FFVII: Final Dream
  ● Autore: Christi

Capitolo 1

La pioggia scendeva insistente sulle costruzioni di Midgar. Lacrime del Cielo triste che bagnavano ogni cosa, infondendo la stessa Malinconia di Chi le riversava su quel mondo. Nuvole grigio-nero nascondevano il cielo oscurato della Notte, ammassi d’aria che rilasciavano quelle piccole gocce.
� Huh? �
Spalancò gli occhi Cloud, un brivido che lo scosse, come si risvegliasse d’improvviso e si staccasse dalle Note del Sonno. La Spada impugnata nella mano destra, in una piazza che non conosceva. Si guardò attorno in spaesato, lo sguardo che cercava qualcosa di famigliare, qualcosa che gli facesse capire come mai fosse lì. Cominciò a preoccuparsi, i secondi passavano mentre prendeva lentamente padronanza di sè, la mente che cercava di riprendere un ordine fra i pensieri che si mischiavano senza un ordine preciso. Era un estraneo, in un paesaggio che non gli apparteneva. Un Sognatore appena risvegliatosi dal suo mondo immaginario che cercava di afferrarsi di nuovo alla realtà per capire cosa succedeva. La sensazione che provava non gli piaceva. Fece un passo indietro, e come risposta dei rumori si palesarono davanti ad egli, proprio dove iniziava una strada dalla quale ci si poteva allontanare dalla piazza. S’irrigidì il ragazzo per qualche attimo, indeciso sul da farsi. Erano spade che s’incontravano quelle? Strinse l’elsa della sua, mentre l’espressione spaesata iniziale cambiò in una più sicura. Ed avanzò verso quella stradina che quasi lo attirava.
� Cloud! �
S’immobilizzò d’improvviso l’Ex Soldier. Chi lo chiamava? Di chi era quella voce disperata, di ragazza, che sembrava invocare aiuto? Il suo Aiuto?
� No.. �
Sussurrò Cloud mentre la stessa voce si faceva spazio nella sua mente. Quella Voce. E non era più l’indecisione quella dentro d’egli, ma solo fretta. Fretta di farsi spazio fra le gocce che gli impedivano il passaggio in quella stradina, fretta d’arrivare da quella ragazza che lo chiamava in modo così famigliare. Fretta, di capire.
E non ci volle molto. La strada finì, un’altra piazza iniziava. Scomparvero tutte quelle sensazioni che l’avevano catturato come fili invisibili, solo un pensiero nella sua mente.
Si fermò di nuovo il ragazzo. Il respiro che si fermò, alla scena che vide davanti a sè. L’iridi verdi che non capivano, che non volevano capire, che non volevano accettare la realtà.
Una mano tremante s’alzò da quel corpo verso egli, lo sguardo di una ragazza incontrò il suo, pieno di paura, pieno di sofferenza. Lei l’aveva chiamato, lo sentiva dentro di sè.
� Tifa.. �
Pronunciò il nome tanto amato, mentre le sue supposizioni si trasformarono il realtà. L’Aveva capito. Ma ora? Ora Non riusciva a muoversi. perché il suo corpo non rispondeva più al suo volere? Mentre combatteva contro se stesso, vide la mano di Tifa abbassarsi lentamente, le palpebre che si chiudevano, il Sonno che l’afferrava. Forse un Sonno Eterno.
� Tifa! �
La chiamò disperato. E solo ora s’accorse di altre due figure. Trattenne di nuovo il respiro. Le emozioni che teneva tanto gelosamente per sè ora ribollivano ferocemente, minacciando di sopraffarlo. Strinse di nuovo maggiormente l’elsa della Spada, unico movimento che sembrava poter fare, oltre che osservare e respirare. Ma non servì a niente.
Li riconobbe quei sorrisi. Si prendevano gioco di lui. Erano loro, di nuovo lì, uno al fianco dell’altro. Dietro di loro, Tifa non si muoveva più. Un’ultima occhiata alla ragazza, e lo sguardo s’alzò verso quelle due figure. Di nuovo quel sorriso. E la pioggia gli fece notare i loro lineamenti, il loro fare.
E i suoi ricordi s’infiammarono.
Kadaj e Sephiroth.
Il vuoto s’impossessò della sua mente. Non ci credeva. No, non era possibile. Erano fantasmi, erano immagini illusorie, erano scherzi della sua fantasia, dei suoi ricordi che non potevano cancellarsi. Ma Tifa?
Vide il braccio destro di Kadaj alzarsi verso di lui, una pistola impugnata con sicurezza. L’osservò, come fosse uno spettatore, estraneo a quella scena. Non riusciva a muoversi, e la confusione si mischiava alla Pioggia incessante che avvolgevano quelle quattro figure.
Cosa stava succedendo?
Non fece in tempo neppure a parlare, a capire, ad osservare, a porre ordine nella sua mente che sembrava non trovare Soluzione alcuna per quello che stava succedendo, che vide il colpo partire. Un fascio luminoso che s’intromise nell’Oscurità della Notte come un Lampo irreale.

