MISSIONE: LA LUNGA RONDA
Paine non ci pensò due volte e prese alla svelta a braccetto Alex.
I bassifondi puzzavano di roba strana e stantia, luogo decisamente non adatto a due signore.
Ad una signora e mezzo.
Paine: Andiamo noi in superficie a raccogliere informazioni! Diciamo che abbiamo un paio di argomentazioni molto più interessanti di vuoi uomini!
Leon: Siete sicure di non preferire due squadre miste per evitare che qualcuno vi metta le mani addosso o vi faccia del mal... Ok sono un'idiota.
La cadetta lo guardò sorniona, credere che qualcuno potesse realmente metter loro le mani addosso era fuori da ogni logica, le sarebbe bastato gran poco per spezzare un paio di braccine al primo che solo col pensiero ci avesse provato.
Xander non era totalmente convinto della decisione delle due donne, ma se al caposquadra stava bene così, allora gli avrebbe dato una mano a raccogliere informazioni.
Leon: Teniamoci in contatto via codec!
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Alex: Questa camicetta mi sembra un po' troppo scollata...
Paine: Secondo me è perfetta! Il blu di Persia ti dona parecchio e mette in risalto ogni tua curva. Deciso, prendiamo questa e quella color melanzana per me! Poi ci abbiniamo dei pantaloncini e degli stivaletti alti.
Alex: E chi paga?
Paine: La carta oro degli anziani dell'Ordine ovvio!
Effettuato il pagamento e provveduto a nascondere le divise in due ampie borsone da donna abbinate ognuna al proprio vestiario le due ragazze si avviarono per le strade cosparse di negozi al centro di Midgar.
I tacchi le davano un po' fastidio, ma niente in confronto ai trampoli che sceglievano per suo conto i segretari di suo marito per i numerosissimi eventi a cui era costretta a partecipare in quanto moglie dell'anziano.
Alexandra invece sembrava molto più a suo agio, una vera signora.
Paine: Ti vedesse ora Gaudenzio, sono sicura che ti castigherebbe seduta stante....
Alex: Prego?
Paine: Niente, niente, pensavo ad alta voce. Hum... Fossi un ragazzino di 17 anni dove andresti nei momenti di svago per staccare da un'ipotetica scuola di alto borgo?
La SeeD incrociò le braccia pensierosa, aveva letto più e più volte la scheda di Noel Black, non era espresso nessun tipo di hobby o qualsiasi cosa che potesse dar loro una pista per indagare.
Una delle cose logiche che avrebbero potuto fare era controllare gli averi del ragazzo presenti nella stanza, ma sarebbe stato stupido tornare al Garden.
All'Angelo Nero venne un'idea, scontata ma pur sempre un'idea.
Paine: Io andrei in una sala giochi, siamo vestite abbastanza trendy da risultare delle teen agers del posto. Magari possiamo simulare una pseudo relazione a tre, un triangolo amoroso!
Alex: Fa un po' senso visto che stiamo parlando di un morto...
Paine alzò le spalle, alla fine era una scusa come un'altra che avrebbe permesso loro di avere le informazioni necessarie.
Appena entrate individuarono subito un paio di polli, il primo aveva due grandissimi occhiali, molti brufoli e l'apparecchio ai denti, il secondo invece aveva i denti di fuori e sputazzava parlando.
Stavano discutendo su quale moguri da combattimento fosse più valido in Mogu Street Fighter.
Si avvicinarono ancheggiando, Paine prese parola subito avvicinandosi da dietro all'orecchio del dentone, anche perché da davanti ci voleva l'ombrello.
Paine: Il migliore è sempre quello che ce l'ha più grosso.... il fucile.
Alex: Secondo me invece il migliore è quello che ha più resistenza.... fisica.
I due ragazzi si voltarono e nel vederle per poco non svennero.
Il sogno di ogni Nerd avere davanti due pupe da urlo del genere.
Alex si avvicinò al cabinato posando la mano sul pomello della leva di movimento muovendo lentamente la mano verso la base per poi stringerla con decisione.
Alex: Posso?
L'occhialuto deglutì annuendo.
Non potevano sapere che Alex fosse una veterana del picchia duro cabinato, mentre Paine...
L'unica volta che aveva provato, e poi brutalmente perso, del cabinato non era rimasta integra nemmeno la levetta.
Si fece comunque forza e si avvicinò al dentone in partita contro la SeeD, il seno premeva sulla schiena del ragazzo che sudava e respirava affannosamente.
