Zoolab

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Leonheart88
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Re: Zoolab

Messaggio da Leonheart88 »

Sgualembro da destra a sinistra di Phoenix, bloccato con l'ausilio della Claymore sinistra. Contrattacco rapido con un affondo, schivato con un veloce balzo all'indietro.
Erano perfettamente pari. Tecnica contro potenza. Agilità verso resistenza.
Pip si stava stancando più velocemente del suo avversario, questo era indubbio. Ma, mentre la tecnica resta sempre uguale nel tempo, la potenza tende a diminuire.
Lo sentiva. Il braccio iniziava a rispondere sempre con meno solerzia, il tempo di reazione sempre più lungo. Iniziava a sentire la fatica.
Poteva vedere Pip trattenere a stento il fiatone, la ferita sicuramente non lo aiutava, ma nonostante tutto continuava a muoversi come una scheggia impazzita. Un minimo segnale di cedimento e sarebbe entrato.
Certo non come era abituato con Drizzt, o almeno Leon lo sperava, ma sarebbe stato comunque spiacevole.
Finta di un tondo.
Pip si abbassò prontamente per riuscire a schivarlo. Con il montante successivo dovette inventare, gran colpo di reni e con un calcio al polso deviò la traiettoria della lama. Ma il Seed stava attendendo solo quello. Fece tre passi indietro sorridendo. «Nograv» sussurrò a se stesso, il masso accanto al piede partì con inaudita velocità. Obiettivo il torace del preside.
Un lampo di luce verde balenò nuovamente nell'arena. Protect istantaneo. Tutto da rifare.
O forse no.
Con un tonfo sordo Pip cadde nella polvere, la mano libera subito al petto. Lo aveva capito subito, le energie non sarebbero bastate per proteggerlo del tutto. Solo a limitare in qualche modo i danni. Si rialzò boccheggiando senza neanche tentare di fingere di stare bene.
«Sai perché io sono più forte?» Pip sorrise sprezzante.
«Sentiamo l'ennesima perla.»
«Me l'ha detta Ruben prima di morire. Diciamo che é il suo testamento»
Leon istintivamente si avvicinò. «Sentiamo il gran segreto»
Pip sembrava titubare, come se si fosse pentito di aver iniziato il discorso. «Vabbè tanto ormai ci siamo» fece una smorfia «Un vero preside deve essere Fira!»
Fiamme rosso sangue partirono dalla mano del Preside, avvolgendo in un fiammante abbraccio Leon.
Seguirono una serie di imprecazioni random, coinvolgenti una serie di divinità e di evocazioni colte in posizioni poco consone. Non tanto per il dolore, quello era sopportabile, quanto per l'essersi fatto fregare come un novellino. Quello non se lo poteva perdonare. Si rialzò a fatica mentre le ultime fiamme finivano di crepitare sul giubbotto ormai distrutto.
Non c'erano parole.
All'unisono si attaccarono nuovamente.
Tondi. Sgualembro. Fendente. Tutto nella norma.
L'ennesimo contrattacco venne però interrotto da una saetta di ghiaccio. L'ambientazione si era finalmente fatta sentire.
Veloci si gettarono entrambi a terra mentre sopra di loro saettevano elementi vari.
«mapporc...» L'eloquente commento di Leon.
Alzò la testa solo per vedere una squadra del Garden di Galbadia dirigersi verso di loro.
«Leon due a testa?»
«Stavo per proporre una cosa più equa. Tutti a me e te che fai un riposino. Ma se vuoi venire sconfitto da un soldato virtuale prego fai pure»
«Ricordati che potrei sempre farti tornare cadetto» deviò una lama con noncuranza, mentre una ginocchiata faceva retrocedere il malcapitato. Virtuale si, ma perfettamente in grado di riprodurre il dolore per un colpo nelle palle.
«E allora si dirà che un cadetto é piu forte del Preside. Il resto sono solo titoli.» Parò contemporaneamente un tondo e un affondo, bloccando il primo e deviando il secondo. Con uno sgambetto fece cadere il malcapitato più vicino. Un successivo colpo con lo scarpone pose fine alla sua vita virtuale. Il realistico suono di uno sterno che si spezza fu l'ultimo regalo.
Dopo aver affondato il Gunblade nel collo del soldato inginocchiato Pip si apprestava ad affrontare il secondo. «Sempre con la stessa convinzione.... Leon schiena».
Non occorreva aggiungere altro, senza chiedere spiegazioni Leon scattò ponendosi dietro al preside, le spalle si toccarono eliminando ogni angolo cieco prima presente. Le due lame scattarono all'unisono prima per pararsi.
Poi per attaccare.
Con un duplice affondo eliminarono la minaccia virtuale. Mentre le immagini si dissolvevano i due combattenti si rimisero uno di fronte all altro.
«Pip… avessi metà del tuo taleeento sarei un ottimo preside (semi-cit)»
«Ma tu non hai un soprannome buffo»
Di nuovo lama contro lama, nessuno dei due voleva cedere. Pip voleva essere il migliore, Leon non poteva accettare che chi non combatteva in prima linea fosse comunque il miglior guerriero.
Almeno fino a quel momento.
Lo vedeva, era stremato ma non si voleva arrendere. Non si sarebbe mai arreso.
Leon era più fresco, più abituato alle lunghe battaglie, più avvezzo al combattimento. Il sangue nel campo di battaglia era una delle ragioni della sua esistenza, era a casa sua.
Probabilmente avrebbe vinto lui, forse, ma era quello essere il miglior guerriero? Pip stava dando tutto per difendere sé stesso ed il suo onore. Fisicamente non poteva reggere il confronto, ma sopperiva a ciò con tecnica e orgoglio.
Si nuovo si scontrarono. L’ultima volta nella battaglia, ed entrambi erano consapevoli di ciò.
Affondo di Phoenix.
Leon tentò di frapporre la Claymore in difesa. Ma troppo lentamente.
La spada superò le ultime difese e penetrò nella carne.
Schizzi di sangue macchiarono la lama.
Il Seed cadde, un sorriso dipinto sul suo volto.
Philip si avvicinò ansante al suo avversario. Con una mano lo aiutò a rialzarsi. La battaglia era finita.
Ha vinto il miglior guerriero.
Il resto sono solo chiacchere.
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Pup :>
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Re: Zoolab

Messaggio da Pup :> »

Giornata noiosa. Come tante altre al Garden.
Tra una missione e l'altra, tra un mondo e l'altro, tra un post e l'altro. Noia.
Con Dabi al seguito passai davanti allo zoolab.
"Perché no, sgranchirsi un po' non farà che bene."

All'ingresso un monitor gigante con una cordiale voce registrata (o era sintetizzata?) chiedeva di scegliere che avversario affrontare, così come l'arena da simulare.
Whatever.
Con la mano intera sullo schermo selezionai qualcosa, quindi entrai in una delle apposote stanze per l'allenamento. Bracciale salvavita al suo posto, i chackram alla cintura, la tasca con le pozioni ben fissata. Due eteri ed un'erba dell'eco. Vabbè, distillato di erba dell'eco. Tasso alcolico: illegale.
La tunica senza maniche prese ad oscillare mossa dal vento, mentre la voce del computer annunciava che la simulazione stava per partire.
3, 2, 1...
L'ambientazione si trasformò e in men che non si dica mi ritrovai in un negozio di cellulari. D'avanti a me il nemico: uno smartphone gigante. Era in modalità tastiera e si vedevano sullo schermo un sacco di parole mal digitate. Un ghigno malefoco sulla sua faccia.
"No, vabbè, ma che è sta roba?"
Slacciai il bracciale salvavita e la simulazione si bloccò di scatto.
Andai al monitor di controllo e impostai qualcosa di meno ridicolo.
Bene, il combattimento stava per iniziare.

La luce mi abbagliò quando il sole apparve sul soffitto della stanza, ormai un limpido cielo estivo. Dune di sabbia tutte attorno ed un leggero vento ne alzava manciate, riempiendone l'aria.
Presi una fazzoletto e lo fissai davanti alla bocca, almeno non avrei avuto problemi a respirare.
Dabi saltellava vivace in quello che era il suo ambiente naturale.
Lo richiamai e mi incamminai verso quello che sembrava un pozzo ormai abbandonato e secco.
I resti di una casa facevano intuire che nessun piede umano camminasse quelle dune da molto tempo.
A metà del tragitto sentii una scossa, ecco il nemico che si palesava! Da sopra la duna su cui ero fino a poco prima, si aprì una voragine da cui spuntò primaun cerchio perfetto di denti aguzzi, quindi tutto il resto del vermone, seguito da un gruppetto di antileon. Ne contai 3.
Con l'Haste di Dabi iniziai a correbe verso la casetta diroccata con i nemici alle spalle.
Appena arrivato mi fiondai dietro un muro, poi dietro un altro con cui faceva angolo.
Il primo antileon sbucò dal muro subito dopo di me ma letteralmente lo freddai sul colpo: un chakram infuso con blizzaga prima gli aprì il fianco quindi gli ghiacciò metà corpo. I 1000 aghi di Dabi trasformarono il mostro in una manciata di lunoli che volarono via.
Aspettai qualche secondo prima di recuperare il chakram, finché non fui sicuro che nessun altro nemico stesse venendo verso di me.
Dal tetto crollato dell'abitazione filtravano caldi i raggi del sole, imperlando di sudore la mia fronte. In compenso illuminavano l'interno dell'ambiente, dandomi la possibilità di esplorarne tutti gli angoli con lo sguardo.
Una botola chiusa portava ad una qualche cantina. Peccato che non ci fosse verso di riuscire ad aprirla senza fare troppo rumore.
Delle scale mezze crollate consentivano di salire sulla parte di tetto ancora intatta.
Due botti ancora intatte.
Un tappeto arrotolato vicino ad una parete.
Per il resto solo detriti e calcinacci. E sabbia. Tanta sabbia.
Mi avventurai per le scalette,sperando in una visuale migliore dal tetto.
Il vermone era appostato davanti alla casetta, mentre uno dei 2 Antileon rimasti ispezionava i dintorni del pozzo. Mi girai verso il retro e vidi nulla. Buio.
Sentii dei passetti ed una falce sfiorarmi il viso. Evitata per un pelo!
L'antileon mi aveva colto alla sopresa con un blind. Lancial il chakram nella direzione dei passetti ma il colpo andò completamente a vuoto. Gli aghi di Dabi saettarono contro il nemico ma, dal suono dei passi, un inatteso secondo antileon (il quarto dunque) faceva compagnia a quello che mi aveva acciecato.
Chiusi gli occhi, focalizzai la presenza del nemico.
"Idroga!" Il colpo magico non mancò il bersaglio, che fu scagliato giù dal tetto, mentre l'altro se la stava vedendo col Kyactus. Il verso della bestiaccia attirò però l'altro antileon ed il vermone che inizò a scavare sotto la casa, scuotendola con forza.
Elementalismo: selcega!
Evocai la magia per indurire il terreno sotto la casa e rallentare l'avanzata del verme mentre l'effetto dello status blind iniziò a svanire. Con la vista riacquisita, fui abbagliato dal sole e quel momento bastò perché l'antileon libero mi scagliasse contro una tempesta di sabbia, lasciandomi di nuovo in status blind.
"E che palle sto status!! Bimagia: thundaga, Thundaga!"
Due saette colpirono in pieno l'antileon che mi aveva acciecato ed il vermone, lasciandolo intontito per un istante. Non molto, ma meglio di niente.
Riepilogo: rimanevano 3 antileon indeboliti e quel maledetto vermone.
Dabi scartò agilmente di lato un attacco di chela saltando vicino a me, mentre i tre mostriciattoli erano di nuovo tutti e 3 sul tetto.
Impatto!
L'onda d'urto li travolse e senza che riuscissero a capire cosa fosse successo gli aghi di Dabi ed un chakram infuso d'acqua mandarono all'altro mondo due di loro.
Il terzo decise saggiamente di fuggire, lasciando il tetto e rifugiandosi dal vermone, tornato in superficie.
Non prima di avermi lasciato un regalino.
"Maledetti antileon e maledetto verme. - urlai - che ca**o volete? Combattere? Bene, vi accontento io stro**i!!"
Ma serio?
Senza pensarci un secondo, mi buttai giù dal ponte ed iniziai a correre verso i nemici. Scagliai prima un chakram poi l'altro verso di loro, colpendo con entrambi il vermone al fianco.
Li riafferrai a volo balzando verso il nemico, che con una codata mi mandò all'aria, facendomi atterrare qualche metro più in là.
Stessa azione, lanciai i chakram, iniziai a correre. Stessa codata, ma l'Haste rinnovato mi aiutò a schivarla e fui sul fianco del vermone, che iniziai a prendere a pugni.
"Ti ammazzo stron*o! TI AMMAZZOOOOOO!!!" continuai a urlare mentre i miei deboli pugni poco effetto avevano sul nemico.
Un'ondata di sabbia mi travolse, lasciandomi con la guardia scoperta ed una nuova codata mi fece volare fino al muro della casetta, che si sfondò sotto il mio peso.
Mi alzai a fatica notando che la rabbia stava scemando. Maledetto Berserk! Cercai di raccogliere la concentrazione abbastanza da castare una magia fonte per riprendere un po' di energie.
Mi affacciai notando il vermone ferito che aspettava cauto che mi rofacessi vivo, mentre l'antileon stava girando frettoloso attorno a dei sassi.
Uno dei sassi si ruppe e.... oh... uova.
Bene, 2 uova schiuse significavano altri due antileon da affrontare. In un modo o nell'altro, dovevo chiudere la faccena e farla alla svelta.
Guardai Dabi, il piccolo kyactus rinnovò haste quindi sparì, mentre sulla mia mano riappariva il tatuaggio.
Era ora di scoprire cosa ci fosse nelle botti e nella cantina.
Fortuna, ecco cosa c'era! Ispezionai per prime le botti, riempirte di olio per lanterne. Mi potevano tornare decisamente utili!
Quindi la botola della cantina, che cedette sotto la spinta di un Impatto. Sotto la botola c'era... una cantina. Piccola e vuota. Amen.
Decisi rapidamente la mia strategia.
Innanzitutto buttai le botti richiuse in cantina.
Quindi andai fuori richiamando l'attenzione degli antileon, in 3, sicuri della forza sel gruppo, mi seguirono. Dissolsi il Selcega rendendo di nuovo morbida la sabbia e mi fiondai nella cantina.
Gli antileon mi raggiunsero dopo poco mentre il vermone iniziò a scavare nella sabbia morbida cercando di raggiungermi.
Sotto effetto di miraggio, risultai invisibile agli antileon e risalii dalla botola, mentre una piccola fiammella consumava lenta la traccia di olio fino alle botti.
Quindi accadde.
BOOM!
L'esplosionè distrusse completamente la casetta... e i mostri con sè!
Another job well done.
Pensai.
Sbagliai.
Il vermone uscì dalla sabbia gravemente ferito... ma gravemente arrabbiato.
Con la bocca spalancata ed una fila di denti aguzzi, mi caricò con tutte le sue energie rimaste. Iniziai a correre, ma l'Haste di Dabi mi abbandonò in quel momento, mentre il vermone mi fu quasi addosso.
Elementalismo, Bimagia: Idroga!
La doppia magia esplose con foza contro il nemico, con la sfera d'acqua che lo trapassò da parte a parte, per poi esplodere in una pioggia di proiettili d'acqua che lo colpirono da tutte le direzioni, mandandolo definitivamente all'altro mondo.
Another job... well... done!

