Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Present

[Attenzione: questo capitolo contiene spoiler sul gioco]

"E' così difficile scegliere un regalo di compleanno per lei". Serah sospirò. Si trovavano di fronte ad un negozio. Guardandola in viso, Snow pensò che sembrava così concentrata... proprio come Lightning, che Snow aveva visto pochi giorni prima. Erano davvero sorelle, pensò.
Antichi reggilibri e porta penne di pelle affollavano la vetrina del negozio. Serah esaminò gli oggetti sul display per un po', poi scosse la testa, borbottando: "Neanche questo sembra andare bene...".
Fra due giorni sarebbe stato il compleanno di Lightning, la sorella maggiore di Serah. Snow e Serah erano andati al centro commerciale alla ricerca di un regalo. Ma era da quasi un'ora ormai che Serah continuava a guardarsi attorno e rispettere che tutto "non andava bene".

"E' davvero così complicato?"
"Sì. Ogni anno impiego un sacco di tempo a cercare, ma non riesco mai a trovare il regalo giusto".
"Perchè non le chiedi?"
"Non posso! Le ho già chiesto in passato, e sai cosa mi ha risposto?"
"Qualunque cosa sceglierai andrà bene?". Snow stava solo azzardando una supposizione, ma gli occhi di Serah si spalancarono per la sorpresa.
"Wow! Come facevi a saperlo?"
"Mi è parso qualcosa che avrebbe potuto dire. Sai, qualcosa che un genitore direbbe al proprio bambino". "Già... immagino che lei sia sempre stata come una mamma per me". Serah iniziò lentamente a sorridere, ma poi si fermò all'improvviso. "E non bisognerebbe nascondere niente ai propri genitori...".

Gli occhi di Serah caddero sulle bende avvolte attorno al suo braccio sinistro. Non aveva ancora raccontato a Lightning che cosa nascondessero. Snow lo sapeva già: un simbolo di Pulse. Serah era entrata nelle Vestigia e il fal'Cie di Pulse lì presente l'aveva trasformata in una l'Cie. Era un nemico di Cocoon. E questo era il motivo per cui Serah gli aveva chiesto di lasciarsi. Ma lui le promise che l'avrebbe aiutata a capire quale fosse il suo Focus. L'avrebbero scoperto, e l avrebbero portato a termine, insieme. Dopodiché... non lo sapeva.
Aveva chiesto ai clienti del cafè se qualcuno di loro sapesse qualcosa su Pulse o sui l'Cie, ma senza fortuna. Tutti avevano solo sentito raccontare delle favole quando erano ragazzini, oppure avevano letto di qualche leggenda sui libri di scuola.
Ma Snow non si arrese. Cominciò a chiedere agli amici degli amici se avessero qualche informazione. Niente. Ancora peggio di niente, in realtà, visto che un ragazzo cercò di vendergli degli oggetti alquanto sospetti, e lui si affrettò ad uscire.
Aveva persino pensato di andare direttamente dal fal'Cie e chiedergli personalmente. Ma Serah aveva respinto fermamente questa idea.
"Non sai che cosa succederebbe se facessi arrabbiare il fal'Cie!", gli aveva detto. "Potrebbe renderti un l'Cie, o peggio! E chissà che cosa accadrebbe agli abitanti di Bodhum..."
E così aveva abbandonato l'idea. Se avesse soltanto corso il pericolo di essere trasformato lui stesso in l'Cie, non sarebbe stato un problema. Ma non poteva permettere che venisse fatto del male agli abitanti di Bodhum. No, non avrebbe permesso che Serah affrontasse l'ira del fal'Cie tutta da sola.
E così era finito al punto in cui si trovava adesso, con niente tra le mani. Non aveva nulla su cui lavorare, ma sapeva che avrebbe escogitato qualcosa. Ci sarebbe riuscito. Non aveva ancora interrogato ogni singola persona di Cocoon. E finché non avesse fatto anche questo...
Le appoggiò una mano sulle bende, e la strinse con l'altra.

"Va tutto bene. Non dovrai nascondere più nulla tra due giorni, okay?"

