Garden 2

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

Moderatori: Pip :>, Garden Master

Oushi
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Re: Garden

Messaggio da Oushi »

«Cadetti che si rendono utili: questa sì che è una novità.»
«... disse la cadetta.»
«Shh. Resterò in Garden senza fare niente così a lungo che prima o poi mi faranno diventare Seed per anzianità e non dovrò prendermi lo sbatti di fare l'esame.»
Un altro scossone rischiò di mandare gambe all’aria Oushi, che si aggrappò fortunosamente al sedile del pilota per non rotolare in giro per la stanza.
«Sono pronti quei cannoni del cxxxo? Se andiamo avanti così finisce che o lui ci fa esplodere o uno di quei maghi -censura- abbatte il drago!»
Leon aprì il canale di comunicazione con la stiva, dove i meccanici stavano caricando i cannoni con dei proiettili speciali.
«Perché, ti importa del drago?»
Homura, tra un improperio e l’altro, diede l’ok a Leon.
«Scherzi? Una vita del genere vale molto di più di tutto l’organico del Garden. Però non ci tengo nemmeno a crepare.»
Leon sogghignò, poi attivò l’altoparlante:
I Seed che stanno combattendo sul ponte sono pregati di aggrapparsi a qualcosa, a meno che non vogliano prendere il volo assieme al drago <3
I tentacoli d’ombra di Shaira lasciarono andare la bestia per avvolgersi intorno alle gambe del gruppo di combattenti, concentrando tutto il proprio potere nello sforzo di mantenerli aggrappati alla stiva. Piuma si lanciò contro lo scafo e vi si ancorò con gli artigli, Aura appesa saldamente al suo collo.
Il drago dorato, stordito e visibilmente provato dallo scontro, non inseguì il Garden quanto questi se lo scrollò di dosso con una virata brusca, esponendo il cannone frontale e puntandolo dritto nella sua direzione.
Leon fece fuoco, ma invece dei soliti missili o raggi laser dalla canna esplose un proiettile simile a un dardo, che si conficcò nel ventre del mostro sfruttando la ferita causata da Aura.
Il drago emise un urlo potente, vorticò in aria cercando di strapparsi via il proiettile con gli artigli, ma era evidente che non potesse riuscirci. I suoi movimenti rallentarono, il suo capo si piegò contro il petto e iniziò a planare verso il basso, ormai dimentico dell'areonave contro la quale si era accanito fino a quel momento. Allo stesso modo, le nuvole di pioggia che li avevano intrappolati si diradarono e la tempesta finì.

«Cosa diavolo è successo?» Matt si lasciò cadere per terra, sfinito; adesso che l'adrenalina stava calando iniziavano tutti a sentire la stanchezza del combattimento.
«Quel missile conteneva una potente dose di anestetico per draghi. La tenevo da parte da tempo, perché non si sa mai. E infatti...» Aura accarezzò il muso di Piuma, prima che tornasse alla sua forma umana.
«Sì ok, ma io intendevo... tutto. Non siamo ancora atterrati su Fiorin e già veniamo attaccati da un drago? Che altro può aspettarci?»
«Qualcosa di ancora peggiore, facilmente.»

Sotto il Garden, diradate le nubi, si aprì la prima visione del continente: una landa desolata e scura, fatta di terra brulla e rocce. E, nella polvere, scorsero la sagoma del drago riverso a pancia in su: anche dalla loro posizione si poteva capire che non era morto, ma semplicemente addormentato.
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Pip :>
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Re: Garden

Messaggio da Pip :> »

Fìorin.

Non erano neanche arrivati su quel continente inesplorato che, in volo, erano stati "attaccati" da un gigantesco Drago dorato. Fortunatamente, la battaglia si era conclusa positivamente per il Garden, ma anche per il Drago, che dormiva profondamente a terra, qualche centinaio di metri sotto di loro.
Tutti si chiedevano, tuttavia, quali altre meraviglie, ma anche pericoli, avrebbero trovato sul continente.
Continente che si presentava diverso da quello che Pip si aspettava; dai racconti, o meglio, miti che circolavano su Fìorin, quella terra avrebbe dovuto essere rigogliosa, spettacolare, quasi fatata.
Tutto ciò che si stagliava miglia e miglia, fin dove i loro occhi potevano arrivare, era però una terra brulla ed arida, come se.. Le fosse stata estirpata la vita.

Atterrarono lontano dal Drago, per riordinare le idee e muovere i primi passi su quella terra.
Il Garden si svuotò e ogni SeeD si guardava intorno, come a cercare una risposta alla domanda che premeva a tutti.

Raiden: ...Pip, come troviamo il Monte Mazel? Non possiamo girare a caso.
Pip: Vai a chiedere ad Egil se ha qualche indicazione in più. Io ho bisogno di stare da solo un attimo.

Trovato un luogo tranquillo, Pip si sedette, chiudendo gli occhi e poggiando le mani sulla terra.
La natura, quel luogo poteva parlargli, indicargli una via, lasciare una traccia.
Questo era l'obiettivo dello Sciamano, che dopo qualche attimo si ritrovò immerso in un mondo che, a dispetto di quello che sembrava, presentava una forte vitalità latente.

Chiese, a modo suo, quale fosse la strada che avrebbero dovuto intraprendere.
Ma quella terra lo respinse, come se fosse diffidente. Come se non fosse quello il modo adatto.

Pip uscì dalla meditazione, sconsolato. Nessun indizio su dove potesse essere il monte Mazel e, di conseguenza, Wesjdiof.

Pip: Egil, novità?
Egil: Vi ho detto tutto quello che sapevo. L'Alchimista ha mezzi che purtroppo noi non abbiamo e sicuramente non avrebbe lasciato mappe in giro.
Pip: Dannazione.

Shaira: Sapete chi avrebbe potuto indicarci la via? Il drago, se solo non ci fossimo accaniti contro di lui. E' l'unica creatura vivente che abbiamo incontrato finora e Aura può confermare che i draghi non sono malvagi. Probabilmente, l'abbiamo solo infastidito in qualche modo.

Pip e gli altri si voltarono verso la ragazza, che li stava rimproverando con lo sguardo.

Pip: Tornare indietro, svegliarlo e chiederlo potrebbe essere molto rischioso. Sempre che sia possibile comunicare in qualche modo..
Shaira: Non è detto. Pensiamoci.

Edith: Posso aiutarvi io, forse.
Pip: Cosa intendi?
Edith: Questa terra è avvolta da una moltitudine di leggende, che nel corso degli anni si sono alimentate fra la gente. Tuttavia, sembra proprio che queste storie abbiano un fondo di verità, a giudicare dalla missione di Wesjdiof di raggiungere l'Albero di Yggdrasill. Beh, come detto vengono raccontati molti miti.. E uno di questi parla di un bastone biforcuto, in grado di condurre le persone nei luoghi desiderati.
Pip: Un.. Bastone da rabdomante?
Edith: Più o meno. Non so se sia vero, ma la leggenda racconta che su Fìorin sia presente una figura mitologica, il Guardiano, che insieme a qualcun altro è il custode di questo ed altri artefatti.
Leon: Chi sarebbe questo altro custode?

Edith sorrise, maliziosa.

Edith: ...un Drago, d'oro per la precisione. Potremmo non essere troppo lontani. Forse, seguendolo, potremmo raggiungere il Guardiano e trovare la strada per il Monte Mazel.

**************

La montagna si stagliava di fronte all'Alchimista, Wesjdiof, ed i suoi uomini. Il paesaggio era diverso rispetto a quello in cui si trovavano i SeeD, denotando come il continente di Fìorin fosse parecchio variegato.
Solo una cosa aveva in comune la morfologia di quel luogo: la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava e che ogni cespuglio, torrente o roccia, fosse "sbagliata", in un modo che nessuno sapeva spiegarsi.

X: Capo, ma è vera la storia che si racconta.. Cioè.. La Viverna...
Wesjdiof: Certo. Ed è proprio per questo che voi siete qui.
X: In.. Che senso?
Wesjdiof: Ci sono due modi per passare. Affrontare la Viverna e sconfiggerla, per ottenere il suo lasciapassare.. Ma sembra che solo i puri di cuore possano riuscirci. Magari non è vero, ma non è roba per me. Oppure..
X: Oppure?
Wesjdiof: Darle qualcuno con cui giocare e distrarla, in modo che io possa passare. Facile no?
X: Ma come..

Gli uomini indietreggiarono, pronti a tornare sui loro passi. Ma il ruggito della Viverna li immobilizzò, pietrificandoli.

Wesjdiof: Bye bye.

Spoiler
Mondo: Paneòn
Continenti: Sorya, Meran, Fiorìn

Città di Sorya: Hesperia (Città grande e potente di Sorya...forse la capitale); Avamposto dei predatori (località sconosciuta ma non troppo distante)
Città di Meran: Agrabah (capitale del sultanato), Guera (città desertica del sultanato. Pare ci siano forze a favore dei Belah'dian) Nimrud (paesino minacciato dai Senza Ombra, mostri umanoidi pericolosi per il Sultanato)

PNG principali:
Altanus (anziano membro del consiglio di Hesperia)
Varys (membro del consiglio più giovane)
Beleren (Primo cavaliere del consiglio, probabilmente a capo dell'esercito della città. Promesso sposo di Nymeria)
Voryn (anziano membro del consiglio, attualmente prigioniero dei Predatori)
Shaward (capo dei predatori, aka antica stirpe Belah'dian)
Gyzha (matriarca dei predatori ed ex sovrana di Hesperia)
Selina (figlia di Gyzha e legittima sovrana dei Belah'dian. In custodia al Garden)
Rilye (un ragazzino di 14-15 anni, probabilmente un servitore)

Vahram Nenad Ishtar (Sultano di Agrabah)
Nymeria (principessa guerriera del sultanato e comandante delle guardie. Promessa sposa di Beleren)
Zodho (uno dei mercenari assoldati dal sultanato, originario di Guera. In realtà una guardia al servizio di Wesjdiof e fedele ai Belah'dian, fuggito da Guera e disperso)
Wesjdiof (alchimista di Guera, conosce il modo di riattivare i cristalli)
Ah'sor (il più giovane tra i figli del Sultano, ha rubato un Jumper ed è scappato nel deserto)
Hikmet (Capitano di Agrabah, è morto nella lotta ai Senza Ombra)
Eko Alois (Capitano delle truppe di Hesperia di istanza a Meren)
Earleen (Soldato di Hesperia di istanza a Meren)
Mitqua Talduna (Comandante dell'esercito del sultano, coordinatore della ricostruzione di Agrabah. Non ha l'occhio destro)
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Edith Lance
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Re: Garden

Messaggio da Edith Lance »

Edith alzò i piedi sul lettino dell'infermiera in un movimento unico con il dondolio del Garden, portò le mani dietro la nuca e lasciò scivolare la schiena lungo lo schienale della poltroncina che le aveva fornito Aura. Lanciò di sfuggita uno sguardo al ragazzo sdraiato, dormiva profondamente dopo aver dato fondo a tutte le sue energie: quando si era accasciato a terra, la donna gli aveva circondato la vita con un braccio per sollevarlo di peso poi, bruscamente, lo aveva adagiato su un letto.