Poi, il Vuoto delle Tenebre.



Capitolo 2

Spalancò d’improvviso gli occhi, Cloud. E lo sguardo tornò alla luce. Si mise a sedere sconvolto, mentre le coperte del letto su cui dormiva scivolavano da lui. Ansimava quasi, dallo spavento per quell’Incubo. Un Incubo? L’espressione spaesata del suo viso cambiò e divenne presto di sorpresa, quando s’accorse di essere al sicuro, a casa, con Tifa, Denzel e Marlene.
� Era solo un.. � Sogno.
Non fece in tempo a finire la frase l’Ex Soldier, che la porta cigolò appena, e si aprì. Fece capolino Tifa, i capelli che prendevano ad oscillare dolcemente.
� Ah, ma sei Sveglio! �
Un sorriso comparve sul suo viso, mentre Cloud la guardava perplesso.
Tifa stava bene.
Trasse un sospiro di sollievo, abbassando lo sguardo verso le coperte. Lo sguardo di Tifa non lo lasciava, e la ragazza s’accorse di qualcosa di strano.
� Va tutto bene? �
Domandò un poco preoccupata, seppure cercava di nasconderlo.
� Sì, era solo un Sogno. �
Rispose Cloud in fretta, scostando infine le coperte, per mettersi a sedere.
� Oh. D’accordo. �
Inarcò un sopracciglio la ragazza. Naturalmente non credeva che era Solo, un Sogno. Qualcosa era nato di nuovo nello sguardo dell’Ex Soldier. Sperava che ancora non mettesse un muro fra lui ed i suoi Amici.
� Beh, la colazione è pronta fra poco. Cambiati, e vieni! �
Lo avvisò così Tifa, prima di chiudere la porta, voltarsi, e tornare alle solite faccende. Ma lo sguardo del ragazzo, così simile ai tempi passati, la fece rabbrividire.
Erano passati poco più di sei mesi, dall’ultimo incontro con Sephiroth. Si lasciò scappare un sospiro Tifa, quando pensò a quel Soldier.
Andava avanti ed indietro la ragazza, per preparare la tavola ed ogni cosa per la Colazione. Ma quei pensieri non la lasciavano sola, dopo aver visto il riflesso dello sguardo di Cloud. Le ricordava come la guardava quando erano sempre in pericolo, quando Kadaj era alla ricerca della Madre, e Sephiroth due anni prima minacciava di distruggere ogni cosa.
Si fermò qualche attimo, ed alzò lo sguardo verso la finestra. Fuori le nuvole cominciavano a farsi più massicce, e forse la pioggia sarebbe scesa poco più tardi. '’ Beh, se fosse una pioggia come quella di sei mesi fa. '’ Pensò Tifa, ricordando le gocce che scesero dal Cielo durante il combattimento fra Cloud e Kadaj, trasformatosi in Sephiroth. Ma non sorrise, solo la tristezza l’assaliva in quel preciso momento. Gli altri sarebbero arrivati da un momento all’altro, e di certo non era una visita di cortesia per stare fra Amici.
Era contenta di rivedere Barret, Yuffie, Vincent, Cid, Caith Sith e anche Red XIII. Chissà se Reno e Rude sarebbero andati a trovarli ancora.
Barret però al telefono l’aveva avvisata. Erano lì per un motivo preciso, e sarebbero ripartiti presto. Forse, Tifa e Cloud si sarebbero uniti a loro.
� Chissà che succede. �
Sussurrò la ragazza distratta, ancora lì, ferma, ad osservare l’esterno dalla finestra, senza neppure accorgersi di movimenti strani poco distante.
La porta si spalancò.
La ragazza trasalì, e voltò il viso verso l’entrata del Negozio, sorpresa. Una figura imponente avanzò, entrando infine nella stanza.
� Ehilà! �
Salutò una voce familiare, calorosa. E la sorpresa di Tifa si tramutò in felicità.
� Barret! �
