Missioni

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Glenn
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Re: Missioni

Messaggio da Glenn »

La battaglia fra imperius e Bevelle si era oramai conclusa. La potente città tecnologica di Spira aveva prevalso, ma ora su quel palcoscenico insozzato dal sangue dei caduti andavano a cambiarsi i protagonisti.
Il subdolo e scaltro Selim era riuscito ad eludere la sorveglianza presso la zona di cura.
L'ostaggio impallidiva sempre più al freddo bacio della ferrea bocca della pistola.
L'indice di Selim sul grilletto ad ogni passo della squadra diventava sempre più impaziente.

-"Arrenditi Selim non hai ugualmente scampo."-

Esordì la voce del caposquadra Rayearth nella speranza che l'avversario accettasse la sconfitta.
Anche nella prospettiva peggiore di una strage non ci sarebbe stata nessuna scappatoia per il leader di Imperius.
A pochi passi dalla barriera Leon dette l'ordine di non avanzare ulteriormente, consapevole che oramai il limite possibile era stato raggiunto, un solo passo in più e il caldo piombo si sarebbe stampato sul cranio del medico.
Elza era già pronta con la mano sulla pistola, Paine impegnata in un ringhio di nervosismo furente bloccata solamente dal braccio di Leon. La sola che non pareva dar segni di preoccupazione apparente era la Nu Mou silente ed osservatrice dei fatti.

- "I tuoi uomini non verranno a salvarti, arrenditi ora!"-

Lo sguardo del caposquadra si assottigliò fulminando Selim. Il piede del commander si sollevò avanzando ulteriormente. La suola toccò il terreno e nello stesso momento un sordo rumore di uno sparo pervase lo scenario. Il medico temendo il peggio esalò un respiro forzato prima di perdere completamente i sensi...Tuttavia non era stata l'arma di Selim a ruggire.
La divisa del Seed era stata lacerata sulla spalla, ora messa a nudo. I restanti membri si guardarono attorno in cerca del responsabile, senza trovare alcuna traccia. Dal codec una voce familiare lasciò a bocca aperta i membri del Rinoa's.

Codec:
- Non così in fretta capitano...ahaha -

-"Vincent?!!! Tu figlio di ..."-

Codec:
- Owh suvvia sapevo che non avreste gradito la sorpresa, ma usare certe parole, che cattivo. -

L'incredulità dei Seed e della cadetta erano ben visibili sui loro volti. Per Paine non vi fu tanto stupore dopotutto covava sospetti nei confronti del nuovo cadetto. Il ghigno di Selim si fece più ampio con la scoperta del suo alleato.
Le bocche dei membri della missione imprecavano senza sosta contro il traditore che aveva finalmente mostrato la sua faccia.

-" AHAHAHAHA Ben fatto Vincent, sapevo che ti saresti rivelato utile, ora fammi uscire da questa situazione!! "-

Codec:
- Sentito che ha detto il vostro amichetto? Fate i bravi...Voi non mi vedete ma io vi vedo chiaramente tutti...Anche se mi doveste trovare farei ugualmente in tempo a colpire uno di voi per tempo, mi sembra un rischio eccessivo non trovate?

Ma' sembrava perplessa nell'ascoltare le parole di Vincent. Avvertiva una strana sensazione ed inaspettatamente supplicò sotto voce Leon di assecondare Vincent in quella scelta. Un po' riluttante inizialmente decise che non valeva la pena rischiare la vita dei propri compagni, quindi acconsentì alle loro richieste.
Se voleva lasciare quel posto Selim avrebbe dovuto lasciare l'attuale postazione protetta dalle barriere. Per non correre ulteriori rischi decise di trascinarsi l'ostaggio durante l'allontanamento. Continuò a mantenere una distanza di sicurezza dalla squadra rivale, aggirandola circolarmente fino a che non fosse dal lato opposto, rivolto verso l'uscita.

-"Mi dispiace, dovreste imparare a conoscervi meglio prima di fare squadra Ahahaha-MA COS-!!!"-

Un secondo colpo risuonò e questa volta la pistola di Selim volò a terra, frantumandosi parzialmente. L'ostaggio sapendo di questo non si fece sfuggire quel momento, liberandosi bruscamente da quella morsa per fuggire al riparo.

Codec:
- Già anche tu mio caro selim...Ahahaha Sorpresa!-

-"Ma si può sapere cosa diavolo stai facendo?!! Prima spari a Leon, poi ci tradisci e ora torni dalla nostra parte?!!!"-

Confusa da quel continuo scambio di parti la cadetta Byrne cominciò a dare di matto. Ma' si avvicinò alla compagna rassicurandola, poggiando una mano sul braccio della dottoressa.

-"Ti stai sbagliando. Vincent non ha mai attentato alla vita di Leon, il colpo che aveva sparato dal campanile era verso il suo assalitore. E' stato un mio azzardo dargli fiducia, ma a quanto pare non era mal riposta."-

Pochi istanti dopo da un punto imprecisato della piazza sbucò anche il bizzarro biondo con Demios puntata verso il suo ex alleato.

-"Te lo avevo detto che ti avrei aiutato ad estirpare questo parassita no? Ahaha non sei contento?"-

La collera che precedentemente dominava i membri del Garden ora si era spostata su di Selim che malediceva il giorno dell'incontro con Vincent. Subito l'obbiettivo della missione venne accerchiato dai tre Seed e i due cadetti. Avvolto dalla lunga vestaglia Selim fissava Vincent ringhiando con desiderio di morte. Quel ringhio mutò rapido in un sorriso, il quale fece inclinare il capo del curioso cadetto di lato, interrogandosi sul perchè. Il leader di Imperius Allungò il braccio destro in avanti, coperto dalla lunga veste, che lentamente scivolava via. La mano venne scoperta mentre impugnava una piccola balestra dalla quale partì subito un dardo verso il cadetto. Vincent non avendo abbastanza tempo di agire cominciò a castare un protect. Il celeste scudo non fece per tempo a divenire sufficientemente solido e la freccia frantumò la debole barriera. Gli occhi del giovane si spalancarono, osservando Leon, Paine e Elza lanciarsi su Selim, mentre Ma' più veloce che poteva si precipitava a correre verso di lui. Un colpo di tosse lo costrinse a guardare il terreno che si bagnava del suo stesso sangue. Le sue mani si portarono al petto avvertendo di sfuggita il tatto della freccia. La vista si annebbiava velocemente e crollando a terra le palpebre si sigillarono lasciandolo cieco a ciò che sarebbe successo.
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<<" Cheater's just a fancy word for winner ">>


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Grazie per il regalino Giuls *_*
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Leonheart88
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

“Merda lo stiamo perdendo!” Paine continuava invano il tentativo di rianimazione.
Uno.
Due
Tre.
Niente da fare.
Elza era raggomitolata in un angolo del jumper, sapeva di non poter fare niente e preferiva starsene accovacciata lì che dare fastidio. Sapeva però che stava morendo e non poteva fare nulla per salvarlo.
Leon non era però dello stesso avviso, per quanto potesse detestarlo, per quanto gli avrebbe volentieri spaccato la faccia per tutto quanto successo, non poteva volerlo morto. Soprattutto non in quel momento, non sotto la sua responsabilità.
Ne prese la testa, sollevandola leggermente dal cuscino, il respiro irregolare e quasi ineludibile lasciano poco spazio alla speranza. “str***o non azzardarti a morire”
Subito dopo venne trascinato indietro a forza da Paine. “Non stare qua a rompere il cxxxo. Torna anche tu a pilotare che almeno quello forse lo sai fare. Qua sei solo d’intralcio”
Uno.
Due.
Tre.
Niente da fare.
Il Jumper si diresse verso il Garden.
Cinque vivi.
Un morto.


“Quando è il funerale?” Chiese una voce. Era Silphiel.
“Domattina, lo seppelliscono nel bosco qua vicino. Vogliono che la cosa passi il più possibile sotto silenzio”
“In che senso?”
Pip fece un sospiro e rispose. “L’Ordine, giustamente, non vuole che la notizia si diffonda a macchia d’olio. Quando è morto era pur sempre all’interno di una struttura del Garden. Potrebbero accusarci di averne favorito la morte a causa dei crimini che potrebbe aver commesso”
Una lacrima solcò il suo volto. “Non è giusto. Ma quindi nessuno verrà a dargli l’ultimo saluto?”
“No. Non sappiamo realmente chi possano essere i suoi parenti. E poi anche se lo sapessimo non potremmo comunicare la notizia”
“Era davvero un traditore?”
Il preside fece un sospiro. “No. Era solo un uomo con i suoi ideali”


“Quindi è davvero morto?” Edith e Raiden, da qui in avanti denominati #lacoppiachesguazza# si sedettero al suo tavolo.
“Si” rispose Leon “per i particolari potete se volete comprare il mio libro –Le101personemorteconmeinmissione- prossimamente nelle migliori edicole e sale funebri”
“Leon. Trovo che il tuo umorismo sia improvvisamente peggiorato” Raiden si portò la mano al mente facendo finta di analizzare il comportamento dell’amico.
“Perché una volta era migliore?” gli fece subito eco Edith.
“Piantatela” Leon azzannò una coscia di pollo che sembrava estirpata da un Behemoth.”
“Per caso hai fame?”
“Per caso non hai niente di meglio da fare Edith?”
“Esattamente”
“Uff..” il Commander sospirò “è morto. Si è ammazzato.”
“Come si è ucciso? Non lo avete colpito voi?”
“No. E’ tutto nel mio rapporto, aveva una pastiglia di veleno incastonata nei denti. A effetto istantaneo, Ma’ non è riuscita a fare nulla”
“Uhm… ma quindi sapeva già che rischiava di essere catturato”
“Sicuramente. E non voleva cadere vivo nelle nostre mani. Selim è morto. L’Imperius è stata sconfitta”
“Sei sicuro di quello che stai dicendo?”
“Il loro capo riconosciuto è morto. Tutti i membri sono o morti o catturati. Non c’è traccia di attività sospette in giro. Nessuno sa di esponenti dal rango più alto di Selim.”
“Bah speriamo che sia così”
“Concordo”
“Raiden paga la birra” Edith si riunì alla conversazione
“Concordo”

TRAMA CONCLUSA
Spoiler
Ovviamente Imperius non è stata completamente sconfitta. Fa solo sacrificato Selim per lasciarlo credere ai Seed, che per un bel po’ continueranno a crederlo, fino al prossimo attacco di Imperius.
Glenn non ho menzionato il tuo pg, così puoi decidere te se e come trattarlo
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Akainatsuki
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Re: Missioni

Messaggio da Akainatsuki »

In chi sono finito? - Mini missione: recupero registrazioni (parte 1)
Spoiler
Gruppo: Aura (CS)>Rina, Drio>Silphiel, Mikhol>Edith, Cat>Vincent
Stava succedendo di tutto, forse troppo.

Cat (nel corpo da groviera bucata di Vincent, e accompagnata dal ronzio costante proveniente dal motorino elettrico della sedia a rotelle), percorreva i corridoi del Garden spalleggiata da Aura (nel corpo di Rina, conciata come se il Wall Mart avesse dovuto riaprire da lì a poco) intenta a lanciare ogni tanto un'occhiata preoccupata alla ferita che aveva al petto.

"Non lo lascio morire. Anzi dovrebbe essermi grato - ovunque sia finito - per averlo fatto risvegliare e non aver - quasi - accarezzato l'idea di rispedirlo al Pianeta" cercò di tranquillizzarla.

"Mi chiedo dove sia finito il 'vero' Vincent", mormorò Aura, mentre lo sguardo le sfuggì su Drio (nel corpo di Silphiel e ancora intento a capacitarsi della cosa). "E pure la 'vera' Silphiel: mancano ancora un po' di persone di mia conoscenza all'appello e non oso immaginare cosa possa stare combinando la maggior parte di loro..."

