Garden 3

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

Moderatori: Pip :>, Garden Master

grevier
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Garden

Messaggio da grevier »

- ...E questo è quanto, io e Egil abbiamo ritenuto che sia stata la mossa migliore che potessimo fare a quel punto - Pip la osservò pensieroso e poteva capirlo, una linea temporale dove il Macellaio ha agito indisturbato raggiungendo una potenza tale da piegare l'intero multiverso conosciuto e dove loro non erano più tornati era difficile da mandar giù
- Quindi la tua prima mossa è stata ritrovarci
- Esattamente, il Rinoa oltre ad essere un'efficente macchina da guerra piena di soldati altamente addestrati è un faro di speranza per molti nell'intero multiverso anche se ispirasse la rivoluzione anni prima sarebbe un grande passo avanti - il suo sguardo non tralasciava dubbi, quella mossa era la loro ultima possibilità di cambiare quel futuro da cui veniva
- Capisco, puoi andare e sei la benvenuta, ah e grazie di aver riportato Egil, preferisco sempre sapere al sicuro i miei SeeD
- Beh anche se non è l'Egil che conosco è pur sempre uno dei maghi più potenti che conosco e in quello che andremo ad affrontare avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile
- Grazie Winifred e mi dispiace per come è andata nel tuo tempo
- Sono qui proprio per questo - Winie stava per andarsene quando Pip proseguì
- A proposito se cerchi Xander ho brutte notizie per te

Il tempo si fece come più lento ma questa volta non centrava, la spiegazione di Pip sembrò durare un'eternità al termine del quale si precipitò in infermeria, anche se erano passati 10 anni da l'ultima volta che erano connessi non poteva certo dimenticare quella sensazione intima e di sicurezza che gli dava quel legame, chiese "garbatamente" ad uno del personale medico dove fosse per poi andare diretta da lui, per quanto Pip gli avesse descritto la cosa fu come se il suo cuore si spezzasse, lui era stato la prima persona che le aveva voluto bene, che aveva creduto in lei e che pur di proteggerla aveva alzato la spada anche contro i suoi stessi compagni ed ora era li, al posto del suo corpo c'era una sagoma cristallina con le sue fattezze tentò di raggiungere la sua mente ma senza successo l'arrivo di Paine l'aiutò a non piangere

- Chi diav...aspetta sei Winifred?
- Non c'è niente che si può fare? - La ragazza non riusciva girarsi verso il suo interlocutore, aveva troppa paura di mostrarsi debole davanti gli altri per potersi sfogare liberamente
- purtroppo è una condizione che non conosciamo a detta di Sky potrebbe liberarsi tra poco come tra qualche migliaio di anni come mai più non sappiamo cosa permetta la liberazione da questa forma
- Capisco...lei invece? - disse riferendosi ad Aura sdraiata nel lettino affianco
- Purtroppo le battaglie portano vittime e questa non è stata da meno - un concetto fin troppo familiare per la giovane Strega
- Scusami ma devo andare - furono le ultime parole prima che uscisse dalla stanza

Aveva bisogno d'aria e come era sua abitudine raggiunse la paratia più alta che il Garden potesse concedergli, adorava stare in alto godendosi l'aria fresca e il panorama che l'altezza gli dava, si appoggiò alla balaustra inspirando profondamente, era una delle poche cose che la rilassava, oltre qualche gallone della birra di Egil ma quella è un'altra storia, non aveva senso affezionarsi e creare legami li, lei non apparteneva alla loro epoca, apparteneva ad un futuro che avrebbe impedito ad ogni costo, lo doveva fare per tutto il multiverso compresi quel gruppo di scalmanati della sua ciurma...dio solo sapeva quanto gli stavano mancando, erano la sua famiglia.

Decise di rientrare non appena il sole tramontò diretta dove si trovava ogni abitante di quella struttura...la mensa,
Lo scalpitio e l'affollamento gli ricordavano molto quella dello Skywalker, anche li se volevo mangiare dovevi guadagnartelo, un semplice vanish le procurò quello che cercava a discapito di qualche Cadetto costretto a dover rifare l'immensa fila mentre lei soddisfatta del suo bottino si era trovata un tavolo libero
- - Questo è il mio terreno di caccia e odio la concorrenza
- - Winifred sussultò girandosi di scatto trovandosi una chioma rosa davanti, di solito si accorgeva sempre di tutto quello che la circondava ma lei non l'aveva proprio sentita
- - Te sei...
- - Elza e odio chi ruba nel mio Garden
- - il tuo Garden?
- - Esatto ora mi devi una parte del malloppo se non vuoi che ti smascheri davanti a tutti
- - Ok ok prend - Winnie non fece in tempo a finire la frase che la ladra si prese i muffin e scomparì soddisfatta con un vanish - Beh almeno non si è presa la mia birra - esclamò tirando fuori una bottiglia dal nulla e iniziando a trangugiarla, si era proprio l'allieva di Egil
Ultima modifica di grevier il 04 giu 2017, 15:49, modificato 1 volta in totale.
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CrisAntoine
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Re: Garden

