Zoolab

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Aenima
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Leon vs Raiden

Messaggio da Aenima »

» L'chaim, asshole
Leon Rayearth, il figlio di buona donna più agguerrito e sfacciato del Garden.
Agli occhi dello spadaccino sembrava provasse un insano piacere nel sorprendere e nell'aggredire il nemico, alla stregua di un famelico predatore.
Due uomini diversi, con due stili di combattimento diametralmente opposti, eppur più simili di quanto si potesse pensare.
Perché combattevano?
La risposta era semplice: per sentirsi vivi.
Leon esternava tutto sé stesso in un combattimento e Raiden, dal canto suo, non poteva farne a meno. Per questo, nonostante il torneo fosse stato sospeso e concluso con un giudizio di ex aequo, i due, non paghi, si erano dati appuntamento allo Zoolab per disputare quello scontro, ognuno con le proprie motivazioni sul groppone.
E ora erano lì, a fronteggiarsi in un miscuglio di sangue, sudore, acqua e neve gelida nella fedele rappresentazione virtuale delle Rovine di Trabia.
Uomo contro uomo, lama contro lama.
--------------
Raiden non ebbe modo di approfondire le caratteristiche del presente donatogli da Leon nel corso del suo ultimo assalto che Rayearth gli fu subito addosso, brandendo la Claymore gemella con entrambe le mani. Il ragazzo tentò un poderoso fendente che Raiden si trovò costretto a parare incrociando a mezz'aria le due lame in suo possesso. La forza del colpo fu tuttavia così intensa da costringerlo ad arretrare, con i piedi che affondarono di qualche centimetro nella soffice e corposa neve che si estendeva come un elegante manto sotto i piedi dei due contendenti.
Ostacolato nei movimenti, Raiden perse l'equilibrio sotto il violento impatto e si ritrovò privo della Claymore, che fece così ritorno tra le mani del suo legittimo proprietario.
« Questa, se non ti dispiace, la prendo io. » disse Leon in tono marcatamente canzonatorio, riappropriandosi dell'arma.
Trascinati dalla foga del combattimento, i due erano finiti in un punto dell'arena in cui la neve era particolarmente alta. Credendo di avere Raiden alla propria mercé, ingolfato com'era in quell'infido candore, e rientrato in possesso della propria arma, Leon attaccò di nuovo, senza riflettere, allo scopo di finire quell'avversario tanto odiato.
Ma aveva fatto i conti senza l'oste.
La neve sotto i suoi piedi si era trasformata in una vitrea lastra di ghiaccio. Era immobilizzato.
Questa volta non ebbe tempo di imprecare.
Lo spadaccino si rialzò e piombò come un falco sulla sua preda, colpendolo con un violento pugno all'addome, la mano sinistra rivestita da un guanto di ghiaccio che aveva appositamente realizzato per imprimere maggior forza al colpo.
Leon bestemmiò mentalmente; il fiato gli si mozzò in gola, costringendolo a sputacchiare un grumo di saliva misto a gocce di sangue. Ma Raiden non si arrestò: come una falce, sgambettò il suo avversario, mandando in frantumi la coltre di ghiaccio che circondava i suoi piedi e spedendolo, schiena a terra, sul manto nevoso.
Fanc**o ogni tecnicismo, il combattimento era entrato nel vivo ed era l'adrenalina a farla da padrone.
« L'chaim, stro**o » sussurrò Raiden con fare sprezzante, apprestandosi a finire il suo avversario.
Era sdraiato su di un letto di neve, sarebbe bastato poco per imprigionarlo in una gabbia di ghiaccio, ma...
...Leon era un osso duro.
Raiden vide, impotente, le proprie palpebre calare. L'abbraccio di Morfeo fu lento, dolce e suadente come quello di una donna ma venefico e costrittivo come quello di un serpente: lo spadaccino piombò in un sonno profondo che gli impedì qualsiasi tipo di reazione. Leon ebbe così modo di rimettersi in piedi. Asciugò il sangue che gli era precedentemente colato sul mento col dorso della mano e tornò a fissare il suo avversario.
A breve si sarebbe risvegliato, di certo non gli avrebbe fatto mancare un caloroso buongiorno.
Lo colpì con un calcio ben assestato, ricambiandogli il favore. Raiden si risvegliò, ma stordito com'era dal torpore, non riuscì ad evitare un secondo colpo. Era sotto assedio.
Al terzo colpo, svanì.
« Ma che cazz...? » imprecò Leon, vedendosi di punto in bianco sparire il suo avversario da sotto il naso.
Neve.
Cambia la struttura, ma non la sostanza.
Neve, acqua ghiacciata cristallina costituita da una moltitudine di cristalli di ghiaccio con i quali Raiden era diventato tutt'uno.
Con un ennesimo ribaltamento di fronte, il combattimento andava avanti.
» Livin' in a world so cold
Lo aveva perso di vista, in quel nulla bianco.
Maledetto pezzo di merda acquatico, pensò guardandosi intorno. Dove diavolo si era cacciato?
Tieni gli occhi ben aperti, Leon. Quello spocchioso figlio di pu**ana può essere ovunque. E tu non vorresti trovarti con una stalagmite ficcata su per il culo, eh?
Ma dello spadaccino nessuna traccia, soltanto neve su neve, neve a perdita d'occhio. Leon iniziò ad irritarsi. Un tale approccio al combattimento lo infastidiva; lui, che si gettava anima e corpo in uno scontro, avrebbe preferito combattere senza sosta fino al momento in cui uno dei due sarebbe stramazzato al suolo, evitando simili giochetti.
« Avanti, bastardo! » urlò al vento « Vieni fuori, vigliacco! Cosa aspetti? »
Ad un tratto, una lastra di ghiaccio spuntò dalla coltre di neve a nove, dieci metri dal punto in cui si trovava Leon, accompagnata dalla voce di Raiden che sembrava uscire da ogni fott**o cristallo di neve presente nei paraggi.
Sono qui...avanti....

...cosa...aspetti? Vieni a prendermi...
...o forse hai...paura?

Lo stava apertamente provocando. La lastra di ghiaccio, alta almeno quattro metri, venne affiancata da un'altra lastra e da un'altra ancora, fino a costruire un grosso recinto di ghiaccio di forma circolare al cui centro si trovava Leon.
Era nell'occhio del ciclone.
Se non hai il coraggio di farti avanti...
...allora verrò io da te.
La voce di Raiden veniva fuori, inquietante, da ognuna di quelle lastre di ghiaccio, con una sinistro eco. D'improvviso, da una di queste si staccò, rapido come una scheggia, un proiettile gelato che, a pochi metri da Leon, acquisì le umane sembianze dello spadaccino.
Un pugno al volto, l'impatto, il dolore.
Raiden era di nuovo scomparso. Leon si voltò, nel tentativo di colpire con le Claymore l'avversario che supponeva essere alle sue spalle, ma andò a vuoto. Ancora una volta, d'improvviso e da una direzione apparentemente casuale, Raiden emerse, colpì e sparì.
E avrebbe colpito e colpito ancora, incessantemente, fino a quando il suo avversario non avrebbe ceduto, imprigionato in quella grottesca quanto letale prigione. Avrebbe colpito in qualsiasi modo, di persona o attraverso il ghiaccio.
Senza pietà.
« Prova ad uscirne, Leon. Vivo, possibilmente. »
Spoiler
La tecnica delle lastre di ghiaccio è liberamente ispirata agli Specchi Diabolici di Haku, anche se non a quella velocità, chiaramente xD
L'chaim è un augurio ebraico, "alla vita", utilizzato in chiave ironica. Libera citazione da True Detective
« The world needs bad men. We keep the other bad men from the door. »

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Leonheart88
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Leon Vs Raiden

Messaggio da Leonheart88 »

Molti uomini bramano il mio potere. Pochi hanno però la forza di possederlo.
Ti vedo arrancare nella neve, solo, negli occhi uno spirito indomito che non si vuole arrendere. Ti concentri, cerchi di vedere non solo con gli occhi ma con tutti i sensi, lo senti arrivare. È vicino a te. La Claymore si muove per intercettarlo a mezz’aria.
Vuoto.
Un fiotto rosso scivola lentamente dal tuo costato, il ginocchio destro trema convulsamente, sei costretto ad appoggiarlo a terra. Un altro attacco, con la seconda Claymore stavolta riesci a deviare il colpo fatale di Glamdring. Ma è una vittoria effimera, momentanea. Stringi i denti imprecando mentalmente contro il tuo nemico, sì, so cosa stai pensando, vorresti reagire. Sorprenderlo. Massacrarlo. Ma non puoi, non ora. Devi trovare una soluzione. Devi uscire dal suo gioco. Sei la sua preda, il suo giocattolo.
Ti rialzi nuovamente, non sei mai stato capace a fermarti in tempo, stringi ancora più forte le tue armi, come a darti un senso di sicurezza, lo senti alle tue spalle, frapponi la Claymore e per un istante hai la sensazione di averlo colpito, una sorte di estasi mistica pervade il tuo corpo. Scompare quando ti rendi conto di aver trafitto un’ombra.
Raiden sorride. Sa di essere vicino alla vittoria; ogni maledetto specchio riflette la sua immagine altezzosa e strafottente. Tu guardi e soffochi a stento un urlo di rabbia, liberatorio forse, non lo saprai mai, e rifletti. Rifletti.
«Sei già stanco? Vuoi arrenderti?»
Vorresti sputargli in faccia, ma sai che non servirebbe a niente. Molto meglio una bella Claymore dentro al costato. Leon rifletti.
Ti vedo sorridere sotto la maschera di sangue e sudore che ti dipinge il viso. Forse hai capito.
Invocami.
E lo fai, un ampio gesto delle braccia e mi sento trascinare verso di te, verso la tua dimensione. Tutto si fa nero, sto per apparire.
Raiden è colto finalmente di sorpresa, chissà se mostrerà finalmente un po’ di umiltà dopo il mio passaggio. Nei suoi occhi scorgo l’indecisione, difendere la posizione o attaccare cercando di chiudere il combattimento, prima che accada qualunque cosa? Dilemmi a cui però non servirà mai una risposta. Prima ancora che possa decidere, mi vede all’orizzonte, come fossi un tetra apparizione. E’ ancora negli specchi. Non può fuggire.
Lo schianto.
Una nube immensa di ghiaccio e polvere si sparge in ogni direzione. Frammenti di gelo vengono sparati ovunque. Nulla può fermare il mio cammino, neanche tu Raiden.
Provi a schivarmi uscendo all’ultimo istante dal tuo specchio e gettandoti di lato; è tardi, sono troppo grosso per te. Riesci ad attutire in parte il colpo grazie al ghiaccio, adesso capisco perché Leon ti considera un ghiacciolo troppo sviluppato, ma non è importante. I doni che ti ho portato sono velenosi, non te ne sei ancora reso conto, Raiden?
Immagina come sarai a novant’anni, se ci arriverai. Sarai debole, molto debole, basterà sfiorarti per procurarti dolore, ecco sei così anche adesso. Zero. Ci vedrai poco, i tuoi occhi saranno indeboliti dagli anni e dalle malattie, ecco sei così anche adesso. Blind. Farai fatica a parlare, ti sentirai la gola secca e non usciranno le parole. Ecco sei così anche adesso. Novox. Ti spegnerai progressivamente ed inesorabilmente. Ecco sei così anche adesso. Bio.
Me ne vado. So di aver compiuto il mio dovere. Sparisco nuovamente nell’oblio, potrai contare sempre su di me. Ma tanto so che non lo farai. Sei troppo orgoglioso.
Combatti.

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Oggi morirò.
Lo so, non è un presentimento più o meno azzeccato, o semplicemente un timore. Si tratta di un puro e semplice dato di fatto. Come il sole è giallo e il cielo è blu, io oggi morirò.
Non penso di aver rimpianti. Dico ‘penso’ perché sono sicuro che in quel momento mi affiorerà alla mente qualcosa che mi ero ripromesso di fare e non ho fatto. Tipico. Ricordarsi le cose quando è troppo tardi.
Ma non morirò da solo, questo è certo. Centinaia, anzi migliaia, di miei compagni mi hanno appena preceduto. Almeno sarò in dolce compagnia. Inoltre, forse riesco a godermi ancora un po’ lo spettacolo che si sta svolgendo proprio ora.
Li vedo danzare sopra di me, anche se più che una danza mi sembra un doppio massacro, sangue caldo a bagnarci ripetutamente ed inesorabilmente.
Vedo la Claymore di, come si chiama, ah sì, Leon, muoversi velocemente in cerca delle carni avversarie. Una finta e la lama non penetra altro che ghiaccio, trattiene a stento la propria bile mentre carica un tondo con la seconda lama. Quello che mi sembra chiamarsi Raiden devia a fatica il colpo con la propria spada nera, ancora una volta nulla di fatto.
Ansimano. Sono arrivati allo stremo.
Grumi di sangue sono intrisi nei vestiti di Leon, sanguigni arabeschi si dipingono lungo i tessuti. Le vene pulsano ricercando un’energia che ormai non c’è più. È arrivato al limite e lo sa benissimo.
Un respiro affannoso, incerto, questo è sicuramente Raiden. Privato della vista e della parola, per certi versi un vantaggio, costretto a combattere solo affidandosi all’istinto e ai suoni. Il suo corpo lo sta tradendo, neanche lui resisterà a lungo.
Ma nonostante tutto, il clangore delle lame che si scontrano è sempre presente. Il rumore metallico di due anime che non si arrendono. O forse semplicemente entrambi sono troppo vigliacchi per ammettere di non farcela più. Un punto di vista sicuramente diverso e interessante.
Sento un Audacia pronunciato tra i denti, poi Leon scatta in avanti. Con la suola calpesta molti miei fratelli, addio, l’ennesimo fendente. Raiden devia con la punta della lama. Non si lascia scoraggiare, anzi, sembra che lo abbia fatto apposta. La seconda Claymore scatta in avanti, un affondo coglie l’avversario di sorpresa. Acqu.. e invece no. Non riesce a trasformarsi, troppo debole, la lama lo infilza al fianco. Fiotti di sangue si disperdono in ogni direzione. Leon ride soddisfatto mentre estrae la spada dal tronco quasi esanime del nemico. Raiden cade ginocchia a terra. Le braccia inermi lungo il fianco.
Ha vinto.
Il pugno entra indisturbato nell’ormai inesistente guardia, il rumore secco della mandibola che si incrina, Leon vola a terra senza sapere neanche il perché.
Raiden ha riacquistato la vista. E a quanto pare neanche lui vuole arrendersi.
Leon cade. Leon si rialza. Leon attacca.
Immagino che pensare al dolore ormai non abbia più nessun senso, l’estasi mistica della battaglia che ti fa fare cose altrimenti inimmaginabili. Leon combatte. Raiden combatte.
Ennesimo scontro tra lame. Fendente di Leon, schivato. Sgualembro di Raiden, il Seed indietreggia e l’attacco va a vuoto. Tentativo di affondo, murato da Leon con una lama. Sono alla pari.
L’ennesimo attacco frontale, senza respiro, le due Claymore che agiscono simultaneamente contro il nemico di turno. Affondo, di nuovo acqua, Raiden ha ritrovato le forze. Non a sufficienza. La carne ritorna nel momento meno opportuno. Il fendente va a segno. Così come però il tondo dello spadaccino, entrato nella difesa lasciata nuovamente scoperta. Colpo contro colpo.
Sangue contro sangue.
Cadono entrambi a terra contorcendosi dal dolore.
Vedo il corpo di Leon cadere verso di me. E’ la fine.
Vorrei dire che non mi pento di nulla. Ma è una cazzata.
Vi odio. Addio.