"...Oltre a cercare di indossare i vestiti più imbarazzanti presenti nell'armadio?" sospirò Drio, probabilmente al ricordo della mise alquanto imbarazzante con cui Rina si era divertita a farlo comparire davanti agli altri.

Mikhol (nel corpo di Edith) guidava il gruppetto diretto verso l'Ufficio Sicurezza. Sembrava che l'essersi trovato nel corpo di un altra persona, per giunta una ragazza, non lo avesse minimamente preoccupato.

"Ehi, QuaQua, ma sei sempre così posato?" rise Cat, sfoderando il peggior ghigno à la Turk che avesse mai potuto fare nella sua breve esistenza. "Io sto pensando a tutto il disagio profondo che sta prendendo possesso delle mie povere spoglie mortali senza avere una crisi esistenziale, mentre a te sembra non importartene molto...".

Fece un veloce ripasso mentale di tutti i post-it che aveva letto sulle fronti altrui, cercando quello del suo ex-compagno di (sfortunata) missione e non lo trovò: "...Anzi, non abbiamo nemmeno idea di dove tu sia finito. Non ti viene in mente il peggio? A me sì! E se proprio vogliamo trovare un colpevole, per me è stato il draghetto-che-funziona-a-cioccolata-sul-pane, ecco l'ho detto. Ha pure provato a incendiarmi solo perché per sbaglio gli sono passata sulla coda!".

Lo sguardo vacuo che Mikhol le rivolse dagli occhi azzurri delle sue attuali 'spoglie mortali' la fecero finalmente mettere a tacere. Aura si limitò a strattonarle la coda di cavallo con cui aveva legato i capelli di Vincent: "Piuma non c'entra..." ridacchiò. "Faresti bene a non aggiungere altro se non vuoi che ti arrostisca per bene, nello sfortunato caso che un uccellino gli vada a raccontare quest'ultima battuta..."

Arrivarono all'Ufficio Sicurezza, dove il sottofondo rumoroso e tutto binario di Groviera li accolse come a dar loro il benvenuto.

"Alexandra si occupa della sicurezza del Garden, ma non abbiamo idea di dove sia finita... avrebbe potuto esserci utile" mormorò Aura con la vocetta squillante di Rina, rendendo piuttosto comica tutta quella situazione.

(Cat non aggiunse come il fatto non ripetesse "cicci" ogni cinque secondi fosse di notevole aiuto ai suoi nervi. Preferì mordersi la lingua, anche a seguito della velata minaccia di diventare un marshmallow arrostito per quello che pareva essere il suo draghetto da compagnia)

Mikhol si guardava attorno in silenzio, facendo ondeggiare i capelli neri di Edith. "Prima di iniziare a premere pulsanti a caso - cosa che a volte funziona, ma non credo sia questo il caso -, qualcuno di voi ha un'idea?" sorrise, indicando le diverse console e l'altrettanta marea di bottoni, leve e pulsanti abbinati a un ugual numero di schermi di ogni dimensione. "In fondo dobbiamo 'solo' rivedere i filmati di sorveglianza di ieri notte: io e Tartaruga siamo qui da poco, ma possiamo comunque aiutare se ci fosse un manuale o qualcosa di simile".

"Chi sarebbe la Tartaruga, eh, QuaQua?"

Drio sospirò: fortunatamente il nuovo arrivato non era un attaccabrighe come buona parte degli studenti del Garden. Sfruttò il corpicino di Silphiel per muoversi alle spalle della sedia a rotelle con l'intento di bloccare in quella posizione la sua lamentosa proprietaria e potersi dedicare finalmente alla missione, ma prima che potesse allungare un braccio, quella scattò dalla parte opposta della stanza.

"Ti ho visto" sbuffò, lanciandogli un'occhiataccia e ringraziando gli Dei per averle lasciato - almeno quella volta - prevedere le sue mosse.

La ragazzina bionda ricambiò lo sguardo, per poi aggiustarsi la treccia e iniziare a frugare tra le carte sparse sulla scrivania accanto: "Mettiamoci al lavoro".
Spoiler
Io mi sono immaginata una scena del genere: Immagine
Ultima modifica di Akainatsuki il 16 gen 2016, 12:07, modificato 1 volta in totale.
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Mini missione - Recupero registrazioni

Messaggio da Aura »

MINI MISSIONE - RECUPERO REGISTRAZIONI
Partecipanti: CS Aura Lundor (in Rina,), Cat Empitsu (in Vincent), Mikhol Eckhart (in Edith), Drio Akuma (in Silphiel)
Obiettivo: Visionare le registrazioni interne del Garden alla ricerca di informazioni sulla causa dello "scambio corpi"
Regole: Un post a testa (più uno conclusivo del caposquadra se servisse)
NB: Dato che Cat ha già postato, queste righe sono solo a scopo informativo, nel caso ci siano dubbi.
*-*-*-*-*
- Mettiamoci al lavoro.
Cat protese il collo incuriosita. Girare con una sedia a rotelle doveva essere frustrante per lei, anche se vantava di un buon motore ed una comodità non indifferente. Sotto la canotta d'ospedale per metà abbottonata, si poteva intravvedere il bendaggio al petto. Qualche lieve macchia di sangue ne imbrattava il candore, ma l'anima della ragazza pareva non risentire della ferita. Forse quel suo temperamento piperino avrebbe giovato anche alla guarigione del corpo.
- Sai già dove andare a cercare? - commentò - A me sembrano un mucchio di fogli sparsi su una scrivania senza alcun criterio. E dubito ci sia qualche manuale d'istruzioni lì in mezzo.
Drio alzò gli occhi al cielo, spostandosi ancora la lunga treccia dalla spalla - Sicuramente qualcosa, altrimenti non sarebbero così scarabocch... questo è il disegno di un biscotto?
MIkhol si portò una mano alla faccia. Si trovava al Garden da poche ore e già cominciava a capire come giravano le cose da quelle parti. Poca serietà, uno scambio di corpo improvviso e senza spiegazioni logiche, un ufficio della sicurezza disordinato come pochi ed una scorta di biscotti praticamente infinita nascosta in un armadio: altro che mercenari. Con un sospiro, si rimboccò le maniche e prese a rovistare fra i fogli insieme al compagno. Qualche secondo dopo, il malloppo era stato catalogato in quattro diverse colonne, una per ognuno da dover leggere e visionare.
Cat prese il primo foglio della lista - Hai riordinato tutto in pochi attimi. Sei un fenomeno!
Il neo Cadetto sorrise imbarazzato - Ci vuole poco a mettere a posto, in fondo. Così sarà più facile.
Drio lanciò un'occhiata alle sue spalle, cercando la ragazza mancante. Ferma davanti al monitor principale che inquadrava la presidenza, Aura guardava il preside con un certo disappunto. Firmava carte su carte, con Brian al suo fianco che prendeva appunti frettolosamente ed Elza e Noel, un nuovo cadetto, che davano consigli a tutto spiano. La situazione sembrava innocua, ma solo in apparenza.
- Hai trovato qualcosa? - le chiese il mezzo demone e di risposta la ragazza incrociò le braccia al petto.
- Sta rendendo obbligatoria la gonna per le donne in Garden. Ed ho sentito distintamente un ordine di cioccolato trimestrale tre volte superiore.
- Beh, la gonna nelle divise c'è già. Per il cioccolato, con tutti i nuovi cadetti che si sono presentati potrebbe servire.
- Sì, ma non potrei portare i pantaloncini - sospirò la dottoressa - E con tutto quel cioccolato... No, forse col cioccolato ha ragione a prenderne di più.
Drio alzò le spalle - CI sarebbero più muffin per tutti. Da quando sono tornato, non sono ancora riuscito ad assaggiarne uno a causa di una certa ladra.
Aura sospirò - Speriamo solo che Leon non esageri, o ci ritroveremo col bikini come unico vestiario tollerato.
- Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. Procediamo con le carte?
La ragazza squadrò la scrivania, poi alzò gli angoli della bocca in un sorriso.
- Non serve, lascia fare a me.
Sicura delle sue convinzioni, ella posò una mano sul pannello di comando. I compagni la osservarono per qualche istante, ma nulla parve accadere se non un leggero sbuffo cibernetico da parte di Gruviera, come una beffa.
- Ehm - intervenne Mikhol - Dovrebbe succedere qualcosa?
Aura ritrasse la mano imbarazzata - Mi son dimenticata che sono nel corpo di Rina. Non posso controllare il Nen.
Sarebbe stato tutto più facile manipolando i circuiti per trovare subito le registrazioni. Purtroppo lo scambio aveva portato le persone a dove fare i conti con le abilità dei corpi. Nel caso della Commander, non poteva più usufruire della sua magia, o almeno non di quella a cui era abituata. Sospirò vergognandosi della pessima figura che aveva fatto, raggiungendo poi i compagni che avevano già cominciato a leggere i primi fogli. Non passò molto tempo che tutti capirono che quella ricerca non avrebbe portato molto lontano. A parte qualche informazione sui recenti spostamenti del RInoa, trascritti su quei documenti per essere poi successivamente archiviati, non trovarono granchè.
- Ah, basta! - si lamentò Cat lasciando il suo plico sulla scrivania e dirigendosi al pannello di controllo - Adesso ci penso io a questo stupido computer!
La ragazza cominciò a smanettare con i pulsanti del quadro, muovendosi ad una velocità inusuale da una parte all'altra se contiamo la carrozzina. Drio le fu subito dietro cercando di calmarla ed evitando che facesse qualche danno alla strumentazione. Di rimando, lei gli soffiò acida lamentandosi ancora dei fogli in attesa di essere visionati e continuando a giocare con i file.
- Se la sentisse Alexandra - sussurrò Aura all'orecchio di Mihkol - Riderebbe fino a star male. Solo lei sa davvero le grane che ha passato a causa di Gruviera.
Il ragazzo si grattò la testa confuso - Gruviera?
- Il sistema di sicurezza del Garden. Nonostante sia all'avanguardia, c'è sempre qualcuno che riesce a eluderlo per attentare all'organico. Non è la prima volta che scoppia qualche ordigno nemmeno intravisto dalle telecamere, o che qualche assassino entri per far fuori i Seed.
- Piuttosto ironico se pensiamo che questo è l'unico Garden, al di fuori dell'Ordine, in grado di viaggiare fra i mondi.
Lei alzò le spalle rassegnata - Siamo anche i più sfortunati, a dirla tutta. Speriamo di risolvere questa situazione prima che ci ritroviamo impelagati in qualche nuova avventura.
- AH-AH!
Cat esultò euforica sulla sedia chiamando i ragazzi a raccolta. Dopo aver schiacciato innumerevoli bottoni ed un paio di calci al rivestimento in metallo (toh guarda! Una delle gambe ha ripreso a funzionare! nd Cat), sullo schermo principale era apparsa una lista di cartelle che portavano diverse date. Cliccando sopra una di queste, file video accuratamente numerati fecero intuire al gruppo che avevano finalmente trovato un punto di partenza.
- Bel lavoro! - si complimentò Drio - Da dove iniziamo?
- Direi di partire dal dormitorio - consigliò Mikhol - Vediamo se qualcuno ha girato per le stanze di notte facendo qualcosa di sospetto.
La giocane Cadetta annuì con un sorriso stampato in volto. Smanettò ancora per qualche istante finchè il file voluto si aprì, rivelando la registrazione a circuito chiuso del dormitorio maschile. Mandando avanti veloce il video a parte la classica donna di turno che usciva dalla stanza di Leon, non trovarono nulla di fatto. Lo stesso valse per i dormitori femminili, anche se veder Paine ed Elza entrare nella stessa stanza lasciò qualche dubbio alla squadra. Passarono quindi alle registrazioni della mensa e d'improvviso Drio notò un particolare strano.
- Ferma un attimo il video e torna indietro.
Cat vece quanto detto. Bloccò la visione all'ora 20.13 dove si vedeva chiaramente un Raiden leggere un libro di freddure al bancone del bar.
- Raiden ama le freddure?
Aura si portò una mano alla fronte - Hai bloccato il video per chiedermi questo? Raiden è famoso per le sue freddure, anche se suona una pessima battuta a sua volta.
- Ah, non lo sapevo - si scusò Drio - Chissà se anche lui si è ritrovato nel corpo di qualcun'altro. Comunque stavo pensando... Anche voi siete andati a letto con un gran mal di testa?
Mikhol ci pensò per qualche attimo - Per quel che ricordo, sì.
- Pure io e quel giorno non avevo lavorato molto, perciò mi sembrò strano - commentò Aura.
- Lo stesso vale per me - continuò Cat.
- Mmmh - riprese la dottoressa - In effetti non può essere una coincidenza. Potrebbe essere qualcosa che abbiamo mangiato, o che abbiamo fatto. Le possibilità sono molte. Continuavo a guardare i video e vediamo se scopriamo qualcosa in merito.
Il gruppo annuì.
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Drio
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Re: Missioni

Messaggio da Drio »

MINI MISSIONE - RECUPERO REGISTRAZIONI
Il quartetto passò interi minuti a guardare le diverse registrazioni recuperate fino a quel momento dal sistema Gruviera, in ognuna mostrava quello che avveniva nelle diverse sezioni del Garden; eppure le cose parevano essere tutto nella norma.

