Cos'è Episode Zero? Lasciamo che a spiegarcelo sia la stessa Square-Enix, che così lo presenta sul suo sito ufficiale. "Final Fantasy XIII Episode Zero - Promise" è un romanzo web costituito da una serie di episodi collegati alla trama principale proposta nel gioco, una potenziale aggiunta che dona profondità al filone narrativo generale. I racconti sono curati da Jun Eishima, scrittore di numerosi altri romanzi targati Square-Enix. Gli eventi raccontati da Episode Zero hanno luogo prima delle vicende di Final Fantasy XIII e contribuiscono ad arricchire il background ed il carattere dei suoi personaggi. Il romanzo è stato diffuso online, gratuitamente, dalla casa produttrice, ma esclusivamente in lingua giapponese; in queste pagine vi offro una traduzione in lingua italiana da me realizzata (da non pubblicare altrove senza aver prima chiesto).



Episode Zero - Treasure (Family) - Capitolo 5

Andremo a vedere i fuochi d'artificio. Dajh era così contento, corse e saltellò attorno alla stanza, gridando ad alta voce. Probabilmente perché era così stanco di tutti quei test che gli avevano fatto. Anche se quell'ufficiale PSICOM o quegli specialisti in psicologia infantile avevano giocato con lui, era pur sempre come un uccellino intrappolato in una gabbia.
L'avevano esaminato più e più volte, ma non erano ancora riusciti ad individuare il suo Focus. L'unica cosa che sapevano era che Dajh era in grado di percepire l'esistenza di cose provenienti da Pulse. No, anche in questo caso pensai che quella non fosse la verità. Pensai che probabilmente mi stavano raccontando soltanto bugie, perché la PSICOM non stava ottenendo i risultati che speravano.
Non credetti a nulla di tutto ciò fino a quando non fummo a bordo dell'aeronave alla volta di Bodhum. Oh sì, anche tu eri sull'aeronave. Ti ricordi l'espressione di Dajh quando ti vide per la prima volta? Era tanto tempo che non vedevo un sorriso come quello...


Sazh guardò Dajh correre su e giù nel corridoio passeggeri dell'aeronave, i suoi pensieri in tumulto. Il pulcino di Chocobo lo inseguiva. Quando i due ragazzi... no, quando il ragazzo ed il volatile si incontrarono per la prima volta, strinsero immediatamente amicizia. La cabina era in subbuglio, con quei due che saltellavano.
Beh, visto che non c'era nessun altro passeggero, Sazh permise loro di fare quel che volevano. Quando pensò a come Dajh fosse stato rinchiuso in quella stanza per così tanto tempo, sentì che aveva il diritto di correre e divertirsi in questo modo. Non poteva dirgli di no. Neanche Nabaat sembrava avere dei problemi a questo proposito. Anzi, aveva fatto girare ad uno dei suoi subalterni un video di Dajh che giocava con il Chocobo. Forse lo stavano usando come un altro test.
"Papà ho sete", disse Dajh, correndo verso il punto in cui Sazh era seduto. Probabilmente si era stancato di tutto questo correre. Ovviamente il pulcino di Chocobo stava proprio alle sue spalle, ed usò la testa di Sazh come una piattaforma d'atterraggio. Sazh aprì una lattina di spremuta, e Dajh la bevette in un sol sorso. Con tutto quel correre ed urlare, nessuna sorpresa che fosse così assetato.
