annuì e si portò dietro Ifrid. Matt sorrise e si diresse all'entrata del centro di ricerche.

Non era passato molto tempo da quando ci aveva messo piede per l'ultima volta. Spero con tutto il cuore che Ultima Weapon non apparisse all'improvviso, assetata di sangue e vendetta. L'enorme computer al centro della sala principale era luminoso come al solito.

- Bahamut. Non ho voglia di giochini, esci fuori. - disse Matt
- Ah si? Chi sei e chi ti da il diritto di darmi un ordine? - disse una voce profonda

Bahamut apparve all'improvviso, maestoso e più potente che mai. Lo sguardo gelido e perplesso.

- Tu hai... in un certo senso i miei poteri. Quel Gunblade... - disse Bahamut facendo un cenno verso Dragon Soul
- Si... Dragon Soul. - disse Matt
- E allora cosa vuoi da me? Cerchi rogne? - disse Bahamut incrociando le braccia

Matt soppesò le parole. Nonostante fosse in possesso dei suoi poteri, non era certo che Bahamut sarebbe rimasto tranquillo in caso lui avesse scelto le parole sbagliate.

- Vengo per chiederti delle informazioni... su Dark Bahamut. - disse Matt
- Dark Bahamut? Tu mi hai già chiesto di lui. Si io ti ho già incontrato. - disse Bahamut annuendo
- Esattamente. E allora non mi hai dato una risposta soddisfacente. Mi hai detto che la risposta l'avrei trovata da solo. - disse Matt leggermente infuriato
- Ah si? E io devo darti una risposta per forza? Facciamo così... se tu mi sconfiggerai senza usare i miei poteri che già possiedi, allora ti darò qualsiasi risposta tu stia cercando. Ci stai?

Non aspettava altro. Rinunciare però ai poteri di Bahamut per affrontare il re dei draghi stesso era rischioso ma era l'unico modo per ottenere delle risposte.

- Accetto.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
Spoiler
PROGRAMMAZIONE
LUNEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
MARTEDI
- Let's Technic, Minecraft Monster Pack 1.6.4 -
MERCOLEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
GIOVEDI
- Desertcraft, Minecraft Regrowth Pack 1.7.10 -
VENERDI
- Il ruggito del T-Rex, Dino Crisis -
SABATO
- Video Random -
Se dovete utilizzare il mio pg nel Garden, controllatevi la scheda prima, barboni! xD
Immagine
Spoiler
LE PERLE DI SAGGEZZA DEL GRUPPO DEL GC SU FB
Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Una battaglia per la verità

2/4
Il codec continuava a non dare alcuna risposta, nonostante lei avesse mandato innumerevoli messaggi. Era da almeno tre giorni che Matt non si faceva vivo, aveva provato anche a bussare alla sua porta. Pochi giorni prima, sapeva che aveva duellato con Egil, ma anche il mago sembrava non sapere niente sul comportamento di Matt e neanche il motivo che lo spingeva ad isolarsi così dal resto del Garden. In realtà, i due non sapevano che Matt era già andato via la sera prima. Aveva lasciato il Garden alla volta del centro di ricerche, lasciando qualsiasi mezzo di comunicazione all'interno della camera. Non poteva rimanere così, in attesa di una risposta da parte del ragazzo, risposta che ancora non era arrivata e che non accennava ad arrivare.

I corridoi del Garden erano popolati da Cadetti e Seed in una finta allegria: si, l'organizzazione era stata sconfitta, Reimse Mor era solo un vacuo ricordo che stava via via scomparendo e tra poco si sarebbe tenuta una nuova sagra a Lindblum, diversa dalla solita sagra della caccia. Probabilmente Matt ne sarebbe stato entusiasta, se solo gli esiti di quegli esami condotti su di lui non avessero dato quella risposta. La porta dell'ufficio di Pip era chiusa: Aura bussò tre volte ma non vi fu alcuna risposta. "Che strano..." pensò perplessa la ragazza portandosi una mano al mento. Continuò a camminare, raggiungendo infine la presidenza. Drizzt rispose con uno stanco avanti da dietro la porta.

La ragazza per un attimo ricordò quando dietro la scrivania vi era il viso prematuramente vecchio di Ruben e i suoi capelli brizzolati. Il suo sguardo gentile e il suo sorriso stanco, una lacrima scese dall'occhio color verde smeraldo della ragazza, confondendosi con la divisa. Aveva passato quasi tutte le notti insonni, ricordando ciò che era successo pochi giorni prima. Ruben, colui che considerava come un padre... era morto. Raistlin era morto per limitare i danni e loro erano più confusi che mai.

- Aura. Come stai? - disse Drizzt sorridendo e abbracciando l'amica
- Non bene... senti Drizzt, devo chiederti un favore. - disse Aura
- Dimmi pure... se è qualcosa che posso fare. - disse Drizzt alzando le spalle con un sorriso
- Dovresti accompagnarmi in stanza di Matt. E' da tre giorni che non si fa vivo e...
- E?
- ...e sono preoccupata per lui. - concluse Aura

Per un attimo non seppe se dire o meno a Drizzt la verità su Matt e sul fatto che gran parte dei suoi muscoli stavano mutando o erano già mutati in quelli di Dark Bahamut.

- D'accordo... andiamo. Tanto non avevo niente da fare.

La stanza di Matt era chiusa dall'interno. Drizzt bussò tre volte, avvertendo Matt che sarebbe entrato. La serratura scattò e la porta si aprì. La stanza era vuota, il letto rifatto. La finestra era aperta e da essa entrava molta luce, il display del codec sul tavolo al lato destro della stanza era illuminato per via dei molti messaggi e delle chiamate di Aura. La ragazza lo prese e lo spense. La sua giacca di pelle nera non c'era, così come alcuni vestiti e altri oggetti che lei sapeva appartenere al ragazzo erano scomparsi. "Matt...dove sei?" pensò Aura.

- Presumo che Matt sia andato via dalla finestra... ma ciò che non mi spiego è il perchè. - disse Drizzt perplesso grattandosi i capelli e volgendo uno sguardo alla ragazza

Aura si morse un labbro e scosse la testa. Matt se n'era andato, Ruben era morto. Sembrava che le cattive notizie non smettessero di arrivare.

- Aura.. c'è forse qualcosa che mi devi dire? - disse Drizzt sospettoso
- Io...

Lo sguardo andò verso una lettera scritta da Matt sul comodino a fianco al letto. Mentre la leggeva, il viso le si rigò dalle lacrime.
Spoiler
Aura... so che la prima persona che entrerà nella stanza dopo che me ne sarò andato, sarai te probabilmente. Ho lasciato qua ogni mezzo di comunicazione o con cui potrete rintracciarmi. Non voglio essere trovato. Ho bisogno di tempo per riflettere e voglio stare da solo. Rischio di mettere in pericolo tutti voi se resto al Garden. Ho dentro di me qualcosa che non posso controllare e non voglio che le persone a cui tengo vengano ferite o addirittura... no. Preferisco lasciare il Garden. Spero tanto che questo non sia un addio, ma un arrivederci. Spero che tu possa perdonarmi per questo e per tutte le preoccupazioni che ti ho dato. Forse... non sono la persona giusta per te. Fammi un favore. Non dire a nessuno ciò che mi sta succedendo, fatta eccezione per Drizzt o Pip. Egil già lo sa e ho chiesto anche a lui di non dire niente a nessuno...

Con tutto il cuore, ti amo...
**********
Mai prima d'ora si era sentito così teso. Mai prima d'ora la vittoria di uno scontro significava tanto per lui. Affrontare il re dei draghi da solo era una follia, ma non poteva fare altrimenti se voleva avere delle risposte. Risposte di cui, dal giorno in cui scoprì dell'esistenza dei suoi poteri, era alla ricerca: sapeva che quell'incontro sarebbe arrivato. Era stata solamente una questione di tempo e di impegni che lo avevano posticipato. Ma Matt sapeva nel suo cuore che quello scontro si sarebbe verificato prima o poi.

Dragon Soul apparve nella sua mano destra, come di consueto, provocando un leggero ghigno malizioso nel muso del drago.

- Sai... in teoria quel Gunblade è parte dei miei poteri... - disse Bahamut con la sua solita voce profonda
- E quindi? Non dovrei usarlo? - disse Matt perplesso, il suo vecchio Gunblade era nelle mani di Recks
- Esattamente... - disse Bahamut annuendo

"Adesso sono in un bel guaio..." pensò Matt preoccupato. Non usare Dragon Soul, adesso era senza armi. Aveva giusto il Revolver e prima o poi avrebbe finito le munizioni. La lama del suo vecchio Gunblade era passata nelle mani di un suo amico e adesso era da solo contro il re dei draghi e senza armi. Pure i pugnali erano contati. La lama scomparve nel nulla e Matt tirò fuori il Revolver. Aveva anche le trappole dalla sua parte, forse non era proprio nei guai. Guardò le munizioni che aveva a presso, erano veramente poche circa una trentina. Cinque ricariche, dovevano bastargli per forza. Revolver nella mano destra e pugnale nella sinistra era pronto a combattere.

Haste fece subito effetto e sentì i muscoli muoversi più velocemente, il drago scosse le ali e si allontanò leggermente per poi attaccare il ragazzo con una fiammata. Matt evitò l'attacco con un balzo laterale, ma Bahamut era subito su di lui. Il Seed fu rapido ed esplose un colpo di Revolver verso il muso del drago, il quale riuscì ad evitarlo tramite i suoi riflessi. La zampa del drago si mosse rapida verso di lui, il quale si riuscì a proteggere tramite il pugnale, riuscendo a conficcarlo tra le squame blu zaffiro del suo nemico. Il drago ringhiò e scatenò altre fiamme verso il ragazzo, che stavolta non fu tanto fortunato nell'evitarle, dovendo ricorrere ad uno Shell per proteggersi. La magia Flare esplose violentemente, mentre il Seed faceva un salto all'indietro per evitare la magia che aveva appena lanciato. Il drago venne sbalzato via dalla magia.

- Cinque... - disse il drago

"Eh? Cosa vuol dire cinque?" pensò Matt perplesso. Lo ignorò, lanciando un'altra magia Flare verso il suo nemico e spedendo due pugnali a tutta velocità verso il drago. Una fiammata e i pugnali vennero fusi immediattamente. "Dannazione!" pensò Matt infuriato. Aveva perso due pugnali, nonostante ne avesse altri dieci, di cui sei magici, perderne due era pur sempre uno svantaggio. Ma quello che Matt non riusciva a capire era come il drago riuscisse sempre a reagire così prontamente ai suoi attacchi, sembrava sempre essere qualche passo avanti a lui.

- Quattro... - il drago parlò nuovamente

Sembrava stesse contando a ritroso. E a zero cosa sarebbe accaduto? Matt spedì qualche colpo del Revolver verso il drago, il quale con due volteggi su sé stesso riuscì ad evitare i colpi, mentre il drago si riposizionava davanti al suo avversario pronto ad incenerirlo quest'ultimo era scomparso. Sapeva che l'udito del drago lo avrebbe scovato immediatamente, ma aveva forse solo quell'occasione per potergli procurare dei seri danni. Il drago si avvicinò verso l'ultima posizione nota del suo nemico, poggiando le zampe nel terreno. Mosse qualche passo verso Matt, anche se non riusciva a vederlo.

- Tre...

La trappola Flare esplose violentemente, Matt sparò tre colpi in direzione del drago dopodiché si lanciò all'attacco con i pugnali. Riuscì a ferire il drago ad un braccio e all'ala sinistra. Egli si allontanò in malo modo da terra, spiccando il volo e dondolando per via della ferita nell'ala.

- Brutto... devo dire che sei furbo. Ma non ti basterà! - disse Bahamut ansimando - Due...
- Cosa stai contando? Il tempo che ti rimane da vivere? - disse Matt sorridendo beffardo
- Io non riderei se fossi in te. Sopratutto per quello che arriverà quando finirò di contare.

Matt fece due conti. Forse aveva capito che cosa sarebbe arrivato a zero e non sarebbe stato piacevole. Doveva trovare il modo di proteggersi, sapeva che una magia Shell stavolta non sarebbe bastata per salvarlo.

- Uno...

"Oh mer..." pensò preoccupato Matt. Si guardò attorno: vi erano alcune colonne di pietra che reggevano il soffitto, l'entrata per i sotterranei era chiusa e il computer gigante che continuava a illuminare la stanza con la sua solita luce blu.

