Recensione libri

Dove parlare di Manga, Fumetti, Libri e Anime!
Avatar utente
Holden
SeeD
Messaggi: 1167
Iscritto il: 21 giu 2007, 14:23
Sesso: M

Re: Recensione libri

Messaggio da Holden »

E vado anch'io a portare il mio tassello alla lista dei libri consigliati :smt110
Premetto che sono un amante del genere thriller, ma in questa branca letteraria come in molte altre vi è una quantità spropositata di immondizia che non vale nemmeno la carta sulla quale è stampata, e la maggior parte dei best-sellers che puntualmente nascono sono mediocri e difficilmente valgono la pena di spendervi quelle ore di lettura richieste.
Proprio per ciò ho trovato ancora più sorprendenti e stimolanti i romanzi di Dennis Lehane, scrittore statunitense conosciuto sopratutto per quel "La morte non dimentica" dal quale Clint Eastwood ha tratto quel bellissimo film che è "Mystic River" la cui visione consiglio a tutti. Lehane è anche autore di un'altro ottimo thriller, "L'isola della paura" di cui ricordo un splendido e significativo sillogismo : "I pazzi negano di essere pazzi, Bobby nega di essere pazzo; Bobby è quindi pazzo"

Il thriller che invece segnalo, dello stesso autore è "La casa buia" che, nonostante il titolo dozzinale e banale lasci presagire il peggio, si rivela un romanzo formidabile, un'esperienza inquietante che anche a lettura conclusa vi lascerà angoscianti interrogativi in mente, perchè l'oscurità nell'animo dell'uomo non è solamente quella evidente insita in un sociopatico, ma anche quella altrettanto paurosa che nasce in persone normali ed ordinarie.

In breve la trama narra della scomparsa di una bambina di 4 anni, Amanda, e della successiva lunga e tormentosa ricerca della bambina prima che possa essere troppo tardi condotta in primis da una coppia di investigatori, Pat Kenzie e Angela Gennaro. Una ricerca che li porterà a scoprire che le cose non stanno proprio come si potrebbe pensare (questo è un classico) e che li porterà di fronte alla malvagità assoluta, a compromessi etici, a domande su quali siano i confini che è possibile o meno attraversare, alla banalità del male e della crudeltà umana e che dopo una drammatica crisi li porterà ad interrogarsi sulle scelte fatte e sulla giustizia delle stesse.

Non è un romanzo all'acqua di rose, e ciò era scontato, ma è anche vero che è più angosciante e "crudele" della media del genere, almeno psicologicamente, e sopratutto (cosa che molto ho apprezzato) non è manicheo. Certo, vi sono verità assolute in esso e questo è un bene (certi personaggi tratteggiati nell'opera non tollerano sfumature etiche e sono chiaramente riconoscibili ed inquadrabili), ma allo stesso tempo non lascia il lettore con la sensazione di sangiorgiesca memoria un pò facilotta ed utopistica del "Il bene che vince, il male che perde". O forse è veramente così, ma permane sempre quella pressante ombra di dubbio che accompagna ogni istante della vita reale e che a volte ci fà dubitare della giustezza delle nostre scelte.

Lo stile come caratteristico di Lehane è molto scorrevole e estremamente gradevole, la scrittura è fluida e mai pesante, pedante o noiosa, quindi essa incornicia e impreziosisce la trama in modo eccelso senza essere mai un'ostacolo alla lettura stessa.

In definitiva uno dei migliori thrillers che abbia mai letto, consigliatissimo a chiunque sia non solo amante del genere, ma cerchi una lettura interessante, dalla suspense ottima e in estrema sintesi un'opera letteraria di ottimo livello, a prescindere dal suo inquadramento di "genere".

