Homo ex Humo.

La saggezza è il sale dell'esistenza, vivete qui il Saper Vivere!

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Even
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Homo ex Humo.

Messaggio da Even »

"Polvere eri, e polvere ritornerai"
(Genesi 3,19)

Con questa frase introduco un argomento che lentamente mi sta diventando sempre più caro, è un ragionamento che ho perseguito con gli anni, che alcuni frequentatori della chat conoscono almeno per sentito dire.
Il modo più semplice che ho per introdurre questo complesso argomento è il famosissimo film della Dinsey: Il Re Leone, che dietro una storiella nasconde un significato profondo: vita, morte, è semplicemente un ciclo infinito: la gazzella nasce, cresce, viene mangiata da un leone, quel leone vive, corre, ed infine muore. Il suo cadavere si decomporrà e concimerà la terra da cui nascerà erba che nutrirà altre gazzelle, ed il ciclo si ripete.

Ecco: in sostanza è questo.

Noi facciamo parte dell'universo, una legge fisica dice: "Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma"
Parto dal presupposto che l'anima non esiste, che siamo semplicemente ammassi di cellule; quelle cellule sono state "create" dal nutrimento assorbito mentre eravamo nel ventre materno, quel nutrimento poteva essere la qualsiasi cosa: carne, vegetali, che a loro volta sono composti da altre vite.

Quindi, in fondo, noi siamo quello che un tempo era, perché nulla si è creato, nulla si è distrutto, ma tutto si è semplicemente trasformato. Quindi un giorno morirò e il pianeta, l'universo, riciclerà ogni singola parte del mio corpo, a questo punto IO, inteso come l'insieme degli atomi che mi compongono, esisterò ancora sotto nuove forme. Possiamo applicare questo concetto all'intero universo.

Dunque, per ritornare al titolo del topic, l'uomo viene dalla terra e, a vederla secondo il ragionamento riportato sopra l'uomo stesso è la terra. Non vorrei farla sembrare una brusca sterzata, ma è qui che volevo arrivare.
L'uomo inquina la terra, che è ciò che ci da vita, inquinandola subiamo ripercussioni relativamente immediate ed insieme distruggiamo il nostro futuro. In soldoni: inquinando l'uomo uccide l'uomo, è un grosso suicidio di massa.

A vederla così, almeno ai miei occhi, sembra una cosa ancor più stupida.
La Natura e l'Uomo.
La prima, crea, ci accudisce ci dona i mezzi di sussistenza, il secondo distrugge tutto ciò che la Natura ha faticosamente creato in migliaia di anni e che, nella sua bellezza sembra, anzi è perfetto.
Eppure, è l'uomo stesso a voler ricercare la perfezione, senza volerla vedere, creando proiezioni di se stesso: Dei, che onora, rispetta e teme continuando a guardare verso il cielo cercando di intravedere una fugace traccia della sua -inconsapevole- creatura, mentre, se si fosse limitato a guardare dove poggiava i piedi, avrebbe scoperto una piccola pianta che un giorno avrebbe nutrito la pecora con il cui latte avrebbe allattato suo figlio.

Volevo solo condividere queste mie impressioni sull'Uomo e la Natura, il cui rapporto è un po' come quello di un figlio ribelle con il padre, si sa, l'amore genitoriale è eterno.
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Gunblade00
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Re: Homo ex Humo.

Messaggio da Gunblade00 »