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Aura
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Re: Zoolab

Messaggio da Aura »

Egil Snow VS Aura Lundor
Post: Due a testa
Regole: Nessuna regola, tutto e lecito. L'ultimo che posta decide l'esito del combattimento
Arena: Area di Midgar, fuori città

Con uno scatto, il bracciale salvavita si saldò al polso della ragazza. Per qualche istante ella lo studiò presa da un'insolita tristezza nel rimembrare l'ultima volta che aveva messo piede allo Zoolab. Era passato ormai parecchio tempo, ma nel varcare la porta elettronica che portava all'arena le sembrò di rivivere quei momenti. L'ansia che le saliva furiosa lungo l'esofago, la rabbia che esplose quando menò il primo colpo verso i suoi avversari, la vittoria fasulla che aveva conquistato con le unghie e con i denti... E la paura che le era balzata in corpo quando Drizzt le aveva mostrato la verità.
Non avrebbe mai dimenticato quello sguardo. Le si era gelato il sangue nelle vene, forse ancor più che quando vide la sua furia a Reimse Mor.
Scosse la testa e riprese a camminare. Egil si era già portato al centro del campo di battaglia, mani dietro la testa ed occhi fissi sulla città. La scrutò per qualche istante, poi spostò un po' di polvere con lo stivale ed annuì, soddisfatto della scelta che Aura aveva fatto. A pensarci bene, quello era il vero primo scontro che i due affrontavano da avversari. Erano amici da anni, eppure non le era mai balenato in testa di sfidarlo e vedere fino a che punto arrivava la sua forza. Sotto un certo punto di vista era pure curiosa di misurare le sue capacità fisiche: avendolo visto in azione solo con i suoi incantesimi, non aspettava altro di metterlo in difficoltà e spingerlo a misurarsi con lei ed il suo yo yo.
- Non so tu, ma io son pronto - interruppe il silenzio il mago, una mano alla cintura - Finora ti ho solo visto menar le mani solo nelle retrovie, quelle rare volte. Sono curioso di vedere come le te la cavi in prima fila.
La dottoressa ciondolò da una parte all'altra prima di sfoggiare un sorriso provocatorio - Non dimenticare che sono un Commander, sono più forte di quel che credi.
- Non ne dubito, ma qualcosa mi dice che sul fronte magico la vincerò io.
- Fossi in te non parlerei così in fretta - gli rispose ella slacciando la cinghia che chiudeva Spidertrick nella sua custodia.
- Ricorda - continuò poi - Questo è solo un'amichevole, ma prendila anche come un allenamento. Semmai dovremo aiutare Matt con il suo problema e trovarci di fronte quel demone, voglio vederti fare scintille.
Il Cadetto alzò un angolo della bocca - Scintille di questo tipo?
Con uno schiocco di dita, un fulmine proruppe dal cielo e si avventò vorace contro la Commander. Ella restituì il sorriso all'amico e sussurrò una semplice parola qualche attimo prima che la scia luminosa la colpisse. Una barriera traslucida impedì alla magia di divorarla, riflettendola e rispedendola al legittimo proprietario che la evitò all'ultimo. Probabilmente si aspettava una controffensiva così veloce, ma l'idea di prendere la sua avversaria in contropiede le era piaciuta così tanto che ci aveva pensato solo di sfuggita.
Il ragazzo si rialzò in piedi e si pulì la polvere dai pantaloni. Sospirò - Con te non c'è neanche il gusto di fare una battuta.
Lei alzò la mano sinistra. Spidertrick le scivolò intorno ai piedi come un serpente in agguato, alzando la testa e ruotando il corpo metallico pronto a scattare al minimo comando.
- La tua battuta era così bella che l'ho spedita fuori campo.
- Aura, questa era pessima. Lasciale a me le freddure.
L'amica tirò fuori la lingua - Allora impegnati e fammi divertire. Mostrami di che pasta dei fatto!
Egil restituì il gesto - Pasta fatta in casa.
Non appena l'effetto della magia Reflex svanì, il ragazzo partì con l'offensiva. Agitò una mano in aria ed aculei di ghiaccio appuntiti si alzarono dal suolo ai piedi della dottoressa. Con un balzo indietro quest'ultima si allontanò dalla loro portata, menando poi lo Spidertrick che si aggrovigliò intorno alle stalagmiti ed infilzandolo con le lame celate. "Un inizio semplice, giusto per rompere il ghiaccio", pensò ella mentre la punta si staccava sotto la forza del metallo e veniva issata sopra la sua testa. Ruotò il busto e scagliò il blocco contro il mago che, stavolta, si aspettava un contrattacco. Difatti egli manipolò quello stesso ghiaccio sciogliendolo in tante piccole gocce d'acqua che bagnarono appena il terreno.
"Non posso credere di aver pensato una battuta del genere. Egil mi sta contagiando..."
Aura non perse tempo ad ammirare le capacità del suo avversario. Passò due dita lungo il filo del suo giocattolo e vi infuse la magia Novox. Il ragno dipinto sul corpo principale brillò di una luce grigiastra e così rimase fin quando esso venne spedito a tutta velocità contro il Cadetto, il quale lo evitò per un soffio con una capriola. Riatterrato sulle sue gambe, il giovane sogghigno. Un attimo dopo si era reso invisibile grazie ad un Vanish temporaneo per sfuggire alle grinfie dello Spidertrick e dello status negativo che ne impregnava il metallo. La giovane allargò un sorriso.
- Tanto è inutile, ti vedo comunque.
Grazie alle sue capacità, spostò il Nen nei propri occhi per poter vedere l'aura di un Egil alla sua sinistra in procinto di scagliare un'altra magia. Un forte vento alzò polvere e detriti intorno ai due ragazzi e la Commander dovette proteggersi gli occhi con un braccio per evitare che quella stessa polvere l'accecasse. Pian piano i granelli si condensarono in sfere di terra dura che volarono in cerchio sopra la testa del mago, il quale riusciva a reggere due incantesimi in contemporanea tramite alla Bimagia. Con un semplice movimento, le sfere si sparsero come uno stormo di avvoltoi, si fiondarono sull'avversaria che si vide costretta a mettersi sulla difensiva.
Aura ritirò lo yo yo e raggomitolò il filo fino a creare uno scudo che ricordava per forma una girella di liquirizia. Evitò i primi due attacchi con una capriola, sebbene venne sbilanciata dal forte vento che la sballottava da una parte all'altra. Uno dei palloni andò a scontrarsi contro l'armatura improvvisata, esplodendo e tornando ad essere polvere a causa dell'impatto. L'ennesima sfera le sfiorò il fianco destro ed un'ultima venne parata all'ultimo momento prima che la ragazza srotolasse di nuovo la sua arma. Agitò una mano in direzione del ragazzo. Un Fire scoppiò nelle sue vicinanze, distraendolo dal controllo che aveva sul tornado che si quietò. Nel frangente successivo, Spidertrick strisciò a terra e tentò un colpo alle gambe. Egil fu abbastanza pronto da salvare uno degli arti con un balzo all'indietro, mentre l'altro non fu altrettanto fortunato.
Un gemito di dolore venne bloccato a metà dall'arrivo dello status mutismo che ancora vibrava nello yo yo. Il Cadetto digrignò i denti e si rimise velocemente in piedi, rivolgendo poi uno sguardo di sfida alla sua avversaria. Strusciando sul terreno come un rettile, l'arma tornò nelle mani della sua proprietaria che si pulì di dosso la polvere delle sfere sgretolatesi non appena il ragazzo era stato colpito.
- Vediamo come te la cavi senza poter invocare le tue magie per un po' - gli sorrise roteando il suo giocattolo preferito fra le mani ed infondendolo di un nuovo incantesimo. Il ragno sul dorso si colorò di un rosso acceso.
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Re: Zoolab

Messaggio da Pup :> »

"Maledetta, te la farò pagare per questo!" dissi ad Aura. Beh... feci finta di dire. Non un suono uscì dalla mia bocca, causa lo status Novox.
Guardai la commander che rispose al mio sguardo. Immobili, uno di fronte all'altro. A separarci, 5 metri di sabbia sotto i nostri piedi... e la tensione ormai palpabile tra noi. Sergio Leone sarebbe stato fiero di noi in quel momento di pathos.
Occhi negli occhi, una mano alla cintura, un movimiento sexy le dita che fremevano per raggiungere il chackram.
Respiro.
Le dita iniziano a formicolare, il tempo si allunga, la mente si rilassa. Ci siamo solo io ed il mio avversario.
Lo spidertrick immobile, come un serpente che aspettava il momento propizio per attaccare la preda.
Una preda vulnerabile. Ed un cacciatore conscio.
Una brezza leggera trasportava la sabbia fine del terreno esterno a Midgar. Gli occhi di Aura rilucevano come due smeraldi incastonati, in quella mattina soleggiata.
"Egil, già lo sai che non hai scampo. Che ne dici di arrenderti?" mi sbeffeggiò la commander. Ma la risposta la sapeva già.
""Dire". Al momento non posso dire proprio niente." pensai. "Ma le parole non mi serviranno."
Le dita si fermano, lo sguardo si punta. Il gomito si stende, la mano arriva al chakram e rapida lo afferra.
Lo spidertrick parte alla sua carica.
Pianto il tallone a terra, ruoto su me stesso, lancio l'arma. Verso l'alto. Il chakram si alza, quindi devia. L'anello, una sottile ombra, diretti verso la commander dalla direzione del sole.
Un sorriso.
Un repentino cambio di direzione del suo yoyo ed Aura spezza la traiettoria del chakram che va conficcandosi al suolo, quindi riporta la sua arma contro di me. Intanto ho afferrato la boccetta. Devo solo portarla alla bocca e berne il contenuto. L'erba dell'eco farà poi il suo effetto.
Lo spidertrick si avvicina e solo allora Aura si rende conto dell'altro chakram, nascosto nell'ombra del primo.
Una schivata all'ultimo momento la distoglie dall'attacco, facendo perdere di precisione il colpo.
Aura si rimette subito in guardia, con una destrezza non comune, riprendendo il controllo del suo attacco.
La boccetta è quasi alle mie labbra, le prime gocce di pozione iniziano ad arrivare alla bocca che tanto le brama quando lo yoyo colpisce di striscio la mano, facendo volare la boccetta.
La magia fire esplode dando fuoco al liquido già fortemente alcolico e al mio arto.
Mi butto a terra rotolandomi sulla sabbia mentre il fuoco si spegne, trattengo a forza un imprecazione per il dolore, quindi riafferro con la mano buona il secondo chakram, tornato da me.
"Ci hai provato... ma non ha funzionato!"
Sono in ginocchio, il mio avversario mi guarda. Non c'è pietà nei suoi occhi verdi. Dobbiamo andare fino in fondo e lo sappiamo entrambi.
Lo spidertrick vira verso l'alto quindi inizia la sua mortale discesa verso la mia schiena.
Faccio un balzo in avanti, evitando a pelo il colpo in discesa, portandomi corpo a corpo con Aura.
Non fa in tempo a ritirare lo yoyo ed estrae il Moonlight con la mano destra, con cui riesce appena a deviare il colpo del chakram, che tengo saldamente impugnato nel manico centrale. L'affilata lama di ossidiana va ad incidere sul braccio lasciando un segno rosso come ricordo del suo passaggio.
Chakram contro pugnale.
Mi giro di scatto evitando un affondo del pugnale ed inizio a tempestare di fendenti la mia avversaria. Se non posso fare affidamento sulla mia forza, posso almeno sperare nel filo della mia arma.
Qualche rivolo rosso, niente più di qualche graffio superficiale, appare sul corpo dell'avversaria mentre il moonlight mi colpisce al braccio ustionato.
Blocco il braccio di Aura con la mano buona, il suo pugnale bloccato tra il braccio ustionato ed il corpo, in un rivolo di sangue che cola.
"Speravo di potermi divertire di più, sai? Senza la tua magia vali quanto un fico secco." disse scherzosa, sorridendo.
"Guarda che i fichi secchi sono considerati una prelibatezza da certe popolazioni!"
La ragazza non si aspettava la risposta, provò a pensare ad una battuta, quando realizzò che avevo parlato. Non tutte le gocce del distillato di erba dell'eco erano andate disperse.
Mi guardò sgranando gli occhi.
"Bu!" dissi, mentre la ragazza cadeva nel sonno, vittima della magia morfeo.
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Re: Zoolab

Messaggio da Aura »