Dopo una kill facile contro Alex, Paine esultò abbracciando da dietro il povero malcapitato, il cuore stava accelerando più del dovuto.
Alex: Nooo, ho perso dannazione!
Paine: Urrà! Ha vinto lui, ha vinto lui! Te l'ho detto che quel Noel Black non ti aveva insegnato poi così bene a giocare!
La SeeD si appoggiò con le mani al viso sulla spalla dell'altro ragazzo che, imbarazzato, le dava buffetti sulla schiena incapace di consolarla.
Alex: Non dovevo fidarmi per niente di lui!
Paine: Non sarà mica un vostro amico spero! Ha fatto piangere la mia amica!
I due Nerd scossero il capo imbarazzati, dopo una conversazione fatta quasi più di balbettii che frasi vere, le due dedussero che la sala giochi non fosse il posto giusto dove cercare informazioni.
Congedarono i ragazzi con la scusa del bagno e se la telarono via velocemente.
Un altro buco nell'acqua.
Quella missione stava snervando Paine più del solito, non avere piste certe e non cavare un ragno dal buco la facevano annoiare ed incazzare allo stesso tempo come il dover sistemare i medicinali dopo i rifornimenti.
Uscirono dalla sala giochi percorrendo la via principale, nessun altro posto in quella città triste poteva indicare altri posti in cui dei ragazzi potevano rifugiarsi anche solo per far due chiacchiere.
Paine: Magari era uno con gli ormoni a palla... Entriamo in un nightclub club e ciccia.
Alex: Non sono tutti Angeli Neri nel mondo.
Paine: Questo è un rifiuto bello e buono presumo.
Alex: Decisamente sì!
Paine: Dovevo scegliere Leon....
Alexandra portò la mano al volto in puro facepalm, la dottoressa rise.
La via terminava con un piccolo baretto che rispetto agli altri negozi e locali era un pugno nell'occhio al buon gusto, tende a scacchi rosse e bianche legate da cordoncini gialli.
Ai davanzali erano presenti fiori di tante varietà e colori, sembrava più una casetta se solo non ci fosse stato scritto su di una tavoletta in legno decorata “Sweet Flower Pub”.
Paine si batté la mano con forza sulla testa, come aveva fatto a non pensarci prima?
Paine: Ma certo! Uno talmente rincoglionito che per rifugiarsi da un assassino si rifugia nel nostro Garden che ha il sistema di sicurezza della casetta dei Teletubbies, non può che frequentare sto posto!
Calò il silenzio quando la dottoressa si rese conto di avere lo sguardo assassino della collega addosso.
La guardò con sguardo da cerbiatta ferita, Alex tené duro, ma quando comparvero i lacrimoni distolse lo sguardo.
L'idea della cadetta comunque non era malvagia, entrare e chiedere in giro sembrava ormai l'unica ancora di salvezza che le due avevano per non fare un buco nell'acqua come con i gemelli.
La prima ad entrare fu Paine, si guardò attorno, il locale, come previsto, era deserto se non per un barista sulla cinquantina.
Sulla targhetta c'era scritto “James”, camicia dello stesso colore delle tende, barba folta e lunga come i capelli entrambi rossicci.
Quando vide entrare le due donne deglutì, gusti orrendi in fatto di arredamento e vestiario, ma a quanto pare non di donne.
La dottoressa sorrise maliziosamente mentre si avvicinava al bancone sventolandosi con la mano destra come se fosse accaldata e tirando la camicetta in avanti con l'indice della mano sinistra.
Anche Alex non era da meno, tirò indietro i capelli con una mossa secca della testa scoprendo anch'essa la mercanzia.
Fossero potuti uscire gli occhi dalle orbite al povero James, l'avrebbero fatto.
Le due si sedettero agli sgabelli che si trovavano di fronte al bancone.
Paine: Buongiorno! Fiù che caldo, fa sempre così caldo a Midgar?
Il barista si scosse dall'imbambolamento convincendosi a fissarle negli occhi.
James: Sì, insomma no, buongiorno signorine, cosa posso servirvi?
Alex: Un'acqua tonica grazie e per la mia amica...
Paine: Un angelo azzurr...
Il calcio di Alex arrivò secco nello stinco di Paine che si trattenne dal bestemmiare.
Si corresse subito.
Paine: Una Shwepps al limone grazie. Proprio un bel posticino accogliente questo, i miei complimenti James.
L'uomo arrossì, probabilmente non era abituato che una donna lo chiamasse per nome, sorrise impacciato.
