Garden 2

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

Moderatori: Pip :>, Garden Master

Bloccato
Stray
User
Messaggi: 91
Iscritto il: 15 set 2012, 02:35
Sesso: M

Re: Garden

Messaggio da Stray »

Era tutto così dannatamente strano, e non si riferiva certamente al fatto che la possibile assassina fosse una creatura dalle sembianze e le caratteristiche fisiologiche di un albero: in fondo, col multiverso così vasto e pieno di forme di vita, non si sarebbe sorpreso di trovare anche esseri viventi basati sul silicio invece che sul carbonio. No, non era quello ad essere strano, ma il fatto che non avessero ancora incontrato qualche investigatore che, come loro, indagava sul caso. Certo, di guardie se ne vedevano come non mai a Luka, ma erano guardie che dovevano solo pattugliare, non indagare.

O perlomeno era quello che appariva, e sperava che fosse come quando lui svolgeva la stessa loro mansione ad Esthar, l' "indagine silenziosa" di chi non può farlo ufficialmente ma comunque non smette di cercare indizi per il bene dei propri concittadini.

"Tutto bene? A volte sembra quasi che tu ti spenga..."

"Non si preoccupi Commander Aura, anche se i miei pensieri vagano, la mia coscienza e la mia reattività rimangono nel presente."

"Dai non essere così formale, chiamami Aura...allora andiamo, da quanto ci hanno riferito Leon e Calien lo stadio potrebbe essere un buon posto dove iniziare a guardare."

Lo stadio di Blitzball di Luka era immenso...di sicuro più di quello "sperimentale" che si trovava ad Esthar, dove alcuni imprenditori stavano tentando di diffondere quello sport anche negli altri mondi. E ciò, per un soldato come Kal, era un vero problema di sicurezza: troppi posti in cui nascondersi ed in cui guardare.

"Meglio dividerci, l'ampiezza di ricerca sarà maggiore...sempre che tu sia d'accordo Aura."

"Perfetto, andrò a controllare intanto nella zona dei bagni, tu invece vai sugli spalti."

La partita era ripresa da poco, ma nonostante i tempi ridotti di gioco l'azione era frenetica, e con esso pure il pubblico. Riuscire a scorgere qualcuno era decisamente difficile, per fortuna il suo occhio sinistro gli permetteva di focalizzare meglio i volti e l'attenzione visiva. Un uomo, per la precisione, continuava a guardare con fare preoccupato in direzione dell'ingresso...la stessa direzione dei bagni. Un sinistro presentimento lo colse, presentimento che gli fece prendere il codec per avvisare Aura e gli altri.

"Aura, un uomo sta arrivando nella tua direzione, ma non è un sospetto...forse è il padre di una nuova vittima."

Non attese la risposta, e subito corse verso i bagni preparando i coltelli e le lame nascoste nelle maniche. Dovevano chiamare i rinforzi per sicurezza.

"A tutte le squadre di Luka: convergere allo stadio, o lo abbiamo trovato...o abbiamo un nuovo omicidio"

La domanda ora era: l'assassino, se il suo presentimento era corretto, era ancora nell'edificio o era già scappato?
Ultima modifica di Stray il 04 ott 2013, 13:40, modificato 1 volta in totale.
We know what you are doing...
We will react.


And you will pay.
Avatar utente
schwarzlight
Aspirante Guerriero
Messaggi: 255
Iscritto il: 25 lug 2012, 23:06
Sesso: F
Località: Fuffo Regno Nordico

Re: Garden

Messaggio da schwarzlight »

Quando Kaleco arrivò nell'atrio principale era ormai troppo tardi. L'ingresso dei bagni femminili era bloccato da alcune delle guardie dello stadio, in attesa della sicurezza cittadina e l'ambulanza, anche se ormai inutile, mentre altre due si occupavano di una ragazza in evidente stato di shock che a malapena si reggeva in piedi. Sporgendosi riuscì a intravedere il corpo senza vita di una bambina, circondato dal suo stesso sangue.
Una piccola folla di curiosi stava cominciando ad accalcarsi all'area, ma il Cadetto, per quanto cercasse dei segni rivelatori, non poté notare nulla di sospetto fra loro.
- Cos'è successo?
- Un'altra vittima, purtroppo. Ma nessuna traccia del colpevole. - gli rispose Aura, arrivata poco prima di lui.
Subito la Commander diede ordine alle altre squadre di pattugliare i perimetri dello stadio: il delitto era avvenuto da poco e la possibilità di bloccare l'assassino era molto alta.
Insieme ad Aura era giunto anche il padre della vittima, lo stesso che poco prima si aggirava preoccupato vicino l'ingresso agli spalti. Il suo era un dolore straziante, intriso di sensi di colpa e incredulità, e dovettero trascinarlo via a forza per somministrargli dei calmanti.
E intanto, la ragazza di prima stava facendo il resoconto di come aveva trovato il corpo, a voce talmente alta che tutti potevano più o meno sentire quel che diceva, ed era una fortuna per i Seed, perché ancora non era il caso di mandare all'aria la copertura, anche se in fondo avrebbero potuto agganciare la ragazza più tardi, nel caso in cui avesse detto qualcosa di interessante. Ma non sembrava il caso. Si era ripresa bene dallo shock, anche se ogni tanto qualche singhiozzo le sfuggiva, ma quel che aveva da dire non era poi così utile alle indagini.
- Che poi, sapete, sono arrivata stamattina da Bevelle giusto per guardare la partita e fare una piccola vacanzina e guardate che mi capita! Voglio dire, potevo esserci io a quest'ora lì a terra! Ah, dite di no? Ah, solo i bambini? Sì, ma mettete caso che il killer mi abbia vista mentre usciva da lì, e che sappia che l'ho visto, ora non sarei in pericolo pure io? Ommioddio, l'ho scampata per un pelo! Devo aggiornare il mio stato su Spherebook, o nessuno ci crederà! Dite che posso fare una foto?
Kaleco aveva abbastanza i nervi a fior di pelle: quella ragazza, per quanto carina fosse, era esattamente il tipo di testimone più fastidioso che ci potesse essere, interessato solo a porsi al centro dell'attenzione magari inventando di sana pianta delle informazioni. Però...
- Signorina, si calmi, lei non è davvero in pericolo.
- No, io ho visto davvero una persona uscire dal bagno poco prima di entrarci!
L'attenzione della folla di curiosi fu calamitata da quell'unica, semplice frase.
Fu in grado di dare anche una breve e sommaria descrizione, che coincideva abbastanza con la figura che Axel e Brian avevano trovato spulciando i vari record dello stadio.
- Sono sicura che fosse l'assassina! Davvero, se fossi entrata solo un paio di minuti prima...
Ricominciò a singhiozzare. Era evidente che non era più capace di dire qualcosa di coerente, così gli investigatori si riservarono di interrogarla di nuovo successivamente. Tanto, ormai, più o meno tutti i presenti sapevano che alloggiava all'Hotel MiraStadio.
Ma i Seed non potevan permettersi di aspettare, e quello era il momento più adatto per agganciare la ragazza. Una testimone così importante non dovevano lasciarsela sfuggire: così Kaleco, mentre Aura discuteva con un ispettore, la recuperò dalla folla.
- Non hai una buona cera... lo shock dev'essere stato forte.
Small talk is the way. Con una persona così frivola ed egocentrica bastava lanciare l'esca e non ci sarebbe stato bisogno di chiederle nulla. Avrebbe fatto tutto da sé.
- Sì, è stato orribile... - prese il fazzoletto che le porgeva il Cadetto, mormorando un grazie - ma quel che è peggio è che quegli incompetenti di poliziotti del cavolo mi hanno lasciata andare senza nemmeno offrirmi protezione, NONOSTANTE IO ABBIA VISTO L'ASSASSINO!
L'intero ponte che collegava lo stadio alla piazza centrale focalizzò l'attenzione su quelle parole, di nuovo pronunciate a voce talmente alta da far pensare che lo facesse apposta.
Offrirsi di accompagnarla almeno fino all'hotel procurò al soldato uno sguardo di ammirazione da parte di lei, che gli si ancorò letteralmente al braccio, senza mostrare la minima intenzione di lasciarlo andare.
- Grazie, tu sì che sei una persona a modo! E, senti... perché non mi offri un caffé?
- Sì, Kaleco, perché non le offri un caffé?
Disse Aura con un sorriso divertito sul viso, spuntata alle loro spalle proprio in quel momento.
E caffé sia. In fondo stava andando come voleva, giusto?
Giusto.
Giustissimo.

***

Quel bar era, se possibile, ancor più affollato dello stadio stesso. In fondo era il punto principale di ritrovo di tutti gli appassionati di blitzball, in cui erano esposti diversi cimeli legati a quello sport, da coppe della Lega a palloni autografati appartenuti a famosi giocatori.
Avevano trovato un tavolo forse per pura fortuna, e tutti gli avventori ormai sapevano che la ragazza che faceva compagnia ai due Seed in incognito aveva visto l'autrice degli assassinii dell'ultimo mese. Perché sì, erano trapelate anche le caratteristiche di questa figura. A parte la peculiarità che fosse, be', un albero, or something like that.
La ragazza continuava da un paio di minuti a fotografare un po' di tutto e mandare messaggi a chissà chi. Era effettivamente snervante. E quando le loro ordinazioni arrivarono, si decise a parlare nuovamente, lasciando Kaleco ben perplesso.
- ...dici che mi son fatta notare abbastanza?
- Direi proprio di sì! - rispose Aura ridacchiando. - Non sapevo fossi in città però.
- Non mi sono nemmeno fermata al Garden, sono scesa direttamente alla banchina 1. Axel mi ha mandato un breve riassunto sul codec con le foto della sospettata, e neanche farlo apposta mi son ritrovata davvero nel bel mezzo della scena del delitto. Mi spiace solo di non esser arrivata un po' prima...
- Già, pure a noi l'ha fatta sotto al naso... a quanto dicono gli altri, poi, nessuno che corrisponda alla descrizione è stato visto all'interno o esterno dello stadio. Ah, quasi dimenticavo! Kaleco, lei è Alexandra Schwarzlight, Seed vice-responsabile della Sicurezza del Garden.
- Piacere di conoscerti! E scusami se sono stata così irritante, mi sarei presa a schiaffi da sola.
Il Cadetto strinse la mano che la Seed gli porgeva, ricambiando la presentazione. Faceva quasi impressione sentirla parlare con quel tono calmo e contenuto, mentre fino a poco fa reincarnava la vivacità e la frivolezza.
- Kaleco Mortensen, piacere. Quindi la storia dell'aver visto l'indiziata è una montatura?
- Sì e no. In fondo un'idea dell'aspetto di questa persona l'abbiamo, giusto? Ora ci serve solamente un modo per stanarla, e cosa c'è di meglio che mandarla nel panico con una testimone oculare? Ah, scusate se continuo a gesticolare in questo modo, ma devo mantenermi un minimo nel personaggio.
- Potrebbe funzionare. Più si agita, più la possibilità che commetta degli errori sale.
- Ma Alex, - intervenne la Commander - in questo modo sei tu stessa a correre un serio pericolo.
- E' questa la mia intenzione. Io farò da esca: prima o poi cercherà sicuramente di zittirmi, ma non si aspetterebbe mai che invece di una turistella random in realtà si troverebbe ad affrontare un Seed del Rinoa's, e questo la fregherà. E poi - la voce tornò alta e squillante - c'è Kaleco a proteggermi, giustooo?
- Santo cielo, se non ti conoscessi direi che soffri di bipolarismo!
Alex mise il broncio e si esibì in una linguaccia ad Aura, che trattenne un ulteriore scoppio di risa.
- Sei perfida! Mah, io torno in albergo... ci vediamo~ (e non dire niente a Raiden, pls. Si ingelosisce facilmente)
- Ok, ci vediamo in giro!
Se ne andò salutando allegramente mezzo bar.
- ...sconvolto?
- No, più che altro sorpreso. - rispose Kaleco alla domanda di Aura. - Non me l'aspettavo affatto. Ma sembra una che sa il fatto suo in quanto a missioni sotto copertura.
- Infatti è così! Anche se pure per me è la prima volta che la vedo in azione. So però che spesso si è ritrovata in situazioni simili prima di entrare el Garden.
- Bisognerà tenerla sotto sorveglianza ora... ha fatto un ottimo lavoro a spargere la voce perfino su dove alloggia.
- Ho già avvisato le altre squadre. E speriamo davvero non le accada nulla.