Voto: 8.5/10
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
DarkSquall
Moderatore più figo degli altri
Messaggi: 1028
Iscritto il: 09 dic 2005, 23:02
Sesso: M
Località: Reggio Calabria

Re: Recensione libri

Messaggio da DarkSquall »

Mi permetto di aggiungere qualcosa per 1984, il mio libro preferito.
Per quanto mi riguarda, il libro mi ha affascinato non solo per il pensiero di Winston Smith che sembra essere davvero l'unico uomo(gli altri non sono nient'altro che ingranaggi...) all'interno del Partito, quanto per il senso di impotenza suscitato dall'incredibile ma al contempo terribile perfezione del Sistema. Qui siamo di fronte ad un capolavoro assoluto: tutto è gestito dal Partito, non esiste idea, azione, cifra, uomo che possa sconfiggere il Socing.
Non posso fare a meno di rabbrividire nuovamente di fronte alla tremenda lucidità dell'atroce spiegazione dei tre principi del Socing:

GUERRA E' PACE
LIBERTA' E' SCHIAVITU'
IGNORANZA E' FORZA


spiegazione che, incredibilmente, non fa una piega.
Per quanto le tre suddette frasi possano sembrare dei controsensi, vi assicuro che nel libro è tutto logicamente spiegato.
Come non citare, poi, la neolingua? Una lingua coniata dal partito nella quale vengono eliminate parole che esprimono concetti che non dovranno più esistere ("Libertà", per esempio...) e viene drasticamente ridotto il numero dei lemmi, al fine di impoverire il dizionario della gente e eliminare qualsiasi sfumatura dei termini. Dove persino i verbi saranno indeclinabili e sostituiti da sostantivi.
Ed infine, una delle più grandi verità del libro, nonché regola fondamentale del Socing:

Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato.

E' così che viene manipolata l'informazione. Così che le notizie, anche da un giorno all'altro, cambiano, per agevolare il dominio del partito. Così che se tutte le grandi invenzioni e rivuolzioni scientifiche, ovviamente, sono avvenute o completate quando già c'era il Socing.
Perché il Partito è la cosa migliore per tutti

Davvero da far venire i brividi.

Inoltre, visto che ci siamo, vi presento un altro libro a me molto caro:
Mattatoio n. 5 (o La crociata dei bambini), di Kurt Vonnegut
C'è da spendere prima una parola sull'autore: durante la seconda guerra mondiale Vonnegut si rifugiò, insieme ad altri militari, in un mattatoio sotterraneo. Quando ne uscì, i bombardamenti avevano completamente raso al suolo la città di Dresda.
In questo suo libro, si percepisce l'astio misto ad impotenza (così va la vita...) che l'autore arriva a provare nei confronti della guerra.
Non è, comunque, ciò che vi aspettereste da quanto ho scritto su: infatti, in realtà, è fondamentalmente un libro di fantascienza. Pare incredibile, ma è così.
Billy Pillgrim è un uomo che ha il potere di viaggiare nel tempo e nello spazio e che incontrerà gli alieni del pianeta Tralfamagore che lo rinchiuderanno nella gabbia di uno zoo. Allo stesso tempo, però, Billy è un soldato che si ritrova a rifugiarsi in un mattatoio. Che in guerra conosce gente ormai impazzita.

Un libro davvero incredibile, dove gli stralci autobiografici dell'auotre si mescolano in maniera confusa ma allo stesso tempo significativa viaggi e alieni.
L'effetto è sorprendente: avrete i brividi nel leggere una pagina di Billy da giovane subito contrapposta ad una di Billy soldato nuovamente seguita da Billy nello zoo di Tralfamagore.
Consigliatissimo.
“La massa era formata da uomini deboli e pavidi, incapaci di reggere la libertà o la verità, che quindi dovevano essere ingannati in maniera sistematica da individui più forti; l’umanità poteva unicamente scegliere tra la libertà e la felicità; e la maggior parte degli uomini sceglieva la felicità.”
George Orwell, Nineteen Eighty-Four

"E probabilmente questo individuo era irritato che altri esseri avessero qualcosa per loro, appartenessero a qualcuno, fossero possessori di un oggetto tutto per loro. Ora Barbara era di uno. Questo sentimento era più grande e più importante dell’amore, nella sua condizione presente. Essere di uno solo, riservargli qualcosa di profondo e incomunicabile agli altri. Staccarsi dagli altri. Avere ripugnanza degli altri.
Essere uno. Ecco la colpa. Bisognava essere tutti.”

