Missioni

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

Moderatori: Pip :>, Garden Master

Avatar utente
Akainatsuki
User
Messaggi: 89
Iscritto il: 04 dic 2015, 23:41
Sesso: F
Contatta:

Re: Missioni

Messaggio da Akainatsuki »

Le follie dell'Hyppello - parte 1

A farla breve, Cat aveva trascorso il viaggio a ripetere "ma-siamo-arrivati-e-quanto-manca-se-non-siamo-arrivati-io-sono-stanca-voglio-arrivare" aumentando esponenzialmente il disagio di una persona a caso seduta di fronte a lei e intenta a conteggiare i suoi debiti in varichina.

Mare. Sole. Blitzball.

La ex-segretaria del Dipartimento per il Destabilizzamento Urbano aveva perso qualsiasi dignità non appena il Jumper aveva lasciato la squadra a Luka, in pieno milletrecentesimo-e-qualcosa Torneo: era la sua prima missione, indossava una divisa operativa stra-ganza e aveva un nuovo Mag Rod (con uno spesso libretto delle istruzioni incluso).

Ed era nella Capitale del Blitzball.

Non appena scesi, Brian e Recks avevano iniziato a collezionare autografi ancor prima di poter pronunciare la parola 'missione' con gran disperazione di Edith, mentre Cat aveva d'altra parte cominciato a fare i suoi calcoli per azzeccare qualche scommessa e guadagnarci un bel gruzzolo di Gil. Puntando tutto sugli Al Bhed Psyches, ovviamente.

(Ma probabilmente stava divagando.)

"...Eshtremamenteinteresshante" concluse per le decima volta consecutiva, battendo il suo record personale di pronuncia di uno scioglilingua senza prendere fiato. Edith, accanto a lei, scosse la testa: aveva sperato di trovare un'alleata in mezzo a quel gruppo di SeeD in piena trasferta sportiva e invece aveva dovuto ricredersi. Ma alla tecnologica Shin-Ra non erano forse tutti abbottonati e ingessati peggio di uno stuolo di scope di saggina?

L'attenzione generale venne ridestata dall'Hypello, che intento a rimirare il ciondolo, aveva improvvisamente reso quella missione un pochino più complessa di quanto ci si potesse aspettare. Cat ne aveva avuto un presentimento, proprio quello che si poteva definire un bad feeling about this.

"...Dovrete trovare il mio Shoopuf" un sorriso innocente si aprì su quella faccia di girino troppo cresciuto. "L'ho persho da qualche parte, sapete?"

Brian sembrò esaurire tutta la sua baldanza, congelandosi effettivamente sul posto: "Il suo Shoopuf...?" mormorò, scambiando un'occhiata con il resto del gruppetto.

"Come si fa a perdere uno Shoopuf?" mormorò Recks, indicando a palmi la grandezza media di quelle specie di elefanti acquatici.

Edith gli rivolse uno sguardo comprensivo, mentre Cat annuiva alle sue spalle: "Visto, Recks? Non sei l'unico ad avere seri problemi. C'è chi è capace di perdere cose enormi, oltre la coppa G e viverci benissimo".

L'Hypello li squadrò senza capire, giocherellando con il ciondolo tra le sue zampine palmate. Brian prese nuovamente la parola, cercando di mantenere il controllo della situazione: "Quel ciondolo... ne abbiamo solo uno. Probabilmente è qualcosa di molto simile a una memosfera, per cui sarebbe importante non perderlo, dottor Dubli".

"Troverete il mio Shoopuf?" rispose di rimando, fissandolo con i suoi occhietti acquosi e sporgenti.

Brian abbozzò un sorriso rassicurante, mentre faceva cadere mentalmente tutti gli Eoni dell'Altromondo. Recks boccheggiò le parole 'ma-come-si-fa-che-disagio'. Edith pensò a un nuovo elmetto Hypello da unire alla collezione 'travestimenti'. Cat sentì l'improvvisa voglia di cucinarsi un piatto di cosce di rana fritte.

Uscirono dalla Sferoteca con la promessa di poter ricevere informazioni più dettagliate sul ciondolo non appena fossero tornati con lo Shoopuf scomparso, di cui l'Hypello aveva dato loro una fotografia.

"È identico a tutti gli altri suoi diecimila fratelli sparsi su Spira, eccetto per una cicatrice sulla zampa posteriore destra. Sarà come giocare a 'dov'è Wally?' o qualcosa di simile..." ridacchiò Brian. "Gli Shoopuf solitamente si trovano nelle vicinanze dei corsi d'acqua e qui a Luka di acqua ce n'è molta... Anzi, diciamo che potrebbe essere praticamente ovunque".

Cat estrasse una mappa di Luka dalla borsa dove custodiva il suo nuovo Mag Rod, iniziando poi a spiegarla con l'aiuto di Edith, che non poté non osservare come potersi spostare tra la folla del Torneo con quel lenzuolo stropicciato davanti al naso sarebbe stato abbastanza complicato.

Per tutta risposta, Cat strappò la mappa in quattro: "Ora è più piccola" ghignò, "un pezzo a testa e ci dividiamo, troviamo l'elefante acquatico e torniamo dalla rana".

"Se iniziamo a dividerci, ho l'impressione che buona parte del gruppo si troverà allo Stadio a guardare una partita a caso" sospirò Edith, spostando lo sguardo sui due SeeD. Brian sembrò captare lo stato d'animo della ragazza, ripiegando la sua parte di mappa e porgendola nuovamente a Cat: "Andremo assieme, direzione mare. Proviamo al Porto".

Recks apriva la fila per il semplice fatto di essere il più alto del gruppo - alla parola 'sfruttamento' era seguita un'alzata di spalle, mentre Edith avanzava per ultima, mano pronta sull'elsa della spada nel caso che qualcuno avesse davvero avuto l'idea di correre verso la partita.

Il Porto era affollato sotto il cielo azzurro di Luka, e grandi navi erano attraccate intente a caricare e scaricare merci. Oltre ai propriamente detti esseri umani, animali e mostri di ogni sorta zampettavano e strisciavano da un punto all'altro del gigantesco molo.

"...Siamo arrivati sani e salvi. Nessuno è fuggito al Torneo per la gioia di Edith..." sospirò Recks, guardandosi attorno e riparandosi gli occhi dal sole con una mano. "Ora dobbiamo solo trovare un enorme Shoopuf in mezzo a tutte queste persone. Ci servirebbe qualcuno che sappia prevedere le mosse altrui... Cat?"

Sentitasi chiamata in causa, Cat alzò il capo dal libretto delle istruzioni del Mag Rod: "Non vado a comando, penso tu lo abbia capito bene dati i precedenti trascorsi nel mio corpo..."

"Ok, grazie per avermelo ricordato - come se ce ne fosse il bisogno -. Allora ci affideremo ad altro" la interruppe con un sospiro, volgendosi verso Brian. "Qualche idea migliore, Caposquadra?"

"Oltre a stare qui ad aspettare che un enorme sedere elefantiaco ci passi accanto?" aggiunse Edith, dandogli un buffetto sulla testa a cui seguì un coscienzioso tormento di quei capelli bianchissimi.

Brian si sottrasse prontamente alle consuete dimostrazioni di come ancora la maggior parte del Garden lo credesse un ragazzino da spupazzare a suo piacimento. Santissima e Altissima Shiva, era o non era il Caposquadra?

"Cerchiamo. Uno Shoopuf grande e grosso, non può essere volato dall'altra parte di Spira!" sbuffò, facendo scendere di parecchi gradi la temperatura attorno al gruppo. "Controllate per bene ogni zampa posteriore!"

La battuta a seguire fu infelicemente l'espressione del pensiero collettivo: "E attenti a non controllarle a fine digestione" commentò Cat. "Non ho abbastanza varichina per tutti quanti".
Ultima modifica di Akainatsuki il 22 feb 2016, 23:02, modificato 1 volta in totale.
Scheda personaggio Garden Club - Abi "Hade" De Vultures
Avatar utente
Edith Lance
User Junior
Messaggi: 77
Iscritto il: 16 mar 2015, 22:29
Sesso: F

Re: Missioni

Messaggio da Edith Lance »

Le follie dell'Hypello
«…alto, grosso e con la proboscide» Edith imitò con il braccio la grande protuberanza nasale del pachiderma mentre la donna che aveva appena fermato sollevò appena un sopracciglio
«So com’è fatto uno shoopuff» rispose con un velato risentimento e la cadetta non poté far a meno di pensare un beata lei, la prima volta che si era trovata faccia a faccia con quella specie di gigantesco animale aveva fatto un salto all’indietro e solo l’intervento dei suoi compagni per tranquillizzarla, le aveva impedito di sfoderare l’arma e colpire. «È da stamattina che alla banchina sei attraccano navi con quelle bestie – hanno creato un recinto per contenerle. Per l’annuale parata di inizio stagione di blitzball.» aggiunse vedendo che la mascella dei quattro era caduta tanto in basso da colpire il pavimento.
«Un carico di shoopuff, quindi?» la voce di Recks sembrò riecheggiare dall’oltremondo, tanto che la signora rabbrividì nell’annuire.
«Almeno sappiamo dove cercarli!»

L’allegria di Brian non fu accolta con calore dai suoi sottoposti che si trascinarono dietro di lui lungo tutto il molo (scoprendo anche che il ragazzino non aveva un gran senso dell’orientamento). «Girando a sinistra avremmo fatto prima» notò Cat.
«Ma non avremmo fatto il giro turistico della città» ribatté il Commander, prima di zittire la risposta sarcastica di Edith. Erano arrivati davanti a giganteschi recinti.
«Avremmo potuto seguire l’odore per trovarli» Recks storse il naso; non aveva torto, il fetore di quegli animali si poteva sentire a metri di distanza e la sola idea di dover oltrepassare lo steccato dipinse il disagio sui volti dei Seed.
«Io sono solo un bambino» Brian fece un passo indietro con un sorrisetto sulle labbra, ai tre non restò che immergersi fra gli shoopuff mentre il caposquadra si avvicinava al guardiano.
Le informazioni che il Commander ottenne avrebbe potuto evitare a Cat, Edith e Recks, venti fastidiosissimi minuti e un olezzo da far invidia a dei maiali. Un pachiderma che non faceva parte dei carichi, infatti, era stato avvistato attorno al recinto e quando gli addestratori si erano prodigati nel tentare di farlo andare via, lui, testardo come una chimera, non si era mosso di un passo. Alla fine avevano dovuto farlo entrare nella cinta numero otto, assieme a una femmina che sembrava averlo ammaliato.

Brian aspettò il terzetto e senza fatica li condusse davanti al loro tesoro.
«Un vero shoopuffemmine» commentò uno dei custodi, doveva essersi preparato quella battuta da ore e ore perché scoppiò a ridere da solo mentre il gruppetto del Rinoa congelò sul posto.
«…quindi non ci resta che portarlo dal suo padrone» Edith incrociò le braccia al petto, Cat si massaggiò la radice del naso e Recks spostò lo sguardo dai due shoopuff amanti a Brian che stava contrattando con i proprietari della femmina.
«Bene! Ho comprato anche lei» indicò l’animale più piccolo «così il nostro Don Giovanni non avrà problemi a seguirci.»
L’idea, per quanto fosse assurda perché portare a spasso per Luka due shoopuff da compagnia era come camminare con una freccia puntata sulla testa con la scritta strambi, funzionò. Giovanni li seguì senza protestare fino dall’hypello che lo accolse con un sorriso enorme.

«Oh, grassssshie! Shparky non sha cavar…» inclinò la testa da un lato, poi dall’altro. Si tolse gli occhialetti, li pulì, poi li rinforcò su quello che doveva essere il naso.
Edith lo osservò con attenzione, cercando di trattenersi dal pizzicargli le guanciotte piene e tirare le antenne che guizzavano a ogni movimento. «E lei?»
Dubli ascoltò con attenzione e sembrò non dispiacersi della nuova compagna del suo Sparky.
«Abbiamo tenuto fede al patto» si fece serio Brian «ora sta a lei.»
Gli porse di nuovo il ciondolo che il professore rigirò fra le mani palmate. «Certo, ma prima…» l’hypello sbatté un paio di volte le palpebre, girandosi verso il pachiderma «dovremo asssshpettarne la digessshtione, ovviamente. Shparky ha mangiato la chiave del mio shtudio.»
Sui volti della squadra passò l’incredulità, la comprensione, l’orrore, l’istinto omicida e infine la rassegnazione.


L’attesa fu tanto lunga che i quattro poterono concedersi la famosa scappatella allo stadio di Luka, dove Edith venne iniziata alle scommesse clandestine da Cat – naturalmente la prima venne spennata come una gallina. Brian trascinò Recks davanti gli spogliatoi delle squadre per cercare di ottenere gli autografi di tutti i giocatori, anche se il vero scopo era incontrare Violetta, che avrebbe dovuto cantare a fine partita.
Purtroppo per il ragazzino, proprio prima che la cantante uscisse dal suo camerino, il codec vibrò nella tasca e dovettero tutti abbandonare le postazioni per una situazione ben più spinosa.
«Io sono solo un bambino!» Brian fece ancora una volta un passo indietro, questa volta seguito a ruota da Cat ed Edith che lasciarono in avanti il povero Recks.
«Bravissshimo!» esclamò Dubli, trascinandolo verso una montagna di escrementi.

Il ragazzo digrignò i denti, ma poiché era incapace di rifiutare un favore, meno che mai se si trattava di un lavoro che poteva risolvere un mistero come quello di Noel, si immerse nel mare di…

«…merda! Sai di merda!» osservò l’ovvio Edith, gli altri due avrebbero voluto trattenersi dal ridere ma non ci riuscirono, la faccia disagiata del Seed era spettacolare e perfino come dondolava la chiave davanti agli occhi soddisfatti dell’hypello.