- Zero. Non ho nient'altro da dirti se non... MEGAFLARE.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
xthegame89x
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Una battaglia per la verità

3/4
Poteva dire addio alle sue richieste, sapeva benissimo che quell'attacco non lasciava scampo. Cercò un riparò speranzoso, ma non vi era altro che una superficie perfettamente piana, il computer al centro della stanza che continuava a lanciare quella luce bluastra e l'uscita, che sembrava lontana almeno dieci chilometri da dove si trovava lui. Doveva pensare a qualcosa con cui sopravvivere e doveva farlo in fretta. Si mosse il più lontano possibile da Bahamut e, mentre si muoveva sentì qualcosa toccargli la gamba dalla tasca, qualcosa di duro. Mise la mano in tasca e ne estrasse un cristallo. "Ma che..." pensò Matt perplesso. Emanava una strana luce dall'interno, era un cristallo magico: dove li aveva già visti? Egil. "Grazie amico, ti devo un favore!" pensò Matt. Nonostante neanche sapesse di che tipo di cristallo si trattasse, si concentrò per utilizzarlo.

Il Megaflare si scatenò su di lui. La barriera aveva retto l'impatto, o almeno gran parte di esso. Un po' ci aveva messo del suo, con la magia Shell a rinforzare già la potente barriera che gli aveva lasciato l'amico a disposizione. "Egil... come torno berremo tanta di quella birra insieme che non avremo più bisogno di berne altra per almeno cinquant'anni." pensò Matt sorridendo. Si rialzò da terra, aveva subito delle bruciature lungo le braccia e sui vestiti. Frugò la tasca mentre si rialzava, alla ricerca di qualche altro regalo. Trovò un altro cristallo. Non sapeva neanche lui a cosa sarebbe servito quel cristallo, forse era un'altra barriera o forse era un cristallo d'attacco, non poteva saperlo.

- Impossibile! Sei sopravvissuto al Megaflare? - disse attonito il drago

Stava ansimando, sintomo che dopo quell'attacco aveva speso gran parte delle sue energie.

- Ti vedo un po' stanco, che c'è vuoi riposarti un po'? - disse Matt sorridendo

Neanche lui era messo tanto bene. Aveva subito molti danni e probabilmente lo scontro stava volgendo al termine.
**********
"Mmm... ma quanto ci mette?" pensò Ifrid perplesso. Era seduto su un masso, braccia conserte e occhi chiusi, intento a pensare sui probabili esiti della decisione di Matt. Nonostante con lui non trattasse di queste cose, il Guardian Force si era accorto del cambiamento all'interno del ragazzo. Se n'era accorto da molto tempo. Si ricordava come fosse ieri quando aveva combattuto con lui nella caverna di fuoco. Già da allora, a soli diciassette anni, il ragazzo aveva dimostrato di essere nato per combattere. Riusciva ad utilizzare il Gunblade come se fosse la cosa più facile del mondo, ma qualcosa gli diceva che non era solo con le sue forze che stava combattendo. C'era qualcosa di più dietro.

Quando Matt e Ifrid entrarono in Junction, il demone del fuoco capì immediatamente di cosa si trattava. Bahamut, il re dei draghi. Ma per qualche strano motivo, Matt si serviva solo di lui in battaglia: aveva sentito dire che Bahamut richiedeva molte energie per essere evocato, probabilmente è per questo che Matt non lo evocava mai. Ma quando Matt aveva avuto l'incidente e si era ritrovato in quell'isola dimenticata da Dio, Bahamut sembrava non conoscerlo. Eppure, Ifrid avvertiva i suoi poteri all'interno del ragazzo.

Quando era entrato a far parte del Garden, Matt continuava ad utilizzare sempre e solo i poteri del demone del fuoco e mai quelli di Bahamut. Com'era possibile? Dopo tutto questo tempo, dopo tutta l'esperienza fatta nelle battaglie lui non utilizzava una forza così potente come quella di Bahamut? Si trattava davvero di un fatto di energie da risparmiare? E poi, qualche anno dopo Matt perse i sensi durante un combattimento: in quel momento, parve accorgersi dei poteri che Bahamut gli dava a disposizione. Ma più Matt utilizzava i suoi poteri e più un'altra forma di potere si stava sviluppando al suo interno. Ifrid la temeva, temeva ciò che il ragazzo sarebbe potuto diventare con quei poteri. Era qualcosa di malvagio, qualcosa di oscuro, qualcosa di troppo potente per riuscire ad essere controllato da lui.

Ed infine, il giorno in cui si trasformò in quell'essere per poter distruggere quel pugnale. Il coma era durato qualche giorno, ma all'interno Matt stava combattendo una battaglia ben più dura. Ifrid aveva assistito a tutto, alle rivelazioni sul fratello e su ciò che aveva fatto. Matt stava affrontando per la prima volta Bahamut, nonostante ne avesse i poteri dall'età di diciassette anni.
Ifrid aprì gli occhi.

- Eh? Dove di è cacciato il ragazzino?? - ringhiò stupefatto Ifrid

Il bambino che Matt aveva incontrato nella pineta era scomparso.

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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
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Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
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xthegame89x
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Una battaglia per la verità

4/4
Una goccia cadde dal soffitto, confondendosi in mezzo ai ciuffi d'erba cresciuti qua e la' nel pavimento della sala, troppo vecchia per poter essere datata. La solita luce bluastra, emanata dal grande monitor non molto distante da loro, era l'unica fonte di illuminazione, il che dava un senso di claustrofobia a chi vi metteva piede. Il rumore del respiro affannato dei due combattenti era l'unica cosa che si udiva, qualche goccia di sudore imperlava la fronte di Matt, mentre il re dei draghi ansimava quanto il ragazzo: mai gli era capitato di vedere un suo avversario sopravvivere alla potenza del Megaflare, anzi pochi di quelli che aveva affrontato erano riusciti a conquistarne i poteri.

- Sai... in pochi sono riusciti a sopravvivere e a conquistare i miei poteri, ma nessuno era mai riuscito a sopravvivere al Megaflare. Devo dire che mi hai stupito. - disse il re dei draghi incrociando le braccia
- Già... uno di quelli che ti ha sconfitto è mio fratello. Dean... - Matt abbassò lo sguardo per un attimo portandosi una mano al cuore, ripensando al fratello
- E' vero. Tuo fratello è riuscito a sconfiggermi ma...

Bahamut si interruppe, sorridendo.

- Ma cosa? - disse Matt perplesso
- Non mi hai ancora sconfitto! E penso proprio che dopo quest'attacco tu soccomberai alla mia forza. - disse Bahamut spiccando il volo, nonostante una delle sue ali fosse ferita.

Stavolta non contò, stavolta caricò immediatamente il suo colpo micidiale, il Megaflare. Matt aveva un'ultima carta da giocare e, nonostante fosse un'incognita, decise di fidarsi ciecamente dell'amico. In fondo, con il primo cristallo era riuscito a sopravvivere magari il secondo era intriso di una magia d'attacco in grado di competere con il Megaflare. Il raggio partì così come la magia evocata dal cristallo. La magia Ultima si scatenò prepotentemente al centro della sala, confondendosi con il Megaflare di Bahamut. Ci fu una violenta esplosione, con un enorme cratere dove si era sviluppata. Sia Matt che Bahamut furono sbalzati via verso gli estremi della stanza circolare. Il Seed riuscì ad utilizzare una magia Shell per proteggersi leggermente dall'attacco e una magia Energira per recuperare le energie. Anche così, era distrutto e riusciva a malapena a reggersi in piedi. Bahamut era stato sconfitto, forse non si aspettava un attacco così potente o forse... non aveva combattuto al massimo della sua forza.

- Hai vinto tu... come promesso ti rivelerò tutto ciò che so.

Matt non ebbe neanche la forza di rispondere, annuì e continuò ad osservare il drago.

- Sette anni fa, quando tuo fratello venne in questo posto per affrontarmi, egli era portatore di qualcosa di oscuro. Lui non lo sapeva ma io lo avvertii immediatamente.
- Qualcosa di oscuro? Non sarà per caso...
- Non lo so... non credo fosse Dark Bahamut, io non ho mai sentito parlare di una versione malvagia di me. Basto io come cattivo. - aggiunse con un ghigno - A parte gli scherzi, sembra che una parte di quel potere oscuro sia passato anche a te... io penso che sia quando tuo fratello ti ha donato il cuore...

Bahamut indicò con un dito il petto di Matt, il quale per istinto si portò una mano su di esso.

- Continuo a non capire... come può avere avuto qualche potere oscuro? Dove lo ha preso? - disse Matt perplesso

Tutto ciò non aveva senso. Dean era sempre stato un guerriero Seed del Garden di Balamb, aveva sempre combattuto per la giustizia e per la pace nel mondo, non poteva avere qualcosa di oscuro dentro di sé.

- Non ne ho idea. Ma è qualcosa di cui sono assolutamente sicuro. Sembra che il potere oscuro di quella cosa, non so se sia uno spirito o qualcosa di simile, si sia unito ai poteri che aveva conquistato combattendo con me e quindi prendendo la forma di un simil-Bahamut e dandosi un nome di Dark Bahamut. Forse tuo fratello non era consapevole di ciò, ma quando ha combattuto contro di me ne utilizzava spesso i poteri... - Bahamut si prese una pausa, riflettendo - Utilizzarne i poteri... è troppo pericoloso...
- Perchè? Che cosa potrebbe accadermi?
- Penso che tu già lo sappia... oltre a prendere parte della tua energia vitale, pezzo per pezzo, si prenderà anche il tuo corpo.

Rumore di passi, Matt si voltò con Dragon Soul nuovamente nelle sue mani.

Il ragazzino che aveva trovato nella foresta, apparve improvvisamente nell'entrata della sala.

- Non ti sembra di aver parlato troppo? - disse il ragazzino

Qualcosa di quella voce fece drizzare i peli del collo di Matt, gli sembrava di averla già sentita e non era stato per un evento piacevole.

- E tu chi saresti? - disse il re dei draghi
- Oh... ti stupiresti se te lo dicessi, ma credo che stai dicendo troppe cose al mio involucro di carne! - disse con un ghigno sul viso

Involucro di carne? Fu tutto chiaro. Quella voce apparteneva a...

- Dark Bahamut?? - esclamò perplesso Matt

Il ragazzino rise.

- Solo tu o chi è legato con te potrebbe vedermi, in questo caso quest'essere inutile e il leoncino che mi sta cercando invano. - disse guardandosi le mani come se niente fosse - Perciò, veniamo a noi. Penso che questa conversazione non dovrebbe concludersi...

Tutto divenne buio e per Matt fu notte fonda.
**********
- Ma chi è quel ragazzo? - disse il Cadetto
- Quale ragazzo, Ryan? - rispose il Seed
- Quello! - indicò Ryan verso la prateria Galbadiana all'esterno del Garden

Sul terreno morbido ed erboso, vi era un ragazzo che sembrava privo di sensi.

- Chiama subito qualcuno dall'infermeria! - disse il Seed

Il Cadetto scomparve alla vista del Seed, mentre lui si precipito a soccorrere il ragazzo. Lo voltò e si portò una mano alla bocca. Matt Winchester era davanti a lui, privo di sensi.

- Oh merd...

Il Seed aprì gli occhi e, come vide il ragazzo sopra di lui, fece un balzo all'indietro mentre Dragon Soul apparve nella sua mano.

- Ma che diavolo... - disse Matt guardando il Gunblade nella sua mano destra
- Matt! Matt finalmente sei ritornato! - disse il Seed
- Ma... perchè dove sono stato Joe? - disse Matt perplesso - E il mio Revolver dov'è? Questa cosa da dove è uscita? - aggiunse guardando Dragon Soul

Aveva combattuto spesso al fianco di Matt Winchester e più volte lo aveva visto trasformarsi in drago o utilizzare quell'arma.

- Come sarebbe a dire? Non ti ricordi di Dragon Soul? - disse Joe perplesso
- Dragon Soul? - disse Matt guardando l'arma
- Ma hai battuto la testa? Dimmi almeno che ti ricordi di Bahamut! - disse Joe sorridendo
- Certo che mi ricordo di lui... ma di quest'arma... non ne so niente... - disse Matt - Poco importa, sembra che mi faccia comodo!

Il Garden di Rinoa era di fronte a lui. Finalmente era tornato a casa.
**********
Poco dopo che Matt perse i sensi

- Cosa gli hai fatto? - disse Bahamut preoccupato
- Sta tranquillo. Non gli ho fatto niente... gli ho semplicemente rimosso alcuni ricordi. Specialmente quelli avuti con te, del fratello e dell'operazione e di tutto ciò che gli hai detto.
- COS'HAI FATTO?? - disse Bahamut furioso

Dark Bahamut rise malignamente.

- Se solo proverai anche a parlarne con lui o a dargli qualche suggerimento, forzerò la trasformazione. Mi sono spiegato? - disse Dark Bahamut scomparendo nel nulla

Bahamut rimase a bocca aperta davanti a ciò che aveva appena fatto Dark Bahamut. Era anche in grado di questo? Era davvero così potente? Il re dei draghi poteva solo sperare nella piccola parte di energia che il fratello di Matt aveva lasciato dentro di lui, forse era la giusta leva per liberarlo da quell'oscurità.
Spoiler
Un paio di precisazioni. Matt adesso non ricorda le seguenti cose (andando a ritroso da questi ultimi avvenimenti):

- Il dialogo e il combattimento avuto adesso con Bahamut.
- L'esito dei test di Aura su Matt e quindi sul fatto che si stava trasformando in Dark Bahamut.
- I cancelli e l'apertura del primo.
- Il trip mentale avuto su Reimse Mor.
- L'operazione che ha fatto e il fatto che il fratello gli ha donato il cuore.

