Missioni

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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grevier
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Re: Missioni

Messaggio da grevier »

Come detto in precedenza da Elza l'aria che si respirava in città era tranquilla almeno in apparenza, erano riusciti ad entrare senza problemi, non era strano per quella città avere a che fare con gente delle campagne intorno, optarono per un giro perlustrativo della città

- Avete notato anche voi? - chiese Elza al gruppo
- Cosa? I prezzi dei bar alle stelle o il fatto che in giro non c'è praticamente nessuna guardia tranne che per andare verso l'antenna? - rispose tranquillamente la rossa mangiando un gelato
- Io più la prima - borbottò Leon mentre rimetteva al suo posto il portafogli schivando un ragazzino in corsa
- Esattamente e quelle poche guardie che girano non sono di guardia ma solo di facciata è già il terzo borseggiamento che vedo e non hanno fatto una mossa, a proposito Leon questo è tuo - disse allungando al Commander il portafogli
- Ma quando?
- Il ragazzino poco fa, ringrazia chi sono
- Hey mancano dei soldi
- Non lo sai che si da sempre un compenso ha chi ti riporta il portafogli? - replicò facendogli la linguaccia
- Direi di trovarci un posto dove passare la notte nel frattempo che aspettiamo che il pub apra per l'altra cosa meglio muoversi nel buio - suggerì Winifred
- O con Vanish - replicò Elza
- Non possiamo, vedi quei dispositivi ai polsi dei soldati? Sono rilevatori di magia, è attrezzatura costosa per questo anno che permette di localizzare qualsiasi cosa o persona afflitta da uno status magico o usante magia nel raggio di dieci metri, quindi dovremmo agire come si faceva ai vecchi tempi
- Mmm la faccenda si fa interessante
- Quand'è che vi scambiate i braccialetti dell'amicizia voi due? - commentò Leon ridendo
- Quando te smetterai di mettere il portafogli nella tasca dietro - replicò Elza con nuovamente il portafogli di Leon in mano
- Non è divertente
- Invece si


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Leonheart88
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

Sfuggire al coprifuoco non fu difficile.
Sebbene non fosse possibile usare la magia per nascondersi o per spostarsi (la creazione di un varco sarebbe stata immediatamente rilevata), il nascondersi negli angoli bui e non sorvegliati non fu un grande sforzo.
Subito era parso evidente come i soldati fossero più che altro un ruolo di facciata, esercitanti più una funzione di controllo e oppressione sulla popolazione che di tutela vera e propria.
La ricerca dei restanti membri della Seed, o comunque della resistenza, era uno dei pochi compiti a cui universalmente i soldati dovevano aderire.
Ma in un posto come Dollet, la sorveglianza notturna non era per fortuna, almeno lungo le vie del centro, affidata a professionisti.

Tre figure ebbero quindi vita facile a percorrere la distanza che li separava dalla casa- rifugio in periferia al bar in centro.

«Lasciamo la roba ingombrante qui, ci torneremo prima della visita alla torre» Disse Leon indossando un mantello nero con cappuccio «Ricordatevi, solo una visita di controllo. Niente imprudenze. Fin quando possibile evitiamo di dire che siamo del Garden di Rinoa»
«Il proprietario del pub è una persona fidata. Sono sicura di quanto mi hanno detto»
«Il problema è se lo è anche in questa linea temporale» Elza tracciò due linee per terrra «Quello che vale qui..» indicò la prima «non è detto che valga qui» indicando la seconda. «ci può essere stato un qualche avvenimento a noi sconosciuto che ha deviato il percorso anche di questa storia. Ma speriamo di no»

--------------

«E ora come entriamo?»
Una pernocchia silenziosa li colse all'improvviso, Elza aveva già scassinato la serratura.

Due uomini stavano discutendo al bancone, illuminati solo da una fiocca luce sopra la loro testa. Il primo, probabilmente il barista, stava versando qualcosa da bere al secondo uomo, seduto su uno dei vari sgabelli.

«Dollet sta cedendo. Siamo rimasti in pochi Samael. Nessuno vuole più rischiare.»
«Lo so, ma non possiamo cedere. Per ora non si sono ancora accorti della rete.»
«Ma quali vantaggi stiamo ottenenendo? Non stiamo facendo nulla che possa cambiare le cose. Ogni giorno la popolazione si abitua sempre di più al giogo nemico, la voglia o anche solo il pensiero di reagire sta scomparendo»

Leon non fece in tempo a fermarla.
«Ci sono io»
Winifred fece un passo avanti, spaventando i due uomini che immediatamente misero mano alle armi.
«Secondo te ci attacheranno? » chiede Leon sottovoce.
«Tu cosa faresti se tre sconosciuti interrompessero una tua riunione segreta in cui discuti di progetti segretissimi dicendo cose assurde?» Rispose Elza scuotendo la testa.
«Attaccherei la loro testa su una picca»
«Ecco»

«Fermi» Una voce perentoria proveniente da una zona d''ombra della bar sorprese tutti i presenti. «Lo posso sentire. Posso sentire il potere scorrere in lei. Non è oscuro. Tutt'altro. E' come me. Come io ero»
Si fece avanti. Leon per un secondo sbiancò a vederla.
La madre di tutti i Seed. La fondatrice di tutto quanto era stato da loro costruito.
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Leon Feather
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Re: Missioni

Messaggio da Leon Feather »

- Avvicinati, piccola, fatti vedere.
Winifred esitò, biascicando qualche parola sconnessa. Una spinta decisa di Elza bastò a spedirla tra le braccia della Matrona dei Seed. Edea le carezzò con delicatezza la guancia fissandola dritta negli occhi, ignorando l'evidente disagio che questo stava causando nella giovane aviopirata.
- Sì, lo sento distintamente. Il potere della discendenza di Hyne.
Winifred fece uno scatto indietro, lanciando un'occhiata adirata ad Elza che ridacchiava divertita.
- Sì, sono una strega, e quindi?!
Samael e il suo compagno tenevano ancora le armi puntate sul gruppo.
- Chi siete?
- Siamo del Garden di Rinoa - rispose Leon senza tanti fronzoli. Appariva ormai abbastanza chiaro che potesse fidarsi di quelle persone.
- Il Garden di Rinoa? - esclamò sorpreso Samael.
Lo sguardo di Edea si spostò da Elza a Winifred, poi su di Leon.
- Leon Rayearth, Commander d'istanza al Garden di Rinoa. Nonché Ex vice-preside, se ben ricordo.
- Sai chi sono, questo faciliterà le cose.
Samael abbassò l'arma.
- Parliamo in privato, per favore.

