Avventure Accademia+Garden

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Cek
SeeD
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Località: Ore no kokoro no ryouiki... e dall'istituto Mahora bazzico nel topic Edicola

Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Cek »

-E dunque che vogliamo fare?-
Cek pose la domanda che tutti i presenti sapevano di dover fare, ma preferivano non porre.
-A prescindere dai nostri doveri di seed, voi volete andare a cercare queste persone o no? Perchè io sinceramente preferirei aspettare un po'-.
-Se stai aspettando la venuta del messia, ti svelo un segreto: babbo natale non esiste :nono: -
-Grazie Night, mi hai appena fatto crollare un mito :roll: -
-Vi pare il momento di fare ironia, voi due?-
-Quello che intendevo dire- Cek proseguì il discorso, -è che prima di partire alla ricerca degli abitanti perduti dovremmo prepararci per bene, cosa che al momento non siamo-.
-Che intendi dire?- chiese Otta perplessa.
Il volto della ex-preside era una maschera di velata tristezza, le due occhiaie non si addicevano alla solitamente vitale Otta che conosceva.
-Guardiamo in faccia la realtà: il nostro potenziale offensivo è ridotto e di parecchio, e le nostre capacità difensive sono molto scarse. Abbiamo una cadetta impossibilitata a muoversi e un seed da ricovero ospedaliero, e il vecchio giochino "Un'energia e la bua va via" su questo pianeta non funziona; abbiamo bisogno di armature e medicinali, e di sicuro non salveremo nessuno morendo inutilmente-.
L'ultima frase suonò molto come un rimprovero verso chi non poteva più sentirlo.
-Quindi vorresti abbandonare gli abitanti al loro destino?- Ruben non sembrò apprezzare l'osservazione di Cek.
-Ma quali abitanti e quale destino! Non sappiamo dove siano, quanto sia lontano il posto in cui si trovano nè tanto meno se siano ancora vivi. È già tanto se riusciamo a restare in vita noi, e a quanto pare c'è chi non vuol neanche quello :roll: -
Bloccò la mano di Otta a un centimetro dalla sua faccia, impedendole di tirargli un ceffone.
-CEK, PIANTALA!-
-No che non la pianto- replicò lui, con calma. -Holden lo conoscevo solo di vista, avrà potuto avere tutti i suoi buoni motivi ma un comportamento del genere non è assolutamente da seed, e neppure da essere umano. Poteva essere un grand'uomo, ma l'unica cosa positiva che ha portato con la sua morte è stata una bocca in meno da sfamare.-
-Adesso stai esagerando Cek- disse Ruben.
-Ma sapete tutti che ciò che dico è vero- disse infine, lasciando la mano della preside.
Parole strane riempirono l'aria, di cui non capirono il significato, ma che suonavano malinconiche. La bambina aveva iniziato a parlare nella sua lingua sconosciuta, preoccupata dalla lite che stava per generarsi, e guardava ora Otta ora Cek con occhi tristi. Lui scosse la testa e fece per andarsene.
-E adesso dove vai?-
-A cercare uno scudo della mia taglia-.
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Hanno detto di me
Lilin:In verità Cek viene dal futuro :asd: ci puoi dire i numeri del lotto vincenti per domani?? XD
Nataa:Sei riuscito a spiazzare anche lo zio Perseo con la tua apparizione ( :twisted: )
leonida88:orca pupazza sei l'uomo fumetto!!! :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: sei stupefacente!!!
Sabin_mn:Cek, quando fa lo sborone, almeno lo fa con stile
Pip:Tanti auguri, per oggi niente manga e fuori ad ubriacarti :asd:
Master Roxas:Tu mi fai spaventare...Tanto per la cronaca,l'essere immondo(quello che ho quotato sopra XD) ha ragione
Final Night:Dopo Honey & Clover non riuscivo a trovare un anime simile e sono caduto in depressione. QUesto però è quello che cerco.. mi salverà la vita :smt112 Cek, Tu Curi le malattie con gli anime :asd: ?
Hyam:A parte che sei un provocatore comunista e alla peggio anarchico (lol)
Master Roxas:Ma voi ancora a farvi domande su chi è Cek,state? :asd: :asd:
ChocoboMan:Tu, cosa diavolo sei, una specie di manga-postino a domicilio ? :smt104
Nataa:Ci chiedevamo se il Re dei manga sarà presente a questo fumettopoli :-D
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Ruben -.-
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Ruben -.- »

Una premessa che faccio perché Cek ha frainteso una parte del carattere di Ruben che spesso anche altri hanno estremizzato. Ruben è sempre pronto e desideroso si aiutare chi si trova nel bisogno, anche prendendosi qualche rischio calcolato. E' tuttavia impensabile che una persona nella sua posizione, si fiondi a in aiuto di non sa bene chi da non sa bene cosa senza avere i mezzi necessari per un probabile successo. Se si fosse trattato, che ne so, di disobbedire agli ordini .. è un conto. Rischiare senza averne i mezzi è un altro paio di maniche.
Che nessuno prenda questa nota come un rimprovero. :-) Solo una precisazione per evitare disguidi in futuro. :wink:

*****
Ruben seguì Cek fuori dalla porta. Gli si affiancò mentre camminava in direzione dell'improvvisato deposito delle armi. Non sapeva bene da dove voleva continuare la conversazione.

"Hai ragione." disse infine quasi gridando. "Abbiamo bisogno di riavere a disposizione SeeD e cadetti feriti, di recuperare le energie fisiche e mentali..." poi puntualizzò "...ma non ho intenzione di abbandonare gli abitanti di questo villaggio nelle mani di un ciarlatano assetato di potere."

Ma Cek non aveva accennato a rallentare il passo ne a voler intavolare una discussione sull'argomento. Ruben lo afferrò per un braccio e lo costrinse a starlo a sentire.

"Per molti, il...la morte di Holden è stata un brutto colpo da assorbire. In futuro evita di pronunciarti in toni tanto critici davanti alle persone che lo conoscevano e gli volevano bene."
Il tono non era da -consiglio- quanto più da -ordine-. Ma non fu questo ad infastidire Cek...

"E tu Ruben?" incalzò ignorando solo in apparenza l'avvertimento appena ricevuto. "Anche per te la morte di Holden è stato <un brutto colpo>??!"

Già. Ruben come l'aveva presa? Come si sentiva?
Ruben non aveva presenziato al rogo funerario. Aveva controllato per qualche minuto, poi aveva preferito tornare a rovistare tra le case del villaggio ancora mezze diroccate.
Lui Holden lo conosceva. Avevano passato diverso tempo insieme quando per un po era stato comandante della Guenda. Saputo della sua morte, Ruben aveva evitato di cercare un perché a quell'insano gesto. Per lui, il suicidio era e restava la più grave forma di codardia, disobbedienza agli ordini, noncuranza, egoismo ... che qualcuno poteva mettere in atto. Il fatto che proprio Holden aveva compiuto tale gesto, non cambiava le sue convinzioni. Perlopiù aumentava il senso di delusione nei suoi confronti.
Il silenzio che seguì la domanda di Cek valeva più di mille parole.

"Tu, la pensi come me. Non è così!? Ti conosco abbastanza bene da sapere che..."
"Non ti sto impedendo di avere delle opinioni su quanto successo!!" lo interruppe Ruben. "Ti sto solo dicendo di tenerti per te le tue idee."

Cek si liberò dalla presa di Ruben con uno scossone e continuò per la sua strada.

Indipendentemente da tutto, sembrava controproducente criticare l'azione di Holden di fronte a coloro che lo conoscevano e che forse lo consideravano un amico. La priorità era dimenticare e far dimenticare. Proprio per questo Ruben promise a se stesso, li in quel preciso momento, che non avrebbe più proferito nessuna parola al riguardo.

Rimasto lì al centro del passaggio a fissare la sagoma di Cek che spariva nell'oscurità, Ruben sobbalzò quando la piccola trovatella del villaggio richiamò la sua attenzione strattonando l'orlo della sua divisa.

Ruben si chinò per osservarla nei suoi occhi neri e profondi. La bambina gli mise una mano sul viso e lo fissò intensamente. Poi, come se improvvisamente riuscisse a capirne lo stato d'animo, lo condusse a strattoni verso un punto del villaggio che somigliava ad un luogo di preghiera. Un obelisco piuttosto alto ma spezzato a metà rendeva quel luogo piuttosto singolare.

La bambina si allontanò pian piano da Ruben tenendolo sempre d'occhio come a consigliarlo, ma anche quando la piccola figura scomparve alla sua vista, Ruben restò immobile...incapace di decidere ciò che voleva veramente fare.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
Otta
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Otta »

*Prima del post di Ruben*

Alla fine, avendo tutti intuito che il discorso si era concluso, avevano lasciato Otta da sola con la bambina. La comandante aveva lo sguardo perso; si capiva lontano un miglio che era distrutta non tanto fisicamente quanto dentro. Ancora non si voleva rendere conto della morte di Holden. Del perchè del suo gesto. Oramai era arrivata al limite, non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime ancora per molto. Una mano piccola e calda si posò sul suo ginocchio in un morbido contatto attuato per attirare la sua attenzione. La bambina guardava Otta con occhi tristissimi; forse aveva percepito quello che provava la donna.
Otta, per cercare di restituire il sorriso alla piccola, si mise in ginocchio e, stringendo le mani in pugni e rivolgendo le nocche verso l'indigena, miagolò imitando un gatto. E lei sorrise. Poi corse via molto velocemente e, quando tornò davanti all'ex preside, aveva con se carta e un pezzo di carbone. Si inginocchiò e disegnò nella maniera stilizzata e semplificata tipica dei bambini un animale con quattro zampe, orecchie a punta e baffi e coda lunga. Poi indicandolo disse solo una parola...

Bambina: 'Pako!'

O: 'Pako?'

La piccola annuì raggiante. Forse 'pako' era la parola che nel suo villaggio usavano per indicare i gatti. E lei fece lo stesso: indicò il disegno come aveva fatto prima la sua interlocutrice e le insegnò il nome nella propria lingua. Ella era molto intelligente e sembrava possedere una buona capacità di apprendimento. E fu così che la comandante si presentò: indicò se stessa e disse il suo nome. E lo stesso fece la bambina.

Bambina: 'Marja'

O (indicandola): 'Mar-ja?'

M: 'Marja!'

