Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Encounter - Capitolo 3

Aveva provato a non apparire di cattivo umore, nonostante temesse che non avrebbe funzionato. Quando era rientrata a casa, l'altra notte sul tardi, non aveva parlato molto con Serah. "Sono stanca", aveva detto, e si era chiusa in camera. Non voleva dire nulla di cui avrebbe potuto pentirsi. Lightning era convinta che se avesse aperto bocca, avrebbe iniziato ad urlare a Serah di rompere con quel ragazzo. Non voleva dirle di essere contraria. Conosceva il carattere di sua sorella meglio di chiunque altro. Sebbene potesse apparire delicata e debole, all'interno era molto forte. Se Lightning le avesse detto di essere contraria semplicemente perché non le piaceva quel ragazzo, Serah avrebbe provato a farle cambiare idea ed avrebbe continuato a parlarne fino a quando lei non avrebbe ceduto. Non voleva davvero passare attraverso tutto questo.
Lightning sospirò, e ripulì il vassoio che aveva usato per colazione. Nei giorni in cui doveva lasciare casa presto, le due facevano colazione insieme, ma nei giorni, come questo, in cui invece doveva uscire più tardi, solitamente mangiava da sola. Quando Lightning si alzò Serah era già uscita. E ciò nonostante aveva già preparato la colazione. L'orario di lavoro di Lightning era sempre soggetto a cambiamenti, e doveva sempre fare in fretta.
Il padre era morto molto presto, e quando la madre era viva dovette andare a lavorare. Quindi l'esperienza di Lightning con i lavori domestici era di gran lunga superiore a quella di Serah. Tuttavia, quest'ultima era decisamente la cuoca migliore.

"Serah è la migliore nello scegliere cibi deliziosi".
"Mm-hmm, e sono anche la cuoca migliore".


Ricordò la conversazione che ebbe con sua madre e con Serah. Era sempre felice e sorridente. Ma poi sua madre cadde malata. E dopo pochissimo tempo morì. Dopo scuola Lightning andò, insieme a Serah, all'ospedale in cui la madre era ricoverata. Serah continuava a provare a correre, ma Lightning la tratteneva per la mano, dicendo "Non correre, è pericoloso", più e più volte. Se fosse stato come sempre, avrebbe semplicemente continuato a ripetere la stessa cosa. Ma quel giorno era stato differente. Il giorno prima, arrivata a casa da scuola, era stata contattata dal dottore, che le aveva detto che la madre era peggiorata. "La prossima volta che avrà un attacco, potrebbe essere molto pericoloso", aveva detto. Non c'era alcun altro familiare a cui riferire. Quindi il dottore non aveva avuto altra scelta che parlare ad una Lightning appena quindicenne dei dettagli della malattia della madre. "Se dovesse accadere qualcosa", aveva detto, "c'è una persona ai servizi sociali a cui posso presentarti". Le parlò di molti posti in cui avrebbe potuto ottenere aiuto. "Esistono dei programmi che consentono ai ragazzini senza tutori di vivere liberamente. Non devi preoccuparti. Devi solo pensare a te stessa e a tua sorella". Questo è ciò che il dottore le disse.
Ma, udendo quelle parole, Lightning capì che avrebbe dovuto assumere su di sé ogni responsabilità. Si domandò se lo avesse lasciato trasparire dal suo volto. Guardandosi indietro, capì che sua madre sapeva benissimo ciò che stava pensando.

"Mi sento bene oggi. Sì, penso che mangerò un po' di frutta. Serah, ti spiacerebbe andarmene a comprare un po'?"
"Vado io", disse Lightning, in piedi. Ma sua madre sorrise.
"Serah è la migliore nello scegliere cibi deliziosi".
"Mm-hmm, e sono anche la cuoca migliore"
, disse Serah, orgogliosa di sé. E lasciò la stanza.
"Ci saranno un sacco di cose che dovrai fare adesso, non solo cucinare", disse sua madre. I passi di Serah si facevano più deboli con l'aumentare della distanza. La madre di Lightning le sorrise. "Sì, aveva capito", pensò Lightning, "ecco perché ha chiesto a Serah per la frutta. Adesso mi dirà di più su quello che devo fare". Ma in realtà non lo fece.
"Ma sai, non devi farlo tutta sola. Ci sono un sacco di cose per cui Serah può esserti d'aiuto."
"Ma, mamma..."
. Non riuscì a dire nient'altro. Sua madre le tese una mano, e avvicinò Lightning a sé. Le carezzò i capelli come ad un bambino. Lightning sentì che stava per piangere.
"Piccola dolce bambina viziata. Ti chiamavamo così prima che Serah nascesse".
"Non lo ricordo..."
"Da quando Serah è nata, sei diventata la sorella maggiore. Avevi solo tre anni. Sia io che tuo padre non ti chiamammo più "la nostra ragazzina viziata""
. La voce di sua madre era una risata, ma Lightning riusciva a percepirne il dolore. La mano che le carezzava i capelli era così sottile. "Dopo che tuo padre morì, mi hai sempre aiutato. Hai sempre vegliato su Serah. Sei una così brava sorella maggiore. Ecco perché non sono affatto preoccupata per Serah. perché tu sarai lì per lei". Sua madre continuò, "Ma anche Serah sarà lì per te. Ti aiuterà quando sarà dura, ti darà forza. Non dimenticarlo". E poi aggiunse, ancora una volta, con voce sottile, "La mia piccola bambina viziata" ....

