Post non adatto ai minori di 1990 anni xD
Sarebbe stata la serata giusta, me lo sentivo...
Aggiustai il colletto della camicia e mi guardai nuovamente allo specchio. Una biondona con gambe vertiginose e curve in posti in cui le altre donne non avevano neanche i posti mi sorrideva in modo affabile, nonostante si notava una punta di malizia nel suo sguardo. La camicia bianca, con i primi bottoni impossibili da abbottonare a causa del seno abbondante, mostravano un po' del pizzo del reggiseno, anch'esso bianco. La gonna, nera a vita alta, le fasciava le cosce e i fianchi. I tacchi aggiungevano centimetri inutili ma senza dubbio sensuali. Mi concentrai sul viso, applicando debolmente un rossetto rosso sulle labbra carnose e un po' di blush su guance e zigomi. La carnagione era già perfetta grazie alle cure che prestavo al mio corpo, come anche ai capelli. Ero tornata bionda e li avevo acconciati in modo da risaltare il colore dei miei occhi. Un'ultima aggiustatina al ciuffo ed uscì.
Quella sera Pip non aveva cenato e nessuno sapeva perché. Filippo gli aveva lasciato qualcosa da parte e mio era il compito di consegnargli la sua porzione.
-Sei fa-vo-lo-sa, Rinuccia, anche se mi sembra un po' esagerato.
-"Appari sempre al meglio" mi ha detto non ricordo più chi.
-Anche appena sveglia sembreresti al top.
-Grazie cicci, sei un tesoooroooo. Dov'è il vassoio?
-Eccolo! Poi puoi staccare, stasera non c'è molto da fare.
-Agli ordini!
Chiamai l'ascensore e salì al terzo piano. Bussai alla presidenza ma non ottenni alcuna risposta. Riprovai, non era da lui non rispondere. Cercai di abbassare la maniglia, ma evidentemente la porta era chiusa. Dunque pensai fosse sceso in camera. Non ci ero mai entrata e l'emozione crebbe ad ogni passo. Raggiunta la porta, esitai. Cosa c'era di male? Stavo solo facendo il mio lavoro. E se qualcuno mi avesse visto? Stupida Rina! Che te ne frega di quello che pensano gli altri? Sei il massimo, tesoro! E poi chissà quante altre vorrebbero essere come te. Attesi che il mio cuore rallentasse e bussai.
-Un attimo.- Pip rispose subito.
Attessi cinque minuti buoni, scanditi da rumori provenienti dalla stanza, e stavo per ribussare in preda all'ira quando Pip aprì. La mano lo colpì dritto in mezzo alla fronte.
-Ahi!
Aveva una canottiera bianca che lasciava scoperte le braccia scolpite e parte del torso ed un paio di pantaloncini blu lunghi fin sopra al ginocchio.
-Ahh! PIP! Perché ci hai messo tanto? Non è gentile far attendere una signora.
-Mi hai appena dato un pugno!
-Stavo per ribussare! La pazienza non mi si addice e lo sai.
-Ero nudo!
La ferocia cominciò a scemere mentre un'ondata di calore mi investiva. E non ero sicura che il blush riuscisse a coprire il mio rossore -...n...nudo?
-Sono appena uscito dalla doccia!- Sospirò -Va bene, scusami.
-Per... perdonato! Ecco la tua cena!
Gli porsi il vassoio pieno di vivande che Pip afferrò volentieri.
-Wow! Filippo si è dato tanta pena?
-Certo, cicci!
-Grazie, Rina. Ringrazia anche Filippo.
Pip indietreggiò col vassoio ma si accorse che non ero intenzionata ad andarmene.
-Mi stai liquidando?- Posai le mani sui fianchi mettendo il broncio.
-Vuoi che ti inviti ad entrare?
-Ovvio! Così mi racconti come mai non sei venuto a cenare!
Esasperato, il ragazzo cedette alla mia insistenza.
-Ok, entra.