Otta sorrise di nuovo e accarezzò la tesa della bambina. Poi si allontanò lasciandola libera. Il suo primo pensiero fu quello di dirigersi verso la capanna adibita a infermieria.
Lì fuori trovò Nataa seduta per terra con un viso scavato e occhiaie profonde quanto le sue. Si informò sulla salute di tutti e tre i pazienti (Leon, Oushi, Aeli) rimproverandosi del fatto di non poter entrare e detestando sempre più la sua fobia. Rimase poco lì; chiese alla SeeD di salutarle i medici di turno e riprese a gironzolare per il villaggio con sguardo vuoto.

--------

Mi sono presa la liberà di dare un nome alla bambina perchè indicarla sempre come 'la bambina', 'la piccola' etc sembrava riduttivo :sgamato:
E pako in Swahili vuol dire gatto u.u
Looooool XD -> [x]

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Pip :>
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Pip :> »

Poi, come se improvvisamente riuscisse a capirne lo stato d'animo, lo condusse a strattoni verso un punto del villaggio che somigliava ad un luogo di preghiera. Un obelisco piuttosto alto ma spezzato a metà rendeva quel luogo piuttosto singolare. La bambina si allontanò pian piano da Ruben tenendolo sempre d'occhio come a consigliarlo, ma anche quando la piccola figura scomparve alla sua vista, Ruben restò immobile...incapace di decidere ciò che voleva veramente fare.
Pip: Sembri un pesce lesso.
Ruben: ...forse.

Il vice guardava con occhi persi l'obelisco, con dentro un sentimento difficile da spiegare.
Aveva conosciuto Holden, con lui aveva condiviso esperienze ed emozioni.
A parte l'ultima.

Pip: Io non pregherò.
Ruben: ...io sì.

L'uomo si profuse in un umile, discreto gesto di preghiera. Chiuse gli occhi per qualche secondo. Poi li riaprì, e voltandosi, tornoòverso il villaggio. Pip gli andò dietro.

Pip: Non sono le parole adatte...ma fatti forza. Hai un intero gruppo sulle tue spalle, non puoi lasciarti andare.
Ruben: Non voglio più parlare di Holden d'ora in avanti. So cosa devo fare.
Pip: Giusto.

Pip gli mise una mano sulla spalla, poi lo avvolse posandola sull'altra, ed insieme tornarono dal gruppo.

********

La notizia era arrivata rapida, terribile e devastante come un fulmine. Aveva visto un paio di cadetti sorreggere la salma del compagno caduto, vittima di un colpo potente, forse il più mortale: il peso delle sue emozioni.
Le reazioni erano state fra le più disparate: disperazione, rassegnazione, odio, riprovazione, incredulità, indifferenza.
Pip era fra gli increduli. La sua morte aveva coinvolto tutti: chi lo conosceva, chi lo rispettava, chi non aveva ancora avuto modo di conoscerlo, tutti. Si intristì, pensando a quello che aveva dovuto provare, e a quello che stavano passando i cadetti e i SeeD che più gli erano vicini.

Ma una di una cosa era sicuro: il suicidio non è solo colpa del suicida.

Dov'erano i suoi compagni quando, nella disperazione più profonda, i suoi pensieri vorticavano e crescevano, preparandosi ad innescare la bomba atomica che lo avrebbe ucciso?
Dov'erano quando aveva bisogno di un appoggio, o di qualcuno che gli indicasse la via che non era riuscito a trovare?
Dov'erano quando si chiudeva in sè stesso?
Quando guidava ed aiutava i cadetti a superare le loro difficoltà?
Quando si preoccupava di mantenerli in salvo, uno ad uno?

Possibile che nessuno si fosse accorto di niente???

Pip aveva preso parte alla cerimonia. Per quel poco che conosceva Holden, quando tanto tempo prima era salito sulla Guenda, voleva dargli l'ultimo saluto.

"Non ti biasimo. Fai buon viaggio."


********

"Pako!"

Appena Otta se ne fu andata, la bambina concentrò lo sguardo sui nuovi arrivati, facendogli notare il gatto disegnato sulla sabbia.

Pip: Ciao! Io sono Pip. :D
Marja: Pip!
Ruben: Il tuo nome l'ha imparato subito. :sisi:
Pip: ...disarmante quanto sia tremendamente semplice. :sgamato:

Le news erano state importanti: alla fine, avevano scoperto che gli abitanti del villaggio erano stati portati via.

Nir: Eccoti Ruben.

Drizzt, Aura, Nir e Sirius avevano raggiunto Pip e Ruben.

Aura: Dopo quello che è...successo...non ne abbiamo più parlato.
Ruben: Di cosa?
Drizzt: Una nave. Abbiamo trovato una nave incagliata in un fiume.
Pip: Che cosa??

Sirius spiegò brevemente, con assoluta calma, quello che avevano trovato.

Nir: Il morale di tutti è a terra; non possiamo restare qui in eterno. Cosa facciamo? C'è anche da pensare alla bimba, e agli abitanti del villaggio.

Pip guardò Ruben, che era assorto nei pensieri.

Ruben: Andiamo a cercare Otta, c'è da prendere una decisione.
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Aura
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Abbiamo una rotta?

Messaggio da Aura »

Già, è vero. Dopo la tremenda notizia nessuno di noi ne ha parlato. Non era il momento giusto, avrebbe soltanto portato altre preoccupazioni... Come se non ce ne fossero già.

Ruben: Andiamo a cercare Otta, c'è da prendere una decisione

Il vicepreside, seguito a ruota da Sirius e Drizzt, si mise all'opera per trovare la giovane donna. Aura, Nir e Pip rimasero insieme alla bambina, il cui nome era Marja, cercando ancora una volta di sottrarle qualche informazione. Ella sembrava aver acquisito una certa fiducia con tutti coloro che si erano rifugiati in quel villaggio, sebbene all'inizio tardava anche solo a dire la sua identità. Ora stringeva la mano della Seed e del Cadetto come se avesse trovato una nuova famiglia. Sorrideva, anche se con una velatura triste, e riusciva perfettamente a ricordare qualsiasi nome.
Nel mentre che Marja elencava nuovamente le persone presenti con lei, Otta arrivò finalmente a prender ruolo.

Otta: Si può sapere da dove salta fuori questa nave?
Nir: Beh... non si sa. All'inizio l'abbiamo vista di sfuggita, poi siamo andati ad indagare e pare che sia rimasta completamente incagliata.
Otta. Le prove?
Sirius: Abbiamo rinvenuto dei moschetti. Potrebbero tornare utili per chi sa usare le armi da fuoco. Pare inoltre che si siano sufficienti munizioni, signora.
Otta: Non chiamarmi signora, ti prego, mi fa tanto vecchia. Chiamami Otta :stupito
Pip: In ogni caso, cosa suggerisci di fare? Dubito che possiamo muoverci tutti viste le condizioni di Oushi e Leon, oltre ad Aeli che pare aver ancora qualche problema alla caviglia.
Drizzt: Senza contare che non abbiamo scorte sufficienti anche solo per intraprendere un minimo di viaggio.

La preside zittì tutti con un gesto della mano, poi se la portò al mento e prese a pensare. Marja sembrava divertita e continuava a pronunciare qualche frase nella sua lingua. Alla fine Otta prese la sua decisione.

Otta: La soluzione migliore sarebbe quella di mandare qualcuno a controllare la situazione nei dintorni. Se davvero c'è una nave, allora dovrebbero esserci delle carte nautiche, o qualche mappa del luogo.
Sirius: Abbiamo già cercato, ma l'unico indizio trovato è stato il diario di bordo del capitano. Non ci ha aiutato molto.
Otta: Allora cercheremo di nuovo. una nave che se ne va in giro senza mappe non esiste. Inoltre sarebbe opportuno verificare se si può ancora muovere, così da seguire il fiume. Da qualche parte deve pur sfociare.
Ruben: è una possibilità. Organizzerò una squadra di perlustrazione, potremmo anche trovare un modo per staccare quella nave dalla roccia che la tiene prigioniera.
Aura: In questo caso ci vorrà della polvere da sparo... oppure anche l'aiuto di Cek non sarebbe male, se è ancora in grado di accendere un fiammifero con le dita.
Nir: Altrimenti, altre soluzioni?
Aura: Se non sbaglio i cannoni sono ancora in buono stato, correggimi se sbaglio, Sirius.
Sirius: Li ho controllati io stesso, sono in grado di sparare più e più volte.
Aura: Bene. Si possono dirigere i colpi sulla roccia, l'acqua filtrerà attraverso le spaccature e staccerà la nave. Inoltre dovremo controllare anche la sala motori.
Otta: Allora è deciso. Una squadra di almeno tre elementi andrà a controllare questa nave, c'è bisogno di informazioni più dettagliate. Sia chiaro, non è ancora deciso che ci trasferiremo, sarà solo una "raccolta dati". Più dati si hanno, meglio è. Nel frattempo sarà anche bene controllare le condizioni di Leon e Oushi, oltre a ricavare altre informazioni dalla bimba carina qui davanti :stupito
Pip: D'accordo.
Otta: Così è deciso, l'udienza è tolta!

Marja strattonò Aura e Nir verso un'abitazione diroccata. La bambina aveva proprio voglia di collaborare.

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Remiem si svegliò con uno sbadiglio. Accanto a lui Sarachan dormiva ancora. Nonostante l'avesse vista con la coda nell'occhio un paio di volte soffocare qualche gemito, ora il suo viso pareva più rilassato. Di certo il suicidio di Holden l'aveva scombussolata fin dentro l'anima, ma ora era momento di andare avanti. Vivere era il solo modo per ricordare le persone, non accendendo un cero nella prima chiesa che capitava, ma continuando la strada spianata davanti a sè.
Si alzò e si stiracchiò un attimo. Il suo sguardo fu attirato dalla bimba che stava conducendo due persone all'interno di quelle che sembravano le macerie di una chiesa.

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Lonelywolf: Come va da queste parti?
Lenne: Come al solito. Leon ha perso molto sangue, ma sembra che non ci siano forme di infezioni.
Paine: Diciamo che se la sta cavando per il rotto della cuffia :asd:
Leon: Meno male. Oushi?
Paine: Anche lei sembra si stia riabilitando.
Lon: E Aeli?
Lenne: Idem. La caviglia pian piano si sta sgonfiando, ma se dovesse forzarla tornerà esattamente come prima.
Lon: Speriamo solo che si rimettano tutti in fretta...

