Primo fra tutti le aveva consigliato di trovare un hobby che la distraesse, qualcosa che portasse la sua concentrazione su altro che non sia il suo lavoro e le sue preoccupazioni. Aura aveva optato per la cucina e sovente si presentava dalla cuoca chiedendole di insegnarle qualche manicaretto. Dentro di sè sentiva che non avrebbe ritrovato totalmente la pace senza un piccolo gesto, magari un regalo che potesse rialzare un poco la sua autostima.
Ed in secondo luogo Strauss le aveva imposto di sfogare la sua depressione. Fra le opzioni che le suggerì, Aura scelse un piccolo combattimento, magari contro qualcuno con cui aveva un legame importante. All'inizio la ragazza pensò a Pip, ma sapendo che sarebbe presto partito per Madain Sari lei optò per Leon Jacques a cui aveva promesso uno scontro tempo addietro, prima che perdesse la ragione. Matt probabilmente sarebbe stata la scelta più azzeccata, ma dentro di sè sapeva che preferiva averlo accanto con le parole che con i fatti. Al loro prossimo incontro gli avrebbe parlato di tutto, dalla cicatrice al capo alle sue paure ed ai suoi legami con Ruben. Non gli avrebbe più nascosto nulla.
Quel giorno sembravano essersi radunati tutti in mensa. Leon, Alexandra ed una nuova ragazza che Aura non aveva ancora conosciuto erano intenti a chiacchierare tranquillamente, mentre a qualche tavolo più in là l'altro Leon e Calien continuavano a discutere su argomenti irrilevanti. Probabilmente stavano parlando di Filippo. Verso il bancone del bar invece Matt ed Egil stavano cercando di far intavolare un discorso fra Recks e Rina, il primo con un accenno di rossore sul viso. Erika assistiva continuando a fissare la giovane Cadetta con un certo interesse. Zhang invece era alle prese con Midori e Koira per quanto riguardava la birra e le bastonate che aveva dato a Tatoo e Maya quanto erano ancora ad Alexandria. Niahm e Siegmeyer, poco più in là, tentavano di convincere il topo a bere qualcosa insieme, con Axel che già ordinava un paio di limonate e qualche stuzzichino per il gruppo. Drizzt sembrava non essere presente, così come Pip e Sirius, ma in quel momento non importò molto. La Commander avrebbe comunque fatto loro visita di lì a poco.
Prese un lungo respiro nel prendere i pacchetti che aveva confezionato quella notte. La cuoca era stata molto gentile nel lasciarle la cucina in quelle ore così tarde, pur con la sua presenza vigile perchè non facesse danni. Fu aiutata dalla donna a preparare il tutto affinchè il giorno dopo Aura potesse già consegnarlo. Si avvicinò al primo tavolo e con qualche piccola difficoltà, abbozzò un sorriso ai presenti.
- Oh, Aura - la salutò Alexandra per prima, posando la tazza di the che stava sorseggiando - Come ti senti oggi?
- Un po' meglio - le rispose, seppur con lo sguardo basso e la bocca triste. Allungò subito dopo il primo pacchetto con tanto di scatola color rosa confetto ed un nastro bianco. La giovane lo prese con sguardo curioso, seguito a ruota da Leon e la nuova arrivata che Aura non desiderò lasciare a mani vuote.
- Cosa sono? - chiese Leon cominciando a scartare il pacchetto.
La Commander si strinse nelle spalle - Per quello che è successo. So di avervi fatto preoccupare ed ho pensato di chiedervi scusa.
Alexandra sciolse le spalle ripensando a quando aveva visto l'amica nella sua camera fra i vetri rotti ed il sangue alle mani. Nonostante quel ricordo, la Seed fissò negli occhi la Commander che continuò.
- Se non fosse stato per Alexandra credo che sarei ancora nella mia camera a...
Non riuscì a completare la frase. Sospirò, dopodichè riprese la parola.
- E per Leon, beh... Mi dispiace se ti sono sembrata così fredda e cinica.
Lui sbolognò la questione accennando un sorriso e sistemandosi la benda sull'occhio mancante - Non importa, ormai è acqua passata. Piuttosto, come va con lo psicologo? Ti trovi bene?
- Siamo solo alla prima seduta.
- Ah. Però ti sta già aiutando, o non saresti qui in mensa a parlare con noi.
Lei si strinse nelle spalle. Non aveva tutti i torti - Mi ha consigliato un piccolo incontro per sfogarmi un po', perciò se tu sei libero non mi dispiacerebbe battermi con te. Se la cosa non ti disturba.