------------------------------------------------

È come se qualcuno avesse spento all’improvviso la luce e distorto i suoni. Un ronzio infinito, metallico, fastidioso nel nulla assoluto. Cado all’indietro come se fossi al rallentatore. Mi vedo, vedo ogni muscolo del mio corpo. Mi sento al di fuori, esterno a me stesso. Sto cadendo e nel frattempo è come se cadesse qualcun altro. Il buio invade la scena. Spariscono i volti, si cancellano le emozioni, le sensazioni. Arriva il nulla più totale, la pace tanto agognata oppure l’inferno dei perdenti. Questione, sempre, di punti di vista.
Il contatto con la neve è come un secchio d’acqua gelata in faccia, tanto sono più o meno la stessa cosa, riprendo conoscenza improvvisamente. Raiden.
Non senza fatica riesco a rimettermi in piedi, mi sfugge un conato di vomito che va a intaccare quell’affresco bianco e rosso che fino a quel momento ho avuto cura di dipingere.
Attacca. Non dargli tregua. Il mio mantra dall’inizio dell’incontro, e non vedo perché dovrei cambiare proprio adesso.
Un Haste a darmi una parte della velocità persa, la spinta necessaria per riuscire a competere con lui. Ancora un tondo, l’ennesimo fendente. Ho perso il conto di quante volte ho attaccato. Di quante volte ho provato ad infilzarlo. E ancora niente. Sempre a schivare.
Potrei sputargli. Magari si incazza e si ferma.
Scarto l’idea nel medesimo istante in cui fendo l’aria, e null’altro, per l’ennesima volta. Una capriola laterale per evitare lo sgualembro portato come contrattacco. Sento il fiato mancarmi, il corpo barcollare, mentre tento di rialzarmi di scatto. Poco male, sono sicuro che anche Raiden sia nelle stesse condizioni se non peggio. Non mi fermo neanche a controllare. Attacco.
Para il mio fendente frapponendo la sua spada in orizzontale, uno scintillio sinistro è il risultato dello scontro. Vuoi fare una prova di forza con me? Ti accontento subito.
Getto via la seconda Claymore, mi sarebbe solo d’intralcio. L’euforia selvaggia pervade il mio corpo, finalmente una cosa che so fare bene. Spingo. Vorrei urlargli contro “Spingo come faccio con tua madre” ma mi trattengo a forza. Un briciolo di pudore, di educazione o semplicemente il problema di non conoscere le forme di sua madre. Non lo saprò mai.
Sempre più forza. Le braccia mi dolgono, le vene mi pulsano inferocite. Stringo i denti. Sento che sta per cedere.
E con un urlo cede.
Glamdring cade a terra, un tonfo sordo nel terreno e viene inglobata dalla neve. Ora sei -censura-.
Come sempre, le ultime parole famose.
Mi guarda con aria di sfida, come se non fosse successo niente e fosse appena entrato nell’arena. Attacco. E’ disarmato, la mia opportunità. Lo vedo compiere una capriola all’indietro per schivarmi, nel gesto la mano affonda dentro la neve e fuoriesce con una dannata picca bilama di ghiaccio. Gelida e dannatamente pericolosa.
-censura- prestigiatore. Ti odio.
Non devo lasciargli il tempo di agire, anzi di pensare.
Dall’inizio alla fine. Senza cambiare mai.
Attacco.
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Aenima
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Leon vs Raiden

Messaggio da Aenima »

» a dRAmaTic tUrn of EveNtS

As I welcome death
I hear the battle cry...

Come la frusta di un invisibile domatore, il vento schioccava e sferzava, impietoso, le sia pur virtuali lande desolate ed innevate delle Rovine di Trabia, sollevando ad intervalli regolari enormi cumuli di neve che, dopo aver turbinato per diversi istanti scontrandosi nell'aere più e più volte, ricadevano dolcemente al suolo, posandosi a terra senza produrre alcun suono, come se fossero esausti, per poi ritornare a volteggiare dopo un po', alla successiva raffica di vento.
Il fischio del vento era adesso l'unico rumore udibile, essendosi sostituito al ben più intenso clangore della battaglia, ormai giunta al termine. Come i fiocchi di neve, anche i due guerrieri, dopo essersi esibiti in un incessante e sanguinoso scontro, si erano infine lasciati cadere, sopraffatti dalla stanchezza.
Tuttavia, nonostante fossero stremati e ridotti al lumicino, un sorriso solcava i loro volti rigati da sudore e sangue.
Si era compiuta la loro volontà: avevano combattuto come se non ci fosse un domani, dando libero sfogo al primordiale ed animalesco istinto che pervade lo spirito di ogni guerriero, anche il più apparentemente tranquillo e pacato.
Leon e Raiden, due nomi che avevano perso di significato in quello scontro fatto di guerrieri ancor prima che di uomini, uno scontro tra due diverse personalità che non sarebbe potuto finire in nessun altro modo.
Come i fiocchi di neve, giacevano inermi al suolo.
E, come i fiocchi di neve, sarebbero un dì stati spinti di nuovo a combattersi dal soffio dei venti di guerra.
« ..non sento più le gambe... stron*o... »
« flashback

We fight for what is just
For all that we believe

Alla stregua di una nave che, perforata da una falla, incamera acqua su acqua fino ad essere trascinata a fondo, i due guerrieri perdevano progressivamente sangue ed energie, sentendosi stremati ed appesantiti dal carico della battaglia, ma non per questo intenzionati a mollare.
Dopo aver perso Glamdring, Raiden era riuscito a non trovarsi disarmato grazie alla rapida realizzazione di una picca in ghiaccio, ma Leon non gli diede tempo di ragionare su di una eventuale controffensiva. Allontanatosi di qualche metro per evitare di venir trafitto dalla punta di quell'arma glaciale, si era nuovamente fiondato all'attacco dello spadaccino, ben consapevole del fatto che il ghiaccio non avrebbe mai retto ad un ben assestato fendente della sua Claymore; nonostante fossero entrambi stanchi, infatti, la forza fisica del tanker rimaneva superiore: quanto bastava per mandare in frantumi quell'arma improvvisata.
Ad attenderlo trovò però una piccola barriera di ghiaccio prontamente innalzata a mò di scudo da Raiden che colse l'attimo per scartare lateralmente e avvicinarsi al punto in cui l'elsa nera di Glamdring faceva capolino tra i candidi fiocchi di neve. Tornato in possesso della sua spada, il giovane scagliò la picca verso il punto in cui supponeva si trovasse Leon e, non badando al fatto di averlo centrato o meno, si fiondò su di lui, complice l'azione di Energira, che gli aveva permesso di recuperare parzialmente le forze e di curare, almeno in buona parte, le ferite che lo affliggevano, quanto bastava per resistere ancora un po'.
Lo spadaccino era riuscito a sfuggire alla morsa degli status alterati grazie ad una provvidenziale Panacea: ben consapevole della propensione di Leon a servirsi in battaglia di tali magie si era adeguatamente premunito prima di metter piede nello Zoolab. E il combattimento gli aveva dato ragione.
Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di cento battaglie.
« Tana per Leon! » sogghignò lo spadaccino con fare beffardo. L'intensità dello scontro non aveva fiaccato il suo sarcasmo.
La picca non aveva centrato il bersaglio e Leon era ancora lì, in piedi, pronto a reagire. La lama nera di Glamdring scattò fulminea in un ridoppio dritto intercettato dalla Claymore all'altezza dell'anca di Leon, che lasciò subito la presa per contrattaccare con un violento tondo. Abbassando di scatto la mano armata, Raiden riuscì a deviare quanto bastava il filo della Claymore per non essere fatto a metà, rimediando un taglio non molto profondo all'altezza del fianco sinistro.
Dove non arriva il corpo, arriva la volontà. Era infatti la volontà di non arrendersi ad animare i due guerrieri che continuavano persistentemente a battersi.
Altro fendente, altra parata di Glamdring, altro contrattacco. Questa volta fu Leon a patire una lacerazione superficiale all'altezza della scapola, complice un insidioso sgualembro di Raiden che, mai domo, aveva prontamente reagito all'attacco di Leon, compensando il gap di forza con la sua tecnica e con la sua destrezza.
Una tormenta di neve aveva preso ad imperversare sulla piana delle Rovine nel mentre i due combattevano, neve che cadeva così fitta da rendere difficoltosa la visione. I due adesso erano fermi, si studiavano, cercavano, gli occhi ridotti a piccole fessure, di resistere alle intemperie e di non perdere il contatto visivo col nemico.
Silenzio.
Il respiro affannoso, affaticato e il battito incessante dei loro cuori erano soverchiati dal fischiare del vento.
Erano ancora lì, Leon e Raiden, l'uno di fronte all'altro, l'uno contro l'altro, pronti ad inscenare l'ultimo atto di quella battaglia.
We fight 'till death or glory
Fight to be set free

Per l'ennesima volta, corsero l'uno verso l'altro, spinti dal vento glaciale. Sfruttando a suo favore il bailamme della tormenta di neve, Raiden fintò una stoccata, costringendo Leon a tentare la schivata. La guardia si aprì a sufficienza per far sì che il gancio di Raiden incontrasse lo zigomo di Leon.
Altro impatto, altre macchie cremisi che colavano sulla neve.
La lama nera balenò nel grigiore della tempesta. Questa volta non si trattava di una finta, la stoccata arrivò sul serio, trovando però il piatto della Claymore ad attenderla.
Niente sangue, stavolta.
Da ambo le parti i colpi si facevano via via più lenti, più prevedibili, più impacciati, trovandosi a fender più volte la neve che non la carne dell'avversario. Ma, finanche una sola fibra muscolare riusciva a portare a termine il proprio ciclo contrattile, i due avrebbero seguitato a battersi, a proprio rischio e pericolo.
« V-vorresti c-che m-mi fermassi...eh, Leon...? » biascicò Raiden, la voce rotta dalla stanchezza « No...mai... »
Erano due sagome disperse tra la neve che seguitavano a combattersi.
Non ci sarebbe stata tempesta, non ci sarebbe stato in quel momento alcun fenomeno naturale che li avrebbe dissuasi dall'affrontarsi perché lo spirto guerrier che ardeva al loro interno non sarebbe stato spento da alcunché.
Il lamento del vento si faceva sempre più intenso, quasi come se volesse invitarli ad abbandonare quella folle contesa.
L'ultimo assalto.
Glamdring si leva, nera come il giaietto, punteggiata da fiocchi di neve.
La sua nemesi, la Claymore, grossa, irruenta, la imita, si alza, fende il vento.
Volano, l'una verso l'altra, spinte controvento dalle mani insanguinate dei loro possessori. Il vento si fa più intenso, più tagliente, sferza come una moltitudine di flagelli le rudi carni dei due guerrieri.
Da un lamento si passa al rombo, il vento sembra ruggire, come il cuore dei due rivali.
Da lamento si fa canto, canto di guerra.
E le due lame si uniscono al coro.
Cozzano l'una contro l'altra, filo contro filo, esaltandosi ed esprimendosi nel loro ultimo e più sofferto acuto, uno stridente acuto accompagnato da piccole scintille prodotte dall'attrito.
E, brusco com'era iniziato, il loro canto altrettanto bruscamente ha fine.
Il vento si acquieta, si fa via via più placido, tanto da sembrare una leggera brezza.
Le due lame restano a contatto ancora per un istante prima di cadere al suolo insieme ai fiocchi di neve e ai loro due padroni.
Un tonfo sordo, ovattato dal manto nevoso, e poi più nulla.
Soltanto vento, soltanto neve.

« ..non sento più le gambe... stron*o... »

La neve cadeva copiosa sui corpi dei due contendenti oramai privi di coscienza. Di lì a breve la rappresentazione virtuale avrebbe avuto termine e i due sarebbero stati certamente trasportati in infermeria per essere curati, malridotti com'erano, privi di energie.
Avevano speso tutto. Prima di perdere i sensi, entrambi sorrisero. Erano soddisfatti, non avrebbero avuto alcun rimpianto perché avevano dato il massimo, nel vero senso della parola.
Come i fiocchi di neve, giacevano inermi al suolo.
E, come i fiocchi di neve, sarebbero un dì stati spinti di nuovo a sollevarsi e a scontrarsi sulle ali dei venti di guerra.
Perché, senza alcun dubbio, questo scontro non sarebbe stato l'ultimo.
Spoiler
Colonna sonora della fase finale dello scontro: Outcry - Dream Theater da cui sono tratte le lyrics all'inizio di ogni paragrafo.
« The world needs bad men. We keep the other bad men from the door. »

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Hjordis
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Re: Zoolab

Messaggio da Hjordis »

GIUDIZI
Anzitutto mi scuso moltissimo per il prolungato silenzio ma l'unico internet avuto a disposizione in questi giorni è stato quello del cellulare. Detto questo, senza perdere ulteriore tempo, passo subito alla mia parte di valutazione.
I criteri usati, scelti assieme ad Aura, sono i seguenti: GRAMMATICA - IC PERSONAGGI - GRADIMENTO PERSONALE.