Quando entrarono nel suo ufficio – una stanza stretta, buia e piena di tomi impolverati – la rana troppo cresciuta storse la bocca e dal suo volto svanì ogni giovialità.
Posò il ciondolo sul tavolino ed estrasse una piuma dal cassetto, lo accarezzò con quella sotto lo sguardo esterrefatto dei quattro.
«Ssshoffrono il solletico»
Edith si passò le dita fra i capelli, quella missione era sempre più ridicola, ma fu Cat a farle notare che Dubi stava mormorando delle parole e che la piuma emanava un bagliore argenteo.
Lo scatto del ciondolo li colse di sorpresa, al suo interno c’era un cuore d’energia pulsante.
«Shono ricordi» bisbigliò il professore, con grande rispetto per quanto aveva sotto gli occhi.
«È possibile vederli?» domandò Recks
L’hypello annuì facendo il giro del tavolo per raggiungere lo scaffale più lontano e impolverato. Tirò fuori un marchingegno che non usava da tempo in cui incastonò la gemma della memoria; il proiettore sfrigolò e sputacchiò fasci di luce prima di stabilizzarli in un’immagine definita.
«Non è buono come quello dello sferodromo» si scusò Dubi, mentre un uomo prendeva forma nel mezzo della stanza.

«La squadra è tornata dall’ultima missione?»
Un secondo uomo si sedette davanti al primo e annuì con un cenno del capo. «È andato tutto bene. I ragazzi sono convinti di aver eliminato due assassini e noi abbiamo due persone in meno di cui preoccuparci.»
Brad Stimkins sollevò un bicchiere, facendo tintinnare leggermente il ghiaccio al suo interno, poi lo porse al suo amico di sempre. «Stiamo facendo un ottimo lavoro, Alexander»
«L’azienda ci pagherà bene questo favore» confermò lui «però se lavorassimo per conto nostro…»
«No» ringhiò il preside «ne abbiamo parlato migliaia di volte.»
«E migliaia di volte ti ho detto che sei un folle. Potresti avere ogni cosa, il mondo in ginocchio, potenti ai tuoi piedi e solo perché ne potresti rubare i più infimi segreti.»

L’immagine saltò e al posto dei due uomini ne comparve un terzo, da solo.
«Alexander non riesce a cogliere la vera essenza, la bellezza, la perfezione di questo progetto, Signore.»
Silenzio.
«È necessario che lei torni al posto che le appartiene. Sì. Purtroppo ha scoperto dove si è rifugiato e sta architettando qualcosa per tenerla fuori dai piedi.»
Scrollò la testa, mentre apriva lo schedario per cercare un fascicolo. «Sarò io a incastrarla» rispose a mezza bocca «in questo modo Alexander si fiderà di me e crederà che la mia dedizione sia solo rivolta a lui.»
Dall’interfono si sentì lo scoppio di una risata. «Morrison ha il cuore troppo tenero per uccidere Lei. È l’unica persona che gli è rimasta al mondo, l’unico che ama davvero. E nonostante gli anni abbiano incancrenito il vostro rapporto, non riuscirà mai a odiarla, se Lei, Brad Stimkins, dovesse morire sono certo che anche quell’uomo lo seguirebbe. E sono altrettanto sicuro che neanche Lei vorrebbe che accadesse qualcosa ad Alexander, non è vero?»
L’uomo spostò il peso da un piede all’altro, annuì ancora prima di staccare la conversazione. Calò ancora il silenzio, poi un rumore gli fece rizzare la testa, annusò l’aria come un predatore e raggiunse a grandi falcate la porta.
«Noel Black» ringhiò il primo piano di Cayde Morn, ma l’allievo già stava fuggendo lungo il corridoio.

Tutti i presenti – hypello a parte – sapevano dov’era diretto quel ragazzino. Era stato coraggioso, secondo Dubli fra le due registrazioni erano passati mesi e mesi quindi voleva dire che era rimasto nella scuola per indagare, per trovare le prove e poi chiedere aiuto.

«Ho mal di testa» si lamentò Cat uscendo dal laboratorio del professore.
«Anch’io, questa storia è un maledetto casino.»
«Ricapitolando» disse Brian iniziando a contare sulla punta delle dita «Alexander sfrutta i suoi allievi per…»

Non fece in tempo a finire la frase, un Albhed diede uno spintone al ragazzino e lo fece ruzzolare a terra. Il ciondolo rotolò lungo il selciato e prima che uno dei Seed potesse intervenire, un Ronso recuperò il gioiello lanciandolo verso un Guado poco distante, che svanì nella folla assieme agli altri due.

«Sembra l’inizio di una barzelletta. Un Albhed, un Ronso e un Guado erano a Luka per…»
«…fotterci il ciondolo!»
«Maledizione, mi pagano troppo poco per tutto questo. Inseguiamoli


Edit: grazie a Raiden per la trishtisshima battuta sullo shoopuffemmina!
Immagine
Avatar utente
Recks
Membro del Garden Club
Messaggi: 746
Iscritto il: 11 nov 2007, 11:53
Sesso: M
Località: Rinoa's Garden

Re: Missioni

Messaggio da Recks »

Le follie dell'Hypello
AKA Un post che neanche un parto.
AKA Ci mancava solo che pure Yevon mi fermasse.
AKA Disagio.

Il momento è delicato. Bisogna essere veloci, tempestivi: il trio di ladri si è impadronito dell'unica prova in nostro possesso. E' fondamentale recuperarla, altrimenti non avremmo nessuna prova ad incastrare il preside della scuola di Midgar.
Brian ha un piano. Eliminare uno ad uno ciascuno degli inseguitori.


Brian: inseguiamoli.
Recks: ma dobbiamo sul serio correre per tutta Luka? Ho ancora i pezzi di m***a attaccati all'uniforme.
Cat: ormai la tua vita è una barzelletta Recks. Cerca almeno di renderti utile.
Recks: non mi bastava Leon, ci volevi pure tu a punzecchiarmi su base giornaliera.
Edith: almeno stavolta non vi distrarrete quando vedrete qualche giocatore di Blitzball.

Brian: Recks, sai cosa fare.

Un orologio si materializza sopra di loro: le lancette, che inizialmente scandivano il classico ritmo del tempo, ora si muovono più in fretta, così come i loro passi. In breve tempo, la distanza che li separava dal gruppo dei tre ladri si accorcia notevolmente.

Recks: mi stanno fotografando tutti.
Cat: magari credono che tu sia su "Scherzi a parte". In effetti la tua vita è un po' "A bit of a joke"
Recks: e quando credevo di poter fare a meno delle sedute con Xander per questa settimana, ecco che il mio portafogli si svuota. Di nuovo. Grazie, vita.
Brian: Cat, ora!
Recks: Vanish!

I passanti sono sbalorditi: la ragazza è letteralmente scomparsa sotto i loro occhi. Ora, di fronte a loro, ci sono solo tre persone all'inseguimento di un Guado e di un Albhed. Il Ronso, che data la stazza non riesce a essere così veloce, è rimasto indietro.
A causa di un colpo ben assestato all'altezza delle ginocchia, Il Ronso perde l'equilibrio e cade. Mentre il gatto decisamente troppo cresciuto si rialza, Cat si materializza subito dietro di lui.

Mentre il trio si allontana, sono il Ronso e Cat Empitsu a combattere tra di loro. Il gattone decide di far sfoggio di tutta la sua forza, correndo verso di lei e sperando di affondarla. Forte ancora degli effetti dell'Haste, la segretaria riesce a sfruttare al meglio i suoi riflessi e ad evitare quell'affondo. Ne approfitta poi per colpire il Ronso sulla schiena, facendolo cadere nuovamente.
La rabbia del Ronso aumenta sempre di più. Nel cielo riecheggia un boato.

Nel frattempo, più lontano dal teatro di quello scontro, sul volto di Recks si dipinge un'espressione di soddisfazione.

Recks: ragazzi, siete proprio sicuri di aver fatto la scelta giusta?
Edith: già, quel Ronso è un armadio. Lei invece, trema come una foglia.
Brian: non ti preoccupare Recks, Cat ha un piano.
Recks: no, non hai capito. Io voglio che Cat si faccia male.

No, Cat non si sarebbe fatta male. Cat aveva un piano. Aveva due palle così!
...
Cosa avete capito?!?!
...
Ok, mi spiego meglio. Cat aveva preso dalle tasche della divisa due gomitoli di lana. Uno color fucsia e uno color verde. Lo sguardo del Ronso cambia radicalmente: un'espressione di beatitudine sostituisce quella di rabbia che aveva poco fa.

Cat: ciao micetto!
Ronso: ?
Cat: vuoi giocare a pallina?
Ronso: miao!
Cat: dai, adesso giochiamo un po'. Io ti lancio il gomitolo e tu me lo riporti, va bene?

Il gomitolo color fucsia si alzò nel cielo. A seguire, il punto di inversione del moto. La pallina ritorna giù. Cat è pronta a riceverla. Il Mag Rod è stretto tra le mani, a guisa di mazza da Baseball. E' una questione di tempismo e di precisione.
Ora.
Un colpo ben assestato, preciso. Il gomitolo riprende di nuovo quota, dirigendosi verso lo stadio di Luka. Gli spettatori del concerto di Violetta avrebbero ricevuto delle brutte sorprese!
Cat è soddisfatta. Così soddisfatta da battersi il cinque da sola.
Spoiler
Secondo me Cat è praticamente la Liz Lemon del Garden. Dovevo dirlo (nd Davide)
E ne rimasero due.
Il copione si ripete, solo con protagonisti diversi: Brian continua a correre, verso l'Albhed - è lui ad essere in possesso del ciondolo. Recks ed Edith invece, si occupano del Guado, che è rimasto alle strette.

Il Guado però ha un asso nella manica. Com'è consuetudine per la loro specie, porta le mani davanti alla faccia, per prepararsi ad un'evocazione. Muove le mani in modo particolare, come se fosse una coreografia di un ballo moderno.

Edith: cosa sta facendo? Sta ballando la Macarena?
Recks: ahahaha.
Edith: vorrei vederti io, in un mondo che vedi per la prima volta. Cosa sta facendo?
Recks: sta invocando una bestia.

Dal nulla, dietro di loro, si materializza un Piros. Succede tutto così in fretta: con uno scatto il Piros investe in pieno il povero SeeD disagiato, scaraventandolo contro Edith, la cui reazione è immediata.

Edith: porco Yevon Recks! Mi hai sporcato la divisa di MERDA!
Recks: adesso sai come ci si sente!
Edith: cheschifocheschifocheschifo! Che puzza!
Recks: non prendertela con me! Prenditela con quel dannato Hypello che ha uno Shoopuf come animale da compagnia. Non poteva comprare un criceto, piuttosto?

Mentre il simpatico duo è alle prese con il Guado, Brian continua a correre. "Diamine se è veloce" pensa Brian. "Ma non abbastanza!" Con un'agilità che neanche Carolina Kostner (ma con una faccia altrettanto ebete), Brian pattina sul ghiaccio creato appositamente da lui grazie alla sua predisposizione per il suddetto elemento. Il Commander è a pochi passi dall'Albhed e, soprattutto, dal ciondolo.

Accade però l'impensabile.
Il comune di Luka decide di allietare i turisti riproponendo agli altoparlanti, in diretta, lo spettacolo di Violetta.
La musica di quella cantante, idola di tutte le ragazzine - e anche di Brian, a quanto pare- giunge alle orecchie di tutti i turisti. Commander comrpeso.

Brian grida come una fan-girl, alle prime note di "Underneath it all"


L'esito della missione era decisamente compromesso.
Come sarebbe andata?
Avatar utente
Ruben -.-
SeeD
Messaggi: 1635
Iscritto il: 04 nov 2005, 12:49
Sesso: M
Località: Ad Eorzea, a forgiarmi nel fuoco di mille battaglie!

Re: Missioni

Messaggio da Ruben -.- »

Le follie dell'Hyppello



Scuotendosi di dosso il disagio, Recks castò un Audacia e un progelo su Edith e iniziò a fronteggiare con diversi Blizzara il Piros appena evocato. Dovevano fare alla svelta... una esplosione in piena città avrebbe potuto danneggiare luoghi e soprattutto persone. Il guado intanto, soddisfatto di se, aveva ripreso a fuggire. Ma svoltato l'angolo...lo scontro con il suo compare Ronso, che sembrava essere in completa balia dei gomitoli di lana, mandò entrambi a tappeto.
Il piros continuò a crescere per qualche altro secondo... finché un fendente elementare ghiacciato di Edith non placò i suoi bollenti spiriti.

"Vado ad aiutare Brian. Tu e Cat (che nel frattempo aveva raggiunto i due) legate questi ladri." fece Edith prima di lanciarsi all'inseguimento di Brian, che inseguiva l'Albhed, che rubò il ciondolo, che al mercato mio padre comprò.


Altrove...

Dubbi amletici... l'Albhed col ciondolo... l'autografo di Violetta... prima il dovere...dopo il piacere... ma ... il ritmo è così incalzante... le parole così significative...
Brian guardava adesso Violetta che zompava sul palco ... adesso l'Albhed che fuggiva, sempre più distante. Edith intanto lo aveva raggiunto. A causa dell'indecisione stava perdendo di vista il ladro.

"Merda!" esclamò.
"Lo so. Recks mi si è buttato addosso e adesso faccio schifocheschifocheschifo!" si giustificò Edith.
"Era un'esclamazione..."
"Ma perché ti sei fermato?"

Brian ebbe un attimo di imbarazzo. Edith lo guardò in faccia...poi le orecchie guidarono il suo sguardo sul palco. Fece due più due.

"Ma...SUL SERIO!?!?" gli gridò contro.
"Calmati. Ho un piano."
"E prevede la cattura del ladro prima o dopo la fine del concerto??"
"Ho detto calmati..." fece Brian adesso ridacchiando.


Altrove...

"Che cosha shtai facendo Shparky!? Brutto shporcaccione! Laschia in pace la shignorina shoopuffa!"
(Ma questo non ci interessa).


Altrove...

Era fatta. Questo deve aver pensato il ladro svoltato l'ennesimo angolo del centro urbano. L'inseguitore non era più in vista e il ciondolo era al sicuro nelle sue mani. L'aria sembrava un po più fredda tra i vicoli, ma era il posto più sicuro per nascondersi dai SeeD che lo stavano cercando. La sua mente era proiettata alla ricompensa, all'onore e alla gratitudine che avrebbe ricevuto nel momento in cui avrebbe consegnato il ciondolo a colui che aveva commissionato il furto. Prima si sbarazzava della mercanzia e meglio sarebbe stato per tutti.