Connor, così si chiamava il proprietario del pub, servì i due toast a Elza e Winifred sedute di fronte al bancone.
- Non sarebbe meglio una bella birra fresca?
- Siamo in servizio, Winnie.
Winifred addentò il toast, delusa.
- Stavo scherzando. Essere responsabile non ti si addice affatto, Elza.
- E tu che ne sai?
- Ne so più di quanto pensi, questo è sicuro.
Elza scrollò le spalle e non indagò oltre. Probabilmente si riferiva a qualcosa in merito all'altra linea temporale ma al momento aveva altro a cui pensare.
- Perché tutte quelle guardie alla torre radio, comunque? E così ben equipaggiate, per giunta.
- Konzen deve aver saputo che qui a Dollet hanno trovato rifugio alcuni ex membri della Seed, probabilmente teme che tramino qualcosa che ha a che fare con la torre radio.
Una gran bella scocciatura, pensò la ladra. Cominciava a domandarsi se valesse la pena procedere con il piano, con il rischio fin troppo reale di essere scoperti.
Finalmente Leon fece ritorno dalla sua chiaccherata. Sedette al bancone accanto alle due compagne, mentre Connor si allontanava per pulire alcuni bicchieri.
- Allora?
- Abbiamo discusso un po' a proposito della situazione attuale della resistenza. Se così si può davvero chiamare, al momento. Edea mi ha fatto anche domande riguardo te, Winifred, ma a sta a te decidere se e quanto vuoi dirle. Ad ogni modo, abbiamo un messaggio da recapitare a Pip da parte di Edea.
Elza sbuffò, almeno una parte del lavoro era fatto. Adesso, non restava che pensare a quel maledetto dispositivo.
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grevier
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Re: Missioni

Messaggio da grevier »

- Come ben sapete tutte le guardie sono provviste dei nuovi Mag-tor...
- Mag-tor? - domando Elza
- Magic Detector, si i Galbadiani non sono famosi per la loro inventiva nei nomi - rispose Connor consapevole
- In futuro si chiameranno Magi-Scan - aggiunse sottovoce Winifred alla compagna
- Comunque stavo dicendo, tutte le guardie dal ponte alla torre sono provviste del Mag-tor per cui non potremo usare la magia entro i sette metri da uno di loro per nostra fortuna la strada dopo il ponte è costeggiata da una vegetazione abbastanza folta da poterci coprire di notte, una volta arrivati alla torre basta usare questo decriptatore per sbloccare la porta, di solito impiega dai trenta ai sessanta secondi in base alla serratura - concluse Samael poggiando il decriptatore sul tavolo
- Bene ci rimane da capire come superare il ponte e il resto delle guardie senza farsi notare - appuntò Leon ragionando sulle informazioni appena apprese
- Le guardie eseguono turni di posizione a rotazione cambiandosi con quello nella posizione avanti finché il primo non fa la ronda di ritorno fino alla torre quindi basta calcolare bene i tempi di spostamento e un percorso ideale, per quanto riguarda il ponte si possono usare i camminatoi di manutenzione ai fianchi del ponte, sono molto stretti e molto pericolosi senza aggancio alla sbarra di sicurezza, quindi qui le strade sono due o si prova a passare silenziosamente senza agganci ma rischiando la caduta oppure se volete gli agganci dovrete per forza avere un qualcosa che distragga le guardie sul ponte altrimenti lo stridio dei ganci vi farebbe scoprire
- Potremmo usare il campanile - disse Elza osservando fuori dalla finestra
- usando i rintocchi delle campane per coprire il rumore dei ganci - commentò Winnie cogliendo l'idea della SeeD - Non dovendo pensare al rischio di cadere dovremmo riuscire a passare al di la del ponte con i dodici rintocchi della mezzanotte
- Può funzionare - concluse Leon ripassando l'intero piano
- Certo che è proprio vero che voi del Rinoa siete fuori di testa, solo voi potevate prendere un piano in cui eravamo bloccati da più di un mese e sbrogliarlo in un attimo con un'azione fuori di testa il tutto rendendolo sensato - commentò Connor incredulo
- E' per questo che ci pagano - Rispose Leon - bene appuntamento alle 23:30 nel vicolo di fianco al ponte per accedere al camminatoio, abbiamo un piano.
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

Elza guradò Leon
Leon guardo Elza
Winifred guardò Leon
Leon guardò Winifred.
Elza e Winifred guardarono Leon
Leon diventò strabico.

«Se tu non ci fossi potremmo passare anche senza ganci» disse Elza valutando la situazione.
«Il caposquadra che ci rallenta, fantastico. Potremmo lanciarlo sul ponte e usarlo come esca»

Con calma Leon finì di agganciare uno dei ganci al vestito, poi lo avrebbe fissato al ponte «Tutto vero,ma purtroppo dovrete sopportare me e il mio dolce peso»
«Ciccione»
«E me ne vanto»

Dieci minuti alla mezzanotte.
«Elza tu starai davanti, in caso di problemi sganciati e prosegui»
«Hai solo paura che ti rubi nuovamente il portafoglio»
«Anche, io starò al centro, Winifred chiuderà la fila»
La strega controllò l'ora «Mancano solo pochi minuti, prepariamoci»

Edea e la resistenza non c'erano. Leon aveva preferito che non risultassero in alcun modo coinvolti, per non rischiare di far arrestare i pochi membri della resistenza ancora attivi.
Avrebbero comunicato ai compagni fidati che il Garden di Rinoa era tornato e pronto a combattere assieme a loro, ma in ogni caso era troppo presto per diffondere la notizia ai quattro venti, prima avrebbero dovuto comprendere meglio la situazione di quel mondo, e se il Macellaio lo avesse saputo ci sarebbero potuti essere problemi.