Cat, dato che una gamba di Vincent sembrava aver ripreso sensibilità, la mise in allenamento intensivo agitandolo in continuazione battendo col piede sul poggiapiedi di metallo; “Che... Due... Grosse... Abominevoli... Pruriginose... Malevoli... Purulente...”, prima che Cat potesse continuare Drio decise di tagliare corto con “Pa**e! Ok, l'abbiamo capito.”

Cat lo squadrò con fare acido; Drio continuava a fissare i monitor senza degnarla di uno sguardo, nel mentre prese lo strano vizio di rigirare le dita sulla treccia bionda, così che Cat rispose con un aspro “Tsk! Riccioli D'oro, almeno te, hai notato qualcosa?”.

Seppure era stato appena battezzato con quel momentaneo soprannome, Drio sbadigliò e disse “Nope, assolutamente nulla di strano per adesso. Voi altri invece?”, riferendosi ad Aura e Mikhol; i due, chiaramente annoiati, risposero con un semplice no con la testa.

Il quartetto passò dei minuti interi a guardare i video e in quel momento non c'era nulla di insolito, poteva esserci silenzio, che invece era assiduamente tempestato dallo sbattere dei piedi di Cat e dalle continue lamentele che proiettava ogni minuto; “Aaaaaaaah! Che seccatura! Seccatura! Seccatura!... Sono minuti che andiamo avanti a guardare inutili video, siamo ormai a notte fonda è non accade nulla di strano; inoltre a un certo punto l'immagine è pure disturbata. Complimenti a questo sistema di “sicurezza” che neanche funziona a dovere...”.

Mikhol fece un breve sospirò per poi dire “Abbiamo pure rivisto alcuni video più di una volta, non ho visto nulla di spospetto, a parte quella interferenza...”, “Idem per me.” aggiunse Drio; Aura rimase qualche istante in silenzio per poi porre la domanda “A tutti a un certo punto interferisce...”, “E quindi?” chiese Cat annoiata “Non ci vedo nulla di strano.”

“Pensi che ci sia qualcosa che non va?” gli chiese Drio, Aura gli rispose “Forse... Può sembrare stupido ma...”, la frase venne continuata da Mikhol con “...A volte una cosa che si vuol nascondere, o si nasconde, lo si mette nell'ultimo posto che uno può cercare; dove tutti possono vederlo. Ho indovinato?”, “Esatto...” Rispose Aura “...Dato che stiamo parlando di scambio dei corpi, quindi qualcosa legato presumibilmente alla magia, anche l'anomalia più ovvia di tutte può nascondere qualcosa di più complesso. A che ora inizia l'interferenza?”

I quattro rimisero a osservare nuovamente i video finché tutti non giunsero allo stesso istante che iniziò l'interferenza; guardando l'orario dai diversi monitor, poterono confermare che l'ora era comune a tutti. Erano le due e mezza di notte, Aura domandò: “Voi cosa state vedendo?”; “Nulla di che” rispose Mikhol, “Idem” rispose Drio, “Il biondo albino seduto sulla panchina ancora a leggere.” rispose Cat.

“Raiden?!” domandò Drio, tutti guardarono il monitor di Cat; Raiden stava ancora leggendo quel libro sulle freddure, eppure non sembrava fare nulla di strano, almeno per quel che appare agli occhi della gente. “Alla fine sta solo leggendo un libro.” disse Mikhol “Non ci vedo nulla di strano...”, “Non è tanto quello che sta leggendo... Credo sia più il come.” disse Drio, “Cioè?!” chiese Mikhol; “Guarda bene, come lo sta leggendo?”, “Sembra lo stia leggendo ad alta voce... Come se stesse provando a recitarle per essere pronto quando dirle.” rispose Aura.

“Guardiamo i sistemi, oltre a queste interferenze cos'è successo?”, Drio e Cat cominciarono a mettere le mani sui terminali cominciando a controllare qualunque cosa potesse risultare sospetta; “Ecco qua!” disse Drio “C'è un sobbalzo di energia nella sala dei Cristalli.”, “E pensi che questo si possa legare allo scambio dei corpi? Alla fine servono solo per attraversare i portali e alimentare la struttura, o sbaglio?” disse Mikhol; “Non propriamente...” iniziò Drio “...I cristalli hanno una natura molto più complessa, non si hanno idea di quale siano le loro origini, si sa soltanto che ognuno di essi può avere un potere o uno scopo. Alcuni si possono basare sugli elementi, altri sull'arcano, altri ancora sulla connessione spazio-tempo; insomma, i cristalli possono avere molteplici funzioni. Seppure all'apparenza uno di questi manifesti un determinato potere, non si nega che possa averne altri che non si attivino a meno che non vengano stimolati tramite la presenza di altri cristalli oppure se qualcuno riesca a emanare tale potere assopito...”; Aura si unì al discorso “...Quindi può esserci la possibilità che alcuni cristalli possano aver creato o manifestato qualche interferenza in qualche modo; ad esempio... Può essere una possibilità che i nostri spiriti si siano spostati in altri corpi tramite un interferenza o un aumento di intensità dei cristalli che vengono usufruiti per passare nei diversi mondo. Questo perché il passaggio di tramite non si lega semplicemente al mondo materiale ma anche a quello spirituale, indi per cui ci può essere una possibilità remota che questo malfunzionamento dei cristalli abbia interferito in qualche modo con il mondo spirituale e abbia innescato la scambio casuale di corpi e anime.”

Finito questo discorso, Drio e Aura erano in perfetta intesa mentre Cat e Mikhol li guardarono quasi basiti, della serie che probabilmente avevano capito 1/3 del discorso che era stato appena fatto; Cat domando “Quindi la causa sono dei cristalli.”, “Può essere... Ma non è detto al 100%, ci dev'essere stata una causa scatenate a ciò.” rispose Drio, “E cosa centrano i cristalli con Raiden?” domandò perplesso Nikhol, “Questo lo si può scoprire semplicemente domandando a lui cosa a letto in quel libro, o ancora meglio mostrandoci proprio il libro che ha letto.” gli rispose Aura.

Drio sospirò e disse: “Abbiamo solo un grosso problema... Nessuno ha ancora visto Raiden... A meno che non lo troviamo, l'opzione alternativa è quella di trovare questo libro e vederne il contenuto mentre qualcun'altro dovrà andare a vedere cosa può aver creato interferenza nella sala cristalli.”, i quattro si guardarono e Cat chiese “Quindi? Cosa si fa?!”
Oushi
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Re: Missioni

Messaggio da Oushi »

MINI MISSIONE - RECUPERO REGISTRAZIONI
«Ok, quindi dite che sono le freddure di Raiden a provocare questa "anomalia"? Quelle scritte nel libro di Leon ed Elza?»
Aura e Drio guardarono le due nuove leve con espressione quasi materna, quella di chi ormai ne ha viste troppe in Garden per essere sorpreso e prova tenerezza nei confronti di chi ancora non ne conosce a fondo le stranezze.
«E' possibile, sì. E' anche l'unica traccia che abbiamo per adesso, non c'è niente di veramente strano in queste registrazioni.»

Un Seed che legge un libro sembra un evento così ordinario che è difficile credere che sia l'episodio scatenante; ma era anche vero che alle due e mezza di notte, momento in cui avevano stabilito dovesse essere avvenuto lo scambio, la gran parte dei Seed stava dormendo o svolgendo attività innocue quanto quella di Raiden.
«E' rimasto lì a leggere, poi dov'è andato?»
Tornarono ad esaminare le registrazioni: verso le tre aveva abbandonato la sua panchina e si era diretto al giardino. Niente di strano, Raiden soffriva notoriamente d'insonnia e non era insolito trovarlo a passeggiare tra le fronde in piena notte. Data la scarsa sorveglianza nel giardino, però, che lasciava diversi angoli ciechi - le voci dicevano per concedere un po' privacy a chi andava a infrattarsi tra i cespugli - ne avevano perso le tracce. Da allora, ancora nessuno l'aveva visto in Garden.
«Spero che non gli sia successo qualcosa.» esordì Aura.
«L'unico modo per scoprirlo è andare a controllare.»

Stavano ancora decidendo sul da farsi, quando il messaggio di Pip raggiunse anche i loro codec.
Il SMFGAA: Mikhol non ne aveva mai sentito parlare, e avrebbe preferito continuare ad ignorarne l'esistenza, specie in quel momento.

«Non c'è più niente di utile qui, che vogliamo fare?»
Aura ci pensò un po' su, ma aveva un'idea che prevaleva sulle altre. Se il problema riguardava i cristalli, c'era solo una persona alla quale potevano affidarsi: Egil.
Sperava soltanto che fossero riusciti a catturarlo. Dovevano mettersi in contatto con l'altra squadra.

«Comunque, in qualunque modo siano andate le cose, io propongo di fare un bel falò con tutti i libri di barzellette rimasti.»
«Concordo.»
«Bisognava specificarlo?»
MISSIONE CONCLUSA.
sanji5
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Re: Missioni

Messaggio da sanji5 »

«Sai, questa è solo la mia seconda missione per il Garden di Rinoa. Non si direbbe, da tutto il tempo che sono qui, eppure è proprio così. Sono molto contenta che ad accompagnarmi sia una veterana. Paine ha parlato molto di te... insomma, ha borbottato il tuo nome tra un'imprecazione e un'altra, ma è felice di rivederti. Un volto familiare in un questo momento così cupo è di conforto a tutti quanti.»
Consegnò un plico di fogli graffettati a Lenne, seduta davanti a lei nel jumper diretto verso l'Istituto P.J. Willborough per l'Eccellenza delle Future Generazioni.
«Le nostre nuove identità, grazie alla cara Alexandra. Tu sei Madeline Frothom, nata e cresciuta a Junon Town da padre Jeremiah e madre Leianna fino all'età di quindici anni, quando... oh che disgrazia, un incidente davvero terribile. E da quel giorno ho pensato io a te, Muudra, cara amica dei tuoi genitori. Sembra una storia semplice ma realistica, non credi?»
Lenne distolse lo sguardo dal foglio solo quando ebbe finito di leggerlo e replicò con un cenno del viso.
«Dicono che una bugia credibile contenga sempre un fondo di verità, e sono d'accordo: io ho trascorso molti anni a prendermi cura di orfani, quindi questo ruolo mi calza a pennello. Cosa pensi di Madeline?»
«Può andare.»
«Magnifico! Se volessi modificare qualche dettaglio mi adeguerò in fretta. Ho raccontato così tante favole della buona notte che improvvisare un racconto è diventata quasi una seconda natura. E si sa come sono i bambini, non dimenticano mai nulla, mi ricorderò tutto, anche alla mia età.»
Mentre il jumper attraversava la distesa deserta che circondava la metropoli, Lenne aspettava pazientemente di arrivare, fissando un punto imprecisato all'altezza delle ginocchia di Ma', assorta nei propri pensieri. Con un gesto della mano la Nu Mou richiamò le sue carte, che come spesso accadeva in infermeria, svolazzarono a mezz'aria alla ricerca di un qualcosa, e quando lo trovarono, tre di esse (il bambino, l'albero e il sole) si posizionarono davanti a Ma' per qualche istante prima di raggiungere le altre nella tasca. Lenne non si mosse, ma gli occhi saettarono verso l'alto a studiare ciò che stava succedendo. Ma' giunse le mani in grembo ed assunse un'espressione soddisfatta, come avesse appena ricevuto la risposta desiderata.