Corrado Alvaro, L'uomo è forte.

"I soviet più l'elettricità non fanno il Comunismo, anche se è un dato di fatto che a Stalingrado non passano."

CCCP Fedeli alla linea - Manifesto
Avatar utente
Holden
SeeD
Messaggi: 1167
Iscritto il: 21 giu 2007, 14:23
Sesso: M

Re: Recensione libri

Messaggio da Holden »

Una conversazione casuale ieri sera mi ha fatto tornare in mente un libro che lessi ormai qualche anno fa e che ho appena deciso di riprendere in mano e perchè no, presentarlo qui con la speranza di invogliare qualcuno a darci un'occhiata.

Il libro è Metal Gear Solid, L'evoluzione del serpente di Bruno Fraschini. Il saggio, perchè di ciò si tratta, è apparso nel 2003 nella Collana Ludologica delle Edizioni Unicopli che si è specializzata negli ultimi anni in lavori riguardanti i videogiochi, con saggi, analisi, critica videoludica... I libri apparsi in questa collana non sono sempre di livello eccelso, ma in mezzi a tanti fallimenti alcune perle si possono trovare, ed è il caso dell'opera in questione.

Bruno Fraschini, nato il 1976 e tragicamente suicidatosi il 26 novembre 2004 insegnava game design presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano ed era un appassionato di videogiochi, in particolare della saga di Metal Gear Solid, a cui dedicò appunto questo libro.

"Metal Gear Solid, L'evoluzione del serpente" è un intrigante saggio che si prefigge di analizzare in modo informato e mai velleitario una saga che forse più di ogni altra ha saputo essere seminale nel suo dare al videogioco una nuova dimensione, una autorevolezza che non aveva, una piena dignità come medium culturale. Per capire questo intento è fondamentale la parafrasi che egli fa ad inizio libro di una citazione di Scott Mc Cloud, storico protagonista del fumetto d'autore americano; "La maggior parte dei videogiochi sono roba da ragazzini, mal disegnati, semianalfabeti, dozzinali e inutili... Ma... Non devono esserlo per forza!". E proprio perchè il videogioco merita una dignità che renda giustizia alla maturità e alla complessità che ha raggiunto in alcuni campi, è indispensabile analizzare con perizia uno dei maggiori epigoni di questa filosofia.

L'opera in se inizia con una dettagliata analisi delle trame e dei significati dei primi due episodi della saga, Metal Gear e Metal Gear: Solid Snake, illustrando come già allora fossero evidenti i semi rivoluzionari di un qualcosa che sarebbe poi esploso pienamente nel 1998 con Metal Gear Solid per PS1. E a questo episodio Fraschini dedica la maggior parte del libro, con una attenta disamina della trama che non si accontenta di riassumere fedelmente la vicenda narrata, ma diventa la scusa per una vivisezione dell'opera di Kojima che viene dettagliatamente analizzata con gli strumenti della critica cinematografica, letteraria e non solo. Vengono esaminati le modalità di realizzazione e di resa dei filmati, i momenti più pregnanti di gameplay, i "sotterfugi" usati da Kojima per rendere al meglio le sue intenzioni, i significati che egli ha voluto trasmettere, i vari livelli di lettura disponibili.

Si prosegue con MGS2: Sons of Liberty. Il capitolo più controverso della saga, ma anche quello con il quale l'autore sfodera le sue armi migliori, trattando con competenza e visibile passione le complesse tematiche e le schizofreniche idee veicolate da Kojima in Sons of Liberty. Non voglio rovinare il piacere della lettura a chiunque volesse avvicinarvisi, ma credo che anche i più appassionati cultori della saga troveranno pane per il loro denti.
E il libro si chiude con un rapido sguardo d'insieme, che non è solo un bilancio sui risultati ottenuti da Kojima, ma anche sulla potenziale eredità di MGS, su ciò che esso ha lasciato ai posteri come modo di intendere il mezzo videoludico.

