Garden 1

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Aura
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Grazie al sapore di muffin

Messaggio da Aura »

Non erano passati molti giorni da quando Pip era stato tratto in salvo. Passo dopo passo, informazioni dopo informazioni tutto sembrava esser combaciato. C'erano ancora dei dubbi per quanto riguardava la volontà di sottrarre Alexander da parte dell'organizzazione, almeno da parte di Aura che ancora non credeva possibile ciò che era stato scoperto. Sagramor e Ruben. Dentro la sua testa un mare di ricordi misti a dolore e tristezza non la facevano stare per niente tranquilla. Per ogni volta che trovava quei nomi sulle bocche della gente, ella cambiava strada per evitare di ascoltare anche solo involontariamente. Per molte ore si chiudeva nel suo studio od in camera cercando di fare gli esercizi che lo psicologo, un tale Strauss Von Gabel, le aveva dato per ritrovare un po' di pace.
Primo fra tutti le aveva consigliato di trovare un hobby che la distraesse, qualcosa che portasse la sua concentrazione su altro che non sia il suo lavoro e le sue preoccupazioni. Aura aveva optato per la cucina e sovente si presentava dalla cuoca chiedendole di insegnarle qualche manicaretto. Dentro di sè sentiva che non avrebbe ritrovato totalmente la pace senza un piccolo gesto, magari un regalo che potesse rialzare un poco la sua autostima.
Ed in secondo luogo Strauss le aveva imposto di sfogare la sua depressione. Fra le opzioni che le suggerì, Aura scelse un piccolo combattimento, magari contro qualcuno con cui aveva un legame importante. All'inizio la ragazza pensò a Pip, ma sapendo che sarebbe presto partito per Madain Sari lei optò per Leon Jacques a cui aveva promesso uno scontro tempo addietro, prima che perdesse la ragione. Matt probabilmente sarebbe stata la scelta più azzeccata, ma dentro di sè sapeva che preferiva averlo accanto con le parole che con i fatti. Al loro prossimo incontro gli avrebbe parlato di tutto, dalla cicatrice al capo alle sue paure ed ai suoi legami con Ruben. Non gli avrebbe più nascosto nulla.

Quel giorno sembravano essersi radunati tutti in mensa. Leon, Alexandra ed una nuova ragazza che Aura non aveva ancora conosciuto erano intenti a chiacchierare tranquillamente, mentre a qualche tavolo più in là l'altro Leon e Calien continuavano a discutere su argomenti irrilevanti. Probabilmente stavano parlando di Filippo. Verso il bancone del bar invece Matt ed Egil stavano cercando di far intavolare un discorso fra Recks e Rina, il primo con un accenno di rossore sul viso. Erika assistiva continuando a fissare la giovane Cadetta con un certo interesse. Zhang invece era alle prese con Midori e Koira per quanto riguardava la birra e le bastonate che aveva dato a Tatoo e Maya quanto erano ancora ad Alexandria. Niahm e Siegmeyer, poco più in là, tentavano di convincere il topo a bere qualcosa insieme, con Axel che già ordinava un paio di limonate e qualche stuzzichino per il gruppo. Drizzt sembrava non essere presente, così come Pip e Sirius, ma in quel momento non importò molto. La Commander avrebbe comunque fatto loro visita di lì a poco.
Prese un lungo respiro nel prendere i pacchetti che aveva confezionato quella notte. La cuoca era stata molto gentile nel lasciarle la cucina in quelle ore così tarde, pur con la sua presenza vigile perchè non facesse danni. Fu aiutata dalla donna a preparare il tutto affinchè il giorno dopo Aura potesse già consegnarlo. Si avvicinò al primo tavolo e con qualche piccola difficoltà, abbozzò un sorriso ai presenti.
- Oh, Aura - la salutò Alexandra per prima, posando la tazza di the che stava sorseggiando - Come ti senti oggi?
- Un po' meglio - le rispose, seppur con lo sguardo basso e la bocca triste. Allungò subito dopo il primo pacchetto con tanto di scatola color rosa confetto ed un nastro bianco. La giovane lo prese con sguardo curioso, seguito a ruota da Leon e la nuova arrivata che Aura non desiderò lasciare a mani vuote.
- Cosa sono? - chiese Leon cominciando a scartare il pacchetto.
La Commander si strinse nelle spalle - Per quello che è successo. So di avervi fatto preoccupare ed ho pensato di chiedervi scusa.
Alexandra sciolse le spalle ripensando a quando aveva visto l'amica nella sua camera fra i vetri rotti ed il sangue alle mani. Nonostante quel ricordo, la Seed fissò negli occhi la Commander che continuò.
- Se non fosse stato per Alexandra credo che sarei ancora nella mia camera a...
Non riuscì a completare la frase. Sospirò, dopodichè riprese la parola.
- E per Leon, beh... Mi dispiace se ti sono sembrata così fredda e cinica.
Lui sbolognò la questione accennando un sorriso e sistemandosi la benda sull'occhio mancante - Non importa, ormai è acqua passata. Piuttosto, come va con lo psicologo? Ti trovi bene?
- Siamo solo alla prima seduta.
- Ah. Però ti sta già aiutando, o non saresti qui in mensa a parlare con noi.
Lei si strinse nelle spalle. Non aveva tutti i torti - Mi ha consigliato un piccolo incontro per sfogarmi un po', perciò se tu sei libero non mi dispiacerebbe battermi con te. Se la cosa non ti disturba.
Il Cadetto finì di aprire la scatola mentre rispondeva - Se te la senti, non vedo perchè... Muffin?
All'interno del suo pacchetto, tre muffin al cioccolato, crema e melograno stroncarono il discorso. Nel vedere quel regalo, Alexandra ed Alice, come si presentò la nuova ragazza alzando una mano e sfoggiando un sorriso più luminoso del sole, si apprestarono ad aprire i loro. La Seed ne trovò tre alla fragola, mentre la neo-Cadetta solo un paio con abbondante glassa e due ciliegie. Prima che rialzassero la testa per ringraziare, Aura era già partita verso il tavolo di Rayearth e Calien, a cui regalò un altro paio di pacchetti per poi passare al prossimo. Ognuno dei presenti ebbe una scatola colorata con tre muffin preparati quella notte. Forse non erano appena sfornati, ma la Commander sperò che fossero di gradimento per tutti.
Quando Matt aprì il suo, Aura lo abbracciò stretto. In quel momento non servirono le parole per fargli capire che gli era grata per tutto quello che stava facendo per lei, dallo starle vicino al parlarle quando ne aveva bisogno. Si ripromise di dirgli tutti i pensieri che l'attanagliavano un giorno di quelli, quindi lasciò il suo tavolo per passare a quello di Zhang, Midori e Koira. Ognuno dei suoi muffin portava due lettere scritte con la glassa al cioccolato.
"Grazie"

Dopo qualche piccola ricerca, Aura trovò Frozen in infermeria ad occuparsi ancora delle cartelle cliniche dei pazienti. Non si fermò a bussare alla porta, prendendolo di sorpresa alle spalle prima che questi si accorgesse della sua presenza. Per poi non fece un salto sul tavolo davanti a sè, ma lo spavento passò subito quando vide che si trattava solo della Commander. Portò le mani ai fianchi e sfoggiò un'elegante sorriso, chiedendole anch'egli come stesse quella mattina. La ragazza alzò un poco le spalle senza dire alcunchè, poi con sguardo basso gli allungò il pacchetto rosa.
- Uh, per me? - disse incuriosito - Non credevo di aver fatto così colpo.
Lei scosse la testa - Per ringraziarti di esserti preso cura di me.
Frozen picchiettò un dito sulla fronte di lei - Non c'è di che, ma al prossimo pisolino sul pavimento il the te lo verso sulla testa.
Non si sforzò neanche di sorridere, in quel momento le uscì naturale e si stupì per questo. Abbassò di nuovo lo sguardo nel tornare triste, quindi lo lasciò alle sue mansioni per dirigersi all'ufficio del tesoriere. Sapeva che avrebbe trovato lì Sirius e quando bussò alla porta, la sua voce tonante le diede la conferma che cercava. Entrò un po' titubante ripensando alla serie di aventi che c'erano stati fra i due, perciò non perse tempo nel consegnargli la scatola rosa prima ch'egli aprisse bocca.
L'uomo l'aprì immediatamente, ma ciò che vi trovò dentro fu un cd di musica classica sormontato da un solo muffin. Aura non sapeva quanto fosse tollerante con il cibo che non sia sanguinolento, quindi preferì optare per qualcosa che sapeva gli sarebbe piaciuto. Ogni tanto aveva sentito della musica, probabilmente Mozart, provenire dal dormitorio maschile e non c'erano stati mai dubbi al riguardo. Non poteva che essere sua quella musica, anche perchè non conosceva nessuno a parte lo stesso Sirius che vertesse sul requiem.
- Se non sbaglio Mozart è fra i tuoi preferiti - disse non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
Il vampiro annuì appena con la testa - Ciononostante non capisco il perchè di questo dono.
Lei alzò le spalle - Per chiederti scusa. So che Raistlin ha voluto vederti per causa mia.
Un lieve cenno, poi il Cadetto posò la scatola ed il suo contenuto sulla scrivania. Stesse per intavolare un discorso, ma Aura lo precedette avviandosi già alla porta. Prima di chiuderla alle sue spalle, ella si fermò titubante.
- E grazie per avermi aiutato.
Quindi lo lasciò solo.

Come al solito, Drizzt e Pip erano in presidenza a conversare. Su cosa, Aura lo capì senza neanche bisogno di chiederlo. Fra tutto il Garden, loro tre erano coloro che conoscevano meglio Ruben ed i suoi trascorsi, senza contare che anche Leon e Calien avevano passato molti mesi in sua compagnia prima di essere trasferiti al Garden Supremo. Più di tutti, però, sapevano della sua malattia dell'invecchiamento. La scorta fuori dalla porta fecero qualche domanda a proposito dei pacchetti che la ragazza portava, ma dopo averne visionato il contenuto ed essersi accertati della sua identità, seppur non ce ne fosse così tanto bisogno, la lasciarono passare. Non un nodo alla gola, bussò un paio di volte alla porta e l'invito ad entrare non tardò ad arrivare. I due Commander si zittirono immediatamente quando la videro entrare: Drizzt si portò vicino alla finestra, mentre Pip sostenne il suo sguardo senza però dire alcunchè.
- Ciao - Aura non riuscì a dire altro. Erano troppi i pensieri che le vorticavano nella testa per poterli esprimere. Strinse al petto i due pacchetti rimasti, sperando che il cartone reggesse la forza ed i muffin non si schiacciassero.
Pip vece un cenno col capo - Come va oggi?
Cominciava ad essere stufa che continuassero a chiederglielo. Non faceva altro che farle pensare al perchè le cose non andavano bene.
- Meglio - nonostante suonò più come una bugia, ne fu abbastanza convinta.
Lo sciamano non ne fu molto convinto e dopo aver scambiato uno sguardo al compare, si avvicinò ad Aura. Le scompigliò un po' i capelli com'era solito fare chiunque la vedesse così giù di morale. Con gli anni aveva imparato che era un gesto d'affetto che a lei piaceva molto.
- Sappiamo entrambi che sei in pensiero per Ruben - disse - Ma ciò non toglie quello che è successo. Se la tesi della Sindrome di Strife è giusta, forse abbiamo ancora una speranza.
Lei portò lo sguardo verso l'angolo della stanza, il più lontano possibile dall'incrociare quello dei suoi amici.
- Non dirmi bugie, quante sono le possibilità che torni a stare con noi?
Drizzt vicino alla finestra sospirò, ma a rispondere fu comunque Pip - Quasi zero.
Aura allentò la presa sulle confezioni rosa - Quasi... è già qualcosa, no?
L'amico storse la bocca - Se dovesse trovarsi a Madain Sari come speriamo, l'Ordine vorrà il suo arresto e si sa già cosa accadrà. C'è gente che preferirebbe vederlo con il cappio al collo che in prigione, seppur con tutte le misure di sicurezza necessarie affinchè non sia un pericolo.
- Lo so. Per questo spero che non ci sarà a Madain Sari.
Drizzt si avvicinò al duo - Preferisci averlo a piede libero con tutta la confusione che ha in testa piuttosto che all'Ordine.
Lei annuì - L'Ordine pretenderà la sua condanna a morte, o forse saranno più morbidi e lo terranno per studiarlo. Se così sarà, io farò di tutto per salvarlo. Non voglio gli accada quello che è capitato a me.
Fu il turno di Pip si sospirare - Così ti cacceranno davvero dal Garden.
- Non importa. Ruben significa molto per me. Mi ha insegnato molte cose, come penso abbia fatto anche con voi.
Il drow le asciugò una lacrima solitaria sulla sua guancia - Ruben è un amico per tutti. In qualche modo tutto si risolverà. Comunque, cosa sono quei pacchetti che tieni lì? - tentò poi di sviare il discorso.
Aura ne consegnò uno ad entrambi e quando vide i loro sorrisi di ringraziamento per il gesto, lei li abbracciò piangente. Si fermò soprattutto su Pip che strinse a sè come un fratello, ripensando in un istante al loro discorso tempo addietro. Quando arriverà il momento, Ruben dovrà essere ucciso, ma una cosa del genere Aura non voleva accettarla. Per lei era troppo, un dolore del genere sapeva già che non sarebbe mai riuscita a sopportarlo a discapito di tutto quello che era accaduto finora. Egli rappresentava per lei un padre, una figura a cui appellarsi nel momento del bisogno più di qualunque altra. Gli aveva fatto una promessa e non era intenzionata a voltargli le spalle in nessun caso. Per quanto nel Garden girassero voci colme di astio ed odio nei suoi confronti, lei continuava a credere in lui ed a sostenere il suo buon cuore.
- Pip - lo chiamò con un sussurro - Se dovessi trovare Ruben, non ucciderlo.
Lui ebbe appena un sussulto nel rimembrare. Tuttavia non disse nulla, limitandosi a restituire l'abbraccio che si sciolse poco dopo. Aura si asciugò velocemente le lacrime.
- Comunque, bentornati a casa.
Spoiler
Scusate il post chilometrico, ma ci tenevo a questa cosa XD
Balthier89
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Re: Garden

Messaggio da Balthier89 »

I Muffin di Aura furono un vero successo!un tocco di dolcezza in quel momento di tensione e caos,ma per Alice era giunto il momento di annunciarsi.Grazie ai Muffin di Aura ora era in gran forma per presentarsi al Preside!