Messaggio da CrisAntoine »

Swoosh, swoosh…

Anche questa volta è andata. Abbiamo rischiato la vita in modo inutile, alcuni dei nostri compagni sono… sono..
- Non maltrattare troppo le uova.
- No, certo. Cercavo di eliminare dei grumi, la farina evidentemente non così buona.
Camuffa il tono, hanno bisogno di un sorriso.
- Tutto bene?
Impegnati un po’ di più.
-Sì, Alys. Benissimo, se gli ingredienti non sono ancora tossici.
Alza le spalle, o almeno lo immagino. Le do la schiena, impegnata a sbattere con la frusta l’impasto per dei muffin. Bisognava risparmiare energia, quindi niente planetaria. Ma tutti vogliono i muffin, e qualcuno deve pur farli. Tutti vogliono i muffin. Tutti hanno bisogno di muffin. Per un attimo immagino che il semplice aroma di dolci appena sfornati e cappuccino alla cannella potesse far risvegliare Aura e Xander dai loro sonni potenzialmente eterni. Dei passi si allontanano, poso la frusta nel lavandino e mi asciugo gli occhi umidi. Preparo gli stampini e verso l’impasto odoroso. La morale era bassa, tutti erano tristi. Nonostante il ritorno di Egil e la vittoria sul Nulla, tutti sentono la mancanza del capomedico, figura storica del Garden, punto di riferimento per SeeD e cadetti, donna forte ed estremamente umana. Nella mia mente, Aura è sempre stata l’immagine della donna perfetta, di un angelo incarnato. Di ciò che sarei voluta essere.
Inforno i muffin e rimango ad osservarli lievitare e colorarsi attraverso il vetro del forno. Piccole creature in grado di creare una felicità fugace. Alla mia età anche questi piccoli piaceri diventano estremamente gradevoli. Mi sento vecchia, non solo per l’avvicinarsi del mio “compleanno”… vecchia dentro, estremamente invecchiata da quando misi per la prima volta piede nel Garden, in modo estremamente casuale. Un sorriso amaro solca il mio viso. Ricordare tutti quei volti stupiti dal ritrovarsi davanti una bellissima donna poco vestita andare, tutti gli occhi incollati sul mio sedere mentre attraversavo i corridoi del Garden. Tutti i miei tentativi di rimorchiare Pip, lo sguardo gentile di Aura… probabilmente lei non mi sopportava, ma io ho sempre amato parlare con lei da donna a donna degli argomenti più stupidi e futili. Avevo bisogno di un’amica che non volesse distruggere qualsiasi cosa sul proprio cammino o svuotare i portafogli di tutti nel Garden.
Ne ho ancora bisogno, tanto.
Intanto i muffin si cuociono e il loro odore evoca una ladra a caso.
- Ancora non sono pronti.
Firaga alla mano, ero pronta alla venuta della chioma rosa.
- Sia ben chiaro, né tu, né le tue magie, né le tue tettone mi impediranno di mettere le mani su quel tesoro.
- Mi dispiace deluderti, ma in questi giorni i muffin sono merce rara a causa delle limitazioni sull’energia, ed io sono l’unica ad avere accesso alla ricetta segretissima di Filippo, ora che lui è in vacanza (allungata dagli ultimi avvenimenti [da qualche parte deve pur essere!]). Mi ha raccomandato di non passarla a nessun altro, se ci tenevo alla mia collezione di cappelli in feltro Moocci d’epoca, e gente del genere non scherza con le minacce. Nessuno, oltre a me, può produrre Muffin degni di questo nome neo raggio di anni luce, quindi fa’ la brava altrimenti non vedrai più alcun muffin. MAI più.
La mia minaccia è sufficiente a spingerla alla ritirata, ma il suo sguardo dice che, nonostante avessi vinto la battaglia, la guerra è ancora lunga e che non avrebbe ceduto.
Intanto il timer mi informa che l’ora X è scattata. Armata di guanti da cucina Bangaace, sforno le mie delizie, le poggio su un vassoio e lo porto al bancone, dove Alys è impegnata a servire qualcuno degli ultimi arrivati. Dovrei fare conoscenza con loro… se solo avessi più tempo, tra i muffin, il lavoro e la cura della mia persona (che da sola occupava le 5 ore giornaliere circa) mi resta poco tempo. Poggio il vassoio dove qualcuno lo avrebbe avuto sempre sotto gli occhi e, indossando il mio sorriso migliore, raggiungo il primo tavolo per prendere gli ordini.