Credo di essermi dilungato anche troppo, chiudo quindi con l'invito a darci almeno un'occhiata. Non solo per chi è fan della saga e volesse vedere sotto una nuova luce l'epopea di Solid Snake, ma anche per chi è totalmente digiuno di MGS e non avesse la benché minima intenzione di avvicinarvisi. Si tratta di uno dei pochi libri veramente seri dedicati al videogioco in generale (dove per serio non intendo serioso), scritto in modo fluido e molto scorrevole, con passione e con una prosa più che discreta, e sopratutto con l'indubbio pregio di aver voluto analizzare il videogioco sotto un nuovo aspetto, accordandogli il rispetto che esso merita.
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
Avatar utente
slo_ita
User Junior
Messaggi: 50
Iscritto il: 14 ago 2010, 22:18
Sesso: M
Località: ...nei pensieri di chi mi vuole bene!
Contatta:

Re: Recensione libri

Messaggio da slo_ita »

Ce l'ho insieme ad altri della collana.
Confermo essere ben fatto.
<-slollo->
Perseo
Moderatore
Messaggi: 3018
Iscritto il: 18 dic 2005, 20:55
Località: Rinoa's Garden

Re: Recensione libri

Messaggio da Perseo »

Italiani, brava gente? [Del Boca Angelo]

"Italiani, brava gente"? Non la pensa così lo storico Angelo Del Boca che ripercorre la storia nazionale dall'unità a oggi e compone una sorta di "libro nero" degli italiani, denunciando gli episodi più gravi, in gran parte poco noti o volutamente e testardamente taciuti e rimossi. Si va dalle ingiustificate stragi compiute durante la cosiddetta "guerra al brigantaggio" alla costruzione in Eritrea di un odioso universo carcerario. Dai massacri compiuti in Cina nella campagna contro i boxer alle deportazioni e agli eccidi in Libia a partire dal 1911. Dai centomila prigionieri italiani lasciati morire di fame in Austria, durante la Grande Guerra, al genocidio del popolo cirenaico fino alle bonifiche etniche sperimentate nei Balcani. [ibs.it]

un libro per ripercorrere un po' la storia d'Italia, spesso di non facile lettura, un po' per l'ignoranza storica che ci accompagna (o ci ha accompagnato) durante gli anni scolastici, dopotutto era già molto se si parlava di prima guerra mondiale, la seconda era appena eccennata e del dopo guerra non si spaeva praticamente nulla, un po' perchè va cozzare contro quell'idea dell'italiano "bravo e buono" che in affetti ci ha da sempre persuaso a crederci "diversi".
Immagine
Perseo
Moderatore
Messaggi: 3018
Iscritto il: 18 dic 2005, 20:55
Località: Rinoa's Garden

Re: Recensione libri

Messaggio da Perseo »

Canale Mussolini [Antonio Pennacchi] premio strega 2010

"Per la fame. Siamo venuti giù per la fame. E perché se no? Se non era per la fame restavamo là. Quello era il paese nostro. Perché dovevamo venire qui? Lì eravamo sempre stati e lì stavano tutti i nostri parenti. Conoscevamo ogni ruga del posto e ogni pensiero dei vicini. Ogni pianta. Ogni canale. Chi ce lo faceva fare a venire fino qua?”

lo adoro!!! è un libro scritto in un modo che trovo stupendo, è sentire il nonno che ti racconta una storia, la sua storia, la storia della tua famiglia, un po' la storia di molte famiglie, forse un po' ostico da leggere, almeno per l'assenza di capitoli, sono 3 in tutto per circa 460 pagine.
ogni capitolo racconta una fase ben distinta della sagra di questa famiglia che si sposta dal polesine all'agro pontino per occupare le terre bonificate nel periodo fascista e come ogni nonno che racconta la storia segue il corso degli eventi, ma non necessariamnete quello cronologico, spesso segue più il percoso del pensiero del narratore che vaga tra i ricordo di un passato che gli è stato a sua volta narrato.
i lunghi capitoli, le continue divagazioni me l'hanno reso un po' ostico alla lettura, questo perchè non sempre avevo molto tempo da dedicarci e leggerlo a piccoli pezzi risulta difficile e poco comprensibile, insomma va letto con calma per chiudere il cerchio dei pensieri.

insomma... consigliatissimo!!!!!!!!!
Immagine
Perseo
Moderatore
Messaggi: 3018
Iscritto il: 18 dic 2005, 20:55
Località: Rinoa's Garden

Re: Recensione libri

Messaggio da Perseo »

La Storia Infinita di Michael Ende

"Una Storia può essere nuova eppure raccontare di tempi immemorabili. Il passato nasce con lei."