Ora era in attesa si svegliasse. O così aveva detto alla dottoressa per restare lì, in quella che le era sembrata un'oasi di pace. Egil si mosse appena, il respiro era ancora pesante e regolare.

Edith stappò la fiaschetta che portava nel taschino della giacca, un ricordo di Hesperia vinto in una partita a sbaraino (1), o forse a zara (2) - troppa posca (3) in corpo dopo la vittoria contro gli Invasori, per ricordare. Sollevò in aria la boccetta d'argento, brindando agli ultimi giorni, e ingollò un sorso. Sentì il liquore bruciare in gola e nel petto; la richiuse con uno scatto.

"Potevi offrire, non mi offendevo." L'uomo si passò una mano sul volto cercando di scacciare il torpore del sonno dal viso.

"Non si spreca il buon vino" sogghignò lei in risposta, infilando la fiaschetta al suo posto.

Egil si sollevò sui gomiti senza troppa convinzione, bastò una spinta leggera per farlo ricrollare sui cuscini. Allo sguardo interrogativo del ragazzo, Edith scrollò le spalle.

"Devi riposare ed evitare di fare ancora il paladino, soprattutto quello delle cause perse."

Aprì bocca per ribattere, ma quando parlò preferì farle una domanda: "come mai sei qui?"

Lo sguardo della donna lo attraversò: gli occhi erano fissi nei suoi, eppure non era lui che stava guardando, lo percepì con precisione quando la sua voce sembrò raggiungerlo da lontano.

"È passato il tuo amico, Matt, poi Raiden e ancora Matt. Dovevi riposare, così ho fatto il cane da guardia."

Gli aveva mentito, ne era sicuro, ma non indagò oltre e deviò il discorso su un terreno neutrale: Edith snocciolò veloce il racconto delle ultime ore in Garden, il drago, il guardiano e come Aura, in quel momento, stesse tentando di mettersi in comunicazione con lui.

"Non svegliare drago che dorme" borbottò l'uomo "i proverbi hanno un fondo di verità, magari s'incazza peggio di prima."

"Può darsi."

Lasciarono scorrere il silenzio, intervallato da qualche parola accennata finché il Cadetto non ricadde nel sonno, solo allora la donna si concesse di guardarlo di nuovo. Scrutarlo.

Il baluginio verde dei suoi occhi era cenere calda nel cuore, il ricordo di un fantasma che aveva inseguito quando tutti si sarebbero arresi. Fìorin era l'ultima tappa di quel viaggio: lo avrebbe ritrovato.

Distolse lo sguardo dall'uomo per portarlo al soffitto.

Beleren aveva tradito, non solo la fiducia di un popolo ma la sua, lei che si era inginocchiata davanti a lui per giurare di servirlo, gli aveva affidato la vita e la morte, la propria, ma anche quella dei suoi Senza-Terra, Edith aveva promesso per loro e per questo avrebbero pagato lo scotto.

Strinse le dita in un pugno ricordando le parole sputate dal suo carceriere, prima dell'intervento di Egil quando il filo di un pugnale le aveva accarezzato la gola: 'Beleren ti saluta e ti assicura che incontrerai ancora i tuoi servi davanti la porta dell'inferno.'

L'orgoglio bruciò più dell'alcol in gola.

Passi leggeri la riportarono al presente, li aveva riconosciuti; tolse i piedi dal letto, seguendo ancora il rollio del Garden.

"Novità?" domandò alla testa castana che sbucò dalla porta. Aura scrollò le spalle.

"La dose di sonnifero farà effetto per un'altra ora almeno, fino ad allora non è consigliabile riprovare a svegliare la creatura."

Edith annuì. Posò le mani sulle cosce e portò il peso in avanti per alzarsi.

"Non resti?" chiese il medico.

"No. Potresti dargli questa, quando si sveglierà di nuovo?" Indicò l'uomo con la testa, mentre la mano cercava nel taschino, la fiaschetta d'argento.

Aura corrugò la fronte, ma accettò, mentre Edith le dava le spalle e usciva dall'infermiera: tanto, la boccetta era vuota.



1 e 2: giochi d'azzardo medievale.
3: vino medievale, il basso costo lo rendeva popolare.

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Leonheart88
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Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

«Ditemi che siamo su scherzi a parte!»
«Leon sai anche te che è l'unica possibilità» La voce di Pip era tranquilla ma decisa.
«Già, perchè aspettare che si risvegli un drago colossale, che ha provato ad ucciderci fino a poco fa, è l'unica possibilità coerente che abbiamo»
«Dobbiamo arrivare al Guardiano»
«Da quando credi alle leggende orali che circolano su Fiorin? Potrebbe essere tutta una balla colossale, come la tua eterosessualità dopotutto»
Pip lo fulminò con uno sguardo da cui si poteva tranquillamente capire "sto mese niente stipendio e doppi turni tutte le notti"
«Da quando stiamo cercando frutti millenari che aprano la porta per un mondo alternativo, seguendo un alchimista pazzo e destreggiandoci tra guerre di potere secolari. Hai un metodo migliore? E per inciso, stai solo rosicando perchè Nymeria non ha considerato il tuo fascino da top gun»
«Quando hai ragione hai ragione, ti devo chiedere scusa. Sul fatto di Nymeria ovviamente, per il resto mi sembra una cagata colossale, ma tantè vado ad affilare le Claymore e a chiamare Oushi ne potremmo avere bisogno.»
«Per un attacco all'arma bianca in massa?»
Leon per un secondo smise di pensare al fatto di offrire la cadetta in sacrficio al drago per distrarlo, e di colpirlo mentre intento a sgranocchiare le sue giovani e maleducate membra.
Annuì cercando di essere convincente. Neanche per un secondo.

Tutto il Garden si era riunito dinnanzi alla gigantesca bestia dormiente, tutti ovviamente con le armi in pugno e con speciali dardi imbevuti completamente di sonniffero. Non si sapeva se avrebbe fatto effetto una seconda volta, ma se volevano informazioni dovevano tentare.
Aura si fece avanti al primo accenno di risveglio, lo vide alzarsi sulle zampe di fronte a lei.
Ruggendo minaccioso.
«Fermati non vogliamo farti del male!» Urlò la ragazza, cercando di mostrarsi il più tranquilla possibile.
Il drago sembrò non interessarsi minimamente di lei.
Piuma comparve al fianco della ragazza per cercare di destare l’attenzione della mostruosa creatura.
Che si, finalmente si accorse di loro.
Prima che potesse continuare a parlare una zampata partì nella sua direzione.

«Fermati!»
Un giovane scese saltellando da un gruppo di rocce, agile balzava dall'una all'altra senza il minimo problema. Aveva circa trent'anni, forse meno, portava i capelli lunghi a formare una sorta di dred naturali, fisico snello e asciutto, ricoperto da una serie di vestiti logori e usati. Era scalzo.
I Seed lo guardarono avvicinarsi a lui senza che mostrasse il minimo cenno di paura.
«Solo per sapere, siete pazzi, ubriachi o semplicemente stare cercando un modo divertente per venire sbranati?» Sorrideva mentre chiedeva a Pip il motivo della loro visita.
Il Preside rispose per tutti.
«Sono Philip Phoenix, Preside del Garden di Rinoa» Indicando la struttura poco distante «questa nave. Stiamo cercando il Guardiano.»
Il giovane lo interruppe.
«Fatemi indovinare, avete sentito della leggenda del Drago compagno del custode e volevate provare a farvi condurre da lui»
«Esattamente»
«…sempre così… ogni anno mi ritrovo qualche pazzo convinto che parlare con un drago sia la soluzione giusta per trovarmi…» Sembrava quasi parlare tra sé e sé «Questo drago è il nostro animale da compagnia da centinaia di anni, quando un mio trisavolo ne ha trovato l’uovo e lo ha fatto schiudere»
Nel frattempo il drago, con un sonoro sbuffo, si era librato alto nel cielo. Allontanandosi.
«Di conseguenza è passato ora a me, sono io il Guardiano»
Tutti lo squadrarono stupefatti, nessun al Garden si era immaginato una figura diversa da un vecchio decrepito con la barba lunga.
«Sinceramente non pensavo fosse… Lei..»
«Beh la gente non può vivere in eterno, lo sapete vero? » Sembrava che spiegasse concetti complicati ad un bambino di cinque anni, voce calma e rilassata. Certo i Seed non ci stavano facendo una bella figura. «Il Guardiano è solo un titolo. Passa di generazione in generazione. Comunque, che volete da me?»

In breve Pip spiegò cos’erano i Garden, il perché fossero lì e che favore dovevano chiederle.

