Siete felici?

La saggezza è il sale dell'esistenza, vivete qui il Saper Vivere!

Moderatore: Pip :>

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Bash
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Re: Siete felici?

Messaggio da Bash »

brother90 ha scritto:No, non sono felice e credo non lo sarò mai. Sì hanno momenti, attimi di gioia, ma che sono effimeri e che se ne vanno presto.
Cavoli ! Di cognome fai Leopardi ? XD

Non so se lo sai ma lui diceva le stesse cose: "Non si può essere felici perchè la felicità è solo la momentanea cessazione dell'infelicità che è perenne."

Prova a vederla al contrario. Sei sempre felice tranne quei momenti provvisori di tristezza. Se la vedi nel verso giusto (alla fine è sempre quel dannato bicchiere mezzo pieno...) la vita migliora :angel: !
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Pip :>
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Re: Siete felici?

Messaggio da Pip :> »

Io credo che, se anche fosse vero che la felicità non esiste, che ci sono solo attimi brevi di gioia ecc. ecc., sta a noi fare in modo che questi attimi siano più lunghi e numerosi di quelli che potrebbero essere. Ci sono un'infinità di modi per essere felici: una birra con gli amici, una soddisfazione scolastica università in primis, l'amore, il divertimento, tante, tantissime cose. Posso dire di essere felice? Per me il discorso è l'esatto contrario di quello del buon Leopardi, sono in genere felice di come sono e di quello che faccio, ma naturalmente ci sono momenti o situazioni che possono buttare un pò giù di morale. E mi sembra anche giusto che ci siano.

Quindi no, non credo che la felicità non esista: solo, non va confusa con l'euforia o l'eccitazione, la vedo più come una situazione di stabilità emotiva e affettiva soprattutto, quella tranquillità che ti permette di godere delle piccole cose. E questa è tutt'altro che difficile da raggiungere.
Teoskaven
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Re: Siete felici?

Messaggio da Teoskaven »

Io purtroppo credo di essere vittima del complesso "sono felice solo quando sono felici le persone a me care".

E per quanto riguarda l'amore... bah, lasciamo perdere, meglio.
Già non ho una buona autostima, poi con queste cose è ovvio che cado in depressione ogni 5 minuti :/
brother90
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Re: Siete felici?

Messaggio da brother90 »

Ahah sai Bash, il mio cognome è mooolto simile, ti dirò xD
Comunque, so che con il mio post forse sono passato per il super-depresso di turno, ma non sono sempre così. Io ho solo risposto in maniera diretta alla domanda del topic, il mio è un pensiero generale. E infatti sono d'accordo con Pip quando dice che bisogna imparare ad essere felici delle piccole cose, senza pretendere chissà cosa.. Poi, che il mio carattere e la mia natura siano quelli che sono è un altro discorso: la vita fino ad ora mi ha reso così, e sono il primo a sperare che le cose cambino.
Comunque Bash, apprezzo la tua alternativa. Così come il buon Leopardi, anche un altro mio grande amicone, Schopenhauer, non sarebbe molto d'accordo sulla tua visione "al contrario", ma ci si può sempre povare, no? =)
"The sorrow of my soul, earthbound and cold.. The tide will never turn
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Maybe we'll turn it around 'cause it's not too late, it's Never Too Late."
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Re: Siete felici?

Messaggio da Tempesta al Tramonto »