Un gemito costrinse Lenne a tornare dentro l'improvvisata infermeria, convincendo Paine a farsi un giro per staccarsi un attimo dal lavoro. La dottoressa si sciolse i capelli ed accompagnò Lonelywolf fino al centro di quella che credeva fosse la piazza principale. Lì potè finalmente guardare il cielo azzurro stagliarsi davanti ai suoi occhi.
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Kerokun
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Kerokun »

Offtopic: Holdenuccio ti fustigherò non appena troverò il tempo tra una bambola wodoo (di Ruben che non si è ancora messo la scheda in firma *frust) e l'altra.

Una strana aria tirava al campo. Holden era morto. Morgana aveva presenziato al funerale, osservando il fumo del rogo salire al cielo ed era probabilmente la prima ad essersene andata. Per lei era finita lì. Niente lacrime, niente silenzi struggenti, niente di niente. Perché? Beh perché non lo conosceva, come poco conosceva quasi tutti lì attorno. Struggersi non le sarebbe servito e tanto meno le sarebbe riuscito naturale. Non era contenta della morte di Holden e poteva solo fare ipotesi sul perché. Ma in realtà non le interessava. Nessuno si sarebbe commosso se l’indomani fosse stata sbranata da un animale. Forse solo i soggetti più sensibili. Così va la vita. Tutti prima o poi devono restituirla; Holden aveva solo deciso di farlo un po’ prima.
Avrà avuto i suoi buoni motivi.

Mentre sul campo aleggiava un alone di depressione generale, Morgana cercava ancora di decifrare quelle rune. Si era giunti alla conclusione che i ritrovamenti di rituali e/o artefatti e/o pagine scritte in insoliti caratteri runici fossero solo opera di qualche ciarlatano. Eppure ci doveva pur essere qualcosa in grado di condurli fuori da quella prigione senza magia. Forse anche lei cominciava a diventare insofferente per non poter praticare le sue arti magiche.

-Morgana-

Tidus le si avvicinava a grandi passi, massaggiandosi il collo con la mano, forse indolenzito per il sonno scomodo che offrivano le loro sistemazione.

Tidus: -Ancora intenta a decifrare?-

Morgana annuì con il capo, per poi tornare a fissare i fogli. Ma il suo sguardo non sembrava concentrato sulle scritte, ma più che altro perso altrove.

Tidus: -Scoperto nulla di nuovo?-
Morgana: -…Niente. Ma è strano- come al solito sembrava di sentir parlare una bambina, con la voce calma e piatta. Quasi un borbottio.
Tidus: -Cosa è strano?- domandò lui grattandosi la nuca e guardandola perplesso.
Morgana: -Il sole-
Tidus: -…Il sole è strano?-

La ragazza cominciò a camminare per i fatti suoi, con aria trasognante, mentre il SeeD la osservava ancora più confuso. Decise di lasciarla immersa nelle sue meditazioni e andò altrove; era una ragazza decisamente strana per i suoi gusti. Lo era per tutti. Cominciò a percorrere il perimetro del villaggio a passo calmo, guardando di tanto in tanto il cielo. Più ponderava e più le sembrava che qualcosa non fosse al suo posto.

Night: -Girogirotondo?-

Morgana arrossì lievemente al ricordo del ragazzo che sbucava dal cespuglio, scoprendo le sue nudità e quelle di Oushi. Ma decise di cancellare quell’avvenimento come se non fosse mai accaduto. Lo guardò con la sua solita espressione vacua. Poi tornò a fissare il villaggio.

Morgana: -Non dovrebbe sorgere qui-
Night: -Mh?-
Morgana: -Non dovrebbe sorgere qui il villaggio-

Il ragazzo sospirò. I giochetti intellettualoidi non facevano per lui. Preferiva andare dritto al punto. Lei lo capì.

Morgana: -Sarebbe stato più comodo se fosse stato più vicino al fiume. L’area attorno è desertica se non per quei boschetti lungo le rive. Quando il sole tramonta, dovrebbe essere coperto da quella parte del bosco, per via degli alberi. Eppure il villaggio sorge da questa parte e il sole ci picchia esattamente sopra quando tramonta. E in una zona tanto calda bisognerebbe godere il più possibile delle zone d’ombra non evitarle. E’ stupido-

Night sembrò divertito, forse anche per il timbro inespressivo e un po’ infantile che aveva la voce della ragazza.

Night: -Magari quelli che l’hanno costruito erano stupidi- osservò ghignando –è una malattia molto comune oggigiorno-
Morgana: -Mh…-

Poteva essere una spiegazione. Un po’ campata in aria, ma poteva essere così. I primi a dare vita al villaggio potevano non aver considerato la posizione migliore per farlo sorgere. Oppure…
La gente del posto praticava per forza qualcosa. Magia, alchimia, riti sacrificali, cialtroneria, qualunque cosa fosse. Se il tutto fosse stato costruito lì per un motivo ben preciso? Tanto valeva dare un’occhiata in giro.

Ruben: -Ehi ehi, dove stai andando- la frenò il SeeD vedendola allontanarsi dal confine.
Morgana: -Voglio dare un’occhiata nei dintorni-
Ruben: -Non è il caso di girare a zonzo da soli. Dobbiamo restare uniti-

Il suo tono era decisamente diverso da quello con il quale le si era approcciato per spiegarle come usare il coltello. Forse qualcosa era dovuto a quanto era appena successo a Holden…
Lo fissò qualche istante, senza dire nulla. Nessuno dei due abbassò lo sguardo.

Morgana: -Voglio dare un’occhiata nei dintorni-

Il suo tono non era minaccioso, né tantomeno aggressivo. Sembrava quello di un’innocente creatura scesa da chissà quale pianeta che vuole esplorare il mondo circostante, senza fare nulla di male. Forse fu quello a convincere Ruben. Si portò una mano alle tempie per massaggiarle e sospirò.

Ruben: -Eh va bene. Tidus- chiamò il ragazzo poco lontano che si avvicinò quasi subito –Potresti accompagnarla? Vuole fare un giro. Non allontanatevi troppo-

C’era pur bisogno di una figura autoritaria che controllasse un po’ l’andazzo e non poteva di certo essere un cadetto novizio. Povero Ruben, una posizione poco invidiabile. La sua pazienza veniva messa a dura prova.
Camminavano ormai da qualche minuto, il terreno sotto ai loro piedi tornò a farsi sabbioso. Tidus passeggiava con le mani dietro la nuca, senza perdere di vista un istante la ragazza.

Tidus: -Ruben ha detto di non allontanarci troppo-

La maga non rispose. Come sempre aveva in spalla lo zainetto con il pupazzo moguri, che aveva catturato l’attenzione del giovane SeeD. Si era però trattenuto dal fare troppe domande; gli dava tanto l'imrpessionedi una scolaretta in gita.

Tidus: -Posso chiederti cosa stai cercando?-
Morgana: -Non lo so-
Tidus: -Direi che è già qualcosa- sospirò con una lieve nota di sarcasmo nel tono di voce –posso farti una domanda?- prese il silenzio che seguì come risposta affermativa –Tu non sorridi mai?-

Morgana si fermò, a pochi passi davanti a lui. Intorno c’era qualche albero, la cui presenza andava diradandosi man mano che si allontanavano, qualche cespuglio e un terreno sabbioso.

Si voltò: -Non necessariamente-

Fece appena in tempo a finire la frase che il terreno sotto di lei cedette. Il SeeD si catapultò con una prontezza di riflessi quasi disarmante e le afferrò il braccio ma non si era accorto che così facendo era finito anche lui nel perimetro cedevole. Scivolarono qualche metro sotto la sabbia, come fossero su uno scivolo, fino a quando qualcosa di duro non li fermò. Tossicchiarono un po’ prima di tirarsi in piedi.

Tidus: -Che diamine- tossicchiò –Dove siamo finiti-
Nathan: -Ehi laggiù, mi sentite?-
Morgana: -Nathan…Nathan?- ripeté a voce più alta.
Nathan: -Touché. Vi ho visti cadere come sassi, state bene?- Li aveva seguiti, probabilmente notando che si stavano allontanando assieme.
Tidus: -Sì, vai…-
Nathan: -Sì sì lo so cosa devo fare. Cercate di non combinare guai lì sotto- Poco dopo era già in direzione del villaggio. Ruben non sarebbe rimasto contento della notizia.

E in pochi secondi tornò il silenzio. Si trovavano in una specie di tunnel sotterraneo. Solo che invece di essere buio come ci si aspetterebbe da qualsiasi cosa che si trova anche solo un metro sotto il suolo, era stranamente illuminato. Andare o non andare? Questo NON è il problema, visto che per entrambi scelse Morgana che già si era avviata mentre Tidus rispondeva al cadetto. La raggiunse di corsa. Ma prima ancora di poterle chiedere che cosa le stesse frullando nella testa, rimase a bocca aperta nell’osservare la grotta sotterranea nella quale erano finiti. Era molto simile a quella dove si rifugiavano gli indigeni del villaggio in cui si erano imbattuti i cadetti. A differenza di quella, questa era piena di accumuli cristallini che emanavano un’intensa luce colorata. Avevano colori differenti e sembravano contenere una sostanza densa. Di sicuro non acqua.

Tidus: -E questi?-

I due cominciarono a guardarsi intorno. I cristalli spuntavano anche sul soffitto, come grappoli d’uva attaccati alla vite.

Morgana: -Questi potrebbero essere il problema-
Tidus: -Intendi dire che è per via di questi che la magia qui…- cominciò scettico.
Morgana: -Veniamo da un mondo dove chi ne è capace può assimilare magia da esseri mostruosi e dove minerali sconosciuti rilasciano energia magica. Non mi riesce difficile immaginarne uno dove esistano dei minerali che fanno l’esatto opposto- lo interruppe.

Bisognava sempre tendere l’orecchio per sentire quello che diceva, perché spesso parlava ad un tono di voce tendente al basso.

Tidus: -Se anche fosse vero, avremmo bisogno di scoprire il modo per usarli-
Morgana: -Se anche fosse vero, qui ci sarebbe abbastanza fonte da aprire un varco spazio-dimensionale per tornare a casa- osservò quasi in un sussurro.

Non si intendeva di alchimia, ma di magia occulta sì. E se quella era magia, era tanta magia.