James: La ringrazio, una volta era molto più popolato di ora, adesso gli unici che vengono a passare qualche ora qua sono gli studenti dell'Istituto P.J. Willborough. Dicono che tutta questa pace faciliti loro lo studio. Se non ci fossero stati loro a farmi compagnia avrei chiuso subito i battenti. I costi sono tanti, ma sono dei così bravi ragazzi che mi dispiace negargli il loro angolo di pace.
Le due aguzzarono le orecchie, BINGO!
Ora bastava solo non farsi prendere dal panico e giocarsi bene le proprie carte senza destar sospetti.
Alexandra sorseggiò la sua acqua tonica poi posò il bicchiere.
Alex: Ho sentito vagamente parlare di quella scuola dal mio ex ragazzo, purtroppo ci siamo lasciati in malo modo... Maledetto Noel!
L'uomo sorrise nel sentir quel nome, il suo sguardo si illuminò come se stessero parlando del figlio che non aveva potuto avere, a Paine si strinse il cuore, sarebbe stato un duro colpo per lui scoprire la sua morte.
Abbassò il capo per poi risollevarlo raggiante.
James: Strano, non è da Noel spezzare il cuore di una così gran bella ragazza...
Alex: Mi chiami Alex se desidera.
L'uomo avvampò ancora violentemente, tutto ciò lo stava portando proprio dove desideravano.
James: A-Alex credo che se tu parlassi con Noel potresti risolvere la situazione, è veramente un bravo ragazzo! Nei momenti di vacanza veniva spesso qua ad aiutarmi con l'inventario e la pulizia del locale, ne nascono pochi di ragazzi come lui. Non lo vedo da un po', sta bene?
Alex irrigidì, ma Paine rispose prontamente.
Paine: E chi lo ammazza! Piuttosto, come mai oggi non è arrivato nessuno studente?
James soppesò le parole da dire, la notizia era vecchia lì in città, ma non c'era stata così tanta divulgazione nelle città circostanti che subito dimenticarono l'accaduto.
James:
Ultimamente c'è stato un cambio di testimone nella presidenza, l'ex preside dell'istituto è stato congedato per una “mala gestione degli studenti” o almeno così si vociferava in giro.
Alex: Mala gestione? Ci sono stati reclami da parte dei genitori?
L'uomo scosse la testa deciso.
James:
Non proprio, il fatto è accaduto qualche mese fa, c'è stata una rissa tra due studenti ed uno è finito in ospedale. Nulla di grave, ma tutto ciò ha portato ad una riunione del consiglio studentesco che ha preferito congedare l'ex preside piuttosto che infangare il buon nome della scuola, infatti la notizia non è quasi trapelata fuori Midgar se non tramite giornali di poco conto.
Paine: Capiamo perfettamente purtroppo.
James guardò meglio Paine ed Alex, avevano qualcosa di strano, le loro domande erano strane.
Improvvisamente batté il pugno contro il palmo della mano e sorrise raggiante.
James: Voi non conoscete Noel Black! Dite la verità, siete delle giornaliste!
Alexandra portò le mani alla bocca stupita, sapeva recitare veramente molto bene.
Estrasse dalla tasca un biglietto da visita e lo porse all'uomo.
Alex: Ci ha scoperto signor James, non volevamo ingannarla, ma sa come funzionano queste cose, la gente è sempre un po' restia nel parlare con i giornalisti...
Paine: Stiamo scrivendo un articolo da pubblicare come inserto nell' Edge Post che sarà presente nella prossima edizione del Daily Junon.
L'uomo si sporse verso le due donne con gli occhi lucidi di chi vedeva realizzato il proprio sogno di gloria,
James: Aggiungerete anche me come fonte ai vostri articoli?
Alex prese le mani dell'uomo tra le sue e lo guardò amorevole.
Alex: Senza ombra di dubbio signor James!
Il codec di Paine vibrò da dentro la borsa, molto probabilmente era Leon, non lo sentivano ormai da più di quattro ore, anche se non avesse avuto notizie sarebbe stato sicuramente preoccupato.
Bisognava velocizzare la cosa.
Paine: Uhh è già quest'ora? Dalla sede ci staranno sicuramente aspettando per l'articolo. Signor James, la ringraziamo per le informazioni, quanto le dobbiamo?
James: Nulla, questa volta offre la casa.
Ringraziarono l'uomo con un sorriso e si avviarono verso la porta.
Poco dopo girato l'angolo, Alex prese prontamente il codec in mano informando Leon su cosa avessero scoperto.