Beh, diciamo che ovviamente non è sempre così, ma nel 40-50% della mia giornata media sono triste...Sembra strano ma è così, sono cambiate troppe cose troppo velocemente nella mia vita e credo che questo mi abbia segnato molto.
La maggior parte di questa tristezza è dovuta dalla nostalgia, una delle emozioni più malinconiche dell'uomo. Molte volte mi fermo a pensare "come sarebbe ora se non fosse successo?" ed è difficile poi aprire gli occhi, accettare la realtà e andare avanti. Non so davvero se riuscirò a superare questo periodo tanto facilmente, dato che è molto tempo che lo vivo e ogni giorno sono presenti segni di questa disgrazia. Vorrei sfogarmi in qualche modo ma poi potrei sembrare esibizionista agli occhi di qualcuno, quindi è meglio lasciar stare.
Ovviamente ci sono anche momenti di grande felicità ma non è la stessa cosa, per lo meno non lo è per me...Spero solo che un giorno torni tutto com'era, anche se non ne sono sicuro al 100%
In ambito amoroso sto messo abbastanza male :\ sono uno molto timido e quindi mi apro difficilmente ad una ragazza, in effetti sono uno molto distaccato quando si tratta di relazionarsi con persone nuove (poi però appena prendo confidenza va già meglio :D) e inoltre in autostima non sono un granchè :\
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Axies
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Re: Siete felici?

Messaggio da Axies »

Felice? Ma neaaanche. :asd:
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pieroware91
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Re: Siete felici?

Messaggio da pieroware91 »

:mmh: bè felice no (per esserlo almeno per me dovrà passare un pò di tempo e dovranno succedere un paio di cose belle), diciamo che sono contento (il minimo necessario) di quel che ho.....
Skyclad
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Re: Siete felici?

Messaggio da Skyclad »

Semplicemente Pip ;) ha scritto:Io credo che, se anche fosse vero che la felicità non esiste, che ci sono solo attimi brevi di gioia ecc. ecc., sta a noi fare in modo che questi attimi siano più lunghi e numerosi di quelli che potrebbero essere. Ci sono un'infinità di modi per essere felici: una birra con gli amici, una soddisfazione scolastica università in primis, l'amore, il divertimento, tante, tantissime cose. Posso dire di essere felice? Per me il discorso è l'esatto contrario di quello del buon Leopardi, sono in genere felice di come sono e di quello che faccio, ma naturalmente ci sono momenti o situazioni che possono buttare un pò giù di morale. E mi sembra anche giusto che ci siano.

Quindi no, non credo che la felicità non esista: solo, non va confusa con l'euforia o l'eccitazione, la vedo più come una situazione di stabilità emotiva e affettiva soprattutto, quella tranquillità che ti permette di godere delle piccole cose. E questa è tutt'altro che difficile da raggiungere.
Mi è piaciuto tantissimo questo post!!!
La penso un po' come te.
Perciò credo che la felicità sia anche qualcosa di strettamente collegato al cambiare e al porsi obiettivi. Non si può rimanere sempre fermi su un punto, ed avere sempre l'entusiasmo della prima volta. Niente esperienze nuove, niente sensazioni nuove = noia, quindi niente "felicità".

Bello è invece cercare "altre cose" che ti diano soddisfazione con sfumature diverse.
E, soprattutto, è fondamentale essere contenti di sé stessi.
Si ha meno bisogno di "cercare" la felicità, se sei tu stesso la tua prima fonte di pensieri positivi. :D
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Re: Siete felici?

Messaggio da L a g »

Di solito trascorro ogni giornata con il sorriso stampato sulla faccia ma quando mi capitano delle cose negative penso sia scontato un cambio di stato d'animo .

Oggi ad esempio sono molto triste visto che non giocherò la prossima partita di campionato :(
Viviamo per rendere possibile l'impossibile [Cit.]

Squall: “Ognuno crede di essere nel giusto. Non ci sono buoni o cattivi, esistono solo gli amici e i nemici.”

Squall: “Le cose non vanno sempre come uno crede… non facendosi illusioni le ferite si rimarginano prima.”


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PhoenixDown
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Re: Siete felici?

Messaggio da PhoenixDown »

Non è una questione di felicità, ma è una questione di serenità. Non sarebbe "normale" essere sempre felici, è normale avere dei cambi di stato d'animo. Chi è davvero sereno piange, soffre, si dispera. Chi ama è il primo a stare male.
Se non si è sereni non si è nulla, né felici, né tristi. Quindi, stati d'animo come la disperazione non fanno che farvi essere umani. Solo i robot non piangono mai.
La felicità è reale solo se condivisa.
funnychocobo
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Re: Siete felici?