Il braccio venne bloccato contro il corpo del ragazzo, anche ruotando il polso non fu possibile ferirlo per liberarsi dalla presa. Aura sbuffò prima di fissare curiosa Egil che sfoggiò un sorriso divertito. Doveva ammetterlo, non si aspettava una prontezza di riflessi così fulminea da parte sua; benchè la differenza di velocità fra i due fosse netta, il mago aveva dato prova di saperla tenere in gioco e di bloccarla senza che lei potesse rispondere a tono. In quello scontro di lame aveva appurato la sua bravura anche con i chakram, abbastanza difficili da gestire se si considerava il fatto che come avversario aveva una combattente dallo stile inusuale. Da una parte però egli conosceva bene i movimenti della Commander avendola vista in azione varie volte con esso. Aura invece ben poche volte lo aveva notato usare quei dischi in vetro di drago (tranquillo, Piuma. Nessun drago è stato ucciso per questo... Spero), il che rendeva quell'incontro ancora più interessante.
Soffiò dalle narici emettendo un verso di approvazione.
- Speravo di potermi divertire di più, sai? - scherzò - Senza la tua magia vali quanto un fico secco.
Lui alzò un angolo della bocca in un'espressione fiera -Guarda che i fichi secchi sono considerati una prelibatezza da certe popolazioni!
"... Cassiopea."
Le sopracciglia si alzarono lievemente in segno di sorpresa. Nonostante fosse riuscita ad impedirgli di curarsi dallo status mutismo, quel poco liquido sceso dalla boccetta lo aveva reso di nuovo pericoloso. Il timore di essere messa sotto scacco le pervase l'anima, non più certa di una vittoria sicura. Il suo istinto le suggerì di ritirare Spidertrick il più velocemente possibile, mentre con la mano afferrò il cavo di metallo che si dimenò per un istante come la coda mozzata di una lucertola.
- Bu!
Aura fece appena in tempo a legare il filo al polso destro, l'arto ancora fermo contro il corpo di Egil che non accennò a mollare, prima di cadere in un sonno profondo. Spidertrick si fermò a metà strada dal suo recupero, cadendo al suolo con tutti i suoi 20kg di massa metallica e lasciando un bel soldo nella polvere dell'arena. Il mago si ritrovò così incastrato in quell'abbraccio a stretto contatto con la Commander, incapace di poter lanciare magie offensive che avrebbero inevitabilmente finito con il colpire anche lui.
Di fronte a quel gesto, Egil si ritrovò spaesato. Benchè egli fosse più robusto della ragazza, l'improvvisa perdita di equilibrio dovuto alla magia Morfeo lo fece sbilanciare in avanti, facendolo cadere col suo dolce peso sulla stessa Commander che emise un grugnito.
- Ma porco Yevon! - esclamò reggendosi sulle braccia - Non potevi cadere da sola?!
Sbuffò sulla faccia della sua avversaria ancora addormentata. In quel momento gli venne un'idea abbastanza cattiva, ma comunque divertente. Con qualche fatica riuscì a recuperare un pennarello nero dalla tasca (perchè c'è gente che va in giro con i pennarelli in tasca) e le disegnò un paio di baffi riccioluti con tanto di pizzetto sul mento. Infine coronò l'opera con due girelle sulle guance e collegandole le sopracciglia con un tratto pesante. Quando ripose il tappo quasi non scoppiò a ridere per quando Aura era diventata buffa.
- Così impari! - la sbeffeggiò prima di pensare ad un modo per liberarsi da quella stretta. Storse la bocca ed alzò le spalle dopo qualche secondo passato a riflettere. In fondo non sarebbe stato giusto tempestarla di magie potenti in quel modo, senza lasciarle la possibilità di difendersi. Non era nel suo stile, ma nulla gli impedì di concedersi un leggero vantaggio vista la situazione. Reggendosi su una mano sola, posò l'altra sul proprio petto. L'incantesimo Energia fece il suo effetto, alleviandogli il dolore al braccio ustionato e facendolo ritornare un poco in forse. Poi quella stessa mano virò sulla fronte della giovane. Non appena la luce delle magie Bio e Antimajix si affievolì, Egil stirò il medio sopra il pollice e colpì forte Aura sulla fronte per svegliarla. Con un verso che ricordava un bambino restio ad alzarsi dal letto, la Commander aprì gli occhi e nel trovarsi davanti il mago così vicino e sul punto di esplodere dal ridere, ella arrossì di vergogna.
- Che cosa mi hai fatto?
- Niente - e intanto il giovane si teneva una mano davanti alla bocca nel tentativo di trattenersi.
Quando lei mosse le mani per liberarsi da quella specie di noto metallico che aveva fatto con lo yo yo, un dolore atroce la fece sussultare. Fissò interrogativa il proprio avversario che a quel punto non riuscì più a frenarsi. Il suono della sua risata invase il terreno di scontro, lasciando Aura perplessa di fronte a quella reazione mentre si slegava dall'abbraccio. Egil aveva le lacrime agli occhi e per cercare di farlo rinsavire, la ragazza gli tirò uno schiaffo in piena faccia, giusto per farlo anche alzare da quella posizione imbarazzante ed equivoca.
- Si può sapere che hai da ridere? - gli disse rialzandosi in piedi. Un altro balzo di dolore la fece cadere in ginocchio ed ancora ella non riuscì a comprenderne il motivo.
Il mago si scostò e si pulì la polvere dai pantaloni - Nulla! Non posso ridere.
Aura si guardò alle spalle casomai ci fosse qualcosa dietro di lei che aveva scatenato la sua ilarità. Non trovando niente, scostò lo sguardo dalla polvere ai propri indumenti. Un po' imbarazzata si stirò la gonna ed in quel frangente arrossì vistosamente nel pensare che l'amico avesse visto le sue mutande con disegnato sopra un moguri in abito da mago bianco (degustibus). Poi si ricordò che portava sempre dei pantaloncini scuri sotto la divisa e trasse un profondo sospiro di sollievo. Nel vederla esitare, il Cadetto incrociò le braccia.
- Allora?
Lei serrò le labbra ed una nuova fitta le prese lo stomaco. Finalmente comprese ciò che il ragazzo le aveva fatto durante il suo sonno e velocemente si sfiorò il petto con le dita. Esna eliminò lo status negativo del veleno, ma non sortì alcun effetto su Antimajix, la quale magia ella ignorò di avere castata su di sè. Spidertrick tornò fra le mani della sua padrona, illuminandosi poco dopo di una luce gialla e vivace come la magia che ella preferiva più di tutte.
- Mettiamo un po' di pepe allo scontro - sussurrò.
- Detto con quella faccia, mi sa di scherzo! - con un'altra risata, il mago agitò il braccio e tre sfere di acqua vorticarono intorno alla sua testa senza apparente gravità.
Aura non colse la presa in giro e lanciò un Fire assestato alle gambe del ragazzo. Una delle sfere si mosse veloce ad difesa, evaporando a contatto con le fiamme e rendendo completamente nullo quell'attacco. Il Cadetto, però, non rimase fermo a guardare lo yo yo dirigersi con uno scatto verso di lui. SI spostò di lato e corse via seguito dalla sua magia come guardiani della sua figura. Spidertrick virò con un perfetto angolo retto nel tentativo di intercettare l'avversario, ma egli scartò il giocattolo e cambiò direzione, non prima di aver scagliato uno dei palloni liquidi su di esso per bloccarlo.
In quel breve momento il cui l'arma nemica fu inglobata dall'acqua, il giovane agguantò uno dei sui chakram e vi infuse uno dei suoi incantesimi maggiori. Un'ombra scura come la pece disegnò il profilo della lama circolare prima che essa venisse lanciata. Aura riconobbe in quell'oscurità un Ultima ben controllato e si premunì nell'evitare l'impatto. Rotolò a terra evitandolo senza problemi. Il disco tracciò una parabola a mezz'aria e tornò indietro, lasciando la Commander con una manciata di secondi per potersi difendere. Fece perno sulla mano destra e stirò le gambe dandosi la spinta. Il Nen venne in buona parte concentrato nel bicipite, mentre lo yo yo galleggiò intorno alla figura della sua padrona in attesa del nuovo ordine.
La tecnica funzionò a dovere. La forza data dal braccio potenziato fece balzare la ragazza oltre il chakram in volo, il quale venne afferrato con un movimento dallo yo yo attocigliando il filo intorno all'impugnatura centrale, fermandone il viaggio. Una volta atterrata, la giovane lanciò uno sguardo divertito all'amico che sciolse le spalle.
- Così però non vale - disse mentre l'ultima sfera d'acqua gli vorticava intorno.
Aura fece spallucce - Se vuoi te lo restituisco, ma a modo mio.
Così dicendo, Spidertrick roteò sopra la sua testa e lì rimase. Qualsiasi cosa avesse fatto Egil, Aura avrebbe sbagliato mira apposta. Ultima era davvero una magia potente e per quanto si trattasse di uno scontro, non era così cattiva.
Richi
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Re: Zoolab

Messaggio da Richi »

Spoiler
Avevo in mente di fare un piccolo post introduttivo prima di questo...ma mi è scappata la voglia :P

Buona lettura!
"Quindi adesso siamo qui, eh, moccioso?"
Il ragazzo tenne lo sguardo fisso sul torace del Commander.
"Sei ancora in tempo per ritirarti."
"Con tutto il Rinoa's che ci guarda? Sarebbe problematico."
"Sarebbe più problematico portarti via dentro una cassa."
"Già. Senti, visto che sappiamo tutti e due chi è il più forte qui, ti posso chiedere un piccolissimo favore?"
L'uomo sfoderò la spada.
"Potresti andarci piano con me? Sai, sono solo un povero, piccolo cadetto, debole e indifeso, per nulla bravo a combattere. Se tu ti scatenassi sin da subito, di me non resterebbero manco gli atomi."
Una tempesta di fiamme nere parve coprire John Daniels da testa a piedi, prima che le vampe iniziassero ad avvolgere il suo corpo in un'aura maligna.
"Lo prendo per un no."
Scattò, spada sopra la testa, pronto ad aprire in due il figliastro, il quale chiuse la distanza restante non appena vide la lama calargli contro e rifilare al suo nemico una testata da dentro la sua guardia.
In un singolo movimento sfoderò i pugnali cercando di eviscerare il nemico, ma questi balzò indietro menando un fendente diretto alla spalla, intercettato dal pugnale destro, il quale scivolò sul filo mentre Homura avanzava verso il suo nemico, menando coltellate a vuoto prima di essere respinto con un calcio allo stomaco.
Si lasciò cascare al suolo, evitando così d'un soffio la spadata che lo avrebbe altrimenti decapitato, per poi proseguire con una capriola all'indietro per evitare un fendente che trasformò il marmo del gazebo in una tempesta di schegge.
I frammenti manco fecero in tempo a cadere al suolo che lui era di nuovo alla carica, menando fendente dopo tondo dopo affondo, senza tregua, senza dare requie al suo avversario che se la dovette comprare abbassandosi e lasciando la lama conficcarsi nella colonna alla sua destra.
Un solo istante e la lama si era già liberata, frantumando la colonna in una valanga di cocci. Non fecero nemmeno in tempo a iniziare a cadere che Homura ripartì in un assalto precocemente interrotto da una spallata.
La colonna si ridusse ad una collinetta biancastra nell'istante in cui la schiena del Cadetto toccò terra e i piedi del Commander abbandonarono il suolo.
Balmung colpì scintille azzurre che danzavano verso il cielo.
Guardò verso l'alto e vide un'ombra piombargli addosso, che scartò con una capriola.
Shitsurakuen colpì il marmo. Ancora 9 secondi senza il suo asso nella manica.
Rialzò lo sguardo per vedere la spada diretta al suo torace.
Scartò indietro, parò il roverso con l'Aragami e avanzò un affondo all'occhio sinistro del Commander, il quale si convertì in una vampa di fuoco nero che balzò indietro, lasciando al suo posto una violenta onda d'urto che sparò via Homura, il quale, avvitandosi a mezz'aria, riuscì ad atterrare in piedi e a rimettersi in guardia.

Il più giovane dei contendenti stava ansimando.
L'altro scopriva i denti, lasciando le fiamme danzargli attorno al volto, facendolo apparire come un lupo dal pelo ritto, assetato di sangue e pronto a strappare braccia e gambe.
Per Homura sembrava solo un cagnetto spaventato.
Un cagnetto spaventato con una lama che sputava fulmini.

Non appena vide la spalla muoversi, scartò sulla sinistra, evitando la lama di luce che sfracellò il suolo al suo passaggio, solo per vedersi la vampa di fuoco di nero balzare verso di lui, e osservare Daniels fare un 180 dentro di essa per rifilargli un tondo che lo avrebbe tranciato di netto in due.
La lama centrò l'aria.
Il suo braccio fu intercettato da Homura e avvinghiato.

"Grazie Stray"

Il ragazzo fece perno sui piedi, piroettò e cambiò la traiettoria della meteora umana verso la dura pietra.
Cercò di finirlo subito con una coltellata, ma fu immediatamente coinvolto in un'altra onda d'urto che per poco non lo fece volare oltre il bordo dell'isola.
Il Commander uscì dalla sua ombra di fuoco nero e ripartì alla carica verso il Cadetto.
Il ragazzo si rialzò e cercò di bloccare la lama con ambo i coltelli.
Sentì i suoi piedi scivolare, e la punta della sua scarpa avvicinarsi pericolosamente al precipizio.
In uno scontro di mera forza bruta, avrebbe perso.
John Daniels stava iniziando a imporsi e a sovrastare Homura.
Il ghigno del vecchio si spense quando vide il ragazzo sorridergli di rimando.
Rilassò i polsi e lasciò Balmung cadere verso il basso, mentre lui si rialzò, piroettò e cercò di schiantare il tacco della sua scarpa sulla nuca del Commander.
Questi, sentendosi perdere l'equilibrio, balzò subito indietro e cercò di colpire il ragazzo.
Ancora una volta, colpì scintille blu, rivolte verso un punto dietro di lui.
Nel voltarsi, vide Homura scattare verso un'altra delle isole, cercando di mettere distanza tra lui e il suo avversario.

Le fiamme che avvolgevano Daniels parvero farsi più intense mentre iniziarono ad abbracciare il filo della Balmung.
Un secondo dopo, dove prima c'erano i piedi del cavaliere nero, ora c'erano solo delle orme contornate da crepe.
John non scattò. Lui volò a pochi centimetri da terra, sfruttando la mostruosa forza datagli dalle fiamme spettrali per colmare la distanza tra lui e Homura, e cercare, una volta per tutte, di porre fine allo scontro.
Il Riposo Eterno mancò Homura. Usò ancora una volta lo Shuckuchi per volare, avvolto da una nube di scintille azzurre, oltre il gazebo, portandosi via dalla lama, ma non dall'onda d'urto che il colpo scatenò.
Il ragazzo fu scagliato in avanti e si aggrappò al bordo dell'isola, mentre poteva vedere sopra di se la struttura in marmo venire scagliata via verso l'oblio che li circondava.
L'aria stessa parve ululare come un cane ferito mentre tornava a occupare il vuoto scatenato dal cavaliere.