Alice:Ragazzi se non voglio continuare ad essere un intrusa sarà il caso che annunci la mia presenza al Preside :asd: Sapete se è in Presidenza?
Alexandra:Non so che dirti!!!prova :asd: al più chiedi in giro!!la Presidenza non è lontanissima la troverai molto facilmente
Alice:Perfetto!!ragazzi è stato un vero piacere conoscervi sono sicura che diventeremo ottimi amici!!a presto :D

Detto ciò la Cadetta partì alla ricerca della Presidenza!Il Garden di Rinoa era molto accogliente,per Alice non fù difficile sentirsi a casa...erano poche ore che era lì e già aveva conosciuto un sacco di persone e una ragazza già gli aveva fatto un dono non conoscendola per niente!
Nonostante era partita da poco la mancanza del Garden di Balamb era comunque molto forte..sopratutto dei pomeriggi passati a ridere insieme a Zell e Selphie,le cioccolate calde in mensa con Irvine e i duri allenamenti con Quistis..ma questo non di certo abbatteva Alice..anzi ora aveva davanti una nuova vita,nuovi amici e nuovi posti da esplorare!
Dopo alcuni metri finalmente arrivò davanti la presidenza e bussò.

Drizzt:Prego avanti!
Alice:Piacere sono Alice Trepe appena trasferita dal Garden di Balamb!! :-D
Drizzt:Piacere mio!!mi chiedevo quando sarebbe arrivata Sig.na Trepe!!la Prof.ssa Quistis Trepe mi aveva scritto parecchi giorni fa dicendomi che era già in viaggio per raggiungerci..avevo pensato di mandare qualcuno a cercarla..ma credimi ho avuto altro a cui pensare e mi sfuggito.
Alice:Lo so...è che ho avuto un pò di contrattempi per la strada e non riuscivo a trovarvi ..mi scuso profondamente per il ritardo!!
Drizzt:Sono cose che capitano..comunque benvenuta nel nostro Garden in che cosa sei specializzata?
Alice:Combattimento a distanza!come arma uso un Boomerfriz e alcune volta la frusta..
Drizzt:Perfetto tutto chiaro!!!Infatti tua sorella mi ha scritto che sei abbastanza esperta nei combattimenti che al Garden di Balamb sei stata sottoposta ad un duro allenamento durato tre anni!Qui potrai approfondire le tue tecniche e magari anche apprenderne altre..così quando ci saranno le candidature SeeD potrai fare la tua iscrizione!
Alice:Infatti punto moltissimo a questo!!!voglio diventare un SeeD come mia sorella e combattere contro il male! :smt109
Drizzt:Vedo che lo spirito non ti manca :smile: però in questa missione non posso inserirti in nessun posto..ormai abbiamo tutti i nostri posti assegnati..per il momento dedicati ad osservare e a farti conoscere!
Alice:Tutto chiaro!!! :-D
Drizzt:Ora scusami ma devo chiederti di andartene..come ti dicevo prima siamo in mezzo a tanti fuochi e devo essere presente.
Alice:No no per carità capisco!!grazie di tutto!!a presto

Dettò ciò la Cadetta uscì.Per ora l'importante era farsi conoscere e non intralciare gli altri nella missione.
La cadetta cominciò a vagare nella ricerca dei dormitori e di qualche ragazza disposta a condividere la camera con lei
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RinaYeah
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Re: Garden

Messaggio da RinaYeah »

-Allora Recks, ti raccomando!!! Fai estremamente attenzione a Pip durante la missione-
Seduti ad un tavolo della mensa, stavo dando delle direttive a Recks circa la missione che stava per intraprendere.
-Ma perchè mi stai dicendo di proteggerlo?-
-Ecco, be... Si, è probabile che quel maniaco dei tatuaggi ce l'abbia con lui, quindi sarà più esposto al pericolo... E poi non vuoi mica perdere il responsabile della sicurezza?-
-Ciò che dici non ha molto senso...-
-Ci mancavi tu, Egil... Oh, c'è anche Matt, ciao- agitai la mano a mo di saluto
-Non è che ci nascondi qualcosa, Rina?-
Li osservai un attimo, poi scossi la testa
-No, io non nascondo niente... Perchè mai dovrei? E poi, cosa dovrei nascondere, eh? Una cotta...-
-Beccata!- disse Egil puntandomi l'indice contro
-Noi non abbiamo specificato nulla, così tu ti sei incastrata con le tue mani-
-No, io...- mi guardai un attimo attorno, vedendo una raazza minuta avvicinarsi.
-Ah, Aura! Per fortuna sei venuta tu... Questi mi stavano facendo dire cose che non penso proprio-
La ragazza sorrise, poi ci porse una scatolina l'uno.
Tutti la aprimmo, curiosi, trovandoci all'interno muffins dei più svariati gusti.
-Aura, questo è un colpo basso. Non posso resistergli-
Addentai una di quei dolcetti, che incantarono il mio palato grazie all'amaro del cacao, contrapposto al dolce della farina di cocco con la quale era ricoperto.
-È... È... È fantastico- lacrime di gioia rigarono le mie guance -Sono in paradiso...-
Rimasi estasiata dal gusto dei muffins ancora qualche minuto, poi mi ripresi, notando l'assenza sia della ragazza, sia dei tre ragazzi.
-Ops, credo di aver esagerato-
Buttai uno sguardo ai tavoli, notando i due Leon cmentre bevevano. Sembravano ubriachi.
Mi alzai e mi avvicinai al loro tavolo.
Leon, pilota del garden, decise che era arrivata l'ora di compiere una difficile missione.
Allungo la mano.
Centro perfetto sulla tetta destra di Rina. Le dita si mossero laboriosamente per registrare più informazioni possibili.
Rina era scioccata.
"Uhm... Leon fake avevi ragione tu. Non sono finte"
Rimasi immobile un istante, poi allungai la mia mano destra, facendo comparire Death. La afferrai con entrambe le mani, la alzai verso l'alto e...
-TI AMMAZZO!!!!!-
La falce precipitò sul tavolo, distruggendolo. Alzai nuovamente l'arma, pronta a ricolpire, ma qualcuno mi prese per le spalle.
-Calma, Rina-
La voce di Alexandra arrivò alle mie orecchie.
-No! Mollami, Alex!!! DEVO scuartare questo MAIALE con le mie mani-
-Meglio se lasci stare, non vedi che è ubriaco?!?-
Death scomparì, la ragazza mi lasciò andare. Girai sui tacchi, dirigendomi verso l'uscita della mensa. Prima di uscire, lo avvvertì
-Se succederà di nuovo, ti pentirai di avermi incontrata-

Percorsi i corridoi sbattendo il più possibile i tacchi. Mi aiutava a calmarmi. Arrivata ai domitori, notai una ragazza. Stava bussando alla porta della mia camera.
-È inutile, non ti aprirà nessuno-
-Oh, peccato... Sembrache non tutti mi apprezzino-
-Mi sa che hai capito male. Io sono Rina, la proprietaria di quella stanza, però non ti posso aprire semplicemente perchè non sono in camera-
-Oh, io sono Alice Trepe, piacere-
Mi avvicinai alla porta, la aprì e feci entrare la ragazza.
-Come mai bussavi alla porta della mia camera?-
-Cercavo qualcuno con cui condividere la stanza...-
-Ed hai scelto me?- le presi le mani e la guardai negli occhi, speranziosa.
-Be, non sapevo di chi fosse la camera, però ho voluto provare-
-Allora vuoi diventare la mia coinquilina?-
-Sarebbe bello, se non ti disturba...-
-Anzi, ne sono felicissima, spero solo di non essere troppo stramba-
Rimasimo in camera tutta il resto della giornata, per conoscerci meglio, raccontandoci la nostra storia e chiacchierando.
Poi, prima di sera, la portai a fare un giro del Garden spettegolando sui vari SeeD e Cadetti che incontravamo.

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Leon Feather
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Re: Garden

Messaggio da Leon Feather »

"Perchè diavolo devi sempre mangiarti la mia colazione?"
Niamh lo guardò con quella sua solita aria da "frega un cxxxo" e cominciò a sorseggiare il tè che Leon aveva ordinato, alternando ogni tanto a un morsetto della sua brioche.
"Ho capito" disse il cadetto sbuffando "da oggi in poi prendo la colazione per entrambi. Contenta?"
Alexandra Schwarzlight si avvicinò al loro tavolo e depositò un biscotto sul tavolo di fronte a Leon. "Problemi a gestire i beni di coppia?" disse sorridendo.
"Non me ne parlare" disse Leon addentando il biscotto. "Credo sia cresciuta senza educazione o qualcosa del genere... ma hai appena detto coppia?"
Alexandra scrollò le spalle. "Io non ho detto niente, Leon"
Niamh poggiò la tazza vuota sul tavolo. "Jacques, hai accettato l'invito alla sfida dell'infermiera in un nanosecondo. Perchè con me ci hai messo così tanto?"
"Non è un'infermiera. Comunque, se permetti tu eri una mezza sconosciuta, violenta e con evidenti difficoltà con la gestione della rabbia. Lei è un'amica che ha bisogno di aiuto"
"Pff" Niamh si alzò dal tavolo lasciando la brioche al cioccolato mangiata a metà. "Scommetto che c'entrano le tette. A me piacciono alla crema comunque. Vado a vedere se c'è qualcosa di divertente da fare qua in giro"
"Sì, vai vai" le disse Leon osservandola allontanarsi. Si voltò verso Schwarzlight. "C'è qualcosa che dovevi dirmi?"
La ragazza si riavviò i capelli. "Sì, ecco, ti cercava Sirius. Ma non chiedermi cosa voglia da te, perchè non ne ho idea" disse.

"Signor Royar, la stavo aspettando. Prego, si accomodi" l'uomo gli indicò la sedia di fronte alla sua scrivania e Leon si sedette. Sirius fece lo stesso all'altro capo della scrivania.
"Devi dirmi qualcosa o ti mancavo soltanto?" chiese Leon cercando di apparire il più rilassato possibile. In effetti, stare in presenza di quell'uomo lo faceva sentire a disagio, ma non era mai riuscito a capire perchè.
"Lei è sempre molto divertente, signor Royar" disse Sirius sorridendo. "E' effettivamente da un bel po' che non facciamo una chiaccherata. Ma c'è un motivo preciso per cui l'ho chiamata qui oggi"
"Esponiti, dunque" disse Leon facendo inclinare la sedia leggermente all'indietro.
"Andrò dritto al punto, visto che a lei non piacciono i giri di parole. Ho ricevuto richiesta di consegnarvi a un certo Royar, facoltoso nobile di Toleno, con l'accusa di furto di alcune delle sue proprietà"
Leon per poco non cadde indietro con la sedia. Certo si aspettava ripercussioni per quello che aveva fatto ma non così presto. Il cadetto tornò composto sulla sedia, pensando a come uscirne. Da dietro la scrivania Sirius lo osservava con un sorrisetto dipinto sul volto.
"Che persona antipatica. Non ho rubato nulla, Sirius. Quell'uomo è mio padre e quella era anche casa mia" disse.
"E' stato piuttosto insistente, signor Royar. In effetti, ha parlato di un certo legame di parentela fra di voi. Ma anche ben specificato che non intende far cadere l'accusa solo perchè lei è suo figlio" disse Sirius lisciandosi il pizzetto.
Leon deglutì. Sperava che il Garden avrebbe lasciato Gaia ben prima che suo padre scoprisse dove si trovava, costringendolo a rinunciare alla sua ricerca.
"In effetti, sarebbe una buona occasione per liberarsi di lei, signor Royar. Ha causato non pochi problemi al Garden ultimamente, con la commander Aura e il Seed Winchester. Per non parlare dell'assassinio a sangue freddo della donna membro dell'organizzazione che stiamo combattendo"
Leon digrignò i denti. In effetti non aveva tutti i torti.
"E' anche vero che lei è un ottimo elemento sul campo di battaglia. Sarebbe un vero spreco per il Garden rinunciare a un cadetto così promettente"
Leon si alzò e battè i palmi delle mani sulla scrivania. "Cosa vuoi che faccia, perchè rimanga qui?"
Spoiler
Scusate il post cortino. Spero che vada bene, Sirius! Altrimenti avvertimi che cancello. In caso ti stia bene, lascio continuare a te XD
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


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Aura
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Yoyo e carta velina

Messaggio da Aura »

