Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Note su "Strangers": Dopo il release giapponese del gioco, Square-Enix ha pubblicato online (come sempre, in giapponese) delle nuove parti del romanzo, fino a questo momento tenute nascoste per l'alta mole di spoiler in esse contenute. Infatti, mentre le restanti parti del romanzo (Encounter, Friends e Treasure) hanno lo scopo di introdurre i personaggi principali del gioco presentandone carattere e background - tant'è che la stessa casa produttrice ne ha consigliato la lettura prima di iniziare a giocare - Strangers si concentra invece sui due personaggi probabilmente più misteriosi ed insieme fondamentali per lo sviluppo della storia: Fang e Vanille. Se ne consiglia dunque la lettura soltanto a chi ha già completato il tredicesimo capitolo della saga, o a chi non teme sorprese di alcun tipo!

Episode Zero - Strangers - Capitolo 5

Il treno scivolò dalla Stazione di Bodhum come se stesse planando sull'acqua. Iniziò con il muoversi lentamente della gente sulla piattaforma sempre più lontano, e presto l'intera città fu velocemente superata.
"Wow...", Vanille e Fang si appoggiarono entrambe contro il finestrino del treno, guardando la città allontanarsi di gran carriera. Presto sarebbero state fuori dalla città e avrebbero raggiunto la costa.

"Guarda là! Quell'isola sta volando!"
"Oh wow..."

Si sentirono osservate e si voltarono, scoprendo che gli altri passeggeri le fissavano sorpresi. Vanille e Fang tornarono rapidamente ai loro posti. Non si erano neanche accorte che le loro facce erano pressate contro la finestra. Si poteva ancora vedere la finestra appannata dal loro respiro.
Qualcuno rise sotto i baffi. Vanille divenne rossa e guardò in basso.
Guardando fuori dalla finestra ancora una volta, Vanille video l'oceano luccicare alla luce del sole che lo attraversava. Improvvisamente il treno deviò, e la locomotiva apparve alla vista. Vanille era shockata. Non c'erano rotaie al di sotto del treno. "Guarda là!", mormorò Vanille, coprendosi la bocca con le mani in modo che nessuno potesse vedere cosa stava dicendo. Non voleva attirare di nuovo l'attenzione, ma non poté contenere il suo entusiasmo. Tirò il braccio di Fang, indicando le isole volanti al di fuori della finestra. Fang annuì.

"La tecnologia di cui dispongono su Cocoon è semplicemente sorprendente", sussurrò Vanille all'orecchio di Fang. Forse, se avessero setacciato ogni angolo di Gran Pulse, avrebbero potuto trovare qualcosa di simile. Sebbene fosse improbabile che avrebbero mai trovato un treno che potesse volare attraverso l'aria.
Una delle isole volanti si stava avvicinando al finestrino, ma altrettanto velocemente fu sorpassata e lasciata alle spalle. Il treno stava passando tra le isole come un ago nel tessuto.

"Guarda! E' un airbike!"

La voce di un giovane ragazzino squillò dal sedile di fronte. Vanille si sporse per provare a vedere di cosa stesse parlando. C'erano tre veicoli al di fuori del treno. Queste dovevano essere le airbikes di cui quella donna aveva parlato il giorno prima.

"Sono così veloci! Papà, qual è più veloce? Un airbike o la tua aeronave?"
"Naturalmente la mia aeronave è più veloce". A differenza del ragazzino, che era troppo basso per poter essere visto, le due riuscirono ad avvistare la parte superiore della testa del padre. I suoi capelli erano simili ad un nido d'uccello, sembrava quasi che un piccolo volatile potesse fare capolino da quella testa da un momento all'altro.
"Ci sono un sacco di isole".
"La città di Bodhum è composta da numerose isole", spiegò a suo figlio. La sua voce suonò gentile.
"E' quella Bodhum? Il posto che vola davvero in alto?"
"Davvero in alto? No, quella non è Bodhum. E' un luogo chiamato "Eden". E Eden non è un'isola".

Le sue orecchie scattarono sull'attenti quando udì "Eden". Era il posto di cui quei due uomini avevano parlato l'altro giorno. Ma non sembrava fosse una montagna o una valle. Era un posto situato in alto, ma non si trattava di un'isola volante? Allora che cosa era?

"Papà? Sei mai stato su Eden?"
"Certo che ci sono stato, sono un pilota. Sono stato in un posto chiamato Palumpolum. Hanno molto più negozi di ogni altra città su Cocoon".
"Hanno un negozio di giocattoli?"
"Un sacco!"
"E un negozio di Chocobo?"
"Hanno tanti negozi di animali".
"No! Un negozio di Chocobo!"
"Beh, questo non lo so..."