Messaggio da funnychocobo »

PhoenixDown ha scritto:Non è una questione di felicità, ma è una questione di serenità. Non sarebbe "normale" essere sempre felici, è normale avere dei cambi di stato d'animo. Chi è davvero sereno piange, soffre, si dispera. Chi ama è il primo a stare male.
Se non si è sereni non si è nulla, né felici, né tristi. Quindi, stati d'animo come la disperazione non fanno che farvi essere umani. Solo i robot non piangono mai.
Non posso che essere d'accordo con te.

Se dovessi rispondere alla domanda "sono felice?" sicuramente direi si, ma non perché sono felice in un momento particolare ma perché lo sono della mia situazione in generale. Quindi anche se sembra una contraddizione io sono felice nel senso di sereno e soddisfatto della mia situazione anche quando in realtà mi sento triste, perché è un momento passeggero e rende ancora migliori, per contrasto, i momenti di allegria. Quindi secondo me la felicità è una forma di equilibrio dei sentimenti, che comunque tende, anche di poco, a quelli positivi.
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Cloud2727

Re: Siete felici?

Messaggio da Cloud2727 »

Le allegre risate lo testimoniano per me sono felice, certo a volte la stanchezza mi mette i bastoni tra le ruote, ma anche qui posso dirmi soddisfatto perché se gli impegni costano fatica danno anche soddisfazione, specie il lavoro, di sti tempi poi con la crisi e tutto il resto mi sento come un sopravvissuto a una grande guerra: fortunato e felice.
L’amore poi è il combustibile che mi scalda il cuore, fatto di gesti e parole: nell’intrecciarsi di dita che salde non si vorrebbero mai sciogliere, a quei momenti in cui lei posa il capo sulla mia spalla in una tenerezza squisita, quando ti senti dire ti amo o aspetti con un mazzo di fiori in mano e poi la vedi arrivare che è tutto un sorriso...o quando dico a me stesso devo fare qualcosa di carino per lei unicamente per vederla sorridere una volta di più!
Sì, felicità!
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IacopoCarburante
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Re: Siete felici?

Messaggio da IacopoCarburante »

Uuuuh, questo tema sì che è complesso, anche se all'apparenza può sembrare piuttosto facile da sciogliere.
Un po' come tutti i discorsi d'introspezione, no? La presenza di diversi areali di pensiero, che pongono sempre un filtro davanti ai nostri occhi, pone dei limiti alla nostra capacità di analisi nei periodi in cui si è impegnati a produrre piuttosto che a riflettere, nonostante questi filtri siano discernibili e sostituibili.

Io in questo momento non sono molto felice, mentre prima del mese di novembre 2012 sì. Questo perché prima controllavo ciò che di me stesso reputavo più utile al mio sviluppo come persona, mentre in quel mese mi è stato inferto un colpo dal quale ancora non mi sono ripreso e gran parte dei miei ricordi sono stati usurpati e distrutti, per fortuna non irrimediabilmente. Un po' come i selgiuchidi di rum: prima felici e tranquilli coi loro pascoli in anatolia ma improvvisamente, dopo la battaglia di kose dag vengono invasi da una forza estranea a stentano a cacciarla via, anzi il loro stato si frammenta.

Una parte essenziale della felicità secondo me quindi è la possessione totale del proprio io. Non si può vendere i propri ricordi, i propri principi o il modo in cui si vivono dei rapporti sociali a delle forze esterne senza una opportuna e discussa mediazione, altrimenti la nostra personalità viene incrinata e collassa su sé stessa. Quando ci viene dato un suggerimento questi deve essere opportunamente vagliato e vidimato prima di avere l'autorizzazione di operare nel nostro io oppure si rischia di perdere noi stessi e ciò in cui crediamo.