LEONHEART88

GRAMMATICA: 12,5/20 - Ho diviso questo criterio in due punti essenzialmente per comodità ma riporto ognuno qui sotto con la propria spiegazione e rispettivo punteggio per una maggiore e specifica comprensione dell'insieme.

Sintassi e Grammatica: 8/10 - Lessico buono e nel complesso l'italiano è corretto. Qualche errore di punteggiatura tuttavia - a volte manca il punto prima della caporale chiusa - e alcune frasi da ricontrollare risultano penalizzanti.

Stile e Fluidità: 4,5/10 - Niente da fare. Si è optato per un cambio di stile che non ha portato la positività aspettata e anzi ha contribuito, assieme alla fluidità scarsa, ad abbassare il voto; entrambi i post sono costituiti in ciascuna loro parte da punti di vista differenti, un poco scorrevoli solo se prese singolarmente perché nell'insieme risultano post spezzati dove è difficile mantenere continuità di lettura e concentrazione. A un certo punto, diventano noiosi.
In particolare il secondo, che oltre a ricalcare il primo tanto da renderlo quasi una fotocopia, sceglie un punto di vista che ho deciso di non considerare dopo la prima lettura: quello del fiocco di neve. La narrazione viene del tutto interrotta per lasciare spazio a un osservatore esterno, e irrilevante ai fini del post, che si trasforma in un cronista di battaglia addirittura consapevole dei tecnicismi della spada - fatta eccezione per poche righe specifiche, se a lui si sostituisse un SeeD in carne e ossa non vi sarebbe alcuna differenza. Questo rende l'intera parte un intralcio.
La tendenza a ripetersi porta diversi passaggi a essere poco vividi e visivi, specie per quanto riguarda le immagini più forti e/o violente, lasciando un'idea di pesantezza e ridondanza: un effetto che non penso voluto in ogni caso.
L'impegno nel voler evidenziare passaggi specifici viene meno, perché le volte in cui la scelta sarebbe azzeccata perdono il loro effetto nel mucchio di tutte le altre. Non ho contato quante volte sia stato fatto, né intendo che ogni singola frase sia così, ma da lettrice dopo un po’ me ne sono stancata, quindi sarebbe forse il caso di limitarsi.
Se da un lato la narrazione non è stata affrettata, dall'altro non ci sono stati "momenti giusti". Effetto sorpresa e suspance sono pressoché inesistenti, anzi le azioni si susseguono in maniera meccanica, quasi ci fosse un copione.
Ultimo, l'omogeneità dei tempi: si passa dal combattimento presente, a un'analessi al passato che tuttavia prosegue poi con lo scontro da dove si era interrotto per ritornare al presente nella terza parte del primo post. Confusione.


IC DEI PERSONAGGI: 10/15 - Su questo punto non ho molto da dire, non posso parlare di incoerenze o sbavature poiché di tutta la caratterizzazione che costruisce o dovrebbe costruire i due personaggi, ho colto solo l'altezzosità di Raiden e la feralità di Leon. Pochi aggettivi (spesso uno solo, declinato secondo vari sinonimi) non sono bastevoli - o peggio, impoveriscono - il punto di forza, ovvero saper descrivere alla meglio almeno il proprio personaggio: la stessa sfaccettatura, ripresentata in più modi, rimane specchio di se stessa e non aggiunge alcunché di essenziale.
Questo difetto è dovuto alla mancanza di una motivazione per lo scontro, che resta uno sterile susseguirsi di colpi.


GRADIMENTO PERSONALE: 2/5 - Mi aspettavo meglio. Il cambio di stile è stata una forzatura deleteria, tu scrivi in maniera molto più - passami il termine - disinvolta, non è necessario aggrovigliarti troppo e rovinare così il lavoro.


TOTALE PUNTEGGIO: 24,5/40
* * * * * * * * *

RAIDEN


GRAMMATICA: 12,5/20 - Ho diviso questo criterio in due punti essenzialmente per comodità ma riporto ognuno qui sotto con la propria spiegazione e rispettivo punteggio per una maggiore e specifica comprensione dell'insieme.

Sintassi e Grammatica: 7,5/10 - Hai uno stile ricco, un lessico aulico, colorito, preciso e ricercato ma a volte lo è fin troppo e tendi a sfruttarlo in maniera impropria, stonando dunque con la narrazione; mi riferisco principalmente ai tecnicismi sulla spada che, sebbene giusti, sono fuori contesto. Di sgualembro e roverso si legge nei libri medievali.
La sintassi può essere più scorrevole, alcuni punti sembrano fini a se stessi, con l'intenzione di essere a effetto e generando invece ridondanza, data appunto dal lessico, da termini ripetuti con troppa insistenza o da un costrutto.

Stile e Fluidità: 5/10 - Parto anzitutto dall'impaginazione. Fatta eccezione per queste poche righe nel primo post,
Ad un tratto, una lastra di ghiaccio spuntò dalla coltre di neve a nove, dieci metri dal punto in cui si trovava Leon, accompagnata dalla voce di Raiden che sembrava uscire da ogni fott**o cristallo di neve presente nei paraggi.
Sono qui...avanti....

...cosa...aspetti? Vieni a prendermi...
...o forse hai...paura?

Lo stava apertamente provocando. La lastra di ghiaccio, alta almeno quattro metri, venne affiancata da un'altra lastra e da un'altra ancora, fino a costruire un grosso recinto di ghiaccio di forma circolare al cui centro si trovava Leon.
Era nell'occhio del ciclone.
Se non hai il coraggio di farti avanti...
...allora verrò io da te.
un'espediente non necessario né influente sul punteggio ma apprezzabile per dare l'idea di Leon circondato, il resto è del tutto inutile e anzi contribuisce a creare solo un disordine visivo, accentuato dall'uso continuo delle citazioni.
Lo stile, riconoscibile in ogni frase, diventa più pesante pur mantenendo una discreta fluidità. Costruzioni come
Come la frusta di un invisibile domatore, il vento schioccava e sferzava, impietoso, le sia pur virtuali lande desolate ed innevate delle Rovine di Trabia, sollevando ad intervalli regolari enormi cumuli di neve che, dopo aver turbinato per diversi istanti scontrandosi nell'aere più e più volte, ricadevano dolcemente al suolo, posandosi a terra senza produrre alcun suono, come se fossero esausti, per poi ritornare a volteggiare dopo un po', alla successiva raffica di vento.
possono forse sembrare visive e poetiche ma gravano sulla scorrevolezza così come metafore o similitudini, a volte pompose ed eccessive al punto da far perdere il vero senso del paragone per dare l'idea di “paroloni” buttati a caso.
Ho inoltre visto un abuso degli incisi. Sono utili per dare risalto a concetti tuttavia un uso eccessivo ne fa perdere la funzione, perché evidenziando troppe parti è come se non se ne enfatizzasse nessuna. Soprattutto all’inizio sono tanti a rallentare il ritmo della lettura, costringendo a fermarsi per creare le ripetute parentesi all’interno delle frasi.
Il medesimo discorso vale, come ho già detto, per l'allineamento, metodo che forse sembra evidenziare determinati punti focali ma in realtà priva il testo di continuità e, oltre a infastidire l’occhio, inficia lo sviluppo lineare del post.


IC DEI PERSONAGGI: 11/15 - C'è qualche debole tentativo di caratterizzare un po' di più i personaggi, coadiuvato da una maggiore descrizione, ma come ho detto a Leon, l'assenza di una solida motivazione per lo scontro - unita alla rara interazione che hanno/hanno avuto nella vita a Garden - impedisce di approfondire come si potrebbe fare, limitandosi ai tratti di superficie conosciuti a tutti. Si vede da vicino il combattimento e si scorgono i meccanismi dietro i due SeeD ma sono proprio questi a non ingranare perfettamente tra loro, perché sono stereotipati, generali.


GRADIMENTO PERSONALE: 2/5 - Inizialmente il punteggio era più alto. Un particolare riletto più e più volte mi ha tuttavia spinto ad abbassarlo: mi rifersco alla libera ispirazione agli Specchi Diabolici di Haku. Sono favorevole a un utilizzo originale e alternativo delle abilità in scheda ma questa tecnica è troppo a sé stante per essere vista come un semplice riarrangiamento in base alle proprie capacità. Dunque, non la ritengo valida poiché assente in scheda.
Non si tratta dell'unico deterrente ma per il resto mi sono già espressa a fondo nei criteri di valutazione poco sopra.


TOTALE PUNTEGGIO: 25,5/40

Se qualcosa di quanto analizzato non fosse molto chiaro, contattatemi senza problemi con un messaggio privato.
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Re: Zoolab

Messaggio da Aura »

GIUDIZI DELLO SCONTRO LEON VS RAIDEN

Prima di tutto, complimenti ad entrambi per lo scontro. Indipendentemente dai giudizi, siete stati entrambi bravi e per me, almeno, è stato interessante leggere i vari post.
Ci tengo a precisare di non prendersela con me o Hjordis se siamo state troppo "precisine" o pignole: non è per cercare il pelo nell'uovo, ma si tratta semplicemente di osservazione e critica costruttiva per entrambe le parti coinvolte. Per qualsiasi chiarimento, domanda o spiegazione più dettagliata, io e Hjordis siamo a completa disposizione tramite pm.
Detto questo, passiamo al giudizio vero e proprio.

LEON

GRAMMATICA E STILE: 14/20

Grammatica -> 8/10
A livello grammaticale non ho trovato quasi nulla. Nel complesso, la punteggiatura e la sintassi viene rispettata.
Improvvisamente, così com’è venuta, la nebbia che avvolge la mia testa, scompare.
Qui non ho ben capito se la virgola dopo testa è stata messa apposta o è sfuggita. Io credo sia sfuggita, dato che non ho trovato lo stesso errore in nessun'altro caso.
Nonostante questo, il punto di forza sta nell'uso dei termini specifici per le mosse, il che lascia poco spazio a fraintendimenti ed aiutano a visualizzare lo scontro. Io almeno ho imparato delle parole nuove. In entrambi i post c'è qualche errore nella costruzione delle frasi, ma nulla di eccezionale o scandaloso da dove essere riportato qui.
Ultimo piccolo appunto
Ti spegnerai progressivamente ed inesorabilmente. Ecco sei così anche adesso. Bio.
Me ne vado. So di aver compiuto il mio dovere. Sparisco nuovamente nell’oblio, potrai contare sempre su di me. Ma tanto so che non lo farai. Sei troppo orgoglioso.
In questa parte sembra che si faccia sempre riferimento a Raiden dopo la carina spiegazione degli status negativi su di lui. L'aggiunta del nome di Leon avrebbe risolto il problema.

Stile e fluidità -> 6/10
In alcune parti le frasi troppo lunghe e con tante virgole fanno perdere un po' il discorso, rendendolo lungo e tedioso.
Ti rialzi nuovamente, non sei mai stato capace a fermarti in tempo, stringi ancora più forte le tue armi, come a darti un senso di sicurezza, lo senti alle tue spalle, frapponi la Claymore e per un istante hai la sensazione di averlo colpito, una sorte di estasi mistica pervade il tuo corpo.
Non so se era voluto o meno per rendere la durata dell'azione veloce, ma fatto sta che un paio di punti avrebbero reso la lettura più scorrevole ed enfatizzante. Ogni tanto c'è qualche errore, ma trattandosi di episodi separati, si possono tranquillamente sorpassare.
Ho trovato il primo post di battaglia decisamente più fluido e curato rispetto al secondo. Benchè la narrazione nel primo viene stroncata dal cambio di persona con cui si narra ed a parte la Claymore lanciata con un calcio quando poteva semplicemente essere lanciata con le mani, questo si riesce a leggere con tranquillità e senza soffermarsi troppo per capire cosa è successo nello scontro. Interessante l'uso del tu presente. Sarebbe stato ancora più interessante se tutto il post avesse usato la stessa persona, invece che passare dal presente al passato e poi tornare ancora al presente. Avrei potuto capire se si fosse usato prima il passato e poi il presente, lasciando intendere che fra la prima e la seconda parte è passato un po' di tempo.
La narrazione dal punto di vista del fiocco di neve l'ho trovata senza scopo. Forse l'intenzione principale era quella di riprendere la prima parte del primo post, non so. In qualunque caso, tale parte ha suscitato più confusione che chiarimenti. Se si voleva rendere lo scontro più interessante, ha reso solo l'effetto contrario.

IC DEI PERSONAGGI: 8/10
La trasformazione in acqua di Raiden, Lo scudo di ghiaccio con tanto di stalattiti, anche il solo sapere che può creare un'arma con la neve del campo: tutto questo fa intendere che si è capito il personaggio della controparte e si è tenuto conto completamente di quello che sa fare e quello che non sa fare. Punto di forza di Leon è proprio questo.
Il mancato voto totale sta nella descrizione di una sola "emozione" da parte di Raiden, per quanto sia quello che lo caratterizza di più, ossia la sua superiorità (non intesa come abilità nel combattere). Quello che ho recepito è stato più il cinismo di combattere e mostrarsi spocchioso che il reale piacere del combattere da parte di Raiden.
Per quanto riguarda l'uso di Leon pg, ho apprezzato l'uso di Kharonte per mettere in difficoltà l'avversario. Il fermarsi a pensare come controbattere, sebbene sia una cosa che Leon non fa spesso, c'è stato ed anche questo è un punto a suo favore. Il suo carattere è stato rispettato su tutta la linea, dal possessore del personaggio non ci si può aspettare diversamente.