«Immagino tu abbia già pensato attirare l'attenzione del preside» chiese.
«Esatto»
«Mi affiderò alla tua esperienza allora. Ma se avessi bisogno di un aiuto, sono a tua disposizione» e con ciò le fece l'occhiolino, al quale Lenne rispose con altro cenno del capo, ma senza dare indicazione se avesse intenzione di accettare.
«Spero che tutto questo mio chiacchierare non ti dia fastidio. Sai, mi sono ripromessa di conoscere meglio i membri del Garden, dopo la triste fine di Noel. E poi mi ricordi tanto una delle mie figliole.»
«Nessun fastidio.»
«Che sollievo. In ogni caso,» continuò, e con un altro gesto della mano evocò nuovamente le carte, che questa volta si mossero così velocemente che memorizzarne scatti e fermate era quasi impossibile ad un occhio non allenato. Dopo un lungo monologo con Ma' tornarono ordinate al loro posto, «è il caso che faccia anche io come te per un po'. Il silenzio è d'oro. Faremo meglio a cambiarci, siamo quasi arrivate.»

Missione: Enfant Prodige
Obiettivo: Infiltrarsi con discrezione all'interno del'Istituto P.J. Willborough per l'Eccellenza delle Future Generazioni per scoprirne le intenzioni, presentandosi come un futuro allievo accompagnato dal suo mentore.
Partecipanti:
-Ma' - Mentore
-Lenne Silveross - Allievo
Regole: Un post a testa fino a quando la missione può ritenersi conclusa (massimo 5 post).


Atterrarono a tre isolati dalla scuola, posizionata su una collina artificiale che la rendeva un punto di riferimento visibile dall'intero Distretto Nord. Si fermarono a compare una mappa della città e qualche souvenir da una bancarella per turisti lungo la strada e arrivarono ai cancelli poco prima di pranzo, all'ora stabilita dallo scambio di email tenute con il Preside da Brian il giorno prima.
Fu proprio il Preside in persona ad accogliere il duo, un tale Alexander Morrison, ex colonnello dell'esercito Shinra, che avendo fiutato l'aria di disfatta poco prima della caduta della compagnia, si era congedato in fretta e accettato l'offerta del suo amico e predecessore di prendere le redini dell'Istituto e plasmare il futuro di una nuova, promettente, generazione di (ricchi) talenti con una disciplina simile a quella militare, ma più malleabile. Con un ampio gesto della mano, invitò Ma' e Lenne ad incamminarsi lungo il sentiero che dagli alti cancelli in ferro attraversava il giardino e arrivava all'Istituto vero e proprio. Si incontrarono a metà strada e si presentarono nel resto della camminata.
La trasformazione di Lenne in Madeline era sorprendente: i vestiti e gli accessori aiutavano a farla apparire più giovane, ma era sopratutto il suo atteggiamento a rendere la performance così convincente. Manteneva una certa distanza da Ma' e Alexander, e osservava curiosa tutto ciò che la circondava, girando addirittura su se stessa più volte per assorbire l'intero panorama, come un'adolescente colma di eccitazione.
Ma', nel frattempo, era impegnata a riassumere al Preside il dossier che avevano lasciato nel jumper, e di come l'Istituto fosse la scelta migliore per una giovane donna la cui educazione era stata interrotta da un evento così tragico.
«Madeline è una ragazza formidabile, ma ha bisogno di una struttura che ne possa valorizzare il talento e che abbia riguardo delle sue... particolarità. La morte dei propri genitori, specialmente una così violente, è difficile da superare» aggiunse in fretta per rimediare all'infelice scelta di parole.
«Certamente, signora. Saremmo felici di assistere Madeline con tutto ciò di cui abbia bisogno, se decidesse di iscriversi all'Istituto. Se non le dispiace, vorrei scambiare quattro parole proprio con la ragazza, prima di iniziare il tour della proprietà. Hai qualche domanda per me, Madeline?»
Leonheart88
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

Missione: La lunga ronda

Partecipanti:
Leon Rayearth (CS)
Alexandra Schwarzlight
Paine Byrne
Xander Rainer

Obiettivo: Investigare per le vie di Midgar, trovando in via alternativa o complementare indizi che l’Istituto P.J. Willborough sia la scuola in questione. O che sia un’altra scuola.

Regole missione: un post a testa più uno conclusivo del caposquadra, l’ordine di posting tra i membri è a completa discrezione dei postanti.
Nel caso un utente non posti per giorni, bloccando di conseguenza la missione, essa potrà essere conclusa normalmente saltando semplicemente un post oppure con uno aggiuntivo di un membro nel caso la situazione lo richiedesse.


----------------------------------------------------


Atterrarono subito fuori Midgar, lontano dall’altra squadra, avevano deciso di agire separatamente, in modo tale da scoprire quanti più indizi possibile.
Leon si stiracchiò una volta uscito dal jumper, respirò a pieni polmoni l’aria contaminata che proveniva da Midgar. Bello schifo.
Alexandra velocemente gli mostrò una mappa della città.
«Allora l’istituto sospetto si trova nella parte nord della città, e questa è l’unica informazione “sicura” che abbiamo avuto. Il resto sono solo congetture, più o meno valide»
Schwarzlight subentrò nel discorso. «E’ logico supporre come i ragazzini selezionati per la scuola provengano da tutto il multiverso, in gran parte invitando i figli dotati dei ragazzi ricchi a partecipare e una piccola parte reperita nei bassifondi delle diverse città» Lo disse ben memore di tutti i momenti passati a spulciare il loro sito e di aver trovato la sezione riguardante le borse di studio «Immagino che quelli possano essere i più dotati di poteri, dato l'esiguità del numero che possono prenderne senza destare sospetti»
«In poche parole comprati dalle loro famiglie per un pugno di guil e la promessa di un futuro migliore per loro» Paine strinse forte il pugno «con successivo lavaggio del cervello per tutti immagino, altrimenti non mi spiegherei molte cose»
«E perché dovremmo trovarne a Midgar?»
Alex fu la più veloce a rispondere. «Calcolo delle probabilità, se davvero offrono borse di studio ai ragazzi poveri alcuni dovrebbero essere di qua, essendo l'istituto di Midgar è sicuro che quasi ogni caso di nascita particolare viene subito riferito a loro, diversamente che da quanto succede in piccole città di mondi lontani.
Subito tutti pensarono a quanti di loro da piccoli sarebbero potuti finire nelle mire dell’organizzazione. L’angelo nero Paine, l’enfant prodige Raiden e molti altri.
Ma soprattutto… perché diamine non si erano presi Brian?
«Abbiamo contattato la polizia di Midgar. Un mese fa due gemelli di dieci anni sono stati rapiti nei bassifondi. La madre era disperata, dopo la morte del marito era l'unica cosa che la spingeva ad andare avanti. Probabilmente non ha accettato andassero nella scuola. Dicono di aver indagato e di aver concluso che si sia trattato di allontanamento volontario» Schwarlight scosse la testa appena conclusa la frase.
«SSe come no.» Il laconico commento dell’angelo nero. «Col cxxxo che hanno indagato»
Xander concordò annuendo leggermente con la testa. Che la polizia non avesse indagato a profusione su casi riguardanti i figli della feccia di Midgar non era una notizia che potesse sorprendere qualcuno. Anzi era la regola.
«Ma quindi rapiscono anche bambini?»
«Sembra di si, probabilmente erano davvero molto importanti per loro»
«Non penso che a Midgar siano però infrequenti i rapimenti di persone»
«La madre ha detto alla polizia che erano.."speciali" ma si è rifiutato di dire oltre»
Era un ago nel pagliaio. Ma da qualche parte bisognava pur cominciare.
«Come detto al briefing, ci recheremo nei bassifondi, il primo obiettivo sarà trovare la madre che ha effettuato la denuncia»
«Da li parlare con lei per capire se i bambini possedessero poteri magici e se si quali, in modo da capire se possano essere stati o meno oggetto di rapimento» Disse Paine
«Cercare poi eventuali indizi o testimonianze che possano indicarci una pista da seguire, sia che porti all’istituto o da altre parti»
«Nel caso non si trovino, prendere un bambino, metterlo in strada e con i nostri poteri simulare che sia speciale. E aspettare. Si Leon sei logorroico, ripeti le stesse cose tre volte. Sempre» Disse Alexandra sorridendo e alzando le spalle.
Entrarono in città senza farsi notare, arrivarono nei bassifondi e iniziarono finalmente la loro missione.
«E’ assurdo che nessuno sappia nulla di questa scuola»
«Boh forse qualcuno sa e ha paura di farsi avanti» Rispose Xander
«O forse sa ma non ha interesse che si sappia» Concluse Paine.
Camminarono in silenzio per una ventina di minuti, addentrandosi sempre di più nelle zone povere e malfamate della città. Così diverse dalla parte alta, sede dell’istituto e ritrovo della parte ricca.
Una dicotomia sempre più evidente e tangibile. I poveri e i ricchi.
Ma se chi ha talento è della prima parte magicamente viene chiamato dalla seconda.
Girarono in un gruppo di baracche dopo un campo di rottami, erano quasi arrivati.
Da qualche bisognava pur iniziare a cercare l’ago nel pagliaio.
Bussarono alla catapecchia.
Ultima modifica di Leonheart88 il 10 feb 2016, 17:03, modificato 1 volta in totale.
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Lenne Silveross
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Re: Missioni

Messaggio da Lenne Silveross »

MISSIONE: ENFANT PRODIGE
«Dobbiamo reagire.» Alexander annuì. «La ShinRa sta cadendo.»
Lo so, avrebbe voluto dire il colonnello. Lo so perché ne ho visti i segni molto prima di lei, Presidente: ho visto Scarlet e Heidegger usare le nostre creazioni come fossero giocattoli per bambini, lo scempio che ne hanno fatto non comprendendone davvero le potenzialità – la perfezione.
«Domani inizierò a fare le mie mosse. Per te ho un altro compito.»
Certo, Presidente. Come sempre, Presidente. Sono ai suoi ordini.
«Quei porci hanno consegnato i loro più sporchi segreti nelle mie mani! Non mi importa come lo farai, trovane uno su cui fare pressione.»
«Sì, signore» la sua voce non tradì nulla. «Con immenso piacere.»
Ti userò fino al midollo e ti porterò via ogni cosa: mezzi, informazioni, strumenti, denaro. Plasmerò io l’avanguardia di una nuova epoca.