Tidus: -Dovremmo essere in linea d'aria con il villaggio, se non vado errato. Metro più, metro meno-

Morgana rimase in silenzio. Poteva darsi che i fondatori del villaggio sapessero di quel deposito sotterraneo e forse per quello avevano prescelto l'area sovrastante come fondamenta. Erano solo mere congetture, nessuno poteva assicurare loro che avessero effettivamente trovato qualcosa. Ma nella mente della giovane maga balenò un altro pensiero. Erano sicuri che il villaggio fosse in quelle condizioni a causa di uno scontro? Oppure era stato qualcos'altro a ridurlo a quel modo? Un'esplosione forse? Immersa in quella tempesta di pensieri, dimenticò che su, al villaggio, c'era ancora un piccolo superstite. O meglio: una piccola superstite.
Scheda Morgana

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Macha
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Macha »

Dopo il colloquio con Nir Macha era tornata dentro a riposare un po'; ne sentiva veramente la necessità. L'odore di sangue era già svanito in gran parte; permaneva solo una lieve traccia, che non era sufficientemente forte all'olfatto da costituire fonte di disturbo. Macha si rannicchiò ad una parete e posò la testa sulle ginocchia, addormentandosi quasi subito dopo.
Uno scossone la svegliò all'improvviso. Si guardò un attimo attorno, chiedendosi confusamente chi l'avesse svegliata, ma si accorse che era stato il suo stesso cambio di posizione a svegliarla: si era sbilanciata nel sonno e l'istinto aveva mosso il suo corpo per impedirle di cadere. Il sangue secco sui vestiti crepitò spiacevolmente, ricordandole che aveva urgente bisogno di lavarsi da qualche parte. Con gli ultimi avvenimenti - lo schianto della Guenda, la tempesta di sabbia, l'intervento, il suicidio di Holden - non aveva avuto tempo né attenzione per l'igiene personale, e la crisi di nervi conseguente allo stress accumulato non aveva migliorato le cose. Si risollevò con un sospiro, notando lo stato non proprio ordinato in cui versava: era un miracolo che Leon non avesse ancora preso niente di mortale, vista la probabile immensa quantità di batteri che lei si portava appresso.
Andò a cercare la prima fonte d'acqua che c'era e la trovò nel pozzo al centro del villaggio. Era un semplice muretto di sassi atti a circondare il buco nel terreno che arrivava fino ad una falda sotterranea; quel pozzo spiegava bene la presenza di un villaggio così lontano da corsi d'acqua. Probabilmente era stato trovato con lo stesso metodo che avevano usato loro per scovare l'oasi in cui i Focaral avevano fatto la loro comparsa.
Cercò un recipiente qualsiasi sopravvissuto alla devastazione del villaggio, e lo trovò in un secchio di legno che sembrava proprio venisse usato per tirare su l'acqua dal pozzo, cosa che fece immediatamente. L'acqua fredda la rinvigorì e lavò via le tracce di sangue, sudore e sabbia. La giacchetta era ormai sporca al di là di ogni possibilità, e perciò se la tolse, rivelando il top nero che portava sotto. Si sentiva finalmente pulita e rinfrancata, e più disposta ad affrontare i problemi. I miracoli di una doccia!
Osservando meglio l'ambiente attorno a sé - cosa che non aveva avuto occasione di fare, dal momento che era rimasta praticamente tutto il tempo in infermeria - notò che la maggior parte delle capanne distrutte sembrava come collassata su se stessa, o che qualcosa di molto grande e molto pesante le avesse fatte crollare. Ciò collimava con la parziale distruzione della palizzata che proteggeva il villaggio. Se là fuori c'erano degli animali tanto grossi - e il fatto che Leon si fosse trovato davanti a una belva abbastanza grande e feroce da ridurlo così era una prova lampante - ciò spiegava i danni che vedeva. Il problema era la scomparsa degli abitanti; il fatto che SeeD e cadetti si fossero stabiliti lì per il tempo a venire aveva, molto probabilmente, cancellato eventuali tracce su dove fossero spariti.
Andò a cercare Otta, l'unico punto di riferimento su cui potesse contare. La preside sembrava molto provata dagli ultimi avvenimenti, e la morte di Holden doveva aver lasciato un vuoto enorme dentro di lei. Riferì le sue scoperte e i suoi sospetti, e in cambio venne informata dell'esistenza della bambina sopravvissuta e di ciò che aveva raccontato tramite i disegni.
«Avete pensato di chiederle dove hanno deportato gli abitanti e a cosa servivano quei simboli?»
«A quanto ne so, no» ammise Otta.
Macha alzò gli occhi al cielo, incredula.

------------------------------

Nella capanna, Marja stava entusiasticamente spiegando a gesti qualcosa riguardo un rituale. Dopo un po' di fatiche, riflessioni e scambi d'opinioni, Aura e Nir giunsero alla conclusione che gli abitanti del villaggio erano impegnati in un rito propiziatorio - e ciò spiegava i simboli simil-magici e alchemici ritrovati - quando un numero imprecisato di uomini era giunto e li aveva presi prigionieri.
«Sono perplessa: probabilmente non erano molti, altrimenti i danni sarebbero stati più pesanti, ma come avranno fatto a tenere sotto controllo un gruppo almeno dieci volte più numeroso?»
«Forse possedevano armi tecnologicamente più avanzate di quelle che sembra vengano usate qui» azzardò Nir.
«Ha senso. Ma non capisco ugualmente lo scopo di tutto ciò. Che siano mercanti di schiavi?»
Marja, impaziente, osservava l'uno e l'altra, come a cercare di afferrare il significato dei loro discorsi. Aura rivolse nuovamente la sua attenzione verso di lei, e le chiese meglio che poteva di indicarle la direzione intrapresa dagli assalitori. La bambina, dopo un attimo di riflessione, puntò il dito alle loro spalle, ma non spiegò cosa c'era da quella parte. O non lo sapeva o aveva troppa paura di rivelarlo.
«Se non altro, abbiamo un indizio» concluse Aura. Ringraziò a gesti Marja per l'aiuto e la lasciò con Nir, che non sembrava però molto a suo agio in compagnia della ragazzina. Aura, dal canto suo, andò dritta da Otta a fare rapporto. Il rischio che quegli schiavisti tornassero, o che loro compagni lasciati indietro arrivassero lì era troppo alto, e perciò fu diramato l'ordine di stare in allerta e, in caso d'attacco, di proteggere la baracca dove stavano i feriti.
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Ruben -.-
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Ruben -.- »

Tid e Morgana erano stati appena tirati fuori dalla voragine nella sabbia; affaticati, un po sporchi ma decisamente tutti d'un pezzo. Nathan era corso ad avvertire Otta e Ruben del pericolo. La preside era rimasta al villaggio incaricando Ruben del recupero. Senza magie non era stato semplice riportare i due in superficie. Furono trovate delle funi abbastanza lunghe ma se per Tid non sarebbe stato un problema arrampicarsi su, Morgana avrebbe avuto difficoltà per via della sua natura esile. Una imbragatura risolse il problema. Una volta su, i due furono accolti da una sguardo di rimprovero da parte di Ruben. Tidus fece spallucce accennando ad un sorriso mentre Morgana ricambiò uno sguardo vacuo come se stesse pensando ad altro.

Mentre tornavano in direzione del villaggio Tid si affiancò a Ruben.

-Morgana pensa che l'attacco al villaggio possa aver a che fare con questi cristalli- disse mostrandone uno prelevato nella caverna.
-Ah! Quindi Morgana è in grado di articolare pensieri che prevedano più di 3 parole messe in fila?- rispose Ruben ironico mentre prendeva ad osservare il cristallo.
-Poche parole, tanti pensieri. Sicuramente il suo cervello si esprime in pensieri più di quanto la sua bocca non si esprima in parole.-
-Uhm. Secondo te, cosa c'è dentro questo cristallo?- gli chiese Ruben che continuava a rivoltarlo nella mano alla ricerca di qualche spiegazione.
-Morgana pensa...-
-Morgana pensa di essere in grado di rispondere da sola alle domande se queste vengono rivolte a lei.- li interruppe la piccola maga, ma il suo tono non aveva alcunché di severo.

I due arrossirono comunque.

-Questi cristalli- continuò lei -potrebbero essere la causa dalla mancanza di magia in questi luoghi. Penso siano in grado di raccogliere l'energia magica dall'ambiente e di trasformarla nel liquido che noti al suo interno.-
-Hai qualche idea del perché?- chiese Ruben.
Lei si limito ad alzare le spalle.
-In quella caverna ce ne sono parecchi di questi cristalli. E quando dico parecchi...- specificò Tidus.
-"Parecchi" tipo un deposito o tipo una cultura?-
-Tipo una cultura, ma non credo che questi "cosi" vengano coltivati. Penso che crescano spontaneamente. Una sorta di miniera.- concluse Tid con Morgana dietro che abbassa ad alzava la testa in cenno di assenso.
-Siamo arrivati- li interruppe Nathan che si era tenuto fuori dalla discussione limitandosi ad ascoltare.

-Molto bene. Alla fine sembra che questa scampagnata non sia risultata vana.-



Arrivati al villaggio Tid e Morgana andarono a darsi una ripulita, Nathan tornò al suo lavoro mentre Otta, Aura e Macha andavano incontro a Ruben con celerità.

-Che succede?- fece Ruben preoccupato.
-Finalmente Marja ci ha spiegato qualcosa su quello che è successo a questo villaggio.- lo rassicurò Otta.
-Sembra che un gruppo di uomini poco raccomandabili siano arrivati al villaggio e abbiano preso prigionieri gli abitanti.- continuò Aura.
-Anche se in realtà non conosciamo il perché...- specifico Macha.
-Forse...è "questo" il perchè.- disse Ruben mentre mostrava il cristallo.

In quel preciso istante Marja era uscita dalla tenda. Notò il cristallo nella mani di Ruben e dopo aver cambiato la sua espressione in qualcosa di indecifrabile fece improvvisamente retromarcia e si rituffò nella tenda dalla quale era appena uscita. Il gruppo si accorse di tutto.
Ruben fece per avviarsi verso la tenda quando Otta lo bloccò.

-Non pensi che magari Marja possa sentirsi più a suo agio esprimendosi ad una donna?- obiettò.
Qualche secondo di riflessione...
-Hai ragione- concluse Ruben. Poi dando il cristallo ad Aura e ignorando la mano protesa della preside... -Aura, pensateci tu e Macha.-

Otta strabuzzò gli occhi.

-Ma...ma...-
-Lo ha detto tu..."donne"- osservò Ruben ridendo sotto i baffi che non aveva e indietreggiando di qualche passo.
-Io...ti...disintegro...- sibilò Otta con gli ochhi ridotti a fessure.
-Ma prima devi...PRENDERMI!- scatto vià Ruben con Otta alle calcagna.