GUSTO PERSONALE: 6/10
Il primo post mi è piaciuto più del secondo. Ho trovato molto interessante l'uso del tu presente ed il punto di vista di Kharonte. Lo scontro è stato avvincente, ma per il resto ho dovuto rileggere alcune parti qualche volta in più per capire cosa fosse accaduto. Qualche metafora di meno avrebbe reso il tutto più fluido e interessante.
In compenso ho adorato come ha usato tutto ciò che il personaggio sa fare senza risparmiarsi, da Kharonte alle magie di status per avere un vantaggio sull'avversario.

TOTALE: 28/40


RAIDEN

GRAMMATICA E STILE: 15/20

Grammatica -> 8/10
Come per Leon, errori grammaticali ce ne sono ben pochi, se non addirittura nessuno. Ad esser sincera son dovuta andare a cercare un paio di parole per capire se fossero giuste o meno. Fintò, per esempio, pensavo fosse una coniugazione sbagliata dal verbo fingere, ma mi sono ricreduta non appena ho letto il dizionario. Non credevo esistesse fintare come verbo... Si imparano sempre cose nuove.
Tralasciando la mia imbecillità sui tempi grammaticali, nel complesso la sintassi è rispettata.
Credendo di avere Raiden alla propria mercé, ingolfato com'era in quell'infido candore, e rientrato in possesso della propria arma, Leon attaccò di nuovo, senza riflettere, allo scopo di finire quell'avversario tanto odiato.
La virgola prima della e (congiunzione) è di troppo.
La voce di Raiden veniva fuori, inquietante, da ognuna di quelle lastre di ghiaccio, con una sinistro eco. D'improvviso, da una di queste si staccò, rapido come una scheggia, un proiettile gelato che, a pochi metri da Leon, acquisì le umane sembianze dello spadaccino.
Anche qui un paio di virgole di troppo.
Volano, l'una verso l'altra, spinte controvento dalle mani insanguinate dei loro possessori.
Anche qui c'è una virgola di troppo.

Stile e fluidità -> 7/10
Anche qui ci sono abbastanza frasi lunghe, con tante virgole e tante metafore che, a mio parere, potevano essere evitate. Frasi come questa
Come la frusta di un invisibile domatore, il vento schioccava e sferzava, impietoso, le sia pur virtuali lande desolate ed innevate delle Rovine di Trabia, sollevando ad intervalli regolari enormi cumuli di neve che, dopo aver turbinato per diversi istanti scontrandosi nell'aere più e più volte, ricadevano dolcemente al suolo, posandosi a terra senza produrre alcun suono, come se fossero esausti, per poi ritornare a volteggiare dopo un po', alla successiva raffica di vento.
rallentano la lettura e costringono a fermarsi ed a rileggere quello che si è appena passato. Per quanto sia poetica e bella una descrizione del genere, se fosse stato un post da giardino (ossia più introspettivo e metaforico) avrei potuto capirlo. Questo è uno scontro.
Nonostante non influenzi il punteggio, dato che si tratta solo di qualcosa di estetico, questa parte era molto carina.
Sono qui...avanti....

...cosa...aspetti? Vieni a prendermi...
...o forse hai...paura?
Riesce a dare l'idea di accerchiamento di Leon. Ciò che invece sembra inutile a descrivere lo scontro, o per altre funzioni a me ignote, è l'uso delle citazioni. Non rendono lo scontro più incisivo, non fanno intendere le emozioni provate dai personaggi, non descrivono nulla. Se anche non ci fossero state, sarebbe stato meglio in quanto rallentano la lettura e la fluidità. Se l'intenzione era la divisione per paragrafi, sarebbe bastato uno spazio in più o qualche asterisco per dividere le due parti.
L'allineamento centrale del testo ha un suo perchè nel primo post, mentre nel secondo perde totalmente di valore. Nel primo posso capirlo se era fatto per poi dare l'illusione dell'accerchiamento di Leon, ma nel secondo non ha la stessa valenza. Nel secondo post sembra che tale allineamento sia deciso solo per le citazioni a sinistra e a destra.

IC DEI PERSONAGGI: 8/10
Viene tenuto conto delle caratteristiche del personaggio avversario, dalla destrezza che ha alla sua mira ed ai parametri in generare. Bello l'uso di Morfeo per spezzare un attimo lo scontro e dare un accenno di pausa. Rispetto a Leon, la caratterizzazione dei personaggi si sente un po' di più, anche se non ci si è addentrati più di troppo.

GUSTO PERSONALE: 5/10
Anche qui, mi è piaciuto più il primo post rispetto al secondo. L'idea degli specchi mi ha intrigato ed avevo sperato che anche nel secondo post si fosse usata qualche tecnica innovativa, o comunque lo sfruttare fino al limite le tecniche che si ha. Non ho visto nè il Kami-e nè il Geppou, cose che avevo sperato di vedere in uno scontro contro chi di destrezza ne ha poca. Sarebbe stato un enorme vantaggio, certo, ma avrebbe significato il non risparmiarsi ed usare tutte le carte che si ha in mano.

TOTALE: 28/40


TOTALE DEI GIUDIZI
LEON -> 52,5/80
RAIDEN -> 53,5/80

Pertanto, per un solo punto, vince Raiden.
Ci tengo a fare le mie congratulazioni ad entrambi. Leggere lo scontro, a dispetto dei giudizi e degli errori trovati, è stato comunque bello ed accattivante. Complimenti a tutti e due! :wink:
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Re: Zoolab

Messaggio da RinaYeah »

Love Is A Battlefield


Rina VS Recks Seagull


-Due post a testa
-Unica regola: vietato ricorrere ad Esper/GF/Eoni/Eidolons o come altro si chiamano loro (cit. mia xD)


L'attesa era snervante. Stamattina avevo fatto recapitare a Recks un messaggio che lo invitava a raggiungermi nello Zoolab verso metà pomeriggio. C'era scritto che volevo allenarmi con lui, ma in realtà voglio parlargli. Parlargli e chiarire finalmente questa storia. Entrambi avevamo mentito, entrambi avevamo sbagliato, ma se doveva finire, voglio che ognuno di noi si prenda le proprie responsabilità.
Dei passi, è finalmente arrivato.
-Rina, non mi hai...-
Puntai la spada verso di lui senza nemmeno voltarmi.
-Perchè vuoi allenarti con me? Ci sono Egil, Raiden e Matt che sono molto più forti, perchè...-
-Con loro non ha senso parlare di noi-
-Cosa vuoi dire?-
Mi avvicinai e gli consegnai la lettera che avevo ricomposto e riparato a suon di scotch.
Recks la lesse, poi mi osservò allibito.
-Dove l'hai presa?-
-Da un cestino dei rifiuti-
Recks assunse un aria interrogativa e per un attimo la mia espressione dura lasciò posto ad un sorriso simpatico.
-Neanche immagini quante cose si possono scoprire in un cestino dei rifiuti-
-Ero sicuro di essermene liberato...-
Gli diedi un ceffone, abbastanza forte da lasciargli un livido sulla guancia sinistra.
-Liberato di cosa? Di quella lettera, o del tuo passato? Credo che stavolta le cose combacino-
Mi allontanai, visibilmente irata, e alzai la spada.
-Io e te dobbiamo parlare di molte cose, e questo scontro è l'ideale-
-Non ho niente da dirti!-
-Allora ascolta me!-
Eravamo arrabbiati, anche molto. Impugnai la Spada del Patto con due mani e lanciai un fendente verticale, facile da evitare, per sottolineare che lo scontro era iniziato.
-Per un attimo immagina di essere me- un'altro fendente, stavolta parato.
-Sei una ragazza con una vita difficile che improvvisamente si ritrova in un mondo sconosciuto, senza nessuno che ti possa realmente capire- un nuovo fendente, obliquo, venne evitato malamente all'ultimo secondo, lasciando un segno rosso sulla spalla del ragazzo.
-Ti convinci che l'unico modo per ricominciare a vivere è tradire gli esseri che ti hanno accudito per tre lunghi secoli. Ma fallisci, e vieni punita alla vita eterna in un mondo di mortali. Ora sei spaventata ma hai ricevuto quello che volevi. Incontri persone che ti vogliono bene, ti affezioni, ma ogni giorno che passa ti accorgi della differenza tra te e gli umani, le personi che ami muoiono e tu resti sempre sola-
Mi allontanai e lanciai un Cremisi, parato da uno Shell.
-Prova ad immaginare come mi sono sempre sentita-
Mi avvicinai ai comandi e attivai la macchina.
Una sabbia fine comparve sotto i nostri piedi. Delle tende presero forma, ed improvvisamente ci ritrovammo al centro dell'accampamento nel Deserto Est di Dalmasca.
-Questo villaggio, credo che anche tu lo conosca. Sono caduta vicino a questo villagio circa 1200 anni fa. Sono stata trovata da una squadra di cacciatori che mi hanno portata in questo villaggio. Tutti mi hanno accolto, tutti mi hanno donato il loro affetto.
Ma in particolare un uomo, lì- indicai la riva - lì ha chiesto la mia mano, donandomi questo-
Mostrai la catenina con l'anello di Flik.
-L'ho sposato, è stato bellissimo, ma poi, un giorno, è andato a caccia e non è mai più tornato-
Le lacrime rigavano le mie guance, ma non ci feci caso. Mi misi la catenina al collo e mi rimisi in posizione d'attacco.
-Questo è tutto ciò che devi sapere di me, ora tocca a te- lanciai un Eolica, invocando un piccolo uragano nei pressi del SeeD. Lo vidi prepararsi al contrattacco. Ora si fa sul serio.

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Ultima modifica di RinaYeah il 04 mag 2015, 12:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: Zoolab

Messaggio da Recks »

L'uragano mi investì, scaraventandomi qualche metro più indietro. Per evitare la collisione con il terreno lanciai un Levita. Volevo evitare di immergere la mia faccia nella sabbia rovente del deserto di Dalmasca. Avrei voluto spostare lo scontro verso la riva dell'accampamento, così da evitare quella minaccia. Sfortunatamente la Dea sembrava avermi letto nel pensiero e una scheggia di ghiaccio mi costrinse ad accantonare i miei piani. Mi ritrovai all'ingresso dell'accampamento, costeggiato da due grandi palme. Un mio Quake tentò di intralciare l'avanzata nemica, inutilmente. Le bastò una sola parola, Levita, per riprendere la sua corsa.

- Mi conosci così poco, Recks?
Non ricordavi che anche io so usare Levita? Dovevo immaginarlo.
Tu alla fine non sai nulla di me. Solo Flik mi ha conosciuta davvero.
Tu, tu...sei solo un ragazzo.





Rina era ormai a qualche passo da me. Nessun incantesimo l'avrebbe fermata. Tutti quelli che conosceva potevano benissimo essere utilizzati per difendersi dai miei. Era necessario un cambio di strategia. Rimanere nelle retrovie non sarebbe servito: d'altronde, era chiaro come il sole che Rina voleva uno scontro diretto. Avrei potuto ricorrere all'incantesimo Vanish ma scartai l'idea. La Dea voleva un confronto e non sarebbe stata delusa. Nascondersi dietro un velo invisibile sarebbe stato solo un modo per offenderla... di nuovo.


Impugnai la spada a due mani.
Un clangore che risuonò per tutto l'accampamento. Nè l'infrangersi delle onde verso riva, nè il verso dei gabbiani che sorvolavano la costa poterono sovrastrare quel suono.
Un primo bacio. Le lame si erano scontrate per la prima volta.
Per qualche attimo potei guardare Rina in faccia. Le lacrime solcavano il suo volto. Un fiume inarrestabile che sorgeva dai suoi occhi. L'espressione delusa e al contempo arrabbiata. Delusa nei miei confronti, perchè non sono stato in grado di darle nemmeno una parte di quello che Flik le aveva dato. Arrabbiata con un'entità superiore del Multiverso, che l'aveva costretta a vivere eternamente in un mondo di mortali. L'immortalità, che molti cercavano, era per lei qualcosa di cui sbarazzarsi. A cosa serviva vivere per sempre se le persone con cui avresti voluto passare i tuoi giorni sarebbero, presto o tardi, scomparse? L'unica cosa di eterna, oltre all'immortalità, è il dolore che ne consegue.
Il bacio terminò. Le danze riaprirono.

- Perchè Recks? Perchè mi hai trattato così?
Hai passato mesi a interpretare la parte della povera vittima che non riusciva ad avere le mie attenzioni.
Poi, dopo che finalmente hai avuto il mio affetto, lo hai la stracciato e gettato via.





La Dea non aveva nessuna intenzione di separarsi da me. Mi incalzò con una sequenza di colpi rapidi e precisi. Spalle e ventre, spalle e ventre. Il suo obiettivo era ferire ulteriormente la mia spalla sinistra, dalla quale usciva già un rivolo di sangue che aveva macchiato la mia divisa. Non sarei mai stato in grado di evitare quegli attacchi se non grazie ad un aiuto esterno. Fu un Haste a rendermi più agile e migliorare la mia capacità di reazione. Prima che Rina potesse attaccarmi nuovamente, una grande palla di fuoco fece il suo ingresso, costringendo la Dea a lanciare un getto d'acqua per renderla inerme. L'impatto del fuoco con l'acqua generò una coltre di fumo che rese impossibile alla Dea individuarmi.

- Hai ragione Rina, sono stato uno str***o.
Il fatto è che per Calien provo davvero qualcosa.


Stavo per colpirla da dietro, quando lei inaspettatamente si girò e mi fece crollare a terra con una saetta. I suoi sensi dovevano essere più sviluppati dei miei - la nube si rivelò insufficiente.


- Ah, quindi per me non hai provato davvero qualcosa?
- Non ho detto questo.
- E allora dimmi di cosa si tratta.
Dimmi perchè sto perdendo tempo con te.
Come ne ho perso rovistando nei cestini.



- Rina tu mi piacevi, davvero.
- Risposta sbagliata.