Poi però un pesantissimo blocco di ghiaccio gli cadde in testa stordendolo. Il ciondolo cadde a terra. L'albhed barcollò per qualche metro prima di riprendersi del tutto. Si accorse subito che i suoi movimenti erano notevolmente rallentati. Alle sue spalle...gli inseguitori lo stavano per raggiungere. Gli erano di nuovo alle calcagna. Cercò di accelerare il passo ma una stalagmite di ghiaccio apparve dal terreno e gli bloccò la via di fuga. Altre ne spuntarono tutto attorno a lui, imprigionandolo di fatto in una gabbia gelata. Shiva avanzava elegante dal vicolo lì accanto. Osservò il ladro con sguardo neutro, poi attese l'arrivo di Brian. Lui recuperò il ciondolo da terra e la ricompensò con un sorriso di gratitudine.

"Lo ammetto piccoletto. Il piano non era male." commentò Edith intanto che il gruppo si riuniva.
"Ne abbiamo presi tre su tre. Triple possibilità di capire chi li ha mandati e perchè." fece Cat.
"Portiamoli al Garden." concluse Recks.
"Voi andate... Dite a Pip che rientrerò tra un paio di giorni ... Non è per quello che stai pensando!" aggiunse immediatamente interpretando correttamente l'espressione di Edith. "E' una cosa personale."

Un pò sorpresi, i tre ripresero la strada per la via Mihem coi prigionieri al seguito. Lo sguardo di Cat continuava a viaggiare da Recks a Edith in cerca di spiegazioni. Edith scrollò le spalle.

"Nessuno ne ha certezza ma... pare che l'intercessore di Shiva sia la madre naturale di Brian." spiegò infine Recks.


Misshion completed!
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
Avatar utente
Aura
Membro del Garden Club
Messaggi: 796
Iscritto il: 21 mar 2007, 22:45
Sesso: F
Contatta:

Re: Missioni

Messaggio da Aura »

UNO STUDIO IN ROSSO
L'innocenza di un bastardo
Partecipanti: Aura Lundor (CS), Elza, Cat Empitsu, Matt Winchester
Regole: Un post a testa più uno conclusivo del caposquadra
Obiettivo: trovare le eventuali prove dell'innocenza del ex-preside Brad Stimkins, giudicato colpevole di omicidio volontario.


2.30: nell'ufficio aleggia un forte odore di sigaretta. Ed è strano, io non fumo. Non investigo su un caso da mesi, il conto ormai è quasi in rosso. Poi la porta si apre ed entra lei. Bellissima, ha gli occhi da gatta. Si muove come una gatta. Parla come una gatta”. [cit]
MIAO!
Cat ritrasse la mano prima che potesse graffiarla. Quel felino aveva completamente rovinato l'atmosfera noir che Aura stava cercando di immaginare mentre camminavano per Midgar. A niente era servito comprarsi l'outfit adatto per quel caso che voleva a tutti i costi risolvere. La sua passione per i gialli e le serie investigative l'aveva spinta a candidarsi per la missione nella speranza di prendere le vesti di un investigatore privato, anche se solo per finzione. Uno sfizio che voleva togliersi fin da quando aveva sentito parlare di Brad Stimkins e delle accuse mosse contro di lui.
Matt portò entrambe le mani alla nuca – Ricapitolando, cosa sappiamo di questo tipo?
Cat sfilò il fascicolo e lo lesse tutto d'un fiato. Il suo passato di segretaria aveva lasciato il segno sui suoi modi di fare ed Aura stava cominciando ad averla in simpatia.
- Brad Stimkins, 52 anni. Sposato con Alicia Black dall'età di 26 e con un figlio di 23, tale Geremia Stimkins. Al momento è separato ed in fase di divorzio, potete ben immaginare il perché.
- Mpf – soffiò Elza dalle narici – Non c'è da biasimarla, penso che chiunque cercherebbe il divorzio dopo che il marito l'ha tradita e successivamente ucciso l'amante.
- Sempre che sia vero – sottolineo Aura calandosi il cappello sulla fronte con aria da poliziotto – Cat, continua a leggere.
- Secondo questo referto, la signorina Eva Dice è stata trovata morta nella sua vasca da bagno, fulminata gettando una lampada a cui è stata rotta la lampadina nell'acqua. Il presunto colpevole, Brad, si trovava svenuto accanto alla donna. Secondo la camicia bagnata, le sue impronte digitali rinvenute su alcuni accessori del bagno e la sua presenza sulla scena del crimine al momento del ritrovamento, è stato arrestato pochi minuti dopo con l'accusa di omicidio volontario. Il caso è stato subito archiviato come risolto e da allora nessuno ha più cercato indizi né colpevoli.
La Commander estrasse una pipa dalla tasta ed soffiò. Bolle di sapone distrassero i presenti per qualche secondo.
- Il colpevole è sempre il maggiordomo.
Matt si battè una mano sulla fronte – Ma sei seria? Non c'era nessuno oltre a loro sulla scena del crimine.
- Zitto, Watson! - gli puntò un dito contro imitando un noto personaggio dei videogiochi – Conosci il detto “l'apparenza inganna”? Può essere che Brad Stimkins sia stato incastrato da qualcun'altro, tipo il vero assassino?
Elza scrollò le spalle – Sempre che troviamo qualche prova. Da dove cominciamo?
- Direi di partire dalla scena del delitto – propose Cat riponendo il fascicolo ed esibendo anche lei una posa da investigatore privato. Aura le passò una lente d'ingrandimento in più che si era portata dietro.
- Cat ha ragione – continuò la dottoressa – La casa di Eva sta proprio su questa via, il numero 3. Stimkins dice che qualcuno lo ha assalito quando ha scoperto l'amante morta nella vasca, ecco perché è svenuto. Forse ci sono altre tracce della terza presenza in casa della donna che possano condurci ad una pista.
Matt ed Elza annuirono. Al grido di “Sherlock Holmes!” Aura e Cat entrarono di soppiatto nella casa, seguite a ruota dai due compagni non altrettanto entusiasti.
Spoiler
Chiedo scusa per il ritardo, ma ecco qui!
Avatar utente
Leon Feather
Guerriero
Messaggi: 684
Iscritto il: 06 giu 2007, 19:37
Sesso: M

My Guild Hall Smells of Rich Mahogany

Messaggio da Leon Feather »

Seduta su di un ramo dell'albero che svettava in mezzo al giardino di quella che era stata la casa di Eva Dice (O era Simon?), sfogliava le foto che la scientifica aveva scattato sul luogo del delitto al momento del ritrovamento del corpo. Si passò il lecca lecca da un lato all'altro della bocca: a prima vista non c'era nessun indizio che suggerisse l'intervento di qualcuno esterno ai due amanti.
Sotto di lei, all'ombra dell'albero, Matt la chiamò con un fischio.
- Tutto bene lassù?
- Niente di nuovo - rispose. Distese le braccia verso l'alto e sbadigliò. - Eppure sappiamo che è stato incastrato. Lo hanno visto gli altri nella memosfera. Dev'esserci per forza una traccia che qualcun'altro è stato qui.
Saltò giù dall'albero, accanto a Matt. - Sarà stato uno di quegli studenti con i super poteri? - ipotizzò. - O avranno ingaggiato qualche avanzo di galera della zona per escludere qualsiasi collegamente con la scuola? - si strinse la testa tra le mani. - Agh! Mi sta venendo il mal di testa!
- Dai, ne verremo a capo - disse Matt ridendo.
In quel momento Cat attraversò l'ingresso della casa venendo verso di loro, anche lei aveva l'aria decisamente stressata.
- Sono stufa di rovistare nei sacchi della spazzatura! Abbiamo rivoltato ogni stanza come un calzino ma...
- Ancora niente di rilevante - Aura finì la frase per lei. Portò la mano ad accarezzarsi il mento, pensierosa. - Riguardo le tue considerazioni, Elza. Avete familiarità con il concetto di modus operandi?
Matt annuì. - Una firma, un pattern che si ripete, qualcosa che identifichi l'omicida.
- Esatto. Se qualcuno è stato ingaggiato per incastrare Stimkin, è probabile che questa non sia la prima volta che uccida. O almeno, non è da escludere.
- Dovremmo confrontare gli indizi che abbiamo di questo omicidio con altri accaduti nella zona, e vedere se salta fuori qualche somiglianza - proseguì Matt al suo posto. - Umh. Potrebbe essere un processo lungo.
Elza sbuffò. - Molto lungo.
- Sempre meglio che la spazzatura - disse Cat scrollando le spalle. - E se invece fosse stato uno dei ragazzi?
- Difficile da dire. Come con l'omicidio di Noel, possiamo solo fare ipotesi su come l'assassino si possa essere introdotto in casa e abbia fatto... beh, quello che ha fatto. Non abbiamo ancora idea di cosa siano capaci gli studenti di quella scuola.
- Basta con le elucubrazioni! - esclamò Elza stizzita. - Sono una donna votata all'azione, porco Ozma!

Grazie, Aura. Era proprio questo quello che intendevo con AZIONE!
Sbattè furiosa la cartella del cinquantatresimo caso di omicidio sul tavolo della stanza che le avevano dato in disponibilità alla centrale di polizia di Midgar. La aprì controvoglia e iniziò a leggere, come aveva fatto nelle ultime due ore con le altre cinquantadue, mentre in una mano reggeva una tazza di caffè.
Fece per berne un sorso e il caffè si versò fuori dalla tazza. Sui suoi vestiti. Sui fogli del caso. Ma soprattutto sui suoi vestiti.
- Merda! - cercò di assorbirne con un fazzoletto quanto più possibile dalla maglietta. Poi guardò i fogli macchiati e sbuffò esasperata.
- MERDA!
Solo allora notò quegli uomini che parlavano fuori dalla stanza, sul corridoio della centrale. La porta era aperta e si sentiva chiaramente tutta la conversazione.
- Abbiamo portato i soldi della cauzione, rilasciate il nostro uomo.
Quei tre avevano la parola guai stampata sulla fronte. Si vedeva lontano un miglio che erano un poco di buono. Del resto sapeva riconoscere bene quelli della loro risma.
E della mia?
- Va bene, va bene - la voce del poliziotto tradiva una nota di irritazione nella voce. Probabilmente quella scena si ripeteva spesso qui in centrale.
L'uomo liberato abbracciò i suoi "compari", poi insieme lasciarono la centrale..
- Sapevo che il Don non mi avrebbe lasciato a marcire lì dentro!
- Chi è questo Don di cui parlava quello? - domandò Elza al poliziotto una volta che i quattro se ne furono andati.
- Bernard Leigh. È stato nostro ospite in passato, se capisci cosa intendo.
Elza annuì.
- Ultimamente ha messo su un piccolo impero. Si crede il boss della zona, e in un certo senso - sospirò, passandosi una mano tra i capelli. - è così. Controlla la gran parte dei piccoli criminali della zona. Ladri, assassini, stupratori. Tutti lavorano per lui. Lui li protegge. Nessuno muove un dito senza che lui lo venga a sapere.
Interessante, pensò Elza.
- È da mesi che lavoriamo giorno e notte per prendere quel bastardo.

- Ma sei sicura di quello che stiamo facendo?
Aura incrociò le braccia al petto e osservò Elza liberarsi i capelli dal suo solito codino.
- Sissignora. Quell'uomo potrebbe sapere qualcosa riguardo l'omicidio di Eva, se è davvero chi dice di essere.
- E se fosse la pista sbagliata? Se fosse come con Noel?
- Dobbiamo comunque provarci.
Sospirò. Se non altro, pensò, Elza aveva svolto le sue indagini e preparato un piano. Tutto consisteva nell'approfittare nell'unico punto debole di Bernard Leigh: le belle donne. La villa in cui aveva messo radici in una periferia del settore 6 era sorvegliata giorno e notte da uomini armati, il passaggio impedito a chiunque. Chiunque, tranne le ragazze pagate per partecipare alle sue feste eleganti.
Si sarebbero quindi intrufolate in una delle sue feste nella speranza di trovare un'occasione per scucirgli qualche informazione dalla bocca. Se necessario, usando la forza. (Garden Wars il risveglio del muffin)

- Emh... credo che a Matt servirà un po' di trucco.
- Tanto trucco.
- Una parrucca.
- Un vestitino sexy! Ne ho visto uno in un negozio qui vicino, gli starebbe d'incanto.
- Due bei meloni, anche.
- Tch, le tette non sono tutto nella vita, Cat.
- Però aiutano.
- ...
- Devi sapere che lei è molto sensibile sull'argomento...
- Oh. Scusa.
Matt valutò se non fosse il caso di disertare un'altra volta.
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


Scheda Garden
Avatar utente
Akainatsuki
User
Messaggi: 89
Iscritto il: 04 dic 2015, 23:41
Sesso: F
Contatta:

Re: Missioni

Messaggio da Akainatsuki »

L'innocenza di un bastardo
** Beauty Contest in ZE Villa **


La scena del delitto.

Cat si era data il cinque da sola (cit.): la parte difficile, ovvero ricordarsi su chi e su che cosa stavano investigando, era stata brillantemente superata. Aveva trascorso la notte precedente alla missione a mettere assieme i pezzi di informazione che aveva a disposizione, tra PHS, documenti e baratto di biscotti al cioccolato con una certa persona.

(Il viaggio fino a Midgar lo aveva invece trascorso a dormire ora sulla spalla di Elza, ora su quella di Matt - quest'ultimo non troppo contento della cosa)

Davanti al gruppetto, al numero 3 di una viuzza come tante altre sopra il Plate della nuova Midgar, la porta era stata sigillata dal consueto nastro giallo e nero "NOT TRESPASSING - POLICE CRIME SCENE" che avevano tutti visto, almeno una volta, in uno di quei polizieschi investigativi che tanto sembravano andare di moda alla televisione.

"Non esiste nastro adesivo che possa fermare il Lampo di Lindblum!" aveva ghignato Elza, estraendo il coltello e recidendo con un taglio netto il lavoro certosino di qualche povero poliziotto sottopagato. "Credono davvero che basti questo per tenere alla larga... i ladri? Sarà tecnologica questa Midgar, ma in quanto a misure di sicurezza, mi sembra che qui credano ancora nel buon cuore della gente..."