Primo rintocco della campana.
I tre Seed salirono sui camminatoi, avanzando celermente.
I rintocchi della campana coprivano abbastanza lo stridio dei ganci, ma ogni volta che si trovavano un soldato quasi sopra la testa non potevano fare a meno di chiedersi come facessero a non scoprirli.

Undici rintocchi.
La riva era vicina, all'improvviso Elza alzò un braccio, intravisto da Leon.
«Due soldati appena sopra l'inizio del ponte»
«Procediamo con cautela»
«Non faremo in tempo ad arrivare entro la fine dei rintocchi»
«Togliamo i ganci»
Con un semplice comando i ganci si staccarono, rimanendo ancorati al filo metallico che sovrastava il ponte.
Elza fu la prima a mettere piede sulla riva, con silenzioso saltello atterrò sulla sponda, completamente ignorata dai soldati.
Leon doveva essere il secondo, se non fosse che per saltare il piede mancò l'appoggio del ponte.
Cadde.
Una mano lo afferrò al volo.
«Dio Yevon Leon sei pesante. Da domani dieta, quindi i tuoi soldi dalli pure a me» Appunto mentale. Mai far incazzare Elza, se ti dà una sberla ti stende.
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Leon Feather
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Re: Missioni

Messaggio da Leon Feather »

- Mi domandò perché Dollet tolleri la presenza di soldati armati alla torre di comunicazione.
Samael pensò che la domanda del Commander fosse più che lecita. Si trattava di soldati mercenari, alcuni dei quali probabilmente affiliati ad Imperius.
- La motivazione ufficiale è la presenza dei mostri nelle montagne che circondano la torre. Ci sono stati degli attacchi nelle scorse settimane, così la popolazione non trova strana la presenza dei soldati.
- E i controlli? - domandò Elza. - Quando sono stata qui la prima volta, ho visto che le guardie eseguono dei controlli sul personale che entra ed esce dalla torre radio.
Samael scrollò le spalle. - Sono tempi difficili. L'opinione pubblica è ancora scossa dai fatti avvenuti a Balamb e Galbadia. La torre di comunicazione può essere considerato un luogo sensibile ad attacchi. Qualche controllo non sembra così strano se si prende tutto questo in considerazione.
Aveva senso. Ma questo rendeva difficile il loro piano di introdursi nella torre. Nonostante l'euforia mostrata durante l'ideazione del piano, più la mezzanotte si avvicinava, più il gruppo si sentiva in ansia per quell'operazione.

Nascosta tra la vegetazione, Elza si rigirò il dispositivo tra le mani. Dietro di lei Leon la ammonì con lo sguardo.
- Smettila di giocare, rischi di romperlo.
- Uffa.
- Basta attaccarlo il più vicino possibile all'antenna - le ricordò Winifred.
- Ah-ha.
Puntò il binocolo per la visione notturna verso la torre di comunicazione, osservando la guardia camminare fino alla porta, quindi fare dietro-front. Era il momento per sgaiattolare dentro.
Sbloccata la porta con il decriptatore, entrarono nella torre. Erano cambiate molte cose dallo storico assalto a Dollet da parte dell'esercito Galbadiano e il successivo annuncio al mondo intero da parte della strega Edea. Con il ritorno all'uso delle cominicazione via etere, negli anni, la torre di comunicazione aveva riottenuto la sua funzione ed era stata modernizzata, togliendogli quell'aria da ferraglia pericolante che aveva una volta, soprattutto al suo interno.
- Usiamo le scale, il rumore dell'ascensore potrebbe attirare l'attenzione.
- Hai un'età, Rayearth, sicuro di farcela?
- Sta zitta...
Sulla cima della torre il vento soffiava inflessibile. Il gruppo alzò lo sguardo verso la gigantesca antenna che svettava sotto la flebile luce della luna.
- Qui si crepa di freddo - si lamentò Elza stringendosi tra le braccia e coprendosi ancora di più la testa con il cappuccio della giacca. Si guardò intorno alla ricerca di un buon posto dove piazzare il dispositivo.
- Qui dovrebbe andare - disse Leon indicando la base dell'antenna principale.
Svitarono un pannello d'acciaio e piazzarono lì il dispositivo, quindi rimisero al suo posto il pannello. Finito il lavoro, non restava che dileguarsi.
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Leonheart88
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

Il dispositivo era stato piazzato.
Da adesso avevano la possibilità di seguire e anticipare alcune mosse del Macellaio.
Almeno quelle trasmesse via radio ovviamente.
«Le guardie saranno qui a momenti» Disse Elza, che aveva memorizzato tutti i passaggi dei soldati.
Si affrettarono a scendere gli scalini della torre, fino ad arrivare nella sala d'ingresso, si nascosero prontamente dietro una colonna per non farsi scoprire dal passaggio della guardia.
Che stranamente non sembrava chiamarsi Wedge.
«Chissà se si deve sposare a fine mese»
«Che hai detto?» Chiese Winifred che, dati alla mano, non era ancora nata al momento dell'assalto alla torre da parte degli aspiranti Seed di Balamb.
«Niente niente.... stralci di conversazione che mi hanno raccontato»

Uscirono dalla torre che era ancora notte, la brezza marina si sentiva prepotente anche se il mare era abbastanza lontano, istintivamente Leon guardò in alto.
«Perchè non cade?»
«Ancora ricordi?»
«Già» Deluso rinfoderò la Claymore, che istintivamente aveva estratto.
Maledetti ragni.
Non compaiono mai al momento giusto.