«Si, posseggo io lo strumento. E non avrei problemi a darvelo..»
«Immagino che ora ci sia un ma…»
«Avrei bisogno di un favore da parte vostra» Il Guardiano, Sekir, si sedette sulla roccia, gambe incrociate e sorriso beffardo.
«Che cosa vuoi in cambio?
«C’è una radura a qualche centinaio di chilometri a est, non temete vi darò le coordinate, dove crescono delle piante particolari, ecco i disegni. Me ne dovete raccogliere un po’ e riportarmele.
«Beh non penso ci metteremo molto…»
«Un forte campo elettromagnetico vi impedirà di muovervi col Garden, si ho studiato la meccanica dei vostri mondi, mi annoiavo, dovrete andare a piedi almeno per gli ultimi chilometri.»
«Beh una passeggiata..»
«Mettete via ogni vostro concetto di realtà e di coerenza. Ci sono zone in questo mondo che si sviluppano in modo diverso dalla logica. Sono solo degli esempi, ma potreste imbattervi in zone dove camminerete sul cielo e rischierete di cadere sulla terra, di navigare in oceani parlanti o di interagire con popoli entrati in una simbiosi perfetta con gli alberi. Non stupitevi, preparatevi a tutto.»
«Non c’è un altro modo?»
Sekir guardò per qualche istante la ciurma del Garden, gli occhi si illuminarono.
«Sono solo da molto tempo, se tutte le vostre ragazze acconsentissero a mostrarmi il seno…» Un ghigno beffardo gli si dipinse sul volto.
Leon avrebbe firmato in ogni istante quella mozione.
«Uhm… vado a far preparare il Garden per la partenza. Ma a che ti serve la pianta?»
«Se ti dicessi che mi serve per farmi delle bombe da paura perderesti fiducia nella leggendaria figura del Guardiano?»
«Si»
«Ecco, allora non te lo dirò»

Alexandra ripose Durandal, estratta nel caso di una risposta diversa di Pip, e si preparò per la missione.
Aura sospirò in parte sollevata, sarebbe stato imbarazzantissimo, e in parte delusa. L’ultima relazione era stato molto tempo prima e con un bulletto mezzo drago.
Rina annunciava ai quattro venti che ci sarebbe stata soltanto a condizione che nella giuria ci fosse anche Pip. Non capendo che non si era su un talent.
Edith si ritirò giù la maglietta. Certo che questo Garden non faceva mai le cose più semplici.



Edit(h): Dato che non era chiaro, specifico che anche se ho scritto missione intendevo andare tutti assieme appassionatamente :-D
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Aura
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Bancarotta

Messaggio da Aura »

Il nome Fìorin suggeriva un luogo rigoglioso, lussureggiante, una grande foresta pluviale dove fauna e flora vivevano in armonia senza la mano pericolosa dell'uomo e reciderne le radici. Ci si immaginava un grande fiume carico di acqua ghiacciata che scendeva dalle vette più alte del continente e serpeggiava fra una giungla e l'altra fino a sfociare nell'oceano con un immenso estuario. Le gru che solcavano il cielo, i castori a costruire dighe ed una variopinta quantità d'insetti ad animare il sottobosco.
Aura non poteva negare di esser rimasta delusa. Ciò che si stagliava per chilometri e chilometri era solo una landa desolata di polvere nera, contornata di rocce dai colori bruciati da un fuoco invisibile e qualche sterpaglia rosso sangue. Al'alzando gli occhi al cielo, nuvole screziate d'arancio e scarlatto coloravano l'ambiente d'un tono allucinante, dando l'impressione di trovarsi su un pianeta a sé stante, lontano da Meran e Sorya, lontano anni luce da Paneòn. Quella terra pareva più un morbo, un cancro che invadeva a poco a poco ogni scintilla di vita che ancora cercava di sopravvivere lì, in mezzo al silenzio più totale. Nell'aria non vi era altro che il sibilo del vento e fu questa la cosa che la spaventò di più.
Nessun grillo a cantare. Nessun cinguettio d'uccello. Nessun ruggito o lamento.
C'erano solo il Garden, Sekir il Guardiano ed il drago d'oro.

Il rombo dei motori agitò la quiete, quindi la struttura partì. Le coordinate fornite dal ragazzo li avrebbero condotti in una radura dove crescevano delle particolari piante, egli aveva chiamato quel luogo Fonte Mimir ma non ha spiegato altro sul significato di quel nome. Consegnò loro dei disegni ed ad una prima occhiata la lista delle cose da prendere pareva ridicola.

8 esemplari di Erba Ridens
5 fiori di Magnolia Bastarda
3 esemplari di Timo a peli cerati
2 Mirtilli Elefante
6 gemme dell'Albero Clown


Solo a leggere i loro nomi, Aura prese ad immaginare le assurdità a cui i Sees sarebbero andati incontro. Mirtilli Elefante, Albero Clown... Più che una ricetta sembrava di leggere una barzelletta senza senso. La ragazza sospirò cercando di mettere da parte l'immagine di un pachiderma blu e tondo che cresceva su di uno ramo sottilissimo e si diresse in mensa. Ci sarebbe voluta un'ora intera prima di giungere a destinazione, giusto il tempo di una partita a Gardenopoli con qualche buon anima.

- Mi devi 1200 guil. Ci arrivi?
Con occhi tristi, la Commander cedette anche l'ultima proprietà. Recuperò i dadi e tirò per l'ultima volta dopo aver fatto un doppio.
4 e 3, finisce su Salone delle Feste, quattro save point in possesso a Raiden. 900 guil di compenso.
Ed Aura va in bancarotta.
- è la terza partita di fila che perdi - sogghignò il ragazzo visibilmente soddisfatto di averla battuta. Pur trattandosi di un gioco da tavolo, era pur sempre una vittoria contro un Commander, anche se si trattava di Aura. La giovane diede un colpetto col dito alla sua pedina a forma di moguri, facendola cadere da un lato prima di sospirare affranta. Alla sua destra Killian osservava con sguardo confuso il tabellone pieno di cerchietti a segnalare i save point acquistati sui contratti, tutti rigorosamente appartenenti a Raiden.
- Non sono mai stata fortunata nei giochi da tavolo coi dadi - fece la donna rigirando fra le mani una banconota sulla cui facciata, a caratteri cubici, la scritta "fac-simile" fece desistere Elza, passando di lì, dal rubargliela da sotto il naso. Lo spadaccino alzò le spalle e le rivolse un'espressione da finto credulone.
- Secondo me le tue sono scuse.
- No, dico sul serio - Aura ripose i falsi guil nella scatola insieme al resto - La mia fortuna vale solo per i gratta e vinci, con i dadi sono sempre stata sfortunata. E ne hai avuto più di una dimostrazione.
- Va beh, a me basta solo che paghi da bere. Io prendo un cocktail. Tu Killian che prendi?
Il giovane si stirò contro lo schienale della sedia - Per me andrà bene un pinta.
Da lontano la voce entusiasta di Egil si fece sentire con un sonoro "anche per me". Di fondo erano due le parole che arrivavano sempre all'orecchio dell'ex-Seed quando passeggiava intorno alla mensa: pinta e birra. Alla fine non c'era molta differenza, ma così le possibilità di scroccare da bere a qualcuno era doppia. Con faccia sconsolata, Aura si apprestò a fare l'ordinazione a Filippo, ma uno scossone la fece quasi cadere a terra prima che potesse raggiungere il bancone.
Il Garden dondolò per qualche minuto, poi si stabilizzò e la voce all'altoparlante di Pip inondò i corridoi per comunicare a tutti l'arrivo a destinazione. Dando un'occhiata dalle finestre in mensa, i Seed notarono come la terra scura che li aveva accompagnati per tutto il tragitto aveva assunto una colorazione più chiara, d'un tono argilloso e ramato. Ben presto un folto gruppo scese al suolo e di primo impatto, l'aria satura di polvere e dal gusto ferroso li lasciò con l'amaro in bocca. Molti si guardarono intorno alla ricerca di un segno di vita, ma a parte rocce e sterpaglia secca non vi era altro. Anche in quei luoghi il silenzio era il re, infastidito solo da un lieve sibilo che il vento trasportava da est. All'orizzonte si poteva intravvedere, piatta e piccola da quella distanza, un ciuffo sbiadito di quello che sembrava un albero.
- Da qui dovremo proseguire a piedi - parlò il preside posando per un attimo a terra il suo gunblade.
- Procederemo ancora verso est, verso quella macchia che si vede a malapena. Stando a quanto detto dal Guardiano, potremo anche trovarci in una zona fuori da ogni nostra logica. Potrebbero anche esserci difficoltà ad orientarsi, perciò state tutti vicini e non disperdetevi. Nostro compito è recuperare cinque diverse specie. Procederemo una per volta a partire dalla prima della lista. Non abbiamo idea di che pericoli possono esserci, perciò state sempre attenti e non perdiamoci di vista.
Il gruppo annuì, poi tutti insieme partirono. Aura non vedeva l'ora di vedere quali meraviglie si celavano nella Fonte Mimir.
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Leon Feather
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Re: Garden

Messaggio da Leon Feather »

- Stanno ridendo di me.
Elza osservava guardinga gli esserini che crescevano sui rami di quell'albero. Ogni filo d'erba aveva una bocca con una fila di denti bianchissimi, e ridevano.
- Non ci siamo allontanati un po' troppo? Perchè l'erba cresce sugli alberi? E comunque, perchè diavolo siamo a testa in giù?
In effetti per qualche inspiegabile fenomeno della non fisica il cielo e la terra si erano scambiati di posto, e Homura era più preoccupato dall'idea di perdere la presa che i piedi avevano sul terreno e cadere nel precipizio azzurro sotto la sua testa piuttosto che a quello che stava facendo la maledetta erba.
- La smetti di fare domande? Sto cercando di capire cosa stanno dicendo...
Due ciuffi d'erba si bisbigliarono qualcosa tra di loro, poi risero rivolti verso la ladra, che incrociò le braccia al petto e gonfiò le guance indispettita.
- Adesso vi prendo e vediamo chi ride!
- Ferma! - Homura le afferrò un braccio prima che potesse compiere qualche pazzia. - Se provi a saltare potresti cadere!
- Non dire sciocchezze - ribattè lei. - Altrimenti come la prendiamo l'erba che è nella lista?
Si scrollò il moccioso di dosso e allungò la mano verso il ramo, poi si tirò su in punta di piedi.
- Ancora un po'...
Fece un leggero balzo e riuscì ad afferrare il ramo. Per contro, la strana forza che la teneva ancorata al terreno fino a un momento prima sparì di colpo, e si trovo spinta verso il cielo senza che potesse fare nulla per tornare a terra.
- Merda! - esclamò tenendo stretta la mano sul ramo.
Homura le afferrò l'altro braccio e fece per tirarla a sè, ma era troppo pesante.
- Non mi lasciare!
- Non ti lascio!
Non riuscì più a tenerla. Staccò i piedi da terra, persero la presa sul ramo e vennerò inghiottiti da una nuvola che passava di lì.