Mascella squadrata, occhi azzurri e penetranti, sempre vigili, voce forte, limpida; oltre l’uomo perbene, oltre l’affabile benefattore, Alexander era ancora il soldato cresciuto nelle fila di una società che aveva schiacciato quel mondo sotto il proprio simbolo.
Lenne Madeline sobbalzò all’inattesa domanda, rialzando lo sguardo: nascose le intenzioni dietro l’imbarazzo, dissimulò con la timidezza, sguardo sincero e un lieve rossore sul volto quando le strinse la mano sfiorandole la schiena – incoraggiamento, fiducia.
Per chi era entrata e uscita da troppe vite per poterle contare tutte, vestire una nuova pelle era stato semplice; in silenzio si era fatta istruire da Ma’ lungo il viaggio, assorbendo le informazioni e restituendole una mimica che la Nu Mou valutava e migliorava.
«Non temere. Sono sicuro che qui ti troverai a casa.» Sorriso morbido e rassicurante, timbro profondo e pacato mentre le conduceva oltre l’ingresso – il padre perfetto, un mentore, una guida.
I corridoi dell’Istituto erano quieti ma si respirava un’aria quasi marziale fra le mura, forse un riflesso dell’antico fasto della ShinRa che il Preside portava con sé; le precedette scandendo bene ogni passo, l’incedere sicuro di chi si trova nel proprio mondo.
Il suo ufficio era a pianterreno. A guardia, un giovane poco più che ventenne, esile e alto, mani nervose ed espressione grave.
«Se non le dispiace» si rivolse a Muudra «desidero scambiare quelle due parole in privato con la ragazza. Yance si occuperà di fare le mie veci per qualche minuto: è un eccellente oratore ma spesso si lascia prendere la mano, non esiti a fermarlo» ridacchiò sommessamente, arruffando la zazzera scapigliata dello studente.
Aprì la porta, facendosi da parte per lasciar passare la ragazza prima di seguirla all’interno. La stanza pareva uno spazio nato per accogliere, non per nascondere: soffitto alto, una grande finestra, la luce a riscaldare l’ambiente dalle veneziane socchiuse.
«Non ci sentirà nessuno» la invitò a sedersi, cordiale, mentre lui si appoggiava alla scrivania. «Puoi raccontarmi ogni cosa.»
Madeline aprì la bocca, la richiuse, si morse il labbro, finse.
Portò la mano al viso. Tolse una lente a contatto, poi l’altra, offrendo all’uomo uno sguardo che non era umano; lo sentì trattenere il respiro, lasciò che s’avvicinasse e si chinasse sopra di lei.
Allungò una mano senza chiedere, sfiorò gli zigomi risalendo fino alle ciglia; percorse con la punta delle dita il suo marchio.
«Sono bellissimi.» La pupilla si restrinse a quelle parole, una fessura affilata e scurissima, mentre Alexander studiava il colore dell’iride, le sfumature, un quieto verde che virò a tinte più scure.
Madeline Lenne rimase immobile, respirando a malapena.
«Immagino sia una reazione dovuta a una spinta emozionale di una certa importanza» osservò interessato, corrugando pensieroso le sopracciglia. «Adrenalina, forse. Endorfine, perché no.»
Un corpo spezzato, cavi che pompano nel cuore stanco e sfilacciato, aghi che iniettano dosi tanto concentrate da ammazzare una chimera.
«All’inizio non sarà stato sempre così, probabilmente hanno mantenuto il loro colore, mutando a volte, poi sarà servito un lasso di tempo maggiore a tornare come prima» continuò scorrendo il referto medico. «Ore, giorni. Settimane e mesi. Infine, mai più.»
Fissò assorto una teca di vetro fino a scegliere una bottiglia piena per tre quarti. Madeline si concentrò sul bicchiere che lentamente si riempì di un liquido fangoso, dall’odore pungente, e restò in silenzio anche quando l’uomo ritornò a sedere con calma.
«Tu pensi che sia un nostro… dovere essere giudicati?» chiese mentre si rigirava il bicchiere fra le mani, guardandola attento.
Dondolò sulla sedia. Batté un paio di volte le palpebre, mostrandosi confusa. «No…» si torturò una pellicina, la strappò fino a farla sanguinare, stornò il volto. «Io… non so. Sono un mostro.»
Lui scosse il capo. «Mostro è soltanto il nome che diamo a ciò che non capiamo, a ciò che sfugge ai limiti della mente umana, a qualcosa di tanto straordinario da non potere essere capito.»
Annuì, esitante. Prese un respiro più lungo del precedente.
«Voglio domandartelo di nuovo. Credi che sia opportuno?»
Spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro, gli rivolse un’espressione apprensiva, fiduciosa. Il silenzio parlò per lei.
«Non si può giudicare persone come noi, Madeline» annuì, allungandosi appena sulla scrivania. «Persone speciali come noi.»
«Eppure è già successo» la voce assunse una sfumatura bassa, cupa, sorprendendolo. Alexander attese che proseguisse. «La gente si arroga da sempre il diritto di giudicarci ed emarginarci.»
Sorrise, erano proprio le parole che sperava di sentire da lei.
«La paura governa il mondo. La paura della morte, la paura del dolore, del diverso: gli uomini temono il cambiamento, ci rifiutano, tremano di fronte alle infinite possibilità offerte dal futuro.»
Raddrizzò le spalle, cercò il marchio senza nessun timore.
«Hai un dono. Non devi temerlo né respingerlo, devi coltivarlo e noi, io, siamo qui per questo, perché non sei sola e soprattutto non sei sbagliata. Ora te la senti di parlare della tua storia?»
E la giovane iniziò a raccontare, recitando la parte: gli parlò di una bambina dagli occhi castani, del padre Jeremiah con la sua risata contagiosa; le sue battute un po’ vecchie e un po’ scontate, il gatto obeso sul divano che faceva impazzire Leianna, la madre.
Gli confessò com’era la vita prima, quella che ancora sognava e non avrebbe mai potuto avere; non più, non dopo l’incidente.
Lo smantellamento di un vecchio reattore, una falla nella recinzione, la caduta e tutto quel verde. Le avevano fatto degli esami ma la sostanza non ha legato con il DNA, era stato detto, non corre alcun rischio d’intossicazione, avevano aggiunto; la bambina starà bene, avevano rassicurato i suoi genitori, è libera di andare, firmato.
Non era vero. Non era vero e una notte la Mako si era attivata bruscamente nel suo sistema metabolico – una fame insaziabile.
Dita lievi. Mani fredde e precise, gesti lenti e calcolati, scivolano lungo tutto il rachide. «D’ora in poi non avrai più alcuna convulsione.»
«Può bastare» la interruppe l’uomo «non voglio spingerti a ricordare oltre, eventi simili sono difficili da superare e non importa quanto tempo sia trascorso.» Spinse indietro la sedia. «Torniamo dalla signora Muudra, continueremo il giro dell’Istituto e discuterò con lei i particolari della tua permanenza» disse circondandole le spalle con gesto protettivo mentre uscivano. «Non ti obbligo a rimanere ma vorrei sapessi che teniamo al tuo futuro.»
Madeline annuì con un debole cenno del capo, abbozzò un sorriso, ringraziò; all’istinto di Lenne, tuttavia, la voce del Preside sussurrò altro, forse proprio ciò per cui si trovavano lì a indagare.
«Ah, Morn!» Avevano raggiunto Yance e la Nu Mou, a far loro compagnia un uomo (forte, zigomi alti, calvizie incipiente) al quale Alexander si rivolse con calore. «Sarei venuto a cercarti ma hai fatto bene a precederci.» Guardò le sue ospiti. «Posso presentarvi Cayde Morn, il responsabile del Centro di Addestramento?»
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
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schwarzlight
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Re: Missioni

Messaggio da schwarzlight »

MISSIONE: LA LUNGA RONDA


- Non risponde nessuno...
- Strano. Chi non aprirebbe la porta a quattro Seed armati nei bassifondi di Midgar?
Leon lanciò un'occhiata di tralice a Paine, che sorrideva candidamente come se non avesse aperto bocca. Scrutò di sottecchi Alex, che poco più dietro trafficava con il codec già da qualche minuto.
- Che combini?
- Gioco a Koyokoyo Crush. Dunque? Che si fa, caposquadra?
- ...entriamo lo stesso. Xander, io vado avanti, tieniti pronto a coprirmi le spalle.
- Sissignore.
Non ci fu bisogno di sfondare la porta: la maniglia si abbassò docilmente, facendo scattare la serratura. L'interno era in ordine, ma vuoto e polveroso. Molto vuoto e molto polveroso.
Un rapido giro nella camera da letto, unica altra stanza della baracca, rivelò la stessa identica situazione. Niente tracce, niente segni di collutazione. I vicini non ne sapevano nulla, erano stati loro a indicare quel luogo come la residenza della donna.
- Aggiungendo che non la vedevano da un po' di tempo. Diamine, la pista ormai è fredda.
- Non può essere un caso la sua scomparsa... - disse Xander al suo rientro dall'esaminare l'esterno della casa - ma sicuramente non è legata al nostro caso: è evidente sia accaduto ben prima.
- Probabilmente in seguito alla denuncia.
- Lo penso pure io.
Silenzio. Paine si sedette con noncuranza su una delle tre sedie sgangherate presenti in quel tugurio, incrociando le gambe impaziente. Xander rimase immobile al suo posto, in attesa di ordini da parte di un Leon che non riusciva a trovarne, in quella situazione. Si riscosse per rivolgersi ad Alexandra, rimasta in piedi sulla soglia tutto il tempo.
- Alex, sei proprio sicura fosse l'unico caso ad avere qualche possibile legame con la nostra struttura?
Lei, dopo qualche istante di silenzio e una notifica letta, alzò finalmente lo sguardo dallo schermo.
- Certo. E lo sai perché? I due ragazzini, Charles e Lester Straale, erano gli unici, in mezzo a centinaia di altri casi di rapimento, ad essere inseriti anche nel database dei talenti sotto osservazione della Seed. Sì, esiste un archivio del genere. In quello stesso archivio sono presenti accenni al P.J. Willborough come fonte di soggetti interessanti da reclutare. Per quello è stato facile trovarla.
- ...E perché non l'hai detto subito che effettivamente avevano dei poteri speciali?
- Perché non lo sapevo. Potevano essere semplicemente molto bravi nell'usare la magia o avere una mira eccezionale; che non sono esattamente il tipo di abilità che cerchiamo.
- Non lo sapevi? Dimmi che l'uso del passato indica un cambiamento...
La Seed sorrise a Paine.
- Non avrete davvero creduto al fatto che stessi giocando, vero?
Leon si fece avanti.
- Ma come?! I nuovi livelli sono importantissimi, come puoi dirmi che non vuoi completarli tutti subito?!
- Dunque?
- Dunque, erano informazioni riservate, ci ho messo un bel po' per l'autorizzazione, ma il risultato è che i due fratelli erano molto bravi nell'uso della magia.
- ...sarebbe particolare... perché?
- Nell'uso della magia senza materie.

[*PLIN PLON* Vi ricordo che nel mondo di FF7 la magia non si può utilizzare senza le materie... quindi sì, è decisamente un'abilità degna di nota e paragonabile a un superpotere xD]

***

- Quindi, facciamo il punto della situazione. Abbiamo:
  • Una scuola per talenti "speciali"
    Due bambini scomparsi dalla capacità di poter usufruire della magia nonostante non possiedano alcuna materia.
    La madre che ne ha denunciato il rapimento, scomparsa a sua volta.
    L'Istituto P.J. Willborough, al momento unica struttura che potrebbe corrispondere alla scuola da noi ricercata.
Le piste non ci mancano... il problema sono le prove che non troviamo.
- Secondo me il problema è un altro: ci stiamo perdendo. Stiamo prendendo l'indagine troppo alla larga, purtroppo di gruppi malavitosi e di mercenari che reclutano futuri soldati ce ne sono fin troppi. Dovremmo fare un gran passo indietro: alla base del problema. Noel.
- Indagare su di lui, dici?
Alex annuì in direzione di Xander, mentre Leon rifletteva sulla proposta.
- Assurdo come non ci abbiamo pensato, in effetti. Se troviamo informazioni su di lui, probabilmente troveremo il collegamento con la scuola in questione.
- Anche perché, mettiamo caso che la Willborough sia effettivamente una scuola per persone con poteri particolari... come facciamo ad essere sicuri sia quella a cui si riferiva Noel?
- Allora è deciso: concentreremo le nostre ricerche su Noel Black. Dove viveva, se a Midgar lo conoscevano e se frequentava quella scuola. Ma senza dare nell'occhio; qualunque cosa ci sia sotto, un attacco alla Seed o solamente alla persona di Black, non attiriamo l'attenzione del colpevole.
Il breve briefing si chiuse lì. La squadra lasciò la casa della famiglia Straale, abbandonando la pista non percorribile del rapimento dei due figli e la scomparsa della donna. Non sapendo dove cominciare le ricerche, decisero di dividersi: due sarebbero rimasti nei bassifondi, e due sarebbero saliti ai settori superiori.
- Comunque... sei stata in gamba a trovare le informazioni così velocemente. Come hai fatto?
La donna sorrise enigmatica.
- Forse ti sembrerà strano, Leon, ma Calien e Brian non sono gli unici a saper cavare informazioni dal database dell'Ordine. E il Capo della Sicurezza di un Garden ha molte più autorizzazioni di quanto pensi.
Spoiler
Non ho specificato apposta chi va dove, così ognuno fa come preferisce XD
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*Paine*
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Re: Missioni

Messaggio da *Paine* »

MISSIONE: LA LUNGA RONDA


Paine non ci pensò due volte e prese alla svelta a braccetto Alex.
I bassifondi puzzavano di roba strana e stantia, luogo decisamente non adatto a due signore.
Ad una signora e mezzo.