Quando Homura riuscì a issarsi su, vide l'uomo piantare la spada a terra, usandola come sostegno mentre stava vomitando sangue mista a bile.
Quando i loro sguardi si incrociarono, il Cadetto vide gli occhi del Commander iniettati di odio e sangue.
Della seconda in senso letterale: il suo occhio destro presentava la sclera rossa, anzichè bianca e da ambo gli occhi lacrimava sangue.
Il vecchio invece, quando vide Homura dirgli di "farsi sotto" col dito medio, scoprì i denti sporchi di vomito e sangue in un ringhio che solo una bestia poteva emettere.

La belva, urlando, coprì con un singolo balzo la distanza che lo separava dal ragazzo, il quale scartò di lato il colpo che fece crollare il bordo dell'isola.
Scattò ancora, urlando e affondando e colpendo, maneggiando la spada con ambo le mani, mentre le fiamme nere gli sbranavano le carni.
I colpi erano privi di tecnica. Lenti all'inizio, troppo veloci nello swing e conclusi con una leggera perdita dell'equilibrio che dovette compensare con un repentino lavoro d'anche e una costante avanzata.
L'odio che gli stava avvelenando il sangue e l'atroce dolore che gli dilaniava le carni gli avevano fatto disimparare anni e anni di addestramenti, di battaglie e di montagne di uomini spediti troppo presto all'obitorio.
E per quanto fossero facili da prevedere, era verissimo che ognuno di essi aveva tutto ciò che serviva, e forse anche di più, per aprire il ragazzetto che stava scappando davanti al folle assalto.
Scartò a sinistra l'affondo ed entrò con una coltellata mirata agli occhi, che il Commander evitò tirando indietro la testa all'ultimo, lasciandogli appena un graffio sulla sella del naso.
Rientrò con l'ennesimo tondo, che Homura schivò chinandosi e cercando di spazzargli via ambo le gambe, le quali balzarono indietro, fuori portata, prima di avanzare avanti per consentire un brutale fendente.
Con la gamba che fungeva da perno Homura si diede la spinta e balzò verso l'alto, avvitandosi, usando l'Aragami per deviare lo spadone e mutilando la mano del cavaliere con l'altro pugnale.
Nonostante la ferita, Daniels cercò di colpire il ragazzo mentre era ancora a mezz'aria con un tondo, ma prese solo scintille blu.
D'istinto, balzò indietro, lasciando i due pugnali colpire ancora una volta il suolo.
Daniels si concesse una rapida occhiata alla mano ferita, e poi al suolo: il medio ciondolava, ancorato alla mano solo da un lembo di muscolo e nervo, mignolo e anulare al suolo in una pozza scarlatta.
Con un gesto simile al chiburui si staccò il dito penzolante, per poi alzare lo sguardo e vedersi arrivare addosso un Homura pronto a affondargli ambo i pugnali in gola.

Parò frapponendo Balmung fra lui e lo Shitsurakuen e facendosi infilzare la mano mutilata dall'Aragami, per poi respingere il ragazzo con una pedata in pieno petto.
Mentre il ragazzo indietreggiava, vide l'uomo caricarlo con un fendente, bloccato da ambo i pugnali.
Scintille schizzarono mentre Homura stava iniziando a venire sovrastato per la seconda volta.
Stavolta però non riuscì ad esercitare il controllo che voleva e si ritrovò schiena a terra, posizione dalla quale schiantò la punta della sua scarpa sulla mano armata, fracassando alcune dita e facendogli volare via di mano la spada.
Il Commander non si lasciò distrarre dalla cosa ed entrò subito con un pestone allo stomaco di Homura.

"Dovevi mirare alle palle, idiota."

Il ragazzo gli bloccò con l'avambraccio il piede, prima di infilzarlo alla caviglia con un Aragami in procinto di rompersi.

L'uomo non sembrò accorgersene: il dolore provocatogli dalle fiamme nere era così intenso che tutto il resto era inesistente a confronto.

Il Cadetto rispose con un calcio ai genitali mentre il Commander rientrò con un altro pestone accompagnato da tutto il suo peso.
Ancora una volta, non reagì.
Ancora una volta, entrò con un pestone allo stomaco.
E non solo li.

Il sentirsi la sua faccia schiacciata dal tacco dell'uomo gli stava riportando alla mente solo orribili ricordi.
E il sapere che il Commander poteva esercitare tutta quella pressione nonostante un piercing alla caviglia non era rincuorante.
Ebbe appena un istante di respiro, prima di sentire ancora una volta la scarpa schiantarsi sulla sua fronte.
Il ragazzo chiuse gli occhi.
Non si mosse.

John Daniels si incamminò verso la Balmung.
La afferrò, usando ambo le mani per riuscire ad impugnarla in maniera decente, e lasciò che il filo della spada si avvolgesse delle sue fiamme nere.

Il suolo, ancora una volta, esplose sotto le suole del Commander mentre volava verso il figliastro.


Aveva la vittoria in pugno.


Sfortunatamente, la vittoria è liquida, e ci impiega un solo istante a scivolarti via tra le dita.

Nell'arco di mezzo secondo, vide Homura aprire gli occhi e venire avvolto da un'aura azzurra.

Calò la lama, e sentì una corrente d'aria molto intensa passargli vicino ai suoi piedi.
Colpì ancora una volta le scintille azzurre e l'aria vuota.

Poi fu dolore.

Dopo il teletrasporto, Homura fu immediatamente investito da una devastante onda d'urto.
L'aria intorno a lui gemeva e ululava, mentre osservava una colonna di fiamme nere divorare John Edward Daniels e tutta l'aria circostante, tentando di risucchiare ogni cosa in quell'inferno in un modo non dissimile a quello di un buco nero.


Per un 5 secondi buoni, le fiamme si scatenarono. Poi si affievolirono con una rapidità innaturale.


Intorno al Commander, la terra non era solo bruciata. Era stata letteralmente sterilizzata.


La pelle dell'uomo era ustionata in più punti, e si era raggrinzita e assottigliata a tal punto che in controluce si potevano vedere i muscoli sotto e a giudicare dal colore, in alcune zone parecchie vene e arterie erano esplose.
I capelli, o per meglio dire quelle poche chiazze che erano rimaste, erano strinati.
Gli arti incapaci di piegarsi a normali angolazioni.
I suoi abiti zuppi di sangue.
L'Aragami, piantato nella sua caviglia, si era fuso e raffreddato in una ghetta sottile e fragile che gli ancorava un piede al suolo.
John Edward Daniels si voltò.
Allungò le mani verso Homura.
Per una mera questione di prospettiva e di danni permanenti agli occhi, gli pareva che avesse il mezzo jenoma in pugno e lo potesse schiacciare come un insetto.
Ma il costante tastare il vuoto lo portò a strillare dalla rabbia un qualcosa di incomprensibile alle orecchie di ogni essere vivente, e mosse un solo passo.

Poi, assaggiò la polvere, e su di essa vomitò sangue, tossì e gemette.

Non fosse stato per il dolore allo stomaco, Homura avrebbe riso; suo <padre> ci era cascato.
Gli pareva impossibile. C'era cascato.
Lo aveva fregato fingendosi morto.
Il trucco più vecchio di sempre, quello che chiunque conosce, aveva fregato un Commander con oltre un ventennio d'esperienza e di tattiche militari.
Non ci poteva credere.
Non che ciò avesse importanza ora.
Si alzò, a fatica, e barcollò verso lo sfregiato che appena riusciva a vedere.
Lo afferrò per il bavero e portò il suo volto vicino al suo, prima di appoggiare la lama dello Shitsurakuen sul pomo d'Adamo.

Entrambi si fissarono dritti negli occhi.

"Vi ho battuto, Commander. Ciò cosa vi rende?"

Lo sfregiato ringhiò.

"Finiscimi."

Il ragazzo gli sorrise in faccia.

"PIANTALA DI FARE IL COGLIONE E FINISCIMI! NON ERA CIO' CHE VOLEVI, EH?!"
"Sapete, prima avevo intenzione di sgozzarvi, ma adesso che me l'avete ordinato, m'è scappata la voglia."

E lo scagliò a terra.

"TU NON SEI DEGNO DI QUESTA VITTORIA, ROBERT! TU NON SEI DEGNO DI NIENTE! NEMMENO DELLA VITA! TU NON SEI NEMMENO UN UMANO! SEI SOLO UNA BE-"
Una scarpata nei denti pose fine al monologo.
"Voi qui siete l'unica bestia. E non siete nemmeno degno delle medaglie che vi sono state date. E nemmeno di vivere. Però, direi che vivere una vita di merda è un fato anche peggiore della morte, non credete anche voi? E a proposito di morte, Robert Jack Daniels è cibo per vermi. Esattamente come l'anima tua e di quella merda che tu chiami famiglia."
Afferrò la Balmung.
"Questa, se permettete, la prendo io. Sa, penso che appesa in camera mia farà un figurone."

L'uomo strillò qualcosa, ma Homura non lo sentì.
Non si accorse nemmeno che la simulazione era terminata.
Gli si pararono davanti a lui delle figure sfocate, tutte intente a vociare cose che non capiva, e di cui non gli importava.
Tra vicepresidi e ragazzi biondi e castani e con i capelli verdi (?), una donna con una cicatrice in faccia, una ragazza con la treccia bionda e una con i capelli rosati, ne riconobbe solo una di quelle macchie: Elza.
Le sembrava preoccupata e sollevata al tempo stesso.
Le sorrise.

Quel sorriso, insieme al resto delle macchie e al dolore che provava, svanirono nell'oblio quando l'adrenalina scemò dal suo corpo.

Riprese coscienza 5 minuti dopo, in infermeria.
A quanto pareva tutto il Garden aveva assistito al duello.


Di John Edward Daniels non c'era traccia.
Stando a Silphiel, aveva rifiutato le cure mediche delle “fecce del Rinoa's” e aveva optato per farsi curare da del personale specializzato dell'ordine.
Due giorni dopo lo scontro abbandonò la struttura.
Ovviamente, Ann se ne andò più tardi. Aveva delle notti di sonno da rovinare al Garden.

Di tutto quel macello, poco o nulla sarebbe rimasto nella memoria di Homura.
L'unica cosa che si ricordò fu la tremenda noia del restare bloccato in infermeria e le visite o di Maruko ( seguita a ruota dal lavoraccio di traduzione del diario ) o di Elza.
Il resto? Solo macchie di colore e cacofoniche melodie destinate all'oblio della memoria.
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Re: Zoolab

Messaggio da Pup :> »

Un cenno dell'occhio, un movimento dello spidertrick, il chakram scattò verso di me.
Elementalismo, Bimagia, Selcega, Blizzaga!
In un istante una lastra di ghiaccio ed un muro di roccia si frapposero tra me ed il mio chakram, in ritorno carico della magia Ultima. Mi preparai all'esplosione.
...che non arrivò. Il chakram mancò di netto la barriera andando più in alto per poi cadere al suolo una decina di metri più in là, rilasciando la magia. L'onda d'urto che arrivò mi spinse di poco avanti ed il muro mi fece da sostegno impedendomi di essere sbalzato. Un sacco di polvere si sollevò nell'aria.
Una voce dall'altro lato.
"Tutto bene di là, Egil?" disse con un tono scherzoso. Dopo una piccola pausa ed un accenno di risata, aggiunse "Non dirmi che mi facevi così cattiva... e poi adesso siamo pari." riferendosi al fatto che non l'avessi attaccata mentre dormiva. Altra piccola pausa. "Hei, ma... aspetta un secondo!" sbuffò dopo aver notato gli scarabocchi sulla faccia.
"Non te la prendere, dai. Adesso sei... più artistica." risposi scherzando... e castandomi un Vanish.
Mi mossi lentamente fuori dal riparo dello scudo, mentre la ragazza continuava a parlare"Quasi mi pento di non averti colpito col tuo chakram... ma si può sempre rimediare."
Il suo spidertrick calò a picco da sopra il muro, celato dalla polvere, andando a colpire il suolo.
Notando di aver mancato il colpo, subito la commander attivò il Nen neglio occhi per individuare la mia Aura in mezzo al polverone. Quello che vide però fu solo una nebbiolina diffusa. "Ma cos..." Pensò la ragazza mentre i nel cielo le nuvole si andavano addensando sempre più cupe.

Con il controllo degli elementi, stavo mantenendo in aria la polvere. Niente di complicato ma la magia diffusa mi avrebbe dato un minimo di copertura dalla vista al Nen di Aura. Negli strascichi della stance Bimagia, che ormai stava per terminare il suo effetto, mi diedi da fare per intrattenere un po' la mia avversaria.

Un flash abbagliante, subito dopo un forte boato. La commander alzò lo sguardo al cielo, vedendolo ormai scuro. Nubi temporalesche avevano completamente coperto il sole. Unite alla tempesta di sabbia che la circondava, il senso di oppressione non era poco.
L'aria si faceva secca ed elettrica, Aura poteva sentire l'elettricità statica dai capelli che iniziavano a rizzarsi sulla sua testa. Qualunque cosa stesse per succedere, non era nulla di buono.
Il primo fulmine cadde dal cielo, venendo assorbito dal polverone. Quindi venne riemesso da un altra direzione, puntando giusto al fianco di Aura. La ragazza piantò un piede a terra, girandosi con l'altro ed evitando il fulmine che venne riassorbito dalla nube di polvere. Un altro fulmine cadde dal cielo, puntando alla ragazza. Una capriola all'indietro le fece evitare anche questo, mentre alle sue spalle una nuova saetta partiva verso di lei. "Maxwell, che tu sia maledetto!" pensò quando, convinta di aver evitato il colpo, il fulmine colpì lo spidertrick attirato dalla sua struttura metallica, dando poi la scossa alla commander.
Lo yoyo infuso con l'elemento tuono assorbì buona parte della potenza, ma la magia ebbe comunque effetto sulla ragazza, anche grazie allo status antimajix. Ci volle un po' perché passasse lo stordimento ed un po' di più per il torpore al braccio.
"Basta giocare" urlò mentre dalla polvere attorno a lei 3 fulmini vennero sparati come proiettili verso di lei. "Quezalcoatl, signore dei fulmini, ti invoco! Rispondi alla mia chiamata e donami il tuo potere."
Il GF si manifestò con tutta la sua grandezza all'interno della nube, scendendo con grazia dal cielo mentre le sue ali verdi come dei parafulmini assorbivano l'elettricità nell'aria, facendo poi disperdere il polverone con un enorme boato, liberando la commander dalla gabbia di fulmini.
Il cielo tornò terso e l'aria trasparente. Midgar risplendeva visibile come un gioiello mentre Egil era ancora nascosto dal Vanish.
Quetzal si dissolse in una nube di lunoli dopo aver usato la sua forza, e mentre la ragazza mentalmente lo ringraziava, attivò nuovamente il Nen negli occhi per individuare il mago.... Ma una palla di fuoco scagliata contro di lei la costrinse sulla difensiva.
Una parola pronunciata a mezza bocca "Reflex".
Il fuoco colpì la sfera opalescente e cambiò repentina direzione, puntando dritta verso di me.
"Sinergia" disse mentre lo yoyo si illuminò per un istante di luce grigia.