Guidati nuovamente da Elza, attraversarono nuovamente il ponte, stavolta senza particolari problemi.
Prima di ripartire passarono a prendere l'attrezzatura rimanente nella casetta in periferia, non c'era però bisogno di rincontrare Edea e Samael, li avrebbero solamente messi in pericolo.

«La resistenza continuerà a cercare di fronteggiare il Macellaio, sanno di non essere più soli ma comunque è meglio non divulgare troppo la nostra presenza»
«Quindi immagino che non saliranno con noi sul Garden» fece Winifred.
«Almeno per ora no»
«Peccato»
Poteva capire il suo dispiacere, il trovare lapersona che era stata una delle più potenti streghe al mondo era interessante.
Ma soprattutto era forse colui che era in grado di comprendere pienamente cosa significa avere quei poteri. Essere diversa e terribile allo stesso tempo.
Essere la strega.

«Ma Edea che ti ha detto?»
«Uhm... è meglio che prima ne parli con Pip.»

MISSIONE CONCLUSA
Leonheart88
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

Alla ricerca di Nemo della refurtiva
Partecipanti:
Leon
Egil
Lenne
Sky
Xander

Regole d'ingaggio:
Nessun limite di post a testa
Ordine di post casuale, nessuna scaletta predefinita
Fine a raggiungimento dello scopo missione (o oggettiva impossibilità a raggiungerlo)
Eventuale post finale del caposquadra ma non obbligatorio

La Claymore batteva ritmicamente contro il suolo, mostrando i segni di impazienza del suo proprietario.
Il caposquadra era in ritardo. E non essendolo lui stesso, Leon era leggermente irritato.
Ripassò mentalmente quanto saputo dalle autorità. Nella zona Sud di Luka, dopo lo stadio si riunivano abitualmente alcuni piccoli ricettatori. Sicuramente non erano abbastanza importanti per trattare merce del genere, ma forse potevano aver saputo di qualche carico importante in arrivo..
La squadra del Rinoa era in attesa da una buona mezz'ora quando Zlatan Kinneas fece la sua comparsa.
"Quindi, state battendo la fiacca?" Sorrise sardonicamente
"Veramente ti stavamo aspettando"
"Tsk. I bambini del Rinoa, dovete essere accompagnati per mano per fare qualcosa?"

Chissà se, con lauta mancia, i pescatori di Luka potevano portare fuori dalla città dei pezzi di Vice Comandante del Garden Di Galbadia.
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Lenne Silveross
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Re: Missioni

Messaggio da Lenne Silveross »

Alla ricerca di Nemo della refurtiva

La provocazione del vice comandante Kinneas è accolta da un generale silenzio. Leon assottiglia appena gli occhi, Egil contrae impercettibilmente le dita nel palmo mentre attorno alle punte aleggia per un istante una nebbiolina gelata. Un po' più in disparte, Lenne gli rivolge uno sguardo annoiato, distante - fiuta la sua arroganza oltre il lezzo di un profumo scadente, mentre Xander sposta il peso da un piede all'altro e Sky finge che non sia stato detto niente. Kinneas libera un suono sprezzante.

«Incapaci ma se non altro sapete qual è il vostro posto. Potrebbe essere una missione divertente

«La nostra unica pista per ora», la voce di Leon è ferma a sufficienza da non tradire l'istinto di fargli ingoiare denti, gradi e occhiali da sole, «si trova a sud della città, oltre lo stadio. Ricettatori di poco conto, pesci piccoli che però potrebbero sapere.»

«Bene. Ribaltiamo il posto e facciamoli cantare.» dichiara, con una vena da duro tanto caricaturale che sarebbe ridicola se non fosse prima irritante.

Zlatan Kinneas è cresciuto nella gloria riflessa del padre, con una strada già spianata di fronte a sé; una patina che filtra il mondo esterno nel modo peggiore - viziandoti con l'illusione ti sia tutto dovuto. Eppure anche in una realtà volubile come la SeeD essere raccomandati spesso non basta: non se il campo di battaglia è un obiettivo al quale aspiri con tutto te stesso e questo, lui, non cerca di nasconderlo. Certo è uno stronzetto borioso ma, studiandolo in silenzio, Lenne coglie qualcosa di più cui non sa ancora dare un nome; una qualità che sarebbe la vera ragione per meritare la propria posizione, se non la soffocasse nella smania - nell'insicurezza - di dover essere degno di un uomo che la storia ha voluto eroe quando era persino più giovane di lui.

«Non credo sia saggio, vice comandante.» la risposta di Sky si incunea nell'insofferenza che li circonda.

Kinneas inclina il mento verso di lei, si abbassa gli occhiali sulla punta del naso. «Ah, quella che si è presa lo schiaffo da Harnett; e perché, di grazia?»

«Non sappiamo se hanno davvero informazioni o chi ce le possa fornire: nella migliore delle ipotesi ci ostacolerebbero senza dir nulla, nelle peggiore il caos potrebbe far scappare l'unico informatore.»

«Dobbiamo confonderci con loro.» la propensione alla psicologia di Xander gli permette di intuirne le intenzioni e darle manforte. «Fingerci interessati alla merce, non a quello che potrebbero sapere.»

Sky annuisce. «L'ideale sarebbe mandare avanti me ed Egil, assieme a una terza persona che sia la nostra "guardia del corpo". Niente SeeD, solo due esperti che vogliono comprare in sicurezza.» Si ferma un momento, riflette. «Al miglior prezzo.»

Il vice comandante arriccia le labbra in una smorfia. «Mi stai dicendo che dovremmo anche pagarli

«Non tutte le soluzioni passano per il filo di una lama, Kinneas.» ribatte Leon, una vaga sfumatura ironica nella voce. «Sono certo che le tue finanze potranno reggerlo.» aggiunge scrollando le spalle.

Lui fa per ribattere piccato, quando il suo cellulare inizia a suonare dalla tasca; lo prende, osserva lo schermo e, sbuffando, s'allontana per rispondere.

«Idiota.» mormora Leon, girandosi poi a guardare gli altri per approfittare di quella tregua. «Quindi?»