Cosa si ricorda:

- Si ricorda di possedere i poteri di Bahamut e Dark Bahamut, diciamo come nella prima fase quando aveva il tatuaggio nel braccio.

I poteri di Bahamut/Dark Bahamut rimangono invariati. E' Matt a decidere quando volersi trasformare in Dark Bahamut al costo della sua energia vitale e del resto del suo corpo. I poteri di Bahamut possono essere usati a suo piacimento.

In poche parole, dei suoi poteri, sa che può trasformarsi in Bahamut quando vuole, mentre in Dark Bahamut quando è quasi a un passo dalla morte, anche se in realtà non è così ma sarà direttamente Matt a decidere se trasformarsi o meno in Dark Bahamut. Spero che quest'altra parte della storia di Matt Winchester vi sia piaciuta, anche se ancora ho in cantiere qualche altra sorpresa sulla storia. Alla prossima!

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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
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Drittz Do Urden ha scritto: No.
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RinaYeah
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L'Eterno Dolore di una non-Dea

Messaggio da RinaYeah »

Spoiler
Continuazione del post del Garden. Postato qui su consiglio dei Master
Entrai nella Grande Sala del Trono evocando una Notte Eterna, lanciandola sull'Occuria più vicino.
-Ti ricordi di me, Gerun? Sono quella che hai condannato a soffrire fino alla fine dei suoi giorni- un'altra Notte Eterna colpì una di quelle creature.
-Rina... Non c'è bisogno di tutto questo-
-Invece si- un'altra Notte Eterna, accompagnata da una fitta di dolore. La pugnalata di Leon faceva male.
-Sei ferita, Rina. Per favore, lasciati aiutare-
-No, voi mi avete fatto soffrire abbastanza. Ora dovete provare ciò che ho provato io-
-Noi non vogliamo il tuo dolore. Fra tutti gli Huma, tu sei la sola che ancora pensa a noi. Ti prego, lasciati aiutare-
-E in che modo?-
-Tu non vuoi fare del male, lo so. Sei buona, e ormai hai capito il tuo errore. Ma la tua vita eterna è dovuta all'Occuria che è in te-
Lasciò la frase così, senza preoccuparsi di finirla.
-Allora perchè mi hai esiliato su Ivalice-
-Era ciò che volevi, un desiderio giusto, e il tuo atto non poteva passare inosservato. Ma ora ti do la possibilità di scegliere. Cancella le tue false speranze e abbraccia una nuova realtà. La vendetta non può aiutare, noi ti perdoniamo come abbiamo quasi sempre fatto con gli Huma. Ti perdoniamo, e ti offrò la possibilità che pochi hanno nella propria vita. Scegli il tuo destino, abbracciati alla nostra specie e vivi come noi... O ripudia il nostro compagno dal tuo corpo e vivi da umana-
Non riuscivo a credere a quelle parole. Avevo sempre giudicato male gli Occuria, li avevo sempre odiati e adesso scopro che il mio potere non solo deriva da uno di loro, ma anche che loro non me ne fanno una colpa. Loro capiscono. Dopotutto, tutte le razze sono loro figli, e la morte di uno li fa soffrire.
La smorfia d'odio che si era creata sulla mia faccia lentamente cambia. Inizialmente è pentita, ma poi si apre in un sorriso.
-Sono pentita per ciò che ho provato in questi anni- finalmente tutto si risolve -Le chiedo gentilmente, Gerun, di concedermi una vita con le persone a cui tengo-
-Ero certo della tua scelta-
Una forza magica attraversa il mio corpo. Mi volto verso Fratello, sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto.
-Ricordati di noi, Rina. Ricorda la nostra misericordia e agisci sempre pensando a questo momento-
Il mondo diventò improvvisamente bianco, per poi prendere le forme e i colori dell'infermeria.
Sbatto le palpebre, confusa. Era stato un sogno.
Aura si avvicina, e noto la sua espressione incredula.
-Cosa è successo?- domando
-Sei svenuta mentre cercavi di azionare uno Jumper, Pip ti ha portata qui. Alcune ferite della sagra si erano riaperte, in più la fasciatura applicata da Frozen si era allentata. Ti abbiamo medicato, e adesso ero andata a prendere un po di cotone per il taglio che avevi sul braccio. Ma adesso...- mi indico il braccio. Era liscio e candido come sempre. Misi una mano sull'addome. Niente. Ringraziai gli Occuria per avermi guarito, e risposi allo sguardo interrogativo di Aura con un sorriso. Mi alzai, notando al mio fianco due lame. Le presi in mano, udendo subito una voce.
"Ora il tuo potere è svanito, abbiamo così voluto donarti queste lame. Fanne buon uso". La voce era quella dell'Occuria che mi aveva fatto da padre. Ringraziai nuovamente, poi mi alzai dal lettino, ringrazia e salutai la dottoressa e tornai al bar. Era tutto pronto per la festa, mancavano solo gli invitati. Misi la mia divisa e presi il mio posto. Ora sarebbe stato tutto diverso.

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Re: FanFic Garden

Messaggio da Recks »

Getaway
Parte 3/4
Cosa? Un ordine dei miei genitori? I miei mi vogliono...MORTO? E perchè mai? Ok, sono scappato da casa ma nessun genitore si azzarderebbe ad uccidere il proprio figlio perchè è fuggito. Non ci posso credere.

Un'altra freccia sibilò nel vento. Stavolta la spalla fu colpita davvero.

"Ti avevo avvisato."
"Non lo hai colpito al petto!"
"Da vivo vale di più. Ricordi?"
"Ancora a parlare, idioti?
Slow!"

I passi del ragazzo rallentarono. Era come se si trovasse in un pantano, dal quale era pressoché impossibile districarsi. Se non avesse trovato un rimedio, quegli scagnozzi lo avrebbero raggiunto in poco tempo. Nonostante i suoi sforzi, Recks non riusciva a migliorare la situazione. Decise allora di girarsi, cercando di allontanare i suoi nemici con le magie che aveva "imparato". Lo scenario non era dei più rosei: due elementi del trio erano ormai a qualche metro da lui,pronti a fermarlo con delle corde; se l'operazione non avesse avuto successo, il terzo era pronto a puntare verso di lui con la balestra che stava ricaricando.
Recks, in preda al panico, urlò "FIRE". Quella parola, nel cuore della notte, rimbombò nella zona. Se ci fosse stato qualcuno lontano, dall'altro capo della foresta, ne avrebbe sentito l'eco. Sicuramente non avrebbe notato nessuna nuvoletta di fumo salire al cielo.

Già. Recks aveva fallito. Di nuovo. L'incantesimo non aveva dato gli effetti sperati. Si propagò solo una fiammella, che fu però subito estinta dal vento che scorreva quella notte.

"Morfeo", disse uno dei rapitori. Recks era così stanco che nemmeno provò ad oppore resistenza a quello status alterato. Cadde a terra, accanto ad un albero.

"E hanno pagato noi per catturare uno così?"
"Di che ti lamenti? Tanto meglio! Meno sforzo... e più soldi. I Kurtis non si possono di certo definire spilorci"
"Che cosa aspettate? Legatelo!"
"Chi ti ha messo al comando, Reginetta?"
"La mia balestra. Oppure vuoi che la sua frecca si infili su per.."

Uno strano sibilo pose fine alla discussione. Il vento aumentò di intensità, forse anche troppo. Un tornado investì i due rapitori, facendoli schiantare contro un albero. L'intensità del colpo era così forte che l'albero si spezzò.

Il terzo rapitore deglutì ed indietreggio. Il terrore nei suoi occhi. Cercò di non darlo a vedere al predatore ignoto.

"Chi sei, bestia?"
"Mi hanno chiamato in tanti modi, ma mai bestia. Eppure non credevo di essere così brutto. Sono solo vecchio"
"Mostrati. Oppure sei così codardo da non rivelarti."
"Non sono codardo, tranquillo"

La luce della Luna illuminò il volto rugoso e barbuto di un vecchio. Un vecchio di Burmesia, viste le orecchie inconfondibili. Basandosi solo sulla vista, il suo volto così scavato dagli anni e la schiena ingobbita di certo non lo rendevano un avversario temibile. Eppure, il Tornado che il vecchio aveva evocato contro i due rapitori avevano convinto il terzo a non abbassare la balestra, pronta a colpire.

"Perchè ti dai così tanti problemi per un ragazzino?"
"Mi do problemi per un ragazzino perchè i ragazzini non si uccidono. Che cosa può aver mai fatto di male? Anche il Fire che ha lanciato mi fa pensare che... non è nemmeno in grado di uccidere una mosca."
"Io rispondo agli ordini. I soldi mi servono per vivere."
"Puoi ottenere soldi in maniera molto più corretta. Non uccidendo ragazzini. Potrei ripagarti con la stessa moneta, sai che potrei farlo. Faremo così: tu lasci la balestra a terra e poi te ne vai; i tuoi amici torneranno da te quando si risveglieranno, sempre che gli animali notturni che infestano questa foresta non li trovino particolarmente appetitosi."

Il rapitore rimasto era ostinato. I soldi gli annebbiavano la mente e le sue decisioni.
Era anche stupido, oltre che ostinato.

"Quanto mi paghi per questo?"
"Risposta sbagliata."


Fu questione di un attimo. Toad. Il soldato fu trasformato in una rana. La balestra cadde a terra, con il colpo ancora caricato.

"Craaa. Craaa"
"Ti consiglio di nasconderti. Al risveglio dei tuoi compagni, potresti essere arrostito per cena."

* * *
Riaprii gli occhi. Era in una stanza graziosa, scaldata dal fuoco di un camino poco lontano. Era disteso su un lettino, al fianco del quale si trovava un comodino, sul quale erano stati poggiati dei medicinali e dei bendaggi. Alcuni di questi probabilmente erano finiti per coprire la spalla ferita di Recks. Gli faceva ancora male.

La porta della camera si aprii.
Un vecchietto fece il suo ingresso.
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Recks
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Re: FanFic Garden

Messaggio da Recks »

Rinoa's Garden
Parte 4/4
Erano passati diversi mesi da quando il maestro Genis aveva curato la sua brutta ferita alla spalla. Già, il vecchietto che aveva soccorso Recks era un maestro di magie di Burmesia. Si trovava in quella foresta - la Foresta Stregata- per recuperare un medicinale capace di alleviare i dolori in maniera più efficace di qualunque suo altro incantesimo. Certo, le magie come Energia e Rigene potevano servire per guarire un ferito ma per stabilizzarlo in maniera definitiva servivano delle medicine vere e proprie.

Stava tornando verso casa quando aveva incontrato Recks, inseguito da quegli uomini. Il suo primo istinto fu quello di proteggere il ragazzo. Era già successo che dei ragazzi morissero per mano di soldati: si trattava dei suoi figli. Sebbene la pace fosse instaurata da tempo, il maestro Genis non vedeva di buon occhio Alexandria, specie per quello che aveva fatto la precedente Regina nei confronti di Brumesia. Durante quello scontro erano morti i suoi figli, guardie della città. Quando li trovò, Genis non potè fare nulla. Le magie che conosceva erano potenti, ma nessuna poteva restituire la vita ai propri cari, nemmeno un Reiz. Per questo, da quando i suoi figli erano morti aveva imparato a fare meno affidamento alla sua magia. A volte, una spada era più potente di un incantesimo.

Quando vide Recks, Genis lo aiutò, senza esitare. Poichè il ragazzo era addormentato, il vecchio lo portò con sé utilizzando un Levita - evitando così di portarselo sulla fragile schiena- e un Vanish- assicurandosì quindi che le bestie non vedessero un bersaglio così appetibile. Una volta arrivato alla grotta di Ghizamaluk, nuovamente sorvegliata dalle guardie, tornare a Burmesia non si rivelò difficile. Un gruppo di soldati, probabilmente ex colleghi dei figli di Genis, si prodigarono per portare il vecchio e l'infortunato a casa.

Una volta arrivati lì, il vecchio si prese cura di lui e, al suo risveglio, ebbero una conversazione in cui Genis spiegò perchè lo avesse salvato.Genis invece chiese a Recks perchè lo stessero inseguendo ma il ragazzo rispose semplicemente di essere scappato da casa e i suoi genitori lo stavano cercando. Erano stati loro ad inviare i mercenari. Il maestro trovava la cosa alquanto strana. Perchè dei genitori dovrebbero inviare dei mercenari che, a dirla tutta, sembravano più interessati ad uccidere Recks che a riportarlo ai suoi cari? Genis chiese al ragazzo più e più volte se avesse fatto qualcosa di grave, ma Recks negò sempre. Dallo sguardo dei suoi occhi, Genis era convinto che il giovane non stesse mentendo.