Altra cosa che contribuisce fondamentalmente alla nostra felicità è la capacità di saper cogliere i ricordi più salubri e inebrianti dei luoghi che visitiamo più spesso e far sì che siano questi a soggiacere alle nuove esperienze ivi vissute, perché se si è preda dei traumi più oscuri si rischia di perdere il controllo e quindi la capacità di esplorare un posto che equivale, da un certo punto di vista, alla perdita della nostra persona. Altrettanto fondamentale reputo il riconoscimento dei posti che non possono che essere forieri di infelicità, come lo è per me il quartiere San Lorenzo di Roma: evitarli è essenziale per non essere catturati in una spirale di visioni infauste. A San Lorenzo queste potrebbero essere il sudiciume delle strade, la corruzione dei costumi sessuali, la malavita legata alla droga.

Come per i luoghi fisici, pure i contesti psichici di discussione e frequentazione devono essere curati al meglio. Le persone che reputiamo essere prive di contenuti utili a noi o piene di trappole del pensiero andrebbero orientativamente non frequentate attivamente - cioè non si dovrebbe intessere con esse un contesto mentale come la discussione partecipata - mentre si dovrebbe difendere al meglio coloro che reputiamo di valore cercando di evitare che nel nostro rapporto con esse siano richiamati filtri malinconici.

Cercare di violare i propri principi solo nelle circostanze nelle quali essi si manifestano in maniera palese come errati è pure utile per evitare si essere trascinati nelle direzioni sbagliate. Se ci siamo detti che fare determinate cose conduce al danno, un motivo molto valido sussiste nella maggioranza dei casi ed è bene fidarsi di se stessi per non pentirsi amaramente del proprio operato. Una volta, due volte pare che questo non perturbi la nostra radicale stabilità, però il danno può farsi sempre più evidente col tempo. Ad esempio, io ieri ho spettegolato un po' insieme a delle ragazze. Non lo faccio mai, lo reputo sbagliato, ma c'è una forza estranea dentro di me che vuole usare questa mia concezione per infettare la figura del sesso femminile ed ho contrattaccato, dimostrando che è possibile parlare di qualcuno che non c'è e al contempo porsi buoni propositi verso questo qualcuno. Non credo che tuttavia sia utile rifarlo, al massimo parlerò della questione con l'interessata.

Per essere felice io ho bisogno di un esercito a difesa della mia psiche: devo saper riconoscere i pensieri pericolosi quando giungono inattesi e ricacciarli agevolmente. A volte i nostri pensieri appaiono positivi ma dietro di essi si nasconde il seme del male e questo alla lunga può portare alla malinconia anche se nel periodo in cui essi compaiono si sta sostanzialmente bene. Io ad esempio fino a pochi giorni fa tendevo a sminuire sistematicamente le persone di sesso femminile che incontravo in giro, riempiendole di difetti ancor prima di averci soltanto parlato. Questo è dovuto, oltre alle molte altre cose che ancora non so discernere, alla discrepanza che esisteva nell'adolescenza fra la mia figura di ragazza ideale e la ragazza di cui ero innamorato. Tutto questo alla lunga ha portato pesante sfiducia nella possibilità di avere rapporti col sesso femminile, eppure nel periodo in cui questi pensieri giungevano io non mi accorgevo di nulla e stavo bene.

Quando si è felici il futuro prossimo, cioè quello che reputiamo anche parzialmente soggetto alla nostra volontà, appare ricco di sviluppi positivi almeno plausibili. Questo fatto richiede naturalmente un certo grado di impegno ed autostima che si ottiene tramite molte e complesse esperienze di vita e non emerge da solo: per me è tuttavia fondante. E' parecchio difficile essere felici se non si trabocca di prospettive perché nel probabile caso in cui si incappi in un imprevisto una forza motrice che ci tira fuori è proprio la prospettiva positiva o l'autostima. Ad esempio, nonostante io abbia fallito pesantemente in due esami, non me ne rattristo affatto perché so bene che riuscirò a recuperarli molto facilmente avendo un certo bagaglio di nozioni che io apprezzo e nella cui fecondità io confido. Nonostante non abbia una fidanzata io sono sicuro che la troverò molto presto perché so e vedo che è pieno di persone interessanti là fuori e seppure io sia molto particolare, ci sono abbastanza donne in giro da farmi sperare che pure io abbia il mio posto.