«Tu dovresti rimanere con lui, Rayearth.» Lenne incontra lo sguardo interrogativo del Comandante. «Sarà pure il caposquadra ma se dovesse avere pessime idee sei il solo con l'autorità per opporti.»

«Che culo.»

«Dai.» lo stuzzica Egil, che non cela l'entusiasmo per quell'operazione in incognito. «Per una volta i tuoi gradi servono veramente a qualcosa di utile.»

Leon gli regala un cristallino dito medio. «Almeno gli ultimi due lasciamoli smistare a lui, altrimenti è capacissimo di mangiar la foglia e rovinare tutto.»
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
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schwarzlight
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Re: Missioni

Messaggio da schwarzlight »

- Non so, più ci penso e più sto cambiando idea... me lo sento nelle ossa che questa cosa andrà a finire male.
- Se pensi di fallire, accadrà che fallirai davvero, Egil.
- Non è proprio il momento per la psicologia spicciola, Xander!
"Be', uhm, ma io sono uno psicologo..." borbottò il Seed, mentre si risistemava la giacca - gli andava un po' strettina, ma era la cosa che più si avvicinava a dargli l'aria di una guardia del corpo, e non è che avessero esattamente il tempo di tornare al Garden con quel rompic caro ragazzo di Kinneas che stava col fiato sul collo a tutti, cose che neanche all'esame Seed si era sentito così.... studiato.
- Di sicuro a qualcuno sta rodendo parecchio di dover seguire le idee di noi poveri mentecatti del Rinoa, quindi onestamente mi sta anche bene se falliamo.
- Ogni riferimento è puramente casuale, eh?
- Ovviamente.
- Non che potesse opporsi. Non sarebbe stato in grado di parlare in termini tecnici risultando convincente. - intervenne Sky.
- In effetti...
- Madò, che stretta questa giacca! Non posso nemmeno nasconderci la pistola!
Sky si tolse la giacca del tailleur acquistato assieme agli abiti da civile di Xander, e la lanciò su una cassa abbandonata a lato del vicolo. Lenne aveva dichiarato che quello era il vestiario più adatto a una segretaria, o almeno così la sua esperienza di seconda mano tramite Cat le suggeriva. Ma la l'Cie non era per niente propensa ad accettare di ritrovarsi le spalle così costrette da un taglio troppo della sua taglia. Man anche nel suo caso, era l'unico completo che avessero trovato.
- E scommetto 100 guil che queste calze si strapperanno al primo movimento troppo veloce.
- 200.
- Andata.
Xander appoggiò il gunblade al muro, seguendo l'esempio di Sky e togliendosi la giacca.
Fu proprio in quel momento che arrivò il loro contatto.
Alla vista di Sky, minigonna, calze velate e anfibi (mica ce l'avevano il suo numero di scarpe), camicia bianca e fondina della pistola d'ordinanza del Garden agganciata sotto al braccio; Xander, disarmato (per un "fortuito" caso), abiti casual e anonimi; Egil, occhiaie lunghe fin per terra per la nottata passata in bianco dalla preoccupazione per il suo lavoro disperso, la miglior imitazione di un abbigliamento da studioso raccattata dal solito negozietto di cui sopra, e una valigietta in mano.
- Il professor Gyacton, suppongo. - esordì, rivolgendosi a... Xander.
"Supponi male!" fu il pensiero comune.
- E che graziosa guardia del corpo.
"Sbagliato!"
- E lei deve essere il suo assistente, uhm... Tonberral, giusto?
"Sbagliatissimo!"
Xander fu sufficientemente pronto di spirito da dar corda all'ormai avviato scambio di persone. Alla fine cosa importava, erano tutte assolutamente identità fittizie. E Sky gli aveva lanciato un'occhiata eloquentissima: li aveva colti nel momento sbagliato, in cui lei era palesemente armata. L'unica a esserlo in quell'istante.
Molto poco credibile come segretaria, decisamente.
- Sicuro. A proposito del nostro affare...
- Dritto al sodo, eh? Ma spostiamoci in un luogo più... "riparato".
Ci avevano messo un po' per trovare il rivenditore che poteva fare al caso loro. Le voci raccolte dal loro iniziale sopralluogo, se così si poteva chiamare, lo indicavano come l'unico a trattare merce di un certo tipo.
Per intendersi, il tipo "tecnologia sperimentale rubata".
Certo, non era previsto che i ruoli che si erano prefissati venissero confusi in quel modo, ma era troppo tardi per ritrattare.
Dovevano solo spingere per un certo tipo di acquisti: magari facendo leva sul voler comunque utilizzare l'uomo come tramite (e quindi promettendogli una ricompensa per questo) avrebbe fatto lui il lavoro al posto loro.
Si guardarono di sottecchi l'un l'altro: meno male che almeno Egil poteva comunque ricoprire il ruolo del segretario che ne sa a pacchi rispetto al suo capo che ci mette solo i soldi.
O almeno speravano.

***

- Cosa stanno combinando quei tre?
Leon guardò Lenne. Lenne guardò Leon.
Chi tra i due avrebbe perso per primo la pazienza contro il già privo di tale virtù, Zlatan Kinneas?
Non che avesse proprio tutti i torti, quella volta: che accidenti stavano combinando quei tre? Farsi prendere alla sprovvista in quel modo... si vedeva che non erano più abituati a semplici missioni sotto copertura. Negli ultimi tempi tutto ciò che avevano fatto era stato.... uhm. Boh.
Non quello, ecco.
Una voce li distrasse.
- Ehi, ragazzi... siete soli?
Spoiler
Perché far andare lisce le cose quando puoi complicarle?:>
grevier
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Re: Missioni

Messaggio da grevier »