Centro.
Una grande scheggia di ghiaccio conficcata nella spalla. Ero ancora a terra quando mi colpì. Il mio istinto mi indusse a estrarre con le proprie mani il corpo estraneo ma il dolore mi fece desistere. Avrei preferito rimanere fermo, piuttosto che urlare a pieni polmoni per levarla via. La sabbia rovente sulle mie ginocchia mi esortava ad alzarmi, così come l'incombente minaccia di Rina in avvicinamento. Tuttavia, il dolore era così tanto che non riuscivo ad alzarmi. La Dea fece appello di nuovo ai suoi incantesimi.
Mi avrebbe fatto assaggiare il fuoco. Se non fosse stato per Inversione, le scottature si sarebbero diffuse su tutto il mio corpo. Invece, grazie a quella magia, il fuoco non ebbe alcune effetto malefico su di me, anzi. Il calore sciolse la scheggia, diminuendo in minima parte il dolore che provavo.

- Ti chiedo scusa.

- E' un po' troppo tardi per farlo, non trovi?
"Oh beh, ti ho fatto la corte per mesi. Voglio stare con te!
Ah, no, ora sono innamorato di una ragazzina che nemmeno prova qualcosa per me".
Forse Leon fa bene a pestarti ogni tanto, per quanto poco regga quel porco.





Le parole fanno male. Sono pungenti come spine. Ne basta una sola, messa al posto giusto.
- Energia.

Taglienti come lame.

- Hai mai provato a metterti nei miei panni?
Mai pensato che forse quello che provavi per Calien era solo un'illusione?
-Energia.
-Non ci hai pensato nemmeno un attimo prima di lasciarmi.
-Energia.
-Sono così delusa.
-Energia. Energia. Energia.









Senza forze, ero ai piedi di una delle palme che costeggiavano l'ingresso. Come se fossi leggero come una piuma, Rina mi sollevò, prendendomi per il collo. L'altra mano impugnava una Spada del Patto. Mi alzò fino a far sì che io la guardassi nuovamente in faccia. Dietro di me, contro la schiena, premeva il fusto della palma.

- Non mi ero mai reso conto di quanto tenessi a me. Ora so che non sono fatto per te. Sono immaturo. Uno str***o. Non sono quello che cerchi e ti meriti.

Avanti, colpiscimi.
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Just Give Me A Reason...

Messaggio da RinaYeah »

-Avanti, colpiscimi
Era serio... Serio come non l'avevo foese mai visto. Per un attimo che parve infinito restai a fissare il suo sguardo così determinato, parte di quel ragazzo che avevo sempre ammirato e che solo ora si era deciso a mostrare. Alzai gli occhi al cielo, quel cielo che mi aveva donato bellissime giornate e scoppiai in una risata folle.
-Credi che colpirti mi farebbe sentire meglio? Vuoi addossare sulla mia coscenza anche questo? Nella mia vita ho commesso numerose atrocità, ho spesso ucciso a sangue freddo, ma ciò non mi ha mai fatto gioire. Anzi! Ogni ferita che aprivo era una macchia sulla mia anima, ma non mi interessava e sai perchè? Perchè credevo di fare la cosa giusta, credevo di purificare il mondo, rendendolo un posto migliore. Dovresti ricordare la mia reazione la prima volta che ho visto Sirius?-
L'espressione del ragazzo mutò nello stupore, poi il dolore attraversò il suo corpo. Senza accorgemene avevo stretto la presa. Lo lanciai di lato mentre osservavo orribilante la mia mano destra. Stavo per ucciderlo e non me ne stavo neanche accorgendo. Sono un mostro!
Spostai lo sguardo sul ragazzo che tossiva violentamente.
-Alzati!- ordinai, ma in risposta ricevetti solo un colpo di tosse.
-ALZATI!- il piccolo uragano lo lanciò in aria per poi farlo precipitare nuovamente sulla sabbia ardente.
-Credevo di conoscerti, ma sicuramente mi sbagliavo-
Lo vidi rialzarsi, a fatica, fino a tornare in piedi aiutandosi con la lama di Matt.
-Credevo fossi solo un ragazzo dolce e insicuro, forte senza sapere di esserlo, ingenuo come non lo sono mai stata. Come me, diverso dagli altri, ma forse mi sbagliavo. Il ragazzo che ho sempre protetto, sempre sostenuto, in realtà era solo una maschera, un travestimento? Allora dimmi chi sei davvero, Recks! O forse nemmeno Recks è il tuo nome. Dimmi, perchè io voglio sapere-
Sembrava essersi ripreso. Puntai nuovamente la spada verso il SeeD, chiamandolo alla guardia, e mi avventai su di lui. Fendente orizzontale da destra, calcio, colpo con lo scudo, fendente dal basso e arretrare. Era una strategia che avevo affinato col passare dei secoli, ma i miei colpi furono più lenti del normale, complice la stanchezza, lasciandogli la possibilità di colpirmi, ma anche lui era stanco. Stanco di tutto questo.
Indietreggiai per riprendere fiato, poi afferrai la spada con entrambe le mani e mi lanciai su di lui. In quel colpo avevo messo tutto il mio dolore, tutta la mia disperazione, tutto ciò che mi restava. Ma mi fermai prima di ferirlo. Non è ciò che voglio! Non voglio ucciderlo, non me lo perdonerei.
Un fendente diretto alla mia vita mi costrinse ad allontanarmi.
-Tu sei scappato di casa, giusto? Ma perchè? Non riesco a capire-
Qualche goccia di sangue macchiò la mia divisa laddove la lama aveva sfiorato la mia carne.
-Non potresti capire-
Scambio di colpì ed indietreggiammo.
-Allora fammi capire. Fammi capire la tua storia, le tue motivazioni. Forse non mi ami più, o forse non mi hai mai amata, ma voglio continuare ad essere presente nella tua vita. Parlami, confidati, arrabbiati con me se vuoi, ho bisogno di starti accanto, anche solo come un'amica-
Eravamo entrambi esausti, ma non avrei ceduto. Dovevo sapere!
A qualsiasi costo. Avevo vissuto interi secoli e affrontato innumerevoli situazioni differenti, potrei aiutarlo se solo me lo permettesse.
-Apri il tuo cuore e liberati da questo macigno-
-Perchè...?
La domanda era tanto sorprendente quanto sensata.
-Perchè vuoi saperlo? Perchè non ti arrabbi e non mi mandi a quel paese, abbandonandomi?-
Perchè mi chiede... Molto semplice
-Perchè essere abbandonati è una sensazione orribile che ho provato diverse volte nella mia vita-
Camminai verso il ragazzo, lo superai e mi avvicinai ad un dirupio. Piantai la Spada del Patto nella sabbia e allargai le braccia rivolgendomi a Recks.
-Qui venivo ogni notte a piangere la morte di Flik. Ipoteticamente è come la sua tomba. Se fossimo veramente all'accampamento sotto questo punto si troverebbe una spada, la Rina+, la spada di Flik. Ed è qui che verrò fra un paio di giorni. Potrei anche non tornare, se non mi darai una ragione per farlo!-

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Leon Feather
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Scontro di classi RPG

Messaggio da Leon Feather »

Raiden VS Elza
- Due post a testa
- Nessuna regola o restrizione
Lo spadaccino contro la ladra
Raiden poggiò il bicchiere sul tavolo e sorrise ad Elza, che sembrava essersi persa nel filo dei suoi pensieri.
- Allora?
La ladra non stette a pensarci ulteriormente. - Un motivo per cui combattere? - disse. - Raiden, dovresti averlo capito ormai che l'unica cosa che mi interessa sono i soldi.
- Non ti smentisci mai - rispose lo spadaccino, sbuffando. - Sii seria.
- Sono serissima - rise. Poi continuò. - Siamo mercenari, combattere è quello che facciamo. Visto che Philip mi ha offerto questa possibilità, preferirei non deluderlo.
Philip Phoenix le aveva dato una seconda possibilità, indipendentemente da quanto oscuro fosse stato il suo passato. Per quanto Elza fosse solita dar poco conto a cose come dimostrare riconoscenza nei confronti degli altri - sia perchè in passato raramente qualcuno aveva fatto qualcosa per lei senza pretendere qualcosa in cambio o senza secondi fini, sia perchè la sua regola era quella di pensare prima di tutto ai suoi interessi - doveva ammettere di provare un certo senso di gratitudine nei confronti del Preside del Garden di Rinoa.
- È sempre stata una questione di sopravvivenza, comunque. Ho sempre dovuto combattere per avere ciò che mi spettava, in questo mondo.
- Capisco - Raiden finì di bere la sua birra. - Beh, questo ti fa onore. Il fatto di volerti sdebitare con Pip.
- Non sono in debito con lui - ribattè la ladra. - Gli ho praticamente dato la mia vita e l'ho messa nelle sue mani, mi sembra un pagamento più che sufficiente in cambio di un posto in cui stare.
Elza sorrise, forse per allentare la tensione causata da una risposta tanto brusca.
- E per quanto riguarda te, signor spadaccino?

Si riparò dietro una colonna di pietra. L'aspetto dell'atrio di quel castello in rovina che il simulatore aveva scelto come campo di battaglia era cambiato radicalmente dall'inizio dello scontro, pochi minuti prima: il liscio pavimento di pietra era adesso ricoperto di ghiaccio, così come anche parte dei muri e la base delle colonne.
Elza dovette ammetterlo: Raiden non ci stava andando leggero con lei. D'altronde se avesse agito diversamente non l'avrebbe mai perdonato; l'aveva invitata a dare il meglio di sè, e altrettanto doveva fare lui.
La ladra mandò una copia ad attaccare Raiden. Lui la accolse con un fendente della sua Glamdring, ma quando la lama della spada attraverso la figura incorporea della copia di Elza, lei gli comparve sul fianco, pugnale ruba incantesimi in pugno. Con quello lo colpì al braccio e tornò a nascondersi dietro un'altra colonna.
Questa volta Raiden non aspettò che la ragazza venisse fuori. Si lanciò al suo inseguimento, correndo sul ghiaccio con estrema agilità - d'altronde si trattava del suo elemento - e subito fu su di lei dietro la colonna.
Elza schivò il fendente con una precisione e prontezza di riflessi tale da sorprendere lo spadaccino, che si chiese come diavolo avesse fatto. Teneva in pugno il Glimmerfang nella mano sinistra - lo usò per deviare il fendente successivo - e con gli artigli sguainati contrattaccò. Raiden a quel punto fu costretto a trasformarsi in acqua per evitare di essere ferito.
Si ricompose poco più in là e guardò Elza dritto (per dritto) negli occhi.
- Hai copiato una delle mie tecniche.
- Oh, te ne sei accorto?
- Mi chiedevo cosa fosse il pugnale che mi hai piantato nel braccio, prima. D'ora in poi so che devo evitare di farmi colpire da quello.
Elza sorrise. - Non ti conviene farti colpire affatto, non ti pare?
- Hai ragione - Raiden sorrise in risposta. Se si fosse fatto colpire prima invece di assumere la consistenza dell'acqua, Elza lo avrebbe sicuramente avvelenato. Non poteva abbassare la guardia un solo istante contro un tale demonio.
Il breve scambio di battute era servito a far recuperare un po' di fiato ai due sfidanti. Entrambi erano molto agili, ma Raiden era molto più forte fisicamente di Elza, di questo lei era consapevole. Tuttavia la ladra sapeva bene anche che sulla distanza aveva un vantaggio sullo spadaccino.
Il ghiaccio sul terreno cominciava già a sciogliersi. Prima che Raiden potesse fare la sua mossa, Elza tirò fuori le pistole e cominciò a sparare in direzione dello spadaccino. Aiutato dalla sua tecnica del Kami-E Raiden cominciò a schivare i proiettili come meglio poteva, mentre con rapide falcate accorciava la distanza tra lui ed Elza e quando la raggiunse aveva già Pungolo in pugno. Affondò la lama dell'arma sul braccio della ladra, all'altezza della spalla, mentre lei sparò l'ultimo colpo dritto all'altezza del suo petto. Entrambi si allontanarono l'uno dall'altro con un balzo indietro per esaminare l'entità delle ferite riportate.
Elza fece pressione con la mano sul braccio, cercando così di rallentare l'uscita del sangue. Raiden invece tentò di usare una magia Energira per curare anche se temporaneamente i danni causati dal proiettile magico della ladra, ma con sorpresa non ci riuscì.
- Qualcosa non va? - chiese Elza con un sorriso malizioso.
- D'accordo - Raiden strinse il pugno sul manico di Glamdring. - Round due.
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Aenima
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Raiden vs Elza - Reasons why...

Messaggio da Aenima »

I don't know what's worth fighting for
Or why I have to scream...