Preside e Commander, ma aveva una camera decisamente sobria, dovuto probabilmente al fatto che passava buona parte delle sue giornate in presidenza . Mi accomodai sul letto e accavallai le lunghe gambe. Pip prese posto accanto a me e cominciò a mandare giu le prelibatezze di Filippo. Avrei preferito che mangiasse prima di aprir bocca ma lui non lo ritenne necessario.
-Dunque... Avevo un sacco di lavoro arretrato... sai... dopo la mia lunga assenza... poi mi sono reso conto... di essere troppo stanco... e sono sceso a fare una doccia... Poi sei arrivata tu e...
-E...
-... e adesso finisco la mia cena e vado a dormire. Sono esausto!
Nascosi la delusione e gli feci un sorriso amaro.
-Ti aiuterei volentieri ma le scartoffie mi ricordano Sirius.
Pip scoppiò in una risata fragorosa che imitai.
-Non ti è mai andato a genio, mi sembra.
Abbassai lo sguardo, rievocando il ricordo del mio primo incontro con quello strano individuo -No, infatti. C'era qualcosa in lui... la sua anima, forse... era come... oscura. La più nera che io abbia mai percepito.
-Già...
Alzai gli occhi e gli sorrisi -Niente a che vedere con la tua...
-La mia?
-Sì, caro mio! La prima volta che ti vidi ho subito avvertito la purezza della tua anima... non era perfetta, ovvio, ma era certamente più pura della mia. Poi ho capito perché e ti ho sempre ammirato per questo.
Pip abbassò lo sguardo e si grattò la nuca imbarazzato.
-Ho sempre e solo fatto ciò che ritenevo giusto.
-E ci hai sempre azzeccato!
Gli feci l'occhiolino e gli chiesi di raccontarmi ciò che ricordava del suo "soggiorno" all'interno di Yggrasill, un po' per curiosità, un po' per scacciare la tensione e l'imbarazzo. Il racconto fu pieno di particolari, nonostante aveva ammesso di avere ricordi abbastanza confusi di quel periodo. Poi gli chiesi di raccontarmi altro, qualche storia passata, qualche avventura che aveva vissuto qui al Garden. Pip notò il mio schietto interesse per le sue parole, senza quel pizzico di malizia che trovava sempre in me quando ero con lui. Finì di cenare e mise da parte il vassoio.
-E invece tu cosa mi racconti della tua vita passata? In fin dei conti ti conosciamo molto poco, hai quasi duemila anni ma sappiamo solo quello che hai voluto dirci e trovare informazioni su di te è quasi impossibile.
-La mia vita non è stata niente di particolare...- Cercai di sminuire, non mi andava di parlare del mio passato.
-Niente di particolare? Scherzi? Sei forse l'essere umano più antico di Ivalice, hai attraversato quasi ogni era della storia di questo mondo, hai contatti con gli Occuria e sei una delle persone più solari che conosca.
-Ho avuto un buon esempio.
-No, lo sei sempre stata, e poi il tuo nome dice molto su di te.
-Questo non è il mio vero nome... non ne ho propiamente uno.
-Però tieni a chiunque te lo abbia donato, per questo ancora lo usi.
-Vero.
-E questa persona sapeva di certo che il nome Rina ha origini molto antiche. Significa "pura"...
-Lo so... mi è stato detto allora... anche se non era molto antico- risi -riascoltare queste parole mi mette in uno strano stato d'animo...
-Da quanto tempo...
-1600 anni circa.
-È ancora dura?
-Certe cose non si dimenticano. E l'eternità non fa altro che rendere più amara la pillola.
-Per fortuna è finita...
-Già... ma a volte desidererei farla finita definitivamente. Troppi ricordi, troppo dolore
-Perché mai dovresti? Hai una famiglia ora!
Pip posò una mano sulla mia. Ne avvertì il calore ancor prima di visualizzarla. Alzai gli occhi e incrociai il suo sguardo. Il suo sorriso mi riempì il cuore. Era vero, non ero più sola. Non lo sarei mai più stata.