Vidi la sfera di fuoco arrivare giusto di faccia. Niente che non mi aspettassi, dal Reflex che Aura mi aveva già fatto vedere all'inizio dello scontro e deviai la traiettoria della magia con l'elementalismo. Quello che non mi aspettavo era lo spidertrick della ragazza nascosto dentro la fiamma, che arrivò ad un pelo dall'impattare contro il mio torace. Mi buttai a terra all'indietro riuscendo ad evitare appena il colpo mentre Aura seguì la sua arma avvicinandosi a me.
Il pesante yoyo dietro di me curvò la sua traiettoria tornando ad attaccarmi. Mentre completavo la capriola all'indietro, con i piedi a terra ma non ancora rialzato, feci uno scatto in avanti per evitare il colpo, rimettendomi in piedi alla bell'e meglio, quindi evocai un Blizzaga per deviare la traiettoria del nuovo colpo, spedendo poi lame di ghiaccio verso la mia avversaria. Il filo dello spidertrick formò una grata che spezzò le lame, che prontamente sciolsi con la magia Idroga mandando le appena formate pallottole d'acqua contro la ragazza. La maggior parte fu parata dalle protezioni della divisa ma due riuscirono a colpire con efficacia la ragazza al braccio destro. Ancora una volta la ragazza fu scossa da una scarica di dolore, accentuato dal debuff Antimajix.
Non si perse d'animo ed evitando con un salto un Firaga sotto forma di sfera infuocata, mandò di nuovo lo spidertrick all'attacco. La pesante arma della ragazza mi colpì al braccio sinistro, fratturando ulna e radio. Il secco dolore della frattura mi lasciò senza fiato ed in ginocchio per qualche istante.
Evocai un Blizzaga per steccare il braccio con il ghiaccio, notando che nonostante il dolore riuscissi ancora a muoverlo, più o meno.
"Guarda che... sarai tu a... dover... rimettere questo... a posto!" urlai contro la ragazza davanti a me. Parlando sentii qualcosa di strano, la lingua pastosa, i sensi annebbiati, tutto attorno a me scorreva accelerato. O quello rallentato ero io? Chi ha tempo non perda tempo... e chi non ne ha, a maggior ragione.
"Non essere sciocco, sai che è solo una simulazione. Il tuo braccio è ancora in perfetta forma." rispose. Dopo un po' aggiunse "...mister usiamo-la-magia-ultima-contro-la-povera-aura-e-scarabocchiamole-in-faccia!"
Non ebbi modo di controbattere.
"Bene... possiamo riprendere?" disse Aura.
"Guarda... che non... abbiamo mai... smesso." risposi con lentezza mentre Aura notò l'ombra scura sopra la sua testa.
Rilasciai la magia facendo precipitare una pioggia di stalattiti di ghiaccio sulla testa della commander, che si mosse alla velocità della luce (no, ero sempre io quello rallentato) evitando i vari spuntoni che le cadevano addosso.
Intanto, seduto a terra, il tatuaggio iniziava lentamente a sparire dal dorso della mia mano.
Finite le stalattiti, la ragazza puntò subito la sua attenzione verso di me. Lo spidertrick scattò in avanti. Non potendolo evitare, frapposi la stecca di ghiaccio del mio braccio tra me ed il colpo, che mi prese appena di striscio, facendo il giro attorno a me e tornando alla carica. Questa volta riuscii a fare appena un minimo spostamento evitando l'arma che ripetè il suo movimento ancora una volta. Solo al terzo diro me ne accorsi... Tre spire del filo metallico erano a terra attorno a me. Aura sorrise, richiamando a sé lo yoyo con il Nen mentre il filo si alzò più rapido di quanto potessi muovermi bloccandomi nella sua morsa.
"Sembra che il combattimento sia finito. Che dici, ti arrendi?" disse mentre lo spidertrick ancora una volta si alzava minaccioso sopra la mia testa.
"Arrendermi? Non sono nella... migliore delle situazioni, te lo... concedo. E la... mia riserva magica è... ormai al fondo... la spia del... serbatoio vuoto sta... lampeggiando già da un po'. Anzi... se conosci un... distributore nelle vicinanze... dimmelo che faccio... il pieno."
La ragazza sbuffò. Io invece sorrisi. Lo slow mi aveva almeno fatto guadagnare il tempo che mi serviva, quantomeno.
"Ma perché... arrendermi... quando possiamo concludere... con un bel... double ko?"
Una manciata di lunoli prese forma dietro la commander ed il piccolo Kyactus al verso di "gyooooo" sparò tutto gli aghi che aveva in corpo verso la schiena di Aura. L'attacco 1000 e 1 aghi fece il suo effetto, stendendo la mia avversaria, ma facendo inevitabilmente piombare lo spidertrick sulla mia testa.
Double ko.


Ci togliemmo entrambi il braccialetto salvavita. Il braccio ancora mi pulsava di dolore e la sensazione della testa fracassata da 20 kili di metallo mi aveva lasciato un senso di inquietudine non indifferente, ma constatare che sia ulna e radio che il cranio fossero intatti fu molto rassicurante.
"Spero di averti fatto divertire abbastanza. Hai visto abbastanza scintille?"
Sbuffò una risata. Sì, era soddisfatta dello scontro.
"Certo, anche se al di fuori di una simulazione sarebbe meglio una doppia resa che una doppia morte!" Feci una risata.
Aura mi guardò. "Tempi bui ci aspettano al Garden" disse, quindi sfoggiò un sorriso disarmante "ed un alleato fidato, oltre che un caro amico, è quanto di meglio si possa avere."
Arrossii un po' e le sorrisi di rimando.
"Finché ci sarà una birra per Egil" dissi battendomi una mano sul petto "potrai sempre contare su di lui!"
Entrambi ci mettemmo a ridere finché Aura non ritornò seria. "È ora di tornare a lavoro, susu, diamoci da fare!"
"Ehm... non credi che prima..." dissi mentre con un dito indicai il volto, facendole tornare in mente un certo scarabocchio.
Lo spidertrick si sollevò lento dalla custodia, mentre la ragazza sprigionava un'aura omicida.
Spoiler
Oh, certo, l'Aura.
L'aura di Aura.
L'aura emanata appositamente da Aura.
Aura e la sua aura.
Quell'aura?
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Pip :>
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Re: Zoolab

Messaggio da Pip :> »

Montgomery vs Brian
Regole
- Un post a testa, il sottoscritto decreterà il vincitore.
- Il post conclusivo sarà in ogni caso di Ruben.
- Nessuna limitazione, vale ogni tecnica presente nella scheda.
*****
Non era passata che qualche ora dall'ultima volta che si erano fronteggiati, occhi negli occhi, l'uno di fronte all'altro.
Il piccolo Brian, con i suoi capelli grigi e la spavalderia tipica di un adolescente, e l'imponente Berret Montgomery, il cui sguardo, temprato da scontri ben più provanti, impassibile nella sua risoluzione.
L'arena si era nuovamente riempita, per il terzo atto di uno scontro che non era andato ancora in scena.

Brian: Qualche altra scusa per non combattere, Preside?
Montgomery: Non è uno scontro da me voluto, Commander Willis, ma una mia gentile concessione. Non ho motivi per rimangiarmi la parola data; consideratelo, se desiderate, l'ultimo omaggio che faccio al vostro coraggio.
Brian: Ehi, ehi, ehi. Una risposta troppo seria e formale per la mia innocente battuta. Forse non sono io quello che sta prendendo sul serio questo scontro.

Montgomery estrasse la spada, stringendola saldamente.

Montgomery: Sei solo un ragazzino, Commander. Non riuscirai a battere me, non riuscirai a fare il tuo gioco, qualsiasi esso sia. Hai la mia parola che fallirai.
Brian: Lo vedremo!

Lo scontro iniziò.
Senza indugio, Brian si materializzò davanti al Preside, l'unico indizio di quello spostamento istantaneo rappresentato da una scia di ghiaccio che terminava al punto di partenza.
Menò un fendente con la sua Ice Brand, fulmineamente parato da Montgomery senza alcuno sforzo: conosceva le particolarità di ogni SeeD del Garden, avendone studiato approfonditamente la caratteristiche.
Non possedendo doti magiche, Berret aveva basato tutto il suo addestramento su due capisaldi: in primo luogo, il miglioramento delle prestazioni fisiche, spingendo il suo corpo al limite in forza, agilità e resistenza; secondariamente, lo studio dell'avversario, fuori e dentro al campo. Ciò gli aveva permesso di fronteggiare ad armi pari qualsiasi opponente, uscendone, il più delle volte, vittorioso.
La lama di Brian venne sbalzata via, non potendo resistere alla forza impressa dal Preside in seguito alla parata.
Brian si allontanò di poco, ma Montgomery gli fu subito addosso; schivò il primo fendente del Preside, mentre il secondo si infranse sullo scudo di ghiaccio che aveva evocato, incrinandolo.
Doveva allontanarsi ed inventarsi qualcosa: nel combattimento corpo a corpo, il Preside era formidabile.
Di nuovo, attraverso il Fast and Frost, il Commander si smaterializzò, lasciando al suo posto la scia di ghiaccio.

Montgomery: Non fuggire, Willis. Lo ripeto: sei tu che mi hai sfidato. Io non ti rincorrerò.
Brian: Ancora non avete capito. Qui non si tratta di me e di lei. La posta in gioco è molto più alta.

Con un gesto della mano, il ragazzo lanciò verso Berret alcune piccole schegge di ghiaccio, che il Preside schivò agevolmente.
L'Actifrost del giovane signore del ghiaccio permetteva un utilizzo variegato, consentendo attacchi da breve e lunga distanza; ma senza un attacco a sorpresa, lo stesso Brian dubitava che qualche attacco potesse avere effetto.
Un attacco a sorpresa, in effetti, era quello che aveva escogitato e che mise in atto.
Nuovamente, le schegge di ghiaccio vennero lanciate verso il Preside, ma prima che queste potessero raggiungerle Brian era scomparso, teletrasportandosi per la terza volta in poco tempo e costringendo il Preside a voltarsi, senza volerlo, per qualche istante; con una capriola, riuscì a schivare all'ultimo le schegge, ma una volta posato di nuovo lo sguardo sul campo di battaglia, non riuscì più a vedere Brian, scomparso attraverso la magia Vanish e portatosi alle sue spalle.
Fu il suo respiro, uno scricchiolio del terreno, il suo formidabile sesto senso, o forse semplicemente fortuna; ma, consapevole che muoversi poteva essere l'unico modo per cercare di sfuggire al suo nemico, si slanciò in avanti, riuscendo a neutralizzare la stoccata alle spalle di Brian, che nel frattempo era tornato visibile.
Lo guardò, con un ringhio, prima di avventarsi contro di lui ed incalzarlo con una serie di attacchi, che Brian poteva solamente cercare di schivare o di deviare, ma assolutamente non di parare in modo diretto.

Sugli spalti, i SeeD guardavano rapiti quello scontro, cominciando a schierarsi apertamente nei confronti dell'uno o dell'altro.

Nonostante l'ennesimo affondo schivato, il calcio di Montgomery colpì Brian in pieno, mozzandogli il fiato e scaraventandolo in aria.
Come un fulmine, il Preside gli fu addosso, per infliggergli il colpo di grazia; ma Brian si salvò utilizzando la magia Protego, che impedì alla lama di Montgomery di raggiungerlo.
Il corpo del Commander cadde rovinosamente, ma Brian aveva la pelle dura.
Con un sorriso impertinente si alzò, ergendosi di fronte al suo avversario e puntandogli contro il bastone.

Brian: E' inutile, BERRET MONTGOMERY! Mi rialzerò sempre, non puoi vincere questa battaglia!

Qualcosa, nei suoi occhi, fece vacillare il possente guerriero.
Una fermezza, una decisione apparentemente illogica, sia perché lo scontro stava volgendo dalla sua parte, sia perché la posizione del Commander Willis, all'interno del Garden di Rinoa, era più traballante che mai prima di quel momento.
Non poté fare a meno di chiedersi cosa avesse in mente, per la prima volta soffermandosi sull'eventualità che le sue minacce non fossero solamente parole buttate al vento, ma che ci fosse qualcosa di più concreto che lui non sapeva.

E si distrasse.

Un Blizzara lo colpì in pieno, togliendogli il respiro e scaraventandolo contro gli spalti, sui quali scivolò verso terra.
L'aveva colpito, e gli aveva fatto parecchio male.
Lo guardò furioso, fuori di sé, promettendosi che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui il Commander Willis lo avrebbe colpito. L'ultima volta.

Brian: Eheh, ti sei fatto colpire, Preside?

Il tono era scanzonato, in aperto contrasto con l'atteggiamento precedente.
Il Preside si rialzò, dolorante, ma pronto a riprendere il combattimento.