- Te l'avevo detto.
- Tch - Elza sbuffò. - Sta zitto.
- Adesso che si fa?
Si guardarono attorno: non c'era niente a destra o a sinistra, sopra o sotto. Fluttuavano nel nulla, una distesa di bianco assoluto a perdita d'occhio.
- Il codec funziona?
- No...
- Oh beh, almeno ho preso l'erba - la ladra aprì il palmo della mano mostrando una decina di fili di Erba Ridens. Constatò soddisfatta che non ridevano più.
- Questo mi consola - rispose Homura. - Ah no aspetta, invece no.
La Seed lo ignorò. Provo a muoversi librando un po' in giro cercando di capire dove diavolo fossero finiti, ma il panorama attorno a lei era sempre lo stesso.
- Ci dev'essere una via d'uscita.
- Non lo so - Homura cercò di distendersi, ma ottenne solo l'effetto di fare una capovolta su se stesso per poi tornare alla posizione originale. - Sbaglio o ci ha mangiato una nuvola?
- Ma ti droghi?
- Eri te quella che litigava con l'erba.
Il loro battibecco venne interrotto dall'arrivo di alcune gocce di pioggia. Si avvicinarono ai due intrusi nuotando nel bianco aiutate dalle loro braccine d'acqua.
Elza e Homura guardarono per qualche istante le gocce attorno a loro chiedendosi se non stessero sognando. Poi una di loro si avvicinò e morse la ladra a un braccio.
- Stronza! - la allontanò via con un calcio.
Le gocce snudarono una fila di denti acuminati e gridarono all'unisono, per poi lanciarsi sugli intrusi.
- Dì la verità, hai messo qualcosa nei miei muffin - sparò a due delle gocce che esplosero in un mulinello d'acqua.
Combattere in quel luogo era difficile, il suo corpo era più pesante, un po' come quando ci si trova sott'acqua. Daga in pugno, Homura ne annientò un altro paio. - A questo punto spero seriamente di essere il frutto di un tuo delirio psicotico causato dai muffin andati a male.
Resistettero all'attacco delle gocce fameliche per qualche altro minuto ma, quando tutto sembrava perduto, le creature smisero di attaccare e si raccolsero in gruppo con fare concitato. Elza lavò via una macchia di sangue dalla guancia mentre si rialzava e osservava le gocce saltellare in cerchio e scambiarsi risatine allegre.
- Che stanno facendo?
- Ho rinunciato a capire.
D'improvviso, lo spazio intorno a loro cominciò a tremare. Non capirono come fosse esattamente possibile dal momento che si trovavano nel nulla più totale, ma in qualche modo successe. Uno squarcio si aprì sotto di loro mostrando un cielo terso, e vi caddero dentro.

Elza sollevò la testa, era di nuovo a terra di fronte allo stesso albero di prima ed era bagnata dalla testa ai piedi.
- 'Mura?
- Presente - accanto a lui il cadetto fissava il vuoto con espressione assente. Anche lui era bagnato fradicio. - Spero tu abbia ancora quella stupida erba, perchè non ho intenzione di ripetere il giro.
La ladra tirò fuori l'erba dalla tasca e la mostrò al compagno.
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


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Pup :>
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Re: Garden

Messaggio da Pup :> »

"Ragazzi?"
"Si?"
"E' normale che il cielo sia verde?"
"Certo."
Ma la convinzione era poca.
"Ah... E Ragazzi? Che fine ha fatto Elza?"
Ci fermammo.
Il paesaggio attirava l'attenzione di noi tutti. Il cielo cambiava color a seconda del punto di osservazione, da in intenso indaco, ad un blu acceso, poi un rosso sanguigno e ora un verde smeraldo. No sense. Intorno a noi montagne brulle ed arancioni si estendevano a perdita d'occhio in tutte le direzioni, persino quella da cui eravamo arrivati. O avevamo iniziato a correre come pazzi o eravamo stati teletrasportati senza rendercene conto o qualcuno ci stava prendendo per il culo. No sense.
E in quella fantasia di colori inaspettati, tutti i sensi sembravano alterati. Le voci dei compagni vicino a me sembravano distanti kilometri, quando poi il verso di un falco nel cielo sembrava vicinissimo.
Fossi stato l'unico ad avvertire questi effetti, avrei giurato di essere ubriaco. O fatto. O entrambi.
E se questo non fosse bastato, ora Elza era sparita. Ah... anche Homura.
Salii su una roccia sperando di vedere meglio l'area circostante, ma dei due nessuna traccia.
"CADETTO Egil" rimarcò Alexandra con tono goliardico "non allontanarti troppo o rischi di... oh." non terminò la frase, non ce n'era bisogno. Ci eravamo già persi. Come, non si sa. No sense.
"EHI!! DOVE SIETE TUTTI??"
Ci eravamo allontanati non più di due metri dal sentiero... due metri di nulla! Eppure del sentiero che stavamo percorrendo già non c'era più traccia. No sense.
"Ed ora che facciamo?" chiese Alex come se ci fosse una risposta a questa domanda.
"Ed io che ne so? Sei tu la SeeD qui, ed essendo io un cadetto, sono una tua responsabilità! Datti da fare! :asd: "
Mi guardò malissimo e rispose con un facepalm come se ne vedono pochi in giro.
Iniziammo a camminare nella direzione che stavamo seguendo con il gruppo, nella speranza di raggiungerli o quanto meno di trovare una traccia, ma anche nella sabbia, senza un alito di vento, non c'era l'ombra di un'impronta.

"Desaturazione..."
"Cosa?" disse Alex, quindi mi guardò. "Ah..."
Per aggiungere bizzarro al bizzarro, ci eravamo desaturati. Eravamo in bianco e nero. Come in un film degli anni 30.
"Egil, dimmi che mi hai fatta ubriacare prima di venire qui. "
"Temo di..." non terminai la frase, ennesimo cambiamento. La luce stava poco a poco affievolendosi. I toni di grigio divennero sempre più scuri, finché tutto diventò nero. Ecco, adesso sembrava di stare in una foto che qualcuno stava modificando su photoshop.
"Dove siamo finiti? In un cuniculo buio? Ora è saltata anche la luce..."
D'improvviso un cono di luce si accese. Raiden al centro. Smoking, bastone e bombetta.
"E questa luce... è saltata in alto o in lungo?" disse mentre una batteria suonò un *badum tas* al termine della battuta.
"Raiden? Che cosa diavolo stai facendo!"
"Io? Niente. Fossi una sardina in accappatoio, direi che mi sto acciugando."
Alex estrasse la spada ed iniziò a camminare lenta verso di lui.
"Ok, sei impazzito. Porrò rapidamente fine alle tue sofferenze, non temere."
Raiden alzò il bastone e lo puntò verso la ragazza che gli si avvicinava.
"Non c'è bisogno di prendere la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirai viva."
Non riuscii a trattenere una risata, mentre Alex era presa quasi da una furia omicida.
"Oh, vedo che qualcuno sa ancora ridere. Facciamo così, se riuscirai a farmi ridere... sarai ricompensato."
Mi avvicinai al Alexandra mettendole una mano sulla spalla.
"Mi sembra ovvio che non sia Raiden a questo punto."
Alzò un sopracciglio. L'aveva capito da subito.
"E che non sia pericoloso!" rimarcai.
Rispose con un freddo "Vedremo.".
Mi avvicinai al finto Raiden schiarendomi la voce e pensando a qualcosa.
"Ok, proviamo questa... Come si chiama il diavolo della frutta? Satananas." Alex mi guardò malissimo. "Ehm... se no... Cosa dice una donna-poliziotto a un pollo? Sei in arrosto! Ho un mandato di cottura!" Altra occhiataccia. Arretrai di un passo mentre Alex si avvicinava inquietante. "Lo sai che nei gialli di poco prezzo l'assassino non è il maggiordomo ma la donna a ore? " Più vicina, più minacciosa. "Devo portare il mio pesce dallo psicanalista: è depresso perché è nato il primo aprile ma non ci crede nessuno..."
Raiden esplose in una risata.
"Hahaha bene, i primi 4 punti fatti! Haha... Ma ora voglio sentire qualche battuta da questa bella ragazza!" disse ammiccante.
Uno scambio di sguardi. Raiden ad Alex. Alex a me. Io ad Alex. Io a Raiden. Alex sospirò, doveva accettare la realtà dei fatti. Toccava a lei.
"Fatemi pensare..."
Passarono secondi di silenzio finché la ragazza trovò quel che cercava.
""Papà, il semaforo è verde!" "Allora non si può ancora mangiare, Carletto...""
La guardai truce. LEI si permetteva di criticare le mie battute. Mi guardò di rimando con uno sguardo alla "cosa?" mentre Raiden commentò dicendo che non aveva capito la battuta.
"Ma come si fa a non capire una cosa del genere?? Il semaforo è verde... come un frutto acerbo... Basta, ci rinuncio!"
"Vabbè, lascia fare me. Mmmm... sapete come si chiamano i microbi stupidi? Imbacilli!"
Raide sembrò soddisfatto, e lo dimostrò ridendo.
"5 punti per voi. Uno ancora e avrete vinto. Fatemi ridere."
Guardai Alex. La ragazza sembrò colpita direttamente nell'orgoglio "Ok, fammi pensare a qualcosa di divertente..." disse.
"Lascia che ci pensi io, su."
"Perché, pensi che io non sappia far ridere?? Posso far ridere come chiunque altro!" disse urlando.
Sentendo questo, il finto Raiden proruppe in una risata senza contegno.
"Hahahahaha! Fantastica questa! Hahaha... Davvero, sei la donna della mia vita! Dimmi che posso essere l'uomo dei tuoi fianchi! Hahaha."
Alex lo fulminò con lo sguardo.
"Comunque un patto è un patto. Mi avete fatto ridere 6 volte e avete diritto a queste 6 gemme." disse mettendosi le mani nelle mutande e cacciando 6 palline luccicose.
"Quelle le prendi tu Egil. E' un ordine da SeeD a cadetto."
Molto disgustato mi avvicinai a Raiden che mi porse le sue gemme e nel momento esatto in cui le lasciò cadere nelle mie mani si tramutò in un albero.
Alex mi guardò.
"Sei gemme dell'albero Clown... direi che ci siamo."
Spoiler
"Ma poi perché l'albero avrà assunto proprio l'aspetto di Raiden??" :mmh:
"E io che ne so? Dovremmo chiedere a lui..." :looksi:
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Ruben -.-
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Re: Garden

Messaggio da Ruben -.- »

"Secondo te dove crescono i mirtilli elefante?"
"Spero non sugli alberi. Potrebbe essere pericoloso e faticoso per noi recuperarli se la dimensione di questi frutti tenesse fede al nome che portano."
"Non scherzare..."
"Non sto scherzando."