La squadra era ormai partita da diverso tempo. Dalla finestra le lande del Continente Esterno sembravano fogli di carta velina spiegazzati in vari punti, per poi arrotolarsi in corrispondenza delle montagne e di Madain Sari che, da così lontano, pareva una cunetta solitaria. Aura respirò a pieni polmoni l'aria che brulicava nel luogo, assaporando la sabbia riarsa dal sole ed accarezzando con gli occhi il panorama. Gaia, la sua terra. La terra degli Sciamani. La terra di Pip. Poteva solo immaginare il dolore che deve aver provato nel sapere che Tatoo, l'ultimo nemico rimasto dell'organizzazione che li aveva condotti a Reimsè Mor, avrebbe attaccato la sua città. Lei stessa si sarebbe sentita distrutta se il Garden fosse stato preso di mira in quel modo.
Aura non aveva mai avuto una casa da bambina. Piuma si era sempre occupato di lei, di ogni necessità e sostegno che le servisse per andare avanti e vivere. Vagabondavano, si fermavano per poco tempo nei villaggi sapendo che non sarebbero mai stati a loro agio. non perché gli abitanti non li gradissero nonostante il biancore del drago, bensì per quella sensazione di estraneità che li aveva accompagnati fino all'arrivo in Garden. Lì la ragazza aveva scoperto di avere un fratello, certo, ma da allora quella struttura era diventata la sua dimora.
La sua casa. La sua famiglia. Se succedesse qualcosa alla famiglia, all'unica cosa che la teneva legata alla vita, non ci avrebbe pensato due volte ad andarsene. Definitivamente. Se la casa crolla, crolla Aura stessa.
Per questo sperava con tutto il cuore che Ruben fosse vivo e vegeto e che, soprattutto, l'Ordine non mettesse le sue manacce su di lui. Era il Padre, non doveva andarsene da casa. Chiusa nella sua camera, la ragazza non faceva altro che ripetersi queste parole nella testa mentre aspettava l'arrivo di una persona. Si strinse nelle spalle quasi avesse freddo, continuando a fissare Madain Sari dalla finestre anche quando qualcuno bussò alla sua porta.
- Ciao - fu quella sola frase a risvegliarla dai pensieri. Volse lo sguardo e si sforzò di non apparire triste.
- Come stai? - riprese Matt chiudendo la porta alle spalle. Si avvicinò a lei, passandole una mano sul viso che la ragazza avvertì bagnato. Si rese conto solo in quel momento che stava piangendo e velocemente si asciugò le lacrime con una certa meraviglia.
- Scusa - gli rispose.
- Non importa. Non devi scusarti sempre di tutto.
Lei tentò di sorridere, ma le sue mani tremarono nell'abbracciare il ragazzo. Sospirò nel sentire le sue dita sulla schiena.
- Va un po' meglio. Sono preoccupata per Ruben.
Matt ebbe un piccolo sussulto. Qualcosa dentro di lui si scosse come gli alberi nel vento, chinandosi pur tentando in tutti i modi di resistere a quella corrente. E da come lo conosceva Aura, non aveva paura di ammettere che ci sarebbe riuscito in poco tempo. L'abbraccio venne ricambiato con più forza.
- Lo sai, se vuoi parlarne io ci sono.
- Per questo volevo vederti - continuò la Commander - Non voglio più tenerti nascosto nulla.
Si sedettero sul letto e pian piano Aura si lasciò andare ai pensieri. Gli confessò delle vicende dei Carneriani, di come fu rapita e poi imprigionata in una macchina virtuale affinché i suoi ricordi alimentassero un'arma. Era stata scelta per la sua propensione al Nen ed alla manipolazione dell'aura, usata come una batteria che le aveva lasciato un segno indelebile sulla nuca. I suoi timori ai Reimsè Mor e tutte le morti nonostante le cure adottate, la giovane non risparmiò nulla alla voce che lentamente si fece smorzata da respiri profondi. Ad ogni passo che faceva, le sembrava di liberare i polmoni da un macigno talmente pesante da stancarle la volontà. La mano si strinse in quella di Matt mentre gli parlava del vuoto che aveva nel cuore e di come questo si fosse nutrito della sua angoscia e della sua debolezza fino a penetrarle il cervello con una scarica di pazzia. Gli parlò di Ruben e di come le avesse insegnato la lezione che lei reputava più importante, una lezione che l'aveva spinta a prendere decisioni difficili ed a sopportare il male che vedeva ogni giorno sempre più oscuro. Parlò di Pip, di suo fratello e di Drizzt, parlò dell'affetto che provava verso i membri del Garden, parlò delle sue paure di non avere più nessuno al suo fianco da sostenere o dal quale essere sostenuta. Parlò dell'ansia per la sparizione di Sirius a Reloras, parlò del dolore provato per la morte di Zack e la successiva di Musica sebbene quest'ultimo fosse tornato sano e salvo.
Parlò persino di come avesse il timore che, un giorno, il Garden si sciolga definitivamente, di perdere tutti i suoi amici per colpa dei suoi errori e delle sue azioni. Forse parlò addirittura di come fosse terrorizzata di compiere delle scelte importanti su cui pesava il futuro di molti, probabilmente accennando anche al ruolo di Commander che, sapeva, non avrebbe mai svolto con rigore come facevano Pip e Drizzt.
- Loro sono più forti di me - disse coprendosi il volto con le mani - In confronto a loro, io sono una bambina che non vuole aprire la porta di casa per vedere cosa c'è fuori.
Matt le strinse le spalle, alzandole lo sguardo puntando le dita sul suo mento.
- Aura, è normale avere paura e non sentirsi all'altezza. Conosci i tuoi limiti e questo è già una gran cosa. Devi solo imparare a camminare piano piano, magari con il mio aiuto e quello di altri.
Lei sospirò - Ho troppa paura di cadere e trascinare qualcuno con me.
- Non ti lascerò cadere.
- E se fossi troppo pesante? Se fossi solo un peso che ti rallenta e ti addolora?
Lui scrollò le spalle con un sorriso - Vorrà dire che le ginocchia ce le sbucciamo insieme.
I suoi occhi verdi si impressero in quelli castani del Seed. Egli le accarezzò il volto serrando le sue labbra su quelle della ragazza. Quel solo gesto sembrò scaricare tutta la tensione che ella si portava dentro, facendola sospirare piano sul collo del giovane che la strinse a sè.
- Scusa per tutti i problemi che ti sto causando.
Il suo petto ebbe un sobbalzò, ma fu solo per la risatina che trattenne - Non devi scusarti. Tu mi sei stata vicino quando ne avevo bisogno, ora tocca a me ricambiare la moneta. Anche se lo avrei fatto lo stesso in ogni caso. E vedi di riprende a sorridere come un tempo o sarà costretto ad indossare una parrucca turchese da donna per strapparti una risata.
Non ci fu bisogno dell'impulso. Aura sorrise senza riflettere.
- Grazie di cuore.

La mano bussò delicatamente alla porta. Un po' titubante, ma necessario affinché dall'interno giungesse l'invito ad entrare. La maniglia, nonostante l'aria fresca che girava per i corridoi, pareva calda sulla pelle quasi provasse ad ustionarla sul momento. Forse è la tensione, si disse Aura prima di varcare la soglia. Sapeva di poter trovare Leon nell'ufficio di Sirius, la stessa Alexandra glielo aveva confermato una volta incrociata nei corridoi in compagnia di Rina. Seppur breve, la loro fu una discussione tranquilla.
- Alex, sai dov'è Leon? - le aveva chiesto.
La ragazza si era sistemata i capelli mossi dietro le orecchie - Dovrebbe trovarsi nell'ufficio di Sirius. Non so esattamente cosa voglia da lui, ma da come mi ha chiesto il favore di chiamarlo mi è sembrata una questione importante.
Aura l'aveva fissata curiosa - Con Sirius? Per caso è ancora per la storia del matrimonio?
Rina si era intromessa entusiasta - Ma lui ed Egil non si erano lasciati?
La Seed aveva portato una mano al fianco, spostando il peso su una gamba sola - Sì, hanno divorziato. Calien ha già compilato le carte da diverso tempo.
- Oh, che peccato! - aveva esclamato la Cadetta - Sembravano una così bella coppia! Scommetto che Egil sarebbe stata una moglie fantastica, avevo già in mene un trucco favoloso per le nozze. Sono certa che avrebbe fatto un figurone! Con un bel velo, poi, di quelli col pizzo, ed un bouchet di rose rosse che si sarebbero intonare alla perfezioni col colore dei suoi occhi e dei suoi capelli.
- Egil ha i capelli verdi - commentò a quel punto Alexandra storcendo la bocca non convinta. Rina aveva alzato un indice fiero.
- Appunto! Il verde sta bene col rosso, in fondo sono colori complementari! Meglio di una combinazione del genere non ce n'é, no no!
- Ad ogni modo - interruppe poi la Commander stringendosi nelle spalle - Perchè Sirius voleva vedere Leon?
- Non lo so, di sicuro il matrimonio non centra. Ah, già che ci sono grazie dei muffin. Erano buonissimi.
- Io oserei dire anche squisiti! Non credevo che fossi una cuoca così brava! Però scommetto che qualche trucchetto non lo conosci, potrei insegnarti qualcosa per far colpo su un ragazzo.
Aura aveva arrossito - Ho già qualcuno.
Alexandra aveva alzato un angolo della bocca in un sorriso ilare - Già. Qui l'unica che non ha ancora un uomo sei tu Rina. E dire che non passi inosservata.
La Cadetta alzò così il mento portando entrambe le mani ai fianchi e mimando la posta della Seed, anche se con più eleganza e curva.
- Lo so, sono bella. A proposito, chissà se a Pip piace qualche dolcetto in particolare! Potrei preparargli qualcosa per quando torna! Tu Aura lo conosci bene, cosa potrebbe piacergli più di ogni altra cosa? Una torta? I biscotti? Un tiramisù? Del semplice pan di spagna?
La conversazione aveva preso immancabilmente la Pipiega, così la Commander si era dovuta allontanare raccomandando a Rina di fare qualcosa di semplice e col cuore, senza aggiungere fronzoli su fronzoli. Sapeva l'amico gradiva dieci vole di più un biscotto alla crema che una torta di uova di struzzo con caramello, zafferano, ricotta dolce e zenzero, magari servita sa un letto di meringhe con panna e crema di sottaceti di erba Ghisal. Anzi, preferiva di gran lunga i sottaceti di Erba Ghisal. A quella rivelazione, la giovane Dea si era ritirata in cucina a spulciare le dispense alla ricerca di una ricetta a base di quella verdura. Aura però aveva altri pensieri per la testa che aiutarla con le pentole ed i coperchi.
Ma torniamo al presente.
- Disturbo? - chiese una volta dentro l'ufficio.
Sirius la scrutò con occhio atono, come sempre - Affatto. Desideravate qualcosa?
- Stavo cercando Leon e mi hanno detto che potevo trovarlo qui.
Il ragazzo orbo alzò una mano in segno di saluto - Sì, hai bisogno di me?
Lo sguardo di lei si spostò sulla benda chiara che il Cadetto portava intorno alla testa - Beh... Mi chiedevo se fossi libero oggi. Per il combattimento, intendo.
La sua mano ricadde sul bordo della scrivania con un tono rassicurante - Non so. Dato che Recks è in missione, credo che Matt avrà bisogno di una mano al Daily Garden. Devo prima controllare se c'è del lavoro da sbrigare.
Lei aveva abbassato la testa un po' sconsolata - Capisco. Non importa, magari hai anche di meglio da fare.
- Ti faccio sapere quanto prima - rispose Leon trattando stavolta la sua nuca con le dita.
- Mmh - mormorò Aura in segno di comprensione - In ogni caso mi trovi allo Zoolab. 'Sera, Sirius.
- Buonasera, signorina Lundor - non aggiunge altro, continuando a visionare i fogli sulla sua scrivania che di colpo sembravano più interessanti della presenza della ragazza. La Commander si trattenne ancora qualche secondo nel tentativo di comprendere perchè mai Leon fosse stato chiamato in quell'ufficio così all'improvviso. Cercò una risposta nel suo occhio scuro come la notte, ma il Cadetto si limitò a sorriderle per tranquillizzarla e tornando poi a fissare il vampiro quando ella richiuse la porta alle sue spalle.
Il resto della giornata passò lentamente. Seduta su uno dei tanti spalti dell'arena nello Zoolab, Aura aspettò l'arrivo del Cadetto per iniziare il combattimento. Avrebbe rivisto lo psicologo solo due giorni dopo, perciò sperò che Leon accettasse quel piccolo scontro affinché ella riacquistasse un po' di lucidità, anche se sapeva che non sarebbe bastato per farla tornare la ragazza che era. La mano salì istintivamente ai capelli corti: provava ancora un po' di nostalgia per il vecchio taglio.
Sospirò, quindi prese a giocherellare con lo yoyo per evitare di tornare a pensare a Ruben. In qualche modo quelle mosse le sentiva sue anche perchè le piaceva, ogni tanto, replicarle in battaglia per scagliare i suoi attacchi ed imprigionare gli avversari. E fu proprio in quel mentre che sopraggiunse Niamh, forse richiamata più dalla sfida che si sarebbe svolta con Leon che per altro.
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Aenima
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Hic et nunc - Qui ed ora

Messaggio da Aenima »

Á lífi
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Sæglópur
á lífi
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Vivo.
Un marinaio disperso
ha fatto ritorno a casa.
Vivo,
ha fatto ritorno a casa.

(Sigur Rós – Sæglópur)

