Concezione di infinito...

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Hyam
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Hyam »

è lo stesso concetto che usa la psicologia per dire che non possiamo vedere il cerchio se non abbiamo il foglio sotto di esso....per vedere il finito occore l'infinito necessariamente.
tuttavia non possiamo farne esperienza....e da ciò non risulta che non esista ma che la sua realtà è eminentemente razionale....
Io sono d'accordo finchè si parla di infinito come supporto ausiliario per la comprensione di altro.
Lo uso io stesso come tale, quindi non potrei mai dire il contrario. Vorrei quindi cercare di raccogliere i miei pensieri a riguardo, siccome spesso sono stato confusionario:

Io uso la gravità per spiegare i fenomeni di rotazione dei pianeti.
Ma questo solo perchè ho convenienza a usare questo, la teoria principale odierna, di Einstein, prevede delle piegature nello spazio per provare la rotazione dei corpi celesti.
Quindi la concezione di gravità è tutto sommato fittizia. Esiste nella nostra capoccia, ma non rispecchia la realtà, è solo un ausilio.
Per me con l'infinito è la stessa cosa. Potrà anche esistere come concetto, ma non essendo dimostrabile è spesso fonte di madornali errori. In questo topic si cita Leopardi, vorrei chiarire cosa fa il nostro personaggio per scrivere quella poesia.

-Si mette dietro una siepe.
-immagina.

Ma questo si chiama indeterminato. Sono capace anche io di mettermi una bandana e di creare fuffa.
L'infinito è il concetto di un animale inesistente.
Una cosa di questo tipo: per far capire le reazioni gassose, si inventa un gas ideale. Esiste? no. Lo si usa per capire meglio certi processi, e basta.

E sulla infinità e l'infinitesimità?
Esempio che mi tocca particolarmente:
la carica si distribuisce a quanti, a pacchetti. Tutte le cariche sono multipli di 1,6x10^-19, non esiste una carica infinitamente piccola. Sotto questo valore non si distribuisce nessuna carica.
Andiamo sull'immensamente grande:
La velocità è poco meno di 300.000 km/s. Non si scampa, non si può andare oltre, è un limite fisico, superarlo significherebbe deformare il tempo.
Ancora, il tempo. Ha un inizio? si, quindi non è infinito.

L'esempio del foglio sembra un'arma a doppio taglio. Io credo di aver capito che l'utilizzo sia per dire:
"non puoi comprendere una cosa senza l'opposto".
Eppure è strano che per dimostrare l'esistenza dell'infinito bisogna ricorrere ancora a esempi di finitezza.
E mi sembra ancora strano che l'infinito venga prima del finito. Mi pare strano perchè, matematicamente parlando, l'infinito lo si introduce come un valore grandissimo, irraggiungibile. si parte da un valore grande, se ne definisce uno maggiore, e si prosegue così fino a immaginare qualcosa di immenso.
Questo è il ragionamento primitivo, iniziale, elementare che porta alla creazione di tale concetto.

Quindi finchè è concezione aiutante, mi va bene. Se diventa realtà esistente, mi oppongo.
Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro. Garantito ciò, tutto il resto ne consegue naturalmente.
->George Orwell
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Diablos »

E dove andrà Diablos, appena tornato dopo settimane di assenza, se non sul forum di philophia a rompere le balle a tutti!?!?!?!
E questa volta la vittima delle mie torture è Mians (mi spiace! :-D)
Diciamo che Mians mi butta la faccenda sul gnoseologico - però solo dal punto di vista della gnoseologia scientifica: infatti parte subito con l'esempio della teoria einsteiniana; essa sarebbe solo una valida descrizone della realtà, un modello utile a capirla. Ok, sono d'accordo. Concordo sul fatto che se una teoria è "verosimile" , ciò non significa affatto che sia "reale", tuttavia mi pare ovvio che non significa nemmeno che non lo sia: cioè finché non viene falsificata, finché non si dimostra che è falsa, essa può tranquillamente rimanere nella zona di dubbio, non possiamo dire che sia assolutamente vera e tuttavia questo non implica che sia falsa.
Tra l'altro poi l'esempio delle teorie scientifiche direi che va scartato, perché mentre una teoria scientifica è sempre falsificabile, nel caso dell'infinito non è proprio così: insomma non esiste esperimento al mondo che possa negare il concetto di infinito (che per questo è al di fuori della scienza).

Andiamo avanti:
In questo topic si cita Leopardi, vorrei chiarire cosa fa il nostro personaggio per scrivere quella poesia.

-Si mette dietro una siepe.
-immagina.