Per essere felici, si deve essere sicuri che ciò di cui ci stiamo occupando a livello di studio, di diporto o di lavoro, sia pure esso sorgente di contesti psichici non pericolosi, cioè scevri dal seme del male. La continuità dell'attività, cioè tutto il suo sviluppo in momenti più o meno soddisfacenti o che suscitano più o meno furia, non devono condurci verso strade che reputiamo nefaste per la nostra persona. Ad esempio io non mi occuperei mai di teatro: sebbene all'inizio potrebbe apparire divertente interpretare più personaggi differenti, io mi sentirei assai presto spaesato nell'eccessiva capacità di fingere dell'essere umano e finirei per dubitare della mia esistenza come persona per finire all'autodistruzione, quindi evito di entrare in quel contesto perché non è integralmente né quasi integralmente scevro dal seme del male né il seme del male può essere cacciato scuotendo la mano.
Invece sono quasi del tutto sicuro quando mi occupo ( da dilettante ) di lingue antiche perché gli spunti interessanti sono abbondanti, il conflitto con altre personalità è relativamente raro - il materiale didattico non ha proprietari precisi - e c'è tanta geografia storica. La vista delle mappe colorate ( semanticamente doviziose ) mi rilassa. Una delle poche cose maligne che alberga in questo universo qui è l'esistenza di guerre sanguinose che si mescolano col piacere dell'osservare le mappe geografiche. Ahi.

Per essere felice, ma questa credo sia una cosa strettamente personale in quando ho incontrato persone che non la condividono affatto, io ho bisogno di non sostituire e non dimenticare le esperienze passate in un enorme numero di casi perché sento che la disaffezione per la cosa sostituita può rivelarsi molto pericolosa. Ad esempio non me ne frega niente se ci sono navi più lunghe del titanic: esso non può assolutamente essere battuto per me, non può essere sostituito da un'altra nave, perché al film del titanic io sono affezionato molto e il suo ricordo sarebbe inibito se ci fosse qualcosa "più" del titanic. Oppure, non faccio la classifica dei miei final fantasy preferiti se non per accondiscendenza perché so che potrei rovinare l'esperienza che ciascuno di quei giochi mi ha offerto "classificando" le esperienze. Naturalmente, devo anche essere cosciente quando un'esperienza è stata perlopiù distruttiva per evitare rischi.

Essendo un essere umano ho bisogno di pochi conflitti. Scontrarmi troppo spesso con persone che magari sono più intelligenti può erodere lentamente ma costantemente la mia autostima e questo è assolutamente da evitare perché è un pilastro fondamentale della felicità in prospettiva. Per evitare conflitti tendo a non aprirmi eccessivamente e a non rivelare completamente il mio pensiero per far sì che la proprietà di esso rimanga a me, cioè tendo ad evitare "battaglie in campo aperto" in cui mi impegno completamente per evitare la disfatta. I modi vari:
1: Non leggere molte opere originali ma solo opere nozionistiche e neutre, prive cioè di una personalità precisa. Io sento di poter fruire di queste opere in quanto essere non entrano in conflitto con la mia persona.
2: Non competere con persone precise ma tendere soprattutto ad arricchire me stesso al principale scopo di garantirmi esperienze forti e appassionanti. Per garantire comunque una certa interazione posso competere in giochi.
Credo che questo contribuisca pure fondamentalmente alla felicità.

E' di fondamentale importanza per essere felice evitare l'analisi troppo indiscriminata della propria persona e introdurre forti discontinuità nel nostro flusso di pensiero. Fare "tutto a pezzettini" priva le nostre sensazioni e i nostri contesti psichici del loro senso profondo, che può risiedere in esperienze fatte anche 10 o 15 anni fa, riducendoci in stato comatoso.
E' quindi importante non intervenire a insidiare la continuità fra contesti mentali diversi, se questa non conduce ovviamente alla cattura da parte di un vortice di negatività.