Avevano deciso di raccontare tutto a Lightning il giorno del suo compleanno. Snow aveva detto a Serah che sarebbe stato molto più semplice riuscire a parlarle in quell'ccasione, ed in ogni caso lui sarebbe stato al suo fianco. Serah gli aveva sorriso mentre lui pronunciava queste parole.
Ma sembrava ancora preoccupata ed incerta se sarebbe stata o meno in grado di parlare con sua sorella. A volte, anche se solo per un istante, lui la guardava e la vedeva triste. Proprio come adesso.

"Hey, guarda là! Non sarebbe perfetto?". Snow indicò un negozio di giocattoli, provando a farla sorridere. Un enorme pupazzo di Carbuncle era posizionato nella vetrina del negozio. Era verde, con lunghe orecchie ed una grossa coda, e indossava un costume da giullare. Un Eidolon proveniente dalle fiabe, fatto apposta per apparire tenero e in qualche modo ridicolo. Nulla sarebbe stato meno adatto a Lightning di un regalo del genere. Di sicuro anche Serah avrebbe riso...
"Hai ragione! Sarebbe perfetto!"
"Che cosa?"
Serah corse verso il negozio.
"Um, chissà perchè non credo...". Non pensava certo che fosse serio? A meno che Lightning non amasse davvero regali del genere...?
"Scherzavo!", Serah rise. Si voltò e fece una linguaccia. Snow doveva avere un'espressione sconvolta sul viso, perché Serah scoppiò a ridere. Anche Snow sorrise, leggermente imbarazzato. "Mi ha fregato", pensò, "Per un istante mi ero immaginato Lightning dormire con un pupazzo di Carbuncle tra le braccia...".
Ridendo, passarono oltre. Snow era lieto di essere almeno riuscito a farla sorridere di nuovo. Non voleva che fosse triste, neanche per un secondo.

"...zie", l'udì sussurrare.
"Huh? Hai detto qualcosa?"
"No, no, nulla. Hey, andiamo a dare un'occhiata a quel negozio", disse Serah, tirandolo dal braccio. Non le avrebbe chiesto che cosa avesse detto, ma non ne aveva bisogno. La sua voce era stata così lieve che l'aveva appena udita, ma sapeva che lei gli aveva detto "Grazie".
Decise di far finta di non averla sentita. Chiederle conferma avrebbe solo significato ricordarle la realtà che l'attendeva. Snow voleva solo che si dimenticasse di tutto, e sorridesse.

"Forse invece di un pupazzo di Carbuncle, dovremmo regalargliene uno di Leviathan"
"Stiamo ancora parlando di pupazzi?"
"Beh, pensavo che Leviathan sarebbe più adatto a Lightning".
"Ma non è neanche in vendita. Andiamo, Snow", Serah rise all'idea, poi si fermò, uno sguardo entusiasta sul volto. "Ci sono!", disse. "Potrei regalarle un portafortuna! Voglio dire, è un soldato, no? Scommetto che affronta un sacco di compiti pericolosi".
"Beh, è il capo della squadra incursioni delle forze di sicurezza di Bodhum".
"E' che cosa?"
"E' così che l'ha chiamata il suo ufficiale superiore in grado".
"Sembra proprio lei", disse Serah con un sorriso.
"Vediamo... un buon portafortuna potrebbe essere... qualcosa che puoi portare con te in ogni momento. Sarebbe ottimo, non credi? Visto che lo stiamo scegliendo insieme". Poi, Snow scorse l'insegna di un negozio di accessori. Che perfetta coincidenza. "Perché non diamo un'occhiata lì?"
"Davvero? Non saprei... non è mai stata interessata a questo genere di cose", disse Serah, inclinando la testa di lato. Poi sorrise, pensando a qualcosa. "Oh, hey, è lo stesso negozio dell'ultima volta. Forse avranno qualcosa di adatto a Lightning". Serah toccò i suoi orecchini a forma di gatto. Snow indossava una collana con la stessa decorazione. Era un regalo che lei gli aveva fatto. Visto che erano come un gatto nora, un gatto selvatico, avevano deciso di chiamarsi NORA. Era il nome della sua squadra. Non appena l'ebbero deciso, Serah era andata in questo negozio e aveva acquistato gli orecchini e la collana. Ma Snow non aveva mai amato indossare gioielli, così all'inizio non si mostrò molto convinto. Era felice di aver ricevuto un regalo da Serah, ma lo riteneva troppo imbarazzante da indossare. Gli fu necessario un bel po' di coraggio per indossarlo la prima volta, e anche allora continuava a pensare di averlo addosso, tutto il tempo. Riuscì finalmente ad abituarsi soltanto quando lui e Serah iniziarono a trascorrere insieme ogni giornata.
Ad ogni modo, se questo era davvero quel negozio di accessori, avrebbero sicuramente trovato quel che stavano cercando. Un regalo per Lightning e... qualcos'altro.