Brian ad Aura si erano un po distaccati dal resto del gruppo. Non tanto da essere isolati ma abbastanza da godersi un po di tranquillità. Il luogo nel quale si trovavano, per dirla tutta, non era uno di quelli che ispira serenità. Era uno strano continente Fiorin.

"Certo che il guardiano è un tipo bizzarro." riprese Brian.
"Secondo te intende davvero fare una bomba con queste erbe che gli raccoglieremo?" chiese Aura preoccupata.
"Naaaaaa... magari è roba che serve a... boh."
"È non pensi che dovremmo pensarci bene prima di dargli qualcosa di potenzialmente catastrofico?" insistè Aura.
"È ERBA! cosa ci potrebbe essere di catastrofico nell'erba?!"
Aura fissò Brian come se la risposta fosse ovvia.

"Scusate..."

I due Commander trasalirono. Si guardarono in giro cercando di capire dove fosse la fonte di quella vocetta stridula.

"Scusate..."

Ognuno sguainò le proprie armi. In quel luogo la prudenza era essenziale.

"Mostrati!" disse Brian imperioso.
"Sono qui giù. " fece la vocetta tranquilla.

L'omino dalla quale proveniva in effetti era talmente basso che senza adeguata prudenza poteva anche passare piuttosto inosservato. Eppure Aura poteva giurare che quell'esserino poco prima non ci fosse.
Era vestito in modo regale di abiti color azzurro pastello e aveva soffici capelli biondo dorato.

"Secondo voi cos'è questo?" chiese porgendo ai due un minuscolo foglietto con un disegno.

Aura lo prese e Brian gettò uno sguardo strizzando gli occhi.

"Sembra un cappello..." fece Brian ruotando la testa per cercare di interpretare bene il disegno.
"No. È un boa che ha mangiato un elefante." precisò Aura.

Brian guardò prima Aura e poi tornò a fissare il disegno.

"A me sembra proprio un cappello..." obiettò.

"Incredibile." riprese il piccolo esserino. "Il mio amico aveva proprio ragione. Seguimi. ... Tu no." puntualizzò indicando Brian che si era mosso appresso ad Aura.

Brian guardò la dott.ssa che fece un gesto tranquillizzante e si allontanò insieme all'esserino. Si mossero di qualche passo ma Brian si assicurò che non si distanziassero troppo.

Dopo un breve dialogo di cui Brian non comprese neanche una sillaba, Aura si abbassò verso quella creatura tendendo la mano. Le fu consegnato qualcosa che Aura strinse ben bene nel pugno e quindi tornò indietro.

"Mi ha consegnato queste." fece prima che Brian potesse chiedere qualcosa e mostrando una manciata di piccoli frutti viola scuro.

Brian li guardò e poi, lanciò un'occhiata al piccolo esserino che però nel frattempo si era dileguato.

"Pensi siano..."
"Mirtilli elefante. Gli ho chiesto come facesse a sapere che li cercavamo ma non mi ha voluto rispondere." disse Aura.

Erano più che sufficienti per la richiesta del Guardiano ma la curiosità di Brian lo spinse a chiedere...
"Ti ha detto anche dove crescono?"
"Su piccolissimi Baobab." rispose Aura noncurante mentre i due si riunivano al gruppo.

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Re: Garden

Messaggio da Starlight Extinction »

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La maga era ancora seduta appena fuori dal Garden; si era presa la responsabilità di segnare sulla lista quali oggetti erano stati trovati man mano che Cadetti e SeeD tornavano dai loro giri. Contemplando quella singolare terra dalla sua comoda seduta -per quanto possa essere comodo un grosso masso che ogni tanto pareva cambiare sfumatura- si chiese se, in fondo, quel compito che si era autoassegnata fosse di una effettiva utilità o se si fosse fatta prendere troppo dalla sua indole di archivista. Nonostante odiasse doverlo ammettere, doveva propendere maggiormente per la seconda ipotesi. Sì, devo darmi una mossa invece di illudermi di fare qualcosa... pensò mentre vide altri allontanarsi. Alzandosi sentì che i suoi muscoli erano ancora anchilosati dall'ultima comoda notte sui libri, e probabilmente anche a causa del movimento che c'era stato contro il drago; ignorando quegli sprazzi di anzianità precoce infilò il blocchetto su cui aveva scritto la lista in tasca e senza pensarci di nuovo si addentrò nel vasto territorio che si estendeva davanti a lei.

Shaira: In che direzione dovrei andare? Cosa dovrei cercare? Beh... -Sospirò- immagino che lo realizzerò strada facendo...
Camminando in avanti la ragazza si ritrovò a vedere un paesaggio desertico, con tanto di cactus ed erbe mobili che vagavano nel nulla a pochi millimetri dalla sabbia, proprio nel momento in cui il sole era nel punto più alto del cielo; sudando terribilmente si ritrovò a mugugnare maledizioni fra i denti, ma senza preavviso, scavalcata una bassa duna, si ritrovò davanti un paesaggio boscoso, sicuramente più temperato della distesa sabbiosa che aveva alle spalle. Rinfrancata, si mosse velocemente verso quello che sembrava un rigagnolo con l'intenzione di rinfrescarsi. Mentre le gocce fresche d'acqua le ricadevano sulla pelle del viso e del collo, Shaira sbuffò appena, rinfrancata.

Shaira: Ci voleva proprio dopo quella calura... In che razza di posto siamo finiti? Chissà se riuscirò a trovare qualcosa...
???: Quanto onanismo mentale, sei noiosa sai? -disse improvvisamente una strana voce che fece trasalire la ragazza, che si ritrovò sbilanciata e cadde nel rigagnolo. Una risata fragorosa e irritante riverberò intorno.
Shaira: Cos...?! -riuscì ad articolare mentre annaspava per rimettersi in piedi.- Chi va là?
???: E sei pure ritardata, bene! Una noiosa ragazzina ritardata che non si regge in piedi!
Non poteva credere alle sue orecchie. Con chi diavolo stava parlando? Guardandosi intorno, non vide altro che alberi...
???: HEEEEY sai che è maleducazione ignorare chi ti sta parlando?
Shaira: Se ti facessi vedere...
???: Ma sono qui davanti a te idiota! Non vedi il mio splendore? Sei cieca?
La ragazza nuovamente si guardò attorno... Solo alberi.
Shaira: Aspetta un momento... Sei tu che parli? -chiese ad un albero davanti a lei, carico di fiori candidi dal cuore appena rosato, appena dischiusi. Era una magnolia?
???: Alla buon'ora! E io che credevo che i maghi fossero intelligenti...
Shaira: Ma le magnolie non fioriscono in questo periodo.
???: Io fiorisco quando voglio. E non fare la saputella che manco ti rinvieni.
Sì, doveva essere la magnolia bastarda. Decisamente. Anche se mai avrebbe pensato che fosse bastarda in quel senso.
Shaira: Sei sulla lista... I tuoi fiori sono sulla lista. Mi servono cinque delle tue ge...
???: Come scusa? Pure delle pretese hai?
Shaira: Te lo sto chiedendo, se solo non mi interrompessi.
???: Sticazzi. Piombi qui, fai la figura dell'idiota e pure pretendi che io ti dia i miei preziosissimi e bellissimi fiori? Ma anche no.
La ragazza alzò un sopracciglio e scosse la testa. Stava davvero parlando con un albero? Cosa mai avrebbe potuto farle? Doveva solo avvicinarsi e allungare la mano verso le infiorescenze.
???: Non ci provare neanche, lo vedo cosa vuoi fare...
Shaira: Cortesemente, mi concedi cinque delle tue gemme? E' per una buona causa.
???: "Cortesemente, mi concedi cinque delle tue gemme? E' per una buona causa." -le fece il verso.
Quello era decisamente troppo, tanto che il sopracciglio della maga iniziò a contrarsi dall'irritazione.
Shaira: Bene, io te l'ho chiesto gentilmente, ma tu non mi lasci altra scelta. -disse sibilando mentre si avvicinava con decisione all'albero.

???: Che... Che stai facendo?! Non puoi! Non puoi! AHIA MI PESTI LE RADICI BRUTTA STRONZA! Allontanati o sarà peggio per te!!
Shaira: E cosa vorresti farmi, di grazia?
???: Tu non conosci i miei illimitati poteri cosmici..!
La ragazza sbuffò.
Shaira: Non credo proprio. Sei solo un albero dalla lingua lunga e maleducato.
???: IO SONO UNA ALBERO! UNA!
Shaira: Chissene infischia.
???: AAAAAH!! NO!!! TU BRUTTA @#£$&$&%/! MI STAI DETURPANDO!!
La magnolia partì con una sequela di coloriti e fantasiosi insulti mentre Shaira, con "delicatezza" si issò sulle sue radici nodose e allungò la mano per strappare cinque fiori dai rami, ignorando le urla di protesta.
???: TU NON SAI CHI SONO IO STUPIDA MAGHETTA DEI MIEI PISTILLI CHE NON SEI ALTRO!
Shaira: Pistilli? Ma non eri UNA albero?
???: ... -dopo un secondo di silenzio, altri insulti. Ignorandoli di nuovo, la maga si assicurò di prendere fra i più bei fiori per portali al Garden. Aveva fatto la sua parte e ne era felice.
???: NON SAI COSA TI COMBINO ADESSO BRUTTA BASTARDA!
Shaira: Taci stupida o stupido coso che non sei altro, altrimenti ti faccio esplodere una palla di fuoco in bocca! Vediamo poi quando sarai cenere se farai la voce grossa! -disse arrabbiata evocando un Firaga nel suo palmo, le cui fiamme guizzanti incenerirono una foglia dlla magnolia, che strillò.
???: NON... NON... VATTENE VIAH!

