Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Search - Capitolo 2

Non ci volle molto prima che Fang si rendesse conto del motivo per cui l'avevano bendata. L'aeronave in cui la spinsero dentro era così angusta che non sarebbero stati mai in grado di usare le armi contro di lei. Se non fosse stata bendata e legata avrebbe potuto benissimo combattere e scappare.
Ma non rimase legata a lungo, come Rygdea aveva promesso. Non erano in volo da lungo tempo quando sentì il rombo dell'aeronave mentre atterrava. Sentì delle mani sulla propria schiena, a indicarle la direzione in cui muoversi, ma non passò molto tempo prima di doversi fermare nuovamente.
Ci fu un basso rumore. Le suonò vagamente familiare, e ben presto si rese conto che si trattava del rumore di porte che si aprivano e si chiudevano. Tutte le porte al centro commerciale ed all'impianto energetico avevano prodotto lo stesso rumore.
Una voce iniziò parlare, ma era di una voce che non riconobbe. Forse era l'uomo con cui Rygdea voleva che si incontrasse.
Le sembrò che Rygdea fosse un "capitano". Aveva sentito questa parola spesso durante la sua fuga. Da quel che aveva appreso dagli altri soldati, aggiungevano spesso queste parole ai nomi, a seconda del loro rango.
La benda cadde dal suo viso, e Fang strizzò gli occhi dinnanzi alla forte luce dell'abitacolo. Passò in rassegna la zona, scoprendo che tutti i soldati erano andati via. C'erano solo due persona nella stanza, oltre lei: Rygdea, e un altro uomo. Aveva capelli scuri, e una fredda espressione sul volto che rendeva evidente che non si trattava di un facilotto.

"Toglietele le manette"
"E' sicuro, Generale Raines? Questa ragazza non dovrebbe essere presa alla leggera..."
"Non mi importa".

A cosa stava pensando quest'uomo? Fang non era lieta di essere ammanettata così, ma sapeva che avrebbe fatto esattamente la stessa cosa se fosse stata al loro posto. L'uomo doveva avere un qualche piano già in mente se era disposto a liberarla. I loro occhi si incontrarono, e lui sorrise.

"Ecco a cosa stai pensando in questo momento. Sei un l'Cie di Pulse, e tutta Cocoon è tua nemica. Ma ci sono eccezioni per ogni cosa, sai".

Fang rimase in silenzio, fissando lo sguardo nei suoi occhi. Provò a intuire qualcosa dei suoi pensieri, qualunque cosa, ma le erano indecifrabili tanto quanto le scritte di Cocoon. I suoi occhi erano freddi e scuri come il profondo inverno, e avevano una profondità sconosciuta.

"Sono Cid Raines. Sono in controllo della Cavalleria, ma non sono tuo nemico".

Fang non era stupida al punto da prendere queste parole alla lettera. Sbuffò.

"Non fare l'idiota. Quando si tratta dei miei nemici, non ci sono eccezioni."
"Naturalmente il nostro compito è proteggere la gente di Cocoon. Ma il solo fatto che vogliamo proteggere cose diverse ci rende davvero nemici?"
"Che diavolo vorrebbe dire questo?"

"No", pensò Fang, "non voglio nemmeno provare a capire". Raines estrasse un piccolo dispositivo e se lo piazzò all'orecchio. Era difficile da credersi per Fang, visto che era così piccolo, ma quel dispositivo era un comunicatore senza fili su Cocoon.

"Ah, Luogotenente Nabaat. Faccia rapporto".

Si domandò con chi stesse parlando. Raines alzò lo sguardo fino ad incontrare il suo. La voce di una donna crepitò dal dispositivo. Fang si guardò attorno, spaventata.

"La colpevole è ancora in fuga. Non siamo stati in grado di localizzarla".
"Lo stesso qui. Abbiamo comunque in programma di scandagliare l'area tra Euride e Bodhum".

Fang non riuscì a capire come funzionasse, ma sembrava che con quel dispositvo si potesse sentire le voci di altre persone. Raines sorrise debolmente, forse trovando divertente la sua reazione.

"Crediamo che si nasconda da qualche parte nella gola, perciò prima di..."
"Ah, crede che avremmo maggiori possibilità di trovarla dall'alto? Capito. Qualcos'altro?"
"Una volta che l'avremo catturata, dovrà essere consegnata al quartier generale PSICOM immediatamente".
"E' un ordine?"