-Secondo te ... è normale o gli è andato in pappa il cervello ad entrambi?- chiese Macha.
-Sapessi... :roll: - concluse Aura.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Leonheart88 »

"Ricapitoliamo..."
"Ancora?"
"Ovvio!"
"Per questo poi voglia almeno pokemon Soul Silver in regalo" Disse il gaio Night con un sorrisetto maligno
"Bravo scemo, e qua che te ne fai dato che non c'è corrente elettrica?"
"Schiavizzo dei criceti a girare in una ruota per produrre sufficienente elettricità per il mio Ds, o al limite schiavizzo la bambina" disse Night rispostapronta. "comunque dicevo:"

1) Gli abitanti del villaggio sono stati rapiti e portati via, lo possiamo desumere da una parte dalla distruzione di alcuni edifici, la maggior parte dovuta agli animali ma presumo che una parte siano il danno collaterale degli schiavisti.
Inoltre mentre contemplavo le meraviglie del cielo (Leggi: Osservavo le pulzelle del villaggio) sui tetti, ho notato segni sul terreno come se un centinaio di persone o più si fossero mosse di colpo, e questo dalla direzione indicata da Marja.

Leonheart88:" Perchè sono stati portati via?"
Night:" Mio giovane allievo tappati quella fogna che tu chiami bocca e fammi andare avanti nella mia novella:

2) Perchè gli abitanti del villaggio sono stati rapiti?
Come si può desumere dall'aspetto di uno degli edifici visitati, dai foglietti mezzi bruciacchiatti trovati e dai cerchi alchemici tracciati nel suolo possiamo giungere alla conclusione che in questo villaggio ci fossero molti sciamani che- perdonami il termine Oxfordiamo- facevano i fighi con gli altri villaggi.
Se a ciò aggiungiamo i cristalli rinvenuti da Morgana e Tidus nel sottosuolo, che detto fra noi non so se possano contenere magia e se la contengono sicuramente noi non abbiamo le tecniche per saperla sfruttare almeno per ora e in un futuro prossimo, possiamo giungere alla conclusione che essi erano gli strumenti degli abitanti per essere innalzati sopra gli altri.

Leonheart88: "E il terrore della bambina?"
Night:"Mi pare ovvio che vedendo i genitori e amici fare gesti strani con del materiale che produce luce da solo e poi vedere che le stesse persone vengono rapite durante un rito possa aver provocato alla bambina l'idea del Causa-Effetto fra Cristalli e rapimento.

3)Per anticipare la tua domanda mio stolto amico, gli schiavisti hanno preso gli abitanti del villaggio perchè convinti sapessero fare magie, quindi o per poterli sfruttare per i loro scopi o per rivenderli a caro prezzo.

Leonheart88:"Della nave che mi sai dire?"
Night: Che c'entra come la peperonata al mattino, ma a parte questo direi che se la squadra che andrà ad ispezionarla bene esprimerà parere positivo potremmo utilizzarla per ridiscendere il fiume una volta volta finita questa storia.

Ho riassunto i vari punti della trama, cercando di assimilare tutto assieme :wink:
Un consiglio: Non gettiamo troppa carne al fuoco ma sviluppiamo gli elementi che abbiamo senza tirare fuori altre mille cose :-D
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Nataa »

Uno Stonck, subito seguito da un “Ahia”, sancì l’inizio della mia giornata.

“Pip, ma vuoi guardare dove metti la testa?”
“Senti chi parla, Miss testa dura” Pip aveva le lacrime agli occhi dal dolore
“Cosa cavolo ci fai qui?”
“Potrei chiederti la stessa cosa!”
“Mi è caduta una cosa e la stavo raccogliendo..”
“Io ho perso una cosa e la stavo cercando.. Che ti è caduto?”
Raccolsi da terra un braccialetto argentato e glielo dondolai sotto il naso in segno di risposta “E tu cosa hai perso?”
Il Seed divenne rosso come un pomodoro e si schermò dietro a dei “ehm” “uhm” “ecco..” che mi fecero ben presto sospettare che il Commander nascondesse qualcosa, conoscendolo era probabile che avesse portato con sé la serie completa di Lui&Lei e che molto probabilmente un certo cadetto Night gliele avesse rubata per leggerla.
Le mie elucubrazioni mentali vennero distolte a causa di un luccichio proveniente da sotto una delle capanne distrutte.
“Pip, aiutami a spostare queste travi, per favore”
Il seed issò uno dei legni, quel tanto che bastava per farmi immergere la mano e tirarne fuori una strana pietra, fatta di un materiale che non avevo mai visto prima, all’interno vi era qualcosa di denso ed emanava uno strano colore. Mi sporsi di nuovo e a tentoni cercai se ve ne fossero ancora, ne trovai solo un altro.
Due “cristalli”, materiale denso in entrambi, colore diverso.

“Ma che..”
“Direi di portarli a Marja, forse può darci qualche indicazione”
“Marja? Vuoi dire Macha..”
“Ma..! La bambina trovata da Lenne! Si chiama Marja!”
“Dire la bambina ti costava fatica?”
“Si u.u! Si trova nella Capanna ad est, dove c’è il centro nevralgico delle operazioni”
“E dovrei fidarmi di te nel raggiungere una direzione?”
“Si u.u”
Evitai di rispondergli e lo sorpassai proseguendo in direzione dell’infermeria

“Stai sbagliando direzione…”
“Hai detto ad Est giusto?”
“Esatto..”
“Allora tu stai andando ad Ovest -.-“

Esitai un momento davanti la porta dell’infermeria, la tentazione di entrare era forte, ma la voglia di incontrare Leon era scappata via cinque giorni prima, al funerale del Socio. Meglio staccarsi subito da lui, che soffrire troppo dopo.

“…facevano i fighi con gli altri villaggi. Se a ciò aggiungiamo i cristalli rinvenuti da Morgana e Tid nel sottosuolo…” mentre ero lì, nella mia incertezza, mi giunsero alle orecchie poche, ma provvidenziale parole (eh il caso!).

“Quindi questi cristalli non sono gli unici..”
“Se quello che dicono in infermeria è giusto..”
“..la cosa più logica è che i cristalli fossero “fumo negli occhi” per i creduloni” “
“Ovvio quindi che li tenessero in casa”
“Però non in tutte le capanne ci sono”
“Evidentemente non tutti erano sciamani, su qualcuno dovevano pur esercitare il loro fascino, oltre che sui villaggi vicini”
“E perché li hanno rapiti tutti?”
“Lasceresti testimoni? Oltretutto vendere gente deve fruttare un bel po’ di denaro..”
Uno sguardo criptico inondò il volto di Pip e una botta in testa lo dissolse dall’idea di vendermi agli stranieri.
“Andiamo a riferire il tutto a Ruben ed Otta, che è meglio!”

Non riuscimmo neanche a fare un passo che i due ci travolsero come un branco di elefanti

“Ahia! E due! Oggi ce l’avete con la mia testa??”
“Scusa Pippastro, ma devo dare una lezione a Ruben!”
“Otty io sono con te nella distruzione del nostro caro Ruben, ma prima ascolta qui!”
“Grazie eh?” disse Ruben con un sorrisetto forzato

Riferimmo ai due le nostre deduzioni e a conferma di quanto detto Aura e Macha uscirono di tutta fretta dall’alloggio, per riferire le novità

“E’ stato più difficile del previsto, ma a quanto par… …come fate ad avere dei cristalli?” chiese Aura guardano nella mia mano
“Li abbiamo trovati in una delle capanne distrutte” Pip mi tolse dall’impiccio di rispondere
“Questo conferma quanto ci ha detto Marja” concluse la ragazza dai capelli rossi
“E se seguissimo le tracce? A questo punto non abbiamo di meglio da fare..”
“L’unica altra opzione è aggiustare la nave e andarcene di qui il prima possibile, se sono passati una volta potrebbero tornare e per come siamo messi.. ”
“E lasciamo in sospeso questa storia?”
“Non siamo i paladini della giustizia, Aura.. ma capisco cosa intendi” risposi in maniera più fredda di quanto avessi voluto
Tutti ci girammo verso i capi e la domanda eloquente era: “Cosa vogliamo fare?”
DarkSquall89
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da DarkSquall89 »