Even ha scritto:Quindi, in fondo, noi siamo quello che un tempo era, perché nulla si è creato, nulla si è distrutto, ma tutto si è semplicemente trasformato. Quindi un giorno morirò e il pianeta, l'universo, riciclerà ogni singola parte del mio corpo, a questo punto IO, inteso come l'insieme degli atomi che mi compongono, esisterò ancora sotto nuove forme. Possiamo applicare questo concetto all'intero universo.
Teoricamente quest'affermazione non è completamente esatta: tu ti basi sul principio di conservazione della massa che è si valido nell'esperienza quotidiana e nei fenomeni terrestri (salvo eccezioni che però non sono molto frequenti) mentre invece nel sistema universo vale il principio di conservazione dell'energia-massa. Basta pensare a come l'universo è nato: all'inizio c'era solo un punto d'energia (la cosiddetta singolarità) che successivamente è esploso (Big Bang) ed in seguito l'energia dispersasi quando ha raggiunto densità abbastanza basse da condensarsi sotto forma di materia. Proprio in questo istante poi ci sono milioni di stelle che stanno trasformando milioni di tonnellate di idrogeno in energia che emettono sotto forma di radiazione elettromagnetica (alias luce). Però il ragionamento di fondo che suggerisci tu non cambia: l'uomo in quanto essere finito nello spazio e nel tempo è legato all'ambiente che lo circonda da una stessa pasta materica che lo lega quasi per consustanzialità ad esso e da questo si può riconoscere una dignità intrinseca alla realtà che nel suo ciclo di generazione-distruzione-ricreazione chiama Natura.

Tornando al rapporto che intercorre tra essa e la nostra specie penso sia si d'obbligo indicare nel suo disprezzo da parte della nostra specie un sistema economico-culturale che in quanto considera qualcosa portatore di valore solo in quanto merce e mercificabile ma non penso che la questione possa ridursi unicamente a questo. L'uomo in quanto essere finito e quindi con un intelletto finito deve fare un percorso intellettuale prima di acquisire una conoscenza e per ciò non è immediato che riconosca qualcosa Altro-da-se se rimane nel suo In-se egoisticamente rifiutandosi di rapportandosi con l'Altro (cosa che certe volte può arrivare al conflitto). Se pensiamo poi che per secoli aveva imputato la sua discendenza a fattori divini il girare la testa di 180° e vedere semplicemente una scimmia che sogghigna sfioriamo il trauma.
Ma comunque penso ci sia una grande differenza tra Uomo e Natura: il cambiamento. Mentre a questa imputiamo la circolarità ed il ripetersi delle stagioni noi facciamo fatica a rimanere sempre gli stessi: le nostre idee, le nostre abitudini, la nostra tecnologia varia (non mi si affibbi la fiducia nelle magnifiche sorti e progressive però). Lo stesso movimento di riconoscimento che sopra ho esposto è indice che ci sia uno scarto tra le due dimensioni che debba essere colmato.
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"Non leggere mai un libro che è nato ed è stato battezzato (con l'inchiostro) nello stesso momento."
"Un panino imburrato di più o di meno in corpo al fantino decide a volte di corse e scommesse, cioè di felicità e infelicità di migliaia.- Finchè il destino dei popoli dipenderà ancora dai diplomatici, gli stomaci dei diplomatici saranno sempre oggetto di angoscia patriottica." Nietzsche. Umano, troppo umano.
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Pip :>
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Re: Homo ex Humo.

Messaggio da Pip :> »

Sicuramente inquinare l'ambiente è dannoso per l'uomo; ma la sua giustificazione a mio parere è molto più materiale di quanto tu dica. Inquinare è dannoso non perchè la Terra è Uomo, ma perchè l'Uomo abita e abiterà sulla Terra. D'altra parte se assumi come premessa il fatto che l'Uomo non è altro che massa o energia che viene trasformata, che una pianticella un giorno andrà a formare, magari, il dito di un essere umano, perchè distingui l'Uomo, come se fosse dotato di una essenza superiore e diversa, rispetto a tutto ciò che esiste? Così come un vulcano che erutta su una foresta la annienta, l'Uomo abbatte foreste per i propri bisogni, egoistici ed in modo spesso superficiale. Dal tuo punto di vista non dovrebbe essere un problema se l'Uomo inquini l'ambiente o no: tutto si trasforma, anche la Terra si trasformerà. Se cesserà di esistere come la intendiamo noi, diventerà qualcos'altro, magari di migliore. E che cos'è il pianeta Terra rispetto all'immensità dell'Universo? Non deve forse essere lo stesso Universo a dover essere considerato come il genitore di cui parli tu? E, senza l'anima, noi Uomini non siamo forse assimilabili ad un vulcano o ad un uragano?