Naturalmente, è essenziale avere una coscienza profonda della rosa dei significati che può veicolare uno qualsiasi dei nostri pensieri ed essere potenzialmente in grado di esercitare un certo controllo su di essi, così come è necessario capire bene quali siano i nostri desideri più autentici cercando di non farsi suggestionare da nessuno a riguardo. Liberarsi da concetti apparentemente veri e buoni inculcati da altri è molto lungo e faticoso e quindi si deve per forza avere un forte dubbio nei confronti di ciò che dice chiunque, se l'argomento è la nostra psiche. Si devono avere enormi dubbi anche nei confronti di simpaticoni come Freud. Se qualcosa ci dice no, è no. Non si deve avere alcuna paura di negare.

Ultimo ma non ultimo, non confondere il piacere con il dolore e la disperazione, questo può portare ad un grave turbamento.

Tutto questo è molto generale, vari i casi particolari - mi riferisco ai vari periodi felici che ho avuto: sono stati tutti molto diversi. E questi sono soltanto alcuni dei nuclei della felicità. Gli effetti percepiti, naturalmente, sono diversi - mi riferisco sempre a me stesso. Qui ne metto qualcuno a caso, non ricordo bene la cronologia, anche se non sarebbe male ricordarla.

Prima di tutto si percepisce il rischio come lontano o inesistente e le minacce appaiono remote. Anche la morte appare come ultima preoccupazione perché siamo giovani ed essa è lontana pure ( spero per voi ) dai nostri genitori e magari anche dai nostri nonni, quindi ci si sente saldi.
Siamo pieni di prospettive e quindi ci sentiamo sicuri che almeno una delle tantissime cose che abbiamo in mente avranno degli ottimi e soddisfacenti sviluppi, e resistiamo ai colpi della casualità. Io ad esempio se un esame mi va male mi arrabbio, a volte neanche poco, però in realtà non mi interessa dell'esame in sé.
Usciamo e si va in giro senza paranoie particolari, si frequenta tranquillamente le persone che vogliamo, visitiamo i luoghi che più ci piacciono e fruiamo dell'operato umano che più ci interessa senza che il nostro senso di stabilità più radicale abbia una forte soluzione di continuità ma si balza da un contesto fisico-psichico all'altro senza troppe esitazioni.
Si sa affrontare e sconfiggere le paure vecchie e obsolete mentre si rifuggono quelle vive - che ci indicano semplicemente la via da non seguire. Spesso, si è abbastanza sicuri di compiere una determinata azione da non verificare che da essa può scaturire felicità.
Si è sicuri delle proprie idee e si fa fede ad esse, quando ci si accorge delle proprie contraddizioni si cerca di affrontarle con calma o anche di lasciarle dove sono.
Non si sente la necessità di controllarsi: tutto viene e tutto va, si viene pure pervasi anche in maniera molto radicale da sensazioni di tristezza e malinconia, ma non ci si allarma per motivi non del tutto definibili. In parte, forse, perché le sentiamo comunque come sensazioni non estranee a noi.

Ultima cosa, ma forse una delle più fondamentali, non si sente la necessità di essere padroni di noi stessi e dell'intero mondo circostante. Si è convinti di stare abbastanza bene da essere trascinati in giro dalla casualità e riuscire a stare bene anche dopo.
Sono in stato di guerra.
Kairi97
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Iscritto il: 26 lug 2013, 23:03
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Località: Arona

Re: Siete felici?

Messaggio da Kairi97 »

Sono felice, ma lo sarò di più quando tutti i miei desideri si realizzeranno, cioè quando compirò 18 mi prenderò patente e macchina e porterò a spasso le mie amiche ovunque vogliano! VIVA!
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