"Hmm? C'è qualcosa di strano". Serah si guardò intorno non appena furono entrati nel negozio.
"Che cosa?"
"Sembra che ci siano molte più persone del solito. Ed anche una clientela più variegata, più che in passato".

Era la prima volta che Snow metteva piede in quel negozio, per cui non poteva pronunciarsi a riguardo. Serah gli disse che, quando era entrata nel negozio la prima volta, gli unici clienti erano delle giovani ragazze. Adesso c'erano anche anziani, coppie con bambini, ogni genere di cliente. Snow ne fu sollevato. Non si sarebbe sentito a proprio agio nel rimanere a lungo in un negozio frequentato solo da ragazzine.

"Beh, è una buona cosa, giusto?"
"Immagino di sì. Troveremo un regalo per Lightning qui, me lo sento".
"Certo che sì", disse Snow, lo sguardo che vagava verso un tavolo posto nell'angolo, con una schiera di anelli al di sopra. Il giorno seguente ci sarebbe stato il festival dei fuochi d'artificio, quello con i fuochi che fanno realizzare i propri desideri. Era in quel giorno che Snow aveva programmato di chiedere a Serah di sposarlo. Certo, per farlo avrebbe avuto bisogno di un anello, e questo era il negozio in cui Serah aveva comprato i gioielli a forma di gatto. Il che significava che doveva avere della buona mercanzia, o almeno così pensava.
Guardò gli anelli nella vetrina e li paragonò a quelli sulle sottili dita di Serah. Le avrebbero donato tantissimo. Ma poi diede un'occhiata alle sue stesse mani...

"E' impossibile che mi entrino", disse ad alta voce senza rendersene conto. Serah lo guardò stranita.
"Stai bene?"
"Um... no, sto bene", disse Snow, tornando a guardare la vetrina. Neanche il più largo di quegli anelli sarebbe andato bene per le sue mani. Le sue dita erano grandi almeno il doppio. Non sarebbero mai entrati. Senza considerare il fatto che accessori belli come quelli si sarebbero incrinati facilmente dopo aver dato un paio di pugni ai mostri. E quanta sfortuna gli avrebbe causato rompere il proprio anello di fidanzamento?
"Forse un anello non è una buona idea... non dev'essere per forza un anello".
"E' vero, potrebbe essere strano per lei da indossare...", disse Serah.
Lui non intendeva dirlo ad alta voce, ma a quanto pare lo aveva fatto di nuovo.
"Sarebbe costretta a toglierselo ogni volta che sarà chiamata a fare del lavoro sporco. Non sarebbe un buon regalo se finisse con l'interferire con il suo lavoro".
"Uh... già... giusto!"
Non si era mai rimproverato così tanto di avere una boccaccia larga. "Non dire nulla la renderebbe sospettosa", Snow disse a sé stesso, e passò a guardare la vetrina successiva. "Persino io potrei indossare uno di questi", pensò, silenziosamente questa volta. Il tavolo era ripieno di braccialetti. La maggior parte dava l'idea che le loro dimensioni potessero essere adattate, e c'erano così tanti design. Alcuni avevano un bel traforo, altri un simbolo zodiacale, ed altri sembravano addirittura delle manette con tanto di chiave e serratura. "Quelli con i simboli zodiacali potrebbero andare bene", pensò, "se si potessero allargare un pochino potrebbero entrare persino a me". Ma non appena ebbe preso la sua decisione...
"Oh, questo sarebbe perfetto per la mia Mary-poo!", una donna si avvicinò e prese il braccialetto su cui Snow aveva messo gli occhi.
"Uh... Mary-poo? Ecco perchè le signore anziane sono così fastidiose", pensò, guardando verso la donna al suo fianco.
"Guarda come le sta bene!". La donna in questione era di mezzà età e aveva un piccolo cagnolino in braccio. Doveva trattarsi di "Mary-poo", della sempre più popolare categoria dei cani di piccola taglia. Attorno al suo collo pendeva il grande bracciale.
"Lo sta usando come un collare..."
"Oh! Non è carinissimo?"
Snow guardò in direzione di Serah, che stava al suo fianco. Stava accarezzando "Mary-poo" sulla testa. La pietra nel braccialetto attorno al suo collo brillò alla luce, mentre il cane agitava la coda con entusiasmo.
"Oh, dimentichiamoci di questi bracciali allora..."
"Già... Lightning ha già qualcosa da indossare attorno al polso. Una sorta di macchinario. Non sempre però. Immagino che dipenda dall'incarico che le viene assegnato".
"Passiamo alla prossima allora..."