Paine: Andiamo noi in superficie a raccogliere informazioni! Diciamo che abbiamo un paio di argomentazioni molto più interessanti di vuoi uomini!
Leon: Siete sicure di non preferire due squadre miste per evitare che qualcuno vi metta le mani addosso o vi faccia del mal... Ok sono un'idiota.

La cadetta lo guardò sorniona, credere che qualcuno potesse realmente metter loro le mani addosso era fuori da ogni logica, le sarebbe bastato gran poco per spezzare un paio di braccine al primo che solo col pensiero ci avesse provato.
Xander non era totalmente convinto della decisione delle due donne, ma se al caposquadra stava bene così, allora gli avrebbe dato una mano a raccogliere informazioni.

Leon: Teniamoci in contatto via codec!

********

Alex: Questa camicetta mi sembra un po' troppo scollata...
Paine: Secondo me è perfetta! Il blu di Persia ti dona parecchio e mette in risalto ogni tua curva. Deciso, prendiamo questa e quella color melanzana per me! Poi ci abbiniamo dei pantaloncini e degli stivaletti alti.
Alex: E chi paga?
Paine: La carta oro degli anziani dell'Ordine ovvio!

Effettuato il pagamento e provveduto a nascondere le divise in due ampie borsone da donna abbinate ognuna al proprio vestiario le due ragazze si avviarono per le strade cosparse di negozi al centro di Midgar.
I tacchi le davano un po' fastidio, ma niente in confronto ai trampoli che sceglievano per suo conto i segretari di suo marito per i numerosissimi eventi a cui era costretta a partecipare in quanto moglie dell'anziano.
Alexandra invece sembrava molto più a suo agio, una vera signora.

Paine: Ti vedesse ora Gaudenzio, sono sicura che ti castigherebbe seduta stante....
Alex: Prego?
Paine: Niente, niente, pensavo ad alta voce. Hum... Fossi un ragazzino di 17 anni dove andresti nei momenti di svago per staccare da un'ipotetica scuola di alto borgo?

La SeeD incrociò le braccia pensierosa, aveva letto più e più volte la scheda di Noel Black, non era espresso nessun tipo di hobby o qualsiasi cosa che potesse dar loro una pista per indagare.
Una delle cose logiche che avrebbero potuto fare era controllare gli averi del ragazzo presenti nella stanza, ma sarebbe stato stupido tornare al Garden.
All'Angelo Nero venne un'idea, scontata ma pur sempre un'idea.

Paine: Io andrei in una sala giochi, siamo vestite abbastanza trendy da risultare delle teen agers del posto. Magari possiamo simulare una pseudo relazione a tre, un triangolo amoroso!
Alex: Fa un po' senso visto che stiamo parlando di un morto...

Paine alzò le spalle, alla fine era una scusa come un'altra che avrebbe permesso loro di avere le informazioni necessarie.
Appena entrate individuarono subito un paio di polli, il primo aveva due grandissimi occhiali, molti brufoli e l'apparecchio ai denti, il secondo invece aveva i denti di fuori e sputazzava parlando.
Stavano discutendo su quale moguri da combattimento fosse più valido in Mogu Street Fighter.
Si avvicinarono ancheggiando, Paine prese parola subito avvicinandosi da dietro all'orecchio del dentone, anche perché da davanti ci voleva l'ombrello.

Paine: Il migliore è sempre quello che ce l'ha più grosso.... il fucile.
Alex: Secondo me invece il migliore è quello che ha più resistenza.... fisica.

I due ragazzi si voltarono e nel vederle per poco non svennero.
Il sogno di ogni Nerd avere davanti due pupe da urlo del genere.
Alex si avvicinò al cabinato posando la mano sul pomello della leva di movimento muovendo lentamente la mano verso la base per poi stringerla con decisione.

Alex: Posso?

L'occhialuto deglutì annuendo.
Non potevano sapere che Alex fosse una veterana del picchia duro cabinato, mentre Paine...
L'unica volta che aveva provato, e poi brutalmente perso, del cabinato non era rimasta integra nemmeno la levetta.
Si fece comunque forza e si avvicinò al dentone in partita contro la SeeD, il seno premeva sulla schiena del ragazzo che sudava e respirava affannosamente.
Dopo una kill facile contro Alex, Paine esultò abbracciando da dietro il povero malcapitato, il cuore stava accelerando più del dovuto.

Alex: Nooo, ho perso dannazione!
Paine: Urrà! Ha vinto lui, ha vinto lui! Te l'ho detto che quel Noel Black non ti aveva insegnato poi così bene a giocare!

La SeeD si appoggiò con le mani al viso sulla spalla dell'altro ragazzo che, imbarazzato, le dava buffetti sulla schiena incapace di consolarla.

Alex: Non dovevo fidarmi per niente di lui!
Paine: Non sarà mica un vostro amico spero! Ha fatto piangere la mia amica!

I due Nerd scossero il capo imbarazzati, dopo una conversazione fatta quasi più di balbettii che frasi vere, le due dedussero che la sala giochi non fosse il posto giusto dove cercare informazioni.
Congedarono i ragazzi con la scusa del bagno e se la telarono via velocemente.
Un altro buco nell'acqua.
Quella missione stava snervando Paine più del solito, non avere piste certe e non cavare un ragno dal buco la facevano annoiare ed incazzare allo stesso tempo come il dover sistemare i medicinali dopo i rifornimenti.
Uscirono dalla sala giochi percorrendo la via principale, nessun altro posto in quella città triste poteva indicare altri posti in cui dei ragazzi potevano rifugiarsi anche solo per far due chiacchiere.

Paine: Magari era uno con gli ormoni a palla... Entriamo in un nightclub club e ciccia.
Alex: Non sono tutti Angeli Neri nel mondo.
Paine: Questo è un rifiuto bello e buono presumo.
Alex: Decisamente sì!
Paine: Dovevo scegliere Leon....

Alexandra portò la mano al volto in puro facepalm, la dottoressa rise.
La via terminava con un piccolo baretto che rispetto agli altri negozi e locali era un pugno nell'occhio al buon gusto, tende a scacchi rosse e bianche legate da cordoncini gialli.
Ai davanzali erano presenti fiori di tante varietà e colori, sembrava più una casetta se solo non ci fosse stato scritto su di una tavoletta in legno decorata “Sweet Flower Pub”.
Paine si batté la mano con forza sulla testa, come aveva fatto a non pensarci prima?

Paine: Ma certo! Uno talmente rincoglionito che per rifugiarsi da un assassino si rifugia nel nostro Garden che ha il sistema di sicurezza della casetta dei Teletubbies, non può che frequentare sto posto!

Calò il silenzio quando la dottoressa si rese conto di avere lo sguardo assassino della collega addosso.
La guardò con sguardo da cerbiatta ferita, Alex tené duro, ma quando comparvero i lacrimoni distolse lo sguardo.
L'idea della cadetta comunque non era malvagia, entrare e chiedere in giro sembrava ormai l'unica ancora di salvezza che le due avevano per non fare un buco nell'acqua come con i gemelli.
La prima ad entrare fu Paine, si guardò attorno, il locale, come previsto, era deserto se non per un barista sulla cinquantina.
Sulla targhetta c'era scritto “James”, camicia dello stesso colore delle tende, barba folta e lunga come i capelli entrambi rossicci.
Quando vide entrare le due donne deglutì, gusti orrendi in fatto di arredamento e vestiario, ma a quanto pare non di donne.
La dottoressa sorrise maliziosamente mentre si avvicinava al bancone sventolandosi con la mano destra come se fosse accaldata e tirando la camicetta in avanti con l'indice della mano sinistra.
Anche Alex non era da meno, tirò indietro i capelli con una mossa secca della testa scoprendo anch'essa la mercanzia.
Fossero potuti uscire gli occhi dalle orbite al povero James, l'avrebbero fatto.
Le due si sedettero agli sgabelli che si trovavano di fronte al bancone.

Paine: Buongiorno! Fiù che caldo, fa sempre così caldo a Midgar?

Il barista si scosse dall'imbambolamento convincendosi a fissarle negli occhi.

James: Sì, insomma no, buongiorno signorine, cosa posso servirvi?
Alex: Un'acqua tonica grazie e per la mia amica...
Paine: Un angelo azzurr...

Il calcio di Alex arrivò secco nello stinco di Paine che si trattenne dal bestemmiare.
Si corresse subito.

Paine: Una Shwepps al limone grazie. Proprio un bel posticino accogliente questo, i miei complimenti James.
L'uomo arrossì, probabilmente non era abituato che una donna lo chiamasse per nome, sorrise impacciato.

James: La ringrazio, una volta era molto più popolato di ora, adesso gli unici che vengono a passare qualche ora qua sono gli studenti dell'Istituto P.J. Willborough. Dicono che tutta questa pace faciliti loro lo studio. Se non ci fossero stati loro a farmi compagnia avrei chiuso subito i battenti. I costi sono tanti, ma sono dei così bravi ragazzi che mi dispiace negargli il loro angolo di pace.

Le due aguzzarono le orecchie, BINGO!
Ora bastava solo non farsi prendere dal panico e giocarsi bene le proprie carte senza destar sospetti.
Alexandra sorseggiò la sua acqua tonica poi posò il bicchiere.

Alex: Ho sentito vagamente parlare di quella scuola dal mio ex ragazzo, purtroppo ci siamo lasciati in malo modo... Maledetto Noel!

L'uomo sorrise nel sentir quel nome, il suo sguardo si illuminò come se stessero parlando del figlio che non aveva potuto avere, a Paine si strinse il cuore, sarebbe stato un duro colpo per lui scoprire la sua morte.
Abbassò il capo per poi risollevarlo raggiante.

James: Strano, non è da Noel spezzare il cuore di una così gran bella ragazza...
Alex: Mi chiami Alex se desidera.

L'uomo avvampò ancora violentemente, tutto ciò lo stava portando proprio dove desideravano.

James: A-Alex credo che se tu parlassi con Noel potresti risolvere la situazione, è veramente un bravo ragazzo! Nei momenti di vacanza veniva spesso qua ad aiutarmi con l'inventario e la pulizia del locale, ne nascono pochi di ragazzi come lui. Non lo vedo da un po', sta bene?

Alex irrigidì, ma Paine rispose prontamente.

Paine: E chi lo ammazza! Piuttosto, come mai oggi non è arrivato nessuno studente?

James soppesò le parole da dire, la notizia era vecchia lì in città, ma non c'era stata così tanta divulgazione nelle città circostanti che subito dimenticarono l'accaduto.

James: Ultimamente c'è stato un cambio di testimone nella presidenza, l'ex preside dell'istituto è stato congedato per una “mala gestione degli studenti” o almeno così si vociferava in giro.
Alex: Mala gestione? Ci sono stati reclami da parte dei genitori?

L'uomo scosse la testa deciso.