Lonelywolf lo trovò seduto vicino a uno dei numerosi steccati del villaggio, la schiena appoggiata al legno e la testa rivolta verso l'alto, in apparente osservazione del cielo e delle nuvole che vi si rincorrevano. Avvicinandosi, potè però notare come gli occhi del ragazzo fossero spenti, privi di qualsivoglia scintilla.
Il cadetto gli si sedette accanto, rimanendo in silenzio per diversi minuti.
« Cosa vuoi? »
Nathan fu il primo a rompere il ghiaccio. Dal tono della voce non trasparì alcuna emozione.
L'altro voltò il viso verso di lui, riflettendo prima di rispondere.
« Vuoi parlarne? »
Eccola. La domanda tanto temuta. Odiata. La domanda che si era sentito rivolgere in innumerevoli circostanze.
« No. »
Lonelywolf sospirò, probabilmente si era aspettato una risposta del genere. Era consapevole di trovarsi di fronte una sorta di muro: Nathan aveva dato prova, in più di un'occasione, di non aprirsi facilmente di fronte agli altri, soprattutto se ancora semi sconosciuti come lui e il resto dei SeeD e dei cadetti, riguardo le proprie emozioni. Decise comunque di continuare a tentare.
« Deve essere stato orribile, quel momento. Intendo, quando hai ritrovato il suo corpo. Non so come l'avrei presa o cosa avrei fatto, se fossi stato al posto tuo. »
Nessuna risposta, solo un ostinato silenzio.
« Quello che voglio dire, » continuò, sondando con lo sguardo il viso di Nathan, in cerca di una possibile traccia di cedimento, « è che tenersi tutto dentro, come fai tu, non aiuta mai, in nessun caso. Non puoi pretendere di affrontare ciò che hai visto e passato da solo. Holden... »
« Holden non c'entra un cxxxo. »
La risposta arrivò fredda come un soffio di vento artico, intrisa di rabbia, lasciando il cadetto spiazzato.
« Non lo conoscevo ancora, non sapevo nulla di lui, non era un mio amico. Non dico che non mi dispiaccia per la sua morte, è un evento che ti sconvolge nel profondo anche se i legami con il defunto possono non essere così solidi, perchè alla base di tutto c'è il concetto di quanto la tua vita possa essere breve, di quanto la fine di tutto possa sopraggiungere in un attimo. Ma se sto così non è per quello che ho visto. E' ciò che quella vista ha evocato. »
L'altro assorbì le parole, cercando di dare loro un senso. Scosse la testa.
« Nathan, non capisco. »
« Non mi aspetto che tu ci riesca. E non chiedermi di fornire spiegazioni, » sibilò prima che Lonelywolf potesse di nuovo aprire bocca. Diede un pugno allo steccato, poi si alzò in direzione del centro del villaggio, senza voltarsi a controllare cosa stesse facendo l'altro.
« Dove stai andando? »
Nathan si voltò di scatto, costringendo l'altro a bloccarsi all'improvviso per evitare di finirgli addosso.
« Mi è giunta voce che Ruben vuole organizzare una piccola squadra di esplorazione. Sai, riguardo la nave che è stata rinvenuta poco lontano da qui. Voglio farne parte. I pensieri mi stanno uccidendo, e rimanere col culo per terra sicuramente non aiuta a combatterli. »
Si voltò e si incamminò nuovamente, lasciando Lonelywolf fermo sul posto. Fu solo quando sentì di nuovo il rumore di passi alle sue spalle che intuì che il cadetto lo aveva seguito.
« Vengo con te, » disse semplicemente, affiancandosi al pirocinetico.
« Come preferisci, » rispose Nathan.
***
« Però, bella grossa. »
Macha fece partire un piccolo fischio sommesso in direzione dell'enorme sagoma incagliata di fronte a loro. La ragazza, insieme a Nataa e Sanji, si era offerta di unirsi a loro dopo che Nathan e Lonelywolf avevano parlato con Ruben e Otta: i due superiori avevano convenuto che aumentare il numero di elementi nella spedizione rappresentava una sicurezza maggiore, visto l'allarme contro i possibili attacchi diramato poco tempo prima. Gli ordini erano semplici: esplorare il vascello, trovare carte o qualunque altro loro surrogato che potesse permettere al gruppo di SeeD e cadetti di farsi un'idea della regione in cui al momento si trovavano, oltre a qualunque altro oggetto avessero potuto utilizzare, controllare la sala macchine per verificarne la funzionalità, e tornare al villaggio per fare rapporto.
Nathan si prese un secondo per osservare i suoi compagni. Si accorse di quanto Macha e Nataa si trovassero in condizioni simili alle sue: tutti e tre avevano bisogno di fare qualcosa, di staccare la spina e recidere il filo dei loro pensieri per un breve tempo, ognuno per motivi diversi. Deboli nello spirito.
Quanto a Sanji, Nathan ci aveva scambiato poche parole, giusto le classiche presentazioni di rito. A quanto pareva nessuno era dell'umore adatto per mettere in fila più di tre frasi.
Iniziarono la perlustrazione dalla sala macchine. I motori dell'imbarcazione erano ancora in perfetto stato, pronti a dar sfogo alla loro potenza in caso di necessità. Il difficile venne al momento di individuare le carte che erano sfuggite all'altra squadra di esplorazione. Cercarono in lungo e in largo, mettendo a soqquadro ogni singola parte della nave, ma con scarsi risultati. Un'ora dopo, sbuffando dalla fatica e dal caldo, si riunirono in sala comandi per fare il punto della situazione.
« Credo che effettivamente le carte non siano presenti, a questo punto. Abbiamo controllato ovunque e non ve n'è la benchè minima traccia. »
Nataa si lasciò cadere su di una seggiola, presto imitata da Lonelywolf e Macha.
« Non dire cazzate » intervenne Sanji, « se hanno risalito il fiume, oltre alle semplici carte nautiche devono necessariamente esserci quelle terrestri, avranno esplorato il territorio circostante. »
« E dove sono allora? » domandò Macha.
« Probabilmente le avranno fatte a strisce per usarle come filtri » ribattè il SeeD. « Usate il cervello, Cristo santo, da qualche -censura- parte dovranno pur essere, no? »
« E se le avessero nascoste? »
Tutti gli occhi si voltarono verso Nathan, che fino a quel momento era rimasto in disparte e in silenzio, apparentemente immerso nei suoi pensieri. Sanji fece per aprire di nuovo bocca, ma venne fermato da Lonelywolf.
« E per quale motivo dovrebbero aver fatto una cosa simile? » chiese al pirocinetico.
« Perchè, » rispose l'altro, « credo che non sia da escludere che l'equipaggio di questa nave abbia dovuto abbandonarla in fretta e furia, forse perchè minacciato da qualcosa all'esterno. Nella fretta della fuga potrebbero aver nascosto accuratamente tutti i loro beni più preziosi, incluse le carte e chissà cos'altro: magari pensavano che una volta passato il pericolo sarebbero potuti tornare indietro a prenderle no? »
« Sembra una spiegazione plausibile » disse Nataa.
Sanji sbuffò di impazienza. « Resta da capire dove possano essere, Einstein. »
« Se cercassimo accuratamente, » rispose Nathan, muovendosi verso la porta, « dovremmo avere una possibilità. Esaminiamo le pareti o il pavimento, se le hanno nascoste è prob ... »
Il ragazzo non fece in tempo a finire la frase: andò a sbattere contro uno degli scalini della sala comandi e perse l'equilibrio. Per evitare di rovinare a terra, si aggrappò alla prima cosa che la sua mano incontrò: uno dei piccoli porta candele appesi al muro. Fu con grande sorpresa di tutti che l'oggetto si abbassò di diversi centimetri, mentre un piccolo suono sordo riempì l'ambiente. La parete a cui il porta candele era attaccato si scostò di lato, rivelando una nicchia immersa nel buio.
« Tombola » dissero Macha e Lonelywolf all'unisono.
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Danke Fraulin (Lenne xD) per l'avatar, il banner e per Mara. Deh! è.é



Kary's Artbook , ovvero la galleria di disegni e quant'altro della mia sorellina in spirito Diletta, date un'occhiata e lasciate un commento, ne vale la pena ;).




"Vivevano la lenta e invisibile compenetrazione dei loro universi, come due astri che gravitano intorno a un asse comune, in orbite sempre più strette, il cui destino chiaro è quello di coalescere in qualche punto dello spazio e del tempo".
Otta
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Otta »

Ogni mattina nella savana una gazzella scappa per non finire nelle le grinfie di un leone. Ogni mattina nella savana un leone scappa per non finire nelle grinfie dei bracconieri. Ogni mattina su Eden un Ruben, se fa battute poco simpatiche e che solo lui crede divertenti, scappa per non finire maciullato dall'ira di un'Otta. E deve ritenersi fortunato perchè in quel mondo senza magia la (più o meno) comandante dell'accademia non ha la capacità di andare in autoberserk U_U.

La corsa aveva sfiancato entrambi. Sarà stato il caldo, sarà stato il fatto che, a causa degli stenti che avevano patito in quell'ultimo periodo, la loro resistenza era calata notevolmente... Insomma, le loro forze si erano spente abbastanza facilmente. Otta era riuscita a malapena a saltare addosso con il proprio dolce peso sulla schiena dell'amico, a prendere con la mano libera un lungo ramo di legno e a legarci su Ruben a mò di maialino su uno spiedo con una corda che si era inavvertitamente (e fortunatamente) arrotolata attorno alla sua gamba nel momento di fuga. E così il guerriero cazziuto si alzò fieramente in piedi, poggiando su una spalla la parte del legno più vicino alla mano e portandosi così dietro Ruben come se fosse un fagotto.

R: 'Certo che comunque, nonostante la fame e il lavoro che facciamo, il tuo peso è rimasto 'importante' x_x'

Otta, cercando di dire una battuta imbarazzante per far calare il silenzio, disse solamente...

O: 'Guarda, un altro pò così e mi si sgonfieranno le tette!'

Quella frase le fece ottenere la conclusione sperata. Ruben, un pò in imbarazzo, si cucì la bocca.
La donna si girò, sempre con il carico sulle spalle, facendo una virata di 180° da manuale e quello che vide di fronte a se fu il rudere della nave.

O: 'Certo che abbiamo corso :sgamato: ... Quando torneremo al villaggio ci mangeremo anche la paglia :sgamato: !'

Ruben non proferì parola.

O: 'Lì dentro ci dovrebbe essere una squadra per l'ispezione... Andiamo a vedere come sono messi'

Il moro non disse nulla.

O: 'Dai su, non fare l'offeso... Comunque grazie. Mi hai distratta e mi hai fatto pensare ad altro...'

R: 'Non eri distratta quando Nataa e Pip hanno chiuso il discorso. Ti sei lanciata addosso a me come una bestia affamata... Ti ho evitata per miracolo'

O: 'L'effetto sorpresa è l'arma più importante per chi usa la forza e non ha molta velocità'

I due continuarono a chiacchierare (anche se Ruben, per quanto saprà fare il carino, non verrà liberato facilmente u.u) e si intrufolarono nella grande imbarcazione. Non fecero in tempo a fare due passi che un forte tonfo attirò la loro attenzione e i due (o meglio, Otta con sulle spalle lo spiedino di Ruby) corsero verso la fonte di quel rumore. Quello che videro fu uno spettacolo curioso: Nathan a terra, Macha e Lonelywolf che esclamavano contenti parole di vittoria, Nataa che sghignazzava da un lato e, dal lato opposto, Sanji che si era portato una mano sulla fronte e squoteva la testa con fare rassegnato.
Looooool XD -> [x]

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'Ma nei miei sogni lo vedo morto impiccato! E non è una fantasia erotica di bondage!'
Lonelywolf
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lonelywolf »