Fatto sta che comunque il ragazzo era indifeso. Genis non potè fare a meno di ridere quando ricordò al ragazzo di come aveva cercato di usare l'incantesimo Fire. La fiammella che aveva scatenato era quasi sufficiente ad accendere un fiammifero. Aveva qualche capacità, seppur minima, ma se si fosse ritrovato di nuovo di fronte ai mercenari non se la sarebbe cavata. Almeno, non da solo.

Dopo due settimane dall'episodio della Foresta Stregata, Genis entrò nel capanno in cui riposava Recks e gli propose delle lezioni di magia. Non voleva che un altro ragazzino morisse per mano di un cittadino di Alexandria. Bastavano già i suoi figli e non si poté mai perdonare per quello. Forse, aiutando quel ragazzo imbranato, il senso di colpa sarebbe scomparso.
Forse.

Il primo mese di lezioni, Genis cominciò a pentirsi della scelta fatta.
"Dio mio se è incapace"

L'episodio più esilarante, almeno per le guardie di Burmesia, fu quando il ragazzo evocò un Fire. Miracolosamente, riuscì a colpire il cumulo di fieno. Peccato però che in quell'occasione la potenza del colpo era troppo alta e il fieno prese rapidamente fuoco. Allora, in tutta risposta, Recks lanciò un Idro... colpendo però in piena faccia Genis. Anche lui bolliva, anche se di rabbia.

Alla fine, vuoi per fortuna, vuoi per il continuo allenamento, Recks lentamente migliorò. Piano piano imparò le magie principali, quelle elementali. Siccome poi il maestro aveva notato che non brillava nemmeno nel combattimento corpo a corpo, Recks apprese anche le magie Vanish, Levita e Quake. Certo, non si trattò di una cosa che richiese pochi giorni, anzi, ci vollero ben sei mesi prima che Genis potè ritenersi abbastanza - non del tutto- soddisfatto dei suoi progressi.

Verso il sesto mese di soggiorno... i mercenari di qualche tempo addietro erano tornati a fare la loro comparsa. Si erano portati anche degli amici in più. A quanto pare, la ricompensa che i genitori di Recks offrivano era alta se volevano ancora catturarlo.

Recks e Genis, durante l'imboscata, erano in un bosco accanto a Burmesia per trovare delle bacche. Anche queste servivano per un unguento miracoloso. Il rumore di un ramo spezzato allarmò Genis.

"Recks, attento" disse lui, mentre Protect faceva i suoi effetti su entrambi.

Con suo piacere, il maestro vide che il ragazzo era già scomparso sotto gli influssi di un Vanish. Stava imparando.
Tre frecce sibilarono nel vento. Miravano al ventre del maestro. Genis, in tutta risposta, riuscì a deviare la loro traiettoria con un Tornado. Anzì, le rispedi proprio al mittente. Tranne una. Una di queste infatti penetrò l'addome. Genis urlò per il dolore ma non si arrese. Recks invece si sbarazzo di due guerrieri che si avvicinarono troppo al suo maestro. Le divise dei due mercenari si fecero così rovente che dovettero allontanarsi e raggiungere il torrente più vicino.

In mezzo ai mercenari fece il suo ingresso uno stregone.

"Ora stronzetto sei nei guai. Abbiamo portato questo amico."
"Vedremo"

Il nemico pronunciò le parole "Haste" e "Shell" ma non sentì quella di Genis. "Inversione".
Haste e Shell sotto lo status Rovescio avevano ben altri effetti.
I movimenti del mago nero divennero più lenti, mentre la sua difesa magica diminuì.
Genis cominciò una serie di attacchi, mentre Recks si occupava degli altri mercenari, allontanandoli con delle palle di fuoco o delle saette. Lentamente, rimase solo il mago nero.

Lo status Rovescio era durato poco ma aveva comunque dato i suoi frutti. Prima che lo stregone potesse riprendersi con un Haste, Genis lo fece schiantare contro un cespuglio con un Idrora.
La mossa successiva era prevedibile: un Thundara. Acqua e tuono non andavano d'accordo. Persino Recks lo sapeva.
E invece no: Genis addormentò lo stegone e si allontanò con il giovane.

"Maestro, stai bene?"
"E' solo una freccia, starò bene."
"Perchè non lo hai eliminato?"
"Per far capire ai tuoi genitori che non serviranno questi mercenari per ucciderti, finchè ci sarò io."
"Te lo chiedo ancora... perchè mi aiuti?"
"Voglio riparare ad un errore fatto in passato, ecco tutto.
Ora Recks torniamo a casa, così mi aiuti a mettere i bendaggi"

I giorni successivi passarono tranquillamente. Recks cercava di ricordarsi tutto quello che il maestro aveva fatto il giorno dell'imboscata. L'incantesimo Inversione era affascinante, anche se di certo l'incantesimo Toad, o addirittura Mini, gli piacevano assolutamente di più. Chissà quanti altri incantesimi sapeva, quel vecchio.

Purtroppo, Recks non ebbe più l'occasione di farlo. Era fuggito. E' vero, se fosse rimasto a Burmesia il maestro lo avrebbe sempre protetto. Ma se i suoi genitori avessero inviato sempre più mercenari, e sempre più pericolosi, Genis sarebbe morto. Questo il ragazzo lo avrebbe permesso: non avrebbe sopportato, mai e poi mai, di vedere Genis morire per causa sia. Non se lo meritava.

Scrisse una breve lettera a Genis, prima di andarsene, utilizzando un Vanish e le vie sotterranee della città di cui Genis una volta gli aveva raccontato. Il maestro avrebbe presentato la stessa lettera al soldato della squadra Plutò che successivamente si sarebbe recato a Burmesia per chiedere di lui.

La lettera recitava più o meno così: Recks ringraziava il Maestro per la sua protezione e gli insegnamenti ma aveva deciso di abbandonarlo perchè non voleva più essere una sua palla al piede. Il ragazzo pregava Genis e chiunque altro di non provare a seguirlo, perchè in nessun caso sarebbe stato convinto a tornare a casa - che fosse da Genis stesso o dai suoi genitori.


* * *


Vedeva Recks indugiare alla porta del Garden. In quel periodo il Rinoa's si era fermato a Burmesia per delle indagini e sarebbe presto ripartito. Portava tutti i suoi averi in un sacco, racchiuso sulla sommità del bastone che Genis gli aveva regalato durante gli allenamenti.

"Dannazione. Se mio fratello entra al Garden... come diamine faccio a rintracciarlo e a riportarlo a casa? Gli ordini dei miei genitori erano chiari. O trovi tuo fratello e lo riporti indietro oppure ti sogni la carriera militare. E' scappato di casa e loro lo rivogliono indietro. Sono così agitati... vogliono così bene a lui."
xthegame89x
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Ciò che ho sempre temuto
1/4
La navetta percorreva veloce la distanza tra il Garden di Rinoa e Esthar, la capitale della tecnologia. Se potevano fare qualcosa per lui, di sicuro era ad Esthar. E se invece avrebbe dovuto convivere con quel demone dentro il suo corpo? In fondo era una possibilità, magari Dark Bahamut si era insediato talmente a fondo dentro di lui che non poteva più essere rimosso in alcun modo: neanche con la tecnologia esthariana. Cosa avrebbe fatto in quel caso? Non poteva tornare al Garden, dove era una continua minaccia per i suoi compagni. Forse, la vita al Garden non faceva per lui: tutto quell'affetto, le sue amicizie. Forse era stato solo un sogno ed era stato riportato alla realtà.

- Ancora cinque minuti. - disse l'autista della navetta

Il Seed fece un cenno d'assenso mentre l'autista lo osservava dallo specchietto. Il paesaggio arido delle piane in cui sorgeva la città del futuro apparve oltre il finestrino, mentre lui ripensava a ciò che gli aveva detto Aura poco prima di lasciarlo. In fondo, era meglio così: per quanto si sforzasse, da quando aveva scoperto di avere Dark Bahamut dentro di sé, Matt non aveva fatto altro che farla star in pensiero o addirittura farla soffrire. Non poteva di certo continuare in quel modo, soffriva lei e soffriva anche lui.

La navetta atterrò dolcemente nell'eliporto, dove una macchina bianca e verde del centro di ricerca della magia lo stava aspettando. Un uomo dal viso burbero e dai capelli leggermente ingrigiti dal tempo, insieme ad una donna dai capelli biondi un po' più bassa, lo guardarono mentre scendeva dalla navetta. La donna fu la prima ad avvicinarsi.

- Salve. Lei dev'essere il Seed Matt Winchester, la stavamo aspettando. Io sono la dottoressa Ava Black e il signore vicino a me è il Dottor Walter Priest. Ci occuperemo noi del suo caso, signor Winchester. Spero che la sua permanenza ad Esthar sia di suo gradimento! - disse la donna con un ampio sorriso

Aveva un modo di parlare molto professionale, il che rassicurò il Seed: da quando aveva lasciato il Garden, sperava vivamente di finire in buone mani e non in quelle di uno scienziato pazzo che lo avrebbe esaminato tenendolo sotto chiave in una cella.

- Salve! Si... lo spero anche io... - disse Matt con un leggero sorriso e sospirando appena
- Salve! Walter Priest! Come va la vita signor Winchester? Spero che quel drago e che tutta questa storia non sia frutto della mia immaginazione! Sa, ho appena finito un trip di acidi e...
- Walter! Penso che per il signor Winchester non sia molto rassicurante ciò che gli stai dicendo! - disse la dottoressa Black

Il dottor Priest si sedette davanti, mentre la dottoressa Black si accomodò nei sedili di dietro insieme al Seed. "Ma dove diavolo sono finito? Trip di acidi... andiamo bene." pensò Matt leggermente in ansia.

- Non preoccuparti... il dottor Priest ha dei modi di fare un po'... bizzarri, ma è un genio nel campo della magia e delle scienze naturali. - disse la dottoressa Black dando una pacca nella spalla al ragazzo
- Lo spero... - rispose Matt più a sé stesso che non alla donna
- Figliuolo! Forse potrei consigliarti di aprire la mente come faccio io! Sai, potresti venire a conoscenza di molti segreti sull'universo che ci circonda, sui vari mondi in generale e sulle scienze. C'è molto che ancora non comprendiamo di ciò che ci circonda e, nonostante abbiamo scoperto molte cose, ancora esse ci appaiono come un granello di sabbia nella grande spiaggia della conoscenza universale. - disse il dottor Priest

Matt si sbatté il palmo della mano sulla fronte, pensieroso. A lui non interessava conoscere gli infiniti segreti dell'universo, a lui importava solamente liberarsi di quel problema o di limitarlo.
***********
Il laboratorio del dottor Priest sembrava di un altro mondo rispetto alla capitale tecnologica in cui si trovava: una vecchia aula di chimica dell'università di ingegneria di Esthar era stata adibita a laboratorio. I molti scaffali, banchi e tavoli presentavano molte cartelle, macchinari dalla dubbia provenienza, ampolle e fiale di vetro contenenti vari liquidi colorati, cibo sparso (perlopiù dolciumi) dappertutto ed infine ciò che stupì maggiormente il Seed: una mucca di nome Gene.

- Una mucca?? Una mucca in un laboratorio? - esclamò stupefatto Matt osservando l'animale ruminare tranquillamente
- Non molti sanno che i geni delle mucche sono molto simili a quelli dell'essere umano, il che le rende dei soggetti alquanto utili per esperimenti genetici! Almeno, in sostituzione agli esseri umani e ovvio. - disse il dottor Priest con un sorriso

La mucca muggì e il dottor Priest batté le mani nello stesso momento.

- Bene! Dottoressa Black faccia accomodare il nostro amico...
- Vieni Matt... da questa parte!

"Ed ecco che ci siamo... speriamo bene!" pensò Matt tra sé e sé. La dottoressa Black lo fece sdraiare su un lettino con il poggia schiena rialzato e in quel momento notò gli occhi azzurri della donna. Erano molto chiari e molto belli, il che si intonava perfettamente al viso delicato e dolce della dottoressa. Il dottor Priest si avvicinò dopo essersi indossato un camice bianco e dei guanti in lattice, dopodiché avvicinò una grossa lente con delle luci per osservare meglio da vicino il ragazzo.

- Bene! Direi che possiamo cominciare... ora dovrai descrivermi con esattezza tutto ciò che ricordi di quando tu e Bahamut siete entrati in contatto! - disse il dottor Priest mentre esaminava le pupille del Seed

Matt spiegò del giorno allo Zoolab, di ciò che aveva scoperto durante il "viaggio mentale" a Reimse Mor e del fratello Dean.

- Interessante... ma non ricordo di aver mai sentito parlare di Dark Bahamut.
- Dark Bahamut è il nome che gli abbiamo dato io e...

Al solo pensare di Aura, il cuore gli si strinse. Ma non poteva più fare niente per recuperare il loro rapporto. Forse Matt era destinato a restare da solo.