- Dritto al sodo, eh? Ma spostiamoci in un luogo più... "riparato".
Ci avevano messo un po' per trovare il rivenditore che poteva fare al caso loro. Le voci raccolte dal loro iniziale sopralluogo, se così si poteva chiamare, lo indicavano come l'unico a trattare merce di un certo tipo.
Per intendersi, il tipo "tecnologia sperimentale rubata".
Certo, non era previsto che i ruoli che si erano prefissati venissero confusi in quel modo, ma era troppo tardi per ritrattare.
Dovevano solo spingere per un certo tipo di acquisti: magari facendo leva sul voler comunque utilizzare l'uomo come tramite (e quindi promettendogli una ricompensa per questo) avrebbe fatto lui il lavoro al posto loro.
Si guardarono di sottecchi l'un l'altro: meno male che almeno Egil poteva comunque ricoprire il ruolo del segretario che ne sa a pacchi rispetto al suo capo che ci mette solo i soldi.
O almeno speravano
Il contatto portò i tre SeeD sotto copertura in un capannone non troppo lontano dal punto di incontro, ad aspettarli c'erano due energumeni alla porta con il solito sguardo prestampato da gangster neanche li facessero in serie
- Dunque signori visto che qui siamo tutti gentiluomini...e gentildonne -
Marcando le ultime parole osservando Sky per poi proseguire
- Vi pregherei di lasciare le vostre armi ai miei collaboratori, sapete...non vorrei che si possa verificare qualche...inconveniente -
I tre si guardarono un secondo mentre uno dei due sgherri si avvicinò alla ragazza porgendo la mano verso di lei
- Signorina Vasquez, la prego di fare come ci stanno chiedendo cortesemente i "Gentiluomini" qui presenti neanche noi vogliamo che avvengano delle incomprensioni d'altronde siamo qui per fare affari no? -
Intervenne prontamente Xander mentre fece cenno a Sky di consegnare all'uomo la sua pistola, per poi girarsi nuovamente verso il loro contatto alzando le mani
- Come potete vedere sono disarmato e il mio assistente porta solo la valigetta per la nostra trattativa non che sappia come usare un'arma anche se fosse altrimenti non avrei di certo bisogno dei servigi della signorina Vasquez no? -
Concluse con un accenno di sorriso Xander seguito da Egil che posò la valigetta a terra alzando le sue mani a sua volta
- Adoro la gente come voi che sa rispettare le giuste regole della società, ora prego entrate pure -
Gli fece cenno l'uomo mentre i le due guardie aprirono le porte dello stabilimento facendoli entrare, Xander tirò un sospiro di sollievo tra se e se, non si erano accorti della Weapon-Sfera al suo polso, la modifica che gli aveva fatto fare per farla passare da un comune orologio oltre che comoda si era rivelata anche tattica, dentro di essa, oltre le sue due Black e Ivory aveva anche l'altra Gunblade che gli regalò Edith dopo i fatti di Galbadia, sapeva che gli sarebbe tornata utile prima o poi.
- Allora professore cosa la porta qui da noi, oltre la sua splendida valigetta? - incalzò l'uomo mentre li portava verso una porta in fondo ad un corridoio
- La mia passione per la tecnologia passata, presente e futura di ogni mondo, trovo molto interessanti i vari progressi tecnologici spesso simili tra mondi che fino a qualche decade fa non sapevano nemmeno l'esistenza l'uni degli altri e chissà se esistono altri mondi non ancora scoperti pieni di chissà quali scoperte, oh mi perdoni ma quando parlo delle mie passioni tendo a perdermi in esse -
- Non avete di che scusarvi anzi -
Fece una piccola pausa per aprire la porta di fronte a lui mostrando uno stanzone pieno di vari reperti e tecnologia di dubbia provenienza, a poca distanza da loro una donna li stava aspettando affiancata ad altri due scagnozzi
- Ben arrivati, spero che i miei uomini non vi abbiano dato noie, oh ma che maleducata io sono Ajameha -
- Professor Markos Gyacton piacere di conoscerla, nessun problema tutti dei veri gentiluomini -
Non sapeva perché ma continuava a ripetere sempre quella parola, forse la tensione o forse era il suo subconscio che ancora rideva alla battutina precedente la sua attenzione venne attirata subito da un particolare, gli occhi della ragazza, l'inconfondibile spirale segno caratteristico degli Albhed.
- Il mio collega mi ha raccontato che sareste interessati a materiale tecnologico giusto? -
- Esattamente, come dicevo al suo collega è la mia passione ma vedo che possedete anche materiali esterni a Spira - disse indicando un contenitore pieno di varie Materie, la cosa non tradì la ragazza che replicò con assoluta calma
- Siamo non solo una città portuale ma anche uno scalo dimensionale di qui passano persone di ogni tipo e da ogni dove, ho la possibilità di trattare con chiunque e di qualunque cosa, comunque prego osservate pure la mia mercanzia spero che qualcosa attiri il suo interesse -
- Molto volentieri, Signor Tonberral sarebbe cosi gentile di lasciare la valigetta alla signorina Vasquez e di darmi una mano -
Egil fece come chiesto e i due vagarono per la stanza passando da uno strumento all'altro, della squadra era l'unico che aveva visto le varie invenzioni che cercavano quasi stavano per gettare la spugna quando due degli oggetti rubati fecero capolino tra la varia mercanzia, purtroppo nessuna traccia dello stabilizzatore ma una cosa era certa, erano sulla buona strada
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Lenne Silveross
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Re: Missioni

Messaggio da Lenne Silveross »

«Ehi, ragazzi… siete soli?»

La prima a girarsi è Lenne, per trovarsi davanti a una giovane donna che li osserva con l'accenno di un sorriso sul volto sottile; capelli rossi, ondulati sulle punte, incorniciano due acuti occhi azzurri e le ricadono morbidi lungo le spalle. Abiti semplici, puliti, mani curate, sembra fuori posto in una zona malfamata come quella - non fosse per l'odore di alcol e voglia che l'accompagna. Inclina di poco la testa allo sguardo penetrante di Lenne, la sfida e la invita senza proferire parola, nei suoi gesti una sfrontatezza che può permettersi solamente chi la vita l'ha presa a morsi fin dalla nascita. Mantiene il contatto anche quando Leon e Kinneas si fanno consapevoli della sua presenza; soltanto il sorriso leggermente più ampio indica che se n'è accorta.