Dopo aver osservato la gaia compagnia, Otta alzò lo sguardo e notò che in parte a Nathan c'era una porta aperta.
- Che è successo? - chiese con aria interrogativa.
- Candelabro abbassato, porta incavata... Il vecchio clichè della porta segreta? - provò a dedurre Ruben.
Nathan volse la testa ed annuì, rimettendosi a sedere. Quando il cadetto tolse una scarpa per scagliarla verso Nataa, che continuava a ridere a crepapelle, la ragazza si riparò dietro allo spiedino di Ruby. Nathan si rassegnò e si rimise in piedi. Sanji tolse la mano dalla fronte, e sentenziò
- Che manica di... -
- Che dite, ci divertiamo ancora un po' o esploriamo? - lo interruppe Lon.
Il gruppo annuì, Sanji entrò per primo senza attendere gli altri, che lo seguirono (in coda Ruben l'ariete umano).
Poche fessure nel legno permettevano alla luce di filtrare a malapena nella stanza. Lon e Macha si affrettarono a seguire quelle flebili scie e ad aprire maggiormente le fessure. Finalmente gli occhi dei presenti iniziarono a scrutarsi attorno. La stanza era piuttosto piccola, ma il lato sinistro era disseminato di oggetti coperti da teli. L'angolo alla destra dell'entrata era il più sgombro, e vi era collocata una scrivania in legno. Verso di essa si diresse Nathan, che alzò un disegno. Era ben realizzato, e ritraeva un uomo dall'aria solenne. Era firmato Amedeo Guillet.
- Il capitano? - bisbigliò Nathan.
- Guardate qui! - esclamò Macha, alle sue spalle.
La ragazza aveva spostato i teli alla sinistra, scoprendo un vero e proprio piccolo deposito di armi. Macha sollevò un bastone. La ragazza cercò con gli occhi Lonelywolf, ed osservò quanto le due armi fossero diverse. Il bastone di Lon era visibilmente nodoso, non trattato, un'arma di fortuna. Il bastone appena trovato era levigato nel mezzo. Le estremità erano placcate in metallo, probabilmente mithril, a giudicare dalla colorazione, ed erano raccordate al corpo dell'arma da fini intarsi in tema floreale.
- Posso vederlo? - chiese Lon. Macha fu inizialmente riluttante, ma lo cedette al ragazzo. Lon guardò l'arma con le sopracciglia corrugate e lo restituì a Macha.
- E' legno di cipresso, tanto resistente quanto costoso -
- Lo vuoi tenere? - domandò Macha, considerando la maggiore esperienza di Lon con armi di quel tipo. Lon scosse il capo
- E' troppo preziosa, non riuscirei mai a combatterci. E' poi è troppo corta per me -
Macha osservò l'arma, e dopo una breve prova trovò un buon feeling, decidendo di tenerla.
Non era finita qui: la stanza nascondeva tra le altre cose una piccola colubrina, con una cassa di polvere da sparo ed una di palle da cannone, alcune armi da fuoco di piccolo calibro e molte armi da taglio. Rovistando Nathan trovò anche un'arma per sè, una lancia. Era di diametro piuttosto piccolo, la punta placcata di mithril anch'essa, ma la parte più interessante era l'impugnatura. Nathan sentì la sua mano aderirvi perfettamente, ed osservò con piacere un'altra sottile placca di metallo, probabilmente bronzo, adibita a parare la mano durante gli affondi. La relativa leggerezza dell'arma la rendeva maneggevole.
- Cartine! - esclamò improvvisamente Nataa.
- L'avevo sempre sospettato, quindi ti droghi - sogghignò Sanji.
Nataa indicò il cassetto della scrivania che aveva appena aperto, e quindi colpì Sanji con un sonoro coppino.
Le cartine indicate illustravano l'area circostante. Erano coperte di polvere, ma sarebbero state certamente molto utili per capire la conformazione dell'area.
- Direi che può bastare, non possiamo andare? - domandò Ruben
- Sì, è ora di tornare. Abbiamo un cannoncino per difendere il campo e delle mappe dell'area - acconsentì Otta
- Quindi mi dovrai slegare, altrimenti come esco di qui? -
- In retromarcia, mi sembra chiaro -
- Ragazzi, come trasportiamo la colubrina? - li interruppe Macha.
Gli occhi di Otta brillarono, e si volsero verso Ruben.
- Ho paura -
Con la stessa maestria con cui Otta aveva "troncato" Ruben, lo slegò e lo "colubrinò". Ruben-tronco si era evoluto in Ruben-colubrina; il risultato, forse, era ancora più doloroso...
Otta conservò le carte, Nataa e Macha portarono la cassa di polvere da sparo, Lon e Nathan quella delle piccole palle da cannone. Sanji portò le armi di Lon, Nathan e Macha, in modo che non li impacciassero.
Il gruppo uscì dalla nave, in direzione del campo base.
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Lenne
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Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lenne »

Non mancava che mezz’ora al calar del sole: il cielo stava scurendosi lentamente e solo qualche timido raggio proiettava ancora la propria luce attorno.
La squadra mandata in perlustrazione sarebbe dovuta tornare a momenti.
«Sono pronto a scommettere il mio Magikarp a livello 100 che i simpatici ometti meglio noti come schiavisti non rimarranno a pettinar le bambole troppo a lungo» esordì Night nel silenzio dell’infermeria.
«Che intendi?» domandò Aeli mentre metteva cautamente alla prova la caviglia con alcuni movimenti.
«E’ lapalissiano, piuttosto e anzichenò, che ormai abbiano imparato tutto di noi: come siamo organizzati, quanti siamo, se ci sono feriti… persino quante volte andiamo in bagno al giorno» rispose come se tutto fosse ovvio sin dal principio. «Se non è stato il nostro passo elefantino ad avvisarli dell’arrivo di qualcuno in questo villaggio, indubbiamente la splendida pira funeraria del nostro ninja ha fatto ronzare loro in testa qualcosa di più che un semplice sciame di vespe».
«Riassumendo, tu pensi che abbiano mandato a qualcuno a spiare i nostri movimenti» disse Leon.
«Watson, quando imparerai che Hyne ti ha dato la lingua per fare altre cose anziché interrompermi ogni volta?».
«Non essere geloso perché io ho un certo successo e tu no» rimbeccò il giovane con un ghigno.
«E chi parlava di quello? Io mi riferivo, per esempio, al fatto di lucidare i pavimenti» replicò l’ex SeeD con innaturale flemma.
«Pensi possano attaccarci?» chiesi, cercando di riportare la conversazione al punto giusto.
«Mi stupisco che non l’abbiano ancora fatto: per essere stati in grado di soggiogare e rapire un intero villaggio, dovevano essere superiori sia numericamente che “tecnologicamente”, per quanto ossimorico sia l’uso di questa parola. Se fosse davvero così e dovessero decidere d’intraprendere ora un’offensiva, è chiaro anche agli occhi dei più inesperti che non abbiamo molte speranze…». S’interruppe per riprendere fiato. «E detto in tutta sincerità, miei cari discepoli, l’idea di trovare la morte o di essere fatto schiavo in questo mondo dimenticato da Dio e dagli uomini non mi va a genio».
«Il tuo suggerimento quindi sarebbe…».
In quel momento Sara entrò nella stanza. «Qualcuno di voi ha visto Marja? Non riesco a trovarla da nessuna parte».
Un cupo presentimento, colpa soprattutto delle gufate di Night, aleggiò fra i presenti.
«Non era assieme a Nir?» le ricordai. «Può darsi che sia in giro per il villaggio con lui, ora che sa di potersi fidare pare abbia ritrovato un filo di esuberanza».
«L’ho visto parlare un momento fa con Teo e la ragazzina non c’era».
Altro silenzio teso.
«D’accordo» decisi infine alzandomi. «Ti darò una mano a cercarla».
Seguii la ragazza-angelo all’esterno e assieme a lei mi diressi nel primo posto ovvio in cui cercare, in altre parole gli alloggi; la Cadetta camminava chiusa in un mutismo preoccupato ma notai che di tanto in tanto lanciava occhiate nella mia direzione, quasi a voler studiare la mia espressione che, mi resi conto, era indecifrabile come sempre.
«Senti…» iniziò titubante.
La guardai in silenzio, aspettando che continuasse; non parve tuttavia intenzionata a proseguire, poiché fece un gesto di scuse con la mano e tornò a fissare dritto avanti a sé.
Improvvisamente si fermò e si girò nuovamente. «Ecco…».
Incrociai le braccia. «Cosa devi dirmi?».
Sembrò faticare a trovare le parole giuste. «Usciremo mai da questo posto?».
Presi giusto un secondo per riflettere. «Non lo so».
«Come fai a essere così calma?».
«Non dovrei?».
«Certo che no! Insomma…». Le parole morirono in gola e lo sguardo si fece terreo.
Indietreggiò di un passo scuotendo la testa e guardando non me quanto piuttosto qualcosa che pareva trovarsi dietro di me; un dolore improvviso e lancinante alla nuca mi fece barcollare.
Qualcuno mi aveva colpito con un pesante oggetto nel tentativo di stordirmi ma dovette ricredersi quando, afferrato d’istinto uno dei due pugnali, sferrai un fendente laterale con un’imprecazione soffocata. Nonostante quella repentina reazione i riflessi erano ormai offuscati dalla botta che, sebbene non avesse ottenuto l’esito sperato, a qualcosa era servita.
Non fu difficile per l’assalitore schivare e colpire nuovamente, questa volta alla tempia.
Con un gemito sommesso crollai sulle ginocchia, mentre un rivolo di sangue scorreva lungo il volto; guardai Sara di fronte a me con occhi annebbiati, chiedendomi perché non fosse intervenuta.
Notai che ricambiava lo sguardo con un misto di paura e senso di colpa.
Sembrava completamente paralizzata.
Lo sconosciuto mi ribaltò sulla schiena, sovrastandomi e sfiorandomi il petto con quella che riconobbi essere la canna di un fucile; piuttosto rudimentale ma pur sempre pericoloso.
Disse qualcosa in quella dannatissima lingua incomprensibile che caratterizzava gli abitanti di Eden, prima di sollevare un poco l’arma.
Che fosse davvero finita?
L’orgoglio mi fornì un ultimo barlume di lucidità.
Con un potente colpo di reni, m’inarcai – appoggiandomi sulle mani – e ruotai all’indietro, colpendo il nemico con un calcio al volto che per poco non gli spezzò di netto il collo; un tonfo soffocato mi fece capire che aveva perso la presa sul fucile.
Una volta in piedi, il rumore di una spada che affondava nella carne mi riscosse del tutto: Sara sembrava aver ripreso coraggio – oltre che capacità nei movimenti – e aveva deviato un affondo riservato a me, ripagando poi l’uomo con la stessa moneta e spingendo la propria lama fino in fondo al petto di quest’ultimo.
«Stai bene?» domandò subito dopo, contrita. «Mi dispiace! Volevo intervenire ma le armi da fuoco…».
«Va tutto bene» la fermai, pulendomi con il dorso della mano il sangue che stava colando negli occhi. «Sbrigati ad avvisare gli altri: se quel tizio era davvero intenzionato a sparare, significa che non è il solo a trovarsi qua dentro. Dai l’allarme!».
Quasi avesse ricevuto una scossa, la giovane sussultò e si allontanò in tutta fretta; forse avremmo fatto in tempo a contrastare l’attacco ma se le previsioni nefaste di Night si fossero rivelate esatte, allora ci sarebbe stato poco da fare.
Cercando di mantenere un equilibrio degno di tale nome, barcollai fino allo spiazzo centrale del villaggio, dove scorsi l’Angel travolgere letteralmente Cek e riferirgli tutto d’un fiato l’accaduto; nello stesso momento una violenta detonazione rimbombò nell’aria, seguita da un urlo.
Sirius, ferito di striscio da un proiettile, si portò una mano al punto leso guardandosi attorno con occhi adirati alla ricerca dell’invisibile tiratore; gli altri SeeD e Cadetti si misero in guardia, sebbene a poco sarebbe servito.
Già il fatto che gli avversari possedessero armi da fuoco ci metteva in una posizione netta di svantaggio, il loro restare nascosti non migliorava di certo le cose.
«Come diavolo hanno fatto a entrare?» ringhiò Remiem osservando l’ambiente attorno, nuovamente immerso nel silenzio. La quiete prima della tempesta.
«Se sono riusciti a sopraffare con la forza gli abitanti di questo posto» fece notare Cek «significa che devono aver colto di sorpresa loro nello stesso modo in cui stanno facendo adesso con noi. Sarebbe stato stupido cercare di porci sotto assedio, quindi hanno sfruttato la maggiore conoscenza del luogo e della struttura del villaggio per entrarvi senza essere visti».
«Cosa possiamo fare?» domandò Aura.
«Siamo presi di mira da non sappiamo quante persone, le scelte si riducono drasticamente» intervenne Nir, rubando le parole di bocca al responsabile Zoolab.
«Qualcosa potremo pur fare!» esclamò Teoskaven, girando su se stesso per abbracciare con lo sguardo il perimetro del villaggio. «Sono dei codardi a non mostrarsi!».
«O degli attenti strateghi» lo corresse Tidus. «Non fare gesti impulsivi, costerebbero sicuramente caro a te e forse anche a tutti noi».
I presenti guardarono Cek, al quale era affidato il comando durante l’assenza di Ruben.
«Che cosa facciamo?» incalzò Pip.
Il ragazzo non rispose immediatamente: aveva il respiro affannoso e gli occhi accesi d’ira, subito sostituita però dalla cognizione che non era rimasto null’altro da fare. Con un supremo sforzo di volontà si dominò, riprese il controllo di sé e sospirò. «Segnalate al nemico che ci arrendiamo» disse in tono basso ma ben udibile.
Remiem, come l’alchimista accanto a lui, s’irrigidì. «Ma…!» provò a obiettare.
L’occhiata del SeeD bloccò la protesta sul nascere. «Non ci rimane altro che consegnare le armi ed evitare spargimenti di sangue; se non ci hanno ancora ucciso significa che non vogliono farlo. Possiamo sperare in qualche negoziato, nonostante il diverso linguaggio troveremo sicuramente un modo per intenderci».
«Possiamo ancora opporre resistenza!» cercò di fargli cambiare idea il mago.
«NO!» ruggì Cek, esasperato. «E’ inutile, perché non volete capirlo?! Se tentiamo una controffensiva, loro risponderanno con la forza ed è evidente chi uscirà vincitore! Dobbiamo consegnarci adesso: sospendiamo il combattimento, arrendiamoci a chi di dovere in pace e senza colpo ferire, solo così possiamo avere la speranza di uscirne vivi!».
«Non ci arrenderemo» insistette Teoskaven.
«Voi farete quello che vi dico perché in assenza di Ruben siete tutti sotto la mia responsabilità e non posso permettere che per un vostro colpo di testa, anche altri corrano un rischio» ribattè l’altro con eguale durezza.


