Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Encounter - Capitolo 4

Secondo vecchi documenti, le Strange Ruins di Bodhum hanno centinaia di anni. I vecchi edifici e residenze di Cocoon sono solitamente chiamati "storici", mentre quelle di Pulse sono definite "strane rovine".
Vennero probabilmente portate qui durante la Guerra delle Rivelazioni, come materiale da usare per le riparazioni dei luoghi che erano stati distrutti. E' notorio che i fal'Cie abbiano importato i materiali di Pulse affinché venissero usati per mantenere le strutture di Cocoon. Ma la cosa strana è che in tutte queste centinaia di anni tale materiale non è mai stato usato per riparare edifici, non è mai stato usato per costruire alcunché, non è mai ritornato a Pulse. E' semplicemente rimasto a Bodhum, in attesa.
Se vi siano dei progetti per il suo utilizzo, o se sia stato conservato per qualche motivo, nessuno lo sapeva. Per l'immortale fal'Cie svariate centinaia di anni non significano nulla. Nessun essere umano può comprendere i pensieri dei fal'Cie.
In ogni caso, era tutto un mistero. Forse chi era vicino al Governo conosceva qualcosa in più, ma gli ordinari cittadini come Serah non sapevano nulla.

"Non importa quante volta lo veda, penso sempre che è strano...", Serah guardò le imponenti rovine. Chi potrebbe averle costruite? Gli esseri umani non possono vivere su Pulse. Frequenti disastri naturali e scorribande di mostri violenti e aggressivi lo rendono impossibile. Aveva sentito dire che gli unici a vivere lì erano praticamente dei barbari. Non è possibile che siano stati loro a costruire una struttura così grande e complessa. Aveva sentito anche che su Pulse c'era un fal'Cie esattamente come su Cocoon. Ma, a differenza del fal'Cie di Cocoon, fonte di benedizione per la popolazione, il fal'Cie di Pulse era fonte di distruzione. Se è così, allora l'artefice di quella costruzione non poteva essere stato il fal'Cie di Pulse. Se fosse stato costruito da qualcosa di così terribile, allora sarebbe stato un pericolo per Cocoon, ed il fal'Cie di Cocoon l'avrebbe certamente distrutto ed usato i suoi materiali.
Ma se non è stato il fal'Cie di Pulse, e se non sono stati i barbari, allora chi l'ha costruito?

Molti libri e documenti sono stati scritti sull'argomento. Tutti vogliono sapere. Ma nessuna risposta è stata trovata. E' una vecchia storia, e il fatto che nessuno avrebbe trovato la risposta è perfettamente comprensibile. Serah iniziò ad interessarsi della storia proprio grazie a misteri come questo. E, grazie a ciò, i suoi voti in storia iniziarono a lievitare. A volte pensava che se non fosse nata nelle vicinanze delle Strange Ruins di Bodhum, non avrebbe sviluppato questo suo interesse per la storia, ma non poteva dirlo con certezza.
Non c'era nulla che riuscisse ad entusiasmare Serah come un mistero irrisolto. Anche se non esisteva alcuna risposta corretta, era divertente solo il fatto di immaginare che potesse esistere. Certo, se poi si fosse riusciti a risolvere il mistero sarebbe stato anche meglio.

"Se solo potessi entrare dentro".

Ma non c'era nessun ingresso alle rovine. Non esisteva alcuna informazione su cosa potesse esservi all'interno. Se vi fosse semplicemente dello spazio vuoto come in ogni altro edificio, o se così invece non fosse, era ignoto. Serah toccò la parte esterna. Non era fatta di pietra o di metallo. Era fresca al tatto. No, probabilmente si trattava di qualche tipo di metallo, ma non di quei tipi che si vedono ogni giorno. O almeno, non un tipo di metallo usato per gli edifici.
Quando fu costruito su Pulse doveva probabilmente apparire molto differente. E' stato logorato dal vento e dalla pioggia di Cocoon per centinaia di anni. Probabilmente non era solo la struttura ad aver subito modifiche, ma anche il colore e la forma erano, forse, cambiate altrettanto. Serah guardò la cima delle rovine, e camminò lentamente attorno alle stesse, mantenendo lo sguardo fisso verso l'alto. Così facendo, le sembrò che le rovine si stessero muovendo. E' una cosa che le mostrò sua sorella, quando era piccolina. E aveva sentito che era stato suo padre a mostrarglielo, a sua volta. Serah era lì quando lui glielo mostrò, ma non riusciva a ricordare.
"Nulla cambia qui", pensò Serah. "Cinque anni fa, dieci anni fa, adesso. Quindi probabilmente fra cinque o dieci anni succederà di nuovo. Persino dopo la mia morte", pensò, "sarà probabilmente lo stesso, immutato..."
Poi, sentì qualcosa di strano. Sul muro esterno delle rovine percepì una variazione sotto le sue dita. Sorpresa, Serah guardò la parete. Il muro esterno era spostato, ed il varco dava proprio verso l'interno.
"E' aperto?!"
Da quando? Quando era stata lì, un paio di giorni prima, non c'era nulla di tutto ciò. Aveva osservato le rovine sin da quando era piccola. Non si sarebbe mai fatta scappare il cambiamento più lieve, figuriamoci uno grande quanto un ingresso.
Forse una squadra di ricerca del governo era finalmente riuscita ad aprirlo. Serah si fece strada all'interno.
"C'è nessuno... qui?"
Nessuna risposta. Non c'era alcuna guardia, quindi probabilmente non si trattava di una missione di ricerca.
"Non ci saranno problemi se do un'occhiata in giro... giusto?"
Se fosse stata trovata all'interno senza permesso sarebbe finita in un mare di guai, ma alla fine la sua curiosità ebbe la meglio.
Avanzò silenziosamente all'interno delle rovine. Sperò di essere in grado almeno di raggiungerne il centro. Il centro delle rovine di Pulse. Era qualcosa che proveniva dall'esterno di Cocoon. Era eccitata nel pensare a quanto fosse vicina allo scoprire i segreti delle rovine. Ma più avanzava, più iniziava a sentirsi irrispettosa. L'aria all'interno delle rovine era così fresca e tranquilla.