Se tutto (l'Uomo, una pianta, un vulcano, una stella, un elemento) contribuisce a questo circolo della vita, non è possibile vedere l'Uomo in modo separato e come dotato di un'autonomia decisionale che lo porta ad agire contro qualcosa che è comunque parte di lui, nè il suo comportamento è criticabile, se non su un piano soggettivo riguardo azioni che distruggono il presente ed il futuro della propria specie; una siffatta critica non può a mio parere investire l'oggetto del tuo ragionamento.
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Even
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Re: Homo ex Humo.

Messaggio da Even »

Teoricamente quest'affermazione non è completamente esatta: tu ti basi sul principio di conservazione della massa che è si valido nell'esperienza quotidiana e nei fenomeni terrestri (salvo eccezioni che però non sono molto frequenti) mentre invece nel sistema universo vale il principio di conservazione dell'energia-massa.
Sì, hai ragione teoricamente è come dici tu, ho avuto un piccolo lapsus :looksi:

Tu sostieni che Uomo e Natura siano su due piani diversi, due dimensioni diverse, l'uomo cambia, è vero però cambia per fare in modo che tutto rimanga uguale, se rimanessimo fermi ed identici, non potremmo mai essere uguali perché il rimaner fermi ci renderebbe diversi.
In sostanza l'uomo cambia proprio per rimanere se stesso, anche nel processo della crescita è così: da bambini si diventa ragazzi, si cambia, ma cosa cambia? Cambio IO? No, cambia il mio modo di vedere il mondo verrà visto con gli occhi di un IO più maturo senza però intaccare la mia vera essenza. Se, invece, questo passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza non esistesse e quindi non ci fosse questo cambiamento, io perderei la mia identità perché rimarrei sempre prigioniero di quel bambino.
Per utilizzare un'immagine più filosofica, l'uomo nella sua vita, intesa come sentiero, dovrà attraversare molti fiumi ebbene, anche se dopo aver attraversato il fiume decidesse di tornare indietro l'acqua in cui si tufferebbe non sarebbe più la stessa, eppure l'identità dell'uomo rimarrebbe intaccata.

Un uragano, un vulcano, un terremoto, non riuscirebbero a fare un danno simile a delle scorie radioattive o all'inquinamento.
Distruggono entrambi, ma la distruzione umana è come il sale sulla terra: non lascia futuro.

Mi è difficile credere che l'unico modo di rapportarsi con la natura sia come gli Indiani d'America, ovvero come figli.
Io invece credo che, se l'uomo riuscisse a vedere un po' oltre il suo naso con le attuali e future -che si spera siano più verdi- tecnologie potrebbe non solo vivere in armonia con la natura ma addirittura riparare il danno che ha fatto.
Attenzione: riparare non "migliorare".
"Non si tratta di cambiare il mondo, ma di fare del nostro meglio per lasciarlo come l'abbiamo trovato."
Credo che sia a questo che l'uomo dovrebbe mirare.
Ultima modifica di Even il 06 giu 2012, 21:46, modificato 1 volta in totale.
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Re: Homo ex Humo.

Messaggio da Gunblade00 »

Even ha scritto:Tu sostieni che Uomo e Natura siano su due piani diversi, due dimensioni diverse, l'uomo cambia, è vero però cambia per fare in modo che tutto rimanga uguale, se rimanessimo fermi ed identici, non potremmo mai essere uguali perché il rimaner fermi ci renderebbe diversi.
In sostanza l'uomo cambia proprio per rimanere se stesso, anche nel processo della crescita è così: da bambini si diventa ragazzi, si cambia, ma cosa cambia? Cambio IO? No, cambia il mio modo di vedere il mondo verrà visto con gli occhi di un IO più maturo senza però intaccare la mia vera essenza. Se, invece, questo passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza non esistesse e quindi non ci fosse questo cambiamento, io perderei la mia identità perché rimarrei sempre prigioniero di quel bambino.
Il ragionamento si fonda sul postulato della pre-esistenza di un'essenza umana che non accetto. Per me l'uomo è sì natura poichè da essa proviene e si è sempre dimostrato ancorato alle sue radici materiali ma non penso che il suo cambiamento abbia una base comune e stabile nel suo sentire che permetta l'individuazione di un Uomo archetipico. La stessa concezione di Natura varia da civiltà a civiltà, da religione a religione, da persona a persona.
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Re: Homo ex Humo.