«Come ti chiami?» la precede Lenne e dal guizzo che anima i suoi occhi capisce di avere toccato le corde giuste. Ha il loro interesse, o crede sia così, e se fosse per Kinneas sarebbe anche nel giusto - l'intervento discreto di Leon impedisce che esca con qualche osservazione decisamente sbagliata.

«Aelita. Soltanto Aelita.» risponde lei, suadente.

«E cosa ci staresti offrendo, Aelita?» evidenzia il suo nome senza distogliere lo sguardo, tenendosi ugualmente consapevole dei dintorni; nessuno si potrebbe dire tanto folle da tendere un agguato a dei SeeD nel pieno del festival ma del resto non ci si aspettava nemmeno che rubassero indisturbati.

Leon deve pensarla allo stesso modo. A dispetto dell'attenzione che non finge minimamente verso una donna affascinante come Aelita, è in guardia - pronto a intervenire al minimo segnale. Kinneas, d'altro canto, è un tale bombardamento ormonale che Lenne gli vorrebbe ringhiare di finirla, se solo fosse possibile; essendo un problema unicamente suo e dei sensi fin troppo acuti opta per il silenzio.

«Niente si ottiene per niente.» la voce di Aelita è morbida, lusinghiera persino. «Io ho qualcosa di importante per voi, voi siete interessanti per me.»

La donna le si avvicina e incrocia le mani dietro la schiena, alzando il viso verso il suo. Lenne inclina il proprio verso destra in un gesto curioso, attento. La supera di almeno una spanna ma c'è qualcosa in quella figura così minuta, una forza latente che non riesce a spiegarsi e la insospettisce; inspira più a fondo, adesso che è vicina, percepisce sulla sua pelle un sentore dolciastro - sangue e cassia. Sente qualcosa premere agli angoli della mente, saggiarne la resistenza, frugare alla ricerca di un punto debole; lasciami entrare, sussurra e Lenne contrae leggermente la mascella. Aelita abbozza un sorriso malizioso, carezzandole l'avambraccio.

«Ti piace?» le chiede. «Quello che vedi, intendo.»

Kinneas borbotta una risposta incomprensibile, di sicuro un complimento a giudicare dalla sua aria trasognata, poi si zittisce; anche Leon le sembra confuso sul da farsi, aggrotta le sopracciglia ma subito le distende in un'espressione incerta, come se fosse in conflitto con se stesso. La morsa sulla mente di Lenne si fa più pressante, obbligandola a guardare di nuovo in direzione di Aelita, la sua soddisfazione onde viscose e calde che la fanno sentire come se fosse caduta nelle sabbie mobili. Una risatina chioccia e morbida le arriva quasi di spalle, rotola dietro le orecchie come una carezza di vento, la invita a seguirla mentre le dita sottili si chiudono attorno al polso. Lenne semplicemente obbedisce, lasciandosi guidare fino a una baracca decadente; dietro di lei, come imbambolati, Leon e Kinneas si fermano pochi passi indietro. Aelita li degna di un'ultima, sarcastica occhiata prima di chiudere la porta e fissare Lenne, ferma in attesa.

«Forse vi ho sopravvalutato.» prosegue come se non si fossero mai interrotte, dopo averla studiata in silenzio. «Forse siete ben più ingenui di quanto mi aspettassi inizialmente.» incalza, umettandosi le labbra, scivolando con la punta delle dita lungo il petto e fino all'inguine di Lenne. «SeeD che non colgono il pericolo nemmeno ad averlo di fronte.»

Aelita ha solo un attimo, un istante, per vedere la sua mano scattare, serrandosi attorno alla gola per sollevarla di peso e schiantarla contro il muro cadente della baracca. Sibila, più di sorpresa che dal dolore, e conficca d'istinto le unghie nel polso. Per un attimo, poco sopra la scollatura riluce uno strano simbolo in cui Lenne riconosce un sigillo e non uno qualunque: è un sigillo per evocazione. Piuttosto raffazzonato, pensa non appena sfrigola e Aelita contrae le labbra, quasi ne sia stata ferita. La sente ringhiare sottovoce parole in una lingua incomprensibile, che tuttavia sanno di insulto, poi le dà attenzione con fare vagamente interessato.

«Mi hai -censura-. E in genere funziona al contrario.»

Lenne aumenta la pressione, la solleva di qualche centimetro. «Lo prenderò come un complimento.»

Aelita piega la bocca in una smorfia, snuda una chiostra di denti tutti uguali e appuntiti che danno al volto ancora umano un'aria mostruosa. «Lo è.»

«Ottimo. Ora riprendiamo la nostra discussione.»

«Cosa ti fa pensare che abbia voglia di parlare?»

Lenne le preme il pollice nella carotide, la ascolta pulsare sotto le dita; veloce, piena. «Il fatto che in questa forma anche una succubus possa morire, soprattutto se evocata in maniera incompetente.»

Aelita emette un suono contrariato, irritato. Non la degna di alcuna replica, si limita a ignorarla, fissa in silenzio un punto qualunque oltre le sue spalle. Più che una succubus, a Lenne ricorda solamente una creatura volubile e capricciosa; ripensandoci, si rende conto che una succubus è proprio quello.

Sospira, allenta la morsa fino a lasciarla andare. «Ci possiamo guadagnare tutti, da questa storia.»

Aelita si massaggia attenta la gola, punta su di lei occhi adesso dorati. «Non ti spiace se mantengo quest'aspetto? Ammetto che ha avuto successo.»

Lenne fa un gesto disinteressato con la mano e la succubus liscia invisibili pieghe nei vestiti, prima di accomodarsi sull'unica sedia intatta; accavalla le gambe, poi la fissa finché non le indica la porta. Sbuffa, schiocca le dita e dopo qualche secondo Kinneas e Leon entrano; il primo sempre con aria estatica, il secondo ben più presente a se stesso.