Si era accucciata, controllando la serratura, per poi rivolgere uno sguardo desolato in direzione di Aura: "Non mi lasciano neanche lavorare! Zero azione e porta aperta, spalancata!" aveva scosso desolata il capo, facendo ondeggiare il ciuffo rosa, dando poi una manata e aprendo la porta verso l'interno. "Io... non ho parole!"

"Quindi potrebbe essere entrata mezza città qui dentro, da quando è stato commesso l'omicidio" aveva commentato cupo Matt, oltrepassandola e facendo il suo ingresso nel piccolo salotto. "E no, non ci infileremo quelle tute per 'non inquinare la scena del delitto', signora Caposquadra".

Si era lasciato andare a un sospiro sconsolato, massaggiandosi una tempia mentre l'abbigliamento di Aura era improvvisamente diventato un'informe tuta bianca sopra la già ridicola mise da investigatore d'altri tempi. Con tanto di occhialoni e mascherina.
Spoiler
Se avete capito qual è il film in questione della suddetta tutina, sappiate che vi batto io il cinque (Nd-Akainatsuki)
Cat - a differenza degli altri due - allora non era riuscita a fuggire e aveva trascorso buona parte del tempo ad avanzare impacciata in quella tenuta scomodissima, mentre rovistava tra tutti i cestini della spazzatura.

Forse fu per questo che, quando Elza spiegò il suo piano, AKA "ci travestiamo da belle donzelle, entriamo senza farci notare nella villona riccona, troviamo il Don del posto e... via all'AZIONE SERIA!", nonostante la cosa le portasse alla mente una sequela di brutti ricordi, non riuscì ad obiettare.

Aura passò in rassegna la squadra, senza nascondere una sorriso divertito davanti allo sguardo contrito di Matt, ora diventato una gran bella e piuttosto sana signorina. Sembrava che tutti loro si fossero rotolati nell'armadio di Rina e ne avessero tirato fuori il peggio che si poteva immaginare tra scollature, lustrini, pizzi e tacchi ondeggianti. Senza dimenticare i quantitativi proibitivi di profumo, in grado - probabilmente - di stendere un Molboro.

"Muovete il sedere come se foste un'oca all'ingrasso" sospirò Cat, "in quel posto apprezzano le oche. Ma anche le galline".

Arrivarono alla stazione del Settore 6 attirando su di loro gli sguardi di tutta la gente che passava per gli affari propri. Proseguirono per la loro strada, ignorando i commenti a triplo senso ed evitando che Matt si prodigasse nel frattempo in una decina di carneficine.

(Probabilmente i suoi demoni interiori stavano ridendosela alla grande)

"La festa di stasera inizierà tra un'ora. Siamo in perfetto orario e in perfetta sintonia con l'ambiente!" Aura si guardò attorno, mentre altre ragazze imbellettate le affiancavano, ridacchiando. "L'importante è entrare e farci notare... in bene. Hanno organizzato una specie di Concorso di Bellezza, per cui se riuscissimo a vincere potremmo trovarci a distanza molto ravvicinata con il nostro gentile signor Leigh".

Elza annuì: "Fuori le tette!"

Entrare fu più facile del previsto: nonostante i nerboruti uomini armati e larghi quanto il portone d'ingresso, la vista di un paio di gambe e qualcosa di ballonzolante aveva abbassato ogni loro capacità di discernimento. Persino Matt ricevette così tanti complimenti che la sua faccia paonazza sotto il doppio strato di fondotinta lo elevò a 'timida e prosperosa ragazza di campagna con la quale zapperei volentieri le aiuole'.

"...E a quanto pare qui qualcuno ha studiato poesia" commentò Cat, girandosi verso di lui. "Sappi che questo lo sto registrando mentalmente tra i Migliori Complimenti all'Universo Femminile che abbia mai sentito al Settore 6".

Nell'ampia hall, illuminata con un'accozzaglia di lampadari di falsissimo cristallo e lanterne rosse ("I Don hanno sempre un raffinato senso dell'arredamento" Nd-Cat), si unirono al gruppo cicalante ed eccitato per il grande evento della serata. Pian piano le luci iniziarono ad abbassarsi e in cima all'ampia scalinata che portava ai piani superiori, comparve lo stereotipo del boss della malavita ben organizzata: un uomo di mezza età. con un vistoso parrucchino biondo calato sul cranio pelato, stretto in un completo sgargiante.

"Quindi staremo qui a sculettare e sperare di vincere?" sbottò Matt alla fine di tutto il discorso introduttivo, mentre le ragazze si dividevano in gruppetti, chiacchierando e augurandosi a vicenda 'buona fortuna'. Lanciò occhiata ad Aura, intenta a rovistare nella minuscola pochette che portava mollemente al braccio: "Ci sono troppe donzelle, rischiamo di perdere solo del tempo utile..."

Per tutta risposta gli rivolse un sorriso tranquillo: "È bello conoscere nuove persone, specialmente in queste occasioni. Una stretta di mano, una pacca sulla spalla, un sorso di champagne..." fece una pausa ad effetto, "...e un po' di Bio..."

"Vuoi avvelenarle?" strabuzzò gli occhi, sistemandosi nervoso la parrucca.

Aura scosse il capo, iniziando a camminare lentamente nella stanza, toccando vassoi colmi di bicchieri pieni, stringendo mani di povere fanciulle innocenti intente a masticare tartine scadenti: "...Un po' di malessere generale. Mi raccomando, non toccare lo champagne!"

Matt si staccò da lei, inseguendo Elza (alla ricerca di muffin e molto contrariata dalla loro assenza) e Cat (armata di vassoio e intenta a impilare stuzzichini) per avvisarle: "...Così resteremo solo noi e sarà più semplice vincere e avvicinarci all'obiettivo. Intese, quindi? Niente champagne, niente tartine!" sibilò, mentre le due lo fissavano disinteressate, la loro attenzione solo su quanto più cibo avrebbero potuto portare fuori da lì.

Quando mancavano pochi minuti all'inizio del concorso, presidiato da guardie armate a ogni metro, la sala iniziò rapidamente a svuotarsi di tutto il suo grazioso e ridacchiante contenuto di belle donzelle. Un fuggi-fuggi generale verso l'uscita e i bagni, sotto gli occhi divertiti del suo stesso organizzatore: "Quanto sono sensibili le ragazze d'oggi..." commentò, mordicchiando pigramente una tartelletta dal suo piatto personale. "Vediamo chi sarà la fortunata... o le fortunate. Non mi dispiacerebbe che ce ne fossa più di una..."

Chiusasi l'ultima porta, nella hall svuotata rimase solo il quartetto peggio assortito che avesse mai fatto la sua comparsa nel Settore 6 dai tempi del caro vecchio Wall Market. Una tizia coi capelli rosa confetto, un'altra coi pon-pon da scolaretta delle elementari, una sana e prosperosa contadinotta e infine l'unica che sembrava una donna fatta e finita.

"Io direi di passare all'azione" sussurrò Elza, incrociando lo sguardo di Matt. "A meno che a te non piaccia ricevere i complimenti di poco fa..."
Spoiler
Chiedo perdono a Matt, ma Ladybeard ci stava troppo in tutto questo :D
Scheda personaggio Garden Club - Abi "Hade" De Vultures
xthegame89x
Guerriero
Messaggi: 468
Iscritto il: 23 mar 2012, 18:32
Sesso: M

Re: Missioni

Messaggio da xthegame89x »

"Non. Una. Parola."

No. La risposta con un tono serio un po' troppo falso di Ifrid e la replica di Bahamut furono la conferma che se la stavano spassando. Sai. Se ti vesti così ogni giorno, il nostro legame potrebbe rafforzarsi in men che non si dica!

"Farò finta di non aver sentito la tua ultima affermazione... deficiente." pensò Matt sbuffando. Ed infine eccoli lì, avevano raggiunto finalmente il loro obiettivo, un faccia a faccia con l'organizzatore dell'evento, uno che Matt avrebbe preferito cuocere a puntino a forza di Flare, Megaflare, Gigaflare e Stoca**oflare. Un uomo gli si avvicinò alle spalle, in evidente stato di ubriachezza e gli disse:

<< Ti aspetto in camera mia, baby. Ricompenso molto bene chi mi sa soddisfare! >>

"Calmo. Non dargli fuoco. Manderesti all'aria tutto." pensò nervosamente Matt, fino a che il tipo non fece l'errore di toccargli il culo con la sua manona. Matt, già in evidente stato di rabbia, si voltò di scatto e gli diede un cazzotto in pieno viso, mandandolo KO immediatamente.

<< Wow! Che caratterino! >> disse il vecchiaccio << Vedete, quel tipo di donne sarebbe meglio non farla alterare! >> continuò diretto verso i suoi collaboratori

Scese dalle scale con fare baldanzoso, come i grandi signori potevano permettersi di fare all'interno del loro castello, e si portò nelle immediate vicinanze delle "quattro" (Tre. TRE. CRISTO. nd Matt) ragazze con un sorriso da ebete, come a pregustare la serata in compagnia di una di loro. Aura stava fulminando Matt con lo sguardo, sperando che proprio all'ultimo secondo non si facesse scoprire.

<< Bene, bene. Mie care signorine a quanto pare la festa è finita! Tutte le altre concorrenti hanno dato forfait quindi non mi resta che premiare una tra le quattro qui presenti! E tu... >> si rivolse a Matt << Spero che non te la prenda con me se non vincerai tu! >> sorrise

Era ora di agire. In fondo, si trattava di di mettere fuorigioco un paio di guardie, catturare il malvivente e interrogarlo finché morte non ci sep... ehm. Finché non avrebbe parlato insomma. << In fondo, so anche come domare le donne dal carattere forte come il tuo! Diciamo che non mi piace che una donna non mostri il rispetto che voglio. >> continuò Leigh << Ma sapete cosa vi dico? In fondo, se siete le uniche ad essere qui di fronte a me è bene che io vi premi tutte e quattro! >>

Elza fece un falso sorriso compiaciuto che si vedeva lontano un chilometro, Cat alzò il pugno al cielo in segno di vittoria e Aura si portò le mani al viso in un'espressione di euforia. Matt... beh Matt rimase impassibile. Disse soltanto: << Oh...>>

<< Troppo timida per dire altro? >> disse Leigh sorridendo compiaciuto
<< ...pel.>> disse Matt alzando le spalle
----------
Ovviamente, la premiazione non consisteva solo nel consegnargli il premio e tante care cose. La serata continuò per altre due ore a cena con quel tizio, di cui Matt si ricordava a malapena il nome, e le sue guardie del corpo. Mentre la serata proseguiva, Aura e squadra, stettero al gioco di Leigh cercando di carpirgli quante più informazioni possibili. A Leigh piaceva il vino e anche berne in grosse quantità. Man mano che ne beveva, però, si lasciava sfuggire qualche informazione che ai Seed non passò inosservata. Egli infatti gestiva una fetta abbastanza importante di quella zona e, qualunque cosa succedesse, era opera sua o per sua vece. I suoi uomini erano disseminati in tutta la città e la zona che lui comandava era protetta da loro. Era il tipico signorotto con una piccola fetta di potere in una grande città come Midgar. Ma il problema era... davvero poteva essere il mandante dell'assassinio di quella donna? Dovevano interrogarlo ma l'occasione doveva capitare in una situazione di completa sicurezza. Una volta catturato il Don, tutto il resto non era importante.

<< Si è fatto tardi che facciamo? >> disse Elza al segnale di Aura
<< Io dovrei tornare, domani ho una lunga giornata di lavoro da affrontare. >> disse Aura sbuffando annoiata
<< Anche io! >> disse Cat alzando le spalle e assaggiando ancora uno stuzzichino
<< Non se ne parla! Oggi starete da me! Domani sarete libere di fare quel che vorrete! >> disse il Don sorridendo amabilmente
<< Ma non vorremo disturbare... già ci ha ospitato con questa grande cena, non vorremo che fosse troppo per lei.>> disse Aura mostrandosi vagamente dispiaciuta
<< Nessun disturbo! Andiamo! Nella mia camera saremo da soli e molto più tranquilli! >> disse il Don alzandosi dal tavolo

I quattro lo seguirono fin sopra gli alloggi personali e le guardie restarono in piedi come stoccafissi ai lati della porta, per non far entrare nessuno. Il problema era come uscirne. La camera era molto grande e accogliente. Diversamente dal resto del suo "castello" era molto semplice, un letto matrimoniale più largo rispetto al normale, ricchissime lenzuola di seta, decorazioni d'oro e d'argento sulla testata, e il tutto completamente ordinato. Dalle finestre, si poteva osservare il panorama tecnologico di Midgar. << Ragazze! Andiamo un attimo a prepararci? >> disse Elza sorridendo maliziosamente in direzione del Don
<< Prego! Il bagno è da questa parte! >> disse il Don indicandogli la porta lì vicino. Anche il bagno in camera, che lusso. Una volta dentro, Aura chiuse la porta a chiave alle sue spalle. Dal bagno non si poteva uscire, non vi erano finestre ne altri accessi.

<< Bene! Adesso che facciamo? >> disse Matt seriamente preoccupato, non aveva di certo intenzione di dormire al fianco di quel insulso riccone. << Ho un'idea! Che potrà comunque permetterci di interrogare Leigh senza alcun problema! Se poi non è stato lui lo rilasceremo. >> disse Aura pensierosa
<< Spara. >> disse Elza annuendo
<< Noi adesso lo stordiremo. E Matt lo porterà via volando! >> disse Aura
<< Già... e voi? >> disse Matt perplesso
<< Noi dalla stessa finestra! Anche se in un altro modo che non volando! >> disse Elza alzando le spalle
<< No. Ho un'idea migliore. >> disse Matt << Potete comunque andare dalla porta principale. Cercate una scusa e uscite da qui, senza insospettire le guardie. Al resto penso io. >>
<< Siete pronte-e-e-e-e-e!? >> disse il Don
<< Lo dobbiamo per forza stordire? O lo possiamo anche uccidere? >> disse Matt rabbiosamente << Si certo! Arriviamo! >> disse lui con falsa voce femminile

Le quattro (TRE MALEDIZIONE. nd Matt) ragazze uscirono dal bagno, tutte truccate e sorridenti. Si avvicinarono lentamente al signorotto mentre lui già si pregustava la fine della serata fino a che... DLON! Un rumore sordo e cadde nel letto. Elza lo aveva appena colpito con uno dei candelabri vicino al letto. << Ma che caz...>> disse Matt spaventato << Non è morto, spero. >>
<< Aiutatemi presto. >> disse Aura.

