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Quando al lavoro ti arriva inaspettata la notizia che la demo di Final Fantasy VII Remake è disponibile sul Playstore, puoi fare solo una cosa: dare due colpi di tosse, sussurrare a mezza voce che ti senti accaldato e che tuo cugino del Piemonte, in vacanza fuori stagione, aveva ragione a dirti che avresti dovuto vaccinarti. Dieci minuti dopo sei a casa a guardare una barra riempirsi ed una percentuale aumentare. Grazie fibra; sei l’invenzione migliore dopo la Nutella e l’aria condizionata.

L’avvio della demo è un tuffo triplocarpiatogiratoconavvitamentoadestra indietro nel tempo di circa 20 anni. Ho la pelle d’oca solo ascoltando la traccia audio. Poi vedo Aerith che allarmata si rimette in piedi e si allontana dal vicolo. Da lì a poco viene strattonata, le cadono dei fiori che lei raccoglie subito con cura. Un idiota gliene calpesta uno e lei è addolorata come se qualcuno le avesse appena dato uno schiaffo. E’ una scena che ho già visto giorni addietro e mi restituisce un’emozione bellissima: è tutto esattamente come nell’originale ma senza essere esattamente come l’originale.

Nel corso della demo questa emozione dentro di me si ripete quando il treno arriva alla stazione, quando si entra nel reattore, quando noto come le schermate della versione originale che conosco ormai a menadito non solo sono realizzate magistralmente in tre dimensioni ma si connettono sapientemente tra loro in modo del tutto naturale e logico. Noto mille dettagli lungo il percorso che mi porta davanti al nucleo del reattore: Jessie che ci prova con Cloud, la nuova resa dei nemici iconici, Jessie che ci prova con Cloud, il design delle casse del tesoro e di quanto sfacciatamente Jessie ci provi con Cloud!

Piazzo la bomba, arriva il boss, esplode tutto. La scena dopo mi scuote e mi ribalta. Mi accorgo di avere la mascella a terra e gli occhi sgranati. La bellissima emozione di prima si è intensificata esponenzialmente: è tutto come nell’originale essendo, contemporaneamente, estremamente diverso dall’originale… ed è bellissimo!

Questa demo fa esattamente quello che speravo facesse: mi da l’impressione che il gioco finale sarà esattamente come lo vorrei, esattamente come quelli della S-E hanno promesso. La trama è rispettosa dell’originale ma promette di ampliarsi e restituirmi nuovi punti di vista. Midgar è viva: si vede e si sente. La panoramica iniziale sulla città e le ambientazioni successive mi mostrano le persone impegnate nella loro quotidianità, le luci negli appartamenti, il traffico cittadino nell’ora di punta, i cartelli stradali, gli orari dei treni, i distributori automatici e addirittura i poster pubblicitari con i riferimenti ai giochi della compilation. Il numero dei dettagli è impressionante e mi lascia più di una speranza che il gioco possa mantenere questo standard per tutta la sua durata.

E poi quant’è figo il battle system! Spettacolare, funzionale, diversificato, adattabile ai gusti e alle necessità dei vari tipi di giocatore. I trash mob sono facili da abbattere, come è giusto che sia. I mid boss sono ostici ma non troppo, come è giusto che sia. Il boss mi mette in enorme difficoltà se lo prendo sottogamba, come è giusto che sia! Gli oggetti curativi hanno la loro importanza in battaglia ma non si possono spammare (capito, Final Fantasy XV?!). Sento l’effetto distruttivo delle magie e tutta la potenza della Buster Sword Spada Potens quando cala i suoi colpi. Di nuovo, ho l’impressione che anche da questo punto di vista S-E abbia fatto centro.

Questo è tutto ciò che avrei voluto dirvi sulla demo. Tuttavia, se avete anche solo una conoscenza scolastica della lingua inglese e avete letto i sottotitoli in italiano, sapete già che cosa sto per scrivervi. Il doppiaggio inglese e i sottotitoli nell’italica lingua, spesso, troppo spesso, non c’azzeccano nulla l’uno con l’altro. Può andar bene se cambi un “getta la tua arma!” con un “arrenditi!”. Va bene un po’ meno bene quando da un lato hai “Questa è la mia battuta” e dall’altro lato hai “Dopo di voi!”. Va decisamente male quando “Tieni quegli occhi blu da cucciolo su di me” diventa “Guarda e impara come si fa”. Va male perché elimina una parte importante della bellissima caratterizzazione di Jessie (devo avervelo accennato che ci prova spudoratamente con Cloud). E se va male ora, potrebbe peggiorare ulteriormente nel gioco completo. Brutta cosa.