Ma questo si chiama indeterminato. Sono capace anche io di mettermi una bandana e di creare fuffa.
Sono convinto che Leopardi sia poco attinente, visto che non affronta la faccenda dell'infinito se non in senso metaforico e solo sentimentale. Questo non significa però che abbia creato fuffa... (Sì, questo commento l'ho scritto solo per difendere il caro Giacomo, poverino)
In effetti quindi che un poeta affronti questo tema in maniera sentimentale, e concepisca l'infinito nel senso dell'immaginazione dell'indeterminato, non costituisce prove a favore o sfavore del tema.
L'infinito è il concetto di un animale inesistente.
Una cosa di questo tipo: per far capire le reazioni gassose, si inventa un gas ideale. Esiste? no. Lo si usa per capire meglio certi processi, e basta.
Ancora una volta ti rifai ai modelli scientifici: ma ancora una volta c'è una bella differenza tra un modello immaginario di un comportamento ideale (gas, pianeti, atomi o altro) e l'idea dell'infinito, che come ho già detto non è nemmeno parte della scienza, perché non sperimentale. Infatti anche se volessimo parlare dell'infinitesimale e dei limiti all'infinito, queste cose sono appunto prese dalla matematica (scienza) in senso figurato, ovvero in realtà non esistono cose fisiche riconducibili a grandezze infinite, ma solo grandezze così enormi da essere per comodità considerate infinite. Ma questo uso dell'infinito non prova che non esista realmente. In effetti, si fa lo stesso quando si trascura una grandezza piccolissima, considerandola = 0. Il fatto che si possa fare un uso "traslato" dello zero, per -ad esempio- forze che non sono proprio = 0, non significa che in effetti in alcuni casi qualche forza non possa essere REALMENTE = 0.
Tutte le cariche sono multipli di 1,6x10^-19, non esiste una carica infinitamente piccola. Sotto questo valore non si distribuisce nessuna carica.
Andiamo sull'immensamente grande:
La velocità è poco meno di 300.000 km/s. Non si scampa, non si può andare oltre, è un limite fisico, superarlo significherebbe deformare il tempo.
Ancora, il tempo. Ha un inizio? si, quindi non è infinito.
Tutti questi tuoi esempi dimostrano solo che non c'è niente di fisico che sia infinito, oltretutto secondo gli attuali modelli fisici (la cui validità assoluta tu stesso prima hai messo in dubbio)
In particolare il tuo esempio sul tempo non regge molto: ok, il tempo non è infinito. E' iniziato. Però se tu non poni "qualcosa" di diverso dal tempo come appare nel nostro universo allo stato attuale, significherebbe che questo tempo è sbucato cos', dal nulla. Possibile? No. Mi sembra logico ammettere che dal nulla non 'potrebbe nascere nulla. Conseguenza: qualcosa c'è sempre stato, per quanto tu possa tornare indietro, per quanto magari anche in un modo totalmente alieno al nostro di concepire il tempo, qualcosa che sia "essere" deve pur esserci sempre, no?
E quindi dal concetto di infinito non si scampa secondo me, perché è impossibile individuare un limite assoluto, oltre il quale non ci sia nulla, senza cadere in contraddizione.
Anche perché poi a dirla tutta, non mi sembra che l'idea di infinito sia in effetti stata "inventata" dall'uomo come è stato inventato il modello di gas ideale. Per il semplice fatto che proprio perché tutto nell'universo ci appare finito, come avrebbe potuto l'uomo sulla base di dati empirici finiti, arrivare a inventare l'infinito? Provo a immaginare come avrebbe potuto nascere da dati empirici: un uomo primitivo vede una fila di sassi, oppure una sconfinata pianura fino all'orizzonte, Immagina allora che se lui continuasse per sempre ad aggiungere sassi alla fila, o a camminare in avanti, allora si avrebbe una quantità infinita (di sassi o di passi). Sembrerebbe una valida spiegazione, senonché il fatto di "continuare per sempre" significa "continuare per un tempo infinito". E' tautologica come spiegazione, perché per definire l'infinito presume l'infinito, non arriva da nessuna parte. E allora, come può essere questa un'invenzione dell'uomo, che nel mondo e in se stesso non vede che cose, spazi e tempi finiti?
Penso sia quello che intende dire anche 184519 quando fa l'esempio del cerchio sul foglio: l'infinito non è un dato che puoi derivare dal finito, ma un dato primario, inderivabile, da cui casomai (per logica conseguenza) è il finito a derivare - intendendo il finito come una semplice parte (limitata) dell'infinito.
A me personalmente sembra più che plausibile ammettere che l'infinito esista davvero, poi ovviamente quali siano le sue precise caratteristiche è per noi impossibile da dire, perché il nostro intelletto è limitato, e anzi è addirittura assurdo perché dargli dei determinati caratteri, cioè definirlo, significherebbe limitarlo (appunto "de-finirlo").
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Hyam »