Accogliendo quelle parole la ragazza si allontanò in fretta, cercando di sbollire la rabbia camminando. Come potevano esistere simili cose? Quel mondo era davvero un pozzo di caos sboccato e maleducato. Curandosi di tenere i fiori al sicuro, estrasse il taccuino dalla tasca e spuntò i cinque fiori della magnolia bastarda. E' fatta, dimentichiamoci di quella cosa... O di quel coso... Qualsiasi cosa sia. pensò mentre gli insulti dell'albero le rimbombavano ancora nelle orecchie. Sospirando abbassò lo sguardo sui bocci bianchi e realizzò che non era l'eco della magnolia a continuare ad insultarla, ma proprio loro con le loro vocette stridule.

Fiore1: STRONZA!
Fiore2: STREGACCIA!
Fiore3: MUORI MALE!
Fiore4: STUPIDA!
Fiore5: vaffxxxxx!

Non poteva crederci, anche i fiori la stavano insultando. In fondo, come si dice, la mela non cade lontano dall'albero. Sforzandosi con tutta se stessa di non bruciarli in un globo infuocato, Shaira fece ritorno al Garden sperando di poterli mollare a qualcuno al più presto.

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CrisAntoine
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Re: Garden

Messaggio da CrisAntoine »

-Awww.
Camminavamo da almeno un'ora, attraversando deserti aridi, boschi incantati e luoghi dove le normali leggi scientifiche non sembravano influenzarli.
Mi voltai, notando a poca distanza da me un uomo alto, dai capelli castani che gli arrivavano sotto il mento ed un corpo niente male [emoji7]
Poco più indietro una donna, capelli lunghi e castani. Andatura fiera e minacciosa. Torno a concentrarmi sulla mia strada, quando dalla brulla steppa affondo in una sabbia fine.
Il confine tra terra e sabbia è così netto ed improvviso da diventare spaventoso.
Mi rimetto correttamente in piedi e avanzo, notando un'enorme distesa d'acqua. Non un filo d'erba attorno, non un indizio su dove si possa trovare il Timo dai peli cerati... che nome poi!
D'un tratto percepisco un assenza... Non riesco a respirare, mi sento morire...
Trattengo il fiato, e faccio la cosa più irrazionale che si potrebbe fare:
mi butto in acqua!
Il contatto con l'acqua è strano, leggero... quasi non fosse composta da H2O, pensi... tiro un profondo respiro e capisco. Non è acqua, ma una nube di molecole O2, condensata ad oceano! Strabiliante! Sono circondato da così tanto ossigeno che... che rischio un degrado precoce! O iperossiemia, problemi ai polmoni, al cervello!
"Nuoto" verso l'alto e comincio ad urlare.
-Non avvicinatevi! Non tuffatevi!
Ritorno sotto, respiro e do una rapida occhiata, notando uno strano tipo di alghe. Nuoto verso di esse, ne afferro tre o quattro, e risalgo in superficie. La mano e il braccio destro, con le quali ho afferrato le alghe cominciano a prudere violentemente.
Esco dalla nube d'ossigeno e corro trattenendo il fiato verso la steppa, cosa più ardua del previsto a causa dell'immenso prurito. Metto piede tra l'erba alta ed inspiro. Mi sento girare la testa, il sangue pompare in modo anomalo, i polmoni dolere. Mi farò vedere da Aura una volta tornato al Garden. Mentre mi riprendevo, il ragazzo di prima si avvicina con tanta nonchalance.
-Tutto apposto amico? *accompagna la domanda da una piccola pacca sulla spalla*
Il colpo, degno di un'amichevolezza maschile, sposta il mio braccio impreparato e fa sbattere la mia mano piena di erbe urticanti (ormai questo è chiaro!) contro il mio petto, sprigionando un'altra bella dose di veleno e facendola assorbire dalla nostra spettacolare divisa... Il petto comincia a prudere in modo insopportabile! Butto le alghe a terra e mi tolgo la camicia della divisa, rimanendo mezzo nudo. Avvolgo le alghe con la camicia e mi incammino.
-Ehm... cosa è successo?
Mi volto e gli avvicino le alghe.
-Tocca!
-Meglio di no...
-Sono urticanti.
Gli mostrai il braccio e il petto arrossati.
-Ugh... Mi dispiace per te amico...
-Killian. Killian Locker.
-Leon, piacere mio.
-Perchè sei nudo?
La ragazza, dietro di me, mi guardava in modo strano... interrogativo.
-Timo dai peli cerati, *gli avvicino l'involucro* è urticante!
-E dovevi spogliarti?
-Colpa di Leon.
-Ehi, non è vero! Non esattamente, almeno. Edith, non farti strane idee.
Osservo la ragazza e noto il suo sguardo leggermente malizioso e la reazione istintiva di Leon, quindi mi volto verso la steppa ed arrossisco leggermente.
-Comunque sia, è meglio andare!
Edith si incammina verso il Garden, seguita da un Leon che cercava di farle capire come sono andate realmente le cose. Io annuso le piante, ispirandone il dolce profumo del timo, ed osservo i pedetti che circondano il gambo, responsabili della reazione urticante.
Allora mi incammino anch'io, cercando di restare ad una leggere distanza dai due.
"In a world full of eggplants and peaches, I'm a tomato!"

Scheda PG Rina
Richi
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Re: Garden

Messaggio da Richi »

Dopo la caccia alla Rucolatum Hysteriacum, Homuracum Tsukihimae abeste mollatum gruppum in terrem del "WTF,BRO?!" per tornarsenerum all'Ortum.

E mò l'è ora che la pianti con lo pseudo latino, se no dimostro al mio prof che ha fatto bene a darmi il debito.

In ogni caso, riuscirono tutti quanti ad uscire da quel pessimo trip, e se ne tornarono dal Guardiano, il quale era ancora li ad attenderli, seduto su quella stupida roccia, come ogni bravo NPC che si rispetti.
Solo, ai suoi piedi ora c'era quello che sembrava un mortaio e un pestello.
"Avete portato tutto?"
Il gruppo di SeeD e cadetti consegnò a Rasta-Man la sua spesa, la quale fu buttata subito nella ciotola.
"...Comunque, si può sapere che ci devi fare?"
L'uomo non si degnò di rispondere a Pip, e nel mentre si stava dedicando a fare un impasto con quelle <oscure materie>.
Impasto che poi finì immediatamente su un foglietto di carta che fu immediatamente arrotolato e acceso con un accendino tirato fuori da manco Odino sa dove. Probabilmente dal di dietro, ma è solo un'ipotesi.
"...Elza, ti prego, dimmi che non stava parlando di quel tipo di bombe..."
"...'Mura, mi spiace. Non posso farlo."
Dopo il primo tiro l'espressione dell'uomo si trasmutò immediatamente: 'idiozia fatta volto, un'espressione che più ebete non la trovi.
"Ehi, ci sei?"
Pip diede un forte scrollone all'uomo.
Pip si beccò uno sbuffo di fumo in faccia.
"No-coff- senti-coff cough coff- tu adesso ci dai le risposte che vogliamo, chiaro?!"
Il guardiano gli sorrise beatamente.
Era inutile. Era più fatto dei fatti di giornale.

E stava fumando come le foreste del Vietnam dopo un'innaffiata di napalm.
L'unica cosa che mancava a quella similitudine per essere perfetta era la musica di Wagner.

E il fatto che le foreste tropicali non perdono denti se calciate in faccia a piena potenza.

"Daniels, si può sapere perchè cxxxo lo hai fatto?"
"Perchè, francamente, ne ho le palle piene di tutta 'sta merda. E non solo io, a quanto sembra. Indi, se lui non vuole parlare, allora lo dovremo fare cantare. LHENER, TUTTO TUO!"
Si udirono mormorii spaventati mentre il santo patrono degli spacciatori stava venendo trascinato a forza nel Garden.
Dopo cinque o sei minuti, da fuori poterono vedere la struttura tremare a causa degli urli.

A quel punto capirono che era pronto a parlare.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

"Perfetto, innanzitutto, abbiamo un paio di domande per te. Numero uno, dov'è Yggdrasil? Numero due: come diamine fai a sapere qualcosa del Garden e degli altri mondi?"
Il guardiano sospirò.
"Per la prima, è a Nord, nascosto da una catena montuosa. E' praticamente l'unico luogo contenente della vegetazione, quindi non potrete sbagliare.
Per la seconda, bhè, spero per voi che abbiate parecchio tempo."
"Lo abbiamo."
"Molto bene. Yggdrasil non è un'albero della vita. E' un albero della morte. Un parassita disceso dai cieli."
"...e questo che centra con la tecnologia degli altri mondi?"
"Fatemi finire. Non è stato la prima cosa a discendere dal cielo. Prima di lui giunse una bestia nera, e un'anno dopo scese l'albero a imprigionarla. La creatura si nutriva della carne e delle anime delle persone. L'albero della linfa vitale del pianeta. Dopo aver prosciugato Fiorìn, l'albero si è addormentato, ed è rimasto la, immobile, da allora.
Ovviamente sto parlando di millenni fa, sia chiaro.
Comunque sia, l'albero sembra avere una qualche sorta di potere magico sul coontinuum spazio temporale.
"
"E quindi usando l'albero hai viaggiato da un mondo all'altro?"
"Esattamente. Se sotto le sue radici è riuscito a creare una dimensione parallela per imprigionare la bestia, allora è anche capace di distrocere lo spazio e il tempo in modo tale da farmi viaggiare da un mondo all'altro."
"E si può sapere come fai?"
"Con questo."
E tirò fuori dalla tasca una sfera grande come il suo pugno sempre dal Shiva sa dove.
Conoscete già la mia ipotesi a riguardo.