« E per quanto riguarda te, signor spadaccino? »
Raiden abbozzò un sorriso. In fondo, doveva aspettarsela quella domanda. Perché combatteva? Così, su due piedi, non sarebbe riuscito a fornire una risposta concreta. Combatteva, non aveva memoria di aver fatto altro nella vita. Combatteva e nient'altro, punto. A differenza di altri soldati, Raiden non perseguiva un ideale, non lottava per una causa superiore - lo spadaccino non poteva di certo definirsi un idealista - ma svolgeva semplicemente il suo lavoro. Avrebbe lottato per e con il Garden, per e con i suoi amici e commilitoni missione dopo missione, battaglia dopo battaglia, per migliorare sempre più.
Dunque, per quale ragione egli combatteva?
« Se davvero ci tieni a saperlo ... te lo spiegherò nello Zoolab. » fu la sua risposta. Sarebbe stato il campo di battaglia a parlare.
**********
Elza era un osso duro.
Quali che fossero le sue motivazioni, la giovane ladra stava mettendo tutta sé stessa in quel combattimento e di questo Raiden era felice: lo spadaccino, nel corso dei vari allenamenti, aveva sempre rammentato ad Elza di non tirarsi mai indietro e di affrontare a testa alta qualsiasi tipo di avversario. Ed era esattamente ciò che la giovane stava facendo.
La ladra cercava di evitare il più possibile lo scontro in campo aperto, nascondendosi dietro le colonne di quel castello diroccato ed attaccando poi in maniera rapida ed imprevedibile, costringendo spesso Raiden a difese improvvisate contro i suoi proiettili o il suo pugnale.
Così, come da copione, sparì nuovamente dalla sua vista. Lo spadaccino rimase immobile, gli occhi che guizzavano da una parte all'altra del campo di battaglia alla ricerca del minimo segno di presenza nemica. Doveva tener alta la concentrazione: sulle brevi distanze Elza sapeva essere micidiale e parecchio fastidiosa con il suo pugnale incantato.
Infine la vide: alla sua sinistra, Elza stava spostandosi rapidamente da una colonna all'altra nel tentativo di avvicinarsi allo spadaccino. Ma Raiden non si diresse verso di lei, bensì si voltò di scatto verso destra, frapponendo Glamdring fra sé e la lama di Glimmerfang che la vera Elza stringeva saldamente in pugno. Colta di sorpresa dalla reazione dello spadaccino, Elza non riuscì a portare a termine il suo attacco e per Raiden fu semplice disarmarla con un colpo secco portato col piatto della lama di Glamdring alla base di quella del pugnale avversario, che cadde a terra con un secco clangore.
« Credevi davvero che ci sarei cascato di nuovo? » la apostrofò beffardo lo spadaccino, spingendo con il tacco il pugnale di Elza qualche metro più in là, mettendolo fuori portata. Raiden aveva agito d'istinto: non aveva la certezza che quella che aveva visto fosse una copia di Elza ma era abbastanza sicuro del fatto che una ladra agile come lei non si sarebbe fatta scoprire in modo così ingenuo, da qui la sua scelta di muoversi nella direzione opposta, scelta rivelatasi - in parte anche fortunosamente - azzeccata. Del resto, come soleva dire ai suoi allievi, fortuna, audacia ed istinto vanno di pari passo in un combattimento.
« Pff ... » borbottò Elza « Soltanto fortuna la tua! » Buona sorte o meno, adesso era disarmata ed alla mercé dello spadaccino il quale, però, non contrattaccò.
« Direi che per oggi abbiam giocato abbastanza a guardie e ladri. » disse, in tono secco « E sei anche disarmata. Credo sia giunto il momento di tirare fuori la spada e mostrarmi quanto hai imparato. » concluse, indicando con un cenno del capo la spada Hadhafang, ancora nel suo fodero. La richiesta dello spadaccino non sorprese Elza, la quale, fin dal momento in cui Raiden le aveva proposto di combattere, si aspettava una cosa del genere. Così sfoderò Hadhafang, levando alta la sua lama e puntandola verso Raiden, che incrociò Glamdring con la spada avversaria.
« Fino ad ora hai combattuto egregiamente nel modo che più ti è congeniale. Adesso, lama contro lama, devi tirar fuori la vera motivazione per cui combatti! »
Lo spadaccino partì subito alla carica con un rapido affondo che Elza riuscì a parare spostando prontamente la sua spada verso sinistra: le due lame cozzarono e Glamdring deviò leggermente dalla sua traiettoria. Raiden però non si scompose e, facendo perno sul piede sinistro, caricò un dritto che la ladra cercò di parare ponendo la sua lama perpendicolarmente a quella dello spadaccino. Tuttavia la maggiore potenza fisica di Raiden fece la differenza ed Elza, per non essere nuovamente disarmata, finì con lo sbilanciarsi e subire il morso di Glamdring all'altezza dell'avambraccio destro, poco più giù del gomito.
« Ouch! » si lamentò la giovane, tamponando grossolanamente la ferita che, fortunatamente, non era affatto profonda. « Nessuno ti ha detto che le donne non si toccano neanche con un fiore? » disse in tono stizzito, guardando negli occhi Raiden, che non poté fare a meno di sorridere.
« Con un fiore forse no...ma con una spada magari sì. » rispose sarcasticamente lo spadaccino. Fu comunque soddisfatto di notare come Elza si muovesse bene con la spada, sopperendo al divario tecnico con la sua notevole destrezza. Doveva aver fatto molta pratica anche al di fuori dei loro allenamenti, cosa che Raiden aveva notato con piacere.
« Adesso continuiamo a modo mio, però! » ribattè Elza, prima di sparire alla vista dello spadaccino, avvolta da una cortina magica. Neppure il tempo di ragionare e la ladra era già all'attacco, con un fendente fulmineo che Raiden riuscì a schivare soltanto trasformandosi in acqua. Non era finita. Ancora un altro assalto da direzione diversa e stavolta lo spadaccino non riuscì a difendersi, venendo ferito dalla lama di Hadhafang all'altezza del torace. Elza aveva pareggiato i conti.
Non vi fu pausa. Raiden strinse i denti ed andò avanti. Lo spadaccino riuscì a cogliere all'ultimo istante lo spostamento d'aria provocato dal movimento della sua avversaria e, grazie alla tecnica Geppou, balzò in aria evitando l'attacco. Prima di atterrare a qualche metro di distanza scagliò una serie di dardi di ghiaccio verso il punto in cui supponeva si trovasse Elza, senza tuttavia ottenere risultati. Quella peste era maledettamente rapida.
« Smettila di fuggire e affrontami a viso aperto, spada contro spada! » la provocò Raiden, in attesa di una reazione da parte della ragazza.
Non vi fu risposta: evidentemente Elza stava prendendo tempo per studiare la prossima mossa. Calò quindi nuovamente il silenzio sull'arena virtuale dello Zoolab, mentre il ghiaccio tornava ad invadere il suolo di quel vecchio castello diroccato...
Forza, mostrami quanto è forte la tua motivazione nel combattere...
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La lama nell'ombra

Messaggio da Leon Feather »

Non era più un addestramento, nè un esame, bensì uno scontro fra pari. Raiden si passò la lingua tra le labbra divertito dalla piega che stava assumendo lo scontro. Il sangue gli ribolliva nelle vene ogni volta che si trovava di fronte ad un avversario che anche solo gli fosse alla pari.
Elza saltò fuori dal suo riparo, pistole alla mano, sparando una raffica di proiettili contro Raiden e scivolando sul ghiaccio verso la colonna successiva. Lo spadaccino scattò in avanti evitando i colpi, mentre con la Glamdring sguainata si preparava ad ingaggiare la ladra.
La raggiunse prima che potesse trovare riparo dietro la colonna. Seguì uno scambio di colpi, spada contro spada, nel quale nessuno dei due sembrava avere la meglio. Attaccavano e contrattaccavano, guadagnando terreno una volta l'uno e poi l'altro, schivando parando e colpendo. Infine, Elza schivò l'ennesimo fendente con un balzo indietro, ma atterrò male sul ghiaccio e scivolò a terra battendo di schiena. Prima che potesse processare il dolore e lamentarsene, lo spadaccino le era già addosso. Tentò un affondo sul braccio della ladra, ma lei lo schivò rotolando di lato e rimettendosi in piedi immediatamente dopo con una spinta.
Raiden non aveva finito. La aggredì con un tondo che Elza parò prontamente con il piatto della spada, estratta all'ultimo istante.
- Quasi... - disse sforzandosi di tenere duro di fronte alla forza di Raiden, che la stava sovrastando. Sollevò la mano sinistra con cui teneva ancora in pugno una pistola e sparò, costringendo Raiden a separarsi da lei per evitare il colpo, che gli sfiorò la tempia.
- Quasi - disse lo spadaccino, massaggiandosi l'orecchio. Il rumore dello sparo lo aveva quasi assordato. - Quest'anno di addestramento ti ha fruttato. Non sono per niente deluso.
- Grazie! - rispose Elza con un sorrisetto stampato sul volto, poggiando Hadhafang sulla spalla.
Rimasero fermi a studiarsi reciprocamente. Anche se, entrambi, avevano evitato i colpi in modo da evitare le ferite più gravi, non erano rimasti illesi dallo scontro. Tra uno scambio di fendente e l'altro, sia Elza che Raiden avevano riportato tagli leggeri praticamente in ogni parte del corpo.
Raiden tese la mano verso Elza. Coltelli formati dal ghiaccio si sollevarono da terra, puntando verso la ladra.
- Uh oh.
La ragazza balzò di lato verso il riparo di una colonna per evitare la pioggia di proiettili, ma uno dei coltelli la colpì a una gamba. Sedette schiena contro la parete, raccogliendo una manciata di ghiaccio e premendola sulla ferita per diminuire il dolore. Quando alzò lo sguardo, Raiden era già di fronte a lei.
Si alzò di scatto e parò un fendente frapponendo la spada fra lei e quella del Seed. Poi sparò un paio di colpi con la pistola. Raiden ne schivò uno, ma l'altro lo colpì al braccio sinistro. Elza scivolò indietro prima che Raiden potesse reagire, per mettere quanta più distanza possibile fra lei e lo spadaccino. Gettò uno sguardo a terra: poco lontano da lei il suo Glimmerfang brillava tra il ghiaccio.
Elza schivò un cono di ghiaccio lanciato nella sua direzione e balzò verso la daga, raccogliendola. A quel punto, con uno scatto Raiden la raggiunse. Elza abbassò la testa per evitare un tondo, tentò un affondo con il Glimmerfang ma Raiden lo parò con il suo pugnale. Poi l'uomo eseguì un rapido affondo con la spada sul fianco scoperto della ladra.
La giovane balzò indietro. Guardò il sangue colare dalla lama di Raiden e macchiare di rosso il suolo ghiacciato, come lo stesso stava facendo sui suoi vestiti attraverso la ferita al fianco. Strinse i denti e lanciò un'occhiata furente allo spadaccino.
- Non sei riuscita a schivarlo - disse lui. - Cominciamo entrambi ad essere stanchi. Facciamola finita.
Elza afferrò una bomba fumogena e la lanciò in mezzo al campo di battaglia, battendo in ritirata.

Raiden poteva seguire i movimenti di Elza grazie alla traccia di piccole macchie di sangue che si stava lasciando dietro di sè. Lo spadaccino osservò la strascico scarlatto protendersi lungo la scalinata che portava al piano superiore del castello; la seguì fino a quella che in passato doveva essere stata la sala dove il signore del maniero teneva udienza con i suoi ospiti.
La vide, al centro della stanza, in ginocchio. Era girata di spalle e i suoi vestiti erano stracciati in più punti a causa dei tagli inferti con la spada e la magia. Doveva aver perso una quantità considerevole di sangue.
- Eccoti qua.
Non arrivò alcuna risposta. Pochi attimi dopo la figura al centro della stanza sparì con gran sorpresa di Raiden, che si voltò come d'istinto: la vera Elza le fu addosso e lo atterrò, puntantogli la lama celata alla gola.
- Non darmi ancora per spacciata, solo perché ho subito un colpo o due.
Teneva l'altra mano stretta a fare pressione sulla ferita al fianco, per evitare una eccessiva fuoriuscita di sangue.
- Sembra che sia io quello spacciato, qui.
- Sembra di sì.
Elza sollevò il braccio della lama celata, pronta a colpire.

Uh! Le vecchie abilità di Elza!
Spoiler
Tecnologia Hextech (2) - Le pistole di Elza funzionano non solo con normali proiettili, ma sono in grado di sparare anche proiettili di pura energia magica.

Gilda dei ladri (2) - Tecnica che permette ad Elza di evocare fino a due copie di se stessa in tutto e per tutto simili a lei, ma utili solamente a confondere l'avversario poichè incorporee e quindi non in grado di entrare direttamente in contatto con persone o cose (vi passano attraverso). Le copie eseguono la volontà della ladra, che può comandarle a suo piacimento. Non sono tuttavia in grado di comunicare parlando.

Lacrime della Dea (2) - Artefatto magico che Elza ha ottenuto in modo misterioso (nel senso che l'ha rubato. Ssshhh.). Si tratta di un'ampolla contenente un'acqua speciale, che se bevuta ripristina una parte di energia vitale. L'acqua al suo interno non si esaurisce mai, ma impiega del tempo a rigenerarsi dopo essere stata usata. (Effetto simile alla magia Energira, ma più stiloso).

Pugnale ruba incantesimi (2) - Elza evoca un pugnale incorporeo che, entrando in contatto con un nemico, è in grado di rubare, o per meglio dire in questo caso copiare, una tecnica al proprio avversario. Questa tecnica può essere usata una sola volta a battaglia ed è in grado di copiare solo tecniche che abbiano un massimo in costo di 2 punti magia.

Rifugio d'ombra (2) - Magia che avvolge l'utilizzatore in una cortina invisibile, celandolo alla vista.

Occhi di Gatto (2) – Potere che una volta attivato permette di vedere nell'oscurità e percepire il calore corporeo delle persone. Utile per vedere al buio e riconoscere chi utilizza magie per celarsi alla vista; l'esposizione alle fonti di luce intensa può abbagliare temporaneamente l'utilizzatore.

Tritamago (2) - Incantesimo da applicare ad un'arma. Per un breve periodo di tempo, gli attacchi successivi che entrano in contatto con la carne del bersaglio causano status Mutismo. L'effetto permane per pochi minuti, o finchè non viene curato con oggetti o la magia.

Contaminazione (2) - Incantesimo da applicare ad un'arma. Per un breve periodo di tempo, gli attacchi successivi che entrano in contatto con la carne del bersaglio causano status Veleno. L'effetto permane per pochi minuti, o finchè non viene curato con oggetti o la magia.