Salutò l’amico avanzando verso la porta, le labbra che si distendevano in un sorriso sincero. Erano passati mesi ormai dalla loro ultima visita, e Marlene ne sentiva la mancanza.
L’arrivo di qualcun altro dietro Barret distrasse Tifa dai suoi pensieri.
� Tifaaaaaaaaa! �
Yuffie superò veloce Barret, correndo incontro alla ragazza, prima di fermarsi. Alzo la mano destra, e salutò felice di rivedere la sua Amica.
Barret lasciò libera l’uscita finalmente, mettendosi vicino al muro della stanza. Vincent passò la soglia, col suo fare Silenzioso e pacato, mentre poco dietro di lui Cid salutava con la mano Tifa.
� Ah, che bello. Benvenuti. �
Li salutò così la ragazza, contenta più che mai di rivedere tutti i suoi amici. Almeno, quasi tutti.
� Caith Sith e Red XIII aspettano sulla Sierra. �
Annunciò Cid, orgoglioso del suo mezzo di trasporto. Ma a quelle parole, comunque, un’Ombra passò sul viso del Capitano.
� Ripartiremo fra poco. �
Aggiunse timoroso Barret, mentre lanciava qualche occhiata agli amici che poco prima l’accompagnavano, quasi avesse qualcosa da nascondere.
� Già? �
Domandò Tifa, mentre la Felicità calava inesorabilmente. Vedeva gli sguardo preoccupati di quegli Amici che tanto avevano passato con lei. Yuffie abbassò il viso, guardando il pavimento. Cid lanciava qualche occhiata a Barret, quasi s’aspettasse che lui dicesse tutto. Vincent attendeva Silenzioso, in disparte.
� Che succede? �
Chiese infine spiegazioni la ragazza, mentre il suo sguardo cominciava a rispecchiare quello degli altri. Era preoccupata, l’ansia prendeva padronanza delle sue emozioni. Quella situazione l’aveva già sentita, l’aveva già vissuta una volta. Sapeva forse cosa stavano per dire, Sapeva sì, cosa stava accadendo. Ma forse non voleva semplicemente vederlo, e continuare a vivere la sua vita calma e felice coi due bambini e Cloud.
� è stata. �
Azzardò la voce di Barret, mentre alzava gli occhi scuri per incontrare quelli di Tifa.
� è stata trovata la testa di Jenova. �
Continuò infine prendendo il coraggio a due mani, dopotutto, era a Tifa che lo diceva.
E la stessa Tifa spalanco le palpebre. '’ Cosa? '’ Avrebbe voluto chiedere, ma quella parola rimbombava solo nella sua mente come un eco fastidioso. Il suo sguardo non si staccava da Barret, quasi sperava aggiungesse qualcos’altro, qualsiasi cosa che facesse sembrare la situazione meno pericolosa di quanto sembrasse. Dei passi si sentivano poco dietro, nel corridoio.
� Sephiroth è tornato. �
Svelò alla fine la voce di Vincent. La ragazza si voltò sconvolta verso di lui. Lo sguardo calmo di Vincent l’accarezzava mentre le rivelava ciò che gli altri avevano già scoperto ed ingoiato come un freddo pasto. Non riusciva a crederci.
Il rumore di passi cessò. E Cloud si fermò poco dietro a Tifa, che infine, ne sentì la presenza. Non osò guardarlo.
Lo sguardo chiaro dell’Ex Soldier era rivolto all’Amico che aveva ormai raccontato il suo sogno. Il cuore sembrava stringersi d’improvviso, mentre le parole morivano sulle sue labbra, e la mente tornava agli eventi che avevano segnato la sua vita.

E la stanza, Barret, Yuffie, Cid, Vincent e Tifa, scomparvero, per lasciare solo, Cloud, nel Buio che riprendeva possesso del suo cuore.



Fine

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