- ... Aura.
- E questa Aura, come ha scoperto di Dark Bahamut? - disse il dottor Priest perplesso
- Tramite le sue particolari abilità che le permettono di percepire l'energia degli esseri viventi... e anche di quelli magici. - disse Matt alzando le spalle
- Affascinante... non sono molti in grado di utilizzare simili abilità. Ava! Prepara l'elettroencefalogramma! Proveremo prima di tutto a far uscire i poteri di Bahamut e poi...
- Poi cosa?
- Dovremo cercare un modo per far uscire i poteri di Dark Bahamut senza correre alcun pericolo per noi e per te! - disse il dottor Priest leggermente preoccupato

Far uscire Dark Bahamut? Ma era impazzito?

- Forse lei non sa con cosa abbiamo a che fare... Dark Bahamut è veramente potente e...
- Non preoccuparti... un problema per volta! - disse il dottor Priest mentre prendeva i sensori che la dottoressa Black gli stava porgendo - Ora alzati in piedi e cerca di tranquillizzarti... devo tarare lo strumento.

Matt si alzò in piedi e cercò di rilassarsi, cosa che in un primo momento gli risultò un po' complicata.

- Bene... adesso puoi trasformarti... - disse il dottor Priest esaminando il monitor

Le squame rivestirono tutto il suo corpo, mentre le ali si aprirono lentamente sulla sua schiena: dopo un paio di secondi, Matt era completamente trasformato, gli occhi azzurri e glaciali di Bahamut si sostituirono a quelli marroni del ragazzo.

- Mmm... tutto ciò è molto strano... - disse pensieroso il dottor Priest
- Cosa c'è? - disse Matt preoccupato
- Non so se conosci lo strumento che stiamo utilizzando, ma forse è meglio che ti spieghi per bene a cosa serve. Questo strumento ci consente di controllare l'attività elettrica all'interno del tuo cervello, il quale genera diversi tipi di onde cerebrali. Solitamente, alcune onde cerebrali in particolare le onde Theta, Sigma e Delta sono caratteristiche del sonno, mentre quelle Alpha e Beta della veglia, nonostante queste ultime si manifestino anche durante il sonno.
- Ok... vada avanti... - disse Matt cercando di capire le parole del dottore
- Il grafico nel monitor avrebbe dovuto segnalare sempre e solo un unica linea spezzettata per ogni onda, alcune continue in quanto assenti, ma invece presenta tre grafici. Uno è il tuo e presenta onde Beta, il secondo è di tipo Delta mentre il terzo è di tipo Beta... ciò che non capisco è, se uno dei due Beta è il tuo e l'altro e di Bahamut, il terzo di tipo Delta di chi è?

Matt lo guardò perplesso: non aveva capito un accidente.

- Ehm... potrebbe spiegare in parole povere? - disse Matt con un sorriso
- Ava, preleva un campione di sangue e una delle squame dopodiché, puoi anche tornare normale... non serve per il momento che sprechi ulteriori energie per rimanere in quello stato.

La dottoressa Black, dopo aver prelevato una squama e del sangue dal braccio di Matt, lo aiutò a togliere i vari sensori dell'elettroencefalogramma. Matt si sedette in una sedia, aspettando il verdetto del dottore.

- Mmm... non capisco...
- Dottore, vorrebbe spiegarmi che cosa non capisce e ciò che ha cercato di spiegarmi prima? - disse Matt un po' scocciato
- Scusami... vedi, come ti ho detto prima ci sono cinque tipi di onde cerebrali: Alpha, Beta, Theta, Sigma e Delta. Le prime si manifestano a picchi durante il sonno e in un soggetto sveglio ma a occhi chiusi. Le seconde in un soggetto sveglio e ad occhi aperti e si alternano con le alfa durante il sonno. Theta, Sigma e Delta si manifestano durante il sonno, precisamente poco prima di addormentarsi, nei primi minuti dopo essersi addormentati e durante il sonno più profondo.
- Ok... fin qui ci sono...
- Prima ti ho detto che c'erano tre grafici di onde cerebrali, due di tipo Beta e uno di tipo Delta. Perciò, supponendo che le Beta fossero le tue e di Bahamut, le Delta di chi sono? - disse ancora perplesso il dottore
- Mi sta dicendo che oltre alle mie onde cerebrali, le prime Beta, e a quelle di Bahamut, le seconde Beta, ci sono altre onde cerebrali di tipo Delta? Ovvero c'è qualcosa che dorme all'interno del mio corpo? - disse Matt con un sorriso
- Esattamente...
- Beh, se sono trasformato in Bahamut e non in Dark Bahamut presumo siano di Dark Bahamut le onde Delta. - disse il Seed alzando le spalle

Il dottor Priest rimase in silenzio per un po', battendosi l'indice della mano destra sulla guancia.

- Dovrò fare ulteriori test. Potrebbe essere come dici tu, ma finché non so di che natura siano i poteri di Dark Bahamut non posso darti una risposta.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
xthegame89x
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Ciò che ho sempre temuto
2/4
- Prima o poi scoprirà i tuoi inganni e in quel momento che cosa farai? Quando scoprirà tutto ciò che gli hai rimosso dalla mente, cosa farai?

Finì di parlare e pronunciare quella frase sembrò costargli un'immensa dose di energie. Bahamut era in ginocchio, quasi in fin di vita: dinnanzi a lui si ergeva la figura maestosa e pericolosamente potente di Dark Bahamut. Gli dava le spalle, come se ciò che il drago aveva da dirgli non fosse importante per lui.

- Quando scoprirà ciò che è avvenuto nel laboratorio di ricerca, non utilizzerà mai più i tuoi poteri anzi. Probabilmente il dottore riuscirà a espellerti dal suo corpo, lasciando solo me! - disse con un leggero sorriso stanco il re dei draghi
- Ancora parli? Non ti bastano tutte le torture che subisci ogni giorno? Vuoi forse averne altre? - disse Dark Bahamut sbuffando

Si voltò verso il suo alter ego buono e i due incrociarono i loro sguardi.

- Mi fai pena... ancora a sperare in qualcosa che riesca ad espellermi! Anche quel ragazzo, tutti questi sentimenti buoni, l'amore, l'amicizia... mi fanno venire il voltastomaco. - disse Dark Bahamut con un ghigno
- Son cose che non hai conosciuto e per questo le ripudi? - disse Bahamut sorridendo, dopo aver parlato tossì leggermente, del sangue colò dalle sue squame cadendo sul terreno freddo ai suoi piedi
- Son cose che ripudio? Non hai ancora capito niente, per questo sei più debole del sottoscritto! - disse Dark Bahamut, poi esplose in una fragorosa e malefica risata - La verità è che io non provo amore, non conosco amicizia e non so cosa vuol dire pietà. E sai perché? Perché mi rende forte! Non devo rendere conto a niente, a nessuno e soprattutto non mi fermo davanti a degli occhi da cucciolo!

Bahamut lo guardò per un attimo, chiuse gli occhi per qualche istante e poi rise leggermente.

- Cos'hai da ridere? Ti fa ridere tutto questo? E' questa la differenza tra me e te! La differenza della nostra forza!
- Presto capirai cosa vuol dire avere un'anima oscura come la tua... e fidati, questa non sarà la tua forza ma la tua più grande debolezza!
- Ah si? La mia più grande debolezza?? - Dark Bahamut rise maleficamente un'altra volta - Si certo... disse quello che ogni giorno è sotto tortura perché di animo puro!

Il re dei draghi stette in silenzio per qualche secondo, rise leggermente e perse i sensi.
**********
Matt si svegliò di soprassalto come se qualcuno gli avesse urlato nell'orecchio. Si guardò attorno e il suo sguardo cadde sulla sveglia nel comodino, che segnava le 3:21. Si portò una mano al viso, stropicciandoselo leggermente e sospirando. Cercò di ricordare che cosa stava sognando, ma era tutto vago e così confuso. Più cercava di raggiungere quel ricordo e più il ricordo gli sfuggiva via. Si alzò dal letto: la camera che gli avevano affidato era una vecchia stanza del laboratorio, adibita a camera da letto. Oltre a quella, vi era un'altra camera, dove dormiva il dottor Priest.

Si diresse in bagno e il suo viso stanco e leggermente provato dal sonno gli restituì lo sguardo. Girò la manovella del lavandino, lasciando che l'acqua tiepida riscaldasse le sue mani. Chiuse gli occhi per qualche secondo, cercando di ricordare perché si fosse svegliato così all'improvviso e anche spaventato. Solitamente succede per qualche incubo, un brutto sogno o un rumore improvviso ma era certo che si trattasse di un brutto sogno. Ma allora perché non ricordava niente? Eppure gli incubi sono più facili da ricordare dei bei sogni.

Chiuse l'acqua e si diresse nel laboratorio. I monitor spenti riflettevano la luce lunare nella stanza, mentre qualche stella, coraggiosa in quella notte nuvolosa, si affacciava insieme a quel disco luminoso che tanto aveva ispirato poeti e poetesse nello scrivere i loro versi. Gene muggì. Matt si voltò e sorrise: ancora stentava a credere, nonostante il vero motivo fosse logico, di vedere una mucca all'interno di un laboratorio. Si avvicinò lentamente e accarezzò il manto morbido della mucca.

- Cosa sono in realtà? Sono forse... un mostro? - sussurrò Matt

La mucca continuò a ruminare tranquillamente, mentre il Seed continuò ad accarezzare il suo manto.

- Forse... non posso privarmi di Dark Bahamut... forse, sono destinato a conviverci per sempre...

Un gufo tubò all'esterno delle finestre, mentre spiccava il volo nella notte sempre più profonda.

- Forse... sono destinato a restare solo... prima mio fratello, poi Lilian ed infine Aura... tutti quelli che amo prima o poi mi abbandonano o peggio... ma non voglio che muoia nessun altro. Ne Aura, ne Egil, ne nessun altro del Garden. Se qualcuno deve morire... quello sarò...
- Matt, che ci fai sveglio a quest'ora?

Il dottor Priest, in una vestaglia color porpora, lo guardava perplesso e mezzo assonnato dagli scalini vicino all'entrata.

- Ho... fatto un brutto sogno. - rispose Matt alzando le spalle
- Beh... i sogni sono solo una serie di immagini di cose che abbiamo già vissuto... forse, c'è qualcosa di cui hai paura?
- Ci sono molte cose che temo... ma purtroppo non ricordo cosa ho sognato.
- Nemmeno un'immagine? Una semplice immagine come un fotogramma leggermente sbiadito?
- No... niente.
- Mmm... strano.

Cosa c'era di strano nel non sognare niente? In fondo, gli capitava anche prima di avere Dark Bahamut dentro di sé.

- Cioè? Mi è già capitato di non sognare niente...
- Dubito che ti sia capitato anche oggi, per due semplici motivi. Il primo, il più banale, è che non puoi non sognare. E' il metodo che usa la nostra mente per ricaricare le batterie. Il secondo è che, senza sogno, non mi spiego il perché tu ti sia svegliato nel cuore della notte e, notando la stanchezza sul tuo viso e nei tuoi occhi, penso ti stia capitando molto spesso e di recente!
- Ora che mi ci fa pensare... si, riesco a dormire giusto qualche minuto, intervallato a circa un'ora di veglia prima di riaddormentarmi. Ciò mi succede da quando sono tornato al Garden senza ricordare dove fossi andato.
- Ovvero? Questa non me l'hai raccontata... - disse perplesso il dottor Priest
- Qualche giorno fa, sembra che abbia lasciato il Garden senza dirlo a nessuno. Un viaggio in solitario. Peccato che mi abbiano trovato privo di sensi davanti al Garden e senza ricordarmi il ben che minimo particolare del luogo in cui sono andato. - disse Matt alzando le spalle

Il dottor Priest parve ancor più confuso. Si batteva ritmicamente l'indice della mano destra sulla guancia, mentre poggiava il palmo della mano sul mento, con fare pensieroso.

- Mi dica qualcosa! - disse Matt sorridendo
- Ho molte teorie al riguardo... ma non so quale di esse sia fattibile.
- Quello l'avevo intuito... ma...
- Niente ma! Per il momento credo che tu abbia bisogno di una bella dormita... tieni, prendi questo. - disse Walter porgendogli una fiala di liquido ambrato - Ti farà dormire un sonno tranquillo di almeno otto ore... quindi - guardò velocemente il suo orologio - ti sveglierai alle undici e mezza! In tempo per il risultato delle analisi!

Matt prese la fiala, guardò il dottore ed infine la fiala.

- Aspetterò domani mattina allora...