Stavano parlando di cose completamente differenti, ma Snow non si preoccupò di correggerla. Si spostarono al tavolo successivo.

"Hmm... orecchini?". Ma Serah aveva già i suoi orecchini a forma di gatto. Se le avesse regalato un nuovo paio di orecchini non avrebbe più potuto indossare i suoi.
"E non è che abbia quattro orecchie, insomma..."
"Hmm? Quattro cosa?
"Niente, niente", disse Snow, agitando le mani. Senza rendersene conto aveva nuovamente parlato ad alta voce.
"Aspetta un attimo... in effetti sarebbero quattro". Considerando sia lui che Serah, il numero delle orecchie ammontava quattro. Sarebbe bastato comprare un paio di questi orecchini, e dividere le due paia tra loro due.
"Snow? Stai bene? Ti stai comportando in modo strano...".
"Uh... davvero?". Oops. Stava per dirle di dimenticarsene e di aiutarlo a scegliere degli orecchini, quando una voce attirò la sua attenzione.

"Heeey, guarda questo qui a forma di cuore!"

La persona che aveva parlato non sembrava molto entusiasta. Snow sapeva che non avrebbe dovuto girarsi e guardare, ma non riuscì a resistere.

"Oh non essere così stupida Meemee!"

Si trattava di una giovane coppia a cui evidentemente non importava granché dell'impressione che davano a chi li guardava. Nonostante il negozio fosse affollato, c'era un ampio spazio libero attorno a loro. Erano così tanto avvinghiati l'uno all'altra che sembrava fisicamente impossibile che riuscissero ancora a stare in piedi. Di certo c'era un limite a quanto vicine due persone potessero stare senza cadere? Stavano infrangendo le leggi della fisica? Poi Snow guardò attentamente le loro orecchie. Stavano entrambi indossando due metà dello stesso set di orecchini.
Snow si guardò attorno e vide nel negozio un'altra coppia indossare lo stesso paio di orecchini. Persino la coppia con il bambino nel passeggino indossava gli stessi orecchini. A quanto pare andava di moda.
"Bene allora, credo che possiamo lasciar perdere..."
A Snow non era mai piaciuto fare cose che andassero di moda. Odiava fare la stessa cosa di tutti gli altri. Non era un semplice regalo quello che voleva farle, era il regalo di fidanzamento. Non poteva regalarle qualcosa di banale.
"Andiamo in un altro negozio?"
"Sì, non credo che qui troveremo qualcosa da poter regalare a Lightning..."
"E' lei il leader delle incursioni".
"E' vero!", disse Serah, ridendo.
"Ma hai ragione, è piuttosto difficile trovare qualcosa...". Snow aveva pensato che sarebbe stato un gioco da ragazzi, che non avrebbe incontrato difficoltà a trovare qualcosa che potesse dimostrarle i suoi sentimenti.
"Mi spiace per averti trascinato con me..."
"No, non è quello che intendo. E' solo che sto cercando di trovare qualcosa che mostri quello che provo, capisci? Ma nulla sembra essere abbastanza. Nulla sembra andar bene".
Sembrava che non riuscisse a trovare nulla che le potesse dimostrare che cosa provava per lei. A meno di regalarle tutta Cocoon.
"Già, è il motivo per cui non so mai che cosa regalarle. Penso sempre che ci potrebbe essere qualcos'altro di migliore". Poi Serah sorrise. "Ma, sai? Quando ti accorgi di quanto i tuoi regali rendano felice chi li riceve, tutte le preoccupazioni svaniscono!"
"Capisco..."
"E' vero. Hey aspetta, Snow? Cos'è che dicevi sul mostrare quello che provi?"
"Uh, niente! Assolutamente niente! D'accordo, andiamo a cercare da un'altra parte".