Era notte fonda.
Le due e trenta minuti, o magari le tre, ma a Raiden ciò non importava. Una mezz'ora corrispondeva ad una frazione infinitamente piccola del tempo che era trascorso fino a quel fatidico momento, ergo tale eventuale imprecisione temporale risultava pressoché irrilevante agli occhi dello spadaccino. Raiden non sapeva effettivamente perché fosse passato così tanto tempo prima ch'egli prendesse siffatta decisione: se qualcuno, in quel preciso istante, fosse piombato nella stanza dello spadaccino puntandogli un coltello alla gola per interrogarlo al riguardo non avrebbe ottenuto altro che un ingenuo e spiazzante silenzio, come quello esibito da uno studente impreparato colto in fallo durante un esame. E poi, ovviamente, sarebbe stato disarmato e messo fuori combattimento. A quel pensiero, lo spadaccino si guardò accuratamente intorno prima di lasciare la sua stanza, onde evitare che davvero un qualche aggressore desideroso di risposte stazionasse lì nell'ombra, sorridendo poi tra sé per aver immaginato una situazione tanto surreale. Probabilmente avrebbe richiesto meno tempo attendere Godot, si disse tra sé Raiden mentre percorreva il corridoio del dormitorio; sembrava che quel momento non sarebbe mai dovuto arrivare, vuoi per una serie incredibilmente sfortunata di coincidenze e di circostanze avverse, vuoi -soprattutto- per una reale carenza di volontà da parte di ambo le parti. Entrambi si erano sforzati di riprendere in mano le redini della loro vita quasi come se nulla fosse realmente accaduto, quasi come se il tempo avesse potuto far da panacea a quella breccia venutasi a creare tra loro due, complice la frenetica vita del Garden con tutti i suoi doveri, obblighi e missioni da portare a termine. Ma no, non poteva risolversi tutto così. Alex era, è e sarà la persona cui Raiden tiene più di ogni altra cosa al mondo, per quanto egli si sforzasse di nascondere questi sentimenti dietro una maschera di ghiaccio, perciò glielo doveva. Doveva avere un chiarimento con lei e sciogliere finalmente il nodo gordiano che attanagliava il suo cuore solo perché è di lei che si parlava. In altri casi lo spadaccino avrebbe probabilmente lasciato correre. Avrebbe dimenticato, in un modo o nell'altro, sanando la ferita con un cerotto di solitudine ed introversione. Ma non era questo il caso.
Così, in tarda serata aveva inviato una segnalazione anonima al Dipartimento di Sicurezza del Garden per informare i responsabili della sicurezza del fatto che alcuni sedicenti cadetti avevano in programma di organizzare un piccolo festino a base di superalcolici nell'angolo più recondito del Giardino della struttura, introducendosi di soppiatto al suo interno. Si trattava di una bravata piuttosto frequente e diffusa tra le nuove reclute del Garden non ancora abituate alla vita militare, pertanto lo spadaccino aveva una buona ragione di credere che un responsabile piuttosto zelante si recasse in loco a controllare. Introdottosi furtivamente nel Giardino, Raiden raggiunse in fretta il luogo prestabilito e rimase lì in attesa. Dopo pochi minuti, che allo spadaccino parvero prolungarsi all'inverosimile, udì dei passi in avvicinamento. Sperava ardentemente che il suo piano avesse funzionato, altrimenti oltre al danno avrebbe dovuto subire anche la beffa per aver inviato una segnalazione fasulla, eventualità non priva di ripercussioni sul suo profilo disciplinare. Ma, pensandoci, forse con un po' di faccia tosta avrebbe potuto anche cavarsela, dicendo magari di aver sentito degli strani rumori e di essere corso a controllare, estraniandosi così dalla segnalazione relativa al presunto party. Fu mentre queste mille e più ipotesi turbinavano nella sua mente che una voce accorse a destarlo dai suoi dilemmi. La sua voce.
"Allora, dov'è che sono questi superalcolici?" Alexandra Schwarzlight non aveva affatto perso il suo sarcasmo "Ora come ora, forse potrei averne davvero bisogno". Raiden tirò un sospiro di sollievo. La prima parte della missione era andata in porto, ora bisognava pensare al resto. "Li ho dati via" rispose, abbozzando un sorriso "Egil di sicuro saprebbe farne un uso migliore" Stavolta fu la ragazza a non potersi trattenere dal sorridere: entrambi avevano avuto tante esperienze in merito, finanche in occasione del loro primo bacio, durante i festeggiamenti al termine della Sagra della Caccia di Lindblum.
"Lo avevo immaginato che doveva esserci qualcosa dietro questa misteriosa segnalazione" riprese Alex "Ma dimmi un po', come facevi ad essere così sicuro del fatto che proprio io sarei venuta qui a controllare?" Bella domanda, pensò lo spadaccino. La risposta era che in realtà non poteva esserne per nulla sicuro, anzi le probabilità di riuscita di quel piano improvvisato deponevano decisamente a suo sfavore. "Beh, sei o non sei uno degli ultimi ad aver ricevuto l'incarico di responsabile della sicurezza? Ma soprattutto, sei decisamente il più zelante, su questo non ci piove affatto." rispose, ostentando una proverbiale sicurezza, degna del miglior Actor's Studio. Non contava molto sul fatto che Alex abboccasse, la conosceva bene ma, quand'anche la ragazza avesse riconosciuto la menzogna nelle parole dello spadaccino, non lo diede assolutamente a vedere. Recitazione: uno pari.
Terminata la parte dei convenevoli, la conversazione ripiegò verso la sua originale destinazione. Fu Raiden il primo a parlare, dopo essersi avvicinato ad Alex. "E' passato tanto, troppo tempo" esordì lo spadaccino, ora con voce bassa ma non priva di emozione "eppure non ho mai smesso di pensare ogni singolo giorno a ciò che hai fatto. Mi dicevo che ti avrei parlato subito, che avremmo chiarito, ma ogni volta era come se una forza invisibile mi trattenesse dal farlo. Parole grosse, tutte balle. In realtà avevo paura. Paura che potessi perdere il controllo. Paura che potessi dire ciò che non voglio, di parlare a sproposito o di trincerarmi dietro un impenetrabile silenzio. Avevo paura di non riuscire a gestire la situazione. O, più semplicemente, paura di perderti.". Alex non proferì parola. Era lì ferma, immobile, i suoi occhi riflessi in quello dello spadaccino che, mai come ora, era visibilmente emozionato. Con Alex nessuna barriera aveva senso, nessuna maschera aveva ragione d'esistere. Con lei, Raiden poteva sentirsi libero, padrone di sé stesso, avulso da ogni timore. Non aveva alcun senso indossare una maschera e questo -ne era sicuro- valeva anche per lei. "Non lo nego, mi sono sentito tradito, ho visto la mia fiducia vacillare, mille e uno dubbi mi hanno assalito, spingendomi più volte verso la resa" riprese lo spadaccino, con voce monocorde "e ho cercato più volte di trovare una spiegazione, ma inizialmente ciò che provavo era soltanto rabbia. Ma poi sono giunto alla conclusione: io e te siamo molto simili, Alex. La nostra più grande paura non è tanto quella di avere delle debolezze, ma quanto quella che le suddette debolezze possano mettere a rischio entrambi, tramutando la relazione in un peso insostenibile." Le parole dello spadaccino parvero riflettere esattamente i pensieri della ragazza, a giudicare dalla sua espressione. "Raiden..." sussurrò Alex, prima che Raiden potesse riprendere a parlare "Posso capire benissimo cosa tu abbia provato, e non immagini quanto io stia male al solo pensarci. Ma non sono qui per giustificarmi. Hai ragione, siamo molto simili ed è proprio questa incredibile somiglianza che ha fatto sì che le cose precipitassero fino a questo punto..." Lo spadaccino la trasse a sé e la abbracciò, per poi sussurrarle all'orecchio: "Siamo guerrieri, Alex. Corriamo il rischio ogni giorno, eppure siam sempre riusciti a tenere separati lavoro e relazione, fino ad un certo punto. Ma, lavoro o no, voglio che tu sappia una cosa: qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vlta, non accadrà mai che, nel momento in cui mi chiami seriamente e senta d'aver bisogno di me, mi trovi sordo al tuo appello. Mai." E, prima che Alex potesse fare qualsiasi cosa, la baciò, la baciò con passione come aveva ardentemente desiderato fare ogni singolo giorno fino a quel fatidico momento. Raiden non avrebbe voluto perderla, per nessuna ragione al mondo. Con lei poteva dirsi completo, con lei poteva far sì che ogni barriera si sgretolasse come sabbia. Con lei poteva essere sé stesso.
Hic et nunc. Qui ed ora, c'erano soltanto loro due, e nessun altro. Forse quel bacio sarebbe stato l'ultimo, o forse no, spettava anche ad Alex decidere. Ma lo spadaccino non voleva aver nessun rimpianto: aveva mostrato ad Alex la sincerità e la pienezza dei suoi sentimenti senza alcuna maschera a fare da filtro.
Adesso stava a lei scrivere il prosieguo di questa storia.
« The world needs bad men. We keep the other bad men from the door. »

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Sirius
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Re: Garden

Messaggio da Sirius »

Con un semplice gesto della mano, Sirius invitò il Cadetto Royar a calmarsi e riprendere il controllo di sé. Rizzando la schiena ed allontanandosi di un passo, Leon trasse un lento sospiro, rimanendo in trepidante attesa di una risposta.
“Vedete, signor Royar, il vostro genitore è senza dubbio alcuno un influente esponente della borghesia di Toleno ma ciò non gli garantisce alcuna autorità sul personale di questo Garden; tuttavia comprenderete che simili accuse non possono essere prese alla leggera, giacché potrebbero macchiare l'immagine dell'Ordine.” a nessuna organizzazione, infatti, può far piacere che i propri membri vengano etichettati come malfattori; a meno che questa organizzazione non sia una gilda di ladri, ovviamente.
“Stai forse dicendo che intendi consegnarmi a lui?” chiese Leon, non senza mostrare una nota di tensione nella voce.
“È una possibilità assai concreta.” rispose Valantine, senza alcuna inflessione nella voce “Tuttavia, se ora accettassi di consegnarvi ad un civile, l'immagine dell'Ordine potrebbe comunque risultarne lesionata.” e lasciò intendere all'interlocutore che la scelta finale spettava a lui.
Invero, ciò che disse corrispondeva alla semplice verità: se avesse offerto Leon su un piatto d'argento al padre, l'Ordine dei Garden avrebbe dato l'idea di non saper opporsi ai nobili di Toleno e questo, sommato al già grande danno d'immagine causato dei numerosi attentati subiti, avrebbe nuociuto alla sua reputazione di grande potenza militare.
Allo stesso tempo, se avesse rifiutato di consegnare un criminale alla giustizia, l'Ordine dei Garden sarebbe apparso come un'organizzazione disposta a proteggere i suoi membri anche quando costoro violano le leggi del Paese ospitante. Qualunque scelta avesse fatto, lui avrebbe avuto una valida giustificazione e gli Anziani si sarebbero trovati con un'altra gatta da pelare.

“Te lo ripeto: sono disposto a qualsiasi cosa pur di non dover tornare indietro!” Leon pronunciò queste parole con determinazione.
La motivazione non era affatto un mistero. Sirius sapeva che il padre desiderava farlo giustiziare per furto e, forse, per preservare l'onorabilità ed il buon nome di famiglia; considerando le leggi della società di Toleno, era ragionevole supporre che il Cadetto sarebbe stato impiccato con una corda d'oro.
“Interessante.” disse Sirius, con voce atona.
Per un breve istante, il Vampiro chiuse gli occhi, come se fosse assorto in una riflessione o ne stesse valutando le conseguenze; quando li riaprì, passò la mano destra sulla scrivania e da essa comparve uno schermo olografico ed una tastiera.
“Incredibile!” esordì Leon, spalancando il suo unico occhio.
Essendo un abitante di Gaia, anche per lui, come per la Cadetta Niamh, la tecnologia all'avanguardia che l'Ordine dei Garden poteva disporre appariva al suo occhio come magia. D'altronde, i Seed si guardarono bene dal condividerne i segreti con le civiltà con cui entravano in contatto, giacché essa era alla base della loro supremazia militare.
“Tenente, vi sto inviando le disposizioni in merito al caso Royar.” disse Valantine, in comunicazione con un'ufficiale del distaccamento di Alexandria, a cui il padre del Cadetto si era rivolto.
Il Tenente, ricevuti gli ordini, rispose con il saluto militare e chiuse la video-chiamata; sul volto dell'ospite di Sirius si stavano condensando delle gocce di sudore ed il battito cardiaco stava accelerando; cosa che non sfuggì certo al fine udito del Vampiro, il quale non mutò però espressione.
“Potete trarre un sospiro di sollievo, signor Royar. Il Garden Rinoa non intende privarsi della vostra collaborazione.”

“E qual'è il prezzo che dovrò pagare per questa cortesia?” chiese, dopo aver assunto una postura ben più rilassata.
“Nulla che non foste già disposto a sostenere; anzi, potreste anche trovare la cosa di vostro gradimento.” egli rimase sorpreso da una risposta così criptica ma non pose altre domande.
L'amministratore, infatti, non sembrava intenzionato a rivelargli altro al momento e lui preferì godersi la ritrovata libertà e demandare la questione al futuro. In quel mentre, furono interrotti dalla fugace visita della signorina Lundor.
Mentre Sirius si alzò per accompagnarlo alla porta, Leon si chiese in cuor suo se non avesse appena stretto un patto con il diavolo, non fosse altro per la costante sensazione di disagio che provava stando al cospetto di quell'uomo, ma convenne che non era certamente giusto fermarsi ad una prima impressione, soprattutto perché ora si sentiva in debito con lui per avergli evitato la forca.
Congedato il suo ospite, Sirius si riaccomodò sulla sua poltrona e si voltò ad osservare il cielo diurno oltre i vetri a protezione solare, appositamente installati per tutelarlo dai deleteri raggi ultravioletti, ponderando la possibilità di mettere a parte anche il signor Royar della verità sull'Ordine e farne partecipe dei loro propositi per cambiare le cose.
Indubbiamente il Cadetto avrebbe avuto le sue valide ragioni per sostenere la loro causa anche prima di quel suo favore; sarebbe bastato fargli presente che, con grande probabilità, la disavventura che gli costò un occhio su quel pianeta primitivo era stata causata da una macchinazione interna degli Anziani.
Della questine ne avrebbe presto discusso con il Commander Drizzt e con la Seed Alexandra, la quale stava per essere informata della loro alleanza con il Drow.

Poco dopo.

“Capisco.” esclamò Drizzt, in un sussurro.
Lo sguardo del Drow sembrava perdersi in un punto indefinito del pavimento, mentre quello della signorina Schwarzlight passava incessantemente da Sirius all'elfo scuro, mentre stava appoggiata alla parete a lato della scrivania.
“Forse la tua presenza potrebbe essere un'ulteriore incentivo per Leon.” esordì alla fine la fanciulla, rivolta chiaramente a Drizzt.
L'alleanza con il Preside aveva indubitabilmente avvantaggiato i piani di vendetta dei due, costituendo una sorta di legittimazione agli occhi dei loro compagni più reticenti. Una cosa non da poco, visto che ora buona parte dell'organico del Garden era stato immunizzato dal controllo mentale a causa di Raistlin.
In realtà, l'Anziano non aveva imposto una barriera totale ma aveva piuttosto amplificato la naturale resistenza alle intrusioni psichiche; in altre parole, Sirius avrebbe potuto influenzare i suoi compagni ma non sarebbe stato possibile cancellare loro i ricordi. La cosa strana è che ciò valeva anche per i poteri dell'Anziano stesso.
Perché precludersi la possibilità di controllare i Seed del Rinoa? Un quesito a cui non avrebbe dato risposta in quel frangente. Comunque, per sua fortuna anche Raistlin aveva dei limiti e non poté immunizzare tutti i membri del Garden; solo un quinto dell'organico fu sottoposto al trattamento, anche perché difficilmente l'Anziano sarebbe sopravvissuto se avesse agito diversamente.
“Potremmo anche avvalerci di questa.” aggiunse infine Sirius, avviando la registrazione della sua conversazione con la spia dell'Ordine, la Cadetta Calien O'Nayel.