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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
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Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
Leonheart88
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Re: FanFic Garden

Messaggio da Leonheart88 »

Kalos
E finalmente era arrivato il gran giorno, oggi sarebbe entrato nella compagnia mercenaria Kalos!
O almeno era così che sperava andasse.
Come ogni anno era arrivato il giorno dedicato ai reclutamenti, alla scoperta di nuove leve volontarie che potessero dare il massimo all’interno degli squadroni della compagnia.
Leon voleva, doveva, essere uno di quelli.
La compagna Kalos era il massimo a cui poteva aspirare qualunque ragazzino, una schiera di soldati quasi invincibili, che portavano a termine missioni rischiose venendo lautamente pagati. Non avevano paura di sporcarsi le mani quando ce n’era bisogno ma che rifiutavano a priori missioni che andassero contro i propri principi.
Accettare solo missioni in cui il contraente, secondo loro insindacabile giudizio, stava dalla parte del giusto. A quel punto tutto si sarebbe fatto fino a che la giustizia non avrebbe trionfato. Sommario o ufficiale poco importava. Era questo il mantra della compagnia.
I mercenari Kalos erano considerati quasi dei miti tra la popolazione dei villaggi (o almeno tra quelli che lui conosceva), inoltre tutte le donne bramavano per loro.
Era per questo che Leon, da poco compiuti quattordici anni, aveva deciso che fare il mercenario era il lavoro della sua vita. Fare del bene e vivere bene.
Ancora non aveva idea di quanto si sarebbe sbagliato.
Si poteva entrare ufficialmente a far parte della compagnia una volta compiuti i sedici anni, ma gli arruolamenti avvenivano dai quattordici in su. Due anni era il tempo considerato necessario per affinare le tecniche dei ragazzi prescelti prima di mandarli in prima linea.

I reclutamenti si tenevano nel paese vicino al suo, di dimensioni leggermente maggiori e considerato il punto di riferimento per chi volesse, nella zona, tentare di entrare nella compagnia.
Sembrava però che tutto il continente si fosse dato appuntamento li. Migliaia di persone erano assiepate all’interno della piazza del mercato e nelle vie circostanti. La maggior parte di loro erano semplici curiosi che volevano divertirsi un pomeriggio guardando uno spettacolo diverso ed interessante. Poi era presente una cerchia di individui, di piccole medie dimensioni, che si occupavano del giro di scommesse, ufficiali e clandestine, che caratterizzava tale tipologia di reclutamenti.
Perché con reclutamenti si intende, battaglie, ossa rotte e perché no ogni tanto qualche morto.
Leon si diresse al classico banchetto per le iscrizioni, dove gli venne comunicato come si sarebbero svolte le selezioni.
Al mattino tre incontri eliminatori uno contro uno. Per testare la preparazione individuale.
Al pomeriggio tutti contro tutti nell’arena principale, per testare gli aspiranti sotto tutti gli aspetti.
Più che un reclutamento sembrava un circo.
E loro erano gli animali.

Al mattino non ci fu nessun problema.
In tutti i combattimenti della giornata era previsto l’utilizzo di spade smussate di medie dimensioni, non si poteva uccidere volontariamente l’avversario. Ma gli incidenti erano previsti e accettati.
Non si poteva ad esempio decapitare l’avversario disarmato, ma se si trafiggeva da parte a parte il nemico per difendersi da un colpo nessuno avrebbe avuto da ridire.
Il primo sfidante era un ragazzino appena quattordicenne, come lui però del resto, di cui però Leon non era sicuro avesse mai tenuto una spada in mano prima di quel giorno. Si muoveva con la spada come un contadino fa con la propria zappa. Leon ci mise giusto qualche minuto a sorprenderlo, fargli volare via la spada di mano e a provocargli un grosso livido sul costato con il piatto della lama smussata.
Il secondo era già più bravo ma non abbastanza. Dopo un combattimento di neanche cinque minuti l’avversario fu sconfitto.
Il terzo. Era un ragazzino proveniente dal suo stesso villaggio. Figlio di un paio di signorotti del suo stesso quartiere. Nonostante tutti gli addestramenti a cui lo avevano sottoposto i genitori era poco meno che mediocre. E si credeva invece un combattente provetto.
Leon lo aveva sentito molte volte vantarsi di come sarebbe diventato il futuro comandante dei mercenari. Di come loro avessero già provato a ingaggiarlo ma ricevendo sempre un netto rifiuto da parte sua. Ora era il momento di mettere le cose in chiaro.
Avrebbe potuto concludere l’incontro già al primo assalto, la sua guardia era inesistente, Leon avrebbe benissimo potuto disarmarlo con un fendente e puntargli la lama alla gola. Ma non ci sarebbe stato divertimento.
Impiegò un quarto d’ora a batterlo. Prima iniziò a ferirgli le braccia e le gambe con tagli più o meno profondi, poi passo al costato, facendo penetrare la lama solo di qualche centimetro. Poi la spada dell’avversario cadde, Leon buttò a terra la sua e passò i cinque minuti successivi a prenderlo a calci e a pugni. Poi finalmente lo buttò a terra mettendo con un calcio nelle parti basse fine all’incontro.

Il vero scontro era al pomeriggio.
Erano rimasti in 24, tutti desiderosi di vincere. Fortunatamente per lui non tutti erano forti quanto lui.
Dopo il segnale di inizio Leon si lanciò all’attacco di un gruppo di tre ragazzini intimoriti da tutta la gente presente ad assistere allo scontro. Un fendente mandò in crisi il primo, che arretrò di qualche passo oscurando la vista al secondo, un calcio ben piazzato nello stomaco del primo ed entrambi caddero a terra. Si girò velocemente su se stesso per parare il colpo del terzo, deviò la sua arma verso l’esterno per poi colpirlo con un tondo direttamente al petto, neanche il tempo di vederlo accasciare che Leon fu di nuovo sui primi due, che nel frattempo si stavano alzando, con un colpo di manico colpì il primo alla testa mandandolo KO, e con un fendente alla coscia destra rimasta scoperta mise fine anche alle speranze di vittoria del secondo.

Dieci minuti di combattimento e rimasero in cinque.
Leon aveva trovato due validi alleati, con loro aveva sconfitto tutti quelli che si erano provati ad opporre.
Un fendente verso il basso diretto alla coscia sinistra.
Un montante diretto alla spalla destra.
Un tondo verso il costato sinistro.
L’avversario riuscì a pararsi solo dal primo. Cadde a terra ferito ed esanime.

Rimasero in quattro.
Leon non ebbe neanche bisogno di combattere, i suoi due compagni attaccarono contemporaneamente mentre lui si sincerava che l’avversario precedente non fosse in grado di combattere.
Si colpirono tutti contemporaneamente. Due caddero al suolo.

Rimasero in tre. No in due.

Leon e Rick si squadrarono. L’uno di fronte all’altro, ognuno era conscio del valore dell’altro.
Fecero per scattare l’uno verso l’altro quando un fischio risuonò nell’arena.
I giochi erano finiti.
Entrambi avevano passato le selezioni, il consiglio della compagna aveva deciso che entrami erano meritevoli di passare il turno.

La sera stessa Leon venne convocato da Minos, addestratore della compagnia.

“Per i prossimi due anni sarai al mio servizio. Qualunque cosa ordinerò tu eseguirai. Qualunque ordine io ti darò tu lo farai. Al minimo cenno di disobbedienza tu sarai fuori. Mi sono spiegato?”
“Sissignore”
“Voglio per domattina un campione delle tue urine, del tuo sangue e del tuo sperma. Dobbiamo assicurarci del tuo stato di salute. Non sono previste domande”
“Sissignore”

……………………………………………………………………

“Ecco, dodici campioni completi di sangue, urine e sperma, provenienti come da lei richiesto da ragazzi dai quattordici ai diciotto anni”
“Eccellente”
“Posso chiederle signora perché si è rivolta a noi?”
“Siete una delle compagnie migliori in circolazione, chiunque entri da voi è sicuramente una persona in gamba, e a me servono GENI così”
“Ma cosa ne vuole fare?”
“Esperimenti. Il resto non ti compete”
“Capisco. Arrivederci Anziana De Garde”
xthegame89x
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Ciò che ho sempre temuto

3/4
Beep. Beep. Beep. Beep. Beep...

"...ma si può sapere che cos'è questo rumore fastidioso?" pensò Matt sbadigliando sonoramente e aprendo gli occhi. La sveglia sul comodino stava suonando e Matt vide che erano arrivate le undici e mezza in punto. L'aveva messa lui per quell'ora ma, in quel momento, si odiava per averlo fatto. Con un colpo secco, fece smettere di suonare alla sveglia e si alzò dal letto. Il sole filtrava attraverso le persiane delle finestre, formando delle linee luminose orizzontali sul pavimento.

Dal laboratorio arrivavano delle notte jazz, suonate presumibilmente da un grammofono: ascoltare e vedere un grammofono ad Esthar era qualcosa di incredibile, là dove la tecnologia aveva fatto molti passi in avanti. Si vestì velocemente e uscì dalla sua camera. Il dottor Priest era intento a muoversi a ritmo con la musica lenta che usciva da quell'oggetto antico, mentre la dottoressa Black scuoteva la testa con un sorriso.

- Matt! Buongiorno! Se hai fame, ho appena munto del latte da Gene e l'ho messo in frigo! - disse il dottor Priest con un gran sorriso non appena lo vide
- No grazie... credo che mangerò qualcosa dopo. - rispose sorridendo il Seed
- Come preferisci! Hai dormito bene?
- Si, direi di si... dottor Priest, gli esiti? - disse preoccupato Matt
- Vediamo... il tuo sangue è nella norma, anche se ho trovato un'alta concentrazione di globuli bianchi ma presumo sia un effetto collaterale della tua trasformazione. Per quanto riguarda la squama, appartiene alla stessa pelle coriacea di Bahamut.
- Quindi è tutto nella norma?
- Per quanto riguarda sangue e pelle, direi di si... ora però, volevo scoprire ciò che è successo con l'elettroencefalogramma ieri mattina. Oltre a questo, volevo dare spiegazione a ciò che ti è successo quando sei mancato dal Garden e scoprire il perché tu non ti ricordi niente.
- Perfetto... come voleva fare?
- Con l'ipnosi.
**********
Dean Winchester aveva affrontato molte creature strane e pericolose in tutta la sua vita ma, in quel frangente, pensò che forse la creatura più temibile ce l'aveva di fronte. O forse no? Forse il futuro gli stava preservando uno scontro ancora più epico. Fatto sta che il possente re dei draghi dinnanzi a lui, lo stava mettendo a dura prova e lui, essendo uno dei migliori Seed del Garden di Balamb, era in difficoltà ma niente riusciva a demotivarlo. Quel guardiano doveva essere suo, a tutti i costi.

- Ragazzo. Sei uno dei pochi contro cui ho combattuto che posso dire riesca a tenermi testa! Sei veramente in gamba. - disse sorridendo il re dei draghi
- Grazie. Se vuoi dopo ti invito a uscire, magari balliamo anche un lento..

Il drago si limitò a sorridere e si lanciò all'attacco con le unghie e con i denti, anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di artigli e zanne. Il Lion Heart di Dean roteò velocemente, riuscendo a parare il colpo del drago e ad infliggergli una bella ferita nel petto. La lama luccicava del sangue del drago, mentre quest'ultimo ringhiò per il dolore e scatenò le fiamme sul ragazzo. Ifrid apparve quasi all'istante, frapponendosi tra il ragazzo e le fiamme, assorbendole.

- Ifrid!
- Bahamut!
- Dean! - disse Dean con un sorriso

I due guardarono il Seed, perplessi.

- Ifrid, scatena l'inferno. - disse Dean alzando le spalle

Bahamut scatenò il suo attacco più potente, il Megaflare. Inutile dire che, nonostante Bahamut subì qualche danno da parte dell'attacco del demone del fuoco, Ifrid scomparve subito dopo l'attacco devastante del drago, il quale lo colpì in pieno. Entrambi i contendenti erano allo stremo delle forze.

- Devo ammetterlo. Nonostante sapevo della tua forza, direi che mi stai facendo sudare più di sette camicie. - disse Dean con un mezzo sorriso, tra un respiro affannoso e un altro
- Ah si? Sei troppo spiritoso secondo me, ragazzo. Però hai stile.
- Già, me lo dicono in tanti. Specialmente le donne!

Dalle fauci squamose del drago, uscirono potenti fiammate in direzione di Dean. Il ragazzo fece un balzo laterale, con le ultime energie che gli erano rimaste, e utilizzò una magia Aura. Le forze per eseguire il suo attacco più potente ruggirono impetuose all'interno del suo corpo, inondandolo di adrenalina. Prese la rincorsa e cominciò a colpire il re dei draghi con la lama del suo Lion Heart. Il drago riusciva a malapena a difendersi dagli innumerevoli fendenti che stava scatenando Dean: a fine attacco, sia Dean che Bahamut erano coricati a terra, esausti.