Bomba Tenebra (2) – Ordigno fumogeno che sprigiona una densa coltre di gas a lenta dispersione che provoca lo status Cecità a chiunque entri in contatto con essa. Utile per nascondersi alla vista durante una fuga o per accecare un gruppo di nemici prima di attaccare; può essere impiegata anche in ambienti privi di magia ma dev'essere creata prima dell'utilizzo.
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Aenima
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Re: Zoolab

Messaggio da Aenima »

« No, non così! Più su con quel braccio! » la rimproverava lo spadaccino all’ennesima parata sbagliata. « Sembra che tu ci tenga particolarmente a farti piantare una spada in petto, eh? » continuò in tono rude e severo. Raiden era molto duro con Elza durante gli allenamenti, ci andava giù pesante, senza mezzi termini. Era duro, ma giusto. Teneva molto alla sua formazione e sapeva fin troppo bene che quella ladruncola aveva in realtà un enorme potenziale che spettava a lui tirar fuori ed affinare.
Trova una forte motivazione per cui combattere e nessuno potrà fermarti soleva ripeterle fino alla nausea.
Elza non reagì alle provocazioni del suo istruttore e partì furente alla carica. Uno, due, tre fendenti precisi ma non potenti a sufficienza per infastidire Raiden che li parò uno dopo l’altro e, cogliendo di sorpresa la sua allieva, la sgambettò mandandola a terra. Torreggiava su di lei, Raiden, puntandogli la spada alla gola.
« No … così proprio non va … Forza, tirati su. »

*************
La sorte sapeva essere beffarda: adesso i ruoli si erano invertiti ed era Elza a tenere in scacco Raiden, che percepiva fin troppo bene il freddo della lama celata sulla sua gola. La ladra sollevò il braccio, apprestandosi a colpire. Classico cliché dell’allievo che supera il maestro?
Non oggi.
Il colpo di Elza fu, in senso sia figurato che letterale, un buco nell’acqua: la sua lama infatti non graffiò altro che acqua prima di conficcarsi nel suolo. La ladra la tirò subito fuori e fece per voltarsi alla ricerca di Raiden, ma era già troppo tardi: una coltre di ghiaccio le immobilizzò gli arti inferiori e rapido il gelo corse lungo il suo corpo. Raiden stava per imprigionarla in un sarcofago di ghiaccio.
« Serve un po’ di ghiaccio per quelle ferite? » Il sarcasmo di Raiden le risultava piuttosto fastidioso ma sapeva benissimo che non doveva cedere alle sue provocazioni e continuare a ragionare con lucidità, stanchezza permettendo: rischiava l’ipotermia, doveva sbrigarsi. Prima che il ghiaccio guadagnasse altro terreno, iniziò a vibrare ripetuti colpi di spada alla lastra di ghiaccio che le immobilizzava i piedi e, non appena questa ebbe iniziato a cedere, si portò lontano da Raiden con un balzo felino. C’era mancato poco: tremava dal freddo, brividi scuotenti percuotevano il suo corpo senza dare l’impressione di voler smettere. Bevve qualche sorso dalla sua ampolla magica per recuperare energie e lo stesso fece Raiden, evocando un Energira. Erano entrambi esausti, ma nessuno dava l’impressione di voler cedere.
Lo spadaccino sferzò l’aria con il braccio e i frammenti di ghiaccio che Elza aveva prodotto liberandosi dalla lastra saettarono verso di lei come una nube d’api col pungiglione estratto. La ladra scartò di lato un attimo primo dell’impatto, non riuscendo tuttavia ad evitare parte delle schegge che produssero piccoli graffi sparsi un po’ su tutto il corpo. Elza represse un gemito di dolore e tornò immediatamente all’attacco: concedere spazio a Raiden era pericoloso, doveva pressarlo ed attaccarlo finché poteva, finché aveva forze per resistere.
Fu un attimo e tre Elza si palesarono agli occhi dello spadaccino. Ormai Raiden lo sapeva fin troppo bene, maledette copie. Ma come identificare i due doppelganger ed attaccare l’originale senza cadere nella sua trappola?
« Prova a prendermi! » lo sfidò la vera Elza, un attimo prima di lanciare una seconda bomba fumogena e dileguarsi. Ognuna delle tre prese una direzione diversa e Raiden, accecato dalla nube di fumo, non riuscì a seguire le tracce dell’originale. Vide qualcosa muoversi alla sua sinistra: un punteruolo di ghiaccio volò in quella direzione, ma nulla di fatto, a differenza dei proiettili incantati di Elza che, nonostante il corpo di Raiden prontamente mutato in acqua, riuscirono comunque ad apportargli danni di tipo magico. Lo spadaccino cercò di portarsi fuori dalla nube di fumo che ora andava diradandosi con qualche balzo e subito venne incalzato da Elza - o presunta tale - che si apprestava a prendere la mira: una stalagmite fiorì sotto i piedi della ragazza che svanì, rivelandone la natura di copia incorporea.
« Ma come, non riesci a vedermi? » La voce proveniva dalle sue spalle, dove un’altra Elza stava prendendo la mira. Raiden credette, erroneamente, che anche quella fosse una copia, aspettandosi un attacco alle spalle ma invece fu proprio quell’Elza a far fuoco, prima di dileguarsi dietro i pilastri del porticato del castello e lo spadaccino riuscì ad evitare il nugolo di proiettili evocando una spessa barriera di ghiaccio.
Per uno che preferiva lo scontro in campo aperto quel tipo di battaglia era uno stillicidio, ma doveva tenere duro. Andare a caccia di Elza tra le rovine del castello sarebbe stato deleterio: la ladra faceva della guerriglia il suo stile di combattimento e, sfruttando la sua copia, avrebbe potuto rivelarsi pericolosa. Doveva farla uscire allo scoperto, in un modo o nell'altro.
Il ghiaccio invase, poco a poco, l'intero campo di battaglia: pochi minuti e quel castello diroccato pareva esser uscito direttamente da Frozen. Non ci volle molto affinché Elza commettesse un passo falso: la ragazza cercò di evitare gli speroni di ghiaccio che fuoriuscivano random dal suolo zigzagando agilmente fra una colonna e l'altra, cercando contemporaneamente di impegnare Raiden con colpi di pistola i quali, tuttavia, essendo esplosi in rapido movimento, peccavano in precisione. Allo spadaccino non ci volle molto per fondersi col ghiaccio e materializzarsi proprio davanti ad Elza, cogliendola di sorpresa.
Glamdring scintillò ed impattò violentemente sulla giovane ladra, che tentò una parata disperata col piatto di Hadhafang ma nulla poté contro la violenza del colpo, trovandosi una seconda volta disarmata. La stanchezza la faceva da padrona: Raiden era vistosamente affannato ed in parte sanguinante per le ferite riportate mentre Elza non riusciva a reggersi in piedi, i suoi movimenti si erano fatti via via più impacciati, cosa che aveva permesso a Raiden di prendere il sopravvento.
« Finiamola qua. » disse lo spadaccino, riponendo Glamdring nel fodero e tendendo una mano alla sua avversaria per aiutarla a rialzarsi. Erano entrambi esausti, continuare sarebbe stato deleterio e poi sia Raiden che Elza non avevano nulla di cui rimproverarsi: avevano dato il massimo in quello scontro, fino al limite delle loro possibilità. Uno scontro senza vincitori nè vinti ma che aveva dato tanto ad entrambi e Raiden poteva ritenersi soddisfatto del lavoro svolto: Elza era migliorata tantissimo e poteva far ancora di più, poco ma sicuro.
Mentre si apprestavano a lasciare lo Zoolab, tuttavia, lo spadaccino ripeté ad Elza la stessa domanda fattale in precedenza: « Allora, dimmi un po'...sei stata formidabile in combattimento. Sei forse riuscita a trovare una valida motivazione per cui combattere? »
Non si aspettava una risposta secca da parte della giovane, ma sentiva di doverglielo chiedere. Quasi sicuramente i due sarebbero tornati a scontrarsi nel prossimo futuro e Raiden si aspettava molto da lei.
Con una certezza: non l'avrebbe deluso.
Spoiler
Mattia, se vuoi puoi lasciare un piccolo post conclusivo, poche righe, giusto per completare il tutto e dare un'evoluzione ai nostri pg e al rapporto tra Raiden e Elza ^^ Effort permettendo D:
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Pip :>
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Re: Zoolab

Messaggio da Pip :> »

Pip vs Leon
Regole
- Due post a testa
- L'esito del combattimento verrà deciso dall'utente che concluderà lo scontro, ovvero Leon, sulla base delle sue valutazioni.
- Modalità di scontro: vince chi rimane per ultimo in piedi. Sono vietate magie curative.
- Arena: variabile, cambia ogni tot di tempo.

**********************************************

Il Gunblade vorticava in aria, muovendosi verticalmente verso il cielo virtuale che faceva da tetto ai combattenti.
Terminata l'ascesa, con lo stesso movimento iniziò la sua caduta, come se cercasse di ricongiungersi al suo legittimo proprietario.
Tuttavia, una volta che l'arma si trovò vicina al terreno, non incontrò la presa salda del Preside, bensì la dura roccia dell'arena di combattimento che, in quel esatto momento, offriva la monotona vista di un canyon sconfinato, con appena poche rocce a far da contorno ad una gigantesca frattura nel suolo.
Non incontrò la mano del Preside perché questi era impegnato a tenere sotto tiro Leon, con un Firara pronto ad esplodere dal suo palmo, mentre con l'altra mano cercava di tamponare una ferita al costato non profonda, ma nemmeno superficiale, infertagli dal pilota del Garden poco prima che perdesse la sua arma.

Leon: Beh, cosa vogliamo fare? Vuoi giocare al tiro al bersaglio?
Pip: Tch.. Giusto un attimo mi serve.. Puoi sempre provare ad avvicinarti..
Leon: ...se proprio insisti.

Pronunciò una breve parola, poi con sguardo beffardo prese agevolmente in mano un grosso masso, palleggiandoci per qualche attimo prima di scagliarlo verso il Commander.
Pip non poté fare altro che annullare l'incantesimo ed evitare la roccia, la cui grandezza, era sicuro, sarebbe stata sufficiente a fargli più di qualche danno superficiale. Lo evitò con una capriola ed un mugugno di dolore, per poi rivolgere lo sguardo a Leon, che già lo stava caricando impugnando le due Claymore.
Doveva decidere in fretta il da farsi. Il Gunblade era irraggiungibile, trovandosi in linea retta con la corsa di Leon e con sé non aveva altre armi, se non i suoi Eidolons e le sue magie.
Il Preside decise di fronteggiare il suo opponente, che con un urlo calò una delle sue armi verso Pip, il quale sollevò il braccio che, ricopertosi di magia verde, deviò il colpo verso sinistra, tagliandogli la veste dove il Protect Istantaneo non aveva agito e procurandogli una nuova ferita alla spalla, seppure, stavolta, piuttosto superficiale.
Pip colpì Leon con un montante, destabilizzandolo anche se solo per un attimo ed allontanandosi di poco; tuttavia, l'uomo era massiccio e molto resistente, e gli bastò qualche attimo per seguire il Preside che, balzando all'indietro, castò un Blizzara verso il terreno, rendendolo estremamente scivoloso. Leon perse l'equilibrio, franando a terra; e da terra non riuscì più a rialzarsi.
I suoi movimenti erano stati bloccati grazie alla magia Stop.

Pip: Fatti un riposino mentre vado a riprendermi il Gunblade!

Leon ringhiò verso il Commander, che sbuffando ed ansimando raggiunse la sua arma, vicina alla gigantesca crepa nel terreno. Ora poteva finalmente organizzare un contrattacco efficace; la ferita al costato pulsava e la benda era macchiata di rosso, ma la situazione era ancora sotto controllo.
Respirò profondamente, cercando di calmare i suoi sensi.
Se fosse stato in un luogo reale, quello avrebbe potuto essere il momento ideale per attivare la Modalità Sciamanica; ma anche le grandi potenzialità dello Zoolab sono, purtroppo, limitate, non potendo certamente replicare un ambiente vivo.

Pip: E pensare che all'inizio dello scontro ero convinto di vincere facilmente, Leon! Con quella caxxata che hai fatto quando ho fintato un attacco dall'alto.. Avevi solo bisogno di scaldarti, eh?
Leon: A proposito di caxxate, non so se hai visto il mio braccio in confronto al tuo. Va bene un colpo, ma pensavi davvero di poter tenere il Gunblade dopo due colpi ravvicinati delle Claymore come quelli di prima?
Pip: A dir la verità.. Sì. Devo tornare in palestra..
Leon: Quella che stai facendo di notte non basta; o la fai anche di giorno oppure firmare documenti non ti sarà di grande aiuto in futuro.
Pip: Ehi, sono faccende private!
Leon: Se vuoi, oltre al combattimento, posso darti un paio di ripetizioni anche su quello.
Pip: Grazie, ma me la cavo benissimo da solo, in entrambe le cose!

Lo Stop terminò il suo effetto e Leon si rialzò immediatamente, pronto a finire quello che aveva iniziato.
Puntò dritto Pip, senza fronzoli o tattiche particolari. Almeno apparentemente.
Quando fu sufficientemente vicino, infatti, lanciò una Claymore in direzione del Commander che, non aspettandosi un attacco del genere, frappose fra sé e l'arma dell'avversario il Gunblade, deviandola e facendola conficcare nel terreno.
Quello che gli arrivò addosso, però, non poteva frenarlo: come un toro inferocito, Leon tirò una possente spallata a Pip, che venne sbalzato di parecchi metri indietro, al ciglio del precipizio.
E, nel precipizio, cadde, appigliandosi come poté alla roccia nuda.

Leon: Ti trovi ancora in svantaggio, Pip caro. Non è possibile sopravvivere ad una caduta del genere, quindi.. Ciò significa GAME OVER.
Pip: Leon, aiutami!

Il SeeD sogghignò, avvicinandosi al Preside e prendendogli le mani, per poi sussurrargli poche parole.

Leon: Lunga vita al Preside.
Pip: AAAAAAAAH!!

Leon staccò le mani di Pip dalla roccia, per poi lanciarlo nel vuoto. Soddisfatto, raccolse la sua arma, aspettando che la simulazione si interrompesse. Ma accadde un'altra cosa.
L'ambiente iniziò a mutare e dopo qualche attimo Leon si ritrovò su una scogliera, in una giornata di tempesta. Ci mise pochissimo a capire cosa fosse successo. Precipitandosi verso il punto in cui Pip era caduto, notò, con sua grande frustrazione, che ora al posto della dura roccia, in fondo al burrone c'era un mare profondo, le cui onde si andavano ad infrangere contro l'altura su cui si trovava.
Di Pip, però, nessuna traccia.

Leon: Ti è andata bene. Questo è proprio un colpo di fortuna sfacciata.

Pip: Stavolta mi è andata bene. Questo è proprio un colpo di fortuna sfacciata.

Il Commander si trovava all'interno di una grotta, nella quale era riuscito a penetrare salvandosi dalle onde del mare in tempesta. La grotta sembrava, comunque, non limitarsi a quel piccolo spazio, ma proseguiva all'interno dell'altopiano. Forse, addentrandosi nell'oscurità della caverna, avrebbe potuto trovare un modo per tornare in superficie e riprendere il combattimento.
Dal canto suo, Leon aveva trovato quello che presumibilmente era l'altro ingresso del reticolo di cunicoli che si snodava all'interno dell'altura. Mise un piede all'interno, senza indugio, iniziando la discesa.