Anch'io spero che non le accada nulla. =I
Comunque, dai, vi do la possibilità di ruolare Alex come un'ochetta flirtante con everyone, meglio di così =°D
Avatar utente
Leon Feather
Guerriero
Messaggi: 684
Iscritto il: 06 giu 2007, 19:37
Sesso: M

Re: Garden

Messaggio da Leon Feather »

"Davvero pensi che verrà ad attaccarti qui in albergo?"
Poggiato schiena al muro accanto alla porta Leon Jacques osservava Schwarzlight mentre si godeva le comodità dell'albergo a quattro stelle, scelto da lei e pagato dallo spadaccino.
"Oppure era solo una scusa per passare qualche notte in un albergo di lusso a spese del sottoscritto?" aggiunse mentre Alexandra lo guardava divertita.
"Non fare il tirchio. Penso davvero che tenterà di uccidermi, e sì, perchè non qui? Ha tutta la discrezione di cui ha bisogno, in una stanza d'albergo."
Leon scrollò le spalle vagamente scettico. La psicopatica killer di bambini a cui davano la caccia avrebbe dovuto oltrepassare la reception dell'albergo per arrivare a Schwarzlight. In cuor suo si domandò se con quella mossa non stessero condannando a morte lo staff dell'albergo.
"Servizio in camera?" Alexandra gli rivolse uno sguardo implorante. Leon aggrottò le sopracciglia.
"Scordatelo" disse scuotendo il capo. "Sai, non devi fare la persona frivola adesso che siamo qui da soli. Non hai bisogno di ingannare anche me".
La ragazza abbassò lo sguardo. "Hai ragione. Devo essermi calata un po' troppo nel personaggio".
Toc toc.
Leon si destò immediatamente al sentire bussare alla porta. "Un assassino educato?" bisbigliò. Alexandra gli fece cenno di stare lì dov'era mentre andava cautamente ad accostare l'orecchio alla porta. Nessun suono. Poi, di nuovo di colpi di nocche.
"Servizio in camera!"
I due Seed si scambiarono uno sguardo curioso. "Hai DAVVERO ordinato qualcosa?! Ti avevo detto di no!" disse sottovoce Leon alla compagna.
"Io non ho ordinato nulla!" si discolpò lei. Proseguì ad aprire la porta, senza mancare di tenere la mano pronta sull'elsa della spada.
"Servizio in camera, buon pomeriggio. Qualcuno ha ordinato del tè con biscotti"
Alexandra guardò prima la cameriera, poi Leon con sguardo inquisitore. "Il tè con biscotti è la TUA firma!"
Leon scosse la testa. "Sei fuori strada!"
Alexandra si scusò con la cameriera. "Signorina, nessuno di noi due ha ordinato nulla".
La cameriera esitò. "Eppure... forse qualcuno che vuole offrirle qualcosa. Sa, è una bella donna e molti qui l'hanno già notata..."
"Certo che l'hanno notata, a fare l'oca così bene!" bisbigliò Leon. Poi le fece cenno di accettare quel tè. "Cominciavo proprio ad avere fame..."
Alexandra scrollò le spalle e afferrò il vassoio, ringraziando poi la cameriera e chiudendo la porta. "Davvero strano", disse.
Leon afferrò al volo un biscotto. "Gli altri hanno notato nulla fuori posto fino ad ora?"
Il bip dei codec distrasse un momento Alexandra dalla domanda del Seed. Si precipitò a leggere il messaggio, inviato da Caleco appostato appena fuori dalle porte dell'albergo. Sbiancò di colpo a leggere il messaggio.
"Non mangiare quel biscotto!"
Leon rimase così fermo, a fissare Alexandra allarmato con mezzo biscotto in mano.
"F-ferchè? Cosha è sushesso?" farfugliò masticando.
"Potrebbe essere avvelenato!" disse lei mettendosi le mani nei capelli.
Leon inghiottì di colpo. "Cosa?" il resto del biscotto gli cadde di mano. "Cosa c'era scritto nel messaggio?"
"Caleco dice che pochi minuti fa è entrato qualcuno, l'ha visto parlare con la cameriera che ci ha portato il tè. Aveva un pacchetto in mano e gliel'ha consegnato, ed è uscito subito dopo" disse tutto d'un fiato. "Ho fatto due più due e..."
Leon si precipitò in bagno, probabilmente a vomitare. Alexandra mandò in fretta un messaggio alle altre squadre intimandole di seguire la figura vista da Caleco. Se non si era già dispersa nella folla di Luka, ovvio.
Alexandra annusò gli altri biscotti. Non sembravano avere nulla di strano, ma un'analisi approfondità non avrebbe fatto male. Decise che avrebbe chiamato un cadetto a recuperarli, per portarli al Garden ed esaminarli.
Leon tornò dal bagno pochi minuti dopo.
"Tutto bene?" gli chiese Alexandra preoccupata.
"S-sì. L'ho scampata bella però" disse aprendo il frigobar che c'era nella stanza e prendendo una lattina a caso. "Ha davvero tentato di ucciderti".
"Non ne siamo ancora sicuri, dovremmo analizzare quei biscotti..." disse pensierosa. Guardò in viso Leon. "Sei sempre stato così pallido?" disse con tono scherzoso.
"Davvero?" si voltò allarmato verso di lei. "Oddio, morirò... dammi carta e penna, devo scrivere le mie ultime volontà!"
"Hey hey, non scendere a conclusioni affrettate!" disse divertita. "Chiamiamo Aura, ti va?" aggiunse. A prima vista Leon sembrava stare benissimo, ma era meglio accertarsene. E intanto si sarebbe divertita un po' alle sue spalle. Tanto più che era sicura che l'assassino non si sarebbe fatto vedere per un po' ora che il suo probabile tentato omicidio era andato in fumo.

-------

"Hai fatto quello che ti ho detto?"
Rorik lo guardò sbuffando. Che doveva fare con quel ragazzino... "Sì, Chen. Diavolo, perchè non l'hai fatto da solo?!"
"Te l'ho detto, sono troppo timido" disse incrociando le braccia. "Non volevo che mi trovasse lì a mandarle dei biscotti! Come mi sarei spiegato a quel punto?!"
Rorik sbuffò. "E poi perchè proprio a quella ragazza? Sembrava una stupida allo stadio, e probabilmente lo è davvero"
"Mi piace, che posso farci!" arrossì mentre lo diceva. "La lettera? Gliel'hai fatta avere?"
L'amico lo guardò con aria colpevole. "Ops..."
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


Scheda Garden
Avatar utente
Nataa
Winner: Regina del Forum!
Messaggi: 554
Iscritto il: 04 apr 2007, 23:30
Località: Garden.. finalmente XD!!
Contatta:

Re: Garden

Messaggio da Nataa »

L'idea di Alexandra era buona: aveva attirato l'attenzione di tutta Luka e girovagando per le strade della città non si sentiva parlare d'altro, se l'assassina fosse stata tanto sprovveduta da cercare di attentare alla vita della Seed non solo sarebbe stata bloccata dalle forze speciali del Rinoa, ma probabilmente anche da un'orda di cittadini infuriati che l'avrebbero linciata sul posto. Schwarzlight non avrebbe corso nessun rischio, se non quello di far innamorare qualche sprovveduto.
Controllai il codec, ancora nessuna risposta da Brian «Se la sta prendendo comoda» risposi allo sguardo interrogativo di Leon(fake)
«Visionare gli ultimi tre mesi di registrazioni non dev'essere facile -lo guardai perplessa- si lo so che tu ci avresti impiegato meno tempo; questa non è una gara tra voi cervelloni te lo ricordi?»
«Stai dicendo che la mia razionalità potrebbe essere compromessa a causa di una sfida per chi sia il migliore?»
Il cadetto alzò le braccia al cielo «No sto dicendo che dovresti collaborare con lui»

Il codec squillò, concludendo provvidenzialmente quella discussione
Codec:
Miss Simpatia, qui al Garden è necessaria la tua presenza; la struttura si è praticamente svuotata e abbiamo il laboratorio stracarico di analisi da effettutare. Se non ricordo male collaboravi alle ricerche di De Garde; magari potresti essere utile anche tu

«Visto? Lui ha capito prima di te che dovete darvi una mano» Leon mi pungolò il volto con un dito «Io nel frattempo mi occuperò di far la guardia ad Alexandra -guardò l'ora- in effetti dovevo prendere il posto di Leon Guercio due minuti fa»
«Buon divertimento, allora» incrociai le braccia al petto
«Non guardarmi così! E' il mio lavoro, nulla di più»
«Se poi il lavoro consiste nello scortare un'Alexandra svenevole e ochetta in giro per la città è ancora meglio, vero?» l'idea era cercare di rendere la ragazza un bersaglio facile per l'assassina, la stanza d'albergo sarebbe stata difficile da prendere d'assalto, mentre le strade di Luka era il posto ideale per farsi avvicinare. Ovviamente il piano prevedeva che Alexa conquistasse il cuore di Rayearth (o chi per lui) e si facesse accompagnare in città.
«Vedi che mi conosci proprio bene?» mi salutò con un fastidioso grattino sulla testa e si diresse all'ingresso dell'hotel, in attesa di scorgere quel "bocconcino" grazioso di Schwarzlight: mi chiesi se la ragazza fosse ben armata contro i maniaci.

Il ritorno verso il Garden fu rapido; nessuna anomalia si presentò sulla strada.
«Finalmente sei arrivata! Qui ci sono le scartoffie da analizzare; vanno dalle più urgenti alle indagini di routine. Datti da fare!» Brian come si materializzò davanti a me, così scomparve. Un vero fulmine. Probabilmente lo divertiva vedermi barcollare portando una pila immensa di scartoffie, fino al laboratorio, oppure era davvero oberato di lavoro.
Il laboratorio non era efficiente come quello del Garden Supremo, nè era tanto tecnologico; per le analisi ci sarebbero volute ore e le risposte avrebbero avuto un margine d'errore molto elevato.

Sollevai una bustina di plastica dentro vi erano due biscotti, escluso potesse essere la merenda di Brian (il bigliettino allegatao citava la possibilità della presenza di veleni), iniziai le mie analisi. Ci misi un'oretta ad avere dei risultati soddisfacenti: Tiamina; Riboflavina; Niacina; Alcaloide Teobromina. Non c'era alcun dubbio, ma prima di inviare un messaggio a Leon Jacques Royar era meglio fare un ulteriore controllo. Scesi nelle cucine; il rumore di pentolame e strepitii da femminuccia si potevano sentire ad almeno duecento metri di distanza. Una vera tortura per le orecchie. Sospirai prima di girare la maniglia che mi avrebbe condannato a sopportare dal vivo Siegmeyer.
Schivai un mestolo lanciato contro il muro «Ti pare che questo è cibo? Il mio cane ci farebbe pipì sopra. E tu lo vuole dare a me? Pazzo!» il povero ragazzino di bottega si rintanò in un angolo a piangere.
«Non ti sembra di esagerare? Era un the»
«Una merda, non un the»
«Dovrò fidarmi del tuo palato, e spero che funzioni ancora perchè ho bisogno di un consulto» sventolai sotto il naso dello chef uno dei biscotti. SiegJoe lo guardò attentamente, lo annusò e ne spezzò un pezzo; non feci in tempo a spostarmi dalla traiettoria che il dolce mi finì in faccia e un «VUOI CHE MUORO!» mi alitò in faccia.
Venni malamente sospinta fuori dalla cucina «Sei eliminata! Fuori da questa cucina!» avevo avuto la conferma di quanto sospettavo.

Codec:
Calien: Seed Royar?
Leon: Si ti ascolto
Calien: nel cibo che ci hai inviato ho trovato tracce di Tiamina; Riboflavina; Niacina e Alcaloide Teobromina.
Leon: Brom... ...cxxxo sto per morire??
Calien: No direi che al massimo hai mangiato un pessimo pezzo di biscotto al cioccolato; a giudicare la reazione di Joe.
Leon: ...E dirlo subito????