- Ben fatto... sei uno dei pochi che è riuscito a sconfiggermi... sarà forse quella lama che porti la mia spina nel fianco? - disse Bahamut scomparendo tra vortici di luci e ombre

Il Seed venne inondato di una nuova forza, più potente di quella di Ifrid e più pericolosa. Si alzò lentamente da terra, reggendosi inizialmente su un ginocchio ed infine sui suoi piedi. Prese una Megapozione dallo zaino e la bevve come se fosse stata acqua nel deserto. Qualcosa attirò la sua attenzione. Fu un rumore sordo, pensò di esserselo immaginato. Poi un sussurro, una corrente d'aria gelida gli fece rizzare i radi peli sul collo. Alzò il Gunblade, puntandolo verso il buco nel pavimento che portava ai piani inferiori. C'era qualcosa nel buio sotto i suoi piedi che lo osservava. Mosse qualche passo verso l'apertura, mentre il suo cuore accelerava i battiti.
**********
- Siamo pronti, dottoressa Black? - disse il dottor Priest dopo aver collegato l'ultimo sensore dell'elettroencefalogramma
- Ecco qua... - disse lei porgendogli una piccola siringa
- Non vorrà pungermi con quella?? - disse Matt guardandola in cagnesco
- Ehm... non avrai paura degli aghi?
- Si! Esattamente!
- Non sentirai niente, Matt! Sarà veloce! - disse il dottor Priest

La siringa perforò la pelle del Seed, che in effetti non sentì tanto dolore. Subito dopo essere passata quella per la siringa, una nuova paura si affacciò alla mente del ragazzo: cosa gli stava iniettando il dottore?

- Dottore... che cosa mi sta...

Sentì i sensi cominciare ad intorpidirsi e fu come essere immerso in una grande vasca di acqua calda e profumata. Il dottore sorrise leggermente, mentre gli effetti della sostanza iniettata nel braccio del Seed cominciavano a fare effetto.

- Non ti preoccupare.. l'effetto svanirà tra qualche ora. Ora ascoltami attentamente... Chiudi gli occhi. Ora comincerò a contare. Quando il conto arriverà a uno, voglio che tu li riapra e mi dica tutto ciò che vedi. 5... 4... 3... 2... 1. Matt mi senti?
- Si...
- Voglio che tu mi descriva bene il luogo in cui ti trovi...
- Mi trovo al Garden... nella mia stanza...

La voce di Matt era lenta e, nonostante avesse gli occhi aperti, parve vedere altre cose rispetto a quello che aveva intorno a sé.

- Sei da solo? O c'è qualcuno con te?
- Sono da solo...
- Descrivi la stanza, vedi qualche oggetto in particolare? E' giorno o notte?
- La mia stanza è in ordine... il letto è rifatto, l'armadio è chiuso... la valigia del Gunblade e sopra l'armadio... la finestra è aperta...
- Bene! Vai alla finestra e descrivimi cosa vedi. - il dottor Priest osservò i dati nel monitor davanti a lui

Passò qualche istante prima che Matt rispondesse, durante il quale il dottor Priest continuò ad osservare attentamente il monitor.

- E' sera inoltrata e davanti alla finestra c'è... un momento. La mia stanza è scomparsa!
- Dove ti trovi adesso?
- In.. una foresta... fa sempre più buio e la temperatura sta scendendo... c'è una tenda, davanti ad un fuoco... e...

Improvvisamente Matt finì di parlare. Un leggero tremito scosse il suo volto, chiuse gli occhi. Quando li riaprì erano di una tonalità simile al nero pece, dove anche la cornea aveva assunto quel colore.

- Matt. Matt! Mi senti? - disse il dottor Priest scuotendolo
- Non sono Matt. Chi è che sta tentando di farsi gli affari miei? - disse Matt con una strana voce roca
- Con chi ho il piacere di parlare?
- Con qualcuno che ti ucciderà se non smetti di ficcare il naso dove non devi! Ma.. che succede?
- Sai... non sono stupido. Vanto un quoziente molto superiore alla media ragazzo o creatura che risiedi dentro di lui...
- Cosa mi hai fatto?

Il dottor Priest osservò nel monitor e sorrise soddisfatto, mentre la dottoressa Black osservava il ragazzo preoccupata.

- Bene... perfetto! Direi che abbiamo l'onore di conoscerti... vero Dark Bahamut?
- Dark Bahamut? Ancora con questo nome? - disse Matt sbuffando
- No? E allora qual è il tuo nome?
- Voi... so cosa state tentando di fare! Ma non ci riuscirete e appena riuscirò a trasformarmi io..
- Tu cosa? Credi che riuscirai ad ucciderci? Forse non potrò toglierti dal corpo del ragazzo, ma perlomeno riuscirò a bloccarti dentro di lui! - disse il dottor Priest sorridendo

L'essere oscuro rise maleficamente, una risata paurosa e malvagia.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
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LE PERLE DI SAGGEZZA DEL GRUPPO DEL GC SU FB
Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
xthegame89x
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Re: FanFic Garden

Messaggio da xthegame89x »

Ciò che ho sempre temuto

4/4
- Non hai ancora capito che ogni tuo tentativo di rimuovermi dal corpo del ragazzo è inutile? - disse Matt con un ghigno sul viso

Il dottor Priest non parve preoccupato da ciò che aveva appena detto Dark Bahamut tramite la voce di Matt. C'era qualcosa che gli sfuggiva, qualcosa che poteva fare per risolvere la situazione ma aveva poche informazioni. Non conosceva la creatura dentro il ragazzo, non conosceva come essa si era insediata dentro il suo corpo: non conosceva troppe cose e, per il momento, non poteva risolvere la situazione.

- Qual è il tuo nome? Se non è Dark Bahamut, allora qual è?
**********
I suoi passi riecheggiarono rumorosi nella sala, mentre si arrampicava lungo un cavo sul muro per raggiungere il piano inferiore. Non sapeva il motivo per cui stava esplorando quel luogo con le poche forze che aveva in corpo. Era molto rischioso ma da molto tempo quel luogo era stato abbandonato dai mostri, il che era molto strano. Aveva sentito molte storie sul Centro di ricerche, ma molte erano inverosimili. Il primo piano interrato era illuminato fiocamente da una luce posta all'altro capo della stanza, che Dean identificò in un monitor di un computer. Mosse qualche passo verso il monitor ma qualcosa lo bloccò: nel buio a pochi passi da lui, qualcosa si era mosso: era qualcosa di vivo, che sembrava respirare lentamente.

- Fira! - esclamò Dean improvvisamente

Le fiamme esplosero violente a pochi passi dal muro, illuminando la stanza a giorno: un fumo nero, un denso fumo nero vorticava sopra la sua testa, mentre dei leggeri lampi di colore simile al rosso lo attraversavano. "Oh ca..." pensò Dean. Non perse tempo, cercò disperatamente di raggiungere il piano superiore.

- Dove credi di andare? - disse una voce

Dean si bloccò. Dietro di lui era appena apparsa una persona, un bambino dai capelli neri e leggermente lunghi, gli occhi verdi e la carnagione leggermente scura. Il Seed lo guardò perplesso: da dove diavolo era spuntato fuori?

- E tu chi saresti? - disse Dean stupefatto
- Ho molti nomi e nessuno di essi darebbero una risposta esaustiva a ciò che mi hai chiesto. - disse il bambino guardandosi le unghie delle mani con noncuranza
- Ah si? Allora te e i tuoi nomi potete anche andare al diavolo. Addio! - disse Dean muovendo qualche passo verso l'uscita
- Forse non hai capito con chi hai a che fare... - disse il bambino e improvvisamente apparve davanti all'uscita

"Come diavolo..." pensò Dean perplesso.

- Tu hai un fratello, Matt o sbaglio?
- Sono figlio unico e orfano di entrambi i genitori! - disse Dean con un sorriso sul viso
- Immagino... ma vedi, riesco a leggerti la mente e non vorresti che accadesse qualcosa a Matt giusto? Qualcosa di male...
- Non so chi sia questo Matt.. penso che tu stia sbagliando persona! - disse Dean alzando le spalle
- Ascoltami bene Dean Winchester, figlio di Jonh e Mary Winchester! So molte cose sul tuo conto e sulla tua famiglia! Non prendere in giro uno come me! - disse il bambino

Improvvisamente i suoi occhi divennero completamente neri. In quel momento, Dean capì.
**********
Dark Bahamut rise, con la sua solita risata malefica.

- Il mio nome non ha importanza. Ho molti nomi e solo una persona aveva capito che cosa fossi in realtà. Ma voi no... solo lui era riuscito a bloccarmi dentro la sua testa e, per quanto possa essere assurdo, nella testa del ragazzo. Finalmente sono riuscito a liberarmi, diciamo che il blocco che aveva messo in quest'involucro di carne non aveva di certo la stessa potenza in grado di contrastarmi. Si trattava di Bahamut!
- Ho capito cosa sei... Matt! Adesso farò lo stesso conto alla rovescia e all'uno tu tornerai indietro. 5... 4... 3... 2...
- Nonostante tu abbia capito, non servirà a niente...
- 1...

Matt chinò il capo, come se fosse addormentato. Sbuffò e rialzò la testa, guardandosi attorno confuso.

- Che... è successo? - disse Matt
- Ragazzo mio... temo di non poterti aiutare. Non in questo momento e con le conoscenze a mia disposizione.
- Che cosa? E io per cosa sarei venuto qui?? - disse il ragazzo infuriato
- Per capire che cosa portavi dentro... ma non è una branca della scienza e della magia che è di mia competenza. Devi trovare una persona, si chiama Robert Overlord.
- E perché? Cos'è che ho dentro di me e che lei, un esperto scienziato di Esthar, non può eliminare? - disse stupefatto Matt
**********
- Te sei un demone antico. Forse uno dei sette fratelli. Ma non eravate tutti morti?
- Che sciocco... non puoi essere così stupido. Non esiste arma o persona in grado di ucciderci.
- Ah si? E allora dimmi... come mai in tutti questi anni tu sei qui da solo mentre i tuoi cari fratellini non ci sono più? - disse Dean con un sorriso

Improvvisamente, il Seed fu scaraventato da una forza invisibile al muro. Il bambino mosse qualche passo verso Dean, lentamente, come se gustasse quella situazione appieno.

- Forse.. non hai ancora capito con chi hai a che fare, vero Dean? Ucciderti sarebbe troppo semplice e troppo stupido... forse ho in mente qualcosa per te...

Improvvisamente, divenne fumo nero e, con violenza inaudita, si infilò nella bocca del Seed mentre questi urlava sia dal disgusto che dal dolore. Dean si inginocchiò, ansimante.

- Ma che diavolo... è successo? Che cosa ci faccio qui sotto? - disse Dean perplesso guardandosi attorno

La navetta all'esterno del centro di ricerche lo aspettava per tornare a casa. Aveva fatto presto, in fondo era stata una missione abbastanza veloce. Ma Dean non sapeva cosa stava portando indietro oltre a Bahamut.
**********
Il dottor Priest spiegò al Seed tutto quello che aveva dedotto da quella seduta di ipnosi, del demone e di ciò che aveva fatto qualcuno per lui bloccandolo all'interno della sua testa. Matt restò leggermente perplesso ma alla fine capì: Dean.

- Dean... è stato lui a bloccarlo dentro di me. Ma come ha potuto farmi entrare una cosa del genere? - disse stupefatto Matt
- E' una teoria ma credo che sia andata così... tu mi hai detto che tuo fratello ha dato la sua vita donandoti il suo cuore per te e che, in quest'azione, ti abbia trasferito i poteri di Bahamut. Penso che in quel momento Dean non sapesse della presenza di questo demone ma che l'abbia scoperto più avanti, forse poco prima che tu ti svegliassi dopo l'intervento. Mi hai anche detto che durante la permanenza a Reimse Mor, tu hai visto tuo fratello... credo che parte dell'energia di tuo fratello, insieme a quella di Bahamut abbiano tenuto la forza del demone sotto chiave ma, col tempo, questa forza si è liberata. Prima tramite i poteri di Bahamut e poi, quando è stato abbastanza forte, tramite quelli di Dark Bahamut. Bahamut è un guardiano, lo evochi non ti tramuti in lui... - disse il dottor Priest

Matt cercò di assimilare tutte le informazioni: Dean era stato colpito dal demone ma, evidentemente, non ricordava niente di tutto questo. Durante l'operazione, ha chiesto espressamente al re dei draghi di proteggere il fratello ma, in quel gesto, ha trasferito anche l'anima malvagia di quel demone inconsapevolmente. Fino al giorno in cui scoprì di avere i poteri del re dei draghi, Bahamut e l'energia di Dean avevano tenuto a bada il demone dentro di lui, evitando che questi fuoriuscisse. Finalmente tutto aveva un senso.