Operazione: assalto

Il ticchettio dei tacchi sui pavimenti dei corridoi del Garden, lento e regolare. Un passo al secondo. Una bella bionda avanza.
Nessuno osa sollevare lo sguardo al suo passaggio. Tic, toc, regolare. Scandisce il tempo che la separa dal suo obiettivo. La sua preda è ignara del pericolo in agguato. A malapena la sente arrivare. La bella cameriera porta una trappola, dei muffin caldo ed odorosi. Al miele, si sarebbe detto. Ma un naso esperto avrebbe riconosciuto l'inconfondibile dolce odore dell'ambrosia. In tutto il Garden, solo due persone potevano mangiare un intero muffin all'ambrosia senza svenire a causa dell'elevata gradazione alcolica della bevanda. Una di queste era la letale cameriera. L'altra, la sua vittima.
Si apre la porta, inizia l'attacco. La biondina poggia silenziosamente il vassoio sulla superficie Piana più vicina e si lancia contro la sua preda. Un urlo anticipa il suo slancio.
- CICCIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
Nonostante la bassa agilità, contro tutte le regole della fisica, la cameriera si lancia sulla vittima. Questa a malapena riesce a rendersi conto di ciò che accade. Si ritrova improvvisamente due morbidi ed enormi cuscini di carne premuti contro il viso, bloccandogli il respiro. La forza dell'abbraccio costringe la preda ad abbandonare ogni tentativo di liberarsi. Si arrende alla morsa del biondo boa.
- Egil! Mi sei mancato tantissimo.
- Brbrbrmrrnv.
Probabilmente era un messaggio di aiuto, ma per Sky è troppo divertente vedere Egil soffocato dall'affettuoso abbraccio + davanzale di Rina.
Quindi rimane in disparte, a godersi lo spettacolo.
"In a world full of eggplants and peaches, I'm a tomato!"

Scheda PG Rina
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schwarzlight
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Re: Garden

Messaggio da schwarzlight »

Sky osservava la pianura di Archylte, là dove i residui di ombra e polvere del Fal'Cie Nihil ancora non erano del tutto scomparsi. La battaglia era stata difficile e frenetica, senza tempo di pensare o di preoccuparsi per gli altri, che subito rischiavi tu stesso la vita. Ritrovarsi a dare ordini le aveva ricordato la guerra.
Ricordi recenti ma paradossalmente estremamente lontani nel tempo. Più che gli eventi di per sé, o i caduti in battaglia, il ricordo più vivido erano tutte quelle persone condannate alla vita di l'Cie: senza una speranza per il futuro, si erano ritrovati davanti solo due sentieri che riconducevano a un'unica strada. La Fine.
La disperazione dei l'Cie era possibile comprenderla solo da l'Cie.
- Ehi.
Paine Byrne, ora Capo Medico del Garden, si era appena presa una pausa dalla mole di lavoro che era improvvisamente raddoppiata sulle sue spalle. Purtroppo, il motivo non era dei più allegri: la perdita di Aura.
- Ehi.
- Non ti ho vista in infermeria. Non mi sembri ferita, ma vorrei comunque darti una controllata, per sicurezza. Più tardi però, se ora qualcuno mi viene a chiamare per un'urgenza lo butto giù dal balcone, giuro. Poi andrò a controllare, ma intanto lo butto giù.
- Com'è la situazione?
- A parte il sasso e la bella addormentata, non ci sono feriti gravi. Almeno, niente che non si possa sistemare. Il che è un miracolo, direi. Da quel che avevo capito i Fal'Cie erano creature molto potenti.
- Sì e no. Ce ne sono di diversi tipi: Quelli veramente potenti non sono poi così tanti, ma sono di sicuro insormontabili. Credo che anche questo Nihil lo fosse, nel suo stato originale. Credo che la relativa facilità con cui siamo sopravvissuti, sia dovuta principalmente al fatto che la squadra in missione alla Cattedrale dove era custodita l'aeronave sia riuscita a danneggiare in qualche modo il suo nucleo prima che ne prendesse di nuovo possesso. Altrimenti non so come sarebbe potuta andare.
- Tu non ne avevi mai sentito parlare?
- No. Deve esser stato libero in tempi molto precedenti alla mia epoca. Forse addirittura prima che Cocoon venisse costruito - indicò con un cenno della testa la struttura sferica sorretta da un'enorme pilastro di cristallo che si intravedeva in lontananza - Forse contemporaneo della Torre di Taejin. Di quell'epoca non si hanno notizie storiche.
- Taejin sarebbe la torre che abbiamo esplorato appena giunti qui, giusto?
- Da quello che mi è stato riferito e dalla posizione sulla mappa, direi di sì.
- Di che parlate?
Elza spuntò da dietro la porta-finestra del balcone con un piattino di muffin (gli ultimi superstiti prima dell'esaurimento), andando subito a offrirne uno alla dottoressa. E un pezzettino a Sky, per educazione - i muffin erano troppo preziosi, e Paine era un'eccezione.
- Di "Nulla".
- ...
- ...
- ...
- Ti prego.
- Ridammi il muffin.
- Non ho resistito, scusate.