Diablos ha scritto:E dove andrà Diablos, appena tornato dopo settimane di assenza, se non sul forum di philophia a rompere le balle a tutti!?!?!?!
E questa volta la vittima delle mie torture è Mians (mi spiace! :-D)
Benvenuto in un mondo dal quale ti sarà difficile uscire 8=)
Tra l'altro poi l'esempio delle teorie scientifiche direi che va scartato, perché mentre una teoria scientifica è sempre falsificabile, nel caso dell'infinito non è proprio così: insomma non esiste esperimento al mondo che possa negare il concetto di infinito (che per questo è al di fuori della scienza).
Il motivo per cui puoi dire che una teoria è falsa è perchè si basa su qualcosa di effettivo.
Invece l'infinito lo devo prendere per vero perchè come faccio a falsificarlo, se non lo possiedo, se non è parte di me, se non ho nulla che mi dica "esiste"?
È una cosa molto conveniente in effetti.
Ora mi creo il concetto dei cavallini verdi a pois rosa. Siccome l'universo è immenso, chi mai potrà dire che non esistono?
La scienza la scartiamo sempre, poi ci serviamo di internet, guardiamo la televisione, e magari prendiamo l'autobus.
Sono convinto che Leopardi sia poco attinente, visto che non affronta la faccenda dell'infinito se non in senso metaforico e solo sentimentale. Questo non significa però che abbia creato fuffa... (Sì, questo commento l'ho scritto solo per difendere il caro Giacomo, poverino)
In effetti quindi che un poeta affronti questo tema in maniera sentimentale, e concepisca l'infinito nel senso dell'immaginazione dell'indeterminato, non costituisce prove a favore o sfavore del tema.
È stato citato nel topic, e l'ho ripreso per questo motivo, come ho spiegato nel mio post.
E stranamente non mi pare di aver letto qualcun altro toglierlo dal tema, prima di me.
Ancora una volta ti rifai ai modelli scientifici: ma ancora una volta c'è una bella differenza tra un modello immaginario di un comportamento ideale (gas, pianeti, atomi o altro) e l'idea dell'infinito, che come ho già detto non è nemmeno parte della scienza, perché non sperimentale. Infatti anche se volessimo parlare dell'infinitesimale e dei limiti all'infinito, queste cose sono appunto prese dalla matematica (scienza) in senso figurato, ovvero in realtà non esistono cose fisiche riconducibili a grandezze infinite, ma solo grandezze così enormi da essere per comodità considerate infinite. Ma questo uso dell'infinito non prova che non esista realmente. In effetti, si fa lo stesso quando si trascura una grandezza piccolissima, considerandola = 0. Il fatto che si possa fare un uso "traslato" dello zero, per -ad esempio- forze che non sono proprio = 0, non significa che in effetti in alcuni casi qualche forza non possa essere REALMENTE = 0.
Hai completamente travisato il motivo per cui un fisico pone una forza uguale allo 0, siccome non è affatto quello che fa.
Quello che si fa, in fisica, è ignorare una grandezza se questa apporta un contributo irrilevante al problema, Semplicemente, è trascurabile.
Se devo calcolare le forze agenti su un atomo di idrogeno, devo considerare gravità e forza di coulomb.
Ma siccome il contributo della gravità è minimale, semplicemente lo trascuro.
Non dico che è uguale a 0, solo che non è rilevante.
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La velocità è poco meno di 300.000 km/s. Non si scampa, non si può andare oltre, è un limite fisico, superarlo significherebbe deformare il tempo.
Ancora, il tempo. Ha un inizio? si, quindi non è infinito.
Tutti questi tuoi esempi dimostrano solo che non c'è niente di fisico che sia infinito, oltretutto secondo gli attuali modelli fisici (la cui validità assoluta tu stesso prima hai messo in dubbio)
In particolare il tuo esempio sul tempo non regge molto: ok, il tempo non è infinito. E' iniziato. Però se tu non poni "qualcosa" di diverso dal tempo come appare nel nostro universo allo stato attuale, significherebbe che questo tempo è sbucato cos', dal nulla.
Possibile? No. Mi sembra logico ammettere che dal nulla non 'potrebbe nascere nulla. Conseguenza: qualcosa c'è sempre stato, per quanto tu possa tornare indietro, per quanto magari anche in un modo totalmente alieno al nostro di concepire il tempo, qualcosa che sia "essere" deve pur esserci sempre, no?
Il tempo è nato con questo universo, parlare di "prima" è illogico.
Li ho messi in dubbio perchè non rispondono a tutto. Ma è una forza della fisica, il poter sempre migliorare le proprie teorie, come lo dovrebbe essere la costituzione, nel senso che è (dovrebbe) essere sempre aperta a modifiche.
Anche io sono aperto a credere all'esistenza dell'infinito (voi non ci credete forse, perchè leggete astio nelle battutacce che faccio, quando è solo per rendere meno pesante i miei sproloqui :smt110 ), ma queste risposte che mi vengono date non mi soddisfano.
E quindi dal concetto di infinito non si scampa secondo me, perché è impossibile individuare un limite assoluto, oltre il quale non ci sia nulla, senza cadere in contraddizione.
L'universo pare sia finito.
Significa che oltre quello, non c'è nulla.
la velocità ha un limite, qualsiasi forza tu aggiunga a un oggetto, questo non supererà quel limite.
Anche perché poi a dirla tutta, non mi sembra che l'idea di infinito sia in effetti stata "inventata" dall'uomo come è stato inventato il modello di gas ideale. Per il semplice fatto che proprio perché tutto nell'universo ci appare finito, come avrebbe potuto l'uomo sulla base di dati empirici finiti, arrivare a inventare l'infinito? Provo a immaginare come avrebbe potuto nascere da dati empirici: un uomo primitivo vede una fila di sassi, oppure una sconfinata pianura fino all'orizzonte, Immagina allora che se lui continuasse per sempre ad aggiungere sassi alla fila, o a camminare in avanti, allora si avrebbe una quantità infinita (di sassi o di passi). Sembrerebbe una valida spiegazione, senonché il fatto di "continuare per sempre" significa "continuare per un tempo infinito". E' tautologica come spiegazione, perché per definire l'infinito presume l'infinito,
Non si parla di continuare per sempre ad aggiungere pietre.
Si parla di immaginare un numero di pietre molto grande. Non è molto distante da mettersi una siepe davanti, e pensare a quel che c'è dall'altra parte.
I primi passi dell'uomo, sin da piccolo, sono di vedere dei limiti in sè stesso, e non perchè esiste un infinito, ma perchè vede che altri fanno o hanno ciò che lui non può fare o non può avere.
E mi piacerebbe vedere questo primitivo che fa ragionamenti filosofici neanche fosse Kant.
E allora, come può essere questa un'invenzione dell'uomo, che nel mondo e in se stesso non vede che cose, spazi e tempi finiti?
Perchè l'uomo vive in un continuo.
E per misurarlo deve necessariamente utilizzare la discontinuità. Cioè deve misurare.
A me personalmente sembra più che plausibile ammettere che l'infinito esista davvero, poi ovviamente quali siano le sue precise caratteristiche è per noi impossibile da dire, perché il nostro intelletto è limitato, e anzi è addirittura assurdo perché dargli dei determinati caratteri, cioè definirlo, significherebbe limitarlo (appunto "de-finirlo").
Quindi non solo non esiste nel fisico (diciamo pure reale, la fisica parla di realtà, non di fantasia), ma è pure inutile discuterne e definirlo perchè tanto è già un controsenso farlo.
Chiudiamo sto topic :hihi:

E ci tengo a precisare che non è solo la fisica o la chimica che si creano dei modelli.
Non è mai esistito uno stato di natura, come quello che usano hobbes e locke per spiegare il governo.
Però se sto studiando la forza peso, e immagino cosa succeda nel vuoto, è solo per analizzare la realtà e le sue perculiarità pure. Allo stesso modo Quei due filosofi hanno usato un esempio per spiegare la loro posizione.
Hanno immaginato una società iniziale per spiegare la realtà delle cose.
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Re:

Messaggio da Goth »

Pienamente d'accordo con Mians.
wolf moon ha scritto:io non trovo tanto difficile pormi un concetto di infinito. certo è fondamentale non volerlo capire tramite il finito, non si può pensare a un cerchio infinito, perchè questa stessa figura delimita un area finita. però puoi "pensare" all'infinito: pensa che l'universo sia solo una piccola parte di qualcosa di più grosso che a sua volta è parte di qualcosa di ancora più grosso e così via: ecco l'infinito.
Sì, ma in realtà non esiste. E' questo il punto.
Tutto ciò che esiste è l'Universo.
Il resto semplicemente non esiste. E sulla non-esistenza si possono fare ipotesi su ipotesi. Ma limitiamoci ad analizzare ciò che esiste, senza finire sul trascendente.
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Diablos »

Tutto ciò che esiste è l'Universo.
Il resto semplicemente non esiste.
Perché? Hai prove?
Al massimo puoi accusare che pensarci non ha senso (cosa su cui io ho seri dubbi, visto che gran parte dei risultati della scienza sono stati dati da sinceri interessi metafisici), ma l'affermazione "il resto semplicemente non esiste" è a dir poco azzardata, tanto quanto lo sarebbe dire "il resto è l'universo madre da cui come una bolla è nato il nostro" oppure "il resto è l'aldilà" o "il resto è un piatto di spaghetti gigantesco!"...
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Goth »

Diablos ha scritto: ma l'affermazione "il resto semplicemente non esiste" è a dir poco azzardata, tanto quanto lo sarebbe dire "il resto è l'universo madre da cui come una bolla è nato il nostro" oppure "il resto è l'aldilà" o "il resto è un piatto di spaghetti gigantesco!"...
La mia affermazione e la tua (il nulla e la bolla più grande) non sono azzardate. Sono entrambe molto plausibili. Le affermazioni che hai fatto dopo sono azzardate, a parte l'ultima che era per ridere.
Io semplicemente ritengo più probabile la mia anzichè un altro contenitore di 5 o più dimensioni che contiene il nostro universo quadrimensionale (se affermiamo che lo spazio ha 3 dimensioni anche se ultimamente si dubita pure di quello).