Le rovine sembravano essere molto più grandi dall'interno rispetto a quanto non trasparisse dall'esterno. C'erano vicoli e scalinate che si insinuavano dovunque, all'interno. Era ovvio che non ci fosse nessuno. Non solo non vide nessuno, ma non udì alcuna voce, neanche il più piccolo suono. Ciò nonostante, l'interno delle rovine era luminoso. C'erano delle luci lungo i sentieri. Quando si spinse più nel profondo, Serah si domandò che tipo di congegno fosse stato usato. Le luci sembravano farsi più luminose, come se le stessero indicando il cammino.
"Oh, wow...!"
Intendeva solo emettere un sussurrò, ma l'eco risuonò nelle sue orecchie. Portò la mano alla bocca. Lasciò andare un breve sospiro, e guardò di nuovo. L'architettura era insolita. Il pavimento sembrava essere fatto di pietra, ma era completamente diverso da qualsiasi altro edificio antico di Cocoon. Il pavimento, e le mura, ed i corridoi erano tutti perfettamente diritti. Quindi probabilmente erano stati realizzati da un esperto. Il modo in cui le linee si incontravano era elaborato, e creava una splendida armonia.
"Mi domando cosa ci sia all'interno".
Guardò verso l'alto. Il soffitto, molto alto, era illuminato a sufficienza da permetterle di vederlo perfettamente, persino da laggiù. C'era una rampa di scale che saliva su. Doveva esserci qualcos'altro. In quel momento il pianerottolo delle scale si illuminò. Era come se stesse dicendo: "Se vuoi saperne di più, vieni". Serah non esitò un solo istante, e mise il piede sullo scalino. L'eco del suo passo risuonò. I gradini sembravano posti ad un'altezza differente rispetto a quella dei tipici gradini di Cocoon, ma non così tanto da crearle problemi nel salire.
Salì per un po', e raggiunse un altro sentiero perfettamente diritto, ma poco dopo anch'esso divenne un'altra scalinata. Questa rampa era piuttosto lunga, ma lei non era stanca. Tutto lì era più interessante di qualsiasi altro museo in cui fosse mai stata. Le mura geometriche, i disegni squadrati sul pavimento. Serah cadeva praticamente in trance, man mano che saliva verso l'alto.
I sentieri e le rampe erano piuttosto complesse, ma riuscì a non perdersi mai. Come prima, la strada si faceva più luminosa non appena la raggiungeva. Per mostrarle la strada forse, o per aiutarla nell'andare più in alto.
"Chissà per cosa è stato costruito questo posto", si domandava. Interrogativi a cui aveva penato molte volte nel corso degli anni adesso le giungevano alla mente. Non sembrava che quel posto fosse stato costruito per scopi malvagi. Non riusciva a percepire nulla di malvagio nell'aria.
"Ma... sono un po' stanca. Non penso che sarò in grado di raggiungere la cima..."
Aveva già superato diverse rampe di scale, corridoi e piccole stanze. Si riposò per un momento, e guardò in basso. Non era neanche a metà del cammino. Certo si trattava delle stesse rovine di cui aveva sempre pensato che erano prossime a toccare il cielo. Non sarebbe stato facile raggiungere la cima di questo posto.
"Ancora un altro po'..."
Pensò che, se doveva comunque tornare indietro, avrebbe potuto ugualmente raggiungere la metà del cammino. I suoi piedi erano stanchi, ma resistette. Respirava pesantemente, avanzando lentamente sulle scale, quando qualcosa catturò il suo sguardo.
"Che meraviglia!"
Sul bordo del pianerottolo successivo c'era una colonna di luce. Differente dalle luci incontrate nei corridoi, era una luce delicata e di colore verde.
"Mi riposerò qui. Quella luce indica probabilmente un'area riposo".
Quando si avvicinò, vide che c'erano altre colonne luminose più avanti. La luce la inondava, cancellando la sua stanchezza. "Sì, doveva proprio essere un'area di riposo", pensò, mentre si appoggiava al piedistallo. Improvvisamente giunse un brontolio dal cuore delle rovine. Sorpresa, Serah saltò in aria. Il pavimento e le mura di fronte a lei cominciarono a muoversi. Capì di essere stata troppo ottimistica su quelle colonne luminose. Non indicavano un'area di riposo, ma una sorta di trasportatore.
Preoccupata, Serah si guardò attorno. Le scale divennero pianeggianti, i corridoi diventarono delle more, tutto l'interno delle rovine stava cambiando. Sul pavimento in basso, cadde un grande cilindro, con un gemito. "Mi domando se si tratti di una fonte di potere", pensò.