Lo stato della sua malattia cambiò rapidamente, dopo quel momento. Si era già preparata a questo evento, quindi lo accettò senza proferire parola. In quel giorno, nel momento in cui era stata stretta da sua madre come un bambino, la sua infanzia era finita. Non avrebbe avuto più nessuno da chiamare "mamma". Quindi non era più una bambina. Non poteva più essere una bambina.
"Non devi farlo tutta sola", sua madre le aveva detto. Ma lei era l'unica che poteva proteggere Serah. "Naturalmente", capì, "devo farlo tutta sola".
"Voglio essere adulta". Lo sentiva acutamente. "Per proteggere Serah, per rendere felice la mia sorellina, voglio diventare un'adulta il più velocemente possibile. Se non posso diventare adulta legalmente, dovrò sbarazzarmi del nome che i miei genitori mi hanno dato, e rendermi io stessa un'adulta. Va bene, no?, se non sono più la figlia di mia madre. In cambio sarò il custode di Serah. La proteggerò". Promise solennemente dinanzi alla tomba della madre. Si diede un nuovo nome, Lightning.

Col suono della sua fondina vacillante tornò a sé stessa. Non se n'era ancora resa conto, ma si era già vestita. Sorrise senza convinzione. Non era ancora il momento di uscire. Ma si era svegliata prima di quanto avesse previsto. Probabilmente a causa di ciò che era successo ieri, non era stata in grado di dormire molto bene. "Comprensibile", si disse per la milionesima volta, e sospirò. Doveva proprio essere quel ragazzo... Non era una di quelle sorelle iper-protettive che cacciano via tutti i ragazzi che provano soltanto a parlare con la sorella minore. Voleva qualcuno che rendesse Serah felice. Voleva qualcuno che la proteggesse. Non avrebbe permesso a nessuno di starle vicina se non ne era in grado. Non doveva essere necessariamente un abile parlatore, o avere altre qualità esteriori. Doveva solo trattarla bene, e desiderare di proteggerla.
"Ma quell'uomo non la proteggerà mai", pensò Lightning. "E' solo uno di quei ragazzi che giocano a fare il re della montagna. Al primo sentore di problemi abbandonerà Serah e scapperà via". Se avesse permesso a Serah di rinfrescarsi un po' le idee, lei lo avrebbe capito. "Una diligente studentessa liceale, ed un inutile ragazzo disoccupato: non funzionerà mai. Se la mamma fosse ancora in vita, avremmo potuto fermare Serah insieme? No, probabilmente no".

Le spalle di Lightning si abbassarono. Anche suo padre era una sorta di "tipo pericoloso". Era tranquillo e di buon carattere, ma non era molto affidabile. "Ora che sono adulta riesco a capirlo", pensò Lightning. "Naturalmente, quando ero una bambina adoravo mio padre. Nei miei ricordi era sempre radioso e sorridente. Ma se fosse vissuto più a lungo, avrei criticato la sua natura bonaria? Probabilmente mi sarei ribellata. La mamma ha scelto papà, in ogni caso. Probabilmente sarebbe stata tenera con uno come Snow. Probabilmente avrebbe detto, "Se è questa la persona che Serah ama...", e l'avrebbe semplicemente accettato.
Quindi spetta a me proteggere Serah da lui. Non sono la mamma, o il papà. Loro avrebbero anche potuto accettare la situazione. Ma io non lo farò. Mai".


Indossò i guanti di cuoio, e aprì la porta della stanza. Decise di uscire presto oggi.



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