Lo coricarono dentro le coperte e Matt si adagiò vicino a lui, portando un braccio grasso e molle dell'omone a cingergli la vita, reprimendo un conato di vomito. Da lontano si poteva dire che fosse veramente impegnato a far qualcosa con lui. << Andate, prima che gli vomiti addosso.>> disse Matt reprimendo un altro conato

Aprirono la porta e le guardie furono subito da loro. << Dove andate? >>
<< Dobbiamo prendere della biancheria sexy per noi! Per far felice il Don! La nostra amica lo sta già preparando per quando saremo tutte quattro insieme! >> disse Aura con un gran sorriso falso

La guardia si sporse per guardare ma Aura lo bloccò. << Ah-ha. Non sai che è maleducazione curiosare? E comunque sembra abbastanza contento no? >>

Matt represse il terzo conato di vomito, pensando che probabilmente il quarto sarebbe uscito in un'esplosione di tutto ciò che aveva mangiato. Dava le spalle alla porta, quindi la guardia non poteva vedere bene. Ma gli bastò il braccio avvinghiato alla vita della "ragazza" (vi odio.) per tornare alla sua postazione. << Va bene! Ma fate in fretta! Non vorrete far aspettare il Don! >> disse la guardia chiudendo la porta alle sue spalle

<< Grazie mille! >> disse Cat tutta saltellante

Cinque minuti, giusto il tempo di mettere il naso fuori che le ragazze (le vere ragazze.) udirono uno scoppio potentissimo. Un ruggito si levò nell'aria e la villa mostrava uno squarciò fumante e in fiamme nella camera del riccone.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
Spoiler
PROGRAMMAZIONE
LUNEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
MARTEDI
- Let's Technic, Minecraft Monster Pack 1.6.4 -
MERCOLEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
GIOVEDI
- Desertcraft, Minecraft Regrowth Pack 1.7.10 -
VENERDI
- Il ruggito del T-Rex, Dino Crisis -
SABATO
- Video Random -
Se dovete utilizzare il mio pg nel Garden, controllatevi la scheda prima, barboni! xD
Immagine
Spoiler
LE PERLE DI SAGGEZZA DEL GRUPPO DEL GC SU FB
Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
Avatar utente
Aura
Membro del Garden Club
Messaggi: 796
Iscritto il: 21 mar 2007, 22:45
Sesso: F
Contatta:

Uno studio in rosso

Messaggio da Aura »

- Fermo un attimo!
Aura estrasse dalla pochet il codec e fece una veloce foto a Matt poco dopo essere tornati alla casa della fu Eva. Quella probabilmente sarebbe stata l'unica occasione in tutta la vita di vederlo in tenuta di “sana e prosperosa contadinotta” e non voleva lasciarla scappare per nulla al mondo. Un piccolo ricordo di quella scampagnata per Midgar intrisa di giallo e merletti. Egil meritava di vederla con il suo occhio per farsi due risate sull'amico.
Matt grugnì irritato qualcosa che sembrava un ricatto, poi buttò il corpo di Bernard Leigh su una sedia come fosse un sacco di patate. Elza rubò il nastro della polizia che segnava l'entrata per legarlo stretto. Nella fretta, il parrucchino dell'uomo scivolò via dalla sua testa ed ella riuscì a stento a trattenere una risata. La calvizie che nascondeva faceva sembrare il boss ancor più ridicolo in quel vestito gessato color scarlatto.
- Cat, a te l'onore!
La ragazza si rimboccò le maniche. Recuperò il suo nuovo Magrod e colpì così precisamente l'uomo svenuto da scompigliargli anche le folte sopracciglia. Leigh farfugliò qualcosa nel tentativo di leccarsi il labbro ferito che già sputava le prime gocce di sangue. Si guardò intorno serrando la mascella paonazzo, quindi si concentrò su Matt ancora in abiti femminili.
- Mi sarei aspettato di tutto da una donna così in forma, ma non questo – disse socchiudendo gli occhi indignato – Non mi piace particolarmente il sadoma…
Il ceffone del giovane arrivò dritto e preciso sull'orecchio del boss, facendogli soffocare un gemito di dolore.
- Signor Leigh, sa dove si trova ora? - intervenne Aura girando intorno alla sedia. Elza capì subito che voleva giocare alla storia del poliziotto buono e del poliziotto cattivo. Perciò decise di rovinarle i piani per accelerare le cose e portare subito il prigioniero a parlare. Estrasse dal suo zaino un muffin al doppio cioccolato con granella al cocco e si posizionò davanti a Bernard sfidandolo con lo sguardo.
- Lo vedi questo muffin? - gli disse con voce suadente – Se parli potrai averlo tutto per te. E credimi, dopo aver assaggiato questo dolcetto non desidererai altro che muffin per il resto della vita.
Il boss la fissò confuso, seguendo con gli occhi il dolce che la ladra prese a sventolargli davanti. Aura non seppe dire che quell'uomo amava quel genere di pasticceria quanto Elza, ma dalla bocca semiaperta e l'attenzione nel seguire ogni suo singolo movimento, poteva dirsi un fanatico dei muffin quanto delle belle donne.
- Voi chi siete? – recuperò la dignità drizzando la schiena ed evitando di fissare troppo a lungo il muffin.
Matt si tolse la parrucca e Cat esibì un vecchio tesserino come segretaria degli uffici della città. Aura optò per mostrare la spilla da Commander. Leigh storse la bocca indignato soprattutto nello scoprire che la contadinotta in verità era un uomo.
- Non so cosa vogliano dei Seed da me, ma io non ho fatto nulla.
Elza quasi gli spiaccicò il muffin contro il naso – Non mentire! Tu gestisci tutti i ladruncoli di Midgar, dagli assassini su commissione al traffico di prostitute.
L'uomo sogghignò cinicamente – Qualcuno deve pur proteggere i bassifondi ed io dò a chiunque vuole lavorare per me la giusta protezione.
- Come all'assassino di Eva Dice? - esordì Matt puntandogli un dito accusatore. Bernard Leigh non battè ciglio.
- Eva Dice era una delle mie donne. Aveva molti clienti, alcuni anche molto affezionati a lei. Come quel tale, Brad qualcosa.
- Brad Stimkins – continuò Aura lasciando per un attimo da parte il suo amore per l'investigazione – è stato arrestato per averla uccisa, ma lui si proclama innocente. Qualcun altro ha ucciso Eva, magari uno dei tuoi uomini.
L'uomo scoppiò a ridere – Uno dei miei? Vi sbagliate di grosso. Come ho detto, Eva era sotto la mia protezione. Perchè ucciderla? Era una donna come poche, anche se era una prostituta non lasciava che nessuno calpestasse la sua dignità. Ha sempre avuto la libertà di rifiutare un lavoro di avere i suoi segreti. Se state cercando il suo assassino catturando me, avete sbagliato pista.
- Aspetta, aspetta – fece Cat dondolando la testa nel tentativo di star dietro alla storia – Aveva i suoi segreti? Può darsi che l'abbiano uccisa per quel motivo, incastrando poi Brad?
- Due piccioni con una fava – riprese Matt – Sempre che sia così, vogliamo dar davvero retta a quest'uomo?
- Dicci la verità o il muffin me lo pappo io! - Elza trasse un pezzetto del dolce e se lo portò alla bocca. Stranamente Leigh cominciò a sudare freddo.
- Sto dicendo la verità! Quel che posso dirvi è che prima di sapere della sua morte, Eva si comportava in modo strano.
- In che senso?
L'uomo roteò gli occhi cercando di ricordare – Spesso le vedevo tremare le mani quando parlava di Brad. Diceva che lui, annebbiato dall'alcool di una delle tante sere passate con lei, le aveva raccontato di quel che accadeva alla Willborough.
L'interesse del gruppo si accese in un attimo. I pensieri di Aura andarono per un attimo a Lenne.
- Cosa le ha raccontato?
- Eva è stata molto vaga, dubito sapesse davvero qualcosa. Diceva che là gli studenti ed i professori stavano lavorando ad un progetto, qualcosa di talmente segreto che nessuno è a conoscenza della globalità del piano, del fine ultimo. Ognuno si occupa solo di una piccola parte e nessuno conosce lo scopo complessivo. Così si proteggono a vicenda. E da quel che Brad le ha detto, si tratta di qualcosa che avrebbe totalmente sconvolto la politica mondiale.
Matt si fece più attento – Di che si tratta? Glielo ha detto?
Leight si guardò intorno preoccupato, abbassando la voce fino ad un sussurro – Se ve lo dico, mi lascerete libero con quel muffin?
Elza si ritrasse accarezzando il dolcetto come una reliqua. Aura sospirò contrariata.
- Solo che quel che ci dice è la verità, altrimenti la daremo in consegna alla polizia.
L'uomo annuì e si protese in avanti – So che in quella scuola vanno giovani che non hanno bisogno delle Materia per usare la magia. Beh, da quel che so, più che una scuola quello è un centro di ricerca. I ragazzi non lo sanno, ma vengono costantemente studiati a loro insaputa.
- Perchè? - chiese Cat e l'uomo deglutì guardandosi ancora intorno.
- Secondo quel che sapeva Brad, perchè stanno cercando il Profeta, colui che scriverà il nuovo capitolo nella storia del Lifestr…
Vi fu un guizzo. La sua voce si bloccò a metà quando il corpo ebbe uno spasmo. Una riga di sangue si disegnò sul suo volto, separandogli la fronte calva in due sezioni. La sommità del capo scivolò fino a terra, macchiando il pavimento di sangue e materia grigia. Leigh non si accorse nemmeno di essere morto in una frazione di secondo. Nemmeno vide la carta da gioco conficcata nella parete a lato e gocciolante del suo stesso sangue.

- Vuoi lasciare tutto così com'è?
Elza sorpassò il gruppo e diede uno sguardo preoccupato alla Commander. Lei strinse più forte il sacchetto con la carta che avevano trovato.
- Ho avvertito la polizia, penseranno solo all'ennesimo caso di rivalità fra boss. Quel che mi preoccupa è sapere a chi appartiene questo joker e come ha fatto ad uccidere Leigh senza che ce ne rendessimo conto.
Matt azzardò un'ipotesi – Forse nella stessa maniera in cui hanno ucciso Eva Dice. A lei è stata gettata una lampada rotta nella vasca, impossibile che non ci siano segni di lotta né di qualcuno nella stanza al momento. O la lampada è volata da sola o qualcuno l'ha fatta volare.
- Volare nella stessa identica maniera in cui quella carta ha segato in due il cervello del boss – continuò Cat dopo un lungo sospiro – Io dico che centra la telecinesi.
- E di conseguenza la Willborough? - Aura si portò una mano al mento pensierosa – Possibile. Di certo chi l'ha ucciso aveva un buon motivo perché tenesse la bocca chiusa, lo stesso motivo per cui ha ucciso la donna ed incastrato il vecchio preside. Chissa se su questa carta vi sono delle impronte. Lo ritengo improbabile, ma tentar non nuoce. E vorrei tanto sapere chi è questo Profeta del Lifestream.
- Quindi - fece Elza - Stimkins è innocente. Non è stato lui ad ucciderla. In merito a questo che facciamo?
- Se è innocente, è giusto che venga liberato, anche se fossi in lui resterei in cella. Hanno ucciso Eva e Leight per aver saputo solo una piccola parte di quello che accade. Se dovesse tornare in libertà, dubito resisterebbe due minuti. In cella almeno qualunque cosa egli dica non verrà presa per vera.
- Quindi...?
Aura sospirò - Per quanto sia brutto, meglio che resti dentro. Inoltre se non l'hanno ucciso subito ci sarà un motivo, potremmo ricavare ancora qualche informazione da lui ed in un luogo protetto dalla fuga di notizie, lui sarà al sicuro anche se ci racconta quel che sa. Torniamo al Garden ed informiamo Pip di quello che è successo, deciderà poi lui come agire. Ma… forse è meglio se prima ci cambiamo d'abito, tu Matt non vorrai certo che Leon ti veda in queste vesti?! Ti prenderebbe in giro a vita.
Matt grugnì di nuovo. Per un istante alle ragazze parve vedere le sagome di due spiriti che ridevano a crepapelle.
MISSIONE CONCLUSA
Avatar utente
Pup :>
Guerriero
Messaggi: 653
Iscritto il: 06 nov 2011, 11:41
Sesso: M
Località: Garden Club (ed a volte Napoli)

Re: Lo Sgombro Club

Messaggio da Pup :> »

La prima regola dello Sgombro Club è che non si parla dello Sgombro Club.

Missione:
Serata allo Sgombro Club.

Partecipanti:
- Egil Snow (caposquadra)
- Edith Lance
- Anwar Raikou
- Xander Rainer

Regole:
Un post a testa più quello conclusivo del caposquadra. Se il posting procede rapido e gli spunti abbondano, si può pensare ad un secondo giro.

Obiettivo:

Recuperare informazioni su Lynn Bracken e Brett Midak, la prima vittima del macellaio, il secondo ucciso durante una rapina, entrambi frequentatori assidui dello Sgombro Club.