«Calien»
La giornata sembrava non voler proprio concludersi «Brian, ti sei messo a spiare ora?»
«La tua infallibile logica dovrebbe farti capire che presentarmi di fronte a te e chiamarti per nome, non sono segni indicativi di una spia»
«Ma tu sei arrivato alle spalle, e mi stavi seguendo da almeno dieci minuti»
«Onorato che presti attenzione a una persona che ritieni inferiore a te»
«Si presta attenzione anche alle pulci, tu sei ben più grande di una pulce, no? Seppur devo dire che il tuo fisico è ancora poco sviluppato e sei rimasto basso. Fatto i test per controllare che tu non sia affetto da una forma di nanismo?»
«Sai purtroppo chi mi ha creato non ha badato anche al fisico»
«Se solo le imperfezioni si riducessero al fisico, ma lasciamo stare. Perchè mi seguivi?»
«Volevo informarti che ho trovato la donna di cui mi parlavate tu e Leon. E' una ragazzetta smunta e dall'aria infelice. Ha lavorato allo stadio per qualche mese, poi è scomparsa nel nulla a inizio stagione; prima nessun movimento sospetto.»
«Questo coincide con la data della sua morte...»

Il suono dei codec disturbò la nostra conversazione. Non avevano mai suonato all'unisono. Era Philip.

A tutti i Seed: sembra che ci sia stato un nuovo morto, ma questa volta a Kilika. Un bambino di 12 anni è stato trovato sgozzato vicino al bosco.

«Sai Brian saresti tu l'esca perfetta; non Alexandra»
«Philip ritiene che sia meglio non espormi a pericoli»
«Philip non ti ritiene adeguato alla missione quindi? Magari non ha capito che sei un Commander e che sei in grado di cavartela da solo. Oppure hai paura tu per primo?»
Avatar utente
Pup :>
Guerriero
Messaggi: 653
Iscritto il: 06 nov 2011, 11:41
Sesso: M
Località: Garden Club (ed a volte Napoli)

Re: Garden

Messaggio da Pup :> »

*Yaaaaawn...*
La corrente missione del Garden teneva occupati quasi tutti i SeeD tra indagini e analisi di prove, in un frenetico andirivieni e comunicazioni operative.
"Grazie Filippo!" addentai con calma il biscotto che mi era stato portato.
Quasi tutti. Io mi ero tenuto lontano dall'indagine.
Non che un albero uccidi-bambini non attirasse la mia attenzione, ma avevo deciso di prendermela comoda, almeno finché non fosse stata necessaria anche la mia presenza.
"Mmmm... Certo che questo biscotto è proprio buono! Nuova ricetta, Joe?"
Il timido (?) cuoco si era allontanato dalla cucina per mettere lui stesso i biscotti nella teca al bar.
"Buono? BUONO? Quello che cucino io è arte, non "buono"! E ora FUORI DALLA MIA CUCINA!"
Ma se nemmeno sono in cucina?

La birra a cui mi stavo pazientemente dedicando stava fermentando magnificamente... E sarebbe stata una deliziosa scura se Zhang non avesse deciso di scolarsi tutti i pentoloni in cui la stavo preparando.
Insomma, niente missione e niente birra fanno di Egil un SeeD noioso! E soprattutto annoiato.
"Ecciù!"
Ecco... Solo il raffreddore ci mancava.

***************************************

"Faolain, cosa farai? Lo sai che sei stata vista!"
"NO! Non è vero e tu lo sai! Quando sono uscita dal bagno non c'era nessuno! NESSUNO!"
"Ma quella tipa ha dato ha detto di averti vista. Ha anche dato la tua descrizione agli agenti. L'hai sentita tu stessa."
"Non mi troveranno mai! Basta scappare. E' per questo che siamo qui."
"Scappare? Vuoi scappare tutta la vita? Scappare e ammazzare... E allontanarti sempre più da me E' questo che vuoi?"
"BASTA CAITHE! Perché mi fai tutto questo? Io non ce la faccio più... Non ce la faccio più!"
"E allora smettila, Faolain. Costituisciti, fatti curare... Non devi per forza continuare a uccidere..."
"Curare? E a cosa servirebbe? Tu non ci sei più e non tornerai mai... Perché sei morta, Caithe? Perché hai voluto avere quel bambino anche a costo della tua stessa vita?"
"..."
"Ecco. Esci dalla mia testa!"

La foresta.
La casa.
Almeno per un po', nella foresta riusciva a non sentire più le voci, l'odio. La foresta era il luogo a cui apparteneva. Ma non quella foresta! Nessuna foresta, ormai. E lei lo sapeva. Per questo non sarebbe mai durato a lungo... e presto o tardi avrebbe sentito di nuovo. Le voci, l'odio, Caithe. E questi intervalli diventavano sempre più piccoli, dopo ogni omicidio.
Il ciclo si ripeteva, sempre più rapido: odio, furia, omicidio. Orrore, terrore, rassegnazione. Fuga, silenzio, pace.
Soltanto uccidendo bambini riusciva a zittire l'odio che provava verso Caithe, verso la sua scelta.
Ma ogni volta che uccideva, Caithe (voce della sua coscienza) tornava a tormentarla.
Allora doveva fuggire. Finché l'odio non fosse tornato da lei.

La foresta di Kilika si presentava come un luogo ameno. Già c'era stata diverse volte, per nascondersi quando ancora cercavano lei e Caithe. La donna che amava. Quello era un luogo importante per loro... Ma perché?
Ogni volta che cercava di ricordare un forte mal di testa la costringeva a smettere.
Ma poco importava, ora come ora.
Quello che doveva fare era riposare.

***************************************

Il mio vagabondaggio senza meta nel Garden fu interrotto dal trillo del codec.
Codec:
A tutti i Seed: sembra che ci sia stato un nuovo morto, ma questa volta a Kilika. Un bambino di 12 anni è stato trovato sgozzato vicino al bosco.

"Povero piccolo... Beh, se Pip ha mandato l'avviso dubito che sia solo per informazione. Tocca anche a me entrare in azione."
Raggiunsi la presidenza dove Pip, sommerso da scartoffie e con un codec all'orecchio, cercava di decidere il da farsi.

"No, no. Voi rimanete a Luka. Non possiamo escludere la possibilità di un secondo killer né tanto meno che il nostro non torni a Luka. Per adesso continuate le indagini. Sì, l'altra squadra può rientrare, se vuole. L'importante è che qualcuno rimanga lì. A Kilika per adesso mando... Ah Egil, andrai con Calien a Kilika. Presto ti raggiungeranno anche loro."
"Loro? Chi?" (ndalexxx_90 -> lascio apposta non specificato così chi vuole può inserirsi! :D )
Vedendo che Pip continuava a parlare dettando ordini e direttive lasciai perdere. In fondo il mio incarico l'avevo avuto: andare a Kilika con Calien.
Avatar utente
Ruben -.-
SeeD
Messaggi: 1635
Iscritto il: 04 nov 2005, 12:49
Sesso: M
Località: Ad Eorzea, a forgiarmi nel fuoco di mille battaglie!

Re: Garden

Messaggio da Ruben -.- »

«Sai Brian saresti tu l'esca perfetta; non Alexandra»
«Philip ritiene che sia meglio non espormi a pericoli»
«Philip non ti ritiene adeguato alla missione quindi? Magari non ha capito che sei un Commander e che sei in grado di cavartela da solo. Oppure hai paura tu per primo?»
"Non capisco. Quest'ultima domanda... bha! Non è provocazione. Non dovrebbe almeno. Che senso ha per qualcuno senza sentimenti quali odio o risentimento, provocare così sfacciatamente? Lo stai facendo per studiarmi?"
"Non posso fare a meno di notare che non hai risposto."
"La risposta a quella domanda non cambia i fatti. Potrei mentirti. Però puoi annotare questo sul tuo diario di bordo: Brian non cede alle provocazioni. Andiamo Miss Simpatia, la biblioteca ci attende."

Pochi minuti dopo entravano in biblioteca: Calien con la solita espressione monotematica, Brian sembrava forzatamente allegro.

"Non mi hai spiegato perchè siamo qui." chiese Calien.
"Se vogliamo venire a capo di questa vicenda, magari può esserci utile capire qualcosa in più su questa strana razza di donna albero." spiegò Brian.

A quelle parole Sirius, seduto ad un tavolo vicino, fu distratto dalla sua lettura. Passò qualche attimo prima che abbassasse il libro nella cui lettura era immerso.

"Stavate discutendo di -donne albero-?"
"Si. Pare che una qualche razza di persone albero possa essere implicato nelle indagini che stiamo svolgendo a Luka. Tu ne sai qualcosa?" chiese Brian anche se la risposta sembrava scontata.

Sirius si prese tutto il tempo per chiudere il libro con un tonfo sordo, alzarsi dalla sedia e avvicinarsi lentamente a Brian e Calien che ormai avevano preso posto ad un tavolo non troppo lontano. Ignorò completamente Calien, soffermandosi esclusivamente su Brian. Lo squadrò lisciandosi il pizzetto in un gesto caratteristico.

Fu un attimo. Brian fu pervaso da una strana sensazione di pericolo. L'espressione incuriosita gli si gelò in faccia.
Dall'altra parte Sirius cercava di insinuarsi nei pensieri di Brian provando a carpirne le emozioni e le sfumature di personalità. La sua espressione non tradì l'immensa sorpresa dovuta all'aver trovato ciò che non si aspettava: assolutamente nulla.

"Non ci siamo ancora presentati; una svista deplorevole. Il mio nome è Sirius Valentine."
"L'amministratore finanziario della struttura. Ho letto le schede! Io sono Brian, Brian Willis. Sono arrivato da poco e non ho ancora avuto modo di presentarmi a tutti. Scusami."
"Non deve scusarsi. Era mio dovere darle il benvenuto."
"Dicevi di saperne qualcosa su questa razza di persone albero."
"In realtà non l'ho detto. Lo ha solo dedotto... e a ragione. Le informazioni in mio possesso sono limitate, così come il mio tempo. Se volete approfondire... scaffale S, come Sylvari. Vogliate scusarmi." disse congedandosi.

L'espressione di Brian si accigliò non appena il vampiro voltò l'angolo. Si accorse solo in quel momento che Calien lo stava osservando con la stessa intensità che gli aveva dedicato Sirius.

"Sylvari. Una razza di Corona." disse per cercare di distrarre Calien. "Immagino che anche questo Valentine sia di Corona se conosce quella razza."
"Anche Drizzt è di Corona." osservò Calien.
"Ma è molto più giovane rispetto a Valentine. Tipo strano." concluse lanciando un'occhiata all'ingresso della biblioteca dove Sirius era sparito.
"La cosa veramente strana è che adesso usi il suo cognome, mentre prima gli hai dato del -tu-."
Brian si voltò a fissarla. Non le sfuggiva veramente nulla. "Bè...diamoci una mossa." disse alzandosi e dirigendosi allo scaffale S.

Il suo stato d'animo stava tornando normale. Aveva sentito l'esigenza di liberarsi da qualsiasi emozione quando Sirius aveva piantato i propri occhi color ambra nei suoi di un azzurro glaciale. Non sapeva se l'azione si era resa necessaria o se era stato vittima di un eccesso di prudenza, ma ci volle un po per scuotersi da quella sensazione di disagio e pericolo. A torto o a ragione concluse ... la prudenza non è mai troppa.