Improvvisamente, la rampa di scale di fronte a lei scomparve. Pensò che sarebbe divenuta un sentiero pianeggiante come le altre, ma non fu così. Non c'era nulla lì. Si era trasformata in un vicolo cieco.
"Adesso cosa farò..."
Il brontolio cessò, e tutto tornò nuovamente calmo. Ebbe solo un breve momento di sollievo prima che uno strano disegno rosso fluttuasse nello spazio alle sue spalle. Era lo stesso strano simbolo che aveva già visto sul pavimento in basso. Tuttavia, pensò di averlo già visto prima, prima di aver messo piede nelle rovine. "Dove l'ho già visto?", pensò.
Il simbolo rosso improvvisamente lasciò una scia luminosa. Serah si coprì il volto. In aria apparve una strana piattaforma.
"Questo è.. una specie di ascensore, giusto? Uno antico".
Aveva già visto ascensori antichi quando aveva visitato uno dei siti storici di Cocoon. Ma questo "ascensore" era molto diverso da quelli visti finora.
"Credo che dovrei semplicemente salirvi sopra e stare a guardare".
Serah saltò sulla piattaforma. Non aveva neppure pensato che la cosa potesse essere pericolosa. Come le luci nei sentieri e nelle scale prima, anche l'ascensore aumentava la sua luminosità, guidandola. Aveva ragione, l'ascensore iniziò lentamente a muoversi verso l'alto. Serah si sentì soddisfatta, l'avrebbe portata sino in cima.
Il soffitto si faceva più vicino. La luce divenne così luminosa da accecare. Finalmente l'ascensore si fermò. "Ho raggiunto l'ultimo piano?", si chiese Serah. L'aria qui sembrava ancora più fresca di quanto non fosse al piano terra.
"Sono forse... particelle di cristallo?"
Nella fresca atmosfera galleggiavano milioni di piccole luci tremolanti. Anziché definirlo splendido, dentro di sè sentì che era piuttosto "sacro". Raddrizzò la schiena, e camminò attraverso le luminose particelle che galleggiavano in aria. "Sono momenti come questo che ti fanno venir voglia di pregare", pensò.
Le porte si aprirono, come se le stessero dicendo che che avrebbero presto risposto ad ogni domanda. Lei entrò. Era buio. Iniziò a temere che non sarebbe dovuta entrare in un posto come quello. Ma il sentiero si illuminò. Non era luminoso come quelli visti prima, ma non era nemmeno buio.
"Dev'essere la strada giusta", pensò.
Serah continuò ad avanzare, e la luce si faceva lentamente più luminosa.
"Sì, è quella giusta", disse a sé stessa, "Sono sulla giusta via".
"C'è qualcosa... lì?"
Non riusciva a vedere bene nella luce fioca. C'era qualcosa davanti a lei, qualcosa di grande. Qualcosa di vivo. E che si muove. Al suo interno, brillava una luce fredda.
"Un Cristallo!? Ma, ma perché?"
Un attimo dopo, una luce fiammeggiante zampillò avanti. Era pura luce bianca, così luminosa che dovette chiudere lgi occhi. Ma un'immagine si formò nella sua mente. Era grande, ed orribile.
"Cosa... cos'è questo!?"
Urlò, ma dalla sua gola non fuoriuscì alcun suono. Quella cosa enorme ed orribile si erse e si contorse. Era un pianto, ma lei non riuscì a sentirlo. "No, no io riesco a sentirlo. E' una canzone. Qualcuno sta cantando. Di che canzone si tratta? Cosa significa?"
Poi, non fu più in grado di pensare. Tutto divenne buio.



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