James: Non proprio, il fatto è accaduto qualche mese fa, c'è stata una rissa tra due studenti ed uno è finito in ospedale. Nulla di grave, ma tutto ciò ha portato ad una riunione del consiglio studentesco che ha preferito congedare l'ex preside piuttosto che infangare il buon nome della scuola, infatti la notizia non è quasi trapelata fuori Midgar se non tramite giornali di poco conto.
Paine: Capiamo perfettamente purtroppo.

James guardò meglio Paine ed Alex, avevano qualcosa di strano, le loro domande erano strane.
Improvvisamente batté il pugno contro il palmo della mano e sorrise raggiante.

James: Voi non conoscete Noel Black! Dite la verità, siete delle giornaliste!

Alexandra portò le mani alla bocca stupita, sapeva recitare veramente molto bene.
Estrasse dalla tasca un biglietto da visita e lo porse all'uomo.

Alex: Ci ha scoperto signor James, non volevamo ingannarla, ma sa come funzionano queste cose, la gente è sempre un po' restia nel parlare con i giornalisti...
Paine: Stiamo scrivendo un articolo da pubblicare come inserto nell' Edge Post che sarà presente nella prossima edizione del Daily Junon.

L'uomo si sporse verso le due donne con gli occhi lucidi di chi vedeva realizzato il proprio sogno di gloria,

James: Aggiungerete anche me come fonte ai vostri articoli?

Alex prese le mani dell'uomo tra le sue e lo guardò amorevole.

Alex: Senza ombra di dubbio signor James!

Il codec di Paine vibrò da dentro la borsa, molto probabilmente era Leon, non lo sentivano ormai da più di quattro ore, anche se non avesse avuto notizie sarebbe stato sicuramente preoccupato.
Bisognava velocizzare la cosa.

Paine: Uhh è già quest'ora? Dalla sede ci staranno sicuramente aspettando per l'articolo. Signor James, la ringraziamo per le informazioni, quanto le dobbiamo?
James: Nulla, questa volta offre la casa.

Ringraziarono l'uomo con un sorriso e si avviarono verso la porta.
Poco dopo girato l'angolo, Alex prese prontamente il codec in mano informando Leon su cosa avessero scoperto.
La sfera è perfettamente isometrica! cit.

"Attenti alla Vecchi Zia *Paine*, se fate gli utenti cattivi potrebbe trucidarvi! :twisted: "

Immagine
Scheda Paine

Oh, oh piccola Paine
Oh, oh piccola Paine
Piccola Paine stanotte hai picchiato
Tutti i nemici che ti hanno sfidato
Tutti i pazienti dell'infermeria
Che tempo e pazienza ti portano via...


[spoiler]
Le perle di zell987 ha scritto:
1: pota.... la fatina malvagia non credo sia mai esistita.... e se è esistita sta pur certa che o l'hanno uccisa o è morta per conto suo;

2: Io non ho una manica, ho un mazzo pieno di assi.

3: Tizio gay: Ma si, dai, bisogna essere aperti...

Zell (non conscio dell'orientamento sessuale del tizio): SI MA NON DA DIETRO!

4: il dialetto è l'arma che dio ha dato alle popolazioni locali per insultare i nemici con stile ed eleganza

5: dio non mi ha donato quella marcia in più, perchè, in quanto uomo, mi ha donato il pomello del cambio :-O

6: Parlando di problemi sentimentali della sottoscritta: Prova a vendergli un aspirapolvere, secondo me fai un affare! Te lo vendo a 10! No, lo voglio comprare a 15! 20! 30! Venduto!
Beh, però devo ammettere che forse 30 euro con un aspirapolvere rotto non glieli prendi
Lì ti ha fregato! :sisi: (una delle mie preferite! xD)

[/spoiler]
sanji5
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Re: Missioni

Messaggio da sanji5 »

MISSIONE: ENFANT PRODIGE
«Signorino Yance, la prego, potrebbe essere così gentile da portarmi una sedia? Mi perdoni ma alla mia età diventa doloroso stare fermi in piedi per troppo tempo.»
Yance tornò qualche istante dopo con una comoda poltroncina, meno pesante di ciò che sembrava, e con movimenti esageratamente lenti Ma' si sedette, assumendo un'espressione contrita di dolore.
«Mi auguro che questo sia il posto giusto per la mia cara Maddie. Tutto questo viaggiare non le fa assolutamente bene. Ma questa scuola sembra molto bella. Lei è contento, signorino Yance?»
«Solo Yance, la prego; e mia del tu, così mi mette in imbarazzo. L'Istituto è fantastico, sono molto contento.»
«Capisco. Lo immaginavo sai, hai decisamente l'aspetto di una persona felice di essere qui. Se posso, come vi preparate alla ”eccellenza”? La brochure è molto esauriente ma il resoconto dei diretti interessati non ha paragoni.»
«Studiamo molto, per lo più; una marea di cose che ci aiuteranno in un futuro, dall'economia all'etica, lingue e culture di altri paesi e mondi. E' un'educazione a 360 gradi. Sono molto fortunato a poter frequentare l'Istituto.»
«Una spiegazione impeccabile, Yance. Posso farti una domanda un po'... indiscreta?»
«Farò del mio meglio per risponderle.»
«Ecco, vedi. I genitori di Maddie le hanno lasciato una buona somma a disposizione, ma più il tempo passa, più diventa difficile occuparsi della sua istruzione in tempi ragionevoli, e la mia modesta pensione non è abbastanza per recuperare le perdite. Questa scuola sembra davvero eccezionale, ma sono preoccupata per la retta annuale.»
«Non c'è bisogno di preoccuparsi, signora! L'Istituto è molto generoso con i suoi allievi più promettenti. Le racconterò un piccolo segreto: non mi piace sbandierarlo ai quattro venti, ma anche la situazione economica della mia famiglia non è delle migliori, ma le borse di studio hanno coperto ogni spesa fino ad oggi, e hanno pure permesso ai miei genitori e alla mia sorellina di ricollocarsi dai bassifondi alla città! Devo molto all'Istituto, sarò sempre riconoscente.»
«Sei stato molto gentile, Yance. La mia Maddie non conosce nessuno a Midgar, spero tu possa starle accanto e diventare suo amico.»
«Con piacere! E' una ragazza molto carina. Cioè, simpatica! Volevo dire simpatica.»

«Maddie!»
Al rumore della porta aperta, Ma' interruppe in fretta la conversazione con Yance e si girò in direzione di Lenne a braccia aperte.
«Sa.»
Un sussurro impercettibile al di fuori di quell'abbraccio. Il piano stava procedendo senza intoppi.
«Posso presentarvi Cayde Morn, il responsabile del Centro di Addestramento?»
Era arrivato poco prima, tanto che non avevano ancora avuto modo di presentarsi propriamente. Lasciò andare Lenne e strinse la mano all'uomo.
«Andiamo a fare u giro fuori» propose. «Alcuni studenti si stanno allenando proprio in questo momento, così potrà osservare di persona il nostro programma.»

Per un presunto centro di addestramento per armi umane (o così sosteneva Noel Black), le strutture a disposizione degli studenti erano quanto di più banale ci si potesse aspettare da una scuola ben finanziata: due campi da tennis, un campo da basket, una piscina e una pista standard da atletica con all'interno un campo di erba nel quale, in quel momento, due squadre disputavano una partita di calcio a cinque.
«Devo dire che sono rassicurata da questa ordinarietà. La parola “militare” nella brochure mi aveva alquanto spaventata. Non so se la mia Maddie possa sostenere una vita del genere; non sono nemmeno sicura sia adatta a dei ragazzi così giovani, ad essere sincera. Senza offesa.»
Morn scoppiò in una risata piena e sincera, alla quale seguì quella di Alexander, un po' più forzata.
«Devo ciò che sono alla disciplina che ho ricevuto, signora, questo è innegabile. Ammetto che con gli anni posso essermi addolcito. Una buona mente vale poco senza un corpo sano che possa mettere in atto ciò che si prefigge. Il rispetto per le regole e i superiori, l'umiltà, il senso di comunità e del dovere... questo è quello che conta e che cerchiamo di insegnare ai ragazzi.»
«Mi trova perfettamente d'accordo, Preside.»
«Morn, porta Madeline la piscina più da vicino.»
Morn fece un cenno di assenso al Preside e invitò Lenne a seguirlo, lasciando Alexander e Ma' da soli.
«Allora, come le sembra l'Istituto?»
«E' tutto molto affascinante. Sono molto colpita, Preside Morrison.»
«Mi fa piacere. Se non ha altre domande, possiamo tornare in ufficio, sbrigare le ultime formalità e iscrivere Madeline oggi stesso.»
«A dire il vero... mi perdoni, sono tremendamente imbarazzata.» Ma' indietreggiò sfregandosi le mani, faticando a trovare le parole per andare avanti. «Ecco, vede, sono ancora molto indecisa. Madeline è una ragazza molto particolare, forse...»
«Muudra»
Alexander Morrison scatto verso Ma', cingendole le mani e portandole verso il suo petto, costringendola ad alzare lo sguardo e guardarlo negli occhi, dal basso verso l'alto, quasi in punta dei piedi.
«Penso di capire a cosa si riferisce. Madeline mi ha parlato dell'incidente, prima nel mio ufficio. Si tratta di questo per caso?»
«Oh accidenti, povera me! Oh Madeline.»
Alexander mollò la presa per permettere a Ma' di ricomporsi, ma poco dopo tornò a consolarla, appoggiando la mano sulla sua spalla.
«Non volevo essere inopportuno. Ho pensato, per il bene di Madeline, di doverla informare.»
«La scongiuro, non dica niente a nessuno. Non è pericolosa. Dovremo andare ora, mi scusi.»
«Aspetti,» disse, stringendo appena la presa, «mi lasci finire.»
Si sedettero su una panchina.
«Non è raro che i nostri studenti abbiano difficoltà ad eccellere in scuole tradizionali. Disabilità fisiche o mentali, problemi relazionali e caratteriali, un passato turbolento... il potenziale di queste persone non sarà mai realizzato senza un accesso a strutture adeguate come le nostre. Credo fermamente che l'Istituto sia in grado di offrire a Madeline tutto l'aiuto necessario per integrarsi nella società, in un futuro. Siamo dalla sua parte.»
«Io... grazie di cuore,» balbettò, tamponando con un fazzoletto gli occhi asciutti. «Devo confessarle, adoro la piccola Madeline, ma alla mia età, e a sola per giunta, è così difficile crescere una ragazza così giovane! Il terrore di non aver fatto un buon lavoro mi tormenta.»
«Ha fatto un ottimo lavoro, signora Muudra, con le risorse a sua disposizione. Crescere una persona è un'impresa troppo grande per essere affrontata da soli – ci permetta di aiutarla.»
«Penso... sì, penso che accetterò il suo aiuto. Ora capisco perché Maddie l'abbia presa in confidenza così presto. E' una persona magnifica.»
«Così mi imbarazza. Vogliamo solo il meglio per Madeline e tutti i nostri studenti, è la nostra missione. Mi segua nello studio, prego.»
***
«Sei ufficialmente una studentessa dell''Istituto P.J. Willborough per l'Eccellenza delle Future Generazioni. Domani sarà il tuo primo giorno di scuola; torneremo in Garden per fare le valigie e torneremo a Midgar questa sera, dove dormiremo nella stanza d'hotel che Brian ha già prenotato.»
Lenne annuì.
«Ti contatterò io.»
MISSIONE CONCLUSA
grevier
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Re: Missioni

Messaggio da grevier »

- Come pensi che uno appena maggiorenne e frequentante di un prestigioso istituto come quello possa venire in un posto cosi

Esordì Xander appena entrati nell'ennesimo locale

- Perchè che c'è di male?
- E' uno strip club
- Quindi??
- Niente...lascia stare...