Batte le palpebre, guarda i dintorni, Lenne e infine Aelita, che ricambia sventolando leziosa la punta delle dita. «Mi sono certamente perso qualcosa.»

«Succede che ora abbiamo un accordo, amore.» interviene la succubus. «Non so ancora quale sia ma la tua amica è stata talmente convincente nel soddisfare le mie esigenze che sì, ve lo meritate.»

A Kinneas sfugge un singulto strozzato, mentre si sforza di mettere in fila parole di senso compiuto. «Con… convincente?» annaspa alla fine e Lenne scocca un'occhiata torva ad Aelita, che la ignora, mentre Leon soffre gli strascichi dello charme per riuscire ad articolare un commento tipico dei suoi.

«Non sai che sorpresa.» prosegue lei imperterrita, la voce un brivido lungo la schiena. «Ma tanto di guadagnato per voi, no?» conclude, ammiccando.

Kinneas sembra sul punto di cominciare a ululare.

«Cuccia.» sospira Lenne e Aelita ridacchia. «Già così rischi di mandarlo a fuoco, lascialo in pace.»

«Ogni tuo desiderio è un ordine.» mormora soave lei inarcando elegantemente un sopracciglio, ma Lenne sente solo intensificarsi la potenza del suo assalto e aggrotta le sopracciglia, quando anche Leon pare avere difficoltà a rimanere concentrato.

«Aelita.» ringhia e la succubus ridacchia di nuovo, sorniona come una gatta che fa le fusa. Scrolla le spalle e Kinneas riprende se non altro a respirare.

«Dunque, cosa stavamo dicendo?» domanda con sublime nonchalance, strizzando per l'ultima volta l'occhio al vice comandante che quasi dimentica come si resta in piedi. «Ah, giusto, un accordo per guadagnare tutti da questa storia. Sono curiosa.»

«Sei stata ingaggiata da qualcuno per fermarci, o farlo con chiunque avesse provato a indagare sul furto. Ma l'accordo ti sta stretto e vuoi disfartene almeno quanto noi, forse di più. Portaci da questa persona, ce ne occuperemo e tu ritornerai libera.»

Aelita si limita a fissare Lenne. Congiunge le mani davanti al volto con aria languida, le lunghe dita eleganti che si sfiorano appena mentre riflette. «E cosa ti fa credere di ottenere anche la refurtiva?»

«Non avrebbe cercato di guadagnare tutto questo tempo, se se ne fosse già sbarazzata.» interviene Leon, che ha cominciato a connettere i vari punti.

La succubus inclina il mento verso di lui. Schiocca la lingua contro il palato, torna a guardare Lenne. «Sai che a essere nel pieno delle forze ti avrei già strappato il cuore dal petto?» le dice in tono quasi dolce, nello sguardo una scintilla fosca. «Sai che adesso me lo starei mangiando, ancora tiepido e pulsante, mentre tu agonizzeresti ai miei piedi?» aggiunge senza cambiare l'inflessione, offrendole un sorriso predatorio e troppo grande - disumano.

«A ognuno i propri feticismi, suppongo.» risponde impassibile Lenne e l'occhiata di Aelita potrebbe persino risultare ammirata, mentre si alza in piedi.

«Molto bene. Abbiamo l'accordo. Venite con me.»

Trovare e ridurre a più miti consigli il colpevole si dimostra questione di qualche minuto. Rinchiuso in un cubicolo, attrezzato con un paio di computer per monitorare i paraggi tramite altrettanti droni, è un uomo sui quaranta - magro ed emaciato, occhi infossati e movimenti nervosi di chi è consumato dall'ansia o ha dormito molto poco. Leon sfonda senza troppe cerimonie la porta arrugginita e un Novox castato con perfetto tempismo da Kinneas, che una volta tornato in sé dimostra di saper fare qualcosa di più del pavoneggiarsi, gli impedisce di impartire qualunque comando ad Aelita. Rimasta fuori con Lenne, dalla soglia lei cerca con occhi famelici il sigillo malamente tatuato che spicca sul dorso pallido della mano sinistra; glielo indica con un brusco e impaziente cenno del mento, mentre Kinneas ispeziona uno stanzino per la refurtiva e ne emerge stringendo tra le mani lo stabilizzatore.

«Ricorda la tua promessa. Basta un taglio leggero che sfiguri il sigillo, rendendolo inefficace.» sibila.

Lenne sfiora l'impugnatura del coltello, si scambia uno sguardo rapido con Leon. «Cosa farai di lui?»

«Quello che avrei voluto fare a te. E non intendo chiuderti in una stanza per due giorni.» mormora, voce morbida quanto letale. «Ma ti ho dato la mia parola che non gli sarebbe successo niente finché fosse servito a voi SeeD, non verrò meno. Cosa accadrà dopo, fosse domani, fra settimane, mesi, persino anni, rimane una questione tra me e lui.» Si gira del tutto verso di lei, passeggia in punta di dita dal polso alla spalla sogghignando quando la vede contrarre la mascella, seccata. «A proposito di faccende in sospeso, sento di essere in debito e non mi piace; non piace a nessun ultraterreno a dirla tutta ma a me ancora meno.» riflette, prima di puntualizzare con sussiego: «Certo, non avresti mai potuto ammazzarmi - bel bluff, a proposito - però è sempre molto doloroso per l'essenza se si ritorna al Piano con mezzi poco ortodossi. Dovrò ripagarti in futuro.» conclude, graffiandole leggera la mascella e ridacchiando quando le allontana la mano colpendola con uno scatto deciso del polso.

Se anche aveva una risposta da darle, alcuni spari non troppo distanti la zittiscono. Aelita ne segue lo sguardo, l'espressione di nuovo allegra mentre il trambusto aumenta d'intensità, e le fa un cenno.

«Potrei sbagliarmi», ed è lampante dal suo tono che non è così, «ma il resto di voi non si trova lì?»
Spoiler
Finale Fantasy Dimensions II insegna che Succubus è davvero un eidolon e si evoca tramite sigillo.
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
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