Leon: Vediamo se riesco a scovarti, Pip. Inizia la caccia.
Leonheart88
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Re: Zoolab

Messaggio da Leonheart88 »

Tornare a vagare nei cunicoli provocava in lui un fortissimo senso di nostalgia.
Si aggirava tra quelle strette mura di pietra, erose dall'acqua e dal tempo, ripensando al passato. A cosa era successo, agli eventi che si erano verificato.
Poi lo vide. Era lui. A pochi metri da lui poteva corgere un punto in cui il tunnel si restringeva leggermente, dove la volta era più bassa, costringendo i passanti a chinarsi leggermente in avanti.
Quanti ricordi. Quanti pensieri.
Era proprio in un punto del genere che aveva castigato Oushi!
Doveva ricordarsi di avvertirla. Di dirle di quel nuovo scenario nello zoolab. Se voleva magari fare un altro incontro.
Anche se conoscendola era più probabile che provasse a strozzarlo con le proprie budella.

Percorse l'intricato sentiero di cunicoli, ognuno si intrecciava con altri, era impossibile capire dove si stesse andando.
«Maledizione» disse sbuffando il Seed, combattere in quei luoghi angusti per lui era soltanto uno svantaggio. La sua possibilità di manovra era molto ridotta e si prestava al gioco agile di Pip alla perfezione.
Fu una pietra a salvarlo.
Si trovava in prossimità di una curva a gomito, identica a decine già percorse, quando lo sentì. Una pietruzza stava rotolando verso di lui, per effetto della leggera pendenza del cunicolo, come mossa da una forza invisibile. Fu un attimo.
Si gettò lateralmente, portando la Claymore destra a protezione del viso.
Philip, visto fallire l'effetto sorpresa, sbucò dalla curva e lanciò la magia di fuoco che aveva già preparato. Artigli infuocati lo colpirono alla spalla sinistra, andando a mangiare il tessuto della sua divisa.
Sotto. Un evidente bruciatura.
«Cucù Leon» Disse il Commander al suo avversario, mentre scattava in piedi per fronteggiare l'ennesimo attacco.
Attaccò con un affondo con il Gunblade, Leon lo schivò lateralmente, contraccando con un tondo della Claymore sinistra. Il Protect istantaneo la fece fermare a pochi centimetri dalla pelle, in quello spazio non era riuscito a fornire alla lama abbastanza forza per trapassarlo.
Il fendente del Commander lo fece arretrare, il tondo lo costrinse ad una parata scomposta, l'affondo venne bloccato da entrambe le Claymore, poste a croce, all'ultimo secondo. Il pugno lo centrò però diritto sul naso.
Cadde a terra nella polvere. Imprecando.
La mano corse per un istante alla cintura, prima di deviare su una delle due Claymore a terra. Il Seed strinse forte l'impugnatura e si preparò a rialzarsi. Lo stivale di Pip ne impedì il movimento, posato sul piatto della lama costringeva il Seed a rinunciare all'arma. La punta del Gunblade si posò sulla gola di Leon. Immobilizzandolo a terra.
«Game Over Leon»
Leon sorrise, guardando negli occhi il suo avversario.
Si prese qualche secondo per rispondere e, quando Pip era ormai certo della resa, rispose.
«Stoccazzo»
Una Claymore sibilò nell'aria, invisibile agli occhi di Pip. Rapida e silenziona lacerò la coscia destra del Preside, facendolo inginocchiare all'istante con un urlo di dolore. Fiotti di sangue iniziarono a spargersi in maniera scomposta nella via.
E mentre Leon rotolava lateralmente per uscire dal campo di azione del Preside, un secondo Seed colpiva violentemente Pip alla schiena facendolo rotolare in avanti.
I due Leon si affiancarono, entrambi con un sorrisetto ironico, sarebbero stati la felicità immensa agli occhi di Ann Daniels e peggio dell'inferno per Oushi.
«Ditto... cos'è Leon? da solo pensi di non farcela? Non sarai mica diventato impotente?»
«Aspetta che metta le mani addosso a Nymeria e vedrai» Rise appoggiandosi alla Claymore come fosse un bastone «Forse dovresti arrenderti»
Pip si rimise in posizione di combattimento. Per qualche secondo rimase in silenzio, valutando la situazione.
Il Gunblade alzato dinnazì a sè.
«Invece hai appena perso.»
Scattò in avanti, infilandosi prepotentemente tra i due avversari. Grazie alla magia Haste schivò agilmente il tondo del primo avversario, deviò il fendente del secondo, portando la lama a frapporsi allo sgualembro del primo Leon. Inchinandosi colpì al costato uno dei suoi nemici, impegnato a evitare con le lame la bassa volta della galleria.
Pip danzava tra le lame agilmente, colpendo e scappando.
Le Claymore invece si ostacolavano tra loro, quattro lunghe lame in uno spazio così ristretto, tutte con lo stesso obiettivo, erano più dannose che altro. Leon non riusciva a formulare un piano d'attacco pulito che qualcosa andava storto.
«Vedo che stare dietro alla scrivania non ti ha fatto dimenticare come si combatte»
«Quello mai, e ogni tanto scendo in campo per dimostrare a voi gorilla perchè io sono il capo!»
«Ora non esageriamo» Leon richiamò Ditto, la sua espressione mutò.
Non era più un allenamento con il Preside. Stava diventando una sfida personale, una battaglia.
Si mise in posizione di combattimento mentre il paesaggio intorno iniziava a vorticare vertiginosamente.
La Sala di Artemisia.
Perfetto.
«Non puoi essere contemporaneamente il Preside, la mente dietro a tutto, e il miglior guerriero del Garden. I campi di battaglia ti permettono di essere sempre pronto. Non puoi reggere il ritmo di chi combatte sempre in prima linea»
La lama del Gunblade si riflesse contro la luce artificiale che traspariva dalle finestre.
«Tesi interessante. Provamela»
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Re: Zoolab

Messaggio da Pip :> »

La Sala di Artemisia era spaziosa e finemente decorata, esattamente come l'inarrivabile potere della Strega l'aveva plasmata anni prima secondo la sua insana volontà, prima che il destino di Squall, Rinoa, Zell e degli altri grandi eroi si compisse.
Il Castello era attorniato da monti impervi, coperti da una fitta foschia e qualche nuvola scura.
L'atmosfera che si respirava, nonostante non vi fosse traccia di "vita" alcuna oltre ai due contendenti, era, tuttavia, di estrema pesantezza. L'arena virtuale era stata riprodotta perfettamente, fin nei minimi dettagli, ed era impossibile rimanere impassibili di fronte al luogo dove il mondo aveva rischiato di cessare, inghiottito nella Compressione Temporale.
Pip abbozzò un sorriso ingenuo, mentre quelle considerazioni prendevano forma nella sua testa: in quel momento, gli sembrava di poter vivere quella incredibile avventura che ancora ai loro giorni veniva narrata.
Immediatamente, comunque, diede un rapido sguardo all'arena: l'ampiezza della Sala tornava stavolta a vantaggio di Leon, che negli stretti cunicoli della grotta sul mare aveva visto lo scontro prendere una piega a lui sfavorevole.

Leon: Non puoi essere contemporaneamente il Preside, la mente dietro a tutto, e il miglior guerriero del Garden. I campi di battaglia ti permettono di essere sempre pronto. Non puoi reggere il ritmo di chi combatte sempre in prima linea.
Pip: Tesi interessante. Provamela..

Gli puntò contro il Gunblade, sprezzante.

Pip: ..e cerca di farlo con tutte le tue forze. Non ho intenzione di perdere in un luogo importante come questo.
Leon: Fammi indovinare. Questo luogo rappresenta tutto ciò che sono per te i SeeD, vero? Il luogo dove, abbandonata la loro veste di mercenari, hanno messo a disposizione dell'umanità le loro capacità, i loro mezzi, le loro vite, sconfiggendo uno dei più grandi emblemi di malvagità che la SeeD abbia mai dovuto affrontare.. La Strega.
Pip: Tutto quello che dici è vero. Però..

Il Preside scattò, avvicinandosi a grande velocità a Leon per riprendere il combattimento.

Pip: ..il discorso è solo che grandi guerrieri hanno combattuto qui ed io non voglio essere da meno in questo scontro!
Leon: ...oh. Qui qualcuno inizia a divertirsi.

Il Gunblade si scontrò violentemente contro le Claymore, bloccando l'attacco di Pip che, con un salto ed un ghigno di esaltazione, si era letteralmente lanciato su Leon.
Leon non era un combattente particolarmente veloce o agile, ma potente ed incredibilmente resistente. Nel combattimento corpo a corpo, si muoveva quel tanto che bastava per parare il colpo e contrattaccare, seguendo il flusso generato dal peso delle armi e del suo fisico massiccio; Pip, invece, essendo più snello e leggero, cercava di perforare quella muraglia con attacchi variegati, che si scontravano contro le efficaci difese del tanker.
La situazione era di stallo e come tutte le situazioni di stallo, potevano essere sbloccate in due modi: o da un errore microscopico, o da un attacco sbalorditivo, ma non era quello il caso.

Leon: Avevo ragione. Non sei abituato a combattere come me, sei forte, ma in alcuni casi non riesci più a leggere bene le situazioni. Non è una tua colpa, ma una semplice conseguenza di ciò che sei ora.

Il Preside si rialzò da terra, massaggiandosi dolorante la mandibola.
Il suo avversario, notando una certa ripetitività dei suoi attacchi, aveva intuito dove il colpo si sarebbe diretto ed invece di pararlo, aveva sfruttato l'occasione per operare un'efficace schivata, senza che Pip potesse prevederlo, per poi sferrargli un possente pugno dritto in faccia, che lo aveva fatto rotolare per qualche metro.
Non rispose all'affermazione di Leon. Gli bruciava dentro, ma cercò di concentrarsi sullo scontro, per provargli con i fatti che si stava sbagliando.
La danza ricominciò. Il trono, vuoto, sella Sala di Artemisia, a far da pubblico ad uno scontro che non aveva di spettatori, se non il sangue e le vesti stracciate, a denotare l'unica realtà in quell'arena virtuale: loro due, finché non ne sarebbe rimasto solo uno.
Di nuovo, la situazione era di stallo. Di nuovo, serviva un piccolo errore di uno dei due oppure una tecnica risolutiva. Ma non era ancora quello il momento.

Pip: Eccolo l'altro lato della medaglia, presente in tutte le cose di questo mondo. Potrai essere più abituato di me a stare in battaglia, ma sei anche superbo, arrogante nella tua presunta superiorità. Ora siamo pari.

L'errore, quella volta, era stato di Leon. Il ritmo impresso da Pip allo scontro era stato reso, volontariamente, ripetitivo, e quando Leon pensò fosse di nuovo il momento di schivare il colpo e prendere in contropiede il Preside, questi, girando su se stesso, gli aveva sferrato un violento calcio in faccia, restituendogli il favore.
Il pilota si asciugò il poco sangue che gli stava colando dalla bocca, sogghignando verso il Commander. Sembrava che più lo scontro proseguisse, più quella sensazione di eccitazione che la battaglia gli provocava stesse aumentando.
Pip sostenne il suo sguardo, cercando di non dare peso al dolore che sentiva al costato.

Leon: Potrei averti dato per scontato, te lo concedo. Ciò non toglie che quello che ho detto prima risulti, al limite, confermato. Come si nota dal fatto che non mi sia sfuggita la riapertura della tua ferita.
Pip: Tch.. Ho fatto di tutto per dissimularlo, ma non è stato sufficiente.
Leon: La differenza fra me e te è che io non l'avrei fatto. Le ferite in battaglia non sono da tenere nascoste, ed io non ho bisogno di nasconderle! In guardia!

L'arena dello Zoolab mutò ancora, facendo abbandonare ai contendenti la leggendaria Sala di Artemisia.
Si trovavano, letteralmente parlando, nel bel mezzo di una battaglia, non la loro, ma di nuovo in un contesto storico per le loro vite, con una moltitudine di guerrieri impegnati a combattere e morire.
SeeD di Balamb e SeeD di Galbadia si stavano scontrando senza darsi tregua, mentre i due grandi Garden si fronteggiavano fieramente nella loro magnificenza.

Pip: Questa non me l'aspettavo.

Leon osservava con attenzione ed esaltazione le figure olografiche che si uccidevano a vicenda, per poi tornare a posare lo sguardo su Pip, che invece era preso da una sensazione di sconforto.

Pip: Ci sono stati tanti problemi con gli altri corpi militari, ma spero che il giorno in cui il nostro Garden si troverà a combattere contro colleghi, contro altri SeeD, non arriverà mai.
Leon: Se arriverà, sarà meglio che ti farai trovare pronto. Anche perché..

Leon scattò verso Pip, che si mise sulla difensiva, alzando il Gunblade per parare il violento colpo che sarebbe arrivato a momenti. Colpo che, tuttavia, non arrivò, perché la Claymore di Leon era diretta oltre Pip, scontrandosi con il Gunblade di un SeeD di Galbadia che stava cercando di colpire Pip alle spalle.

Leon: Siamo in un'arena virtuale, ma questi possono colpirci per davvero. Mi devi un favore.
Pip: Potevi lasciarmi morire e vincere lo scontro.
Leon: Non lo sapevi e avresti fatto anche tu lo stesso con me. E' solo per questa volta, ovviamente.
Pip: Ovviamente.

Pip si allontanò, mettendosi in posizione di combattimento.
Oltre al suo avversario, avrebbe dovuto fare attenzione ai proiettili, ai fendenti, ad ogni altro attacco proveniente dagli altri guerrieri presenti sul campo di battaglia.
Se Leon l'aveva accusato di non essere adeguato quanto lui sul campo di battaglia, quella era l'occasione giusta per dimostrargli il contrario.

Pip: Fatti sotto, Leon! Ti farò vedere cosa può fare uno Sciamano di Madain Sari.. Un SeeD Commander.. Il Preside del Garden di Rinoa!
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