Concluse il cadetto con un facepalm lasciando Leon a fare le prime domande in giro mentre lui controllava se c'era qualcuno che potesse essere di interesse per la ricerca ma dopo poco si rivelò tutto inutile non era il posto giusto cosi, dopo circa un'ora e mezzo stipendio di Leon nelle mutandine delle spogliarelliste, si apprestarono ad andare quando dall'ingresso entrarono due ragazzi con la divisa dell'istituto che si andarono a mettere subito in prima fila

- Visto che avevo ragione? Lo sapevo che era un buon posto

Xander si limitò a guardare senza speranze il compagno mentre si sedevano ad un tavolino nelle vicinanze dei due giovani

- Ahh finalmente siamo arrivati, il miglior locale di strip ed è anche lontano da quei rompipalle del Willborough
- Sei sicuro che qui siamo al sicuro? Non voglio finire in punizione o peggio...
- Fidati Otto non è la prima volta che vengo qui e devi vedere che sventole
- O..ok se lo dici tu...

Entrò quasi subito la stripper di turno per l'esibizione ma nei due non notarono nulla di strano e non tirarono mai fuori il nome di Noel, i due SeeD stavano per andarsene nuovamente quando la conversazione prese un aspetto interessante

- Allora che ne pensi?
- Avevi ragione ne valeva la pena
- Che ne dici se rendiamo la cosa più interessante?
- Finn che vuoi fare?!? Lo sai che non dobbiamo usare le nostre abilità all'esterno
- Chi vuoi che se ne accorga e poi ammettilo che vorresti anche te vedere di più

L'altro non fece in tempo a replicare che il ragazzo fece un movimento con la mano e i nodini del pezzo sotto del costume della stripper si sciolsero per la gioia di tutti

- WOOOO ora si che è meglio

- Leon hai visto?
- Si :smt007
- Intendevo il ragazzo
- Si si ho notato anche quello, quel ragazzo ha un futuro
- Ma soprattutto quel ragazzo ha dei poteri e di logica anche l'altro dovrebbe averne
- Molto probabile aspetta...

Leon interruppe la conversazione e tirò fuori il Codec per leggere e rispondere al messaggio di Alex infine aggiornò il compagno

- A quanto pare le ragazze hanno una pista
- Bene, quindi ci riuniamo a loro
- Si le ho già avvertite che stiamo andando
- Ok ti seguo

I due, con dispiacere del caposquadra, si alzarono e uscirono per riunirsi al resto della squadra
Spoiler
Si abbastanza fiacco ma non avevo ne idee ne tempo per fare di meglio, vai albe pensaci tu
Leonheart88
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

Usciti dal locale i due decisero di seguire per qualche minuto i due ragazzini, più per noia che per reale necessità. Quando li videro dirigersi in maniera inequivocabile verso i quartieri alti decisero di lasciare perdere. Probabilmente stavano tornando a scuola, o comunque non era importante.
«Conclusioni?» Disse il cadetto.
«Direi che possiamo concludere in maniera inequivocabile che i ragazzini dell’istituto sanno usare poteri strani, anche se davvero moolto utili»
«E questo ormai è assodato, ma purtroppo non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto sapevamo prima»
Xander si portò la mano al mento e sospirò sconsolato.
«Si, e questi due erano solo due ragazzini idioti, andare in un night club...»
Silenzio imbarazzato.
Con Xander che per un secondo si immaginò degradato a piastrella della camera di Egil. Poi si ricordò che Leon non era più vicepreside. Al massimo poteva sgozzarlo con una Claymore. Al massimo.
«Fai bene neanche a me piace chi ci va sempre»
«E’… una domanda trabocchetto?»
«… perché dovrei pagare per vedere il latte quando posso berlo gratis?»
Logica ineccepibile.
E ora? Che si poteva fare?
Leon prese il codec.
«Uhm Paine ha detto che il vecchio preside dell’istituto è stato licenziato, vediamo un po’ se riesco a trovare qualche notizia su di lui»
E come aveva detto l’angelo nero, trovarono qualche notizia sul cambio di gestione soltanto spulciando l’edizione online di alcuni giornali assolutamente solo locali. Gli eventi in sé erano praticamente quelli raccontati dal barista, niente di particolarmente rilevante. Ma almeno c’era il nome.
Brad Stimkins.

Venti minuti dopo si ricongiunsero a loro le altre due ragazze.
«Il vecchio preside dell’istituto»
«Brad Stimkins» disse Paine
«Dobbiamo parlar…»
«Prigione di Midgar, da un paio di giorni. Non sono stati pubblicati i motivi e la notizia è stata messa abilmente a tacere.»
«Ma…»
«Te l’ho detto prima, Calien e Brian non sono gli unici in grado di raccogliere informazioni»
Leon non rispose. Con calma ripose il codec in tasca, dove brillava la notizia dell’arresto del vicepreside. Ottenuta dal database della polizia. Essere Seed aveva i suoi vantaggi. Tra cui la collaborazione delle forza dell’ordine anche per quanto riguardava gli archivi elettronici.
Col pollice spense lo schermo. L’importante era il risultato. Sorrise e si incamminò in direzione delle prigioni.

L’edificio si trovava in periferia, era un luogo fatiscente e per nulla moderno. Aveva un’aria desolata e abbattuta, come se l’effettivo utilizzo avesse in qualche modo plasmato l’aspetto esterno.
Ottenere un colloquio con il prigioniero non fu particolarmente difficile.
Seed Commander Leon Rayearth del Garden di Rinoa.
Il tutto aveva la sua importanza.
Che poi fosse considerato un pervertito di primo livello, con la moralità di una marmotta in calore quello era un altro discorso.
L’uomo era sdraiato su un lettino. Immobile. Sembrava aver perso la voglia di fare qualunque cosa, immobile guardava i Seed avvicinarsi alle sbarre.
«Lei è il signor Stimkins?»
«Si. Voi?»
«Commander Rayearth del Garden di Rinoa» Indicò alle sue spalle «Seed Schwarzlight, cadetti Byrne e Rainer. Vogliamo farle qualche domanda sull’istituto»
L’uomo li soppesò con noncuranza.
«Perché dovrei rispondervi?»
«Perché non dovrebbe? Magari possiamo aiutarla in qualche modo….»
Si avvicinò alle sbarre, la sua voce divenne un sibilo rabbioso.
«Sono stato arrestato con l’accusa di aver stuprato una ragazzina. Non è vero. Mi hanno incastrato per farmi perdere credibilità e tapparmi la bocca. Secxd riuscirete a dimostrare la mia innocenza vi risponderò e vi assicuro che ne sarete soddisfatti»
«Come facciamo a crederle?»
«Non potete, dovrete fidarvi. E niente di quello che dirò potrà essere verificato così facilmente» Scoppiò a ridere di gusto «Oh si sono furbi! Molto furbi! Ma me la pagheranno, quello era il mio lavoro!»
«Ci racconti tutto»
La sua era una storia come tante, una relazione clandestina con una donna più giovane per sfuggire alla monotonia del matrimonio. La classica lite per il non voler mollare la moglie. I vicini che sentono. Il cadavere della donna al mattino. Nuda nella vasca morta fulminata. Lui svenuto accanto.
Dice di aver ricevuto un messaggio da lei per chiarire. Di averla trovata già morta. E poi il buio.
Per la polizia è tornato a finire il lavoro.
Movente. Mezzi. Opportunità.
Caso chiuso.
Senza aggiungere altro uscirono dalla sede della polizia.

«Che facciamo?»
«Indaghiamo. Dobbiamo solo capire se è colpevole o meno. Se è innocente intanto avremo salvato un uomo. In ogni caso non ci rimettiamo. Torniamo in Garden ora. Dobbiamo organizzarci»
Uscirono dalla città e con lo stesso jumper tornarono indietro.

MISSIONE CONCLUSA
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Ruben -.-
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Re: Missioni

Messaggio da Ruben -.- »

Le follie dell'Hyppello



Partecipanti:

Brian Willis [The Mentalist] (CS)
Recks Seagull [How i don't met Rina] (SeeD)
Cat Empitsu [Raven -quello della Disney!-] (Cadetto)
Edith Lance [Trono di spade "inutilizzate"] (Cadetto)


Obiettivo:

Contattare il dott Dubli, Hyppello esperto di fama mondiale riguardo alle memosfere, alla loro costituzione e al loro utilizzo, per una consulenza sul ciondolo di Noel.


Regole:

Un post a testa più uno conclusivo del CS. Sarebbe preferibile lasciare il penultimo post a Recks che non può postare fino a giorno 22.

Immagine
Luka. Le strade pullulavano di ragazzi frementi e deliranti. Ma non solo ragazzi. Persone di tutte le età erano in fibrillazione per l'inizio del 561584643156esimo campionato di Blitzball.
Il jumper era atterrato nella più spaziosa via Mihem. Il porto era estremamente sovraffollato per l'arrivo delle navi che avrebbero portato nella città dello sport nazionale le squadre dalle varie parti di Spira.

"Chi sono i favoriti questa stagione?" chiese Recks mentre il gruppo scendeva le scale che conducevano alla piccola piazzetta.
"I Ronso Fang" rispose prontamente Brian.
Edith si voltò verso Cat sussurrando "maschi" e cercando appoggio contro una delle maggiori passioni comuni agli essere umani di sesso maschile...lo sport. Restò comunque allibita.
"Stai scherzando?! Gli Psyches non hanno rivali. La scorsa stagione sono arrivati secondi solo perché l'arbitro era evidentemente afflitto da un blind!" ribattè irritata Cat.
"Uh. Ma quello non è Fratel..."
"No." Edith riprese Recks per il colletto e lo riportò sulla strada.

L'abitazione del dott. Dubli era assolutamente anonima. Ci vollero un bel po di tempo e diverse ricerche su Moogle maps prima di riuscire ad individuarla. Purtroppo, nonostante il buon quarto d'ora passato a bussare alla porta, nessuno rispose. Una vicina, già irritata per l'abnorme afflusso di persone in città, urlò loro contro di provare a cercare "lo svitato", così lo aveva chiamato, a lavoro. Dalle informazioni che avevano sul dott. Dubli, sembrava che quest'ultimo fosse molto preparato si, ma assolutamente lunatico e bizzarro. Quasi tutti i suoi assistenti si erano licenziato a causa delle continue strambe richieste che Dubli li aveva spinti a soddisfare.

Andare alla sferoteca significava passare nelle vicinanze dello stadio.

"Cerchiamo di stare vicini o ci perderemo tra la folla." suggerì Edith.
"Uh. Ma quello non è Bixe..."
"No, Recks. Per l'amor del cielo Brian...puoi ricordare a questo fanatico che siamo in miss..." ma Edith si interruppe perchè Brian era corso da Nimrook a farsi fare un autografo. "Ma con chi sono capitata...?" biascicò sconsolata.

La sferoteca era davvero un posto gigantesco ed imponente. Raccoglieva ogni tipo di registrazione di melodie o eventi sportivi o addirittura ricordi (nelle sezioni per i privati). Edith si trascinava dietro Recks che aveva tentato di sgattaiolare più volte nella sezione contenente le registrazioni delle finali di Blitzball dell'ultimo secolo, mentre Cat chiedeva informazioni sulla locazione dell'ufficio del dott. Dubli.

La porta dell'ufficio era anonima quanto l'abitazione del suo proprietario. Bussarono e una vocina sottile li invitò a entrare.

"Vi ashpettavo con anshia! Shono dovuto correre al lavoro per preparare le registrazioni del campionato in corsho... vi chiedo umilmente shcusa."
"Non importa." sorrise Brian.
"Evete il preziosisshimo ciondolo??" squittì il dott.
"Shi...cioè volevo dire... si!" fece Brian imbarazzato mentre Recks porgeva il ciondolo nelle mani di Dubli.
"Eshtremamente interesshante..." sussurrò il dott con l'interesse rapito dal ciondolo.
"Prova a dirlo velocemente cinque volte di fila... eshtremamenteinteresshanteshtremamenteinteresshanteshtremamenteinteresshante..." fece Cat ad Edith ridendo. Quest'ultima la fulminò con lo sguardo.

"Vorremo sapere se ci può essere all'intern..."
"Vi aiuterò!" esclamò il dottore all'improvviso facendo sobbalzare tutti. "Ma prima...dovete fare qualcosha per me."
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
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