“Per quale motivo l'hai lasciata andare?” domandò Drizzt, irritato da quanto udito.
“Cosa vi aspettavate che facessi?” chiese lui, con il solito sguardo apatico.
In effetti il Preside sapeva che Calien era una dei membri ad essersi sottoposti al trattamento di Raistlin, dunque non poteva cancellargli la memoria in caso di necessità; allo stesso tempo, ucciderla non era una valida alternativa, a meno che non intendessero attirare l'attenzione dei suoi mandanti sul Garden.
“E se lei ti avesse gettato un'esca?” azzardò Alexandra, anch'essa impensierita dalla scoperta sulla vera natura della Cadetta.
“Mi pare ovvio.” rispose Sirius “Ma assecondarla potrebbe permetterci di sviare la sua attenzione dal nostro comune progetto.” aggiunse, consapevole ch'ella non era certo una sprovveduta e non andava sottovalutata.
“Però è stano.” intervenne Alex “Una che dovrebbe agire unicamente seguendo la ferrea logica, la fedeltà nei confronti degli Anziani non dovrebbe costituire un paradosso?”
“Domanda più che legittima, signorina Schwarzlight, ma fallace nel suo presupposto. Calien potrà credere di non possedere emozioni ma esse sono presenti in lei come in qualsiasi altro essere umano.” Sirius era certo di ciò, poiché guardandola negli occhi vide chiaramente il turbinio di emozioni represse nel suo animo.
“Immagino che per gli Anziani fosse più importante inculcarle una cieca fedeltà che non farne una macchina priva di sentimenti.” ipotizzò Drizzt.
“In effetti, da quanto ho capito, sembrerebbe una persona indottrinata... fanatica. Come un testimone di Yevon, per capirci.” le audaci parole di Alex costrinsero persino Sirius ad inarcare un sopracciglio.
“Povera fanciulla... mi auguro proprio di no.” fece il Vampiro, quasi mosso da compassione nei suoi riguardi per quell'ipotesi.

“Piuttosto, come dovremmo procedere adesso?” domandò la Varadian.
“La cosa migliore è continuare a reclutare alleati, in qualsiasi modo possibile.” rispose l'Amministratore, senza esitazione alcuna “Il vostro ruolo in tal senso diverrà cruciale. Gli altri si fidano del vostro giudizio e molti sono pronti a combattere e morire per un vostro ordine.” proseguì, sorreggendo la testa con un braccio e guardando Do Urden.
Il Drow aveva già considerato la cosa sotto quel punto di vista ed era pronto a fare ciò che andava fatto; era disposto a sostenere il peso necessario per estirpare le erbacce dal suo giardino.
“Però mi domando cosa accadrà ora. Abbiamo già un piano per gli eventi a venire?” questa volta, entrambi guardarono Sirius.
“È imperativo catturare Ruben Shinra, vivo. Le informazioni di cui dispone potranno esserci di grande utilità.” disse Valantine, sporgendosi appena sulla scrivania.
Egli alludeva non soltanto alla verità su quanto fosse accaduto, perché nessuno di loro aveva preso per buona quella sciocchezza sulla sindrome di Strife, ma era interessato anche a scoprire cosa avesse fatto nei panni di Sagramor.
Era infatti palese che, pur non essendo il vero responsabile dell'incidente del Rinoa, era altresì chiaro che Ruben aveva messo assieme una valida squadra terroristica, le cui reali motivazioni erano tutt'ora sfuggenti. Dopo, poi, non avrebbe avuto problema a sbarazzarsi di lui una volta per tutte.
“Ruben potrebbe essere un utile alleato.” disse Drizzt, quasi immaginasse l'ultimo pensiero di Sirius “Le sue abilità di combattente sono oltremodo notevoli.” e su questo punto non potevano dissentire.
La telecinesi, di cui l'elfo scuro era stato vittima, e la manipolazione spaziotemporale erano poteri temibili; cionondimeno, Ruben era psicologicamente instabile e Sirius non avrebbe esitato ad eliminarlo piuttosto che correre il rischio di averlo nuovamente come avversario; anche se da solo non costituiva una reale minaccia, sarebbe comunque stato un ostacolo in grado di rallentarli.
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Re: Garden

Messaggio da Pup :> »

Un esplosione.
L'allarme risuona in tutto il Garden, mentre SeeD e cadetti corrono a destra e a manca nel tentativo di mettersi in salvo.
Io sono lì, pronto ad accogliere "l'ospite" del Garden - come se non sapessi di chi si trattava...
Il vento soffia dalla breccia aperta nella parete della struttura metallica, mentre la polvere si deposita poco per volta, lasciando intravedere chi aveva scatenato il putiferio.
"Presto, corriamo a chiamare la sicurezza" urlava un cadetto che sfreccio al mio fianco, allontanandosi dall'ospite.
Lo guardai allontanarsi a gambe levate.
Il mantello rosso svolazzava nella polvere, ma l'ospite che lo indossava era ora una sagoma visibile.
I polpacci ebbero una contrazione, lieve ma visibile, e il piede destro ruotò di un piccolo angolo, allineando il piede alla direzione tra me e l'ospite.
L'Haste di Dabi, al mio fianco, arriva tempestivo, mentre con un salto laterale mi sposto dalla traiettoria dell'ospite.
Dove mi trovavo appena un attimo prima, una strana aura avvolge l'aria.
"Mi hai mancato." gli dico. "Se proprio devo partecipare a questa farsa, tanto vale recitare per bene."

L'ospite corre a gran velocità verso di me, adesso fuori dalla nuvola di polvere. Ed è ben visibile. Ruben.
"Questa è tutta l'accoglienza che il Garden ha da offrirmi? Un solo SeeD?" dice l'uomo beffardo. I suoi capelli, appena brizzolati, sembravano più lunghi di quanto ricordassi.
Qualunque parola sarebbe stata inutile. Il silenzio era l'unica risposta che aveva senso dare.
"Questa è tutta l'accoglienza che il Garden ha da offrirmi? Un solo SeeD?" ripeté Ruben davanti a me.
"Umpf, se non dico qualcosa qui non andiamo avanti.""Fai veramente pena come NPC, sappilo."
Senza aspettare una risposta, afferrai i chakram appesi alla cintura - ero diventato parecchio abile con quelle armi, ma potevo migliorare - e iniziai la mia corsa verso l'avversario.
Fast e Swift apparirono nelle sue mani mentre anche lui iniziava a correre.
L'Haste di Dabi mi garantiva una destrezza quasi al suo pari, ma la sua esperienza e abilità erano al di sopra delle mie abilità... almeno per il momento.
Interruppi la corsa di colpo, ancorando un piede a terra, appena di lato, e trasformando l'energia della corsa in rotazione, per lanciare Phi Nashira con quanta più potenza potessi.
Quindi un rapido salto indietro per prendere un po' di distanza.
Con un rapido Protect l'ex-preside deviò la traiettoria del chakram e con un salto lo superò continuando la sua corsa verso di me.
Una raffica di aghi lo raggiunse di sorpresa, prendendolo ad un braccio.
La lama Fast gli cadde di mano, ma incurante di ciò continuò la sua corsa.
La lama scomparve da terra per riapparire subito dopo nella sua mano.
Mi era ormai arrivato quasi addosso e evocai la magia Impatto quantomeno per rallentarlo.
Ruben tirò un fendente quasi tagliando l'onda d'urto che mi arrivò ad un soffio dalla spalla, ma la mia magia riuscì a farlo arretrare quanto bastava perché non venissi colpito.
"Perché, dannazione... Perché è successo tutto ciò?" gridai mentre con una mano evocavo una saetta diretta verso Ruben.
Sapevo che non avrebbe potuto rispondermi... Ma era più forte di me.
Troppe cose ancora mi turbavano, nei miei sogni i cerberi erano lì ad aspettarmi ogni notte, assieme alle facce di tutti i SeeD morti su Reimse Mor. E per cosa? E perché?
Il reflex di Ruben mi rispedì indietro la folgore ma non mi ci volle troppo impegno per deviarla e spedirla contro il soffitto.
La lampada al neon che fu colpita andò in frantumi, lasciando in lieve penombra una piccola parte della sala.
Lanciai il secondo Chakram, questa volta intriso della magia Aeroga.
Con una rotazione Ruben evitò l'arma, ma le lunghe lame di vento lo ferirono comunque ad un braccio, mentre Psi Nashira compiva il suo arco pronto a tornare indietro.
Dopo il suo movimento, una fiammata sorprese Ruben... Forse non lo sorprese poi tanto, visto che il Reflex, ancora attivo, me la rispedì indietro. Con una capriola evitai le fiamme, ma subito dopo arrivò Ruben, completamente impassibile, che con le armi mi trafisse un braccio e per poco non mi trafisse anche un fianco.
"Sempre troppo forte per me..." dissi mentre una fitta di dolore partiva dal braccio.
Caddi a terra con Ruben sopra di me, pronto a darmi il colpo di grazia, ma una raffica di aghi lo costrinse a desistere, allontanandosi da me, mentre Dabi ne approfittò per ripristinarmi Haste.
"Grazie, Dabi." gli dissi grato mentre si avvicinava a me.
Ma neppure il tempo di alzarmi che una pallottola lo centrò in pieno, rispedendolo per un po' a riposare nel mondo dei GF.
Faccia a faccia, io e Ruben da soli.
Io ero quello messo decisamente peggio.
"Con te non si può mai andare leggeri, eh?" dissi mentre usufruivo di una magia Fonte racchiusa in un cristallo per arrestare l'emorragia al braccio.
Mentre l'acqua chiudeva la ferita, con il braccio sano, il destro, afferrai Psi Nashira tornato indietro.
Ruben mi guardò, completamente inespressivo. Era ora di porre fine al tutto.
Con un po' di sforzo alzai il braccio sinistro, afferrando con entrambi le mani il Chakram.
Ruben iniziò ad avanzare di nuovo, questa volta Fast in una mano e Crime nell'altra.
Con una parete di ghiaccio bloccai un paio di proiettili, mentre cercavo di caricare nell'arma la magia Ultima.
Lo scontro andava chiuso.
Ruben era sempre più vicino e quando sfondò con un calcio la parete di ghiaccio lanciai con tutta la mia forza il Chakram.
Una strana nuvoletta lo avvolse, mentre il chakram rallentò la sua avanzata.
"Time out... Dannazione!" pensai mentre con tutta calma Ruben schivò l'arma lanciata contro di lui e mi fu addosso in un attimo.
Fast mi arrivò dritta in petto, atterrandomi una seconda volta, mentre Ruben, sopra di me mi guardava inespressivo.

"Perché, dannazione... PERCHE'?" gli urlai contro. "Chi muove i fili dietro tutto ciò... Per cosa abbiamo combattuto e siamo morti su Reimse Mor? Perché è successo tutto ciò?"
La rabbia non mi faceva avvertire il dolore che, per quanto simulato, era decisamente intenso.
Ruben mi guardò, impassibile, finché l'ologramma non iniziò a svanire poco per volta.
Gli tirai un pugno, prima che fosse svanito del tutto e, quando riaprii gli occhi, la sala addestramento del simulatore era davanti a me.
Steso per terra, con il pugno alzato ormai verso il nulla, c'era solo una cosa da fare. "Merda..." dissi tirando un sonoro respiro.

"Niente male!" disse una voce da fuori la stanza.
"Pfff... Non sono durato nemmeno 2 minuti!" risposi alla voce del mio neo-mentore.
"Comunque sei migliorato molto. Tra qualche anno forse riuscirai a resistere 3 minuti." disse l'elfo scuro scherzando.
"Incoraggiante..." feci una pausa. "Drizzt... Contro chi stiamo combattendo? Non riesco a credere che Ruben sia impazzito di punto in bianco... Non posso crederci!" per quanto poco avessi conosciuto Ruben, l'idea che fosse impazzito ed avesse attaccato il Garden così, senza alcuna motivazione, era assolutamente impossibile. "Quando mi sono unito al Garden non me ne importava minimamente dell'ordine o delle sue motivazioni... Avevo una vendetta da compiere e volevo tornare a casa. Ma prima volevo diventare più forte, per poterla compiere. Te ne ho mai parlato? Di punto in bianco l'eidolon Arka comparve dove mi allenavo con Alys... mia sorella. E si sa, dove c'è un eidolon c'è un invocatore! Ormai sono passati tanti anni... 7 anni e 3 mesi. Il suo attacco mi catapultò su un altro mondo. Credevo di aver perso tutto, che Alys fosse morta. Sono sopravvissuto solo pensando alla vendetta." Drizzt mi ascoltava silenzioso. "Poi per caso mi sono trovato alle porte del Garden. Pensai che unendomi al Garden sarei potuto diventare molto più forte... Cosa che in effetti è stata. E così avrei potuto compiere la mia vendetta.
Intanto però ho trovato tutti voi... Una nuova casa, una nuova famiglia. E ho ritrovato mia sorella... VIVA! La mia vendetta andava poco per volta in secondo piano mentre voi divenivate sempre più importanti. La mia famiglia.
Ma non riesco a non pensare a quello che ha fatto l'Ordine... Prima Corona, abbandonata al suo destino. Sempre che quella sia la verità e non sia... peggio. Adesso quello che è successo a Ruben e, di conseguenza, a noi! Anche qui scommetto che l'ordine c'entri qualcosa... Più vedo avanti più mi sembra un nido di serpi... Dimmi Drizzt... Per cosa combattiamo? Per cosa sto combattendo io adesso?"


Drizzt non rispose subito. Mi fisso per degli interminabili secondi, finché non disse "Credo che dovresti parlare con una persona."
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Ruben -.-
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Re: Garden

Messaggio da Ruben -.- »

Il tempo non era trascorso inutilmente. Adesso aveva una visione d'insieme piuttosto chiara. Certo non poteva sapere ogni cosa ed ogni dettaglio, nessuno poteva quando c'era di mezzo l'Ordine, ma la mancanza di alcuni tasselli non gli impediva di riconoscere chiaramente il tema del puzzle. Non poteva certo occuparsi di tutto. Alcune questioni, seppur fastidiose a livello personale, andavano lasciate correre. Bisognava stabilire delle priorità, analizzare gli strumenti e le informazioni che aveva in mano, soppesarne il valore, stabilire l'adeguata contropartita da chiedere a chi di dovere. Poi il passo più rischioso: intrufolarsi nella tana del lupo, stabilire un contatto con le persone giuste, esporre i fatti e avanzare le giuste pretese tenendo sempre ben chiaro in mente le essenziali priorità della controparte.