In ogni caso il concetto non cambia, perchè la tua bolla madre sarà finita, e al di fuori di essa ci sarà il nulla.
Oppure ce ne sarà un altra, ma prima o poi tutto finisce.
Perchè non potranno esserci altri infiniti universi "contenitori". Perchè questo significherebbe che la quantità di materia di tutto ciò che esiste sarebbe infinita, ovvero non esiste, siccome una cosa infinita semplicemente non esiste secondo la fisica.
E quindi niente esisterebbe. Eppure l'Universo esiste.
Quindi, puoi mettere quante bolle vuoi, ma prima o poi finiscono in una sola cosa che possiamo chiamare Universo o come preferisci.
E tutto ciò fuori di esso non esisterà semplicemente perchè non esiste nemmeno il "fuori da esso", essendo l'intera esistenza l'Universo stesso.

Nel mio post precedente ho usato il termine Universo, tu puoi intenderlo come vuoi (ad esempio l'Universo madre), fatto sta che al di fuori di questo non c'è altro.
Se poi vogliamo mettere da parte la scienza e il buon senso l'infinito può anche esistere, certo, come può esistere l'aldilà e tutte le carine invenzioni della povera umanità.
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Diablos »

In ogni caso il concetto non cambia, perchè la tua bolla madre sarà finita, e al di fuori di essa ci sarà il nulla.
Oppure ce ne sarà un altra, ma prima o poi tutto finisce.
Perchè non potranno esserci altri infiniti universi "contenitori". Perchè questo significherebbe che la quantità di materia di tutto ciò che esiste sarebbe infinita, ovvero non esiste, siccome una cosa infinita semplicemente non esiste secondo la fisica.
Stavo appunto pensando di chiederti "perché?" quando ho letto che avevi già risposto! :-D Tuttavia, la tua risposta si basa, a quanto vedo, sul fatto che la fisica dice che una cosa infinita non esiste. Quando mai la scienza ha detto una cosa del genere? Anzi, se è per questo sin dalla sua origine (in quanto scienza sperimentale) è rimasta convinta che l'universo fosse infinito... Quindi ripeto: quando mai la scienza ha affermato che non esiste l'infinito? Dimmelo, perché mi sa che mi sono perso qualcosa...

Oltretutto, sinceramente mi pare ben più difficile immaginare un limite ultimo, un "primo universo" che non un'infinità di universi. Questo semplicemente perché il concetto di "primo universo" significa che esso è sbucato fuori proprio dal nulla. E il nulla non esiste. Il nulla sì che non esiste, nnon l'infinito. Come cavolo è possibile che se non esiste nulla, d'un tratto ci sia qualcosa. E' evidente che "qualcosa" deve SEMPRE esserci stata.
Se poi vogliamo mettere da parte la scienza e il buon senso l'infinito può anche esistere, certo, come può esistere l'aldilà e tutte le carine invenzioni della povera umanità.
Non la metto da parte la scienza, sei tu che dici che la scienza nega l'infinito quando a me proprio non risulta, ma proprio no! Quanto al buon senso, invece... Beh, quello è qualcosa di soggettivo. Lasciamo stare il buon senso e limitiamoci alla ragione!

EDIT:
Pardon, Mians, mi sono mezzo dimenticato di te! Ti giuro che farò il possibile per risponderti se non perdo troppo il filo parlando anche con Goth!
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Hyam »

Diablos ha scritto: EDIT:
Pardon, Mians, mi sono mezzo dimenticato di te! Ti giuro che farò il possibile per risponderti se non perdo troppo il filo parlando anche con Goth!
Catifo :smt010 .

Comunque io mi dissocio dal fatto che esiste solo l'universo (o solo questo universo), Goth. Così sarebbe prevaricare la possibilità di conoscenza, non svilupparla. Faccio presente che non pochi secoli fa, esisteva solo il sistema
solare :asd: .
Fondalmentalmente per questo si posta qui, perchè così le domande che noi non ci facciamo, ce le fanno gli altri, e magari scatta l'intuizione.
E la mia speranza è effettivamente di capire se accettare o no questo infinito.

Faccio un ragionamentino veloce veloce.
Siccome l'universo esiste, allora esiste un principio creatore.
Quindi la possibilità che questo principio sia stato fatto all'esterno, può benissimo esistere.
Perchè non accetto l'infinito come viene detto qua allora?
Beh per vari motivi di contrasto. Come ho già detto, dire "prima dell'universo non ha senso", se il tempo parte con l'universo. E se esiste un eternità? questa non è infinita? (questo me lo son chiesto giusto oggi, in uno strano dibattito mental-deficent-psicologico :smt110 ).
Ma poi penso che l'eternità è fuori dallo spazio e dal tempo. Probabilmente anche fuori dal sistema universo, se esiste. Che senso avrebbe parlare di illimitato in un non spazio e non tempo? :roll:
Al massimo qui può intervenire un concetto di infinito come surrogato per darci un'idea, ma lo vedremmo sempre come sequela grandissima di cose.