"Ora che ci siamo tutti possiamo partire." Guardai a squadra di cui ero caposquadra... Deglutii sonoramente: dopo tanto tempo tornare ad avere incarichi di responsabilità come essere caposquadra mi metteva una certa ansia, soprattutto essendo ben lontano dall'avere il controllo dei miei poteri...
Saliti sul Jumper, iniziai con i dettagli della missione: quale sarebbe stato il nostro obiettivo, un riassunto dei fatti noti, quale sarebbero stati i tempi per la missione. Edith stava giocherellando con una ciocca mentre ascoltava con attenzione, mentre Xander annuiva di tanto in tanto. Il ragazzo nuovo, Anwar, prendeva appunti su un quadernetto con aria concentrata. Era la prima volta che lo vedevo dal vivo, ma avevo imparato a memoria la sua scheda: un giovane con qualche esperienza militare alle spalle, combattente con la spada ma principalmente un supporter per il gruppo. Combinazione che si sposava perfettamente con il resto della squadra.
Il grosso Jumper stava volando poco distante da Timber, il pilota fece un cenno portandoci a terra, dove un furgoncino aspettava proprio il nostro arrivo.
"Bene ragazzi, ecco la nostra copertura. Stando alle nostre valutazioni psicologiche fatte dallo psicologo del Garden" Xander per un momento non seppe se fare un inchino o nascondersi "su quale ruolo avremmo potuto interpretare meglio, per oggi saremo un gruppo di allevatori di mostri, partiti da Timber verso il ranch Behelove per raccogliere sperma di Behemoth da portare al nostro allevamento."
Le facce di tutti i presenti avvamparono per un secondo, ricordando poi di essere professionisti.
"Questo è il furgone che ci porterà allo Sgombro Club. La cinghia già consumata dovrebbe rompersi poco distante da lì, faremo il resto del tragitto a piedi. Lì chiederemo assistenza ad un meccanico, che potrà arrivare solo il giorno dopo -è tutto organizzato, ovviamente-, motivo per cui saremo costretti ad alloggiare nel motel ad ore del Club. Il meccanico arriverà in mattinata, dandoci questa sera e tutta la notte per investigare. Mantenete un basso profilo, per ora dobbiamo soltanto trovare qualche indizio che ci confermi o meno che questa pista è valida." (ndEgil: eppure qualcosa mi dice che finiremo in mezzo ai guai! xD)
Salimmo tutti sul furgone, dove abiti da lavoro aspettavano solo noi per essere indossati. Anwar abbozzò un commento poco felice sull'inizio della missione, probabilmente non si aspettava nulla del genere, mentre Xander ed Edith entrarono comodamente nei loro nuovi panni.

Sotto gli ultimi raggi di un Sole arancione che tramontava sulle colline di Timber, il motore del furgone fece il suo ultimo sforzo prima che la cinghia si rompesse. Uscimmo dal furgone tirando qualche bestemmia a Hyne, mentre le luci di un Motel in lontananza sembravano l'unica speranza di soccorso per dei poveri allevatori di Behemoth.
Avatar utente
Edith Lance
User Junior
Messaggi: 77
Iscritto il: 16 mar 2015, 22:29
Sesso: F

Re: Missioni

Messaggio da Edith Lance »

Il sentiero che portava allo Sgombro Club era una stretta e lunga viuzza che si allargava, infine, in una piccola piazzetta. Pulsava di vita. Ogni angolo della strada era abitato da un’umanità variopinta: seduti sui gradini di una piccola casupola vi era un gruppo di giovani intenti a fumare e bere birra mentre dall’altra parte una coppia si baciava con passione; poco distante una partita a pallone scaldava un manipolo di ragazzini.
Il locale che cercavano era nell’angolo più lontano.
«Vietato l’ingresso ai mostri e ai Seed» lesse ad alta voce Anwar «Non è molto incoraggiante»
Xander gli mise una mano sulla spalla «Non tutti appoggiano la politica dell’Ordine»
«Per fortuna oggi siamo allevatori di mostri, allora» commentò ancora prima di aprire la porta del Club e ritrovarsi inghiottito nel calore del locale.

«Ho solo doppie» sbadigliò l'assonnato receptionist, quando il gruppo di allevatori si trascinò davanti a lui per chiedere una stanza. Li squadrò per pochi secondi, mostrando loro lo stesso interesse che avrebbe avuto per un focaral. «Fanno 780 guil a notte per camera. E niente colazione.»
Egil storse la bocca, ma pagò il tariffario – tanto erano soldi di Pip – senza protestare.
«Lei e sua moglie potete prendere la camera 327» sogghignò nel passare le chiavi alla donna che gli restituì uno sguardo perplesso. «La 270 per voi altri.»
Quando tutti ebbero recuperato i pochi averi portati con loro dal furgoncino, Xander si girò verso il ragazzo dietro al bancone che già aveva ripreso a leggere la mia vicina con una certa soddisfazione. «E’ possibile mangiare giù nel locale?»
Non sollevò neanche gli occhi dalla rivista, la zazzera rossa si mosse appena mentre piegava la testa da un lato per osservare meglio le grazie dell’ignara modella. «Sì, ma la cena non inclusa nel prezzo della stanza.»
Ringraziarono e salirono le scale fino alle camere.
«Perché il letto vibra?» Edith sgranò gli occhi nel veder sussultare i petali, appassiti, di rosa che erano adagiati sul materasso. Sul tavolino, al lato opposto della stanza, la direzione si era premunita di regalare alla coppia un cesto di benvenuto. Il mago sollevò con due dita un sex toys, le istruzioni annesse recitavano: un lungo e stimolante piacere, s’illumina al buio.
Edith spense la luce e le dita di Egil vennero rischiarate da un leggero bagliore. «Funziona davvero» fu l’attonito commento del ragazzo che lo sollevò all’altezza degli occhi «ottimo per appuntamenti al buio»
«Rischiara la serata, non c’è che dire»
«I giochi di luce hanno, oggi, assunto un nuovo significato»
Il raggio si spense non appena venne premuto l’interruttore «Chissà se nel cesto c’è anche un giocattolo ecosessuale»
«No, ma in compenso c’è dell’asfodelo.»
In quell’istante la coppia venne raggiunta da Xander e Anwar, il primo piegò la testa da un lato guardando il gioiello fra le mani del caposquadra. «Problemi di compensazione, Snow? Se vuoi possiamo parlarne in studio da me, quando torneremo» ghignò mentre scendevano le scale per dirigersi finalmente a cena.

Il silenzio che scese nel locale e le venti paia di occhi puntati sul gruppo di forestieri, non furono solo un’impressione dei ragazzi. Lo Sgombro Club si bloccò quando fecero il loro ingresso nel piano più basso della pensione, quello che era il loro vero e proprio obiettivo, e prestò ben più attenzione a loro di quanto non avesse fatto il ragazzo dell’hotel.
«Salve» azzardò Egil sollevando una mano in segno di saluto «abbiamo avuto un guasto al furgone e alloggiamo qui per stanotte. Vorremmo mangiare qualcosa.»
Ci fu ancora silenzio, ma quando il proprietario del locale grugnì un venite, tutti tornarono alla loro attività e i Seed vennero investiti da un rassicurante brusio.
«Oggi avemo la zuppa de sottaceti d’erba ghisal» mugugnò l’uomo, basso, grosso e con i peli delle ascelle in vista sotto la maglia logora. «Oh, ‘mportati direttamente da Lindebblumme»
I ragazzi deglutirono. Solo a Pip poteva piacere una schifezza simile, ma dovettero sorridere e accettare di buon grado.
«Che sète venuti a fa’ in ‘sto buco de culo?» domandò l’uomo, mentre trafficava con le scodelle sotto il bancone.
«Affari. Io e i miei fratelli» disse Egil indicando Xander e Anwar «siamo allevatori di mostri da tre generazioni e siamo alla ricerca di qualche Behemoth dell’allevamento Behelove»
«E la pischella?» grugnì nell’aprire il barattolo di sottaceti
«Mia moglie»
Una risata spenta da un eccesso di tosse, sgorgò dal petto dell’omaccione «’n pe’ molto»
Egil si voltò verso Edith, intenta a conversare con un uomo sulla trentina che mal si addiceva a quel locale: l’aspetto curato e i modi galanti, il sorriso dolce e l’espressione bonaria, tutto di quel ragazzo stonava con lo stantio Sgombro Club.
«È una ragazza molto socievole» sospirò il Seed tornando a guardare davanti a sé.
«Non statte in ansia, Konzen ‘n ce prova mica colla merce tua. È ‘n pischello serio.»
«Bisogna vedere se lei non ci prova con lui» sogghignò Xander che si prese una gomitata dal nuovo cadetto.
«Non dire certe cose» lo rimproverò «sai che Ernesto(Egil) ci soffre»
«Se l’è cercata lui in quel night, eh»
«Come dimenticarlo» Anwar abbassò la voce e si sporse verso l’uomo dietro il bancone «ci ha speso una fortuna in quel locale fra prostitute e gioco d’azzardo. Poi un giorno si è portato a casa lei
«Ragazzi! Non credo che al nostro amico interessi la mia vita privata. Perché non andate a giocare a biliardo e vi levate da qui?» Egil li spintonò via e i due si allontanarono ridacchiando.
«Li fratelli…» commentò l’uomo, servendo una seconda porzione di sottaceti in zuppa al Seed «ma dimme de più de te.»
***
«Se avete problemi con il furgone posso consigliarvi di rivolgervi a Sam? È un uomo onesto e ha un gran bisogno di lavorare.»
Edith batté le palpebre un paio di volte, interdetta dalle parole del ragazzo che le si era parato davanti.
«Mi scusi» sorrise lui «ho ascoltato quanto diceva il vostro amico e non ho potuto far a meno di intervenire»
Lance si passò una mano fra i capelli, scostando una ciocca dietro l’orecchio «Si figuri, anzi, è un consiglio ben accetto. Sam ha detto?»
L’uomo annuì. «Se volete domattina posso presentarvelo.»
«Volentieri, signor…»
«Konzen» allungò una mano che lei afferrò senza pensarci.
«È un piacere. Io sono Marion.»
«Posso invitarla a sedersi con me? E salvarla dalla zuppa di erba ghisal?»
La donna si voltò appena verso i suoi compagni di viaggio, immersi in una discussione serrata con il proprietario dello Sgombro Club.
«Omar ha questa strana passione per i sottaceti che nessuno riesce a comprendere» disse mentre scostava una sedia per far sedere la sua ospite. «Solo i forestieri possono cadere nella trappola.»
«In verità non ho mai assaggiato niente di simile» rivelò Edith
«Ed è un bene, credetemi. Il solo odore fa fuggire perfino i chocobo.»
La replica di Edith venne inghiottita dallo sbattere della porta e l’ingresso di un uomo dalla carnagione scura: «Avete visto cos’è tornato nel nostro mondo? Quei porci del Garden di Rinoa. Avete già avvertito…»
S’interruppe quando notò nuove facce nel locale, cercò con lo sguardo Omar che gli fece segno con la testa di avvicinarsi, poi entrambi sparirono dietro una porta sul retro.
«Non vedete di buon occhio i Garden» commentò Edith, mentre spostava lo sguardo da Anwar – il quale si strinse nelle spalle – al suo interlocutore.
«Abbiamo le nostre ragioni» sospirò Konzen
La donna annuì e si rabbuiò in volto. «Posso ben comprendervi.»
Immagine
grevier
User
Messaggi: 87
Iscritto il: 22 giu 2015, 01:20
Sesso: M
Località: Terni

Re: Missioni

Messaggio da grevier »

- Ricapitoliamo, abbiamo chi ci ripara il carretto, Marion se la sta facendo con quel damerino, auch!!!
- Non se la sta facendo con quello...ok forse un po' si
- Togli il forse ERNESTO, comunque ecco le Tom Beer Ry, sono proprio famose, hey tu hai l'età per bere?
Interruppe la chiacchierata lo psicologo
- Si che ho l'età giusta, ho 19 anni
- Ooook, allora ricapitoliamo il giovane sparuto che caratteristiche aveva?
- Mmmm secondo le descrizioni aveva un aspetto un po' dark, alcolizzato e sempre con un giacchino di pelle addosso con una toppa sulla schiena
- Con magari scritto "Sgombro of Paine"?
- Possibile ma...
Xander fece cenno con la testa in direzione di un tavolo dietro il mago pieno di apparenti motociclisti vestiti di tutta pelle accomunati tutti da quella toppa
- Ottima osservazione EARL

Le leggende narrano che due persone sono morte folgorate dall'occhiataccia che Xander rivolse al caposquadra che se la rideva, ma questa è un'altra storia

- Ora non ci rimane che trovare il modo per avvicinarli senza far saltare la copertura
- Ho un'idea Ernesto passami la carta
- Ma che...
- Vediamo che sa fare il ragazzo

Egil titubante passò la carta di credito del Garden ad Anwar che prese la sua birra e si diresse un po' barcollante verso la banda

- HeEeey vOi!!! hinc! SieTE dELla banDA di BRett veRO?

I membri della banda si girarono verso l'apparente allevatore, subito due di loro si stagliarono davanti al ragazzo ma dietro di loro un uomo li fermò

Immagine

- Chi lo vole sapè?
- S...sono il sUo veCChio soSHio e VOlevo ofFRire in suA meMORia
- E con cosa voi offrì?
- COn questa

Disse Anwar mostrando la carta che mostrava chiaramente i simboli dell'Ordine dei SeeD

- L'hO prEsa da un Cadavere di uNo di Quei canI vicino tiMbEr
- E che ce facevi a Timber?
- Eh eh OgnI Uomo hA i shuoi seGReti
- Mmmmm

L'uomo fece cenno ai due energumeni che lasciarono passare il ragazzo

- E ora annamo tutti a beve alla faccia di quei cani SeeD!!!!
- Si!!!!!

Non molto lontano da loro Edith/Marion si trovava al tavolo vip insieme a Konzen

- Chi diavolo sono quegli energumeni?
- Sono quei cavalca chocobo dei Sgombro of Paine

La ragazza non riuscì a trattenere una risata al pensiero della dottoressa che al posto dello spadone usava uno sgombro

- Che ho detto di cosi divertente?
- No nulla solo mi ha fatto ridere il loro nome tutto qui, ma continuate pure
- ...dicevo sono una banda di teppisti che si diverte a perdere tempo a spaccare robba e a fare corse clandestine su chocobo, pensa che uno di loro ci è pure morto
- Addirittura?!?
- Si mi sembra che si chiamava Matt, Sett, no Brett, Brett Midak, era il figlio dell'allevatore di Behemoth appena fuori città
- Pover'uomo, aspè hai detto Behemoth?!?
Edith rabbrividì al pensiero del lavoro della loro copertura
- Si perché?
- Devo andare da mio marito
- Ma ma...