Montgomery: Che cosa vuoi, Willis.. Da che parte stai.. Da che parte starai la prossima volta?
Brian: Ve l'ho già detto, Capitano. Potrete convincere i cadetti, i SeeD, ma i Commander di questa struttura farebbe bene a non sottovalutarli. Ci sono cose che anche voi non potete controllare.
Montgomery: ...quando ti avrò sconfitto, Willis, avrai meno voglia di parlare in questo tono sibillino. E mi dirai tutto, che tu voglia o no.
Brian: E allora fatevi sotto!

Il corpo del ragazzo venne avvolto da uno strato di ghiaccio, in seguito all'attivazione dell'abilità Valenza Elementale.
Montgomery lo guardò impassibile, ritrovando la concentrazione.
Non ci sarebbe andato leggero.

Non più.
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Re: Zoolab

Messaggio da Ruben -.- »

Per errore ho chiuso gli occhi
e senza volerlo ho visto l'ignoranza
che con gli occhi aperti non si mostra.



Lo scontro riprese con una nuova e maggiore intensità. Le spade si incrociarono di nuovo, ma la forza del preside sembrava aumentata, tanto che il braccio di Brian rimbalzò indietro e la spada di ghiaccio andò in frantumi. Uno scudo ghiacciato comparso dal nulla ammortizzò un secondo fendente e solo un rapito teletrasporto riuscì a salvare il giovane Commander dall'essere colpito con piena forza da quello successivo; Montgomery riusciva a caricare i colpi in modo incredibilmente rapido per la sua mole e per quella della sua arma.

Anche aumentando la propria resistenza, non c'era possibilità per Brian di farsi valere nel combattimento a distanza ravvicinata. Ma il Commander aveva i suoi assi nella manica.

Montgomery se lo vide svanire da sotto il naso. Provò ad acuire i sensi per individuarlo in altro modo e solo qualche momento dopo sentì un soffio gelido accarezzargli la schiena. Tentò di voltarsi velocemente ma quasi cadde a terra. Il Commander gli aveva ancorato i piedi al pavimento con l'aiuto di una spessa lastra di ghiaccio. Montgomery si liberò subito ma il ghiaccio tornava a riformarsi sotto i suoi piedi intrappolandolo nuovamente. Sentì la mano intorpidirsi di colpo e lasciare la presa sulla propria spada, la quale rovinò a terra con clangore metallico. Pareva aver perso la capacità di afferrare o stringere qualsiasi cosa. Poi lo vide: Brian aveva appena scoccato un dardo di actifrost col suo arco di ghiaccio da distanza di sicurezza.

"Come l'Ordine dei Garden, lei conosce solo un modo di operare: la forza bruta. Inficiando quella, si sente perduto e diventa incapace di elaborare una strategia alternativa. Ecco perché siamo noi Commander ad essere chiamati quando le situazioni richiedono una maggiore elasticità. Col nostro lavoro...il risultato è assicurato!" si pavoneggiò Brian.

Alzò le braccia in un gesto caratteristico che Montgomery aveva visto solo ad opera di un G.F. L'intero zoolab si ricoprì di una spessa coltre di ghiaccio e sembrò gelare come inghiottito in un mondo dove esisteva solo freddo e bianco. Per alcuni momenti ci fu un silenzio assoluto, senza rumori, senza sospiri ... come se il tempo si fosse fermato in attesa della rovina. Poi ... uno schiocco di dita infranse ogni cosa ... la quiete, il ghiaccio, le certezze e la logica.

"Tornado!"

Le schegge di ghiaccio provocate da Diamanpolvere iniziarono a vorticare, tagliando e ferendo. Quando le piccole lame, cremisi a causa del sangue, sparirono, una nebbia polverosa invase l'arena. Brian vi guardò in mezzo visibilmente sorpreso, ma non a causa della vista di Montgomery che riemergeva dalla nebbia ... una maschera di sangue ma spada in mano e ben saldo sulle sue gambe.

"Le è dato di volta il cervello??! Ha fatto disinserire il sistema di sicurezza anti-lesione?"
"Hai paura di farti male realmente, piccoletto?"
"Avrebbe dovuto avvertirmi. Avrei potuto ucciderla!"
"Se tu lo avessi saputo...non avresti combattuto al meglio delle tue possibilità. E così deve essere. Così ti sconfiggerò. Così ti farò comprendere che conti meno della polvere su una bilancia!"

Il preside si scagliò su Brian con tutto l'ardore che possedeva. Il Commander parò qualche colpo con scudi di ghiaccio, altri li schivò teletrasportandosi poco lontano. Ma Montgomery sembrava accorciare le distanze così velocemente che Brian sospettò sapesse teletrasportarsi anch'egli. Fu solo con l'aiuto di Protect e Haste su se stesso e di Blind sull'avversario che lo scontro non terminò in quel momento.
Montgomery riusciva a dirigere sufficientemente bene i suoi colpi anche sotto l'effetto della magia accecante, ma non abbastanza da colpire Brian in pieno.

"Combatti proprio come sei abituato a vivere la tua vita Commander Willis ... schivo, sfuggente e tuttavia inconsistente ed inutile. Incapace di una controffensiva efficace." sibilò Montgomery continuando a menare fendenti.
"Guardi che quello ricoperto di ferite qui è lei. La sua spada non mi ha ancora sfior..".

Brian non ebbe modo di terminare la frase perché Montgomery, che a quanto pare aveva trovato uno schema nelle continue schivate di Brian, lo aveva afferrato in modo fulmineo alla gola e lo aveva sollevato da terra con una sola mano.

"La tua storia al Garden di Rinoa finisce oggi, Willis ... che tu esca vivo da questo scontro o meno."

Liberata l'altra mano dall'incombenza di reggere la spada sferrò all'addome di Brian un pugno così poderoso che il rumore echeggiò per tutto lo zoolab, accompagnato del sinistro scricchiolio del ghiaccio che si incrinava. Il corpo minuto di Brian volò via per diversi metri prima di schiantarsi senza grazia al suolo.

Quasi immediatamente Montgomery gli fu addosso e di nuovo lo afferrò alla gola.

"Prima che i miei pungi ti riducano ad un cumulo di neve sciolta ... dimmi piccoletto ... perché sei al Garden? E per conto di chi?"

Brian non avrebbe potuto rispondergli anche se avesse voluto. Non riusciva nemmeno a respirare bene, con la mano del preside stretta in gola. Un abbondante rivolo di sangue gli fuoriuscì dalla bocca accompagnato da numerosi colpi di tosse strozzati.
Lentamente alzò le mani serrandole sul braccio che lo teneva per aria. Montgomery rise perché, pur in condizioni ottimali, Brian non avrebbe mai potuto allentare una presa così ferrea con le sue forze.

Ma un improvviso freddo si fece strada dal braccio del preside fino al suo petto. Un freddo che Montgomery non riuscì subito a spiegarsi. Era un brivido...una sorta di terrore che mai prima di allora, neanche nelle situazioni più disperate, aveva provato. Quando riprese lucidità si accorse che il braccio gli si era ormai mezzo congelato proprio a partire dal punto nel quale Brian aveva serrato le mani. Venuta a mancare la forza che lo stringeva al collo, finalmente il giovane si era potuto liberare dalla presa nemica e si era lasciato cadere a terra dove giaceva piegato in due dal dolore, tossendo violentemente. Ci volle un bel po prima che il Commander potesse essere in grado di parlare di nuovo...

"Sono qui ... per evitare che il Garden ... diventi una sterile e fredda struttura militare ... invece che ... un posto al quale tornare. " sibilò Brian ansimando con voce roca.
"E' così quindi ... sei un inutile idealista che non ha contatto con la realtà dei fatti." replicò Montgomery mentre osservava il suo braccio scongelarsi lentamente.
"La realtà dei fatti... ... Lei crede di essere a conoscenza della realtà? O dei fatti? Di tutti i fatti? Permetta che le chieda un'ultima cosa ... preside ... cosa sceglierebbe tra fedeltà e giustizia?"

Montgomery serrò gli occhi cercando di afferrare il senso della domanda.

"Ci rifletta bene nel tempo che le rimane..." fece Brian, mentre le zone danneggiate del suo corpo di ghiaccio gli si sciolsero e ricomposero grazie all'aiuto dell'actifrost "...perché di certo con lei non ho ancora finito!"
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
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Re: Zoolab

Messaggio da Pip :> »

La realtà dei fatti... ... Lei crede di essere a conoscenza della realtà? O dei fatti? Di tutti i fatti? Permetta che le chieda un'ultima cosa ... Preside ... cosa sceglierebbe tra fedeltà e giustizia?
Ci rifletta bene nel tempo che le rimane...perché di certo con lei non ho ancora finito!
La formidabile tecnica di Brian permise al Commander di ricostruire il suo corpo di ghiaccio, ottenuto attraverso l'abilità Valenza Elementale.
Dal canto suo, il Preside cercava di riprendersi da quella sensazione che l'aveva travolto poco prima, quando un terrore primordiale si era impadronito dei suoi pensieri.
Un terrore ingiustificato, che non sapeva come spiegarsi.

Montgomery: Cosa mi hai fatto prima.. Sei stato tu..?
Brian: No, siete stato voi, signor Preside. Qualcosa sta iniziando a tormentarvi, forse?
Montgomery: No.. Impossibile.
Brian: Allora sono stato io. ...forse.

Brian Willis non aveva alcuna intenzione di demordere, tanto meno di arrendersi.
Il giovane era provato dallo scontro contro un uomo con un'esperienza infinitamente più grande della sua e dalle abilità fisiche impressionanti; i suoi talenti col ghiaccio gli consentivano di tenergli testa, ma se si fosse trovato nuovamente nella situazione da cui era appena uscito, avrebbe sicuramente perso lo scontro.
E quello non poteva proprio permetterlo.
Attaccò nuovamente Montgomery con Diamanpolvere, scatenando una tormenta di ghiaccio.
Da essa, arrancando, si poteva vedere la sagoma di Montgomery avanzare, lenta ma insesorabile, mentre il ghiaccio gli tagliava una pelle più dura e segnata di quanto il giovane Brian avesse mai visto.

Brian: Prima o poi dovrete cadere, Preside! E' il corso naturale delle cose. L'Ordine dei Garden che servite, a cui appartenete, ha ormai smarrito la rotta irrimediabilmente. Ma voi potete ancora scegliere! Allora, Capitano, fedeltà o giustizia? Qual è la vostra scelta????

Nella tempesta ghiacciata scatenata da Brian, la voce del Preside non poteva udirsi.
Ma le parole non servivano, potendosi comprendere la sua decisione dal linguaggio del suo corpo, sempre più martoriato, sempre più segnato.. Ma sempre più saldo, e fermo, nella traversata di quella tormenta.
Infine, essa cessò.
Montgomery, fronteggiando Brian, stava in silenzio, come una montagna che guarda il resto del mondo dall'alto.
L'abilità Valenza Elementale del Commander aveva esaurito ormai il suo effetto e, stremato, il ragazzo aspettava un cenno dal Preside.

Montgomery: ...tra Fedeltà e Giustizia, scelgo la mia famiglia. Come voi, Commander Willis. Come tutti fanno sempre.

Brian venne disarmato del suo bastone e Montgomery puntò la sua spada alla gola del ragazzo.
Aveva vinto.
La gamba gli cedette, costringendolo ad inginocchiarsi ed a guardare il giovane Willis direttamente negli occhi.
Sorrideva, sprezzante.

Lo scontro era finito, la battaglia ancora no.
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Re: Zoolab

Messaggio da Ruben -.- »

La spada alla gola. Montgomery in ginocchio, stremato. Mezzo Garden e più col fiato sospeso.

Brian si chinò piano verso il volto del preside facendo scivolare la lama sulla propria pelle fin quando bocca e orecchio non furono a portata di bisbiglio.

"In questo caso... dovrà uccidermi perché non avrò pace finché lei siederà sulla poltrona che spetta di diritto a Philip Phoenix."
"Non ho alternative quindi."

Montgomery si erse veloce in tutta la sua imponenza e in breve il suo fendente calava verso il corpo, di nuovo ghiacciato, di Willis.

Timeout!

Il tempo rallentò all'inverosimile. Solo i due sembravano rendersene pienamente conto. Gli occhi infuocati di Montgomery incrociarono quelli gelati Willis. Il preside potè notare uno strano movimento del Commander ... dalla parte sbagliata. Cercò di frenare il colpo ma questo continuava inesorabilmente a scendere, lento. Mentre realizzava il tutto...il tempo riprese il suo normale corso. La lama della spada scalfì il ghiaccio e vi penetrò per buona parte, all'altezza della clavicola. L'urlo di dolore di Brian si propagò per l'arena. Restarono entrambi per un attimo fermi ... Brian sofferente e adesso consapevole che il colpo di Montgomery non intendeva essere mortale; Montgomery sgomento nel vedere compiuta da Willis un'abilità appartenente ad un uomo che sapeva defunto.

Il preside estrasse la spada dal ghiaccio che mutando ancora in carne riversò una quantità abbondante di sangue sul pavimento. Brian gemette mentre il preside lo guardava incerto.

"Non stava mirando a me." commentò il giovane con un filo di voce.
"Certo che miravo a te." ribatté il preside.
"No." di nuovo Brian sorrideva. "Il fendente era diretto al suolo."
"E allora era diretto al suolo ... forse."
"Ho pensato che, per la sua famiglia, lei fosse disposto ad uccidere. Io ucciderei." fece Brian con falsa noncuranza rimettendosi in piedi lentamente.
"Se fosse vero, e credo che non lo sia, le nostre posizioni sarebbero da considerarsi definitivamente inconciliabili. Se ne rende conto?"

Brian avrebbe voluto controbattere ma sentì di essersi già esposto troppo per un singolo giorno. Le parole seguenti andavano scelte con molta attenzione.
La ferita alla spalla seppur grave era stata ridotta con l'aiuto di valenza elementale. Sanguinava molto meno ma andava comunque curata.

"Si faccia medicare in infermeria e venga subito nel mio ufficio. Prima di essere messo agli arresti dovrà spiegarmi ... molte cose." riprese Montgomery.

Si mossero entrambi verso l'uscita e solo quando furono fianco a fianco finalmente Brian aveva deciso cosa dire.

"E' un vero peccato che lottiamo per due opposti schieramenti. Con degli ideali così simili avremmo potuto lavorare bene insieme. Addirittura diventare ... amici."