"Sarebbe?"
"Una delle gemme di Yggdrasil. Ma presumo che li conosciate come i suoi frutti. Ognuno di loro garantisce una sorta di dominio sul coontinuum spazio temporale. L'unica cosa che hanno in comune è la capacità di creare dei portali per viaggiare da un punto all'altro dell'universo. Guardacaso, è stato anche uno di quei portali che ha provocato il Grande Rogo."
"E come?"
"Lo hanno aperto in una stella."
Pip e Drizzt si scambiarono uno sguardo.
"Presi da soli, il massimo che possono fare è solo aprire portali e scatenare potenti maledizioni che possono cancellare dal tempo la presenza di interi popoli...ma l'ultima ha il brutto vizio di scaricare i frutti all'istante.
Presi insieme, e possono essere usati per risvegliare Yggdrasil e fargli trasferire tutta l'energia che ha accumulato dentro i frutti. A quel punto, chi ha i frutti è Dio."

"...Stai scherzando, spero."
"Infatti, è solo una metafora. Chi li otterrà avrà solo dominio assoluto su spazio e tempo e l'immortalità. Roba di poco conto, in pratica."
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DarkSideOfMe
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Mi viene da ridere dalla preoccupazione

Messaggio da DarkSideOfMe »

"Presi da soli, il massimo che possono fare è solo aprire portali e scatenare potenti maledizioni che possono cancellare dal tempo la presenza di interi popoli...ma l'ultima ha il brutto vizio di scaricare i frutti all'istante.
Presi insieme, e possono essere usati per risvegliare Yggdrasil e fargli trasferire tutta l'energia che ha accumulato dentro i frutti. A quel punto, chi ha i frutti è Dio."
"...Stai scherzando, spero."
"Infatti, è solo una metafora. Chi li otterrà avrà solo dominio assoluto su spazio e tempo e l'immortalità. Roba di poco conto, in pratica."
Ok... solo ascoltare sta cosa mi faceva venire una risatina nervosa come non me ne venivano da anni quando Makoto aveva minacciato di dire che l'incendio lo aveva quasi appiccato lei per togliersi la colpa.
Ora quindi avevamo una visione più chiara di quanto fossimo relativamente vicini alla m***a se non trovavamo quel simpaticone dal nome impronunciabile e, con lui, i frutti e l'albero. Guardai per un attimo Homura, dubbiosa sul da farsi, poi mi fissai su Pip che, con un viso scuro di preoccupazione, si era girato verso di noi, cominciando a dare le prime direttive per formare le squadre e per muoversi tempestivamente verso nord.

Non ci fu molto da aggiungere, solo un'ultima cosa ci disse il guardiano -I "frutti" di Yggdrasil si ricaricano solo con l'enorme carica magica dell'albero ma ci impiegano comunque almeno due giorni, quindi spero per voi che siate in tempo- e Ciò ci apriva un minimo di speranza, soprattutto se i Jumper erano totalmente riparati e almeno qualcuno poteva prendere vantaggio sui terreni aridi di Fiorin.
-Uno ha ben poco da riparare, però gli altri sono a posto- Disse Homura quando Pip chiese informazioni al riguardo.
Quindi il delinearsi della vicenda era ormai quasi ovvio: Un paio di squadre sarebbero partite con i jumper mentre gli altri si sarebbero mossi probabilmente col Garden, anche se ciò avrebbe allarmato l'alchimista.
Mi ritirai a preparare le armi, volevo essere in prima linea, dato che un poco mi ero stufata di questa storia dei frutti e volevo vedere fino a che punto si sarebbe prolungata, anche sotto una scarica di proiettili o a forza di fendenti e, credo, Homura fosse d'accordo con me.

Ci riunimmo dopo una mezz'oretta nella hall, tutti pronti con il proprio armamentario e altri in attesa del permesso per andare a prendere i Jumper.
-Abbiamo veramente poco tempo, quindi dovremo essere rapidi. Vi seguirò anche io per dirigere le operazioni e ci terremo in contatto via codec. Ora, ognuno ai propri posti!- Ad un gesto di Pip ci disperdemmo, ognuno col proprio ruolo. L'epilogo della storia era solo agli albori.
Spoiler
Scusate per la lunga assenza, problemi di studio :P Spero di tornare pienamente attiva :3
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Aura
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Il monte di ferro

Messaggio da Aura »

Un sibilo di vento, poi il ruggito dei motori che si avviavano. La polvere si sollevò da terra e salutò insieme al Guardiano il Garden che sfrecciò verso nord. Affacciata alla finestra di camera sua, Aura osservò il ragazzo diventare sempre più piccolo, fino a diventare un punto irriconoscibile in mezzo alla miriade di altri punti che componevano l'orizzonte. Solo a quel punto il suo sguardo si concentrò sull'oggetto che teneva saldo nella mano. Lo rigirò più volte fra le mani, controllando che fosse chiuso ermeticamente. Mai avrebbe voluto che una singola goccia di ciò che conteneva cadesse sul pavimento, sarebbe stato un gesto irrispettoso e persino cattivo dal suo punto di vista.
Yggdrasil era un albero-parassita giunto dallo spazio. Aura ancora faticava a credere a quella rivelazione. Stando al racconto di quel ragazzo, una bestia oscura, nera come la pece, era discesa dal cielo e si era impossessata della montagna. Per un anno aveva dilaniato la fauna locale, costruendo il suo nido prima di essere imprigionata dalle radici di un morbo sconosciuto. Una zecca, un succhiavita alieno che non cercava altro se non un nuovo pianeta da infettare con il suo veleno. La viverna, sempre che lo sia davvero, era stata solo la portatrice di una malattia, come un sintomo che preannuncia una serie di malesseri che porteranno inevitabilmente alla morte. Esalando l'ultimo respiro, il mondo sarebbe finito e con lui tutti i suoi abitanti. Le città di Hesperia, Agrabah, Guera e tante altre si sarebbero sbriciolate nel giro di pochi decenni, in lotta per l'acqua, il cibo, le risorse...
Tutto sarebbe marcito.
Con una semplice passata di mano, la ragazza pulì la polvere dal coperchio del barattolo. L'acqua al suo interno si illuminò per un istante di una timida luce azzurra. Durò solo un istante, poi così com'era apparsa quella luce sparì. Ogni tanto lo faceva, capitava più di frequente durante la notte quando Aura si alzava per andare in bagno e più volte ella si era fermata ad osservare quel liquido con profonda malinconia. A volte sembrava addirittura che le parlasse. "Impossibile", si ripeteva prima di rimettersi a letto, ma non poteva non esser felice di quel piccolo miracolo. Anzi, non aspettava altro tutte le notti se non il vedere quella luminescenza perchè le pareva sempre che, da un momento all'altro, l'avrebbe salutata.
La dottoressa allargò un sorriso prima di posare il barattolo di vetro al suo posto, sulla mensola dei ricordi. Al suo interno l'acqua brillò ancora per un paio di secondi, quindi si riaddormentò. Lo sguardo passò quindi da esso all'orologio da taschino, ormai arrugginito e fermo da tempo, al pezzo di legno macchiato di sangue vecchio per posarsi, infine, su una foto.
Zack. Virgo e Gary. David. I vecchi amici del Garden.
Tutti ricordi legati indissolubilmente ad un evento. Aura sperava di non dover dare a loro un altro compagno malinconico.

La terra si fece roccia e la roccia si fece ferro. Le pianure si trasformarono in colline e le colline in montagne. Alte, fiere e possenti, le vette appuntite parevano aculei avvelenati pronti a graffiare il Garden che vi passò molto vicino. Ogni singola scaglia di quel paesaggio era un possibile artiglio a perforare la struttura. Non c'era altro che metallo a vista d'occhio, il cielo imbrunito dall'arrivo del tramonto rendeva l'atmosfera ancora più stagnante e nessun'anima sia animale che vegetale pareva dominare quelle alture.
Dalla sala pilota, Pip si sporse sulla balaustra fino a toccare con la fronte il vetro. Strizzò gli occhi, ma dell'albero nessuna traccia. Al contrario, un monte si stagliò davanti ai Seed. Un monte senza vetta, alzando lo sguardo non si poteva scorgere altro se non un banco di fumo nero e rosso. Sulla superficie, lunghe nervature scarlatte si muovevano come tentacoli di un gigantesco essere senza volto nè corpo, tentacoli che uscivano dalla montagna e si stringevano ad essa quasi fosse la sola cosa che li tenesse ancorati al pianeta. Parevano fatti di un materiale traslucido, ectoplasmatico, che riluceva dal suo interno di una luce particolare, eterea. Ai piedi di tutto ciò vi si rannicchiava tutta la vegetazione che era rimasta nel continente, quasi fosse attratta come una calamita dalle radici che ne succhiavano il nutrimento.
Aura deglutì nel vedere una tale spettacolo. Era affascinante ed allo stesso tempo spaventoso. Quelle dovevano essere le radici dell'albero Yggdrasil e molto probabilmente il tronco si sviluppava all'interno della montagna fino alla sommità, nascosta dalle nubi. Guardando meglio, in mezzo a tutto una caverna brillava di quella stessa luce che veniva pompata in quei tentacoli. Sicuramente era lì che avrebbero trovato l'alchimista ed i frutti. E forse anche la bestia a guardia di Yggdrasil