L'uomo non fece in tempo a terminare la frase che Edith era già tornata nella sala tornando dai suoi compagni

- Già finita con il bell'imbusto?
- Ti promettono un'ora ma ti danno cinque minuti
I due SeeD si girarono verso la loro compagna che se la rideva
- Comunque ho una novità sul ragazzo, suo padre è un allevatore appena fuori città, mah il novellino dov'è?
- Con i suoi nuovi amici
Tagliò Xander indicando il bancone dove i chocobari stavano brindando a spese di Pip
- Bene non ci rimane che recuperarlo allora
- O vedere cosa ottiene
- Chiuse Egil mentre osservavano il gruppo al bancone
Avatar utente
CrisAntoine
User Junior
Messaggi: 74
Iscritto il: 19 apr 2015, 12:09
Sesso: M

Re: Missioni

Messaggio da CrisAntoine »

-ERRAno anNi che Non cI veDEVamo, hic!- Sembrava che la recita stesse funzionando. I tizi, nonostante l'apparenza scontrosa, era abbastanza calorosi ma... dovevo cercare di non bere troppo! Quelli buttavano giu boccali di birra come se fosse acqua, ed io non potevo reggere quel ritmo. Mi sarei ubriacato davvero, o Yevon solo sa cosa sarebbe potuto succedere -ci ZENtivaMo qualCHe vorTa... a povvERa maddRe m'HA 'hiAMato a matTina du funNERalE... por'ANima, disHtrutta ERra... voLEvo, veniCCe, ma i mmEi fratEDdi aveANo necESsità de mmIA... nuN li poTIa abBAndonare.
-Era 'n bravo pischello, mancherà a tutti cca.
-ECcecreDDo! Uh, quanTe vOTte avEMo garREGgiato anZIeme...
"Sapevo che i libri in dialetto di Pratolin mi sarebbero serviti un giorno, ma non va bene: sto cominciando a parlare senza pensare..."
-Nui voleamo fare 'na corsa in onore suo, ma c'avemo er suo Chocobo che nun ze vole fa' tuccare de nessuno, depresso eni... ma forse, si ttu eri amico suo stretto come ddici, tu te putresti avvicina'.
"Diamine! Perché parlo troppo. Non ho mai cavalcato un chocobo in vita mia"
-Nun ZO'! Nun mME poTEa veDDe', 'so CHocobBO.
-Fanci 'na prova, pi l'ammuri di l'anima di Brett.
"Sono rovinato! SonorovinatosonorovinatoSonorovinatosonorovinatoSonorovinatosonorovinatoSonorovinatosonorovinato!"
-Evvabbe'! Ce pPRovverò.
-Grazzie, beddu! Dormite accá, no?
-Zì, zÌ! Ma ddiTEme, ccHE cumBInava Brettu urTImamenTE? Era 'nu pocU che NUn ce SEntiaMu.
-Nenti, se sentia cu' 'na pischella, una di chelle culli sordi. Ma era na brava figghiola, idda. Venianu cca tutti li simani.
"Finalmente qualcosa di interessante." Il capo del gruppo chiamò l'attenzione di una cameriera e ordinó un'altro giro di birra. Stavamo dando fondo al conto di Egil... speravo solo che il preside lo avrebbe rimborsato, altrimenti...
-E chi è, 'sTA pisCHella?
-Chi era! È morta pure idda.
"Eccola!" Lo sguardo dell'uomo si rabbuió. Nonostante stessere intervenendo un po' tutti nella chiacchierata, il capo, Zeckel, era quello che rispondeva alla maggior parte delle mie domande, con uno sguardo sempre più fraterno.
-CooME? E cCOme è poTUTo sucCEdere?
La vista stava cominciando ad annebbiarmi, mentre la voce dell'uomo al mio fianco cominciava ad arrivare ovattata "Sto bevendo troppo... che ci vuole affinché dica qualcosa di utile"
-Morta ammazzata, ma nun zapemo assai... la famigghia e l'Ordine nun vonno che si sanno li fatti loro.
Era una famiglia di un certo prestigio, mi aveva detto Egil, era normale che cercassero di mettere a tacere ogni voce su di loro, soprattutto se c'è di mezzo un delitto.
-E mME poi diRE megGHio cOMe hANno amMAZzato all'amICo meo? La pORa madDRe stAVa malE aSSai, e nun mE so' fATto di' nNente.
Nel frattempo l'oste era uscito dal retro ed era tornato al suo posto, dietro il bancone, mentre il nuovo arrivato aveva trovato posto in un tavolo di un gruppo di loschi individui (PS: ma chi non lo era lì dentro?).
-Brutta cosa.- il tipo si guardò intorno, concentrandosi in modo particolare sull'energumero -Nun ne potemo parra' cca, annamo da qualche altra parte.
Improvvisamente mi preoccupai. Stavamo per arrivare alla parte interessante del racconto, ero mezzo ubriaco e questo tipo appena conosciuto vuole parlarmi in privato della cosa, mentre in giro c'è probabilmente uno spietato assasino che si diverte a giocare alle costruzioni con resti umani.
Molto allettante come ipotesi, no? Ma non avevo molta scelta... era la mia prima missione, dovevo dimostrarmi all'altezza del Garden. Buttai un'occhiata agli altri: Edith era appena tornata al tavolo dei ragazzi e Xander mi fece segno di andare. Cercai di fargli capire di aspettare ancora cinque minuti, il tempo di fargli completare il racconto; lo psicologo capí e lo riferí agli altri.
-PotEMo anNAre a la cAMera MEa.
Il tizio annuì. Almeno saremmo stati in un posto sicuro e gli altri sarebbero stati a portata d'orecchio in caso di guai.
Ci alzammo e salutammo gli Sgombro of Paine, ubriachi fradici (finalmente!) e mezzi addormentati, poi ci avviammò verso la porta. Mi accorsi che il corpo stava cominciando a non rispondere bene ai miei comandi. "Nota mentale: evitare l'alcol"
-Ehi!
Ci voltammo verso la fonte della voce, che si rivelò essere l'energumeno di prima. Questo si alzò e si avvicinò a me, coprendomi con la sua massa. E non sembrava nemmeno avere buone intenzioni. Deglutí. Egil, Xander ed Edith si alzarono, pronti ad intervenire.
-E tu chi saresti, scricciolo?
Era il doppio di me, in tutti i sensi, e ne ebbi paura. Mi preparai mentalmente a lanciare almeno un Protect, nonostante l'alcol mi impedisse di capire se fosse sufficiente.
-N'amico de Brett era, 'sto pischello. Assalo ire, Krunk.
Il gigante, Krunk, al nome dell'assassinato sorrise e mi fissò con odio. Poi sbuffó e tornó a sedersi. Tirai un leggero sospiro di sollievo e andai dietro il chococentauro. Salimmo i due piani di scale in silenzio, e Zeckel rimase in silenzio anche il tempo di lavarmi la faccia e di prendere qualcosa per far passare la sbornia.
Poi mi sedetti accanto a lui e gli misi una mano sulla spalla, continuando la farsa.
-A me la cosa mi puzzava, ma mo' c'ho ancora cchiù sospetti.
Gli occhi dell'uomo diventarono improvvisamente lucidi.
-Mo' te spiego... l'amico nostro avea litigato co' Krunk e a banda d'amici sua pe' lla pischella che t'ho diciuto prima. Sotto, 'o bbar, la 'mportunavano e Brett l'ha difenduta. Se sono conosciuti accussí. È succeduto cchiù vorte, e alla fine Krunk e i soi lu pestaru di bruttu; minacciaru pure a Lynni. Allura, nun putendulo denunciare pecchí li sbirri de' 'ste parti sugnu gente losca puru iddi, Brett cercau una maniera pe' annarsene cu la ziteja, ma nun aveano sordi e idda non li potia chiedere allu padre, pecchí a iddu nun piacia Bretti. Allora c'ha la marvagia idea de fa' a rrapina; nui nun sapeamu nnenti, senno' lu avremmu conbinto a cangiare idea. È andatu, e poi a storia è strana. Dicinu che er negoziante era armatu e l'ha sparatu, ma io nun so conbintu. Secundu mia, Krunk cintra 'ncuna cosa.
Nonostante il mal di testa, non ci misi molto a capire: il mio amico e la montagna di muscoli che stava sotto non andavano molto d'accordo, per questo lo incolpa dell'assassinio di Brett. Ma poteva essere stato davvero lui, o era solo una diceria? E poteva essere anche lui il Macellaio? No, improbabile, ma avrei informato gli altri anche di ciò. Il centauro non avrebbe potuto più dirmi nulla, quindi cominciai a pensare ad un modo per liberarmi di lui.
Consolai l'uomo; il racconto lo aveva spossato e gli occhi gli luccicavano di lacrime. Era strano vedere un uomo simile piangere, ma tutti abbiamo delle debolezze. Appena si fu calmato decise di andarsene, facendomi promettere di incontrarlo per vedere se sarei riuscito a cavalcare il chocobo del giovane.


Nel bagno l'odore di alcol era fortissimo. Tra un conato di vomito e un'altro avevo raccontato ai ragazzi quello che mi era stato confessato e le mie supposizioni, che per lo più erano state condivise dal gruppo.
-Ma quanto bevono, 'sti tizi! Oddio, mi è rimasta l'accentazione di questo posto!
Egil ignoró i miei commenti -Sembra improbabile anche a me che sia andata così. Non mi sembra una motivazione sufficiente.
-Ma non è da escludere- aggiunse Edith -dovremmo parlare con il padre del ragazzo, ma potremmo rischiare che salti la nostra copertura.
-Anche se non lo facciamo la nostra copertura può saltare- fece notare Xander -Ci si aspetterebbe che lo incontrassimo, anche solo per chiedere informazioni sugli Behemoth della zona. Siamo allevatori di mostri in caccia di Behemoth, dopotutto.
-Vero! Allora propongo di fare una visitina domani: avremo così una scusa per prolungare un po' il soggiorno e cercare qualcos'altro. Qualcuno dovrebbe invece accompagnare il meccanico al nostro furgoncino. Mentre tu- disse il seed rivolto a me -tu incontrerai i tuoi nuovi amichetti e ti farai raccontare qualcos'altro. Forse riesci a ricavare una versione più oggettiva dei fatti.
-Alt!- mi alzai dal water e mi pulì il viso nel lavandino. Non avevo ancora smaltito completamente l'alcol e stavo agendo in modo più impulsivo del solito -da solo non ho intenzione di andarci! Non ho intenzione di sorbirmi per l'intera giornata quel dialetto strano. Rischio di impazzire!
-Ma dovrai farlo perché ora si fidano di te e solo di te.
-E poi l'idea di parlare loro è stata tua.
-Fermatemi la prossima volta.


Il giorno dopo, dopo essermi procurato un'aspirina e paio di occhiali da sole per coprire i postumi della sbornia, incontrai i chococentauri, in forma smagliante ("Ma non si erano ubriacati?").
La mattinata passò tra erba ghisal ed escrementi di chocobo; l'impavido Cocky mi lasciò graffi e lividi ovunque. Stavo pagando cara la mia piccola bugia.
Dopo pranzo (e dopo essermi fatto una doccia) chiesi ai ragazzi di portarmi dalla madre di Brett, la mia unica speranza per scoprire qualcosa di utile.
-Ce vogghio parla' da solo, si nun ve dispiace.
-E ce mancheria! Va', va'!
Bussai ed entrai. La donna aveva appena finito di pranzade e stava lavando le stoviglie. Si asciugó le mani e mi venne incontro.
-Cosa posso fare per lei?
"Finalmente qualcuno che parla normalmente!"
-Ero un amico di suo figlio...
-Non è vero.
-Sì...
-Conosco gli amici di mio figlio.
-Ma...
-Chi è lei?
-Non sto mentendo...
-E 'nbece sì...- la porta si aprì, lasciando entrare la banda di chococentauri. -c'eravamo 'nsospettiti: la mmadre de' Brett è morta da tempo, nun te poteva chiamare. Questa è la muggheri mia, Becca.
La donna raggiunse il marito e lo baciò. Poi si rivolse a me, infuriata.
-Non permettiamo che qualcuno infanghi la memoria del nostro amico.
-Posso spiegare...- indietreggiai, cercando una via di fuga.
-È quello che speriamo.
Becca si fece da parte e i cinque omaccioni si fecero avanti, a pugni stretti, pronti a colpirmi.
Misi mano all'elsa della Schwartz Loch, pronto a difendermi. -Io...
Indietreggiai ancora, notando una finestra larga a sufficienza da farmi passare.
-Nu Seed si, veru?
"Ahi, beccato"
Lanciai un Aerora verso la finestra, che si infranse. Mi lanciai attraverso essa, ritrovandomi graffiato su un giardino pieno di chocobo inferociti. Mi alzai a fatica e corsi via, in cerca dei ragazzi, inseguito dalla mandria di chococentauri.
Spoiler
Per qualsiasi dubbio/incomprensione/chiarimento/una birra contattatemi pure in privato ^-^
"In a world full of eggplants and peaches, I'm a tomato!"

Scheda PG Rina
Avatar utente
Pup :>
Guerriero
Messaggi: 653
Iscritto il: 06 nov 2011, 11:41
Sesso: M
Località: Garden Club (ed a volte Napoli)

Re: Missioni

Messaggio da Pup :> »

"Buongiorno, signor Midak!" Il signore di una certa età ci aveva fatto attendere all'ingresso del suo ranch. Avevamo guidato per poco più di mezz'ora un furgoncino noleggiato all'occorrenza (e con i soldi di Pip) sulla strada sterrata che portava alla proprietà dei Midak prima di giungere a destinazione. Il Sole era ancora basso e i suoi freddi raggi faticavano ad attraversare le folte chiome degli alberi che contornavano la viuzza. Mi scrollai di dosso il freddo con un brivido appena visibile e strinsi la mano all'uomo davanti a me.
"Sono Ernesto, lei è mia moglie Marion e lui mio fratello Earl. Alleviamo di Behemoth nella fattoria di famiglia fuori Galbadia e siamo qui per comprare degli esemplari da accoppiamento, se ne avete."
Il suono dello scorrere dell'acqua nel piccolo rivolo che costeggiava la via sterrata, il rumore del lesto muoversi di un qualche animale selvatico tra i cespugli ed il canto mattutino degli uccelli riempirono l'attesa della risposta del vecchio fattore, finché non ci rispose stancamente.