"Quello che lei pretende è davvero molto."

"Consideri l'adeguata contropartita. Forse le mie richieste non le sembreranno così gravose."

"Qui andiamo oltre le richieste. Questo è un ricatto."

"Non lo nego. Ma è molto difficile tenere conto dei miei scrupoli morali dopo quello che mi è stato fatto."

"Riguardo a questo punto... ci tenevo a chiarire che ero del tutto all'oscuro del fatto che..."

"Scusarsi o giustificarsi serve a poco ormai. Quello che le ho raccontato le fa solo comprendere ciò che si può arrivare a fare nel nome dell'Ordine anche senza che tutti i membri dal quale è composto ne siano a conoscenza. Io le sto dando l'opportunità di, mi permetta il gioco di parole, mettere un po d'ordine nell'Ordine nel modo a voi più congeniale e mantenendo la solita facciata di immacolata rettitudine. Per non parlare della vostra futura sicurezza."

"Rimane comunque l'immane peso della sua richiesta."

"Di che utilità è una spada ben affilata nelle mani un eroe morente e senza forze?"

"Ci ha riflettuto proprio bene vedo... Non posso prendere una decisione adesso."

"Mi rifarò vivo io. E...discrezione."

"Nessuno che non dovrebbe verrà a conoscenza di questa discussione."


Spoiler
"Credo di aver fatto colpo. Avevi ragione. "
"Ne dubitavi?"
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
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Re: Garden

Messaggio da Balthier89 »

La gentilezza offerta da parte di Rina per Alice fù un vero sollievo,si poteva dire che ora aveva una compagna di stanza e sopratutto una stanza.
Il giro del Garden con Rina era stato davvero piacevole ma il caos stava diventando sempre più grosso.

Alice:Rina non credi che sia il caso che me ne resti in camera finchè non si risolvono un pò di queste faccende...non vorrei essere d'intralcio...
Rina:Scherzi?..non puoi!ormai sei un Cadetto di questo Garden e se ci sarà bisogno di te dovrai stare sempre presente :)
Alice:In effetti hai ragione...che sciocca che sono stata a pensare tutto ciò :P
Rina:Mi ha detto che vuoi diventare SeeD vero?...la sicurezza all'ordine del giorno!!
Alice:Roger!!! :-D
Rina:Vedrai non appena si risolverà tutto sarà più facile muoversi qui dentro!!
Alice:Grazie mille Rina..di tutto!!e lasciamelo dire..sei Bellissima non avevo mai visto una ragazza con tanta grazia e bellezza *o* complimenti :smt007
Rina:Lo so U_U
Alice: O_o
Rina:Dai cammina..andiamo a mangiare qualcosa....ma che diavolo..?

Mentre le ragazze si stavano per dirigere in mensa qualcosa attirò la loro attenzione...
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schwarzlight
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Re: Garden

Messaggio da schwarzlight »

Giusto per dare una linea temporale, la discussione tra Raiden e Alex avviene in seguito a tutto ciò che è successo nei post precedenti, immaginando anche che per qualche motivo ignoto la squadra in missione sia tornata da qualche ora, vista la conclusione degli eventi di Madain Sari =>
"Qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vlta, non accadrà mai che, nel momento in cui mi chiami seriamente e senta d'aver bisogno di me, mi trovi sordo al tuo appello. Mai."
Non è che fosse amore. Non ancora almeno, e non così acciecante. O forse lo era e non voleva ancora ammetterlo. O forse era solamente... necessità. Sì, necessità era una definizione che calzava abbastanza bene.
- Anche se - aggiunse Raiden quasi sottovoce, a fior di labbra. - non mi vorrai più al tuo fianco.
- Non diciamo stronzate! - sbottò Alex svincolandosi dalle braccia del Seed, che rimase interdetto dalla reazione della ragazza. Di solito si manteneva sempre calma e controllata, qualunque cosa accadesse. C'era una vaga pounta di veleno e durezza nelle parole quando era arrabbiata, o l'ironia quando prendeva in giro qualcuno, o l'affabilità e le risate durante i discorsi con persone a lei vicine. Ma mai si era mostrata così... emotiva, agitata, alterata, confusa.
Anche il tono di voce era più alto e con una nota più acuta del solito. Come se per un attimo fosse sparita la donna sicura di sé e fosse comparsa la ragazzina spaurita.
Dal canto suo, la ragazza portò la mano alla fronte, scostando distrattamente una ciocca di capelli, e si guardò attrno alla ricerca delle parole giuste, o semplicemente per nascondere l'imbarazzo per una reazione istintiva che non aveva calcolato nemmeno lei stessa.
Ma piuttosto, cos'era qel discorso? Non essere più assieme... cosa cosa?
- Raiden, io ho una... paura orribile della morte. - del buio, del nulla, del vuoto. - Farei di tutto per avere una chance in più di sopravvivenza, ed è in fondo questo ciò che è successo a Reloras.
In un certo senso li aveva abbandonati tutti, anche se in un certo altro senso no. Era complicato, non era in grado di spiegarlo in quel momento.
- Ma soprattutto, più che non fidarmi di te, io non mi fido delle mie capacità. Non ero sicura di essere in grado di sopravvivere, e non ero sicura che non mi sarei ritrovata in situazioni di estrema difficoltà. E non avrei potuto sopportarlo se tu fossi rimasto coinvolto - morto - a causa mia.
Perché era improvvisamente così difficile parlare? Neanche dovesse ammettere una propria debolezza - ah, ma lo era in fondo.
- Io ho... bisogno di te.
Necessità. Solo necessità. Ecco.
Non aveva idea dell'espressione di Raiden in quel momento, era troppo occupata a tentare di far sparire l'imbarazzo dalla sua voce, ma per quanto riguardava il leggero rossore sul viso non c'era niente da fare.
Alla faccia del "keep it cool".
Raiden portò una mano a sfiorarle il volto...
- Sei così...
- Carinaaaa <3
...quando l'imprevisto prese forma.
I due Seed si voltarono verso la voce femminile, udendo solamente un mormorio di scuse e dei mugugnii indispettiti, per poi veder spuntare Rina da dietro l'angolo.
- Scusatemi se vi ho interrotto, ma non ho potuto resistere, eri così carina Alex!
La chiamata in causa era impallidita di colpo, per poi riprendere un colorito più rosso di prima, cominciando a torturare con entrambe le mani una ciocca di capelli, e perdendo qualsivoglia parvenza di controllo. Con gran divertimento di Raiden, che studiava con interesse l'aumentare del panico e dell'imbarazzo in quella che era ancora la sua ragazza.
- Cos... cosa stai facendo qui?
- Be', stavo facendo fare un giro notturno alla mia compagna di stanza, Alice...
- Mi dispiace, le avevo detto che non era una buona idea! - si scusò la cadetta.
- Poi a un certo punto abbiamo incontrato Azel
- Axel - la corresse il draghiere.
- che ci ha detto di una strana informazione su degli alcolici. Allora ho pensato che fosse il caso di controllare se era tutto a posto, non si sa mai che brutti incontri si fanno di notte - "Siamo al Garden", mormorò senza convinzione Alex. - E mentre venivamo qui abbiamo incrociato Siegmeyer che parlava come una mistress...
- Maccos'è, Lucenera è già impegnata? Dìlusione forte.
- Oh, ha cambiato di nuovo... dicevo, l'abbiamo incontrato e siamo venuti qui e non potevamo interrompere, no?
Man mano che spuntava gente le mani di Alex abbandonavano la povera ciocca per andare a nasconderle il viso sempre più. Cos'era tutta quella gente in giro per il Garden? Cioè... cos'era tutta quella gente a farsi gli affari suoi!
- Ma sono così contenta che sia tutto a posto, mi dispiaceva così tanto che foste in rotta... Raiden, mi raccomando, te l'affido! Trattala male e te la vedrai con me!
- Certo (pff) non preoccuparti.
La risata trattenuta non sfuggì alla mora, che riprese un poco di cipiglio battagliero. Più o meno circa.
Non era molto convincente, in realtà.
- Cosa.... cosa ridi? Fai qualcosa!
- Aw, Alex sei così adorabile quando fai così!
- Smettila, Rina!
- Sì - continuò Raiden ridendo, scompigliandole i capelli e attirandola a sé - sei proprio adorabile.
Un "KYAAAH <3" di Rina venne stranamente ignorato a favore del trillo del codec. Alex recuperò in un attimo se stessa dalle profondità del cosmo e rispose alla chiamata, proveniente dal Centro Sicurezza.

Codec:
- Signora, c'è un veicolo dell'Ordine che richiede il permesso di accedere alla struttura.
- A quest'ora? Qual è il motivo di tale "visita di cortesia"?
- Dicono che sono qui per recuperare il prigioniero.
- ...ok, fateli atterrare.

- Problemi?
- Non esattamente... c'è gente dell'Ordine che vuole portarsi via quel Tatoo, a quanto pare.
Non disse apertamente che era una mossa sospetta, ma il suo modo di parlare era eloquente, una volta tanto. La squadra in missione a Madain Sari non era tornata che da poche ore, e già il Garden Supremo allungava le zampe su quello che, sì, faceva parte dell'organizzazione che aveva causato serissimi danni a tutto l'Ordine dei Garden, ma che per il momento rientrava nelle competenze della struttura che l'aveva catturato: il Garden di Rinoa.
Ma in fondo c'era stato qualcosa di chiaro in tutta quellla storia? Forse solo che Ruben era nei gran lord dei casini.
E whatever, insomma.
- Devo andare ad accoglierli e a svegliare Drizzt. E voi tutti - disse la solita Alex, con una vena vagamente minacciosa nella voce, rivolta agli "intrusi" - sparite nelle vostre stanze. Ora.
- Tranne te, ovviamente. - aggiunse in direzione Axel, che era di turno nella Sicurezza. E se ne andò, come se nulla fosse successo, seguita a ruota dalle altre due ragazze e lo stesso draghiere.
- Lavoro? Io speravo di fare qualcos'altro... - mormorò fra sé e sé Raiden.
- Eh, pure io speravo di fare qualcos'altro con Lucenera. - intervenne Siegmeyer, ancora nei panni della Soul of Night, per accorgersi subito dopo dello sguardo torvo dello spadaccino.
- Vuoi una méla?
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Aenima
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Divide et Impera

Messaggio da Aenima »