Il Cadetto finì di aprire la scatola mentre rispondeva - Se te la senti, non vedo perchè... Muffin?
All'interno del suo pacchetto, tre muffin al cioccolato, crema e melograno stroncarono il discorso. Nel vedere quel regalo, Alexandra ed Alice, come si presentò la nuova ragazza alzando una mano e sfoggiando un sorriso più luminoso del sole, si apprestarono ad aprire i loro. La Seed ne trovò tre alla fragola, mentre la neo-Cadetta solo un paio con abbondante glassa e due ciliegie. Prima che rialzassero la testa per ringraziare, Aura era già partita verso il tavolo di Rayearth e Calien, a cui regalò un altro paio di pacchetti per poi passare al prossimo. Ognuno dei presenti ebbe una scatola colorata con tre muffin preparati quella notte. Forse non erano appena sfornati, ma la Commander sperò che fossero di gradimento per tutti.
Quando Matt aprì il suo, Aura lo abbracciò stretto. In quel momento non servirono le parole per fargli capire che gli era grata per tutto quello che stava facendo per lei, dallo starle vicino al parlarle quando ne aveva bisogno. Si ripromise di dirgli tutti i pensieri che l'attanagliavano un giorno di quelli, quindi lasciò il suo tavolo per passare a quello di Zhang, Midori e Koira. Ognuno dei suoi muffin portava due lettere scritte con la glassa al cioccolato.
"Grazie"
Dopo qualche piccola ricerca, Aura trovò Frozen in infermeria ad occuparsi ancora delle cartelle cliniche dei pazienti. Non si fermò a bussare alla porta, prendendolo di sorpresa alle spalle prima che questi si accorgesse della sua presenza. Per poi non fece un salto sul tavolo davanti a sè, ma lo spavento passò subito quando vide che si trattava solo della Commander. Portò le mani ai fianchi e sfoggiò un'elegante sorriso, chiedendole anch'egli come stesse quella mattina. La ragazza alzò un poco le spalle senza dire alcunchè, poi con sguardo basso gli allungò il pacchetto rosa.
- Uh, per me? - disse incuriosito - Non credevo di aver fatto così colpo.
Lei scosse la testa - Per ringraziarti di esserti preso cura di me.
Frozen picchiettò un dito sulla fronte di lei - Non c'è di che, ma al prossimo pisolino sul pavimento il the te lo verso sulla testa.
Non si sforzò neanche di sorridere, in quel momento le uscì naturale e si stupì per questo. Abbassò di nuovo lo sguardo nel tornare triste, quindi lo lasciò alle sue mansioni per dirigersi all'ufficio del tesoriere. Sapeva che avrebbe trovato lì Sirius e quando bussò alla porta, la sua voce tonante le diede la conferma che cercava. Entrò un po' titubante ripensando alla serie di aventi che c'erano stati fra i due, perciò non perse tempo nel consegnargli la scatola rosa prima ch'egli aprisse bocca.
L'uomo l'aprì immediatamente, ma ciò che vi trovò dentro fu un cd di musica classica sormontato da un solo muffin. Aura non sapeva quanto fosse tollerante con il cibo che non sia sanguinolento, quindi preferì optare per qualcosa che sapeva gli sarebbe piaciuto. Ogni tanto aveva sentito della musica, probabilmente Mozart, provenire dal dormitorio maschile e non c'erano stati mai dubbi al riguardo. Non poteva che essere sua quella musica, anche perchè non conosceva nessuno a parte lo stesso Sirius che vertesse sul requiem.
- Se non sbaglio Mozart è fra i tuoi preferiti - disse non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
Il vampiro annuì appena con la testa - Ciononostante non capisco il perchè di questo dono.
Lei alzò le spalle - Per chiederti scusa. So che Raistlin ha voluto vederti per causa mia.
Un lieve cenno, poi il Cadetto posò la scatola ed il suo contenuto sulla scrivania. Stesse per intavolare un discorso, ma Aura lo precedette avviandosi già alla porta. Prima di chiuderla alle sue spalle, ella si fermò titubante.
- E grazie per avermi aiutato.
Quindi lo lasciò solo.