"Ci sono notizie di Anwar?" Chiesi a Xander.
Carl, così si chiamava l'allevatore padre di Brett, ci precedeva con la sua macchina per guidarci alla sua abitazione, dove ci avrebbe accolti con un infuso di erbe gysahl (non sottaceto, per l'amor del cielo) e poi portato a fare un giro turistico.
Edith aveva insistito per guidare -aveva da poco preso la patente dopo corsi intensivi al Garden con Leon- ed era tutta concentrata nella guida.
"Gli ho scritto sul codec ma non AHIA! ...Edith, stai attenta ai fossi."
"SCUSATE!"
"Dicevo, non ha ancora risposto... né visualizzato."
Guardai per un momento il codec dove la doppia spunta grigia assicurava che Anwar avesse ricevuto il messaggio, ma non lo aveva ancora letto. "Questo sistema a spunte è veramente comodo" pensai "ma forse un po' eccessivo..."
L'immagine di un Pip che mi chiedeva per messaggio il perché di 3147 gil spesi in bevande alcoliche allo Sgombro Club, le doppie spunte azzurre e nessuna risposta già mi faceva sentire un cadetto. Di nuovo.
Il pensiero venne brutalmente scacciato dalla mia testa quando l'ennesima buca presa da Edith mi fece sbattere la testa contro il tettuccio.
"SCUSATE, EH!" Xander lanciò un'occhiataccia all'inesperta guidatrice.
"Se non ci aggiorna entro il tempo limite interrompiamo la missione e lo andiamo a recuperare."

L'odore di erba tagliata e di foraggio riempiva l'aria, portando con sé un meno piacevole retrogusto di letame di Behemoth. Carl ci accomodò su un divanetto consumato dal tempo in veranda, dove il sole riusciva a portare un po' del suo calore, mentre lui andò a preparare la calda bevanda.
"Credo proprio che sarà una perdita di tempo, Ernesto." disse Xander, ben immedesimato nel personaggio.
"Ma tanto che avremmo dovuto fare? Per riparare il furgone ci voleva ancora tutta la mattinata, dovevamo rimanere a guardare il nostro catorcio scassato come i vecchi guardano i cantieri?"
"Ma che razza di paragone è? E poi le spese per il noleggio del furgoncino chi ce le ripaga?"
"Oh, suvvia, rispetto al Behelove qui magari riusciamo a trovare prezzi più ragionevoli! Sarà contento nostro padre."
"Ma vuoi mettere la qualità? Quelli sono DI RAZZA!"
"Ma mica ti servono purosangue da corsa?"
"Ah, ma quanto siete noiosi con questi discorsi... Behemoth, behemoth, behemoth. Possibile che non sappiate parlare d'altro?"
"Ah, tesoro, ma siamo qui per lavoro! Un minimo di pazienza e giuro, ti porto a fare un giro nelle più belle gioiellerie di Galbadia!"
"Prometti? <3 _ <3"
"Sta sicura che questo spilorcio di Ernesto ti porterà nelle migliori bancarelle di Dollet, Marion."
"Quindi siete qui per comprare un Behemoth?" a parlare fu un ragazzo sulla 20ina, capelli neri, sguardo intenso, lineamenti un po' tozzi. "Abbiamo da poco avuto una cucciolata, ci sono un paio di maschi veramente forzuti!" Nel dirlo ci girò di lato alzando di poco la canotta, mostrando a tutti una cicatrice sul fianco.
"Wow, veramente profonda! E la distanza tra gli artigli... 5 mesi?" disse Xander con occhio da intenditore.
"Solo 4. Ma potenti come se fossero 4 anni!" disse risistemandosi la maglia. Poi tese la mano verso di noi. "Piacere, sono Brandon Midak. Potete chiamarmi Bran."
"Piacere nostro. Ernesto, Earl e Marion."
Continuammo a chiacchierare tranquillamente passando dai behemoth alla vita da ranch alla vita serale (non che ci fosse molto oltre lo Sgombro Club e le corse di Chocobo, nei dintorni) e scoprimmo che Bran era davvero un gran chiacchierone.
"È bello avere un po' dio gente a casa." disse il ragazzo all'improvviso. "Prima mia madre, poi Brett... Questa fattoria è diventata un posto veramente triste da quando ci hanno lasciati. Ora siamo solo io e mio padre, qui. Ogni tanto passano gli amici di mio fratello, gli Sgombro of Paine, ma mio padre si rifiuta sempre di farli entrare... "
La chiacchierata proseguì ancora un poco, finché Carl non tornò con le bevande calde su un vassoio.
"Bran, che ci fai qui? Devi dar da mangiare ai Behemoth, sbrigati!" lo liquidò il padre.
Il ragazzo ci salutò e se ne andò, tornando al suo lavoro.
"Ahhh..." disse con un sospiro di stanchezza "Un bravo figlio, ma ancora troppo ingenuo. Tutto il contrario di Brett, pace all'anima sua. Un ragazzo sveglio e spigliato, ma troppo imprudente. "
"Bran ci ha accennato qualcosa, le nostre condoglianze per suo figlio."
"Una sorte ben peggiore è capitata alla sua ragazza, ma questo già lo sapete."
"La ragazza? È rimasta coinvolta anche lei nell'incidente?" abbozzo Xander. Gli occhi dell'anziano iniziarono ad inumidirsi, finché le prime lacrime non iniziarono a scendere.
"Scusatemi... Scusatemi davvero, ma se non l'avessi fatto mi avrebbero portato via anche il mio Bran! Lui... aveva già puntato Lynn da tempo ma Brett si è messo sulla sua strada. E ora minacciano anche Bran. Farò di tutto per proteggerlo... di tutto."
"Se non l'avessi fatto..." ma di che stava parlando? In quell'istante una tremenda fitta mi colpì allo stomaco e come me, anche Xander ed Edith iniziarono a star male.
"Veleno!" pensai.

"Ben fatto Carl, ora puoi lasciare a noi i tuoi ospiti."
Krunk uscì dalla casa di Carl, mentre il vecchio corse via, probabilmente da suo figlio.
"Bene bene, miei cari SeeD. Il tempo delle indagini è finito, per voi."
"Non basterà un po' di veleno a fermarci, Macellaio!" gli urlai a denti stretti, mentre Xander cercava di alleviare i sintomi con la magia energia.
"Hahahahahahahaha, macellaio... Se fossi stato lui non sareste abbastanza vivi da poter parlare, adesso. Vi siete imbattuti nel suo nuovo terreno di caccia e per questo dovete morire!"

Krunk si fiondò verso di noi, e sollevando la pesantissima buster sword che impugnava ad una mano.
Un rapido Blizzard formò un muro tra noi e l'avversario, che con un fendente lo ridusse in mille pezzi, complici il veleno e la scarsa potenza delle mie magie. Quei pochi secondi bastarono però ad Edith e Xander ad impugnare le spade per prepararsi al combattimento.
Edith con un urlo si fiondò sul suo avversario tempestandolo di rapidi fendenti, parati dal primo all'ultimo dalla sua grande spada. Xander si era portato lesto dietro il nemico, pronto a far fuoco col suo gunblade, ma con un rapido scatto Krunk frappose Edith tra lui ed il gunblade, impedendo a Xander di sparare.
Un aero indirizzato alla sua schiena gli fece perdere l'equilibrio e la presa su Edith, che si liberò permettendo a Xander di sparare. Una fitta causata dal veleno gli fece mancare il bersaglio ed il nemico si fiondò veemente contro lo psicologo, che iniziò ad arretrare tempestato di violenti colpi con una pesante arma. L'intervento di Edith evitò che Xander finisse sconfitto dopo pochi scambi, dandogli il tempo di castare qualche magia energia.
Nel frattempo, se le mie magie si stavano rivelando poco efficaci, speravo di poter contare almeno sulla S.V.d.F. ma quell'uomo dai riflessi indicibili respingeva tutti i proiettili con la sua spada.
"Vi rendete conto di quanto mi siete inferiori? Arrendetevi subito ed potrete morire con poco dolore." disse Krunk con uno spietato ghigno sul volto. "Oppure posso lasciarvi al macellaio. Quella poveretta di Lynn ha urlato finché non le è stata staccata la testa..." concluse con una macabra risata.
"Non ci arrenderemo mai!" gli urlò Edith di rimando.
"Bene, allora morir" la frase fu interrotta da un'urlo proveniente dai più remoti confini del ranch.

"FERMATI TI PREGOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
La disperata supplica di Anwar interruppe il momento clue dello scontro, irrompendo come potrebbe irrompere un chocobo da corsa impazzito con a bordo un giovincello che non sa come controllarlo.
Cocky disarcionò Anwar poco lontano da noi, per poi tuffarsi con un Chocobo kick verso il malvagio Krunk. L'uomo sollevò la spada e con un rapido fendente ferì il chocobo, che rimase a terra sanguinante.
"Cocky, no! Abbrutto grullo, come ti si permesso di ferì l'chocobo de l'amico nostro!" intervenì Zeckel che con Becca ed il resto degli sgombro of Paine si erano buttati all'inseguimento di Anwar.
"Solo questo mongoloide qui, ci mancava. Tu e voi altri sgombri... Con voi me la vedrò appena sopo aver sistemato questi SeeD!"
Anwar si risollevò da terra ancora un po' intontito quando Zeckel lo additò.
"Allora fosse vero ca voi site SeeD! Bastardi, ve site presi Bretto, che volete dalla famigghia sua?"
"Zeckel ascolta!" Intervenne Edith "È vero che siamo SeeD ma siamo qui per arrestare l'assassino di Brett e Lynn. E Krunk sa chi sia e lavora per lui. Era qui per minacciare il fratello di Brett, Bran!"
Zeckel rimase basito per un istante quando Becca intervenne "Krunk, traditore, da quando hai lasciato gli sgombro sei diventato un cane!"
"Cosa ne volete sapere voi... tutto il vostro mondo sono questi puzzolenti animali da corsa. Il vero potere è oltre. Ed io ho trovato la persona che può indicarmi la via. E per questo, per proseguire per la strada della forza, voi ora dovete morire tutti. Dimostrerò a Konzen cosa posso fare e allora nessuno sarà alla mia altezza! Né i SeeD né quegli altri!"
Prese un telecomando dalla tasca e con un click aprì le gabbie del più feroce Behemoth del ranch.
"Vi presento il mio amichetto." ci disse ridendo malvagiamente.
"Anwar, tu supportaci con le magie curative. Ci serve Esuna, appena possibile. Xanderr, tu proteggi gli Sgombro of Paine dal Behemoth. Edith, noi due occupiamoci di Krunk!" dissi appena prima che entrambi i nemici partissero alla carica.


Edit: piccola modifica al post. Qualcuno aveva letto la parola "Imperius"? Beh, vi siete sbagliati! Non è mai stata detta né scritta da nessuno, quindi shhhhhh!
Ultima modifica di Pup :> il 06 mag 2016, 11:59, modificato 2 volte in totale.
grevier
User
Messaggi: 87
Iscritto il: 22 giu 2015, 01:20
Sesso: M
Località: Terni

Re: Missioni

Messaggio da grevier »



- Anwar, tu supportaci con le magie curative. Ci serve Esna, appena possibile. Xander, tu proteggi gli Sgombro of Paine dal Behemoth. Edith, noi due occupiamoci di Krunk!"

- Un Behemoth eh? Sarà un ottimo allenamento per Lindblum

Disse tra se e se Xander osservando l'imponente creatura dinanzi a lui, non tardarono ad arrivare gli Esna, Protect e i Rigene da parte di Anwar, bene ora era pronto allo scontro.
Richiamò subito il suo potere e insieme agli occhi luminosi apparve un'armatura leggera attorno al suo corpo, gli allenamenti con Aura stavano dando il loro frutto, ma il bestione venne attirato dallo scintillio dell'armatura caricando immediatamente il Cadetto che riuscì appena in tempo a scartare di lato

- Bene ora ho la tua attenzione, non mi conviene sottovalutarti vero?

Disse guardando negli occhi la bestia che ricambiava con sguardo furente, Xander esplose immediatamente dei colpi in direzione del volto dell'animale, che non gradì particolarmente la cosa rispondendo con un Flare in direzione del ragazzo ma un barriera smeraldina rispedì il colpo al mittente, il Reflex appena castato da Anwar aveva fatto il suo lavoro

- Ti devo una bevuta
- Ci conto

Il ragazzo gli fece l'occhiolino lanciando un Idrora subito seguito da un Blizzara riuscendo a congelare il Behemoth

- E' il momento

Xander prese la mira sparando una coppia di colpi in direzione degli occhi della bestia riuscendo ad accecarlo

- In mancanza di Blind ci si deve arrangiare

Il ghiaccio intorno alla bestia si frantumò rivelando la bestia sempre più irata, cercò invano di artigliare in suo avversario, ma Xander si tenne a distanza mandando a vuoto i suoi colpi, esplose altri colpi ai danni del Behemoth, ma non sarebbe andato da nessuna parte cosi, doveva passare al corpo a corpo per infierirgli veri danni, d'un tratto un arpione da sfondamento viaggiò in direzione della bestia conficcandoglisi in una coscia bloccandolo sul posto

- Pensavate che non ce sapemo difenne?

Urlò Zeckel fiero del suo lancio

- E ora vedemo se sete tutto fumo e gniente arrosto come dicono, fate fori quel bestione
- Ai suoi ordini

la situazione si stava facendo più semplice ma non era ancora finita, anche se bloccato sul posto ed accecato il Behemoth non dava segni di resa anzi più subiva più la sua rabbia si incrementava, doveva portare a termine quella battaglia alla svelta prima che la stanchezza prendesse il sopravvento.
Xander partì all'assalto puntando alla gola del mostro trovandosi contro la strenua difesa del mostro che cercava di artigliarlo non appena si avvicinava troppo, sarà stato pure cieco ma ci sentiva bene e una sola di quelle artigliate gli avrebbe causato un bel po' di danni, doveva trovare un modo per non farsi sentire o per arrivare abbastanza vicino da attaccare per primo e lo doveva trovare in fretta
Rispondi

Torna a “Garden Club”