Le disposizioni del ragazzo vennero eseguite e gli attaccanti, comprese le nostre intenzioni, uscirono finalmente allo scoperto rivelandosi una trentina circa, di cui la metà armata di fucile.
Mentre questi ultimi ci tenevano sotto tiro, alcuni presero in custodia le armi abbandonate a terra e altri ci perquisirono per sicurezza; uno di loro trovò addosso a Morgana due dei cristalli che Nataa e Pip avevano scoperto solo poche ore prima.
Blaterò qualcosa d’incomprensibile in direzione di chi sembrava essere il comandante del piccolo drappello e gli consegnò gli oggetti, che vennero studiati in attento silenzio; infine l’uomo rivolse una domanda alla ragazza.
Non comprendendone il significato, ella rimase in silenzio.
Irritato, l’altro le si fece incontro e sbraitò ancora la richiesta, indicando nel contempo il cristallo fra le sue dita; pensando che volesse sapere dove fossero stati rinvenuti, lei indicò una capanna.
Evidentemente non era la risposta giusta, poiché un manrovescio la raggiunse in pieno viso, facendola barcollare e suscitando qualche reazione in alcuni dei compagni, ai quali venne subito intimato di non muoversi.
Passarono altri minuti di tensione durante i quali vennero ispezionate tutte le capanne: quando raggiunsero l’infermeria, non potei fare a meno di notare che gli assalitori condussero – o meglio, strattonarono – fuori solamente Aeli e Paine; quest’ultima era decisamente poco incline alla collaborazione ma uno sguardo ammonitore di Cek le impose la calma.
Di Leon e Oushi nessuna traccia.
Probabilmente, viste le loro condizioni, li avevano ritenuti inutili e avevano quindi deciso di abbandonarli al loro destino; questo nella migliore delle ipotesi.
A un ordine del comandante ci legarono saldamente i polsi con delle corde, poi ci esortarono a metterci in cammino; se cercavamo un modo per raggiungere il covo degli schiavisti, certamente l’avevamo trovato.
Immagine

Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


X X X

Lord Remiem
SeeD
Messaggi: 1358
Iscritto il: 03 mar 2009, 15:57
Sesso: M

Re: Avventure Accademia+Garden

Messaggio da Lord Remiem »

Remiem: Mille volte dannazione.

Questa volta Remiem era davvero arrabbiato. Stava tirando già tutti i santi e le madonne, sottovoce in modo da non farsi sentire dalle guardie che li spintonavano, Esprdendo in qualche insulto ogni volta che subiva uno strattone. per fortuna che questi non mi capiscono, pensò, sennò sarò davvero nei guai.

Remiem: Fantastico, prigione rimandata e ora sono prigioniero...

Assieme a lui, tutti i cadetti e i Seed. Catturati tutti. Anzi, arresi. Per ordine di un tizio moro con un braccio mummificato che si era innalzato a comandante e che fulminava chi, tra i cadetti e Seed, volesse far valere le sue ragioni.
Remiem non cis tava, a essere catturato. Aveva cercato di resistere e vendere cara la pelle, forse per questo le occhiatacce di quel tale che rammentò chiamarsi Cek lo mortificarono, e le guardie gli posero doppia razione di cordami ai polsi.
Non bastava il suicidio di un uomo che ormai Remiem considerava quasi un maestro di vita, nossignori? Quante gliene dovevano capitare perchè il destino lo lasciasse in pace una buona volta?
Però un segnale positivo c'era stato. La bimbetta, che Otta aveva chiamato Marja, aveva comunicato qualcosa in qualche modo a Cadetti e Seed. Probabilmente voleva dire che i suoi compaesani erano stati rapiti da questi tizi che ora stavano conducendo Remiem e i suoi amici, vecchi e nuovi, chissà dove.
Remiem non era spaventato da quelle armi da fuoco che i soldati portavano, era piuttosto nervoso per non aver potuto dar loro una bella lezione.

Remiem: Se solo avessi i miei poteri...

Guardandosi indietro, gesto che gli valse un altro strattone, Remiem intravide in fondo alla fila alcune guardie cariche di armi: bastoni, spade, pugnali...le riconobbe. le armi di Seed e Cadetti. Forse che volevano usarle loro?
lasciando eprdere questi pensieri, il mago decise di smettere di pensare, forse avrebbe in questo modo conservato la sanità mentale, e osservare la fila di Cadetti e Seed.
Cek, davanti, che camminava a testa alta...Teoskaven, che imprecava silenziosamente...Sarachan, che stava per piangere (e questo rattristò molto Remiem)...Leon88 e Oushi?
Ommadonna, pensò Remiem. Sono rimasti là. E anche Marja era scomparsa. No, non ci poteva credere. Due malati e una piccola bambina da soli in un villaggio...si chiese se i soldati sarebbero tornati a prenderli, ma non si seppe dare risposta.

Era ormai un bel dieci minuti che il gruppetto camminava. Remiem aveva esaurito le parolacce, Sara le lacrime, e Cek le parole di incoraggiamento. Oltretutto pareva che i soldati volessero il silenzio assoluto: reagivano malamente ogni volta che qualcuno tra i loro prigionieri osava spiaccicare una parola.
Finalmente, qualcosa cambiò nel paesaggio. Questo qualcosa venne indicato dalle guardie, e Remiem capì essere il covo di quei lestofanti schiavisti...una grotta?
Una grotta umida e buia, rischiarata da alcune torce modello "bastone e fuoco" appese al muro. I soldati ne presero alcune e proseguirono lungo i corridoi, attraverso un clima da reumatismi al quale loro erano evidentemente avvezzi.
Silenzio assoluto, alla fine. I cadetti e i Seed non parlavano più, e così le guardie. Chi era preso da preoccupazione, chi da sconforto, chi aveva una giusta parura di trovarsi vicino un tizio col fucile spianato...

Parole, in lontananza. Suoni difficilmente distinguibili in più voci, alcune disperate, altre autoritarie.
Una diramazione: il comandante indicò al resto del plotone il tunnel di sinistra, e così l'intera comitiva si addentrò ancora più a fondo in quelle grotte umide e tetre, con la compagnia di animaletti volanti simili a Pipistrelli.

Night: Ehi, guardate, PIPistrelli :asd:
Pip: Tu riusciresti a fare battute anche sotto tortura :tots:
Night: Dote naturale :supercool:
Lenne: Questa però era orrenda :hihi:

Finalmente, dopo altri minuti, si giunse in una grande stanza probabilmente scavata nella roccia. Un soffitto alto circa quattro metri, per una sala ampia e spaziosa, collegata ad altre stanze da buchi nei muri e rischiarata da molte torce.
i soldati indicarono un corridoio, vi spinsero i prigionieri e...

Più o meno tutti i cadetti: :smt104

Il corridoio era costellato di numerose stanzette laterali, chiuse con porte di legno dotate di finestrelle con sbarre. Dietro diverse stanze, si intravedevano gruppi di persone disperate, affamate o semplicemente rassegnate.

Remiem: Fantastico, alla fine di questa storia finirò in prigione ma intanto ci finirò lo stesso :tots:
Bloccato

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