Oops, c'era cascato di nuovo. Per quante volte ancora avrebbe dovuto distrarla? Stava cominciando a perdere sicurezza. Uscirono dal negozio.

"Dopo tutto, questo non è l'unico negozio". Ne avrebbero trovato un altro, pensò Snow. Poi si voltò e vide un paio di collane nella vetrina esterna. Quando erano entrati il negozio era così affollato che non le aveva notate prima.
"Scusami, puoi andare avanti? Ti raggiungo".
"Che succede?"
"Bagno".

Serah rise e lo salutò agitando la mano mentre lui si allontanava.

"Mi scusi? Vorrei dare un'occhiata alla collana nella vetrina...", disse Snow ad una delle commesse. Si rese ben presto conto di conoscere quella persona. "Sonia!?"
"Snow! Quanto tempo".

Sonia era cresciuta nello stesso villaggio di Snow. Era tre anni più grande, ed era come una sorella per lui. Una sorella piuttosto terrificante.

"Quanti anni sono passati?"
"Sin da uqando eravamo bambini", disse lei sorridendo. Poi fece segno ad una commessa lì vicino e le ordinò di prendere le collane dalla vetrina. A quanto pare era rimasta sempre la stessa.
"Sì, signora", disse la commessa, inchinandosi. Snow era sopreso. A quanto pare non era la solita ragazza autoritaria, ma era davvero il capo del negozio.
"Sonia, dirigi davvero questo posto?" "Beh, da meno di un mese ancora. E' sempre stato un negozio popolare, per cui è davvero stressante dirigere questo posto".
Ed ecco perché questo negozio era diventato così frequentato tutto d'un tratto, pensò Snow. Era grazie al lavoro di Sonia.
"Che cosa facevi prima di arrivare qui?"
"Lavoravo al negozio centrale di Palumpolum. Sin dal diploma".

Non aveva vissuto nella stessa zona di Snow neanche l'anno prima di entrare in collegio. A Cocoon, se possiedi capacità e ambizione, puoi entrare in qualunque scuola desideri. Il Sanctum provvede a sostenere le spese legate all'istruzione, per cui non è un problema neanche per gli orfani o per i ragazzini con un solo genitore. I fal'Cie ed il Sanctum offrono sicurezza su tutta Cocoon. E finché non infrangi le loro leggi, sei libero di vivere come più desideri.
Eppure Snow aveva sempre percepito qualcosa di strano e sbagliato in questo modo di vivere. Semplicemente non si addiceva al suo carattere. Ed era proprio perché avrebbe potuto ottenere dal Santcum tutto quello che desiderava, che si limitava a chiedere il meno possibile.
E così coltivavano la terra e cacciavano mostri con le loro stesse forze. Provavano a fare tutto a loro modo. Certo, naturalmente non potevano proprio fare tutto.

"Snow, non dirmi che non hai un lavoro? Gironzoli in giro senza fare nulla?"
"No, non è così..."
"Snow! Sei un adulto adesso, non puoi continuare così per sempre".
"Ma non è così che...", la sua incapacità di ascoltare era rimasta invariata, a quanto sembrava. Si era sempre comportata come se se fosse la madre di chiunque.
"Quella ragazza che era insieme a te, è la tua fidanzata, giusto?"
"Sì...?"
"Bene allora, quantomeno per il suo bene, trovati un lavoro e fa qualcosa! Non vuoi farla soffrire, vero?"
"Non la farei mai soffrire! Sto per rendere Serah la donna più felice di Cocoon!". Tutta la gente attorno a lui lo guardò sorpresa, e lui si rese conto che stava gridando. Persino la commessa che era andata a prendere la collana aveva un'espressione shockata.
"Non sei cambiato per niente".
"Potrei dire la stessa cosa di te, Sonia".
"Ma non quanto te", rise, prendendo le collane che la commessa le porgeva. Una piccola scultura in metallo di Cocoon, insieme ad un anello, pendeva da una catenina.
Gli era piaciuta dal primo istante che l'aveva vista. Aveva pensato che non sarebbe stato in grado di esprimere cosa provava per Serah a meno di regalarle l'intero Cocoon. No, persino Cocoon non sarebbe stato abbastanza. Quindi le avrebbe regalato due Cocoons, uno per ciascuno...
"Non è carina? Conosco la persona che le ha fatte. Non lancia proprio il messaggio "La coppia più felice di Cocoon"?"
"La coppia più felice di Cocoon...? Già...".
Non avrebbe potuto trovare niente di più perfetto da regalare a Serah. L'avrebbe resa la sposa più felice di Cocoon.
"Attendi un attimo mentre li incarto".
"No, no, va bene così. Non voglio far aspettare Serah troppo a lungo".