Avevo una grande famiglia. Avevo Pip, Recks, Aura, Leon, Alex, Filippo e tutti gli altri. Ognuno me lo dimostrava in un modo diverso, ma non era difficile capire quanto erano affezionati a me. Ed io a loro. Delle lacrime cominciarono a bagnare i miei occhi.
-Dai, non piangere! Ti rovini il trucco.
Risi. E il mio cuore fece eco alla mia voce.
Andai in bagno a lavarmi il viso. Eliminai ogni traccia di trucco e di infelicità. Le parole di Pip mi avevano dato la carica. La sua sola presenza mi sgravava dal peso di mantenere viva la speranza in questo garden.
Quando uscì Pip si era assopito. Mi sedetti al suo fianco e gli accarezzai la testa, posandogli un bacio sulla fronte.
"Tu ci hai salvati più volte, ora lascia che sia qualcun'altro a prendersi cura di te"
-Non va bene approfittare di un uomo indifeso.
Mi voltai, fingendomi offesa -Idiota.
Rise, ma dopo un attimo tornò serio e mi toccò una spalla. Mi voltai e i nostri sguardi si incrociarono un'altra volta. Il suo viso era più vicino del solito.
-Sei bellissima così! Senza trucco, senza barriere. La vera Rina!
-Non farmi arrossire.
-Allora ne sei capace!
Gli diedi un pugno sulla spalla. -Sai essere orribile, sai?
-Ma a te piace questa persona orribile.
Sapevo stesse scherzando, ma nella sua voce c'era un tono diverso, strano.
-Devo confessarti che inizialmente, quando sono apparsa nella camera di Leon-mezzo-cieco, volevo sfruttare la tua posizione a mio vantaggio e assoggettare la struttura, se non l'intero Ordine, e scagliarlo contro gli Occuria...
-Un vero piano da super cattiva.
-...ma tu sei sempre riuscito a resistermi.
Pip si tirò su -La femme fatale non è la mossa vincente per conquistarmi.
-Ah, no? E qual è?
Mi avvicinai e lo fissai. La malizia era tornata.
-La sincerità- sussurrò -aprire il proprio cuore ha molto più effetto che aprire le gambe.
-E chi è disposta ad entrambe le cose?
I nostri visi erano più vicini, i nostri corpi aderivano uno all'altro. Poggiai una mano sul suo petto e schiusi le labbra. La bocca di lui non tardò a raggiungermi. Quel bacio fu un fluire di emozioni. Le nostre labbra si muovevano in sincrono, i nostri corpi cominciarono a cercarsi. Ben presto mi ritrovai su di lui. Gli tolsi la maglietta baciandogli il petto vigoroso. Le mie labbra crearono un percorso fino alla sua bocca. Ogni bacio era un fremito di lui. Le sue mani andarono alla camicia che sbottonò lentamente, gustandosi ogni attimo. La passione ci muoveva. Un desiderio a lungo sopito nel profondo della nostra anima. Sfilai la mia gonna e rimasi in intimo. Il pizzo bianco donava al ragazzo un'evidente eccitazione. Mi ribaltò, baciando con ardore il mio seno. Sfilò il reggiseno mentre la sua lingua si spostava verso il basso. Brividi di piacere percorsero per intero il mio corpo. Mi travolsero.
Finita la "cavalcata" ci addormentammo nudi e sudati in un abbraccio.
Fu un bacio a svegliarmi. Aprì gli occhi trovandomi davanti il volto raggiante del Preside. Lo baciai a mia volta stringendo il mio corpo contro quello di lui.
-Piano, piano- rise -mi sembra presto per il secondo round.
-Ma sembra che piacerebbe anche a te.
La sua eccitazione era evidente, ma stava cercando di contenersi.
-Sì, ma io ho lavoro arretrato e Filippo ti aspetta al bar.
Emisi un suono contrariato -Che ore sono?
-Le dieci in punto.
-Santo Gerun! Filippo mi ucciderà!
-Se gli parlo io, forse potrai fare un'altro po' di ritardo.
Gli sorrisi e lo baciai. -Facciamo una doccia?