"Bastiano Balthazar Bux è un ragazzino goffo, grassoccio, soprattutto solo. E ha una grande passione: leggere. In un giorno di pioggia, inseguito dai compagni che si fanno beffe di lui, si rifugia in una vecchia libreria dove trova un volume intitolato "La storia infinita". Il libraio non vuole venderlo, ma l'attrazione per quel libro è tale che Bastiano lo ruba e ci si immerge letteralmente: infatti, scopre che proprio lui non è solo spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma ne è anche protagonista, chiamato a salvare i destini del mondo incantato di Fantàsia, con le sue mitiche creature e le sue città sospese. Libro dentro al libro, la "Storia infinita" si anima quando Bastiano entra nella vicenda in un gioco ingegnoso sul rapporto fra immaginazione e realtà." [ibs]

libro del 1979 da cui nel 1984 è stato tratto il film omonimo, per chi come me ha visto solo il film sorprende non poco che la trama cinematografica si ferma più o meno a metà libro, peccato che il bello come sempre arrivi dopo, all'inizio trovavo le restanti pagine un più non indispensabile, ma piano piano ne ho compreso la necessità e il motivo per cui questo fantasy è destinato a rimanere un classico al pari di titoli più blasonati.

ne ho letto una versione economica trovata in casa di parenti mentre ero in ferie, ma in commercio dovrebbe ancora trovarsi l'edizione della casa editrice La Longanesi, la prima edizione originale prevedeva la scrittura in doppio colore in base alla collocazione della trama che si va a leggere, mondo reale o Fantasia e bellisimi capilettera, c'è poi un'edizione della Corbaccio che utilizza i due colori di scrittura, ma la prima edizione è pur sempre la prima edizione!!

detto questo è un libro che va letto, nulla di epico, nè aulico, eppure è aulicamente epico... qualunque cosa questo voglia dire^^
Immagine
Avatar utente
Holden
SeeD
Messaggi: 1167
Iscritto il: 21 giu 2007, 14:23
Sesso: M

Re: Recensione libri

Messaggio da Holden »

Le Benevole, di Jonathan Littel

Si tratta di un libro difficile, in tutti i sensi. Credo sia stato difficile per l'autore scriverlo, e lo è indubbiamente per il lettore leggerlo.
Le Benevole segue le vicende di Maximilien Aue, protagonista e narratore, ex-ufficiale nazista riuscito a sfuggire alla caduta della Germania nazista e che dopo essersi rifatto una vita in Francia racconta la guerra, l'Olocausto ed in generale gli ultimi cinque anni precedenti la caduta di Hitler dal punto di vista di un convinto ufficiale SS e da quello dei suoi commilitoni e gerarchi.
Già il punto di vista è peculiare, ma Littel non si ferma lì e tratteggia un protagonista si profondamente umano, ma totalmente estraneo a qualsiasi sentimento di pentimento o di rimorso, nonostante la parte attiva avuta in più eccidi, sia dal punto di vista pratico che logistico-teorico.
Anzi, la prima parte (di sette) vede Aue, mentre effettua una fredda e disturbante contabilità dell'eccidio, anche provocare direttamente il lettore, ponendogli domande e dubbi forse retorici, ma indubbiamente efficaci. Si tratta quasi di un tentativo di portare chi legge non dico a capire il nazismo, ma ad intenderne la natura. Questo, si badi, non a scopo assolutorio, perché nel libro non vi è traccia di ciò, bensì per costringerlo a considerare i nazisti non come banali mostri che potevano esistere solo in Germania e solo in quel decennio, ma come esseri umani, figli del sonno della ragione dell'Europa di quei tempi, e allo stesso tempo come frutti di circostanze che ne hanno favorito l'esistenza. E simili circostanze non sono esclusiva della Germania hitleriana, e possono riproporsi in forme più o meno virulenti nella vita di ciascun popolo.