Dopo aver pagato uscì dal negozio, tenendo le collanine in mano.
"Hey, Snow!"
Snow uscì dal negozio di gran fretta. Era così felice di aver parlato con una vecchia amica che si era trattenuto più a lungo del dovuto. Se avesse sprecato più tempo di quanto necessario per andare al bagno, Serah sarebbe andato a cercarlo. Non poteva permettere che accadesse.
Si era guardato attorno, ma di Serah nessuna traccia.
In qualche modo era riuscito ad evitare che lei lo vedesse uscire dal negozio. No, stava ancora tenendo in mano la collana. La mise in tasca. Sembrava emanare calore.
"La più felice di tutto Cocoon... d'accordo!". Strinse entrambi i pugni, e annuì. Il giorno seguente avrebbe chiesto a Serah di sposarlo, e poi davanti ai fuochi d'artificio avrebbe espresso il desiderio di una vita felice insieme.
Serah non conosceva il suo Focus, e non aveva molto tempo a disposizione. Quando questo pensiero gli ritornò in mente, gli sembrò di stare su una scogliera, a guardare un oceano in tempesta. E iniziò a temere che non sarebbero potuti scappare da nessuna parte.
Ma non poteva permettersi di cedere a questi pensieri, per il bene di Serah. L'avrebbe solo fatta preoccupare. Così decise di sperare in un futuro migliore e luminoso per loro. La scogliera su cui si trovavano poteva anche essere impervia, ma l'oceano al di sotto era calmo e bellissimo.
"Snow!", sentì alle sue spalle. Voltandosi, vide Serah correre verso di lui, agitando la mano.
"Ho trovato un regalo!", disse, facendogli segno di avvicinarsi.
"Cercavi un portafortuna, giusto?"
"Giusto. Qualcosa che potesse portare con sè, qualcosa che lei volesse portare con sè".
Si trovavano di fronte ad un negozio che vendeva armi da taglio. Serah sorrise, e indicò qualcosa in vetrina.
"Questo?". Un coltello da sopravvivenza. Era privo di decorazioni, e appariva soprattutto funzionale. Non sembrava qualcosa che si potesse regalare a qualcuno per il suo compleanno. "... perché?".
"Beh, ho pensato che, visto che vorrei regalarle un portafortuna, un'arma sarebbe stata perfetta. Dicono che una lama può essere usata per tagliare i legami con il male".
"Tagliare i legami con il male...?", aveva sentito parlare delle spade, ma questo era un coltello da sopravvivenza. C'era un po' di differenza.
"E ho letto una volta in un libro che con un solo coltello una persona può sopravvivere in un sacco di situazioni", disse Serah, con tono serio. I suoi occhi avevano uno sguardo distante. "A causa del suo lavoro, è costretta ad andare in un sacco di posti diversi. Senza sapere mai che cosa accadrà esattamente. Voglio che sia in grado di affrontare qualunque cosa le possa accadere lì fuori, e tornare a casa sana e salva".
"E quindi vuoi regalarle un coltello da sopravvivenza".
"E' così strano?"
"No, no, non è strano".

Per affrontare qualunque cosa accadesse. Era un desiderio che lui avrebbe potuto esprimere anche per loro due.

"D'accordo! Prendiamolo".

Serah annuì, sorridendo. Snow mise le braccia attorno alle esili spalle di Serah, e aprì la porta del negozio.



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