"Oh sì, dobbiamo dare un nome a questo piccolino, non è vero?"
La prima volta che si erano incontrati, il piccolo volatile aveva iniziato subito ad inseguirlo. Non c'era stato tempo per iniziare a pensare ai nomi.
"Ummm... un nome forte! Come qualcuno della TV!"
Stava parlando dello spettacolo per bambini che Dajh seguiva ogni singolo giorno. Il protagonista era un baby Chocobo, un eroe della giustizia. I pulcini di Chocobo erano così popolari in questi giorni proprio a causa di questo show.
"Ma hey, e se fosse una femminuccia? Che faresti allora?"
Si diceva che neanche gli esperti potessero dire di che sesso fosse un Chocobo. I Chocobo sono creature piuttosto misteriose. Non riescono a comprendere il linguaggio umano, e sono molto legati alla propria casa. Questo è tutto ciò che si sapeva a riguardo.
"Ok, allora un nome forte e carino!"
"Beh è un compito arduo. Ma hai abbastanza tempo per pensarci su. Non scapperà da nessuna parte".
Tuttavia, il vero problema era quanto tempo fosse rimasto a Dajh. Sazh cadde in depressione. Che razza di Focus potrà mai avere un bambino di sei anni? Uno che non è in grado di fare altro se non correre, giocare, ed urlare?
"Papà, papà, che cos'è quello!?", disse Dajh, indicando col dito fuori dalla finestra.
"Hm? Fammi vedere. Oh quello. Quelle sono le rovine di Bodhum. Ci arriveremo presto".
Dajh premette la fronte contro la finestra, e fissò le rovine. Sazh pensò che aveva già visto le rovine dal treno diretto a Euride, ma probabilmente la visuale dall'alto dava un'impressione completamente differente rispetto a quella dal basso.
"Voglio andare là dentro".
"Dentro le rovine? Purtroppo non si può. Non c'è alcuna porta. Non si sa neanche se esiste un interno. E' solo una cosa strana proveniente da Pulse...". E allora Sazh ricordò. Una cosa strana proveniente da Pulse? Cos'è che aveva detto Nabaat? Non aveva detto qualcosa sull'essere Dajh in grado di percepire cose provenienti da Pulse?
"E' dentro".
"Dajh... tu..."
Aveva paura di dire altro.
"Dajh, c'è qualcosa lì dentro?"
D'improvviso Nabaat fu in piedi accanto a loro. Doveva aver sentito.
"Io... non lo so. Ma è lì".
"Capisco. Non sai cos'è, ma sai che c'è qualcosa lì?"
Guardando fuori dalla finestra, Dajh annuì.
"Grazie. Sei un così bravo bambino", disse, e gli diede una carezza sulla testa. Guardò Sazh come a dirgli "Questo è il potere di suo figlio".
Ma lui non riusciva ancora a crederci. Quelle rovine avevano soltanto un aspetto inusuale. Questo era il motivo per cui Dajh vi era interessato, voleva semplicemente provare ad entrare all'interno.
"Manderemo un team di investigazione sul posto, e cerheremo l'interno di quelle rovine. C'è una possibilità che all'interno ci sia qualcosa da Pulse..."
"Mi prende in giro? Questo non è in alcun modo possibile!"
Sazh urlò senza rendersene conto. Dajh sobbalzò e lo guardò. Sazh si calmò.
"Non preoccuparti, papà era solo un po' sorpreso. Scusa se ho urlato, non volevo spaventarti in quel modo".
Prese Dajh, e se lo mise in grembo. Non voleva che guardasse più fuori dalla finestra.

