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GamesTM ha avuto l’occasione di intervistare lo sfuggente Testuya Nomura, che ha rivelato perché non ci sono stati titoli per PS3, e come mai Kingdom Hearts III ha tardato tanto ad arrivare.



Domanda: Disney è nota per i suoi marchi eterni – non ci sarà mai una “conclusione” alle storie di Topolino – ci sono state pressioni da parte di quest’ultima per fare andare avanti Kingdom Hearts all’infinito?
Nomura: Tra me e la Disney non c’è mai stata una discussione sulla fine di Kingdom Hearts, quindi non so quali siano le loro intenzioni. Però mentre creo un nuovo Kingdom Hearts penso “Dovrebbe essere qualcosa che non può essere realizzato esclusivamente dalla Disney”. Deve essere qualcosa di unico, Kingdom Hearts. Quindi dipende tutto da quanto a lungo io posso continuare a creare per Kingdom Hearts. Non penso che i fan apprezzerebbero allo stesso modo la serie se fosse solo Disney, se non ci fosse questa combinazione tra Disney e la mia creatività.

C’è qualcosa che la Disney ti ha impedito di fare?
Non mi sento inibito da nulla. Ovviamente i mondi Disney che poi vediamo nel gioco sono parte dei loro interessi, loro vogliono mantenerli nel gioco, però tutto ciò che è unico di Kingdom Hearts non è mai stato fonte di disaccordi con la Disney. Certe volte, quando scriviamo le storie, ci chiedono di dare un tono più leggero lì o un happy ending qui – ma non ci hanno mai fermato dal fare la qualsiasi.



Cosa vi ha permesso di fare – in termini di nuove meccaniche – il salto della settima generazione di console fisse?
Non c’è mai stata l’intenzione di saltare una generazione. In realtà ogni Kingdom Hearts su console deve soddisfare dei requisiti davvero molto alti. E’ ovvio che i fan che amano la serie vogliano qualcosa di molto più mastodontico rispetto a Kingdom Hearts II. Sfortunatamente durante quel periodo non ho avuto l’occasione di avviare un progetto di quella portata e altri dei principali sviluppatori stavano lavorando ad altri progetti. Avevamo bisogno di fare più esperienza e rifinire le nostre abilità nel creare giochi della serie Kingdom Hearts, in modo che quando sarebbe venuto il momento saremmo stati pronti per un titolo come Kingdom Hearts III. Il fatto è che ci è voluto l’intero ciclo vitale di PS3 per ottenere questa preparazione.

Com’è stato il “trasloco” da un engine all’altro? C’è voluto molto per fare adattare il team oppure è stato tutto molto semplice?
Il “trasloco” è stato quasi un’ordalia. Abbiamo praticamente dovuto ricominciare tutto daccapo. Dovevamo essere sicuri di poter ricreare gli asset principali nell’Unreal Engine e che gli asset specifici di Kingdom Hearts potessero essere adattati. Stavamo anche sviluppando degli shader specifici per Kingdom Hearts, quindi abbiamo dovuto lavorare parecchio per fare in modo che potessimo utilizzarli anche con il nuovo motore. Questo dovrebbe spiegare il silenzio tra l’annuncio ed adesso, non appena saremo in grado riveleremo altre informazioni sul titolo.



Il nuovo sistema di combattimento è una modifica di ciò che avreste voluto fare con i vecchi titoli ma che non riuscivate a realizzare a causa delle limitazioni hardware?
Abbiamo imparato molto dagli altri titoli, le idee che implementavamo in essi, il feeling del gameplay… con tutta questa esperienza abbiamo creato un nuovo battle system con nuove mosse mai viste prima. Inoltre c’è anche l’abilità di poter trasformare il Keyblade che ruota attorno al punto della trama in cui Sora ha superato il “Mark of Mastery” (quindi in KH3 Sora supererà la prova? Questo punto non è molto chiaro, ndr) quindi ha senso che Sora possa usare questa abilità in battaglia. Ci sono anche molte aggiunte coraggiose in Kingdom Hearts III, sono cose che possiamo realizzare anche grazie alle migliorie hardware, sì, ma non è detto che sono cose che non avrei potuto fare anche prima. Diciamo che in questi anni ho imparato molto.

Nel primo gioco c’era solo un personaggio controllabile, nel secondo ce n’erano due – ce ne saranno tre nel terzo?
E’ un segreto. Ma dicendo così facciamo intuire che qualcosa bolle in pentola. Non possiamo rivelare nulla ma, forse, succederà qualcosa.

 

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