Come al solito, Drizzt e Pip erano in presidenza a conversare. Su cosa, Aura lo capì senza neanche bisogno di chiederlo. Fra tutto il Garden, loro tre erano coloro che conoscevano meglio Ruben ed i suoi trascorsi, senza contare che anche Leon e Calien avevano passato molti mesi in sua compagnia prima di essere trasferiti al Garden Supremo. Più di tutti, però, sapevano della sua malattia dell'invecchiamento. La scorta fuori dalla porta fecero qualche domanda a proposito dei pacchetti che la ragazza portava, ma dopo averne visionato il contenuto ed essersi accertati della sua identità, seppur non ce ne fosse così tanto bisogno, la lasciarono passare. Non un nodo alla gola, bussò un paio di volte alla porta e l'invito ad entrare non tardò ad arrivare. I due Commander si zittirono immediatamente quando la videro entrare: Drizzt si portò vicino alla finestra, mentre Pip sostenne il suo sguardo senza però dire alcunchè.
- Ciao - Aura non riuscì a dire altro. Erano troppi i pensieri che le vorticavano nella testa per poterli esprimere. Strinse al petto i due pacchetti rimasti, sperando che il cartone reggesse la forza ed i muffin non si schiacciassero.
Pip vece un cenno col capo - Come va oggi?
Cominciava ad essere stufa che continuassero a chiederglielo. Non faceva altro che farle pensare al perchè le cose non andavano bene.
- Meglio - nonostante suonò più come una bugia, ne fu abbastanza convinta.
Lo sciamano non ne fu molto convinto e dopo aver scambiato uno sguardo al compare, si avvicinò ad Aura. Le scompigliò un po' i capelli com'era solito fare chiunque la vedesse così giù di morale. Con gli anni aveva imparato che era un gesto d'affetto che a lei piaceva molto.
- Sappiamo entrambi che sei in pensiero per Ruben - disse - Ma ciò non toglie quello che è successo. Se la tesi della Sindrome di Strife è giusta, forse abbiamo ancora una speranza.
Lei portò lo sguardo verso l'angolo della stanza, il più lontano possibile dall'incrociare quello dei suoi amici.
- Non dirmi bugie, quante sono le possibilità che torni a stare con noi?
Drizzt vicino alla finestra sospirò, ma a rispondere fu comunque Pip - Quasi zero.
Aura allentò la presa sulle confezioni rosa - Quasi... è già qualcosa, no?
L'amico storse la bocca - Se dovesse trovarsi a Madain Sari come speriamo, l'Ordine vorrà il suo arresto e si sa già cosa accadrà. C'è gente che preferirebbe vederlo con il cappio al collo che in prigione, seppur con tutte le misure di sicurezza necessarie affinchè non sia un pericolo.
- Lo so. Per questo spero che non ci sarà a Madain Sari.
Drizzt si avvicinò al duo - Preferisci averlo a piede libero con tutta la confusione che ha in testa piuttosto che all'Ordine.
Lei annuì - L'Ordine pretenderà la sua condanna a morte, o forse saranno più morbidi e lo terranno per studiarlo. Se così sarà, io farò di tutto per salvarlo. Non voglio gli accada quello che è capitato a me.
Fu il turno di Pip si sospirare - Così ti cacceranno davvero dal Garden.
- Non importa. Ruben significa molto per me. Mi ha insegnato molte cose, come penso abbia fatto anche con voi.
Il drow le asciugò una lacrima solitaria sulla sua guancia - Ruben è un amico per tutti. In qualche modo tutto si risolverà. Comunque, cosa sono quei pacchetti che tieni lì? - tentò poi di sviare il discorso.
Aura ne consegnò uno ad entrambi e quando vide i loro sorrisi di ringraziamento per il gesto, lei li abbracciò piangente. Si fermò soprattutto su Pip che strinse a sè come un fratello, ripensando in un istante al loro discorso tempo addietro. Quando arriverà il momento, Ruben dovrà essere ucciso, ma una cosa del genere Aura non voleva accettarla. Per lei era troppo, un dolore del genere sapeva già che non sarebbe mai riuscita a sopportarlo a discapito di tutto quello che era accaduto finora. Egli rappresentava per lei un padre, una figura a cui appellarsi nel momento del bisogno più di qualunque altra. Gli aveva fatto una promessa e non era intenzionata a voltargli le spalle in nessun caso. Per quanto nel Garden girassero voci colme di astio ed odio nei suoi confronti, lei continuava a credere in lui ed a sostenere il suo buon cuore.
- Pip - lo chiamò con un sussurro - Se dovessi trovare Ruben, non ucciderlo.
Lui ebbe appena un sussulto nel rimembrare. Tuttavia non disse nulla, limitandosi a restituire l'abbraccio che si sciolse poco dopo. Aura si asciugò velocemente le lacrime.
- Comunque, bentornati a casa.