Rainces lanciò un'occhiata a Fang. Lei si domandò se voleva farle capire che, se gli fosse stato ordinato, l'avrebbe riconsegnata a loro.

"E' una richiesta".
"Le "richieste" di PSICOM equivalgono ad ordini del Sanctum, naturalmente".

Non ci volle molto prima che Fang si rendesse conto che il rapporto tra i due non fosse particolarmente amichevole.

"Anche se sono stupito che sia passato un intero giorno dall'incidente senza che mi siano stati dati tutti i dettagli. Tuttavia, se la cosa ti coinvolge deve trattarsi di qualcosa di grosso. Questo, almeno, è evidente".
"Sfortunatamente, non posso rispondere". La donna rispose con sarcasmo. "Questa informazione è riservata e sotto il controllo di PSICOM".
"Oh, dite sempre così". Raines sospirò e spense il comunicatore. Il sorriso abbandonò il suo volto mentre si rivolgeva verso Fang. "E adesso lo sai. L'esercito del Sanctum non è unitario".
"L'esercito del Sanctum?"
"Sì. Ci sono due divisioni nell'esercito del Sanctum. La Brigata di pronto intervento ad ampio raggio, altrimenti nota come Cavalleria - siamo noi, proteggiamo gli abitanti - e PSICOM, le forze speciali del Sanctum".
"Che cosa importa? Siete tutti nemici per me".

Raines la ignorò, e continuò.

"Non ho ordinato a Rygdea di portarti qui per riconsegnarti a PSICOM. In effetti, proprio il contrario".

Cosa importava? In ogni caso le forze armate di Cocoon volevano catturare gli l'Cie. Fang non riusciva a capire che cosa stava cercando di dirle.

"Non condividiamo le azioni di PSICOM, e non ci uniformiamo ad esse".
"Pensi che questo voglia dire che non siete miei nemici? Sì, certo". Era probabile che fossero davvero ostili a PSICOM, se poteva trarsi qualche indizio dalla conversazione di un minuto prima. Ma questo non significava che fossero alleati di Fang. "Credi che catturandomi sarai il primo ad ottenere informazioni su Pulse". Era uno scenario stranoto, aizzare qualcuno contro il tuo stesso nemico. "Ma sfortunatamente per voi, sono una l'Cie guasta". Guardò in basso, verso il marchio sul suo braccio. Quando si era svegliata si era cicatrizzato, bianco, come una bruciatura lasciata lì dopo aver ridotto in cenere tutti i suoi ricordi. "Non riesco a ricordare quale sia il mio Focus. Non ho alcuna informazione che possiate volere. E...".
"E...?"

Non era sicura di poterlo dire al nemico.

"Sto cercando un amico. Non ho tempo per aiutarvi". Fang non era sapeva se parlare o meno, ma aveva bisogno di informazioni su Vanille. Si domandò che reazione avrebbero fatto i due uomini sentendo la parola "amico".
Ma restarono in silenzio, i loro volti non lasciarono trapelare nulla.

"Capisco. Sta a te scegliere se aiutarci o no. Ma nel frattempo resterai con noi".

"Certo", pensò Fang. "Qualunque cosa dicano, tutto quel che vogliono in realtà è rinchiudermi e tenermi sotto controllo. Se è così, la mia unica opzione è la fuga".

"Capitano, portatela nell'area residenziale".
"Ricevuto".

Da come si parlavano, Fang capì che Raines era di rango superiore rispetto a Rygdea. Ma, a parte questo, sembravano molto più uniti di quanto potesse apparire ad una prima occhiata. Si domandò se forse avevano la stessa età. No, non aveva nè tempo nè motivo per interrogarsi su queste cose. C'erano cose molto più importanti a cui pensare...

"Hey, ragazzina, non provare a scappare da qui combattendo eh?", disse Rygdea, dandole un colpo sulla schiena. "E' forte", pensò Fang. "Anche se non hai granché di una ragazzina, vero?". La lasciò andare. "Ma, sai, se dovessimo affrontarci sul serio uno di noi probabilmente non ne uscirebbe vivo. Perciò, hey, restiamo amici".