15 minuti dopo, Egil fece capolino in biblioteca. Individuò i due al tavolo e si avvicino a grandi passi.
"Ciao Brian. Scusate se vi interrompo...Calien, Pip ci manda a Kilika ad indagare sull'ultimo omicidio." disse frettolosamente.
Calien fissò Brian. "Pare che dovrai continuare da solo."
"Non è un problema adesso che so dove cercare. State attenti."
Spoiler
PS: Ultima parte aggiunta in fretta dopo il post di alexxx. Spero vada bene.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
Sirius
Guerriero
Messaggi: 538
Iscritto il: 29 dic 2009, 17:38
Sesso: M

Re: Garden

Messaggio da Sirius »

“Signore e signori, un attimo di attenzione!” la voce dell'annunciatore riecheggiò nello stadio e per le vie di Luka “L'Amministratore del Garden Rinoa ci ha appena contattato per diffondere una comunicazione importante a proposito degli efferati omicidi che hanno insanguinato la nostra ridente cittadina.” in poco tempo, quasi tutta la popolazione si era radunata davanti ad uno schermo, in attesa.
“Cittadini di Luka, in qualità di Amministratore del Garden Rinoa ho il privilegio di annunciarvi che la nostre unità hanno preso incarico di catturare l'infanticida che si è insinuato fra voi.” la gente iniziò a parlottare fra loro mentre i Cadetti ed i Seed in incognito rimasero sorpresi da quell'evento “Ogni cittadino che abbia informazioni sul criminale è pregato di rivolgersi al centro d'accoglienza all'ingresso della nostra struttura. Non saranno invece tollerate azioni di disordine pubblico, poiché queste potrebbero favorire l'omicida. Siamo certi non vogliate ciò. Vi ringraziamo fin d'ora per la vostra collaborazione.” e con queste parole, l'annunciatore terminò il messaggio.
Sullo schermo apparvero le disposizioni per raggiungere il Garden; non che fosse un'impresa difficile, viste le dimensioni. In sovrimpressione passò poi il numero di un centralino da contattare in caso si fosse impossibilitati a muoversi.
Tutto ciò pareva a molti una contraddizione con gli ordini ricevuti dal preside, e così lo pensava lo stesso Pip. Ancor prima che l'annuncio si fosse concluso, il Commander Phenix aveva già preso il Codec e contattato Sirius.

“Cosa diavolo ti è saltato in mente!” sbraitò, furente, il preside “Ti rendi conto che con questo tuo agire hai allarmato la ricercata, che adesso tenterà di far perdere le sue tracce?!” aspettandosi una simile reazione, il Vampiro tenne il Codec in mano, a debita distanza dai suoi timpani.
“Ho agito in questo modo per due buone ragioni.” disse lui, nella sua sempiterna impassibilità “In primo luogo, solo un idiota non avrebbe sospettato il coinvolgimento dei Seed vedendo il nostro Garden attraccato al molo di Luka, e la nostra ricercata non è certamente un'idiota. Potrà essere mentalmente instabile ma ha sempre celato ogni sua traccia e non si è mai fatta vedere, pertanto non è una sciocca. Come analogia potrei ricordarvi del defunto preside Ruben; era certamente folle ma capace d'intendere e di volere.” un paragone superfluo ma che colpì nel vivo una ferita mai rimarginata.
“E quale sarebbe la seconda ragione?” chiese di rimando, a denti stretti e mal celando il fastidio.
“Evitare lo scoppio di rivolte e tentativi di caccia alle streghe.” disse lui, come se fosse un'ovvietà “La gente ha bisogno di sentirsi al sicuro, protetta, anche se ciò non corrisponde al vero. Annunciando apertamente il nostro coinvolgimento, i cittadini offriranno aiuto a noi anziché girare per le strade con torce e forconi. Il nostro numero d'emergenza e l'ufficio d'accoglienza all'entrata si occuperanno di raccogliere le segnalazioni; questo ci eviterà di andare a cercare testimoni casa per casa. Certo potranno esserci molte segnalazioni sbagliate, ma è meglio che giungano a noi e non ad una squadra di vigilantes che non si farebbe scrupoli ad uccidere un innocente per sfogare la propria frustrazione ed impotenza.”
Questo ragionamento, dovette ammettere Philip, non faceva una piega. Era talmente buono che quando aprì la porta dell'ufficio amministrativo la sua collera era ormai scemata. Ad accoglierlo però non trovò alcuno. Sirius era infatti uscito subito dopo aver parlato con il nuovo venuto, tale Brian Willis. Come per Calien, anche in lui non aveva percepito alcuna emozione; tuttavia c'era qualcosa di diverso in quel ragazzino. Il suo istinto gli diceva che avrebbe dovuto tenerlo d'occhio ma al momento non aveva tempo da perdere.

Poco dopo.

“Per gli Dei, sto morendo!” esclamò Leon, in preda di crampi allo stomaco “Ho sempre pensato che mi avrebbe ucciso Niamh quando avessi trovato il coraggio di chiederle di uscire insieme.”
“Non stai morendo! Sei solo...” Alex si fermò di colpo e strabuzzò gli occhi “Aspetta... hai appena detto che vorresti uscire con Niamh?”
“Sì, ma ormai è troppo tardi. Sento il gelido abbraccio della morte.” il Cadetto si era rannicchiato su sé stesso, scosso da brividi “Promettimi che le starai accanto. Non le permettere di compiere gesti inconsulti.”
“Non credo ci sia questo rischio.” disse lei, grattandosi un sopracciglio “Al contrario, sarei più preoccupata per la reazione di Egil. Lui sì che sarebbe davvero inconsolabile.”
“Anche i fornitori di muffin sarebbero in lutto, visto che il signor Royar è solito versare metà del suo stipendio per soddisfare questa sua golosità.” Alex si girò di scatto, colta alla sprovvista.
Ora, difronte a lei, vide Sirius comodamente seduto su una poltrona, intento a degustare uno di quei biscotti avvelenati.
“Come hai fatto ad entrare?” gli chiese, inguainando la spada che aveva prontamente impugnato.
Il Vampiro non rispose alla domanda, limitandosi a sorriderle maliziosamente. V'erano pochi posti in cui non fosse in grado d'intrufolarsi furtivamente ed un albergo di Luka non era certo uno di questi.
“Dubito fortemente che questo cibo sia avvelenato.” nel mentre, sorseggiò il tè, constatando, con sua sorpresa, ch'era migliore di quanto si aspettasse “D'altronde, non è nel modus operandi della nostra assassina seriale fare uso di veleni.”
“Cosa dobbiamo fare?” domandò allora Alexandra, consapevole che Valantine non si sarebbe scomodato se non fosse stata una questione delicata.
Finito di bere il tè e posata la tazzina con cura, Sirius si alzò dalla poltrona e si avvicinò al letto su cui ancora giaceva il Cadetto Royar.
“Mi occorre la vostra collaborazione per trovare l'assassina ed evitargli la cattura.”

“Perché?” chiese Alex, inarcando un sopracciglio, mentre Leon osservava l'Amministratore, senza sapere cosa dire.
“Perché la nostra assassina è probabilmente l'ultima dei Sylvari.” questa rivelazione lasciò Alexandra a bocca aperta.
“Ne sei certo?” domandò incredula, mentre lo spadaccino monocolo non comprendeva cosa ciò significasse.
“Non è mia abitudine parlare a sproposito.” rispose lui, sottolineano l'inutilità di quella domanda “Sono invece sorpreso che non l'abbiate dedotto voi stessa. Esiste una sola forma di vita senziente in tutto il multiverso conosciuto ad avere quelle caratteristiche.”
“Vi spiacerebbe spiegarmi?!” Leon si stava spazientendo di essere escluso e questo lo portò a distrarsi dalla sua ipocondria.
“I Sylvari sono una specie umanoide originaria di Corona.” gli spiegò Alexandra “Sono creature vegetali dotate di grandi poteri magici e si riteneva si fossero estinti in seguito alla distruzione del nostro pianeta.”
“Per questo vorreste proteggerla?” chiese Leon, non molto favorevole alla cosa “Si tratta pur sempre di un'infanticida!”
“Lo dite come se fosse una tragedia.” esordì Sirius, lasciando il compagno interdetto “Di bambini umani ce ne sono sin troppi a questo mondo, come ad ogni altro mondo. Quest'essere è l'ultimo esponente di una specie senziente millenaria. Davvero sareste pronto a permetterne l'estinzione?”
Sirius spiegò poi loro la sua intenzione di catturare l'assassina prima degli altri Seed e di portarla a Castel Valantine. Lì avrebbero potuto tenerla lontana dalle grinfie dell'Ordine e, con il tempo e le giuste ricerche, avrebbero forse potuto riportare alla vita una razza creduta estinta.
La sua speranza era riuscire a convincere costei a cooperare con le buone, ma se fosse stato il caso l'avrebbe costretta a seguirli con le cattive. Per la prima volta dopo tanto tempo la sua mente non era tormentata dal pensiero della vendetta, bensì dalla speranza di poter salvare una sua compatriota e, forse, un'intera razza; per questa ragione era disposto ad esporsi personalmente, ed era anche pronto ad uccidere chiunque avesse provato ad impedirglielo.
Leonheart88
Collaboratore RD
Messaggi: 1985
Iscritto il: 22 giu 2007, 19:36
Località: Savona

Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

La notizia dell'uccisione di un bambino a Kilika si era ormai diffusa a tutto il corpo del Garden di Rinoa. Allo scopo di catturare l'assassino era stata infatti mandata una squadra anche nella seconda città. Il piano ordito da Alexandra restava comunque valido, ipotesi secondo cui qualcuno potesse cadere nella trappole restavano comunque possibili. Per il cui il piano sarebbe stato attuato.
Leon si stava preparando per fare la sua entrata in scena.

"Oh ma lei è quella di cui si parla tanto in giro!" Disse Leon abbordando una Alexandra in versione -facciamo shopping a più non posso-".
"Oh dice a me? Ma come ha fatto a riconoscermi?"
"Sa in città non si parla altro della sua bellezza"

Alexandra fece finta di arrossire, Leon era sicuro che dentro di se la ragazza stesse facepalmando violentemente per la tristezza della battuta.

"Oh ma come è gentile lei! Lei invece trovo che sia molto elegante"

Il fatto che la Seed non fosse scoppiata a ridere nel pronunciare l'ultima frase denotava una certa predisposizione per il teatro e più in generale per il saper sparare boiate senza farsi scoprire.

"Per presentarmi di fronte ad una bella donna il minimo che potessi fare era vestirmi bene... e presentarmi a lei con un dono"

Leon fece apparire da dietro la sua schiena un mazzo di dodici rose rosse, perchè i clichè sono sempre ben accetti, e li porse ad una Alexandra ora quasi in lacrime. Probabilmente in crisi nel come spiegare a Raiden anche questo.

"Ma..ma..io non so se posso accettare, io non ho fatto niente, ero li per caso.."
"E ha rischiato di morire. E lo ha denunciato." Leon iniziò a parlare a voce sempre più alta per farsi sentire "Lei è una donna coraggiosa, io l'ammiro!"
"Si io l'ho riconosciuto! Io so chi è!! Ora però ho paura.."
"Mi posso permetterle di offrirle la mia compagnia? Magari condita da una bella cenetta?"
"Oh ma io non so... ma che diamine si certo!

La seed si avvicinò al cadetto e gli sussurrò qualcosa all'orecchio

"Però paghi tu approfittatore!

..................................................................

La cenetta era andata bene, la tenera coppetta si era tenuta per mano dal dolce in avanti.
Avevano riso e scherzato. Si erano lasciati andare a confidenze romantiche e passionali, avevano ballato dopo cena appena l'orchestra del ristorante aveva fatto suonare la prima nota (si Leon è anche un eccelente ballerino u.u).
Sembravano in tutto e per tutto una dolce e romantica coppiette appena forgiata.
Quel che non sapevano era che qualcuno stava per abboccare

Tre uomini li assalirono appena entrati nel vicolo.
In due si avventarono su Leon per immobilizzarlo e successivamente eliminarlo mentre il terzo aggrediva la ragazza, era convinto di avere un compito con pochi rischi: eliminare una ochetta starnazzante incapace di tenere il becco chiuso doveva essere un compito facile.l
Grosso errore.

La seed evitò la coltellata diretta spostandosi lateralmente, la minigonna (Si hai la minigonna) non le impediva di fare movimenti rapidi, prese il nemico per la collottola e lo face capitolare contro il muro di fianco a se.
Leon castò velocemente due Slow contro i propri nemici e poi si limitò a tramortirli con una veloce scarica di pugni.
Estrarre le armi non valeva proprio la pena.
Era evidente come fossero semplicemente bassa manovalanza pagata da qualcuno.