Conclusa la demo avevo già iniziato a pensare a nuovi e fantasiosi insulti da rivolgere ai traduttori italiani. Presto però, su internet rimbalza la notizia che la discrepanza tra doppiaggio e sottotitoli non è colpa della traduzione italiana, che invece sembra essere fedele allo script originale giapponese, ma dell’adattamento in lingua inglese che si è preso troppe libertà. Sarà vero? Sarò falso? Sarah Ferguson? Inizio a guardare video, leggere commenti, analizzare articoli e interviste. Passo così tutto il pomeriggio finché, in serata, tutto il web (compresi creator e giornalisti accreditati) sembrano avvalorare quella che ormai è molto più che una ipotesi: la traduzione dei sub italiani discende direttamente dal testo dei sub giapponesi.
(A tal proposito aspettatevi a breve delle novità, qui su, Diary, sul binomio script giapponese / sottotitoli italiani. Ve ne faremo leggere delle belle.)

Possiamo quindi dare la colpa del misfatto (ossia della mancata coordinazione tra parlato e sottotitoli) ai responsabili dell’adattamento inglese e non alla traduzione italiana dei sottotitoli? Non so ragazzi, davvero non so. In fondo cosa sarebbe stato Final Fantasy IX senza Marcus che parla in lincua e con acento tetesco? O senza Er Cina e il suo mitico panino ca mortazza? Spesso gli adattamenti fatti bene permettono di valorizzare un’opera e renderla accessibile e gradevole anche a persone che forse non hanno familiarità coi modi e le culture di partenza dell’opera stessa. Una demo di un’ora scarsa non mi permette di esprimere giudizi, tanto meno senza avere i testi in lingua originale. Se proprio dovessi trovare un colpevole al misfatto (ossia, di nuovo, alla mancata coordinazione tra parlato e sottotitoli), personalmente virerei su chi ha deciso di basare la traduzione dei sottotitoli in italiano sull’originale parlato giapponese pur sapendo che la traduzione ufficiale europea* sarebbe stata l’inglese (errata corrige in fondo all’articolo). Ma assegnare le colpe a che servirebbe? Che i sottotitoli vengano cambiati ad un mese dalla release è da escludere, e una patch aggiustatutto post lancio è improbabilissima. Non me la sento neanche di consigliare di giocarvelo inglese/inglese o giapponese/italiano. Nessuno può dire a prescindere quale sia la soluzione migliore per ciascuno di voi, senza contare che tutto è soggettivo. Quindi sospiro e mi rassegno.

In fondo, chi ce lo assicura che questa discrepanza sia davvero un male? Un neo su un volto bellissimo può anche essere considerato un tratto distintivo invece che un difetto. E se questo disastro (perché comunque è una scelta infelice e grave) desse, a conti fatti, un valore aggiunto all’opera fornendoci, in tempo reale, un confronto tra due validi punti di vista?

Lo scopriremo presto. Nel frattempo [attenzione: sarcasm allert] siamo tutti autorizzati a offendere traduttori, adattatori, sviluppatori e tutte le altre categorie il cui nome finisce in -tori. Possiamo anche invitare gli acquirenti a cancellare i preorder, boicottare il remake, i suoi prossimi capitoli, FFXVI e tutti i prodotti S-E presenti e futuri. Invadiamo facebook, instagram, twitter, telegram e live messenger per fare ciò che a noi fan riesce meglio di qualsiasi altra cosa: lamentarci.

Errata corrige*.
Mi è stato fatto correttamente notare che definire l’inglese “la lingua ufficiale europea” è sbagliato. In europa infatti il gioco verrà localizzato in altre lingue e saranno tutte UFFICIALI. Quello che volevo dire è che la stragrande maggioranza degli italiani (non tutti eh) giocherà con l’audio inglese e che, di questo resto convinto, la scelta di usare lo script giapponese per la traduzione dei sottotitoli in italiano è una scelta assai poco saggia perché mette in evidenza le differenze/discrepanze di cui sopra e può generare confusione nella maggior parte dei giocatori.

Lo scopo dell’articolo, a quanto pare c’è bisogno di specificarlo, non è denigrare né il lavoro di adattamento in lingua inglese né quello dei traduttori dei sottotitoli in italiano. Più ci arrivano informazioni, più risulta chiaro che questi ultimi hanno fatto invece un ottimo lavoro. Di nuovo, in un prossimo articolo evidenzieremo ancora di più questo concetto.

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