Leon parcheggiò il Garden non troppo vicino alla montagna, nessuno aveva la certezza che quelle radici fossero innocue. Una volta scesi a terra, i Seed riscontrarono che non vi erano mostri nelle vicinanze, nè qualsiasi altra forma di minaccia a parte l'albero stesso. Un ruggito simile al frastuono prodotto da un terremoto di grande magnitudo proruppe dalla base della montagna, ma niente e nessuno si fece presente. Aura mise subito mano allo Spidertrick e trattenne il respiro prima di ritirare la mano ed ascoltare il piano generale.
- Probabilmente - cominciò Pip - Non appena varcheremo l'entrata della caverna, potremmo incontrare la viverna o bestia o quello che sarà. Il Guardiano ha detto che sotto le sue radici, l'albero ha creato una sorta di dimensione parallela, quindi...
- Il cervello farà i salti mortali dalla gioia, immagino - fu il commento di Homura. Pip annuì.
- Non solo. Lì il tempo potrebbe essere sfalsato, un giorno potrebbe durare un'ora o viceversa. Non è nemmeno sicuro che l'alchimista stia ancora caricando i frutti di energia, potrebbe aver già compiuto il rito Una volta entrati un gruppo si occuperà della bestia, l'altro dovrà occuparsi di Wesjdiof e recuperare i frutti semmai siamo ancora in tempo. Se varca la soglia per il Mondo Eccelso, è la fine.
- Se fosse già andato? - commentò Egil - Come facciamo a prenderlo? Noi non abbiamo frutti che ci permettano di passare.
A quella domanda, il preside alzò un dito ed infilò l'altra mano nella tasca della divisa. Una sfera di colore ambrato pulsò sul suo palmo.
- Il Guardiano me l'ha data prima di partire. Ha pensato che poteva essere d'aiuto.
- Scommetto che ha chiesto qualcosa in cambio - sussurrò Leon guardando fisso Edith che alzò il mento spavalda.
Alexandra si intromise - Forse è stato un sbaglio portare quel frutto con noi. Se Wesjdiof ha bisogno di tutti e sette per acquistare potere, noi potremmo averglielo servito su un piatto d'argento.
Pip replicò - Senza un frutto non c'è modo per varcare la porta. Se lui fosse già oltre, noi non potremmo raggiungerlo senza di esso.
- Sì, ma lui non potrebbe diventare il nuovo dio di questo posto.
- Non è esatto - continuò lo sciamano - Prima di andare, Sekir mi ha detto che è vero, servono tutti e sette per acquisire il potere assoluto, ma se possiedi gli altri sei si raggiunge comunque un potere al di là di ogni immaginazione. Non sarebbe stato un problema per lui prendersi anche il settimo.
- Quindi entriamo dentro e facciamogli il culo - commentò Oushi prima di dare le spalle al gruppo e sguainare la sua enorme spada.

---**---**---**---
Dico la verità, sono piuttosto confusa su dove sia il Monte Mazel, se sia la base di Yggdrasil, se servono tutti i frutti per diventare invincibile e via dicendo, perciò ho pensato di semplificare il tutto. il Monte Mazel è la base dell'albero Yggdrasill, l'alchimista si è recato lì per ricaricare i frutti mentre la "viverna" è impegnata con i suoi uomini. Nota: dato che si è detto che potrebbe esserci una sorta di dimensione parallela sotto l'labero (dove sta l'alchimista), quei due giorni che servono per ricaricare i frutti potrebbero passare in un attimo.
Spero di aver risolto le incongruenze perchè, scusate, ci ho capito davvero poco. Mi appello alla volontà dei Master su cosa si decide di tenere/modificare/cancellare di questo post e sulle note in rosso

EDIT BY PIP: bel lavoro Aura. Va bene così.
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SaKuRaNiMe
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Re: Garden

Messaggio da SaKuRaNiMe »

Sotto l'albero, il mondo cominciò a distorcersi spaventosamente.
L'uscita sembrò svanire, lo spazio attorno a me divenne confuso.
Guardo di fronte a me e vedo una bestia voltarmi incontro. Sputa una palla di fuoco che si schianta ai miei piedi.
Chiudo gli occhi e li riapro improvvisamente. Lo scenario è cambiato. Niente viverna, niente dimensione distorta, solo cadaveri.
Mi avvicino ad uno e scopro un volto familiare. Il Preside. Mi allontano, disgustata da quell'orrore, ma inciampo in qualcos'altro. Mi rialzo e cerco di capire di cosa si tratta: un corpo, senza arti ne testa. Sposto un pò lo sguardo e trovo il capo mancante, scoprendo con orrore che apparteneva ad Aura. Chiudo gli occhi, li riapro e mi ritrovo nella mia stanza.

Da quando le profezie erano finite ed Aura non aveva più ragioni per tenermi in infermeria mi ero chiusa in stanza, rifiutandomi di vedere chiunque, aprivo solo occasionalmente, di notte, per prendere qualcosa da mangiare. Le immagini del dolore che la mia esistenza ha provocato mi perseguitavano tutto il giorno, tutti i giorni. Capitava sovente di svegliarmi urlando, o di mandare qualche oggetto a sbattere contro le pareti, contro il pavimento, contro il soffitto.

Fino ad oggi non avevo visto niente di nuovo, niente di rilevante. Ma quelle immagini preannunciavano un nuovo disastro.
Valutai la situazione: le mie visioni non sono certe, solo probabili. È probabile che se lo dico a Pip, lui potrà cercare di evitare il peggio, ma se dicendoglielo assecondassi la visione? Non potevo nemmeno evitare di dirglielo, altrimenti avrei avuto sulla coscienza numerose morti.
Mi venne un'idea.

La stessa notte, uscii dalla mia camera e raggiunsi quella del Preside. Mossi gli ingranaggi della porta con la Telecinesi, entrai e la richiusi dolcemente alle mie spalle. Mi avvicinai, lo destai e lo guardai dritto negli occhi, trasmettendogli la visione. Ancora confuso, uscì di corsa e tornai in camera, capendo l'inutilità della cosa.

Mi lavai e mi sistemai, sarei uscita finalmente.
Misi piedi fuori dalla porta con molta cautela, cercando di non attirare l'attenzione. Salì in presidenza e chiesi a Pip di poter parlare solo con lui.

-Scusami.
-Per?
-Per essermi isolata, per non essere stata di alcuna utilità, per avervi messo in pericolo e anche per stanotte.
-Ero certo fossi tu.
-Da quando mi sono chiusa in camera non mi era più capitato di vedere qualcosa, fino a ieri... cosa sta succedendo.
-È una storia davvero lunga.
-Ma...
-Accomodati.
-Mi limiterò al necessario.
Fissai Pip negli occhi e mi tuffai.
Paneòn, Fiorin, Agrabah. I frutti, l'alchimista, l'albero. Il guardiano, la viverna, il drago. Dio, il Mondo Eccelso. Una possibile catastrofe.
Pip che ordina di lasciare aperta la cucina di notte solo per me, Pip preoccupato per ciò che mi toccava provare.
Staccai il collegamento. Sorrisi. Pip non sapeva cosa avevo visto nella sua mente
Lo ringraziai.
- Non è esatto - continuò lo sciamano - Prima di andare, Sekir mi ha detto che è vero, servono tutti e sette per acquisire il potere assoluto, ma se possiedi gli altri sei si raggiunge comunque un potere al di là di ogni immaginazione. Non sarebbe stato un problema per lui prendersi anche il settimo.
- Quindi entriamo dentro e facciamogli il culo - commentò Oushi prima di dare le spalle al gruppo e sguainare la sua enorme spada.
-Sì, andiamo.
Gli arcani cominciarono a volteggiare intorno a me. Stavolta avrei combattuto, li avrei aiutati. "Fermerò l'alchimista!"
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Sono tornata ^.^ Perdonatemi la lunga e ingiustificabile assenza, cercherò di farmi perdonare *mostro una scatola di biscotti*
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RinaYeah
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Re: Garden

Messaggio da RinaYeah »

- Non è esatto - continuò lo sciamano - Prima di andare, Sekir mi ha detto che è vero, servono tutti e sette per acquisire il potere assoluto, ma se possiedi gli altri sei si raggiunge comunque un potere al di là di ogni immaginazione. Non sarebbe stato un problema per lui prendersi anche il settimo.
- Quindi entriamo dentro e facciamogli il culo - commentò Oushi prima di dare le spalle al gruppo e sguainare la sua enorme spada.
-Sì, andiamo.
Le carte cominciarono a volteggiare attorno alla ragazz.
-Sono pronta.
Tutti avevano dimostrato la loro prontezza, ora tocca a me. Una palla di fuoco appare nella mia mano sinistra, mentre la destra tiene alta la Spada del Patto.
-Rina, non mi sembra il caso.
-Ma, ma... Va bene, Alex. Hai ragione.
Abbasso la spada, estinguo la fiamma e ci avanziamo.
Siamo circa a due chilometri via aria dalla base dell'albero, il che significa una lunga e pericolosa scampagnata.
Ci saremmo divisi: un gruppo sarebbe rimasto al Garden, un secondo si sarebbe diretto all'albero.
Successivamente il secondo gruppo si sarebbe nuovamente diviso tra chi avrebbe affrontato la viverna e chi avrebbe inseguito l'alchimista, fra i quali ci sono io.

Pip si avvicina alla piccola.
-Sakura, stai concentrata. Appena avverti qualcosa, visioni o presenza, faccelo sapere.
Lei annuisce.
-Non mancherò dal farlo.
Mi frappongo tra i due, un pò violentemente.
-Ed io? Non mi dai alcun ordine.
-Rina!
Sento la catenina attorno alla mia vita tirarmi indietro, e delle braccia familiari accogliermi.
Giro la testa e noto l'espressione un pò contrariata di Alex.
-Ciao Ciccina.
Una mano sulla spalla mi fa voltare verso sinistra, vedendo Aura.
-Che ne dici di passare un pò di tempo con le tue amiche?
Alex mi lascia, mi sistemo e annuisco.
-Va bene, ma io non getto la spugna!
-Sì, come vuoi.

Passammo la prima parte del tragitto parlando, o meglio, io parlavo mentre Aura ed Alex si limitavano ad annuire e a porre qualche domanda solo per farmi allungare il brodo.
-...è poi gli ho detto "Ehi, idiota! Sai con chi stai parlando?"
Sakura si ferma improvvisamente, ogni sguardo puntato su di lei.
-Torre... Fortuna... Eremita... L'alchimista è appena entrato nella torre... nell'albero. Dobbiamo darci una mossa, altrimenti la fortuna ci girerà le spalle.

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