Messaggio da ela »

secondo me tutta questa realtà non esiste,per fare un esempio se è vero che esiste il paradiso e che questa è tutta una creazione artificilae voluta da dio allora questo non fa della nostra realtà una finzione???
"Questa è la tua vita e sta finendo un minuto alla volta."

Respingo i principi base della civiltà, specialmente l'importanza dei beni materiali."


"Devi avere coscienza, non paura. Coscienza che un giorno tu morirai!"

"Toccare il fondo non è un ritiro spirituale, non è uno stramaledetto seminario. Smettila di cercare di controllare tutto, pensa solo a lasciarti andare, lasciati andare!"


"Quelli a cui dai la caccia sono le persone da cui dipendi, noi cuciniamo i tuoi pasti, togliamo la tua immondizia, colleghiamo le tue telefonate, guidiamo le tue ambulanze, ti sorvegliamo mentre stai dormendo. Non fare lo str***o con noi!"


"Volevo infilare una pallottola tra gli occhi di tutti i panda che si rifiutano di fottere per salvare la loro specie. Volevo aprire le valvole di scarico delle petroliere e inondare tutte le spiagge francesi che avrei visto. Volevo respirare fumo."
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Re: Homo ex Humo.

Messaggio da AlexiaJun »

L'inquinamento, e il maltrattamento egoistico/incosciente della natura è qualcosa che non ho mai sopportato. Ma che purtroppo è una realtà irrevocabile. Fin quando ci saranno avarizia e sete di potere la continua distruzione di "madre natura" non cesserà. Lì fuori c'è gente che vuole fare soldi per puri scopi egoistici, gente che i soldi ce li ha già ma che vuole triplicarli, quadruplicarli solo per avarizia a spese di altri, a spese del mondo.
Io ho una visione utopica dell'universo.. un esistenza dove tutto è in armonia e in perfetto contatto. A volte mi viene da pensare che tutta questa tecnologia che sta sopraggiungendo e che non può più essere controllata (perché anch'essa portatrice di commercio e soldi), contribuisce all'allontanamento dell'uomo dalla natura, desensibilizzandolo. Quante persone, la prima io, che occupati dalle mille cose che oggi da il mondo, tralasciano quello che è il contatto primordiale e purissimo con la natura? Nonostante a me piacerebbe convivere con lei sono cresciuta totalmente lontana da essa, anche se le sono molto vicina (ho un "giardino" in casa di 35.000m²). Adesso purtroppo le sono estranea.. vorrei riacquistare la sintonia naturale, ma ho molti ostacoli da sormontare.. La tecnologia e il futuro scientifico mi incuriosiscono e mi allettano.. ma allo stesso tempo li vedo sempre più lontani da ciò che è puro, dandomi una visione sì futuristica, ma allo stesso tempo impura e malsana allo stesso uomo. Più l'uomo si allontana dalla sua origine, più diventa debole ed esposto ai rischi.. Tempo fa in una testata scientifica leggevo un articolo sull'igiene, del fatto che siamo diventati più esposti ai rischi e ai batteri perché le nuove generazioni hanno quasi completamente abolito il contatto con la natura e con lo "sporco" della terra, che ci dava dei batteri che diventavano difese immunitarie. Diventeremo allergici alla natura a forza di allontanarci da essa?? Spero che il mondo si svegli, che faccia marcia indietro soffermandosi un po' su ciò che è la natura, su ciò che ci ha dato e su ciò che rappresenta.
Spero che non sia andata in O.T. però questo topic mi ha fatto venire in mente questi pensieri..
Un giorno mi preoccuperò di scrivere qualcosa.. ma prima di allora, niente.
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