Fang non aveva alcun interesse a fare amicizia, ma era vero che in caso di uno scontro ne sarebbero derivate gravi ferite. Alzò entrambe le mani in segno di tregua.
Proprio oltre la porta si trovava una stanza angusta. Il locale precedente era stato ampio e arioso, per cui Fang aveva pensato che tutti gli edifici di Cocoon fossero costruiti in quel modo, ma adesso non sembrava più così.

"Cosa? Non avete nemmeno finestre qui?". Le stanze anguste le rendevano difficile respirare, rendendola ancora più irritabile.
"Dubito che faresti grande uso di una finestra nel bel mezzo di una aeronave".
"Una aero...nave?"
"Sei all'interno della Lindblum, una aeronave".

Toccò le mura della nave. Se si trattava davvero di una nave allora doveva percepire un qualche movimento. Almeno era così con le navi su Grand Pulse. Ma non sentì alcun rombo al di sotto delle proprie dita. Il che doveva significare che avevano attraccato.

"Come, non lo sai? Stiamo volando proprio adesso".
"Sta... sta volando?". Non riusciva a crederci. La nave non stava ondeggiando o vibrando affatto. No, riusciva a sentire un leggerissimo tremolio nel pavimento al di sotto dei propri piedi, ma era così debole che si avvertiva a malapena. Era rimasta sorpresa dalla velocità del treno che andava da Bodhum a Euride, ma questa nave era chiaramente ancora più potente. Fang si rilassò.
"Quindi... questa è una nave?". Fang guardò lungo la hall, volgendo lo sguardo di molto alle sue spalle, e poi tornò a guardare in avanti, per vedere come proseguiva. Andava più lontano di quanto riuscisse a vedere in ogni direzione. "Non...". Quando aveva pensato che fosse un edificio, aveva creduto che la hall fosse terribilmente stretta e angusta, e che la stanza in cui si trovava prima avesse un soffitto stranamente basso. Ma se si trattava di una aeronave...
"Tutto okay?"
"Sì, stavo solo pensando che è una nave dannatamente grande".
"Davvero? Beh, Palamecia, della flotta del Sanctum, è ancora più grande".
"Mi scoppia la testa...".

Fang riusciva a stento a immaginarlo. Queste navi erano di una grandezza completamente diversa da quelle di Grand Pulse. Non solo le navi, ma anche le armi che i soldati trasportavano erano molto più potenti di qualunque altra avesse visto finora.
Le bestie e gli uccelli, e soprattutto gli esseri umani di Cocoon erano davvero deboli in confronto a Grand Pulse. Certo, c'erano alcuni come Rygdea che potevano essere definiti "forti", ma la maggior parte dei soldati che aveva visto su Cocoon erano deboli.
Ma Cocoon aveva la tecnologia. Fang non sapeva che altro tipo di tecnologie avessero a disposizione, ma che cosa accadrebbe se tutte queste persone fossero in grado di usarla? Forse erano circondate da un nemico ben peggiore di quanto avevano immaginato.
Quando arrivarono alla fine della hall, trovarono una scalinata. Fang si domandò quanto ancora avrebbero dovuto proseguire, specialmente visto che avevano già percorso una distanza considerevole. Quanto ci vorrà per attraversare completamente questo posto?

"Bene, sei decisamente diventata silenziosa. Pochi minuti fa ringhiavi come un cane feroce".
"Beh, non sono un cane, non trattarmi come se lo fossi. Stavo solo pensando a come uscire di qui".
"Beh, non farlo!", il viso di Rygdea si fece d'un tratto serio. "PSICOM ha innalzato delle barricate tutto attorno Bodhum. Vorrei proprio vedere come farai a scappare da qui".
"Non sono così stupida da essere catturata da quei deficienti".
"...non credo che tu abbia capito".
"Capito cosa?"
Rygdea sospirò. "Sei riuscita ad attraversare le barriere attorno all'impianto da sola, te lo concedo. Ma sai quanto abbiamo faticato per liberarti?"
"Liberarmi...?"
"Beh, non potevamo certo catturarti di fronte a PSICOM, ci avrebbero ordinato di consegnarti a loro. Li hai sentiti, no? Non potevamo lasciare che accadesse, per cui ci siamo impegnati ad aggirare il loro sistema di sorveglianza e abbiamo inviato false informazioni sui loro comunicatori wireless".