Leon prese il pugnale di uno dei tre sicari e glielo ritorse contro, avvicinandolo pericolasamente alla giugulare.

"Chi vi ha mandato?"
"No..non.non lo sappiamo, ci hanno pagato, metà in anticipo e metà a lavoro fatto, per eliminare la ragazza.
"E voi avete eseguito?"
"Ci hanno offerto mezzo milione di guil per eliminarla"

Chi poteva desiderare così tanto la morte di una potenziale testimone?
Nel caso fosse l'assassina perchè non lo aveva fatto lei stessa?
Pagare dei sicari del luogo senza farsi scoprire. Era gente in gamba.
La faccenda stava diventando interessante.

--------------------------------------

"Dottore la gente che abbiamo mandato ad eliminare la testimone ha fallito. Non sono tornati per richiedere il saldo del compenso. Non possiamo permettere che scoprano l'identità dell'esperimento, potrebbero scoprirci."
"Stai tranquillo, avevo preso altre precauzione. I tre che hai assoldato non erano l'unica freccia al nostro arco, presto non ci sarà più nessuno a riconoscerla. E poi anche se fosse sarebbe praticamente impossibile catturarla, è troppo forte"

L'assistente non potè fare altro che sperare.
Avatar utente
Nataa
Winner: Regina del Forum!
Messaggi: 554
Iscritto il: 04 apr 2007, 23:30
Località: Garden.. finalmente XD!!
Contatta:

Re: Garden

Messaggio da Nataa »

Il rito del trapasso era una cerimonia sacra che a Kilika assumeva un valore e una bellezza fuori dal comune. L'ex invocatore cavalcò le onde per immergersi in acqua tra i feretri dei bambini morti, tre in totale, mentre nella batigia il lamento sofferente di una madre distrutta s'innalzava fino al cielo. Il dolore traspariva perfettamente nella danza rituale che lo sciamano stava ballando con l'acqua; i lunioli s'innalzavano ed evaporavano tra le lacrime dei presenti.
Sollevai lo sguardo verso Egil, perfino il ragazzo non riusciva a trattenere l'emozione, gli occhi lucidi testimoniavano l'impatto che il cerimoniale aveva sui cuori umani.
Le salme si scomposero in un pugno di liunioli e con gli ultimi passi di danza si dissolsero nell'aria, nell'ultimo estremo saluto alle proprie famiglie. Il bacio di cordoglio che non avevano avuto il tempo di ricevere, o dare.

La folla si disperse sul pontile; la maggior parte degli abitanti di Kilika si conosceva tra loro ed era d'obbligo andare a porgere le condoglianze alle famiglie delle vittime: un sontuoso banchetto era stato allestito tra i ponti che collegavano le varie piattaforme, per festeggiare per l'ultima volta i bambini, e nel mentre si mangiava e beveva alle famiglie veniva offerta una spalla su cui piangere, una parola gentile, o solo una carezza. Lì avremmo trovato l'uomo che ci aveva assoldato per indagare.
Egil non fece in tempo a guardarsi intorno che venne raggiunto da un uomo, capelli brizzolati, occhi castani, sulla quarantina «Siete i Seed di Rinoa?» annuii «Sono Wild Pride, piacere -l'uomo strinse la mano di Egil- avete assistito al rito del trapasso?»
«Si. Siamo davvero addolorati per i vostri figli» Il Seed cercò di guardare quegli occhi pieni di dolore, ma dovette distoglierli era un pozzo troppo fondo in cui addentrarsi
«Non credo che al Sig Pride, o ad altri interessino le nostre condoglianze. Credo preferiscano che svolgiamo il nostro lavoro il più rapidamente possibile; prima che un altro bambino venga ucciso. Se volesse essere tanto cortese da darci qualche informazione in più sui bambini e sul ritrovamento dei cadaveri, potremmo iniziare le nostre ricerche» aprii il taccuino degli appunti, il quale era stato riempito di indizi, racconti, dicerie attorno a questo caso, e fissai gli occhi dell'uomo senza accorgermi di aver gelato la situazione
«La deve scusare è ancora molto giovane e dovrebbe imparare le buone maniere»
Wild scosse la testa e si appoggiò a un muretto dietro di lui «I tre bambini erano abituati ad andare e venire dal tempio; nel tempo libero aiutavano i sacerdoti di Neoyevon a pulire le statue dei Grandinvocatori, o altri lavoretti simili, venivano pagati 10 guil a giornata -l'uomo sorrise nel ricordare i tre bambini- una volta diffusasi la notizia della morte di Reek agli altri due era stato vietato avventurarsi nella foresta, ma nessuno dei due ha mai dato retta a noi adulti; il giorno dopo sono entrati nel bosco e...» la voce gli si ruppe improvvisamente
«Vuole dire che sono morti assieme?»
L'uomo annuì.
«Dagli esami effettuati risulta che l'ora del decesso fosse la stessa?»
«Esattamente»
«Un'ultima domanda, quanti anni avevano...»
«Alyss e Dan» intervenne Wild
Egil annuì e riformulò la domanda inserendo i nomi dei due bambini
«13 e 15; è importante?»
Stavolta risposi io «Ogni dettaglio può essere fondamentale per risolvere il caso. Per caso ci sono stati movimenti sospetti, o l'arrivo di qualche straniero particolare, come questo?» porsi all'uomo un ritratto dei Sylvari, rinvenuto su uno dei libri della biblioteca. La faccia disgustata del quarantenne fu una risposta più che sufficiente a capire che non aveva mai visto nulla di simile in vita sua «Questo è l'assassino??»
«No, signore. Stiamo solo lavorando su diverse piste. la ringrazio lei è stato di grande aiuto» ci congedammo con la promessa di riferire qualunque novità.

«Calien dovresti imparare la delicatezza: non si può essere così diretti in simili occasioni. Nessuno vuole essere razionale in questi momenti, nessuno.» Egil mi tirò da parte per cercare di farmi presente una realtà che a tutti sembrava evidente, ma che per me era priva di senso. Incanalare il dolore per aiutare a non far morire altre persone, quello sarebbe stata una logica migliore che piangersi addosso; ma annuii lo stesso, mentire sul mio stato d'animo era diventata una routine.
«Hai ragione Egil. Mi dispiace»
Il Seed sembrò felice della risposta e si immerse ad analizzare quanto scoperto da Pride «Sono due le cose più interessanti. La prima è che ha ucciso due bambini assieme e la seconda è l'età dei ragazzi. Ha cambiato modus operandi...»
«...il che vuol dire che sta perdendo il controllo. Questo potrebbe indicare che inizierà a farsi più pericolosa e che potrebbe uccidere ad intervalli più ristretti. Già il fatto di aver cambiato posto doveva farci riflettere...»
«Seguendo la "mappa" degli omicidi tra i primi due è intercorsa una settimana, mentre tra gli ultimi due solo una giornata. Di questo passo inizierà a cercare vittime sempre più frequentemente -Egil guardò l'orologio- non mi stupirebbe se questa notte si addentrasse in città per trovare qualche bambino.» Il Seed controllò il codec, ancora nessun rinforzo e la lancetta dei minuti correva inesorabile verso il prossimo omicidio.

La notte arrivò improvvisamente e il caldo afoso dell'isola venne spazzato via da un umido venticello, l'escursione termica di Kilika era implacabile. Le onde s'infrangevano sul pontile e solo poche luci illuminavano il pelo dell'acqua, erano lanterne lasciate viaggiare in mare per salutare le anime di Reek Alyss e Dan. L'atmosfera lugubre e il freddo notturno facevano venire la pelle d'oca; questo unito al potenziale assassino fece sì che nessuno mise fuori il naso da casa.
Le assi di legno del pontile scricchiolavano sotto il peso dei miei passi. Vestita con la tunica verde di Kilika e senza armi mi sentivo scoperta e vulnerabile agli attacchi. Ogni senso era allerta.
Il limitare del bosco.
La speranza era che la pazzia avesse preso il sopravvento sulla ragione.
Un fruscio.
Mi voltai di scatto. Nessuno.
Cercare di individuare un albero tra gli altri era un'impresa disperata.
Lo scricchiolio delle foglie sotto le scarpe sarebbe stato un suono piacevole, se solo non mi avesse distratto dai rumori di contorno, che erano pur sempre troppi rispetto a quanto avrei voluto. Nel silenzio individuare il fruscio delle fronde non sarebbe stato difficile, in un bosco... ...iniziavo a fare osservazioni stupide, degne di ogni altro Seed del Rinoa.
Scattai in una leggera corsa. Destra, sinistra, destra, destra. Inciampai in una radice e tonfai per terra.
Fino a quel momento non era stato difficile, la parte peggiore arrivava in quell'istante. Avrei preferito non dover ricorre a un simile stratagemma, ma sembrava l'ultima spiaggia: nel rumoroso bosco si aggiunsero i singhiozzi di una ragazzina che invocava l'aiuto della mamma «Mamma... aiutami...perdonami non volevo...MAMMA!».
Lo scintillio della lama sfvavillò della luce riflessa della luna, rotolai a sinistra e il metallo penetro solo in parte nella carne, un taglio superficiale che non necessitava neanche dei punti. Non feci in tempo a rimettermi in piedi che un firaga inondò la foresta con il suo calore: diversi alberi iniziarono a bruciare e il volto dell'assassina venne svelato per la prima volta: rimasi senza fiato per la bellezza dolorosa di quella donna. Una seconda magia gonfiò l'aria di calore: questa volta Egil aveva centrato la nemica che latrò dal dolore.
Cercai di metterle le mani addosso, ma la Sylvariana scattò nella foresta.
«Inseguiamola! Finchè non riesce a spegnere le fiamme abbiamo un vantaggio»
***

«Mezzo milione di guil??» Alexandra camminava su e giù per la stanza d'albergo «Valgo davvero così poco??»
«A me sembra una cifra importante. Chissà se la consegneranno a chiunque porti la tua testa» Rayearth sembrava fin troppo interessato
«Strano, però, che una pazza Sylvariana possieda una cifra simile. L'amica faceva un misero lavoro allo stadio, se fossero state ricche non avrebbero avuto bisogno di un simile lavoro, meglio qualcosa di più comodo se proprio vuoi lavorare» Leon(guercio) soppesò il valore del proprie parole e si voltò verso la Seed, ma a parlare per primo fu Leon (fake) «Sai Alexa, io credo che tu debba davvero morire»
***

Codec:
Pip ci servono urgentemente rinforzi. Abbiamo inseguito l'assassina fino a un'isola tra Kilika e Luka e ora ne abbiamo perso le tracce.

Avatar utente
Leon Feather
Guerriero
Messaggi: 684
Iscritto il: 06 giu 2007, 19:37
Sesso: M

Gotta Catch 'em All

Messaggio da Leon Feather »

"E così il signore delle tenebre vuole rischiare di uscire allo scoperto per la salvaguardia della natura!" Leon fece qualche passo verso Sirius, serio in volto. "Pensi che sarà facile catturarla sotto gli occhi di tutti i Seed e Cadetti che stanno indagando sul caso?"
"Non ho mai detto che sarà facile, signor Royar. Ma dobbiamo provarci."
Leon si voltò, incrociando le braccia. "Dovremo permetterci qualche liberta in più rispetto agli altri nel proseguire le indagini. Giocare ignorando le regole."
Sirius annuì. "Sto anche considerando l'idea di chiedere l'aiuto di qualcun'altro oltre a voi, ma potrebbe essere troppo rischioso."
Leon si voltò verso Sirius e sorrise. "Intendi dire che siamo gli unici bastardi che accetterebbero di proteggere un'infanticida?"
Alexandra se ne stava in disparte pensierosa, seduta sul letto. Cauta com'era nel collaborare ai piani di Sirius, non era sicura sul da farsi. Si alzò. "Ne riparliamo dopo, devo andare a fare l'esca assieme al prode Rayearth."
Leon ridacchiò. "Divertiti a fare shopping. Magari comprati qualche vestito che metta in risalto il-"
"Non vuoi davvero finire quella frase, Leon."