Non stavano parlando di nulla di importante, ma Vanille si divertì ad ascoltarli. Ecco com'era avere una famiglia, probabilmente. Continuarono a parlare di tutti i luoghi che il padre pilota aveva visitato. C'era un posto in cui accudivano i mostri e li lasciavano vagabondare liberi, una città piena di giochi e altre cose divertenti...
Vanille iniziò a realizzare, ascoltandoli, quanti numerosi e diversi luoghi ci fossero su Cocoon, e quante persone dovessero viverci. Se solo non fossero loro nemici, se solo il fal'Cie di Cocoon non avesse rubato così tanto da loro... sarebbero potuti andare e venire da Cocoon verso Gran Pulse liberamente. Che mondo meraviglioso sarebbe stato.
Non voleva combattere. Non con questo padre e il suo figlio, o quella giovane madre che avevano incontrato alla stazione ieri, o quel gruppo di anziane signore. Non voleva ferire nessuno di loro.

"Ma probabilmente mi sbaglio", pensò Vanille. "Mi è sempre stato detto di dover combattere. Ma... io sono debole, e non voglio combattere. Fang non si è mai sentita così. Non si è mai sentita persa. Lei avrebbe combattuto, non importava a che costo. Ma..."

"Fang non combatte perché è forte, sebbene lo sia parecchio. Fang combatte perché ha un cuore buono. Non riesce a perdonare chi ferisce le persone che ama. Ma questo è il motivo per cui non posso lasciarla combattere", pensò Vanille. "Fang non si perdonerebbe mai, se dovesse ferire degli innocenti".

"Il tuo marchio è ancora vivo. Se non completiamo il tuo Focus, diverrai un Cie'th".

Vanille ricordava le parole che Fang aveva pronunciato il giorno prima. Non importava quale sentiero avesse scelto. Combattere, o non combattere. Qualunque cammino avesse scelto, e tutti quelli che aveva scelto in passato, l'avrebbero condotta solo a far soffrire Fang.

"Hey, che c'è?"

Vanille guardò su, sorpresa. Si era persa nei suoi stessi pensieri, e non se n'era resa conto. Guardò fuori dal finestrino, e notò che si erano fermati. Erano ad una stazione.

"Dove... Che stazione è questa?"
"Ultima fermata. Non hai sentito? Hanno detto che era la Stazione di Euride".

Tutti i passeggeri erano in piedi, formando una fila lungo il corridoio. Il padre e il figlio che avevano preso posto nel sedile di fronte erano già andati via.

"Sono felice di non aver chiesto quanti giorni sarebbe durato il viaggio...", disse Vanille, sospirando.

Scivolando nella fila di passeggeri, uscirono dal treno. Non avevano timore di perdersi, visto che tutti i passeggeri si muovevano nella stessa direzione. Una piazza si estendeva al di fuori della stazione, e al di là c'era un edificio che assomigliava ad un impianto energetico. La piazza aveva degli stands che vendevano palloncini e caramelle, ed era rumorosa e piena di persone proprio come il centro commerciale di Bodhum.
C'erano persone che si scattavano fonte di fronte all'impianto energetico, giovani coppie che camminavano mano nella mano, un gruppo di giovani ragazzi, una coppia di anziani... tutto a Euride aveva un'atmosfera davvero festosa.
In un angolo della piazza c'era un gruppo di studenti che ascoltavano attentamente il loro insegnante.

"Questo impianto è mantenuto dal fal'Cie Kujata, e crea la maggior parte dell'energia usata nelle città vicine ad Euride. Tutto ciò che rende le nostre vite più semplici usa l'energia creata in questo impianto. Avete capito tutti?"
"Sì!", urlarono i ragazzini, le voci cariche di entusiasmo. Gli adulti che camminavano accanto a loro sorrisero.
"Non riesco a crederci", sussurrò Fang. "Queste persone non sanno nulla del fatto che il loro fal'Cie ci ha rubato tutto".
"Già... non sanno nulla...".
"Ma l'ignoranza era un peccato?", si domandò Vanille. "Anche se l'avessero saputo, sarebbe stato un peccato. Allora non importava per quale motivo fossero nel torto. Entrambe le strade portavano solo al dolore".

"Hey Fang? Non posso scegliere nulla? Posso distogliere il mio sguardo da tutto questo...?"

"Va bene scappare via", sussurrò a sé stessa. Guardando Fang, capì che era qualcosa che non sarebbe mai stata in grado di dirle.

"Non appena completeremo il nostro Focus, potremo lasciarci tutto questo alle spalle. Giusto, Vanille?"

Anziché rispondere, Vanille strinse la mano di Fang. Proprio come quando erano bambine, insieme contro un mondo di nemici. Fin quando fossero rimaste insieme, sarebbero rimaste in vita. Fin quando fossero rimaste insieme, non avrebbe avuto importanza dove sarebbero scappate...
"Torneremo a casa. Lo faremo". Anche se questo sarebbe andato contro i desideri della stessa Fang.
L'impianto energetico in cui il fal'Cie Kujata aspettava era proprio di fronte a lor. Vanille strinse la presa alla mano di Fang, e permise che fossero trascinate insieme alla folla di gente.



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