Come un falco pellegrino, l'Ordine era piombato fulmineo sulla sua preda: Tatoo.
La squadra di Madain Sari era rientrata al Garden da qualche ora o poco più e i feriti erano ancora in Infermeria per ricevere cure adeguate dopo i sanguinosi scontri occorsi nella Terra degli Sciamani; l'arrivo così repentino dei funzionari dell'Ordine sembrava a Raiden -e di certo non solo a lui- oltremodo fuori luogo. Ora come ora, infatti, la gestione del caso Tatoo rientrava nella giurisdizione della struttura militare che aveva provveduto alla sua cattura, ossia il Garden di Rinoa e, per quanto l'Ordine avesse una posizione di privilegio, non avrebbe potuto impedire che i vertici del Rinoa interrogassero il prigioniero e chiudessero definitivamente il caso. O forse era proprio questo ciò che temevano? Che Tatoo avesse potuto esser fonte di informazioni pericolose per la credibilità e la stabilità dell'Ordine stesso?
Inutile dire che tutte queste congetture, insieme agli eventi degli ultimi giorni, contribuivano a minare fortemente la fiducia dello spadaccino nell'apparentemente perfetto, immutabile, quasi divinamente giusto Ordine dei Garden. Un'organizzazione assurta al ruolo di garante e protettore della pace nel mondo le cui trame si estendono, inestricabili, come la tela di un ragno e il cui potere va ben oltre la comune immaginazione dispone certamente di tutti i mezzi necessari affinché vengano garantite le sue condizioni di pace, non di certo il bene comune inteso da un punto di vista puramente filantropico. Dunque, il precipitoso arrivo degli emissari dell'Ordine aveva contribuito a gettare altre pulci nell'orecchio del già estremamente sospettoso Raiden. L'Ordine avrebbe dovuto garantire il bene, ma è noto: bene e male son concetti relativi, non assoluti, dal momento che ognuno agisce credendo di essere nel giusto. Il male, pensava Raiden, è simile ad un gas: inizialmente non si avverte la sua presenza ma, non appena si percepisce il suo irritante odore e ci si rende conto del terreno che ha guadagnato, è già troppo tardi. Il gas non si può cacciarlo fuori. Bisogna temere di più chi si nasconde dietro una maschera di apparente perfezione, non già chi ostenta chiaramente i propri intenti.
Dal suo punto di vista Raiden aveva potuto analizzare con freddezza non solo la posizione dell'Ordine, ma anche quella di Ruben. Se per persone come Pip, Drizzt, Aura Ruben era stato un maestro ed un grande amico ancor prima che un preside, per Raiden invece tale legame non sussisteva, ergo egli aveva potuto condurre un'analisi molto più lucida, e non soverchiata dai vapori dell'amicizia, degli ultimi eventi che vedevano il Preside come protagonista. Lo spadaccino, infatti, non nutriva per Ruben altro che non fosse profondo rispetto, il rispetto dovuto nei confronti di un superiore. Certo, lo conosceva abbastanza da poter ritenere inaspettato e del tutto fuori dagli schemi il suo comportamento, eppure non si era mai sentito in una posizione tale da poterlo difendere a spada tratta. Raiden non credeva che Ruben fosse ammattito d'improvviso, bensì che il Preside avesse le sue ragioni per far tutto ciò, per quanto deliranti queste potessero apparire agli occhi altrui e per quanto non risultassero pienamente condivisibli da Raiden stesso. Il dado è tratto. Ruben oramai era definitivamente compromesso, le cose non sarebbero mai potute tornare quelle di un tempo. Eppure, la parola "fine" non era stata ancora scritta. Agli occhi di Raiden, Ruben non era molto dissimile da un Alfiere pronto a sacrificare sé stesso affinché la Torre possa dare scacco al Re. Il preside doveva avere un piano preciso: etichettarlo come un folle equivaleva a screditarlo, ad equiparare le sue azioni a quelle di un maniaco delirante. Ma no, Ruben non poteva essere una variabile impazzita. Doveva esserci una logica dietro le sue azioni. E chi aveva affibbiato tale marchio al preside? Ancora una volta l'Ordine, con la misteriosa Sindrome di Strife. Divide et impera. Niente di più chiaro agli occhi dello Spadaccino.
Rimuginando su questi pensieri, Raiden faceva ritorno alla sua camera. L'aver chiarito con Alex, nonostante le sgradite intrusioni, aveva permesso allo spadaccino di liberare la sua mente da diversi pensieri e focalizzarsi con maggior concentrazione sulla situazione attuale. Era così sovrappensiero da non essersi accorto della presenza dell'esuberante Rina all'imbocco del corridoio che conduceva ai dormitori. Grave errore, Raiden.
"Chebellochebellochebello! Sono così contenta per voi, soprattutto per Alex! Chetteneri!" La sua voce era un tripudio di esuberanza ed estroversione, un cocktail troppo forte per la riservatezza dello spadaccino. Doveva essere ancora eccitata per ciò che aveva visto poco fa; lo spadaccino conosceva fin troppo bene l'ammirazione che Rina nutriva nei confronti di Alex. D'altronde, la Cadetta non aveva mai fatto nulla per nasconderlo. "..............." Raiden si limitò ad un anonimo cenno del capo, continuando a camminare verso la sua stanza e ignorando bellamente le parole di Rina. "Ehi! Sto parlando con te!" urlò Rina, visibilmente irritata dal comportamento di Raiden "Mi senti? Ricordi cosa ho detto? Tratta male Alex e dovrai vedertela con me! Umpf!". Lo spadaccino si fermò e si voltò verso la Cadetta, sforzandosi oltremodo di trattenere le risate. Guardandola negli occhi disse, con l'espressione più seria che potesse sfoggiare, mimando il gesto di scrivere: "Certo, non preoccuparti. Ne prenderò nota.", dopodiché tornò sui suoi passi entrando nel dormitorio. Anche Rina fece ritorno alla sua camera, non prima di aver urlato un "Maleducato!" all'indirizzo di Raiden. Lo spadaccino non aveva gradito l'inaspettata intrusione al suo incontro con Alex, dunque Rina se l'era un po' cercata. In altre occasioni si sarebbe attenuto ai minimi canoni di educazione richiesti da una normale conversazione, ma non era questo il caso. D'altronde, con ogni probabilità Raiden era l'unico uomo ad essere del tutto impassibile dinanzi all'ostentato fascino della Cadetta e questo probabilmente avrebbe contribuito ad infastidirla, il che tuttavia non gli importava minimamente. Una volta in camera si lasciò sprofondare sul letto, per poter finalmente riposare. Il pensiero tornò ad Alex. Dopo tutto ciò che era successo, avrebbe voluto passare più tempo con lei, ma ancora una volta le circostanze non lo avevano permesso. In mezzo a tanti, troppi interrogativi, lo spadaccino aveva un'unica certezza: aveva bisogno di lei.
"Lavoro, certo..." mormorò, prima di addormentarsi.
********
Alex, Drizzt e Axel si recarono immediatamente al sito di atterraggio del Garden, così da accogliere gli "ospiti" appena giunti. Pip non era con loro; lo Sciamano doveva ancora riprendersi del tutto dopo l'estenuante battaglia contro Tatoo. Dal velivolo emersero due persone, entrambe con indosso l'uniforme SeeD e lo stemma dell'Ordine appuntato sul petto.
Un uomo e una donna. Il primo era alto, molto robusto e fisicamente prestante, con dei corti capelli brizzolati che, acconciati in un taglio tipicamente militare, sormontavano un viso squadrato, rigido, rude sul quale si incastonavano due occhi neri come il giaietto. Teneva un sigaro all'angolo delle labbra e, non appena ebbe messo piede a terra, emise una voluminosa e soffice nube di fumo dalla sua bocca, cosa che infastidì non poco Alex. Di certo quello non poteva dirsi il modo più educato di presentarsi. La ragazza, invece, sfoggiava un asciutto fisico da atleta. Era di diversi centimetri più bassa dell'energumeno al suo fianco ed una cascata di capelli corvini le ricadeva lungo la schiena, mentre il colore olivastro della sua carnagione le conferiva un'aria esotica, particolare. Aveva un paio di occhi cerulei, che si stagliavano prepotenti al di sopra di labbra sottili come un ago. Probabilmente una lastra di ghiaccio sarebbe stata più emotiva ed espressiva della tenebrosa lady. Fu proprio lei a rompere il ghiaccio e ad avviare le presentazioni. "Arianne Frey, Tenente Colonnello SeeD" disse, stringendo la mano, nell'ordine, a Drizzt, Alexandra e Axel, rispettando la gerarchia. Dal momento che nessuno dei tre si era ancora presentato, era evidente che i due sapevano perfettamente chi avevano di fronte, altra cosa che ad Alex non piacque affatto. "Victarion Von Hohenfels, Maggiore SeeD" replicò l'energumeno, con voce roca ed un tono non dissimile da quello di un grugnito, tradendo i suoi trascorsi da accanito fumatore. Dunque era la ragazza ad avere il grado più alto e Alex non sembrava stupita da ciò. C'era qualcosa di strano in quella donna. I tre si presentarono a loro volta, qualora ce ne fosse stato effettivo bisogno, ma erano le regole dell'educazione ad imporlo, dopodiché Arianne Frey riprese la parola. La sua voce era fredda, tagliente, quasi inquietante. "Dobbiamo prelevare il prigioniero Tatoo. Adesso. Conduceteci da lui." Drizzt fu alquanto infastidito da un atteggiamento tanto invadente. Con quale ardire l'Ordine pretendeva di dettare legge nel Garden di Rinoa non tenendo minimamente in considerazione il ruolo di Drizzt, lì presente in quel momento? Senza contare che Tatoo adesso era sotto il loro controllo. "Vi consegneremo Tatoo non appena avremo acquisito tutte le informazioni che riteniamo necessarie." rispose Drizzt con la massima calma ed educazione "Ora il prigioniero è nella nostra giurisdizione, dal momento che siamo stati noi a procedere alla sua cattura." Non un'espressione di fastidio, nè tantomeno di rabbia o di sorpresa solcò il volto dei due emissari dell'Ordine. Anzi, era come se i due quasi si aspettassero una simile risposta. Alle parole di Drizzt la ragazza tirò fuori un documento da una delle sue tasche. "Legga questo" disse, porgendo il foglio a Drizzt. "Sono sicura che sarà più che sufficiente a sciogliere ogni sua riserva al riguardo". E, nel dir ciò, Arianne Frey sorrise beffarda. Drizzt, invece, pur ostentando una calma proverbiale, ribolliva di rabbia ad ogni parola che leggeva. Quando ebbe terminato, passò il foglio ad Alex con un secco gesto della mano, tradendo stavolta un palpabile nervosismo. La situazione era alquanto spinosa e rischiava di precipitare vertiginosamente.
Il documento, firmato Raistlin, imponeva di consegnare loro Tatoo, in quanto la gestione del "caso Tatoo" passava, per ordine dell'Anziano, dal Garden di Rinoa all'Ordine stesso. Tutte le eventuali informazioni acquisite dal Rinoa dovevano essere comunicate all'Ordine, dal momento che il Garden non aveva più il controllo del caso. Una eventuale disobbedienza sarebbe stata etichettata come insubordinazione e pertanto penalmente e legalmente perseguibile da parte delle dovute Autorità.
"Maledizione..." disse tra sé Drizzt. Il gioco si faceva pericoloso.
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Recks
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Re: Garden

Messaggio da Recks »

* * *
Le candele erano le uniche luci soffuse della mensa. Uno dei tavoli era stato apparecchiato in maniera elegante per quella speciale occasione. Due sedie si trovavano alle parti opposte del tavolo. Su una sedeva Recks, sull'altra Rina. Rina... era così elegante quella sera. Il cadetto non potè fare a meno di sorriderle.

Rina: sai caro, sono proprio fiera di te. Ti sei comportato bene in missione.
Recks: grazie tesoro! Oggi sei incantevole.
Rina: fin troppi complimenti. Hai preparato tutto questo per me... chettenero!

"Dai che forse ci siamo!"

Ad un certo punto arriva Filippo, in divisa da maggiordomo, per chiedere cosa avrebbero gradito i due da bere. Porge il menù alla "coppia".

Filippo: desiderate?
Rina: ma... che ne so. Non c'è nemmeno la coca. Non è che avete... del Pip?
Filippo: un po' costoso... si tratta bene la squinzia. Ottima scelta.
Recks: NO. IL PIP... NOOOOO! :smt091

* * *
Recks si svegliò di soprassalto, con la fronte madida di sudore. Pip e Aura lo guardarono preoccupati: lo vedevano mentre si rigirava sul lettino dell'infermeria. Aura si avvicinò al cadetto, posizionando un panno bagnato sulla fronte.

Aura:sembra che il sole ti abbia dato alla testa.
Recks: cosa?
Pip: il sole di Madain Sari ti ha frastornato e prima di tornare al Garden sei svenuto.
Aura: Recks... sicuro di stare bene?
Recks: sì, tutto bene! E' stato solo un momento!
Pip: non ci sembra... mentre ti rigiravi sul lettino continuavi a dire "No, quel succo noooo!". Che razza di incubo hai fatto?
Recks: non ricordo... però davvero ora sto bene! Posso andare?
Aura: no, prima devo curarvi le ferite...

All'ingresso dell'infermeria invece si trovavano Frozen, Calien e Leon(fake).

Frozen: [...] quindi cos'è successo?
Calien: devo ancora ripetere? Non è chiaro?
Frozen: no, è che voglio immaginarmi bene la scena.

L'infermeria in quel momento aveva solo pochi letti occupati. Pip, Leon, Calien e Recks erano stati affidati alle cure di Frozen e Aura. In fondo, il combattimento contro Tatoo era stato stremante: la sua trasformazioni, le creature con cui si erano scontrati e le illusioni di cui erano stati vittime avevano dato filo da torcere a tutti e quattro. Recks pensava ancora a quello che provava mentre vedeva la falsa Rina sprofondare giù lungo il dirupo. In quel momento era stato così risoluto e fu decisamente sorpreso di ciò. Se solo fosse riuscito ad essere così determinato anche quando aveva la vera Rina di fronte a sé, forse l'opinione che lei aveva nei suoi confronti sarebbe cambiata.

I suoi pensieri furono un attimo interrotti a causa del bruciore del disinfettante che Aura stava applicando sulle mie ferite. Secondo la dottoressa, nel giro di una decina di giorni circa quasi tutte le ferite si sarebbero rimaginate.

Calien:d'accordo. Io ho perso conoscenza. Il commander è sbattuto contro la colonna, quindi ha qualche dolore alla schiena. Il cadetto Leon invece ha dei dolori ovunque.
Frozen:e qual è la causa dei suoi dolori?
Leon (fake): molto divertente. Sì, un violento stormo di uccelli neri mi ha colpito, ok? Può capitare a tutti.

Frozen non potè fare a meno di pensare al doppiosenso della frase del cadetto. Cercò di darsi un ritegno, perchè comunque c'era Aura insieme a lui. Non riuscì però a trattenere una piccola risata. Questa fu subito notata dal cadetto Rayearth, che sbottò. Calien invece non riusciva a capire il perchè della risata. Provò a chiederlo a Leon però questi preferì non rispondere.

Intanto, all'altro lato dell'infermeria, Aura stava applicando le medicazioni a Recks e a Pip. Nei suoi occhi, il cadetto aveva colto una certa sofferenza. Il ragazzo non conosceva ancora bene la Commander, però conosceva bene Matt. Gli aveva detto che lei era molto legata a Ruben. Fu lei a prendere l'iniziativa e a cominciare la conversazione.

Aura: com'è andata la missione?
Pip: abbiamo catturato Tattoo. Ora è nelle prigioni, sorvegliato da dei SeeD. Adesso l'Ordine sta venendo a prenderlo, stando a quello che mi ha detto Drizzt. Tra poco lo raggiungerò, a propositvo.
Aura: ... e Ruben?
Recks: non lo abbiamo trovato. Pare che non si trovasse lì.

Se Recks avesse conosciuto meglio Aura e Pip, avrebbe sicuramente capito quello che i due stavano provando in quel momento. Avrebbe forse intuito che Aura era combattuta: da un lato era contenta del fatto che Ruben non era stato catturato - e dunque ucciso- dall'altro era triste perchè ancora una volta l'ex preside fuggiva da quella che un tempo era la sua casa. Avrebbe desiderato tanto il suo ritorno, se solo ciò non scatenasse una reazione da parte dell'Ordine. Cosa sarebbe successo al Garden di Rinoa se avesse accolto Ruben, senza consegnarlo all'Ordine od ucciderlo? Sarebbe stata vittima di attacchi come nelle scorse settimane? Aura non riusciva a smettere di pensarci.
Per quanto riguarda Pip invece sicuramente Recks non avrebbe mai potuto capire che il commander aveva combattuto contro un suo "clone" a Madain Sari. Tuttavia, se il cadetto lo avesse conosciuto meglio, avrebbe capito che anche lui provava sentimenti simili a quelli di Aura.