-

"Ma sul serio? Beh, meglio morta che zoccoletta bimbaminkia" disse Alexandra scrollando le spalle.
"Su questo concordo" dissero i due Leon all'unisono.
Alexandra stava per fulminarli con lo sguardo, ma venne distratta dallo squillo del codec.
Attenzione. L'assassina è stata avvistata a Kilika, richiesti immediati rinforzi. Egil e Calien sono già all'inseguimento. Ripeto: richiesti rinforzi immediati.
Jacques imprecò mentalmente leggendo il messaggio. Se quei due stavano davvero inseguendo l'assassina era un bel guaio: Sirius non sarebbe stato affatto contento di veder sfumare i suoi piani così presto. Il Seed ripose il codec nella sua tasca.
"Beh, è stato bello lavorare con voi signori. Credo che andrò a dare una mano, se mi muovo forse riusciamo a prenderla."
"Vengo anch'io" disse pronto Leonfake.
Leon scosse la testa. "No, dai una mano ad Alexandra a risolvere il mistero dei sicari mandati ad ucciderla."
"Come vuoi..."

-

Per fortuna era stato uno dei primi a raggiungere il Garden. Aveva detto a Pip che non avrebbe aspettato che arrivassero gli altri e si sarebbe subito lanciato in aiuto dei suoi compagni, non c'era tempo. Con il jumper raggiunse in pochi minuti le coordinate che Calien aveva mandato.
"E così l'avete persa?"
"Ha attraversato le fiamme che divampavano con la foresta come se neanche le importasse! Prima che scappasse l'ho colpita e dev'essere ferita, non credo che sia andata lontano" Egil era ancora furioso per essersi lasciato scappare l'assassina. Ci era andato così vicino...
"Uh, non ha paura del fuoco pur essendo un albero. Curioso" Leon osservò la fitta foresta di quell'isola. Un ottimo posto in cui nascondersi, soprattutto per quella donna. Forse sarebbe riuscito a separarsi dai due e a trovarla prima di loro, ma cosa sarebbe successo dopo? Avrebbe dovuto combatterla?
"Non perdiamo altro tempo e iniziamo a cercarla, prima che decida di cambiare aria" Calien si inoltrò fra gli alberi.
"Astro Girl ha ragione. Dopo di lei, my lady" Leon indicò la via all'amico che gli fece un versaccio e seguì la ragazzina.
I tre si muovevano silenziosi nella foresta, attenti a captare il minimo suono attorno a loro. Ma se l'assassina era riuscita a nascondersi fino a quel momento a Luka, lì in mezzo sarebbe stata ancora più difficile trovarla.
"Dividiamoci. Io vado da solo, voi due andate insieme. Per una ragazzina potrebbe essere pericoloso girare da soli in una foresta con quella pazza a piede libero."
Egil annuì. "La proteggo io!"
"Era a te che mi riferivo" Leon volse lo sguardo verso la cadetta che sembrava piuttosto annoiata dai due. "Bada che non succeda nulla al mio ex marito, Calien" disse sorridendo, e poi si inoltrò nella foresta da solo.
"Che simpaticone!"

Il suo passo leggero le permetteva di camminare tra l'erba e il fogliame senza lasciare traccia, nè produrre alcun rumore. La ferita al fianco faceva male, ma la mistura di erbe cominciava a fare il suo effetto.
L'avrebbe fatta pagare a quei bastardi. Nascondersi? Non gli importava più nulla.

Macchie di uno strano liquido dal colore strano ma dalla composizione molto simile al sangue umano sul tronco di un albero, e gocce dello stesso liquido a terra. Leon si abbassò su un ciuffetto di erbe in gran parte strappato via. "E queste erbe sono buone per le scottature."
"Non immaginavo sarebbe stato così semplice" pensò Leon mentre seguiva le tracce. Doveva essere per forza là intorno, a differenza di Egil e Calien di cui non c'era traccia. La fortuna stava girando dalla sua parte per una volta.
Continuò a seguire quelle tracce in mezzo agli alberi mentre pensava a come avrebbe risolto la questione della cattura da solo, e come sarebbe riuscito a portarla a Sirius senza farsi vedere da nessuno, quando uno scricchiolio di rametti spezzati lo mise in allerta. La mano viaggiò rapida sull'elsa di Elena.
"Voglio solo parlare" disse a voce ben alta, guardandosi intorno nervosamente.
Un altro fruscio. Questa volta era sicuro di averlo sentito. "Io non voglio affatto parlare, invece"
La daga della Sylvari luccicò alla luce del sole che filtrava tra le fronde degli alberi, e Leon si girò appena in tempo per bloccare l'affondo mirato alla sua spalla con la spada. Il Seed balzò indietro. La donna incappucciata rimase in piedi di fronte a lui.
"Ferma! Non voglio combattere, voglio aiutarti!" abbassò l'arma per rimarcare il concetto. "Ti consiglio di ascoltarmi, prima che arrivino i miei amici e scoppi il finimondo."
"I tuoi amici hanno appena cercato di darmi fuoco" digrignò i denti e si lanciò nuovamente all'attacco, seppure ancora lenta nei movimenti per colpa della scottatura dolorante. Leon deviò un altro affondo e rispose con un fendente che colpì di striscio la pelle-corteccia della Sylvari là dove il vestito era stato bruciato. La donna arretrò gemendo dal dolore: là dove era stata colpita aveva sentito la pelle bruciare.
"Quella spada..."
Dannazione, è una creatura magica. In una situazione come questa sarebbe meglio scappare o chiamare aiuto ma... dannato Sirius. Estrasse l'altra spada. "Senti, non ho davvero il tempo di mettermi a discutere. Non vuoi venire con le buone? Lo farai con le cattive."
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


Scheda Garden
Leonheart88
Collaboratore RD
Messaggi: 1985
Iscritto il: 22 giu 2007, 19:36
Località: Savona

Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

Alexandra era stesa a terra, immobile in una pozza di sangue. Il suo corpo era ormai rigido mentre la guardia cittadini cercava, invano, di nascondere il corpo alla miriade di curiosi.
Curiosi. Era la prima volta che il famigerato killer dei bambini uccideva anche degli adulti, la motivazione era però in questo caso semplice: aveva ucciso una potenziale testimone. Ed il taglio alla gola confermava questa ipotesi.
Il sangue della seed percorse tutto lo stretto vicolo in cui si trovava il cadavere fino ad arrivare ad un tombino li vicino, presto tutti si sarebbero dimenticati di lei.

*18 ore prima*

“Oh ma lei è la signorina che ha avuto il coraggio di esporsi contro il killer dei bambini!”

Di nuovo? Leon aveva deciso di approcciarla nuovamente ogni giorno? Per la seed era una cattiva idea, magari qualcuno la stava osservando e vedere tutti i giorni lo stesso uomo ridicolizzarsi nel tentativo di sedurla sarebbe anche potuto essere sospetto.
Non il sedurla. Che era cosa buona e giusta.
Ma che lo facesse tutti i giorni. Di norma una volta andato a buon fine si passa a fasi successive della relazione, più approfondite e di conseguenza gratificanti.
Alexandra si girò per far segno a Leon di cambiare tattica… ma vide che in realtà era un altro uomo.
Alto, molto alto. Spalle larghe e muscolose. Capelli biondi e ribelli. Occhi azzurri e profondi.
Decisamente era corteggiata solo da bei ragazzi (Si lo so “auto elogiarsi è patologico;” cit).

“Salve, ma… come ha fatto a riconoscermi?”
“Potrei dirle che mi hanno detto che era una donna bellissima e quindi dopo aver tanto cercato poteva essere solo lei ma forse sarei un po’ troppo sdolcinato” Leon, che ascoltava la conversazione dal microfono che Alexandra portava nascosto negli orecchini, stava ridendo sguaiatamente mentre prendeva appunti “ma la realtà è spesso più semplice: ho avuto l’onore di vederla allo stadio, e subito sono rimasto colpito dalla sua forza.”

Dato che la Seed allo stadio si era comportata né più né meno di un ochetta starnazzante in cerca di approvazione ed ammirazione le spiegazioni potevano essere sostanzialmente solo tre:
- Il tizio era un idiota fatto e finito
- Il tizio voleva solo farsi una sveltina con un ochetta
- Il tizio era stato incaricato da qualcuno per comportarsi così.
E dato che non sembrava un completo cretino la prima ipotesi poteva essere scartata. Ne restavano solo due, quale era quella giusta? Forse stavolta era la pista giusta.

“Ah ora che ci penso l’ho vista anche io” bugia “però poi con tutto quello che è successo l’ho persa di vista”
“Più che comprensibile, mi permetta però di rimediare offrendole una cena questa sera”
“Ma veramente.. non le pare un po’ presto? Non so neanche il suo nome”
“Rimediamo subito, il mio nome è Lorenzo Von Mattehorn, incantato” Nel mentre Leon prendeva appunti “I recenti avvenimenti che hanno sconvolto la nostra città mi hanno portato a pensare che la vita è molto breve, dobbiamo fare subito tutto quello che bramiamo, senza nasconderci dietro a paure o a improbabili scuse. Allora, vuole uscire con me?”
“D’accordo, il mio albergo è il Biggs & Wedge resort, ci vediamo alle otto nella hall?”
“Stia sicura che non mancherò”

La trappola era stata tesa, ora non restava che vedere se il ragno ci sarebbe caduto dentro.

“Leon tu che ne pensi?”
“Che il tizio è un dannato genio, assassino o non assassino alcune sue frasi sono geniali mi sa che me le riciclo per i miei appuntamenti”
“Leon ogni tanto fai qualcosa di diverso… invece di uscire con qualcuna che ha la quinta di reggiseno ma niente cervello fai il contrario.”
“Ammettilo sei solo gelosa di non avere una quinta e di non uscire con me”
“Guarda mi hai scoperto non ci dormo la notte, ma ritornando alla questione originale.. dici che potrebbe essere un altro assassino?”
“Beh i primi hanno fallito, mi sembra ovvio che ci riproveranno e stavolta con gente più qualificata. E poi te ci guadagnerai in tutti i casi”
“Cioè?”
“Beh se lo è e possiede le informazioni per risalire ai mandanti avrai terminato la tua missione, in caso contrario ti sarai fatta una sveltina con un mega figo.”
“Ti ricordo che sono fidanzata”
“E vabbè dai cuore non vede occhio non duole, anche se a pensarci bene allora a sto punto di conveniva uscire con Leon-guercio”
“Sei pessimo.”

*12 ore prima*

Alexandra si presentò nella hall in perfetto orario. Vestito lungo nero e tacco dieci, Leon aveva il sentore che Alexandra sotto sotto si stesse divertendo.
Specie se poteva scaricare le spese sul conto del garden.

La serata andò come da copione, Leon provava una sorta di invidia, anche Lorenzo si dimostrava pienamente a proprio agio nel ruolo di adescatore, le sue battute era brillanti e sagaci, impossibile non rimanerne conquistati. Era il suo orgoglio a essere quindi ferito.
Comunque era il loro uomo. Anche Alexandra se n’era sicuramente accorta; troppi riferimenti allo stadio, domande su come era l’assassino, in che direzione era andato, con chi aveva parlato dell’accaduto, quando sarebbe andata a fare un identikit.
Purtroppo per la Seed le possibilità che rimanesse anche per colazione erano ormai minime.
Usciti dal ristorante Alexandra agì. Con un rapido movimento gli gettò il braccio attorno al collo, lo strinse a se e lo baciò appassionatamente.
Leon era certo che questo a Raiden non sarebbe piaciuto.
Dieci minuti dopo erano nella camera d’albergo di lei, la porta si aprì ed Alexandra fece qualche passo in direzione del letto. Come se servisse una ulteriore conferma l’uomo, alle spalle della seed, estrasse un lungo coltello, pronto a simulare il modus operanti della killer di bambini.
Non fece in tempo a muovere un passo che la magia Morfeo lo fece addormentare all’istante.