E per la prima volta da quando conosceva Willis... Montgomery sentì con assoluta certezza che, in ciò che gli aveva appena detto, Brian era del tutto sincero.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
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Noel Black
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Re: Zoolab

Messaggio da Noel Black »

Scontro Noel Vs Cat


Un post a testa, inizia Noel.

Regole: Scontro di allenamento, non ci sono giudici e non è necessario ci sia per forza un vincitore.

Paesaggio: FH. Piazza della stazione, dove Squall combatte contro il boss meccanico.
……………….

Respiro profondamente mentre il paesaggio muta intorno a me. L’ambientazione desiderata sta lentamente prendendo forma grazie alle tecnologie dello zoolab.
Riapro gli occhi e mi trovo su una piazza, la stazione di Fisherman Horizon si staglia alla mia sinistra, mucchi di scatoloni in disuso dietro di me. Rottami metallici sparsi ovunque.
Sorrido.
E’ perfetto.
Veloce, senza indugiare, Cat scatta verso di me, il Mag Rod pronto a colpire.
Non tento nemmeno la fuga, o di provare a schivare il colpo. Non ne sarei in grado, non mi sono mai allenato per farlo. Sinceramente non ne ho mai avvertito il bisogno.
Perché io so di essere speciale.
Mi inginocchio e tocco con il palmo delle mani il pavimento.
La corsa di Cat viene arrestata da un gigantesco muro emerso improvvisamente. Si arresta appena in tempo per evitare il contatto.
E’ mia.
Le mie mani si uniscono nuovamente alla lastra appena creata, posso sentirli. Posso sentire tutte le particelle metalliche al suo interno, come se fossero nella mia mano.
Stringo i pugni.
Come sparate da un’invisibile pistola grumi metallici partono all’impazzata in direzione della cadetta.
La vedo schivare i primi con un balzo laterale, una capriola all’indietro per evitare il terzo, sembra che stia ballando sul selciato, è elegante, ma non può schivare gli ultimi due.
Un lampo bluastro si accende improvvisamente dalla sua mano e si diffonde davanti a lei.
Protect.
Sufficiente a deviare la traiettoria.
Scuote la testa. “Non sono riuscita a prevederlo” la sento dire più a sé stessa che a qualcuno in particolare. Sorrido, mi sto iniziando proprio a divertire. Combattere col sorriso, senza pensieri. Non mi accadeva da tempo.
Scorgo con lo sguardo dei tubi metallici alla mia destra, basta solo il mio desiderio per farli volare a me. Un lampo di luce e si trasformano in quello che voglio.
La lama del Gunblade brilla davanti a me.
Scatto.
La cadetta mi aspetta in posizione difensiva.
Tento un affondo, deviato dalla punta del bastone. Una gomitata nel setto nasale mi costringe a retrocedere, respiro affannosamente mentre con la vista annebbiata la vedo caricare a sua volta. Paro con fatica e all’ultimo istante il suo tondo da destra a sinistra. Con un movimento improvviso frappone la sua gamba tra le mie. Uno strappo improvviso e perdo l’equilibrio.
Cat sorride mentre alza il bastone al cielo prima del fendente finale.
Devo fare in fretta. Assorbo dalle lastre in metallo tutto il necessario a sopravvivere.
Frappongo il braccio tra il Mag Rod e il mio corpo. Un rumore sordo e Cat barcolla all’indietro. Sono riuscito appena in tempo a indurire il mio braccio con il metallo. La mia corazza impenetrabile. Mi rialzo a fatica, appesantito da tutto quella materia.
Me ne libero all’istante sciogliendo la fusione o non riuscirei a muovermi, e già non ho sta gran mobilità.
Tento un azzardo.
Senza dire niente lancio verso di lei il Gunblade, una traiettoria curva, lenta. Un passaggio.
Istintivamente Cat lo afferra con la mano libera-
E’ mia.
Posso controllare il metallo. Manipolarlo. Lanciarlo. Tirarlo a me.
La cadetta viene sbalzata come da una forza invisibile verso la mia direzione, mi preparo a riceverla con un gancio destro in pieno viso. Non sono preparato a quello che sta per succedere.
In volo riesce a girarsi e una volta arrivata a distanza di contatto mi sferra un calcio destro in pieno costato.
Tra urla di dolore e insulti alla madre di chiunque mi rotolo per terra mentre Cat si rialza con eleganza dopo il calcio.
“Stavolta sono riuscita a prevedere la tua mossa!”
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Akainatsuki
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Re: Zoolab

Messaggio da Akainatsuki »

Scontro Noel Vs Cat
Parte 2 - Finale
Theme Song: Out Of Control - Man With A Mission x Zebrahead (MAD MAX: FURY ROAD - Japanese Ending)
Prevedere le mosse del ragazzino è una parola grossa. Ci ho azzeccato alla grande, ecco tutto. Questo è quello che penso, asciugandomi il sudore dalla fronte, mentre lo vedo rotolarsi piagnucolando sulla piazza di FH ricreata all'interno dello ZooLab.

(Ignoro il fatto che abbia appena preso a parole tutti i miei parenti vivi e defunti, come se fosse colpa loro il fatto di essersi ritrovato la mia scarpa consumata tra la terza e la quarta costola. I’m so sorry for hurting you, honey).

“N-Non è finita, Cat!” Noel si rialza in piedi, unendo le mani davanti al viso. Alchimia è il nome del potere che sembra aver appreso a seguito della morte dei suoi genitori, nei Laboratori Shin-Ra: una capacità che inizio a considerare piuttosto divertente; molto simile al pongo, anche se molto più pericolosa che trovarselo infilato nel naso.

(Potrei anche pensare di aver trovato qualcosa di meno noioso dei miei pellegrinaggi Dormitorio-Mensa-Biblioteca e ritorno).

Persa in questi ragionamenti, scanso un colpo a bruciapelo alle mie spalle. Inizio a correre in tondo, incalzata da una pioggia di aghi metallici che Noel è riuscito a creare e sta riversando sulla sottoscritta, nemmeno fossi il bersaglio di una partita a freccette.

“Che cosa sei, un Kyaktus?!” mugugno, cercando di deviare gli aghi che oltrepassano il mio Protect a colpi di Mag Rod: non ho esattamente intenzione di diventare il nuovo puntaspilli del Garden.

Esaurita la scarica, Noel torna all’attacco, ancora una volta a distanza. Il terreno sotto i miei piedi inizia ad ondeggiare e cambiare forma. Cerco di seguire suoi movimenti, schivando gli spuntoni che cercano di ostacolarmi e punto a tutta velocità contro il piccolo alchimista in erba: 70 piani di Shin-Ra HQ scalati quotidianamente temprano nella Resistenza, i Turks alcolizzati nella Destrezza.

Affondo con il mio Mag Rod, ripetendo stupidamente la mossa di poco prima. La barra metallica cozza contro il braccio di Noel, che esplode in una risatina: “Ehi, ho un deja-vù!”. Prima che possa commentare di rimando, ho un flash nella mia piccola scatola cranica, che mi suggerisce di MOLLARE QUEL MAG ROD PRIMA DI FINIRE DIRITTA IN INFERMERIA, PER LA TESTA MOZZATA DI JENOVA!

Lascio la presa appena in tempo, cadendo con un tonfo a terra. Con la coda dell’occhio vedo la mia arma venire assorbita e riassamblata dal ragazzino davanti a me. Penso la mia faccia sconvolta sia piuttosto eloquente, mentre Noel commenta: “Dopo te lo restituisco come nuovo, promesso!”

Controllo che il Bracciale Salvavita non abbia fatto la stessa fine del Mag Rod, mentre Noel è immobile a pochi passi da me, intento a soppesarne tra le mani la sua versione ingigantita.

(Che siano uomini o ragazzini, c’è sempre di mezzo un problema di compensazione, secondo me. Altrimenti non esisterebbe la Buster Sword, più simile a un’asse da stiro che a una spada).

Stringo i pugni e cerco di pensare a una nuova strategia: questo è solo un allenamento amichevole, senza morti o eccessivi spargimenti di sangue, ma la mia voglia di uscirne sconfitta da qualcosa che potrebbe essere il mio fratellino minore non rientra esattamente nella mia ordinata agendina settimanale.

Le mie capacità di preveggenza fanno schifo? Vabbè.
Le sue capacità di manipolare materia e metalli sono spettacolarmente scenografiche? Vabbè.

“LUX!”

L’esplosione magica lo coglie di sorpresa, senza dargli il tempo di difendersi con uno dei suoi scudi di materia. Lo inseguo nella caduta, preparando un nuovo attacco sotto forma di un potente e pragmatico gancio da Peggior Bettola del Wall Mart.

“Per la Testa Mozzata di Jenova e gli Straordinari Non Pagati!!!”

Noel rimane a terra a braccia spalancate, alzando appena il capo: “Questo è un colpo basso…” sibila.

“Puoi muoverti, non era uno Stop” lo prendo in giro, mettendomi sulla difensiva. “Sei di Midgar, no? Credevo ci fossi abituato ai ‘colpi bassi’… O anche ‘dall’alto’, ma dipende da dove uno stava sul Plate”.

Si rialza in piedi, puntellandosi al Mag Rod, e richiamando nuovamente la materia attorno a sé, scomponendola in quelle che sembrano piccole e tondeggianti biglie da flipper. Questa volta non starò ad aspettare che mi trasformi nel suo bersaglio di gioco: casto Protect su di me e inizio a correre a testa bassa nella sua direzione.

Le biglie scattano incattivite in aria, cozzando contro lo scudo magico, mentre alcune riescono a superare la barriera per pungolarmi fastidiosamente, lasciandomi più di qualche bernoccolo: schivarle tutte sarebbe impossibile al mio stato attuale.

(Combattere corpo-a-corpo contro qualcuno in grado di diventare una specie di lattina rinforzata non è propriamente la soluzione migliore, ma potrei ficcargli senza troppi complimenti un dito nell'occhio: io posso (quasi) prevedere le mosse del mio avversario, lui è troppo impegnato a lattinizzarsi per considerare l’opzione).

I movimenti di Noel sono più lenti, quasi robotici, mentre cerca di parare e contrattaccare ai miei colpi. Mi ritrovo a scansare più volte il Mag Rod diretto alle mie costole, quasi a cercare di ripagarmi l’offesa subita.

(Farlo stancare è quello a cui punto, ma al tempo stesso sto affaticando anche me stessa, date le biglie ancora impegnate a cercare di farmi diventare una collezione di bernoccoli. Devo riuscire a concludere lo scontro prima di essere io quella a cadere col sedere a terra e alzare bandiera bianca).

Afferro la punta del Mag Rod, bloccandolo. Noel mi rivolge uno sguardo sorpreso, ma prima che possa aprire bocca per un nuovo commento poco appropriato, lo precedo.

“LUX!”

Accade tutto in un battito di ciglia: appena le parole si esauriscono, una frazione di secondo prima che il ragazzino-lattina venga slanciato nuovamente indietro dall'incantesimo, lo sento mormorare qualcosa a fior di labbra e la sgradevole sensazione di essere diventata un ferrovecchio ambulante mi fa crollare, faccia a terra sui sampietrini odorosi di salsedine.

Da una parte della piazza di FH, Noel è supino, bruciacchiato dall’effetto di Lux. Dalla parte opposta ci sono io, sommersa da un considerevole quantitativo di biglie da flipper, manco avessi sbancato il peggior pachinko di Midgar.

Allenamento concluso. Siamo pari e in direttissima per l'Infermeria.
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Drio
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Re: Zoolab

Messaggio da Drio »

"Ti prego odiami!" Drio Vs Rina
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La sveglia stava suonando, Drio si alzò dal letto; andò in bagno e si lavò la faccia. Alla fine non era riuscito a riposarsi realmente, tensioni e rabbia avevano preso il sopravvento seppure aveva cercato di sfogarle in parte col lavoro; si schiaffeggiò il viso per riprendersi appieno e si diresse verso lo zoolab.

Una volta varcata la soglia, vide al centro dell'arena Rina; lei stava a braccia incrociate e la prima cosa che disse fu: "Sei in ritardo!"

"C'era un orario? Perché non mi pare di averlo sentito quando mi puntasti quel Firaga al petto. Mi volevi? Eccomi qui! Vuoi risolvere la TUA questione adesso? Perfetto!"; galanteria prima di tutto, se voleva farla adirare ancor prima di dare il via allo scontro si stava impegnando bene.
Lo sguardo di Rina a ogni domanda retorica di Drio diveniva sempre più furioso: "Non è solo MIA la questione, è NOSTRA!", "Tsk! E dimmi, quand'è che sarebbe stato un mio problema?"

Mentre proferiva quella domanda si creò intorno a loro l'ambiente urbano dove sarebbe avvenuto l'imminente scontro tra pochi istanti; "Starai scherzando spero?!" chiese Rina evocando a se la Spada del Patto tra le mani "Improvvisamente non mi vuoi parlare più, non mi vuoi sentire più, non mi rispondi più... E sarebbe solo un MIO problema?!?!?!"

"Proprio non riesci a capire..." pensò Drio in quel momento mentre chiamò a se uno spadone a due mani; "Certo!" rispose "Non sono io la persona che si è voluta introdurre nella vita di un altro!". "QUESTO E' TROPPO!!!" Urlò Rina, si scagliò verso Drio come una furia, dandosi la spinta con un balzo lanciò un fendente verticale con tutta la rabbia che aveva in corpo; Drio parò il colpo bloccando mettendo la lama in orizzontale, sentì il peso della rabbia in quel colpo che i piedi sprofondarono di poco nel cemento.
Prima che potesse reagire, Rina ancora lievemente a mezz'aria, sfrutto il peso delle due lame per sorreggersi e darsi una spinta per scagliare un doppio calcio in pieno petto a Drio; lui rotolò indietro di qualche metro mentre Rina indietrggiò sfruttando il colpo appena scagliato.

Drio dopo 2-3 giri si rialzò in piedi e scagliò verso Rina un Idrora che le bloccò controbattendo con un Blizzaga; l'impatto delle due magie creò una barriera di ghiaccio che li separava, proprio come la rabbia che li divideva l'uno dall'altra.