Comunque Goth, il motivo per cui facciamo fatica a definire alcune cose non ci giustifica ad attaccarci a ciò che vediamo. Molte cose ci sono anche vendute, ed effettivamente noi non possiamo verificare tutto, non ne avremmo il tempo.

Mi era scappata l'affermazione di Wolf Moon comunque.
però puoi "pensare" all'infinito: pensa che l'universo sia solo una piccola parte di qualcosa di più grosso che a sua volta è parte di qualcosa di ancora più grosso e così via: ecco l'infinito.
Ragionamento primitivo con il quale si pensa all'infinito :smt110 . Per chi vuol capire di che parlo, si legga un mattone che ho postato, i quali tendono tutti più o meno a infinito :supercool:
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Diablos »

Siccome l'universo esiste, allora esiste un principio creatore.
Quindi la possibilità che questo principio sia stato fatto all'esterno, può benissimo esistere.
Perchè non accetto l'infinito come viene detto qua allora?
Beh per vari motivi di contrasto. Come ho già detto, dire "prima dell'universo non ha senso", se il tempo parte con l'universo. E se esiste un eternità? questa non è infinita? (questo me lo son chiesto giusto oggi, in uno strano dibattito mental-deficent-psicologico ).
Ma poi penso che l'eternità è fuori dallo spazio e dal tempo. Probabilmente anche fuori dal sistema universo, se esiste. Che senso avrebbe parlare di illimitato in un non spazio e non tempo?
Queste tue affermazioni sostituiscono in gran parte, e in maniera eccellente, le risposte che volevo scriverti.
Infatti io non ho mai detto nulla su un "prima dell'universo", che non ha senso, e c'era arrivato già s. Agostino, pur nella sua "bigottudine"! Mi riferivo piuttosto ad un probabile "altro" dal tempo e dallo spazio. E' come ho già detto, un presunto "nulla" che non sia universo è privo di senso, considerato che l'universo non è infinito né nello spazio né nel tempo, quindi ha un origine e un limite. E considerato poi che si è scoperto che in prossimità del Big Bang le stesse leggi fisiche cambiano, fino a rendere impossibile indagare oltre un certo punto, non mi sembra neanche così aasurdo pensare che possa esserci qualcosa di completamente diverso dal nostro universo (anche perché la sola alternativa è "il nulla" - che scarto).

Poi, per tornare un attimo sul concetto di infinito di per sé (e rispondere al resto):
Non si parla di continuare per sempre ad aggiungere pietre.
Si parla di immaginare un numero di pietre molto grande. Non è molto distante da mettersi una siepe davanti, e pensare a quel che c'è dall'altra parte.
Hm, sei tu che confondi "infinito" ed "indefinito". Quando io penso all'infinito, non penso ad una quantità di "x" molto grande di cui non posso vedere la fine, ma penso ad una quantità di "x" che non ha affatto una fine. E l'esempio dei sassi è una ricostruzione sul modo in cui ti spiegano alle elementari perché l'insieme N è infinito: "perché puoi sempre aggiungere 1"; il punto è che "sempre" presume di immaginare già l'infinito. Non si immagina affatto un numero grandissimo, si immagina che ai numeri grandissimi non ci sia fine.
E allora, come può essere questa un'invenzione dell'uomo, che nel mondo e in se stesso non vede che cose, spazi e tempi finiti?
Perchè l'uomo vive in un continuo.
E per misurarlo deve necessariamente utilizzare la discontinuità. Cioè deve misurare.
Questa sulla discontinuità proprio non l'ho capita...

E infine:
Invece l'infinito lo devo prendere per vero perchè come faccio a falsificarlo, se non lo possiedo, se non è parte di me, se non ho nulla che mi dica "esiste"?
È una cosa molto conveniente in effetti.
Ora mi creo il concetto dei cavallini verdi a pois rosa. Siccome l'universo è immenso, chi mai potrà dire che non esistono?
Non è quello che intendevo dire. Dicendo che non è falsificabile non intendevo che allora è certamente vero, ma solo che allora è fuori dall'ambito della scienza sperimentale. Tuttavia, l'esempio dei cavallini verdi a pois rosa non è del tutto appropriato: immaginarmi una creatura così consiste nel mettere insieme nella mia mente l'idea di cavallo, di colore verde, e di pois rosa. E' una chimera, ottenuta mettendo insieme diversi dati empirici, quindi inventata di sana pianta. Ma l'idea di infinito? Quello che tentavo appunto di dimostrare con l'esempio di cui sopra è che non è ottenibile sommando dati empirici; per questo è molto diversa dall'idea di una chimera.
Sebbene in effetti come ho detto l'infinito non sia definibile (in via positiva, si può pensare solo in maniera negativa, come "in-finito", "non finito"), discutere della validità di un tale concetto non mi sembra altrettanto inutile; solo perché non è "realtà fisica" non è il caso di battezzarlo come semplice "fantasia"...
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Hyam »