“Mi dispiace se ti ho guastato il divertimento” Fece Leon uscendo dal bagno dove si era appostato “ma ho il sentore che il tizio volesse darti un altro genere di “colpo””
“Che volgarità.. su aiutami a legarlo”
“Uh Bondage…”

*8 ore prima*

“Come ti chiami?”
“Ma che volete da me?? Io non ho fatto niente!”
“Evitiamo scenette inutili, sappiamo perché sei qui e cosa volevi fare e ti assicuro che non sei il primo” la seed giocherellò con un coltello facendolo altare in aria e roteare su se steso, riprnendelo giusto un attimo primo di finire contro il povero Lorenzo “Quello che ci interessa è sapere chi ti ha mandato”
“ Mi..Mi hanno pagato, settecento mila guil, metà subito e metà a lavoro concluso”
“Toh le tue quotazioni sono aumentate” Fece Leon con fare incuriosito.
“Sai chi te gli ha mandati?
“Perché dovrei dirvelo?”
“Ciccio qua ti giochi le palle, in tutti i sensi possibili” Alexandra si avvicinò pericolosamente alle sue parti intime.
“Non lo so, però una volta dimostrato di aver compiuto il lavoro dovrei trovare il saldo del lavoro in una di quelle cassette di sicurezza poste dentro lo stadio.
“Il numero della cassetta?”
“812… e ora che devo fare?”
“Ora tu dormi”

*2 ore prima*

La seed giaceva a terra completamente immobile, rigida, l’effetto della magia Medusa sarebbe durato ancora qualche ora, giusto il tempo per permettere a Leon di finire di simulare lo squarciamento della gola con sangue finto e opportuni trucchi.
La gente l’avrebbe creduta l’ennesima vittima.
Ora non restava che portarla fino in strada e aspettare.
“Uff se la tocco troppo sono sicuro che poi si incazza. ANTIGRAV”

*Ora*

La guardia cittadina, chiamata anche Recks, Kaleco ed Aura, portò via il cadavere della dolce fanciulla. Tutto era andato secondo i piani, presto il mittente avrebbe pagato la seconda rata.
Una volta che Alexandra si fu ripresa si diressero tutti verso le cassette di sicurezze poste all’entrata dello stadio.
Giusto poche ore e un ragazzo aprì l’armadietto.
Si scoprì che era semplicemente un corriere.
Dal numero di spedizione si riuscì a rintracciare il mittente, una seconda società di spedizioni: il ragazzoaveva ricevuto il pacco da un secondo corriere.
Si riuscì ad arrivare poi ancora con abbastanza facilità ad una banca di Galbadia, che aveva organizzato il trasporto.
Le tracce sembravano finire li. Violare i codici di protezione della banca sembrava materialmente impossibile, richiederli ufficiosamente era ancora più difficile.
E utilizzare il proprio grado era controproducente: così avrebbero scoperto che era stato tutto un trucco.
Ma per fortuna il Garden poteva ora contare su Bryan Willis, che con azioni forse il limite della legalità, riuscì a penetrare il sistema informatico centrale e scoprire che la banca aveva ricevuto i soldi da una società con sede sulla via Micorocciosa.
Nessun’altra cosa era stata toccata, nessuno se n’era accorto. Era l’unica strana per poter scoprire chi si nascondeva dietro a tutto.

La Dharma farmaceutica.
Ora non restava che scoprire il perché.
Avatar utente
Nataa
Winner: Regina del Forum!
Messaggi: 554
Iscritto il: 04 apr 2007, 23:30
Località: Garden.. finalmente XD!!
Contatta:

Re: Garden

Messaggio da Nataa »

L'aria della notte si era fatta sempre più pesante, un denso fumo si era levato dal centro dell'isola e stava via via espandendosi tutt'attorno rendendo la respirazione più difficile, secondo Egil la causa era una potentissima magia veleno, tanto forte da far ripercuotere i suoi effetti anche a distanza. Una grossa esplosione rimbombò per tutta l'isola facendo tremare il terreno sotto ai nostri piedi «Tutto a posto?» Egil si assicurò che stessi bene e che non fossi caduta a causa delle vibrazioni «Il mio equilibrio è ottimo, Seed Snow, piuttosto dovresti preoccuparti prima di rialzarti tu, non trovi?» gli tesi una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi «Grazie tante, Calien. Questa nuova esplosione conferma i nostri sospetti» annuii leggermente «se Leon sta combattendo potrebbe trovarsi in un pessimo guaio»
«L'ideale sarebbe accelerare il passo di almeno 3.8 metri al minuto, se vogliamo salvarlo. Continuiamo a seguire il fiume»
La mappa che Brian era riuscito a inviarci (mappatura attraverso i satelliti) aveva evidenziato un piccolo corso d'acqua che si estendeva diagonalmente lungo la foresta, la miglior cosa per giungere al punto dell'esplosione era costeggiarlo; il ruscello ci avrebbe aiutato a sopravvivere anche al veleno, imbevendo un fazzoletto e portandolo al volto era possibile attutire gli effetti del gas venefico.
Un urlo agghiacciante giunse da un punto imprecisato dell'entroterra, la voce di una donna disperata; a ben ascoltare, le grida assumevano sempre più la forma di parole
«Probabilmente sta lanciando incantesimi, o...»
«...o è in pieno delirio»
Il rumore di un tonfo sordo ci mise in allarme, Egil fu il primo a scattare in avanti e a dirigersi verso la fonte del rumore, prima che potesse fare un ulteriore scatto in avanti verso il corpo dell'amico lo bloccai «È solo pietrificato, se ora ti fai vedere è probabile che nessuno di noi riesca a tornare vivo indietro. È una creatura con una potenza magica straordinaria, e nè io, nè Leon possiamo avvicinarla senza finire male -indicai con un cenno del capo l'amico di Egil-. Tu invece potresti trattenerla per circa 2, o 3 minuti»
Il Seed sembrò cogliere il senso di quanto stavo dicendo: se in un primo momento aveva pensato a una sorta di complimento, alla fine del discorso si rassegnò al vero intento di quelle parole, spingerlo a sacrificarsi per permettere agli altri due di fuggire «Dovrei quindi creare un diversivo e poi? Tanti saluti Egil?»
Alzai le spalle «È un tuo amico, no? E poi due è meglio di nessuno.»
«Dai per scontato che non riuscirò a salvarmi, allora?»
«Le statistiche...»
«Fa.nculo le statistiche» Egil si tirò su dal cespuglio e iniziò ad avanzare verso la donna-albero che nel frattempo si era accucciata in un angolo della radura e con le braccia attorno le ginocchia si era messa a piagnucolare «Faolin, Faolin alza la mano; Faolin le scosse»; un ottimo momento per tirar fuori dal cilindro un'idea che capovolgesse la situazione.

Un firaga le venne sparato dritto in testa, ma il colpo venne assorbito da un'enorme creatura deforme, che sparì immediatamente dopo. La donna si alzò e barcollò sul posto un paio di volte, prima di girarsi a guardare negli occhi il Seed. Un impatto la fece indietreggiare di qualche metro, facendola mimetizzare tra le ombre degli alberi circostanti; fu questo il motivo per cui Snow non vide arrivare la ventata di gas fetido. Cercò invano di coprirsi col fazzoletto, ma l'alito fetido lo colpì in pieno. Ebbe tre secondi di lucidità e poi tutto si annebbiò: un campo di fiori si stendeva davanti a lui, la voglia di tuffarcisi e restare lì per sempre era irresistibile, eppure c'era qualcosa d'importante da dover fare, cos'era?
Una freccia lo centrò nell'avambraccio, il dolore intenso lo fece sobbalzare e in un attimo si ritrovò alla realtà. Schivò per miracolo uno slow e un nuovo caos: le mani del Seed brillarono per pochi secondi e calore si irradiò direttamente in fondo al cuore; gli status alterati erano guariti.

***
Il corpo di Leon era granitico e terribilmente pesante da trasportare, per una volta antigrav sarebbe stato utile. Egil era all'estremo delle forze e io avevo trascinato la statua solo di pochi metri. All'ennesima esplosione di magia la donna albero iniziò a ridere sommessamente, più un piccolo sbuffo che una risata vera e propria, colpita da Snow con un Aeroga cominciò a ridere sempre più forte. Il suo cervello sembrava essere totalmente in tilt, una povera pazza, o magari era più lucida di noi.

«E così dicevi di volermi aiutare a scappare eh?» la risata diventò sempre più roca «Non mi avrebbero fatto male? Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno io!» guardò dalla mia parte «Yvette; Thrane! Mi avete usata!» la risata divenne sempre più roca fino a trasformarsi un un verso gutturale «Morirete. Morirete tutti». E con un sibilo la donna svanì sotto i nostri occhi. Il Seed Snow svenne per la fatica nel combattimento: aveva resistito 3 minuti e 3 secondi; in un certo senso aveva fottu to le statistiche.

***
«Yvette Khronos e Thrane Rosenbolt erano due ricercatori per la Dharma farmaceutica. Risultano morti da almeno tre anni»
«Sei sicura che fossero davvero quelli i nomi?»
«Philip non credo sia necessario ricordarti che possiedo una memoria eccezionale, nonchè eidetica e che potrei descriverti ogni secondo e particolare della scena, vero?»
Il preside scosse la testa; avere a che fare con ragazzini geniali e presuntuosi non era la sua principale preoccupazione
«C'è un'altra questione di cui dovremmo discutere: Faolin, si ha rivelato il suo nome in un delirio, ha detto che qualcuno le aveva promesso di aiutarla a fuggire»

Pip si fece scuro in volto
Avatar utente
Recks
Membro del Garden Club
Messaggi: 746
Iscritto il: 11 nov 2007, 11:53
Sesso: M
Località: Rinoa's Garden

Re: Garden

Messaggio da Recks »

Recks: ehi, ciao, posso offrirti un caffè?
Leon(fake): mi spiace ma credo che Alex non sia più nel personaggio... libertino. Non hai affatto un buon tempismo. Sai però Alex che ti preferivo in quelle vesti, piuttosto che con queste?
Alex: immagino il tuo dispiacere. Comunque mi dispiace Recks ma non posso accettare il caffè, ne ho già bevuto uno.
Leon: potresti chiedere a Filippo.
Recks: no, lo lascio per te, tranquillo. Ho sentito recentemente Rina su Spherebook e mi ha detto che manchi davvero tanto a Filippo. Apprezza molto il calendario che gli hai dato, quello con le tue foto. Sei proprio un ragazzo premuroso!
Leon: non so di cosa tu stia parlando.
Recks: SEH. Ad ogni modo, voi sapete cos'è successo alla squadra di Calien, Leon ed Egil?
Leon: l'ho sentita prima su Codec. A parte qualche ferita, Leon sotto stato Medusa ed Egil svenuto, sono tornati al Garden sani e salvi. Purtroppo, non hanno fatto ritorno con l'AssassinAlbero: a quanto pare si è volatilizzata. Prima di andarsene però ha fatto il nome di due persone: Yvette Khronos e Thrane Rosenbolt, ricercatori, ormai defunti da 3 anni, della Dharma farmaceutica. La stessa Dharma che pare abbia assoldato dei sicari per uccidere Alex. Calien ha sentito la... pianta dire le parole:" E così dicevi di volermi aiutare a scappare eh?"
Recks: aiutare a scappare? Da che cosa? Il killer mica abitava a Luka da tempo? Non era rinchiusa, no?
Alex: ci sono troppi indizi. Sappiamo tante cose sparse che legano questa donna con la sua amata ma non sappiamo cosa farcene.
Leon: stando a quello che ha detto Calien, sembra che questa donna abbia avuto a che fare con la Dharma. La donna è una Sylvari, l'ultima della sua specie, dopo la morte della compagna. Stando a quello che Calien e Sirius hanno trovato nelle bibliotece, i Sylvari sono una specie dotata di grandi poteri magici.
Alex: tu poi hai detto che la compagna del Killer aveva un bambino. Il bambino era suo, sembra. Come si accoppiano i Sylvari?
Leon: questo Calien non me l'ha detto.
Alex: se si accoppiano come gli umani c'è bisogno di un esemplare maschio... ma come hanno fatto a trovarne uno? Loro due erano gli unici Sylvari rimasti ed erano entrambe donne.
Recks: inseminazione artificiale? Ammesso e concesso che un Huma possa accoppiarsi con una Sylvari.
Leon: e che cosa avrebbe fatto la compagna? Sarebbe andata in ospedale e avrebbe detto "oh, mi scusi sono una delle ultime specie provenienti da Corona. Ciò detto, tralasci questo dettaglio e mi dica se posso concepire un figlio mediante inseminazione artificiale?"
Recks: magari erano così ingenue?
Alex: aveva bisogno di qualcuno che facesse il lavoro discretamente, senza fare domande. Non dovevano assolutamente farsi notare. Nelle registrazioni dello stadio di Luka, il Killer si vestiva sempre in maniera tale da coprire i tratti distintivi della sua razza. Credo quindi che volesse spacciarsi per Huma e non rivelare la sua vera identità.
Leon: credi forse che la Dharma allora servisse allo scopo? Ammesso che tu abbia ragione, come hanno fatto le due donne a conoscere l'azienda farmaceutica?