"E ASSURDO!" Urlò Rina "Prima ridi e scherzi con me... E poi mi getti così come se niente fosse? Per cosa? Per quello che feci durante lo scambio dei corpi?! Così grave è quello che ho fatto da essere tratta così in malo modo?"; se poteva, avrebbe pianto in quel momento, se in quell'istante non era così adirata nei suoi confronti avrebbe detto tutto ciò con un altro sguardo.
"Non è così semplice maledizione!" Urlò dentro di sé Drio; "Beh... Parla quella che da quando mi vide la prima volta, divenni il suo oggetto per una scommessa; come un giocattolo da semplice divertimento per soddisfare i tuoi istinti carnali. E io sono stato così idiota da permetterti di dormire con me per farti vincere quella ridicola scommessa; e tu come mi ringrazi?! Mettendomi in ridicolo mostrando un lato così intimo della mia persona davanti a tutti; solo per ricevere attenzioni, come le principessine che vogliono tutti gli occhi su di lei!". Drio poggiò sulla lo spadone sulla spalla e chiamò su una mano una mitragliatrice cominciando a sparare sulla parete di ghiaccio; Rina chiamò a se un Haste per cominciare a correre velocemente di lato ed evitare i proiettili che da li a poco avrebbero infranto il ghiaccio e raggiungerla nascondendosi dietro un palazzo.

"Così la metti su questo piano eh?! Parla il principino, arrogante bast*****lo che non sei altro" Risuonò in quel momento da parte di Rina mentre in quel momento scagliò un Quake per squilibrare Drio e venire successivamente colpito da un Firaga; l'impatto dell'esplosione fece sbattere Drio contro una parete e si trovò un enorme bruciatura sul petto, ormai la parte superiore della divisa era rovinata.
Drio chiamò a se l'ala e si diede una spinta verso Rina lanciandole addosso lo spadone con entrambe le mani prima di poterla raggiungere. La ragazza tirò un colpo per difendersi dal lancio e allontanare la lama da lei mentre questa si dissolveva, lasciandosi scoperta da un calcio laterale con la gamba destra che la prese in pieno viso, atterrato al suo mentre roteava su se stesso dalla spinta del colpo precedente caricò un montante che la colpì in pieno stomaco facendola cadere in ginocchio.

*coff coff* Rina tossì pesantemente; Drio stava li, davanti a lei, gli disse: "Tutto qui?". Inginocchiandosi gli mise la mano sotto il mento, così da alzarle il viso e guardarla negli occhi; con sguardo freddo gli disse: "Dov'è questa grande spavalderia da guerriera? Da DEA?! Mi aspettavo di meglio sai?...", mentre diceva queste parole dentro di Drio si sentiva l'eco di una parola che si ripeteva all'infinito "Perdonami... Perdonami... Perdonami... Ma odiami....".

Rina in un impeto di adrenalina tirò una testata diretta sul naso di Drio, che indietreggiò alzandosi frastornato dal colpo al naso che cominciò a sanguinare; fece in tempo a riprendersi mentre vide Rina scagliarsi verso di lui con lo spadone, Drio chiamò stavolta a sè un alabarda con il quale scambiò una serie di colpi con Rine subendo entrambi delle piccole ferite da taglio di diversi punti.
"MA SI PUò SAPERE COSA DIAVOLO TI è PRESO TUTTO DI UN COLPO?!" urlò Rina a Drio "Fino a pochi giorni era un ragazzo che provava timidezza nel starmi vicino, è ora sei uno str**o spietato, mi hai pure baciato una volta."; "Quella era solo una tattica mentre eravamo pedinati, tutto qui." rispose Drio in tono freddo "Pensavi fosse una scusa per baciarti nella speranza che provassi qualcosa per te? Ma quanto sei ingenua per essere una DEA!!!". Non solo le mani, l'intero corpo di Rina tremava dalla rabbia; senza pensarci cominciò a tirare fendenti carichi di pura rabbia nei confronti di Drio, urlando dalla rabbia come se non ci fosse un domani.

"FORZA, COSì! ODIAMI! DETESTAMI PIù CHE PUOI! ALMENO COSì NON SI POTRANNO CREARE LEGAMI! SE MI ODI NON DOVRò PIù PREOCCUPARMI DI CREARE ALTRI LEGAMI! VOLEVO UN SOLO LEGAME, MA NON QUEL LEGAME! MI FA PAURA, MI TERRORIZZA! NON LO VOGLIO PIù PROVARE PER STARE NUOVAMENTE COSì MALE!!!"; C'erano tutte frasi che varcavano la mente di Drio mentre Rina continuava ad attaccare in un impeto di rabbia.
Ad uno degli ultimi colpi le armi si incrociarono e, inclinate da un lato, iniziò un gioco di forza; Drio la fissava e gli disse "Come sei suscettibile, proprio come una bambina! Eppure da quello che ho letto, dalla VERA età che ti porti alle spalle, mi aspettavo un po più di esperienza. O forse perché ti piace giocare con i sentimenti degli altri che poi non ti piace se lo fanno ai tuoi. Chissà per quanti secoli avrai preso in giro i sentimenti del prossimo.".
La voleva mandare all'esasperazione? Si.
Stava funzionando? A quanto pare anche questo si poteva confermare.
"TU... TU... TU... COSA NE SAAAAAAAIIIII?!"
Rina chiamò a se lo scudo Omega e lo colpì di piatto sulla tempia creandogli un dolore infernale che lo fece barcollare mollando la presa dall'alabarda; Rina gli urlò: "PROPRIO TU PARLI?! NEANCHE TU SEI UMANO!" colpendolo di taglio sulla testa dall'alto verso il basso "SEI SOLO UNA BESTIA!!!". Con quest'ultima frase, dopo l'ultimo corpo inferto, roteò su se stessa per colpirlo con un calcio roteato; Drio riuscì a bloccarle il colpo... E il suo braccio si trasformò, gli occhi divennero di un rosso accesso: "Vuoi vedere com'è veramente la bestia?!".
Stringendo con forza la gamba di Rina; la alzò di tutto il suo peso e con forza la fece sbattere con tutto il corpo prima di schiena, successivamente in maniera frontale dall'altro lato e infine fece due o tre giri su se stesso per poi scaraventarla verso un palazzo e sfondare la parete.
Drio trasformò anche l'altro braccio e scroccandosi le nocche disse: "Volevi la bestia? Eccoti servita, ora non si torna indietro. E non ci saranno rimborsi!".

C'era ancora parecchia polvere, Rina cercava di rialzarsi, seppure con enorme fatica vista la violenza di questi ultimi attacchi; c'era solo una cosa che non comprendeva... Aveva davanti a sé il lato più terrificante e mostruoso di Drio, eppure... la Spiritualità non riusciva a percepire intenzioni malvagie nei suoi confronti; eppure aveva davanti ai suoi occhi una persona spietata che la stava sbeffeggiando nei modi più crudeli: "Ma se non sei malvagio... Allora perché mi stai facendo tutto questo?! Perché?!?!"
Forse non si sbagliava quando vedendo il suo viso, prima di essere scagliata, parte di quel sangue non veniva solo dalle ferite che le le aveva inferto; ma anche dai suoi occhi, e nel suo sguardo intravise per qualche istante non rabbia... Ma paura e rammarico... "Cosa diavolo sta succedendo?!?!"
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Re: Zoolab

Messaggio da CrisAntoine »

"Ti prego odiami!" Drio Vs Rina
La polvere sollevata dallo schianto volteggiava attorno a me. La sentivo insinuarsi sotto l'abito, negli occhi, nel naso; si mischiava al sangue delle ferite, sprigionando un odore acre. Le orecchie fischiavano, la mia vista era leggermente appannata. Il rosso ricopriva parte del mio corpo, così come gli occhi del mio avversario. Ma quel demone non riusciva a spaventarmi; c'era in lui, nella sua espressione. qualcosa di anomalo: non rabbia, bensì paura... ma paura di cosa?
Di me, di se stesso, della situazione? No, qualcos'altro... qualcosa che sfugge al mio pensiero.
Sentivo di non poter temporeggiare ancora a lungo, dovevo agire, ed in fretta: era ora di fare sul serio!
Schiocchiai le dita e la divisa scomparve, lasciando posto ad una tenuta ben più comoda: camicia aderente, pantaloni di cuoio e scarpe basse dalla suola piatta in grado di assecondare i movimenti del corpo, senza intralciarmi. Unico ornamento erano gli orecchini e il ciondolo di materite.
-Hai proprio la fissa dell'outfit! Cambiare vestito non servirà a nascondere quanto sei marcia dentro.
-BASTA! BASTA! BASTAAAA!!!- Sollevai le braccia al cielo, raccogliendo tutta l'oscurità che albergava il mio corpo e sprigionandola intorno a me. Dalle nere ombre emerse la raccapricciante figura del Mortifero. Sapevo di non poter resistere a lungo, ma speravo che Zalera potesse distrarlo quel tanto che bastasse per farmi venire in mente un'idea.

-VAI!!!

L'Esper volò verso Drio e cominciò a lanciare una serie di Sancta che il mio avversario riusciva ad evitare con evidente difficoltà, mentre io ne approfittavo per recuperare le forze e lanciare qualche Energia su me stessa. Nonostante la presenza del mostro, il cadetto cercava di raggiungermi, per non sprecare energie inutilmente.
-E' inutile che ti nascondi dietro una creatura insignificante come questa. Affrontami!
Sollevando un solo braccio, ordinai a Zalera di ritornare nel regno delle ombre ed accontentai Drio, preparandomi ad affrontarlo, arma in pugno: si lanciò su me, l'artiglio proteso che incontrò il duro metallo di Omega. Tentai un fendente orizzontale, ma la spada del Patto incrociò una lama, entrando in una situazione di stallo. Digrignai i denti, mentre lacrime di tristezza miste a rabbia solcavano il mio viso, a pochi centimetri da quello dell'avversario. Stava per aprir bocca, ma un lampo di esitazione attraverso gli occhi di Drio; lo notai e lo sfruttai. Feci forza sullo scudo per allontanarmi e lanciai un Quake che gli fece perdere l'equilibrio, seguito da un Tornado che lo scaravento qualche metro più dietro.
Non riuscivo a capire perché nel suo sguardo non c'era la stessa rabbia e spavalderia delle sue parole, ma sapevo che le mie energie stavano cominciando a venire meno. Col respiro affannoso pronunciai "-Fede" per sfruttare al meglio il mana che mi era rimasto e attesi che si rialzasse. Questo combattimento stava stremando anche lui, sia fisicamente che mentalmente; stava logorando i suoi nervi e la sua anima, ma non capivo perché. E fu allora che trovai la soluzione.

Tentai un ultimo Thundaga, che fu evitato per un pelo, mentre Drio correva verso di meno, la mano a forma d'artiglio pronta a lacerare la mia carne. Quei pochi secondi che il cadetto impiegò per consumare i pochi metri che ci dividevano sembrarono eterni: allargai le braccia, mentre le armi e la tunica scomparevano lasciando spazio ad un semplice abito bianco. Un sorriso si dipinse sulle mie labbra carnose. Niente più lacrime, solo gioia.
Ma Drio se ne accorse troppo tardi.
Il suo artiglio perforò il mio fianco sinistro nel momento esatto in cui le mie braccia si strinsero debolmente al corpo del giovane. Il dolore fu lancinante, prosciugando quasi tutte le energie che mi erano rimaste. Cademmo in ginocchio, le mie labbra si schiusero, la mia voce era un flebile sussurro a malapena percepibile.
-Scusami- dissi, e poi il buio. L'ultima cosa che vidi fu la luce arancione del sole che si butta nel mare.

Il tramonto era bellissimo, colorava tutto di rosso e arancio, quasi come se la macchia sull'abito di Rina era un gioco di luci e non sangue. "Scusami" aveva detto. Alla fine si era arresa, i suoi tentativi di farla arrabbiare non erano valsi a molto. ed ora giaceva sanguinante tra le sue braccia.
Il tramonto sparì. I palazzi e le strade lasciarono posto allo Zoolab. Lenne accorse con una barella, dietro di lei Silphiel e Paine che avevano risposto prontamente alla chiamata della responsabile. Drio tornò normale e lasciò che le ragazze si prendessero cura della Dea, troppo scioccato per reagire. Sapeva che se la sarebbe cavata: era una ferita profonda, curabile con un po' di riposo, Rina era svenuta più per la ferita che per la perdita di sangue. Ma si sentiva in colpa; lei lo aveva lasciato farle del male senza provare a difendersi, ma accogliendolo tra le sue braccia.

-Vai.
Aura stava cercando di convincerlo ad entrare, ma non trovava il coraggio di farlo. Se lo avesse mandato via? Se gli avesse gridato contro? Se lo avesse fissato con odio?
Espirai rumorosamente ed abbassai la maniglia. Filippo e Rina interruppero il loro dialogo e mi fissarono. Misi le mani in tasca ed abbassai gli occhi. Il barista sussurrò qualcosa alla Dea e lo superò, chiudendo la porta alle sue spalle. Sentiva tutto il peso dello sguardo della ragazza e temeva di sapere cosa lo aspettava una volta alzato il viso. Si decise ed incrociò lo sguardo di Rina, riuscendo a stento a respirare. Sorrideva! Non c'era traccia di odio o rancore. Era semplicemente felice.
-Temevo non saresti mai venuto.
-Rina...
-Aspetta! Lasciami spiegare: ho fatto molti errori nella mia lunga vita e con te non ho fatto eccezione. Ti ho usato come una bambina capricciosa usa una bambola. Ma non era mia intenzione ferirti! Non riuscivo a capirti, non capivo il tuo dolore, il fardello che ti porti dentro. E ancora non lo capisco. Ma son sicura che anche tu hai sofferto molto, e questo ci rende molto simili. Se per te va bene, vorrei ricominciare daccapo con te, come se non sia mai successo nulla. Voglio farti conoscere la vera Rina! Quella che puoi trovare la notte in lacrime per gli sbagli che ha commesso, per il male che ha fatto. La Rina che si sente sempre sola, anche in mezzo alla folla, e che cerca di non affezionarsi per paura di perdere le persone che ama. La Rina che non è mai cresciuta, che si nasconde dietro matita e ombretto perché è diversa, perché teme di poter ferire. La Rina che si sente sbagliata e fa di tutto per non darlo a vedere.
La vera Rina: niente di più, niente di meno.-
"In a world full of eggplants and peaches, I'm a tomato!"

Scheda PG Rina
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