Simili discorso non possono naturalmente del tutto attecchire presso il lettore, giustamente, ma hanno il merito di tirare fuori lo scheletro del nazismo dalla bara della storia ed esporlo per ciò che esso è. Non una temporanea infezione di cui sono stati vittime alcuni popoli in una determinata epoca storica, ma un sintomo di qualcosa di terribile che potrebbe, e di fatto così è stato, rifiorire nuovamente, al posto giusto, nel momento giusto. Che venga chiamato nazismo o altro, è solo semantica da quel punto di vista.

Tornando alla sostanza narrativa del libro di Littel, perché non vorrei dare la falsa impressione che si tratti di un saggio storico o filosofico, questo segue Aue dal suo ingresso tra le fila delle SS, in tutta una serie di eventi storici di cui egli è testimone se non diretto attore, sopratutto sul fronte Orientale della guerra. Lo seguiamo nelle retrovie quindi dell'avanzata nazista sull'Unione Sovietica, impegnato con il suo reparto in uccisioni di massa della popolazione civile, fino ad arrivare nella Stalingrado assediata dall'Armata Rossa e vicina alla caduta.
Riesce ad evacuare in tempo, e viene assegnato a mansioni amministrative, ed è qui che si delinea il profilo della Soluzione Finale nei confronti degli ebrei che secondo Aue era fino a quel momento qualcosa di fumoso, quasi mitico. Un'azione della quale i diretti partecipo non parlavano, e gli altri ignoravano o facevano finta.
E da lì il libro prosegue fino alla caduta di Berlino e la fuga di Aue.

Da un certo punto di vista Aue è un personaggio poco credibile. Non solo per le sue caratteristiche personali, ma per il suo trovarsi costantemente nei teatri più importanti della guerra, arrivando ad incontrare direttamente alcuni dei massimi gerarchi nazisti; Da Eichmann ad Himmler, passando per Speer, Legrelle e Heydrich fino ad arrivare ad Hitler. Ironicamente questo pluralità di situazioni ed incontri, nonché alcuni capitoli decisamente surreali per non dire onirici, sembrano ricordare sin troppo spesso come Le Benevole sia un romanzo e non un trattato storico, cosa che almeno personalmente tendevo a dimenticare dopo un pò, ma ha l'indubbio vantaggio di allargare il punto di vista del lettore sull'intera situazione.
Ripeto, non è realistico, ma è coerente, e sopratutto serve lo scopo prefissato.

Non vorrei dilungarmi oltre, e probabilmente l'ho già fatto in eccesso, ma si tratta di un libro che consiglio caldamente, ammesso e non concesso che abbiate lo stomaco necessario. E' un libro lungo, dalla scrittura a tratti difficile, ma il suo essere ostico nasce principalmente da ciò che narra, e dal modo in cui lo fa. La seconda parte sopratutto (Allemanda I e II) è stata una delle letture più pesanti ed ostiche alle quali mi sia mai sottoposto, per la sua crudezza.
Le Benevole non è un romanzo asettico, termine che spesso vediamo associato a simili opere. E' brutale, impietoso, quasi inumano. E in quel quasi sta la chiave di volta del personaggio di Aue. Perché nonostante sia da tutti i punti di vista un mostro (eticamente parlando), il libro non smette di rammentarci del suo essere un uomo come noi, con le sue debolezze, le sue viltà, i suoi momenti di tenerezza.
Non voglio dire che il libro si prefigga come scopo l'empatia o la simpatia nei confronti del suo narratore, e non vi è nessuna redenzione possibile per Aue, ma nonostante ciò, sarà difficile arrivare all'ultima pagina e non chiedersi, con un brivido, cosa avremmo fatto se ci fossimo trovati nei suoi panni.
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
Rispondi

Torna a “Edicola”