I tre non sarebbero giunti alla risposta della domanda quel giorno. Forse, più avanti, avrebbero scoperto che Faolain e Caithe avevano stretto dei legami della Dharma dopo essersi sottoposte come cavie a dei test clinici. Nel campo farmaceutico, prima di portare dei prodotti sul mercato, si fanno testare dalle persone, per capire se tali prodotti siano efficaci o meno. I soldi che quei test clinici promettevano sarebbero stati più che sufficienti per poter effettuare l'inseminazione artificiale. Con quei test le probabilità che la loro vera identità fosse svelata erano molte alte. Tuttavia, Faolain corse questo rischio per permettere a Caithe per soddisfare il suo desiderio di concepire un figlio.

* * *
Faceva freddo. Lì ai monti Gagazet, intorno a lei, non c'era nessuno. Faolain si avvicinò ad uno dei canali, ormai ghiacciati. Era lì che qualcuno aveva trovato il figlio di Caithe, ormai senza vita.

All'inizio non sapeva perchè si era ritrovata in quel luogo. Tutto negli ultimi mesi le sembrava confuso.
Ora però stava cominciando a ricordare. Ad ogni ricordo che le ritornava alla mente, la sua rabbia aumentava.
Ad ogni ricordo che le ritornava alla mente, la sua prossima meta diventava sempre più chiara.
Basta uccidere bambini. Uccidiamo i veri responsabili di tutto questo.

La Dharma l'avrebbe pagata cara.
Avatar utente
Pup :>
Guerriero
Messaggi: 653
Iscritto il: 06 nov 2011, 11:41
Sesso: M
Località: Garden Club (ed a volte Napoli)

Re: Garden

Messaggio da Pup :> »

"Mmmm... Chi ha acceso la luce?"
Dalla finestra uno spiragli di luce mi arrivava dritto negli occhi del lettino dell'infermeria.
Feci un attimo mente locale sugli ultimi avvenimenti. E l'essere ancora vivo era già un'ottima cosa.
"Ahhh, guardate un po' chi si è svegliato!" disse Frozen entrando nella stanza che mi avevano riservato -stanze private in infermeria, privilegio dell'essere SeeD- "Mi hanno detto che hai avuto uno scontro con una pupa focosa. Confermi?"
Dopo lo scontro contro la donnalbero overpowered, ora ci mancava solo Frozen. In tutta risposta alla sua domanda mi buttai un cuscino sul viso, rendendo chiaro il messaggio: non mi rompere! Il cadetto medico parve recepire bene, visto che poco dopo lo sentii andarsene mentre diceva "Se proprio vuoi saperlo, anche Calien e il tuo ex maritino stanno bene!" ... "Meno male!"

***************

Il fiume ghiacciato specchiava la sua immagine. Ma Faolain non riconosceva più la bella ragazzalbero di un tempo, solo il volto di un mostro! Il dolore l'aveva spinta alla follia e la follia verso l'abisso dell'omicidio. Dell'infanticidio.
Adesso stava ricordando, e il senno stava poco alla volta tornando in lei.
I ricordi non erano chiari, ma i concetti uscivano poco alla volta dalla nebbia.
La Dharma farmaceutica, una promessa di salvezza per lei e la sua razza... per lei e Caithe. Ma la promessa nascondeva ben altro. Ricordava dolore, sofferenza. Poi la fuga, sua e di Caithe, rimasta in cinta dopo uno degli innumerevoli esperimenti. Lei aveva odiato quel bambino, ma la sua compagna, nonché il suo amore, stava iniziando a volergli bene. E non poteva accettarlo. Per questo aveva compiuto quel terribile atto.
Dopo tutto questo Faolain, una semplice e dolce ragazzalbero Sylvari, era precipitata nell'abisso. E la cosa che faceva più male, era rendersene conto.
Distolse lo sguardo dallo specchio di ghiaccio. Tutto ciò che sapeva era alla Dharma farmaceutica si nascondevano i veri colpevoli di tutto ciò che le era successo... E l'avrebbero pagata.
"Yvette, Thrane... Siete i prossimi!"

***************

"Direttore Nadir, ci sono novità." la giovane segretaria, vestita di tutto punto come si addice ad una rappresentante di una grande casa farmaceutica, porgeva delle carte con un "privato" gigante scritto sopra.
"Cavolo... Non va per niente bene!" dagli informatori della Dharma, sembrava che un organo militare, un Garden, stava iniziando ad indagare sul caso del soggetto 5034.
"Vuoi vedere che... Zenit, dai l'ordine di rientro alle due squadre. Immediato!"
Zenit, la giovane segretaria, uscì dallo studio del direttore, lasciandolo nei suoi pensieri. Le bastarono un paio di telefonate per rintracciare la prima squadra, messa sulle tracce del soggetto 5034. Ma la seconda squadra (uno dei due uomini della squadra, per l'esattezza) portò notizie decisamente diverse da quelle attese. "Si è fatto beccare."

Perché avevano accettato quelle due donnalbere? Dall'inizio non aveva visto niente di buono in loro. Una delle due, il soggetto 5033, sembrava una personalbera con tutte le carte in regola. Ma l'altra, dall'inizio aveva comportamenti morbosi, ossessivi.
Dopo primi esami anatomici, le loro funzionalità sembravano le stesse di quelle umane. Abbastanza simili da poter essere cavie adatte ai test per prodotti destinati agli hume. E a sentire la loro storia -fare soldi rapidamente e in completo anonimato per permettere la fecondazione artificiale- in qualche modo aveva ceduto. Anche lui è un essere umano!
I primi test erano andati bene, i rapporti tra loro erano buoni e Yvette Khronos e Thrane Rosenbolt, i due scenziati che seguivano le ragazzalbere, si stavano anche affezionando a loro, tant'è che si erano presi la libertà di effettuare (ovviamente con il consenso dei due soggetti) l'inseminazione artificiale sul soggetto 5033.
Ma andando avanti con i test, il soggetto 5034 rispondeva in maniera sempre più aggressiva.

"Direttore..." Zenit interruppe il filo dei suoi pensieri. "C'è un problema."

***************

Nella stanza di Leon l'ordine regnava sovrano. Un muffin gigante di porcellana dominava l'arredamento della stanza da sopra il mobile. Il neo SeeD stava alla scrivania controllando la posta quando entrai, richiudendo la porta dietro di me.
"Leon, adesso spiegami: che vuol dire "E così dicevi di volermi aiutare a scappare"?"
Avatar utente
Leon Feather
Guerriero
Messaggi: 684
Iscritto il: 06 giu 2007, 19:37
Sesso: M

Fear Not This Night

Messaggio da Leon Feather »

"Ci stanno ingannando, Caithe. Guardiamo in faccia la realtà: non puoi avere un figlio, e loro lo sanno bene."
"Ti stanno usando!"
Caithe fissava con sguardo assente la sua immagine riflessa nello specchio di fronte a sè. Odiava quel corpo incapace di donare la vita, non c'era più metodo conosciuto al mondo che gli permettesse di fare una cosa simile. La voce di Faolain non era altro che un eco lontana a cui non voleva dare ascolto, che tuttavia diceva il vero: come ultime componenti della loro razza, erano ormai destinate a morire da sole.
Faolain non riusciva a capire perchè ci tenesse tanto. Lei che non aveva mai provato empatia per nessuno, che l'unico sentimento buono - seppur distorto - che era capace di provare era quell'amore ossessivo per Caithe. Cosa le importava se i Sylvari cessavano di esistere?
Caithe era stata la sua compagna di viaggio quando insieme avevano deciso di lasciare la terra dei Sylvari per esplorare il resto del mondo. Era con quell'esperienza che il loro rapporto si era rafforzato. Caithe, così forte e di buon cuore. Faolian, Corrotta dall'oscurità e capace di frenare i suoi istinti solo grazie a Caithe.
Una lacrima rigò il viso di Caithe. "Tentiamo ancora."

Una folata di aria gelida investì il neo-Seed, che quasi non venne sbalzato via. La Sylvari di fronte a lui si era sollevata in aria e lo fissava con un largo sorriso distorto. La voce di Caithe era scomparsa: i suoi pensieri erano adesso colmi di rabbia e la vista accecata dall'odio.
"E' finita, Caithe, adesso si fa a modo mio."
"Stai parlando da sola? Sono qui!" Leon tentò un assalto ma venne rispedito indietro dal fiume di scariche elettriche che lo investirono non appena si avvicinò soltanto.
"Merda!" si rialzò. Combattere era adesso fuori discussione. "Calmati. CALMATI!"
"Non mi farò più ingannare da nessuno, sporco umano. Una volta è già stata abbastanza, non permetterò a nessun'altro di usarmi come hanno fatto su quelle montagne maledette!"
La terra cominciò a tremare, e Faolin esplose in un urlo disperato. Quei ricordi terribili stavano riaffiorando tutti insieme all'improvviso, e il suo cuore scoppiava di dolore.
Ora Leon capiva che la storia era più complicata di quello che appariva. C'era un motivo se quella donna aveva fatto quello che aveva fatto. Doveva vederci chiaro. "Voglio solo aiutarti a scappare!"
Faolain volse uno largo sorriso distorto al neo-Seed. "Vi ammazzerò tutti, a cominciare da te."
Poi ci fu una luce accecante.

Si ridestò nel letto della sua stanza. Guardò l'orologio appoggiato alla scrivania. "Merda. ******. *********!!!!"
Si alzò vestendosi di corsa. Non aveva idea di come avesse fatto a sopravvivere ma non era importante. Si precipitò alla scrivania alla ricerca di qualche foglio di carta, doveva...
Venne interrotto da Egil che entrava nella sua stanza.
"Leon, adesso spiegami: che vuol dire "E così dicevi di volermi aiutare a scappare"?"
Poggiò carta e penna sulla scrivania. "Chi l'ha detto?"
"Faolain"
Leon lo guardò confuso. "Chi è Faolain?"
"La donnalbero! Insomma Leon, cosa è successo in quella foresta?!"
"Si chiama Faolain? Buono a sapersi. Comunque non so dirti cosa significhino quelle parole, era in totale delirio psicotico e ha detto un sacco di cose... cose che a proposito devo riferire ai piani alti adesso, se permetti."
Fece per lasciare la stanza ma Egil lo bloccò.
"Leon non c'era nessuno là oltre a te. Perchè avrebbe dovuto dire una cosa simile? Le hai promesso qualcosa? Hai cercato di ingannarla in qualche modo?"
"Onestamente Egil, se vuoi sapere cosa è successo tutto quello che devi fare è andare in presidenza e lì spiegherò tutto. Non c'è tempo per accusarmi sulla base dei deliri di un'assassina."

Niamh entrò nell'ufficio di Sirius Valantine. L'uomo la guardò sorpreso. "Signorina Niamh, cosa vi porta qui? Prego, accomodatevi."
La ragazza come al solito vide che non c'erano sedie e si accomodò sopra la scrivania ignorando carte e documenti che vi erano poggiati sopra. Estrasse poi un foglietto accartocciato dalla scollatura e lo lanciò a Sirius. "Da parte di Jacques"
"L'avete letto per caso?" chiese mentre spiegava il foglietto.
"Figurati se mi importa qualcosa."
Sul monte Gagazet sta per scatenarsi l'inferno.
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


Scheda Garden
Bloccato

Torna a “Garden Club”