- Quindi devo cercare questo Robert Overlord... - disse Matt sospirando
- Esattamente... temo che sia l'unico in grado di risolvere il tuo problema.
Spoiler
Ora Matt conosce l'entità che ha dentro di sé, come c'è arrivata è ancora un mistero per lui, anche se sa che è per via dell'operazione avuta per salvarsi la vita. Il demone verrà sempre chiamato Dark Bahamut, in quanto non ha ancora rivelato il suo vero nome e, per quanto riguarda le trasformazioni, Matt non utilizzerà i poteri di Bahamut almeno fino a che non incontrerà Robert Overlord! Questo è tutto! Spero vi sia piaciuta ;)

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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

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Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
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Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
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Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
Leonheart88
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Re: FanFic Garden

Messaggio da Leonheart88 »

REDENZIONE
Susan Boates era una donna di circa trent’anni. Alta, magra, bionda.
Una gran bella donna, una di quelle che ti gireresti a guardare incrociandola in strada, ma lei questo lo sapeva e non si faceva problemi ad utilizzarla come un’arma a proprio vantaggio.
Ma Susan non era solo questo, solo uno stolto o uno sprovveduto si sarebbe potuto fermare alla superficie dell’iceberg con lei, sottovalutarla cedendo allo stereotipo della donna bionda e oca significava andare incontro, nel migliore dei casi, a una morte prematura.
Leon la vide uscire dal ristorante, ovviamente quello più alla moda e più caro della città, accompagnata dal bellimbusto di turno. Minigonna, tacco a spillo, corpetto. Un puttanone molto, ma molto pericoloso.
Anziana, si fa per dire, Boates Susan. Membro del consiglio degli anziani del Garden Supremo. Una pazza psicopatica assassina. E andava fermata.
Li vide andare in albergo, uno diverso per ogni amante. Le sue prenotazioni non duravano mai più di due giorni, e già questo accadeva molto di rado, tutti ovviamente quattro o cinque stelle tutti sul conto dell’Ordine. Scopare veniva equiparato ad una missione conoscitiva e perciò degna di una adeguata copertura. Ma questa piccola truffa, conosciuta da tutti, non era niente rispetto al resto.
Salirono nella stanza senza sospettare di niente, si sentiva troppo potente per circondarsi di guardie o comunque per prendere qualunque tipo di protezione.
A eccezione del preservativo, ovvio.
Aspettò i canonici dieci minuti per non rischiare di non interromperli, non c’è niente di maggiormente debilitante per un uomo che essere interrotto nel mentre. Leon aprì lentamente la porta coperto da un passamontagna, grazie alle mappe della stanza individuò subito il letto, sorprese il malcapitato di turno e con un colpo in testa ben assestato lo rese inerme prima ancora che avesse il tempo di uscire.
Restava lei. Lasciarle il tempo di reagire era davvero stupido. Pur nuda e disarmata rimaneva comunque dannatamente pericolosa. Si era fatta strada all’interno della gerarchia svolgendo sul campo e in prima linea le missioni più pericolose. Infiltrarsi nelle file del nemico, sedurre il capo e ucciderlo nel modo più crudele e cruento possibile era ormai la sua specialità.
Estrasse il cloroformio e agì prima che la donna avesse il tempo di muoversi. Pochi secondi e smise di lottare.
Ora arrivava la parte divertente.
La vide riprendere lentamente conoscenza, i muscoli ritornare a muoversi, gli occhi aprirsi confusi, immediatamente capì.
“Lasciami andare o sei morto” Sibilò
“Già perché se lo facessi quanto ci metteresti a mettere sulle mie tracce l’intero corpo Seed? AnzianaBoates?” Leon sottolineò particolarmente il suo titolo.
“Cosa vuoi?”
“Ti direi giustizia ma sarebbero solo parole, invece voglio ottenere qualcosa in cambio di quello che hai fatto.”
Leon estrasse dalla tasca un foglio.
“Sei accusata dei seguenti crimini” La sua voce era neutra “sta a te decidere se confessarne l’operato o meno, diciamo che ci manca solo l’assoluta certezza”
Susan rise.
Era una risata lugubre, malvagia, quasi terrificante.
“E credi davvero che io confesserò i miei crimini? Mi reputi così idiota?”
Susan era una ragazza di trent’anni.
Bella, molto bella.
Nessun uomo sarebbe riuscito a farle seriamente del male.
A torturarla.
Fino ad oggi.
“Ho bisogno di una tua confessione scritta… per cui ti anticipo già che due dita te le risparmio”
Leon prese una tenaglia dalla valigia che si era portato, la strinse con delicatezza intorno al dito mignolo della mano sinistra della donna, legata alla sedia, e schiacciò.
Non un urlo uscì dalla donna mentre il dito cadeva a terra in una pozza di sangue creatasi istantaneamente.
“str***o bastardo non avevi detto che prima mi avresti fatto delle domande?” Disse la donna sorridendo sprezzante.
“Consideralo un regalo bonus per farti capire che non sto scherzando”
Leon in un certo verso la ammirava, certo quello che aveva fatto meritava la più atroce delle morti, ma il fatto di non aver paura, di sorridere sprezzante di fronte ad una morte certa, non poteva che colpirlo positivamente.
Susan Boates sicuramente aveva del coraggio da vendere. E toccava a lui spezzarglielo.
“Prima domanda: confessi di aver avvelenato i figli del generale colonnello Murphy, ora in pensione, allo scopo di spingerlo a lasciare il consiglio? Matias, di nove anni, e Beatrix, di sei”
“Hanno mangiato dei funghi avvelenati lo sanno tutti…” disse ridendo
Stock.
Un secondo dito cadde al suolo, il mignolo della mano destra.
Lentamente Leon prese un accendino e cauterizzò con la fiamma viva la ferita, non poteva rischiare morisse dissanguata.
Nessun urlo neanche stavolta.
“Fottiti bastardo”
Prese un martelletto, lo portò vicino ai piedi dell’anziana. Il pollice esplose in una nuvola di sangue e frammenti d’osso.
Susan stava per cedere, il dolore si stava facendo insopportabile, il cadetto non aspettò che si riprendesse, colpì stavolta le ultime due dita del piede destro. Altro sangue dipinse il pavimento.
“…confesso”
“Raccontami come hai fatto” le informazioni erano top secret, solo l’assassino poteva esserne a conoscenza, sarebbe stata una prova definitiva.
“Li ho seguiti mentre andavano a funghi nel bosco vicino alla loro tenuta, facevo sesso da due settimane con il cuoco per entrare senza problemi, ho sparso un veleno inodore ed insapore sui funghi. Poi due giorni dopo la loro morte ho ucciso il cuoco impiccandolo, facendo credere si fosse suicidato per aver cucinato i funghi velenosi senza averli riconosciuti.”
“Firmalo”
Le passò una penna nella mano destra e le porse un foglio già debitamente compilato di tutti gli avvenimenti. Sistemò il foglio appena sotto la mano destra legata. Susan firmò.
E uno.
“Questa te l’ho lasciata, alla fine bisogna pur far vincere i più deboli”.
“Troppo onorato”
Leon sorrise e si diresse verso il frigo, prese una bottiglia di acqua ghiacciata dal congelatore, la aprì e la rovesciò interamente sul corpo nudo dell’anziana.
“Bastardo se volevi farmi bagnare esistevano modi più divertenti per entrambi” provò a sputargli in faccia.
“Grazie ma i trafori non mi fanno impazzire” Leon prese delle pinze “seconda domanda: confessi di aver contribuito al genocidio dei Guado di due anni fa? Assaliti durante la notte da un gruppo di mercenari”
“Dai erano solo un gruppo di bestie…”
“Quindi confessi?”
“Stocazzo”
“Che maleducata..” lentamente strinse l’unghia dell’indice con le pinze e tirò.
La guardò con disgusto e la gettò alle proprie spalle, meno una. “Te ne rimangano nove, ops sette due dita ormai non ce le hai più”
“Sei ridicolo. Non lo sai che le torture sono più efficaci se svolte in maniera progressiva? E tu vorresti torturarmi? Patetico”
“Giusto, ma è anche vero che è possibile fiaccare il proprio avversario con azioni di livello superiore e poi reiniziare dal basso. Come da manuale”
L’accenno al manuale fu voluto, entrambi conoscevano quale fosse il volume adoperato al momento dai garden, in via ufficiosa chiaramente, per agire negli interrogatori più spinti. Scritto da un ex generale comandante molto ma molto vicino a Leon…
“Sei un bastardo” rise “dai fammi firmare, sono curiosa di vedere quale sia la domanda finale”
Leon prese un secondo foglio e terminò l’operazione, ora mancava effettivamente l’ultima cosa.
Solo tre domande, aveva deciso di farla confessare solo per tre degli efferati crimini che aveva commesso, ma bastava così: il primo spiegava la sua presenza nel consiglio e automaticamente la delegittimava, il secondo la poteva far condannare per crimini in territori controllati dall’ordine e il terzo…”
“Confessi di aver fatto parte gruppo che ha deliberato in merito alla distruzione di Corona’”
Boates rimase spiazzata, non si aspettava davvero di essere accusata per quello. Era stata un operazione top secret, approvata dall’Ordine. Anche se i motivi personali in merito a tale scelta erano sconosciuti.
“Muori bastardo”
Leon aveva della situazione solamente un quadro incompleto, però pensava di aver capito a grandi linee cosa fosse successo. Il consiglio aveva deliberato così per più motivi: alcuni logici e comprensibili, altri assolutamente personali e rimarchevoli.
Susan faceva parte del secondo gruppo. La distruzione del pianeta l’aveva resa ricca, non c’erano più concorrenti per i viaggi dimensionali e lei poteva continuare a fare quello che voleva, ingrassando il proprio conto corrente con i viaggi illegali.
Sei dita caddero a terra a brevi intervalli di distanza, il sangue aveva ormai invaso tutto il pavimento, l’accendino era stato acceso altre sei volte. Le mani erano ridotte quasi a moncherini fumanti, ma ancora nulla.
Schiacciò una a una tutte le dita dei piedi, lo spettacolo era disgustoso, il sangue schizzava ovunque disegnando archi in giro per la stanza. L’anziana svenne più volte per il dolore, risvegliandosi pochi secondi dopo avvolta da brividi e singhiozzi. Ormai l’aveva spezzata, se la camera non fosse stata insonorizzata, avrebbero potuto sentirla urlare fino in strada.
Ma nonostante ciò ancora non cedeva.
Leon la ammirava, avrebbe voluto poter lavorare con lei, se solo la donna non avesse fatto tutte le scelte sbagliate sarebbero stati una gran bella coppia. Avrebbero potuto fare molto.
Ma non era così. E lui doveva vincere quella battaglia, che ormai era diventata quasi un confronto di anime, non doveva cedere. Doveva scendere a livelli sempre più bassi.
“Complimenti, ti ammiro davvero. Ma ora passiamo ai denti. Ho trentadue possibilità di farti confessare”
“Trentuno bastardo. Uno me lo hanno già tolto.”
Leon prese la pinza. La strinse intorno al primo molare, facendo in modo che non si potesse staccare una volta fatta pressione, un pezzo di legno in bocca impediva all’anziana di serrare la mascella.
Tirò. Il dente venne letteralmente spazzato via dalla bocca, fiotti di sangue presero immediatamente il suo posto. Leon le inclinò la testa verso il basso per evitare che si potesse soffocare, anche volontariamente, con il suo stesso sangue.
Gettò il dente sul pavimento, dove rimbalzò con un rumore quasi impercettibile.
Susan singhiozzava quando la pinza rientrò per la seconda volta nella sua bocca.
Al ventitreesimo cedette.
Leon si fece raccontare tutta la storia dal suo punto di vista, scoprì che la maggior parte delle sue convinzioni si era rivelata giusta, ma da esso si dipanavano altri scenari a dir poco inquietanti.
L’anziana ormai singhiozzava senza ritegno, era arrivata oltre il suo limite. Firmò la confessione con le uniche due dita rimaste.
“Non è giusto.. “ piangeva e singhiozzava simultaneamente” io volevo solo diventare più di quanto avrei mai potuto essere agendo normalmente” la disperazione si tramutò in rabbia, e il dolore diede ancora più forza a questo sentimento “quella stronza invece ha tutto. Tutto quello che vuole. La De Garde l'ha portata quando abbiamo deciso per il pianeta. E negli anni seguenti ha sempre ripetuto come fosse la soluzione migliore. Solo perchè mossa da fredda logica non è giusto che non paghi. Il generale comandante…”
Leon la interruppe, sapeva benissimo che stava dicendo e non aveva bisogno di ascoltare ancora. La liberò dal dolore.
“Addio”
Leon estrasse una pistola, silenziata, e fece fuoco.
Il proiettile le perforò il cranio da parte a parte. Schizzi di cervello macchiarono il muro dietro alla ragazza. Era finita, aveva combattuto bene ma le armi erano impari, la forza di volontà da sola non basta. Leon aveva avuto tre confessioni su tre crimini, un ottimo lavoro.
Si lavò le mani.
Cosparse la stanza ed il cadavere di benzina e diede a tutto fuoco.
Non avrebbero mai ritrovato nulla.
Tornò al garden, Calien lo stava aspettando.
Ultima modifica di Leonheart88 il 20 apr 2014, 20:41, modificato 2 volte in totale.
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