Fang non sapeva che cosa esattamente avessero fatto con il sistema di sorveglianza e con i wireless, ma sembrava che Raines e Rygdea l'avessero aiutata a scappare.

"Non capisco. Perché lo avete fatto, se siamo nemici?"
"Come ha detto il Generale Raines, aiutarti è nel nostro interesse. Il nemico del nostro nemico è un nostro amico".
"Il nemico del nostro nemico è un nostro amico... huh". Questo Fang riuscì a capirlo meglio della semplice affermazione di non essere nemici. Anche se erano avversari, unire le forze in quelle circostanza non era completamente insensato.
"Ecco la tua stanza, ragazzina".

Rygdea si fermò di fronte a una moltitudine di porte. Fang non aveva idea di dove fossero, o da dove fossero venuti. Anche se avesse voluto scappare, non ne sarebbe stata in grado.

"Mi spiace che sia così piccola".

Anche se non aveva un ricco arredamento, solo un letto e un piccolo tavolo, era una vera stanza. Fang non avrebbe avuto alcun problema a restare qui.

"Puoi chiamarmi Fang".
"Eh?"
"Smettila di chiamarmi ragazzina".
Rygdea sorrise. "Avevo intuito che non ti piacesse essere chiamata in quel modo, ma non sapevo come altro chiamarti".
"Allora avresti dovuto chiedere come mi chiamo".
"Se lo avessi chiesto, me lo avresti detto?"
"No... no, probabilmente no". Fino a poco fa, non aveva alcuna intenzione di rivelargli il suo nome. Rygdea era forte. Anche se le persone possono raccontare menzogne, non c'è nessuna menzogna nella forza.
"Hai detto che stavi cercando un tuo amico, giusto?", chiese Rygdea, come se si fosse appena ricordato. "E' forte come te?"
"Più forte di qualsiasi soldato di Cocoon".
"Tutte le donne di Pulse sono così forti?"

Gli aveva detto che stava cercando un amico, ma non aveva mai specificato che si trattasse di una ragazza. Fang strinse gli occhi.

"Non guardarmi in quel modo. Abbiamo visionato i filmati di sorveglianza di Euride. L'immagine non era chiarissima, ma questo siamo riusciti a capirlo".

Fang espirò un sospiro di sollievo. Vanille non era stata catturata.

"Sei preoccupata? Beh, certo che lo sei. Non importa quanto lei sia forte, è pur sempre da sola".
"E piange tutto il tempo".

Vanille piangeva sempre, quando si svegliava da un brutto sogno, aggrappandosi a Fang e supplicandola di non lasciarla da sola. Era sempre stata così, sin da quando erano ragazizne.

"E alle volte ride di fronte alle cose più strane".

Quand'era stata l'ultima volta che aveva visto Vanille ridere? Sul treno per Euride? No... era rimasta sorpresa da tutto ciò che aveva visto, ma non aveva riso. Non aveva sorriso da quando si erano risvegliate...

"Dovrei cercarla?"

Fang si era aspettata che lui le facesse un'offerta del genere. Rygdea sembrava un tipo abbastanza a posto, ma era pur sempre il nemico.

"Intendo dire, al momento non puoi lasciare questo posto, no? Se uscissi fuori di qui, sarebbe un suicidio. Ma capisco che sei preoccupata per lei. Anch'io ho degli amici", disse Rygdea con un sorriso. Non sembrava che stesse mentendo.
"Non... non voglio esserti in debito per niente".
"Behe allora, che ne dici di questo: facciamo un patto".
"Un patto?"
"Non possiamo lasciarti cadere nelle mani di PSICOM, quindi mi metterò alla ricerca della tua amica. In cambio, voi due non vi lascerete catturare da PSICOM".

I soldati di Coccon non erano forti come loro, ma potevano usare la tecnologia, e anche fra quei soldati c'erano alcuni molto forti, come Rygdea. Circondata da soldati del genere, non c'era molto che potesse fare al momento.

"Io... sì...". Non sapeva che cosa Raines stesse architettando, ma sentiva di potersi fidare di Rygdea. "Ti prego".

Non appena avesse trovato Vanille, Fang gli avrebbe restituito il favore. Poteva starne certo.



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