Non volevo credere che fosse davvero in grado di percepire ciò che proveniva da Pulse. Credo che, da qualche parte nel profondo, continuassi a pensare che stavano tutti sbagliando. Non è possibile che Dajh sia un l'Cie. Perciò quando vidi Dajh fissare le rovine in quel modo, non riuscii a sopportarlo.
Volevo continuare a credere che Dajh volesse solo vedere la festa dei fuochi d'artificio, che non aveva niente a che fare con Pulse. Ero sicuro che ne aveva semplicemente sentito parlare sul treno da Bodhum ad Euride. Anche se non gliene avevo mai parlato, Dajh sapeva che i fuochi d'artificio di Bodhum erano noti per il loro esaudire i desideri.
Hey, ti ricordi cosa Dajh aveva desiderato? "Spero che papà torni di nuovo felice", aveva detto. Sapevo che non potevo continuare ad apparire così triste dopo quella frase, stavo facendo preoccupare persino lui. Quindi decisi che non sarei mai più apparso triste o preoccupato dinanzi a Dajh. Beh, ho fatto del mio meglio, non è vero? Anche dopo quel che ha detto il Luogotenente...


C'era luce come se fosse mezzogiorno. Si stava avvicinando la fine della festa dei fuochi d'artificio, e così tanti fuochi erano stati esplosi nel cielo.
Tutti avevano probabilmente già finito di esprimere i loro desideri. Avevano guardato tutti il cielo, ed esclamato i loro "oooh" e "aaah". Dajh stringeva la mano di Dajh. Saltellava su e giù, ridendo e sorridendo.
"Allora, Luogotenente Nabaat. Com'è andata?"
Sazh e Nabaat erano gli unici due a guardare in una direzione del tutto diversa rispetto a tutti gli altri lì attorno. Nabaat aveva aspettato sull'aeronave che arrivasse un report dal team di investigazione. E se adesso era qui, questo significava che...
"Ho ricevuto una comunicazione dal team di investigazione", disse Nabaat, a basse voce. Sazh trattenne il respiro ed aspettò che continuasse.
"C'è un fal'Cie di Pulse all'interno delle rovine".
Ogni suono svanì dal mondo. L'esplosione dei fuochi, gli incoraggiamenti delle persone, tutto era sparito. L'unica cosa rimasta era la voce di Nabaat.
"E' piuttosto imbarazzante. Quelle rovine sono lì da centinaia di anni, ma il Sanctum non è ma riuscito a far nulla a riguardo. Abbiamo molto di cui ringraziare Dajh".
Dajh non si era nemmeno accorto che Nabaat stesse parlando di lui. Le sue mani erano protese verso il cielo, e saltava, come se potesse toccare i fuochi d'artificio.
"Intendo dire, ha detto improvvisamente che voleva andare a Bodhum, che c'era "qualcosa lì". Ma chi avrebbe mai pensato..."
Chi avrebbe mai pensato che avrebbero trovato un fal'Cie di Pulse a Bodhum. All'interno di rovine senza né ingresso né uscita.
"Adesso lo sappiamo per certo. Dajh riesce a sentire ciò che proviene da Pulse".
"Questo non importa, qual è il suo Focus? Deve soltanto sentire e trovare queste cose?"
L'espressione di Nabaat si fece cupa. "Non siamo ancora sicuri se sia proprio così".
"Perché no? Voglio dire, l'ha trovato per voi, no? Perché non dovrebbe essere questo?"
"Mi dispiace. Ci sono troppe cose che non conosciamo. Ma sento che non si tratti di qualcosa così semplice come il trovare il fal'Cie di Pulse..."
Si interruppe. Sembrava che non volesse dire di più. Se il suo Focus era individuare il fal'Cie di Pulse, adesso che era stato trovato nelle rovine, Dajh avrebbe dovuto già essersi trasformato in un cristallo. Il che significava che trovando il fal'Cie non aveva completato il suo Focus.
Doveva trovare anche tutti gli l'Cie nascosti? Oppure forse non doveva soltanto trovarli, ma anche sconfiggerli. In ogni caso, era troppo per un bambino di sei anni.
"Papà. Hey, papà!", Dajh gli stava tirando il braccio.
"Oh, scusa. Che c'è?"
"Andiamo al Nautilus Park la prossima volta!"
Sazh e Nabaat si guardarono. Il Nautilus Park era un parco tematico diretto dal Sanctum. Era il centro di Nautilus City. Dajh aveva forse sentito altre cose da Pulse? Probabilmente si trattava di l'Cie di Pulse.
"C'è... qualcosa lì?"
Riuscì a malapena ad evitare che la sua voce tremasse. Se c'era un l'Cie di Pulse a Nautilus Park, allora questa volta Dajh avrebbe potuto trasformarsi in un cristallo.
"Sì! Ci sono un sacco di Chocobo! E altre cose morbidose!"
Sazh si sentì sollevato. Dajh voleva soltanto andare a vedere i Chocobo e le pecorelle. Oh sì, avevano parlato di Nautilus sul treno verso Euride. Probabilmente se ne era semplicemente ricordato.
"Sembra che non abbia niente a che fare con Pulse".
Sazh annuì lievemente.
"Portami là, portami là!"
Stava per dirgli che ci sarebbero andati più tardi, ma Nabaat si intromise. Pensò che dovesse essere delusa poiché le sue aspettative non erano state soddisfatte, ma la sua espressione era gentile.
"Per piacere, dimmi se c'è qualche altro posto in cui vuoi andare, okay?"
Oh, certo. Anche se questa non era la volta buona, ci sarebbe sempre stata una prossima volta. Probabilmente stava pensando questo. O forse stava solo pensando che un bambino che porta il pesante fardello di un l'Cie meritasse un po' di divertimento, e voleva concederglielo. No, non lei. Decisamente non lei.
"Ti porterò dovunque tu voglia andare".
"Nautilus Park!"
"Okay, okay. Allora la prossima volta ci andremo tutti insieme. Te lo prometto".
"Okay!"
Chiunque avesse assistito avrebbe probabilmente pensato che questa fosse una scena molto dolce. Chiunque non conoscesse la verità. Sazh distolse lo sguardo, e vide un volto familiare. Quel soldato dai capelli argentei. "Qual era il suo nome? Luogotenente Rosh", pensò.
"Luogotenente Nabaat". La sua voce era dura. Sazh ebbe un brutto presentimento. Nabaat si erse in piedi. Pensando che Rosch fosse lì per giocare ancora con lui, il volto di Dajh si illuminò. Sazh lo afferrò e lo trattenne. Quello di cui stavano per discutere non era probabilmente qualcosa che un ragazzino dovesse ascoltare.
"La decisione è stata presa".
Sazh ascoltò il loro discorso, di spalle, quando portò Dajh via da lì.



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