Ruben... cosa poteva dire il cadetto in merito? Il mago non conosceva l'ex preside e quindi non voleva giudicare in base a quello che aveva sentito dai suoi colleghi più anziani. Lo stesso valeva per l'Ordine: Recks in fondo si era iscritto al Garden per fuggire dai suoi genitori e si era informato in maniera approfondita. Sapeva che c'era un codice che i SeeD dovevano rispettare, sapeva anche cosa fosse l'Ordine e chi fossero gli Anziani. Non credeva però che l'Ordine avesse così tanto potere. Insomma, la squadra di Pip, Leon(fake), Calien e Recks era riuscita a catturare Tatoo e subito due membri dell'Ordine, stando a quello che aveva appena detto il commander, li avevano raggiunti per portare Tatoo al Garden Supremo? Il Garden di Rinoa allora era solo un intermediario? "Cattura Tatoo, fai il lavoro sporco. Poi ci pensiamo noi a lui": sembra che le sfere alte dell'Ordine abbiano ragionato così. Eppure... perchè scomodare il Garden di Rinoa per catturare quel criminale? Non era allora più conveniente chiamare i SeeD dell'Ordine? Lo stesso valeva per la cattura di Ruben. Per quanto Recks ci pensasse sopra, trovava illogico il fatto che un organo come il Garden Supremo commissionasse al Garden di Rinoa la cattura del suo stesso ex preside. Non sarebbe stato più logico affidare la cattura ad un'altra struttura, meno legata a Ruben? Il Garden di Trabia (posto che si fosse ripreso dall'omicidio del preside avvenuto tempo fa) e quello di Balamb avrebbero svolto lo stesso lavoro e probabilmente con meno intoppi. Possibile che gli Anziani non ci avessero pensato? Recks aveva avuto l'occasione (sfortunatamente) di conoscere l'anziano Raistlin e tutto sembrava tranne che uno sprovveduto. Quindi, se al Garden di Rinoa era stata commissionata la cattura di Tatoo e di Ruben...c'era una ragione ben precisa. Un motivo che però sfuggiva al cadetto.
xthegame89x
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Re: Garden

Messaggio da xthegame89x »

- Che diamine è sta storia? - disse Pip perplesso

Drizzt gli aveva appena consegnato il documento arrivato dall'ordine. Poche righe descrivevano la richiesta dell'ordine di mettere le mani su Tatoo, richiesta alquanto strana. Non gli avevano nemmeno dato il tempo di chiedergli neanche il suo vero nome, che adesso erano costretti a consegnarlo a loro. L'ordine era stato firmato dall'anziano Raistlin.

- Non ti sembra strano che Raistlin voglia a tutti i costi prendersi Tatoo? Voglio dire... senza nemmeno darci il tempo di interrogarlo? - disse Drizzt indicando con l'indice la firma dell'anziano

- Già... è molto strano... chi più di noi vorrebbe sapere la verità dietro la storia di Ruben e dell'organizzazione? - disse Pip pensieroso - Pensi che sia un modo per allontanarci delle informazioni?

- Non ne ho idea... ma il fatto che Raistlin voglia questo, mi sembra alquanto strano. Conoscendo che legame c'era tra noi e Ruben, in ogni caso.

Pip si batté l'indice sul mento, con fare pensieroso. Dovevano agire prima che lo facesse l'ordine, dopotutto la loro navetta era atterrata da poco.

- Pensi quello che penso io? - disse Pip

- Andiamo a fare visita a Tatoo prima dell'ordine!
**********
La chiavetta entrò nella fessura della macchinetta e il display segnò il credito residuo. Sospirò, guardando ciò che aveva da offrire il distributore, decidendo infine per una bevanda energetica. Si abbassò, spinse in avanti lo sportello e prese la lattina. Il solito rumore dell'aria compressa che lascia la lattina e la linguetta che tornava al suo posto originale, anche se in realtà era stata ideata per tutt'altro. Non molti sapevano infatti che la linguetta della lattina serviva per reggere un'eventuale cannuccia. Bevve qualche sorso, facendo qualche passo lungo i corridoi del Garden. Non faceva che ripensare alle parole di Aura e a ciò che aveva trovato il coraggio di dirgli: non tutti sarebbero riusciti ad avere lo stesso coraggio della ragazza, nel parlare di ciò che la turbava, degli eventi passati che l'avevano traumatizzata e di ciò che la preoccupava. Sospirò nuovamente. Ne aveva passate tante, ma adesso c'era lui a starle accanto. C'era lui che poteva reggerla mentre muoveva passi incerti, c'era lui quando lei avrebbe avuto bisogno. Si fermò all'improvviso: da una porta laterale del corridoio che stava percorrendo, era appena apparso Sirius. I due si fissarono negli occhi per un attimo, dopodiché Matt alzò le spalle e continuò a camminare. Sirius si passò le dita come al solito sul pizzetto, sorridendo maliziosamente e continuò la sua strada. Non aveva niente da dirgli e bastava il discorsetto che gli aveva fatto poco tempo prima riguardo Aura. In lontananza, vide Pip e Drizzt correre verso le prigioni. Non aveva voglia di indagare, molto probabilmente stavano andando ad interrogare il prigioniero.

- Matt! EHI MATT!

Il Seed si voltò e vide un Egil ansimante correre verso di lui.

- Non vorrai ammazzarti? Va piano! - disse Matt sorridendo

- Ascolta! *pant* Organizziamo una festa? *pant*

- Chee??? E per festeggiare cosa? - disse Matt perplesso

- Alex e Raiden promossi Seed! Poi anche il ritorno a casa! - disse Egil tutto felice

- Non credi che questo momento sia un po' delicato per i festeggiamenti?

- No... penso che la gente voglia dimenticare gli eventi passati a Reimse Mor... una festa è quello che ci vuole. - disse Egil annuendo e alzando le spalle

- Già... forse hai ragione! Che ti serve? - disse Matt sorridendo
**********
Toc. Toc. Toc.

Movimenti dietro la porta e qualche secondo dopo si aprì, rivelando la proprietaria della stanza. Aura indossava una maglietta bianca con un drago d'argento in stile manga disegnato al centro, con grandi occhi azzurri, e un paio di pantaloncini blu. Fece un gran sorriso e lo fece entrare.

- Ciao Matt! Come mai da queste parti? - disse Aura prendendogli la mano

- Sono passato a vedere come stavi! - disse Matt seguendola all'interno della stanza

Il sole che tramontava illuminava di uno strano arancione-rossastro la stanza, infondendo un lieve calore piacevole. La finestra era aperta e la brezza marina entrava lenta e silenziosa. Matt abbracciò la ragazza e le scompigliò leggermente i capelli, sorridendo.

- Egil mi ha chiesto di aiutarlo nell'organizzare una festa, vuoi unirti a noi? - disse Matt sorridendo

- Mmm... ma si! Una festa adesso è quello che ci vuole per rallegrare un po' tutti. - disse Aura alzando le spalle

- Perfiettissimu! - disse Matt alzando un pugno al cielo in segno di vittoria

- Scemo. - disse Aura dandogli un colpo di cuscino

- Ah si! Lotta di cuscini!

Matt prese un altro cuscino dal letto e cominciarono a darsene di santa ragione a colpi di cuscini. Alla fine, Aura colpì Matt in faccia e lui fece finta di morire sul materasso. La ragazza si mise sopra di lui e lo colpì ripetutamente con il cuscino mentre il ragazzo rideva felice. Alla fine si alzò e abbracciò la ragazza, stringendola a sé. La ragazza all'inizio fece finta di stare all'abbraccio, poi continuò a colpire Matt con il cuscino in testa.

- Ma così non vale! Io che faccio il dolce e tu che mi attacchi alle spalle! Non è giusto! :smt009

- Aha! Che sono queste lamentele? Mi stai forse dicendo che sono più forte io? - disse Aura guardandolo in cagnesco

- Credici! - disse Matt facendole una smorfia

- Ti ricordo che io sono Commander! E quindi sono per forza più forte di te! :mmh:

- Uffa... non è giusto... - disse Matt abbassando lo sguardo afflitto

- Ti sei offeso? - disse Aura preoccupata

- Si...

- No... davvero?

- No.

Aura per vendicarsi gli diede un altro colpo di cuscino in testa, peccato che stavolta lo colpì anche la cerniera del cuscino.

- AHIA! - Matt si portò una mano alla testa

- Scusascusascusa!

- Macchè... tranquilla ho la pe... eh?

In mano aveva delle squame. Le squame che possedeva Dark Bahamut, nere come la pece. Quelle di Bahamut erano blu zaffiro.

- Mi dev'essere rimasta qualche squama dall'ultima trasformazione... però, strano...

- Fammi vedere la testa.. - disse Aura avvicinandosi al ragazzo

La ferita, anche se piccola, si era rimarginata quasi all'istante. Un po' di sangue era comunque uscito dal taglietto procurato dalla cerniera del cuscino, mentre ai lati vi erano delle sottili squame di Dark Bahamut.

- Che abbia dei poteri rigenerativi? - disse Matt

- Non lo so... devo controllarti meglio, non vorrei che fosse qualcosa di peggio! - disse Aura

- Devi controllarmi meglio? Non male come scusa per farmi spogliare!

- Scemo! Non è vero!!! - Aura arrossì quanto un peperone scatenando le risate di Matt

Il ragazzo le accarezzò i capelli, le diede un leggero bacio sulle labbra e la guardò negli occhi.

- Lo so... grazie cucciola.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
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PROGRAMMAZIONE
LUNEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
MARTEDI
- Let's Technic, Minecraft Monster Pack 1.6.4 -
MERCOLEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
GIOVEDI
- Desertcraft, Minecraft Regrowth Pack 1.7.10 -
VENERDI
- Il ruggito del T-Rex, Dino Crisis -
SABATO
- Video Random -
Se dovete utilizzare il mio pg nel Garden, controllatevi la scheda prima, barboni! xD
Immagine
Spoiler
LE PERLE DI SAGGEZZA DEL GRUPPO DEL GC SU FB
Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
Leonheart88
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Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

"Personaggio interessante Frozen, e probabilmente ancora di più davanti ad una buona birra"

Leon ripercorse mentalmente gli ultimi avvenimenti ed uscì dall'infermeria.
La missione si era conclusa e stranamente nel modo previsto e voluto. Qualcosa che era andato per il verso giusto, esattamente come programmato. Una grandissima novità per il Garden di Rinoa.
Ma se quello che aveva sentito era vero l'ordine aveva ordinato di consegnare all'ordine stesso Tatoo. Ed a un ordine dell'ordine non puoi fare altro che fare quello che l' ordine ti ha ordinato.
Uscì dall'infermeria in tempo per vedere Tatoo salire su una navicella in compagna di due tizi dell'ordine.
Arianne e Victarion.
Con lui aveva giocato a carte un pò di volte, un pò brusco ma simpatico.
Lei era quella pericolosa. Non diventi Tenente Colonello Seed di stanza direttamente all'ordine dei garden se non hai qualche particolare abilità. E Arianne era dannatamente pericolosa.
Se l' ordine aveva mandato lei a prelevare Tatoo era chiaro che si aspettavano problemi.
Tentare a forza di tenere Tatto dentro la struttura, rallentare il passaggio di consegne per poterlo interrogare, fare ostruzionismo, sfidare apertamente il potere decisionale dell'ordine.
Ecco se una qualunque di queste cose era stata attuata, il garden avrebbe rischiato presto di trovarsi un preside nominato direttamente dall'ordine.
Sempre nel caso si fossero fatti beccare ovviamente.

La situazione sembrava però tranquilla, Tatoo stava entrando nella navicella, sembrava essere pressapoco nelle stesse condizioni di quando era stato catturato. Segni di tortura non erano evidenti.
Pip e Drizzt avrebbero mai torturato qualcuno per farlo parlare?
Avrebbero mai provocato enormi sofferenze ad una persona indifesa pur di ottenere informazioni.

Forse se costretti dalle circostanze si. Ma sicuramente non ne sarebbro andati fieri.
Per Leon il problema manco si poteva.
Non è questione di andarne fieri o meno, è un qualcosa che va fatto, senza pensare o riflessioni strane.

Arianne e Victarion lo videro con la coda dell'occhio. Fecero finta di niente e salirono a bordo.
Era logico, sicuramente Arianne era a conoscenza del perchè fosse li.
E molto probabilmente anche della missione affidatali poco tempo prima e che ancora doveva portare a termine.

Ad osservarla bene il suo sguardo freddo e distaccato poteva assumere un altro significato, rivolto in quell'istante direttamente a Leon.
"Tradisci l'ordine e sei morto"

Solo che lui non aveva nessuna intenzione di tradire lordine.
Poteva non essere d'accordo su alcune decisioni.
Poteva aver deciso di salvare Pip a dispetto degli ordini.
Ma l'ordine dei garden era comunque un organismo che manteneva i mondi in pace ed in equilibrio. Ed in ordine.
Sicuramente c'erano delle mele marce. Ma quello c'erano ovunque.
Voler eliminare l'ordine era pura follia. Era come decidere di amputare un braccio perchè si ha un dito rotto.

Drizzt e Pip fecero la loro comparsa in quel momento.
Come responsabili del Garden era protocollo che in circostanze simili salutassero i colleghi Seed che ripartivano.

Leon notò che non provenivano dalla presidenza.
Forse erano a pranzo a mangiarsi una Fiesta, magari non ci vedevano più dalla fame.
Oppure era dalle prigioni e si erano allontanati appena in tempo per evitare che venissero beccati con Tatoo. Ma allora in quel caso come mai Tatoo non aveva fatto menzione all'ordine dell'interrogatorio? Non lo riteneva importante?
Domande.
Troppe domande.
La soluzione che gli evitava il mal di testa era che fossero a mangiarsi una Fiesta. E così se lo sarebbe immaginato.

Riguardo al vero motivo per cui l'ordine voleva Tatoo.
Prese una Alexandra a caso che passava da quelle parti. Probabilmente ancora l'unica del reparto sicurezza che ancora si ricordava di avere un lavoro.

"Tu hai idea del perchè l'ordine voglia Tatoo?"
"Io forse si, ma sono sicura la tua idea è più precisa" fece Alexandra di rimando.

Round 2 e sia allora.

"Assumiamo per ipotesi che Tatoo dichiari che eseguiva gli ordini di Ruben, che un preside del Garden è il responsabile delle morti avvenute negli ultimi mesi. Che succederebbe?"
"Semplificando, un casino colossale."
"Se Tatoo rimanesse in questa struttura sono sicuro che prima o poi il nome di Ruben salterebbe fuori. Prima o poi un processo ci sarebbe dovuto essere, e allora li sarebbero problemi"
"Quindi tu in pratica mi stai suggerendo di scommettere pure 1000 guil sul fatto che non sentiremo più parlare di Tatoo appena entrerà nelle strutture dell'ordine?"
"Io ne scommetterei anche 1500 che non sentiremo più parlare di Tatoo vivo"

Leon scandì bene quell'ultima parola.
Alexandra fece un cenno con la testa e si allontanò.
Spoiler
ordine
Bloccato

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