Hm, sei tu che confondi "infinito" ed "indefinito".
No non sono io che confondo, rileggiti sopra quel che dice Wolf Moon, e rileggiti quello che io ho definito "pensiero primitivo di infinito". Troverai una stretta coerenza.
Quando io penso all'infinito, non penso ad una quantità di "x" molto grande di cui non posso vedere la fine, ma penso ad una quantità di "x" che non ha affatto una fine. E l'esempio dei sassi è una ricostruzione sul modo in cui ti spiegano alle elementari perché l'insieme N è infinito: "perché puoi sempre aggiungere 1"; il punto è che "sempre" presume di immaginare già l'infinito. Non si immagina affatto un numero grandissimo, si immagina che ai numeri grandissimi non ci sia fine.
Ho fatto le scuole differenziate :hihi: .
Quando dici "sempre" intendi una continuità ininterrotta del tempo. Ora, il tempo ha origine con il big bang.
Vedi che stiamo ancora discutendo per finiti.
perchè puoi sempre aggiungere non mi pare molto diverso dal dire "continuo sommare di numeri".
Ma resta comunque un concetto, non deriva automaticamente che esista l'infinito.
Se sto studiando una serie con la quale misuro un bastoncino di 2 metri, dividendolo sempre per metà, a mò di "achille e la tartaruga", otterrò 2 se la somma delle suddivisioni tende a infinito. Ma è un qualcosa di concettuale, di ausilio per capire che la somma è comunque finita.

Quella del continuo non è niente di astruso. Il metro non esiste in natura, è un concetto dell'uomo usato per misurare.
Meglio questo come esempio, il secondo: i secondi non esistono, sono unità di misura. Difficilmente definibili tra l'altro, avran cambiato la definizione due o tre volte.
Quando si fa un'esperimento si dice "al tempo 5s" ecc. ma il tempo in realtà è continuo, non si ferma a 5 secondi.
Ma lo utilizziamo noi umani come concetto per analizzare una data reazione, o simili.
L'uomo vede il finito perchè misura.
Ma l'idea di infinito? Quello che tentavo appunto di dimostrare con l'esempio di cui sopra è che non è ottenibile sommando dati empirici; per questo è molto diversa dall'idea di una chimera.
Noi stiamo proprio discutendo su questo, se si ottiene per somma o no.
Io dico di si, te dici di no.
Non prenderlo per verità finchè non mi hai convinto, insomma. :hihi:
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Diablos »

Non sono andato a vedermi le parti sull'indefinito, ma lo farò (solo che stamattina proprio non mi va)
Comunque ti metto due citazioni strettamente collegate, a cui risponderò insieme:
Mians ha scritto:Ma resta comunque un concetto, non deriva automaticamente che esista l'infinito.
[/quote]
Mians ha scritto:
Ma l'idea di infinito? Quello che tentavo appunto di dimostrare con l'esempio di cui sopra è che non è ottenibile sommando dati empirici; per questo è molto diversa dall'idea di una chimera.
Noi stiamo proprio discutendo su questo, se si ottiene per somma o no.
Io dico di si, te dici di no.
Non prenderlo per verità finchè non mi hai convinto, insomma. :hihi:
So che dal concetto non deriva automaticamente l'esistenza; e non sto prendendo per vero qualcosa su cui non concordiamo, infatti ho scritto:
Quello che tentavo appunto di dimostrare
e non: "quello che è certamente vero"! Appunto tu dici che è somma di dati empirici, io dico che non lo è. Ti ho spiegato perché mi sembra che non lo sia, tu invece non mi hai spiegato perché ti sembra l'opposto. Spiegamelo, per favore. :bigsmile
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Hyam »

Diablos ha scritto:tu invece non mi hai spiegato perché ti sembra l'opposto. Spiegamelo, per favore. :bigsmile
Lo sto spiegando da diversi post oramai.

|
v
Mians ha scritto:E mi sembra ancora strano che l'infinito venga prima del finito. Mi pare strano perchè, matematicamente parlando, l'infinito lo si introduce come un valore grandissimo, irraggiungibile. si parte da un valore grande, se ne definisce uno maggiore, e si prosegue così fino a immaginare qualcosa di immenso.
Questo è il ragionamento primitivo, iniziale, elementare che porta alla creazione di tale concetto.
Mians ha scritto:Non si parla di continuare per sempre ad aggiungere pietre.
Si parla di immaginare un numero di pietre molto grande. Non è molto distante da mettersi una siepe davanti, e pensare a quel che c'è dall'altra parte.
I primi passi dell'uomo, sin da piccolo, sono di vedere dei limiti in sè stesso, e non perchè esiste un infinito, ma perchè vede che altri fanno o hanno ciò che lui non può fare o non può avere.
E mi piacerebbe vedere questo primitivo che fa ragionamenti filosofici neanche fosse Kant.
Mians ha scritto:
Mi era scappata l'affermazione di Wolf Moon comunque.
però puoi "pensare" all'infinito: pensa che l'universo sia solo una piccola parte di qualcosa di più grosso che a sua volta è parte di qualcosa di ancora più grosso e così via: ecco l'infinito.
Ragionamento primitivo con il quale si pensa all'infinito :smt110 . Per chi vuol capire di che parlo, si legga un mattone che ho postato, i quali tendono tutti più o meno a infinito :supercool:
Siccome vedo che questa discussione sta diventando una ripetizione di medesimi concetti in pagine e pagine, credo che mollerò la presa per un pò e passerò ad altri argomenti.
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Diablos »

Siccome vedo che questa discussione sta diventando una ripetizione di medesimi concetti in pagine e pagine, credo che mollerò la presa per un pò e passerò ad altri argomenti.
Non hai tutti i torti! :D

EDIT
L'ulima cosa prima che anch'io smetta di ripetermi:
l'infinito lo si introduce come un valore grandissimo, irraggiungibile. si parte da un valore grande, se ne definisce uno maggiore, e si prosegue così fino a immaginare qualcosa di immenso.
Questo è il ragionamento primitivo, iniziale, elementare che porta alla creazione di tale concetto.
E' quello che dico anch'io. Ma questo ragionamento primitivo presuppone che "si prosegua così"... fino a quando? Per sempre. E per sempre vuole già dire "all'infinito". Non è una definizione, ma un circolo vizioso.
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Hyam »

Diablos ha scritto:
Siccome vedo che questa discussione sta diventando una ripetizione di medesimi concetti in pagine e pagine, credo che mollerò la presa per un pò e passerò ad altri argomenti.
Non hai tutti i torti! :D

EDIT
L'ulima cosa prima che anch'io smetta di ripetermi:
l'infinito lo si introduce come un valore grandissimo, irraggiungibile. si parte da un valore grande, se ne definisce uno maggiore, e si prosegue così fino a immaginare qualcosa di immenso.
Questo è il ragionamento primitivo, iniziale, elementare che porta alla creazione di tale concetto.
E' quello che dico anch'io. Ma questo ragionamento primitivo presuppone che "si prosegua così"... fino a quando? Per sempre. E per sempre vuole già dire "all'infinito". Non è una definizione, ma un circolo vizioso.
Si, mai verbo fu usato più propriamente :hihi:
Diablos ha scritto: Sembrerebbe una valida spiegazione, senonché il fatto di "continuare per sempre" significa "continuare per un tempo infinito". E' tautologica come spiegazione, perché per definire l'infinito presume l'infinito, non arriva da nessuna parte.
Diablos ha scritto: ok, il tempo non è infinito. E' iniziato.
Ti lascio con questo misterioso enigma, al quale io ho peraltro già risposto, ma non vorrei riquotarmi, non sono così vanesio. :hihi:
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Re: Concezione di infinito...

Messaggio da Diablos »

Oh ma allora ho delle nuove considerazioni!!!
Mians ha scritto:
Diablos ha scritto:
Siccome vedo che questa discussione sta diventando una ripetizione di medesimi concetti in pagine e pagine, credo che mollerò la presa per un pò e passerò ad altri argomenti.
Non hai tutti i torti! :D

EDIT
L'ulima cosa prima che anch'io smetta di ripetermi:
l'infinito lo si introduce come un valore grandissimo, irraggiungibile. si parte da un valore grande, se ne definisce uno maggiore, e si prosegue così fino a immaginare qualcosa di immenso.
Questo è il ragionamento primitivo, iniziale, elementare che porta alla creazione di tale concetto.
E' quello che dico anch'io. Ma questo ragionamento primitivo presuppone che "si prosegua così"... fino a quando? Per sempre. E per sempre vuole già dire "all'infinito". Non è una definizione, ma un circolo vizioso.
Si, mai verbo fu usato più propriamente :hihi:
??? Quindi? La tua definizione che dovrebbe far vedere come "infinito" sia una "chimera" è un circolo vizioso e tu ne sogghigni? :smt104
Diablos ha scritto: Sembrerebbe una valida spiegazione, senonché il fatto di "continuare per sempre" significa "continuare per un tempo infinito". E' tautologica come spiegazione, perché per definire l'infinito presume l'infinito, non arriva da nessuna parte.
Diablos ha scritto: ok, il tempo non è infinito. E' iniziato.
Ti lascio con questo misterioso enigma, al quale io ho peraltro già risposto, ma non vorrei riquotarmi, non sono così vanesio. :hihi:
Deo gratias, il tempo ha due direzioni, come una semiretta! Da una parte c'è l'origine e dall'altra???
Ho sbagliato a formulare la frase:
Diablos ha scritto: ok, il tempo non è infinito. E' iniziato.
Propriamente: "il tempo non è infinito nelle due direzioni; è iniziato" Da quello che ne so, o l'universo continuerà a espandersi per sempre (e visto che anziché decelare, l'espansione sta accelerando, ciò è considerata l'alternativa più probabile), o rallenterà fino a fermarsi, oppure rallenterà e poi tornerà indietro, verso un nuovo ammasso di materia come quello del Big Bang. E nessuno dei tre casi, mi pare, pone fine al tempo...
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