- Sky, tu hai detto di aver già sconfitto dei Fal'Cie, vero?
La ragazza finì l'ultimo boccone del dolce che era stato confiscato a Paine dopo quella battuta terrificante, prima di rispondere a Elza.
- Sì, ma non da sola. Erano dei Fal'Cie minori, comunque: avevano ruoli di sostentamento e produzione di energia per la metropoli di Paddra. Durante la guerra li abbiamo bersagliati per tagliare i loro rifornimenti, o almeno ridurli, e per limitare anche la creazione di l'Cie nemici.
- C'è stata una guerra?
- Sì, Tra Haerii, la mia città di origine, e Paddra. Gli scontri più grossi si sono svolti proprio qui, ad Archylte. Non credevo che sarebbe tornata a crescere della vegetazione.
Quell'affermazione così casuale fece venire i brividi a Elza. Da quelle parole traspariva indirettamente la ferocia dei combattimenti che Sky aveva visto in prima persona, battaglie tali da rendere brulla una pianura così grande e così florida.
- Era disseminato di rottami di aeronavi distrutte, ma immagino che siano state smantellate per recuperarne i materiali per la ricostruzione. La pianura si trova esattamente in mezzo ai due territori di Paddra e Haerii, era un terreno di battaglia dichiarato. Sono contenta che abbia ripreso vita.
- Anche tu hai combattuto?
- Sì. E' così che sono diventata un cristallo.
Sia Elza che Paine non erano sicure di cosa potessero chiedere e cosa no. Sky non sembrava contrariata o riluttante a rispondere a quelle domande potenzialmente delicate, ma avevano notato come la ragazza avesse la capacità di bluffare molto bene.
- E... avete vinto, quindi?
Sky sorrise con l'espressione di chi la sapeva lunga, beffarda e sicura di sé.
- Naturalmente.

Qualsiasi replica venne interrotta dallo sbattere della porta. Gaudenzio fece il suo ingresso, ancora allegramente in camicie - ma stavolta abbottonato.
- Oh Paine, muovi il culo e torna al lavoro, che c'è gente che aspet-
Non finì la frase che una presa ferrea sul collo e un movimento che non denotava sforzo alcuno lo fecero finire direttamente oltre la ringhiera, giù verso un dolce impatto con il terreno, una ventina di metri di caduta libera.
Paine si risistemò, diede un bacio a Elza e salutò Sky, diretta nuovamente verso l'infermeria.
Era una donna di parola.
***
- Aaaaah, che caldo, però. Non ricordavo che lavorare qua sotto fosse così antipatico... e Rina, con il suo assalto letale, non ha aiutato (anche se come morale di sicuro) - sospirò Egil, intento a controllare l'allineamento energetico dei cristalli.
- O forse non ricordavi come fosse lavorare in generale... - borbottò in risposta Cain, poco più lontano, seduto su uno sgabello per una breve pausa.
- State buoni, bambini, o non ce ne andremo più da qui.
- Alex, sei un carceriere! Lasciaci andare a rinfrescarci un po'!
- Se per "rinfrescarsi" intendi "andare a gozzovigliare in mensa e non tornare prima di domani", la risposta è no. Ordine di Pip.
- SEI TREMENDA, TI RICORDAVO PIU' GENTILE DI COSI'.
Alexandra, in tutta risposta, mandò a Egil un bacio con tanto di occhiolino. Dall'altra parte della sala, spuntò Sky con una borraccia che porse al redivivo addetto ai cristalli.
- Ecco! Impara da lei, che si prende cura dei suoi compagni!
- No, è solo che così te ne stai un po' buono.
Una solitaria lacrimuccia solcò il volto del Seed, bistrattato da tutti solo perché non aveva dovuto passare un brutto quarto d'ora estremamente lungo contro una creatura di ombra e cristallo e che altro. E insomma, vorrei vedere.
Alys tornò con un altro giro di bevande per tutti.
- Allora, come procede?
- ...sorellina. sei stata qui nemmeno un'oretta fa, non può esser cambiato molto...
- Fratellino, non mi ricordo di averti mai insegnato a rivolgerti così a me, mh?
Il carattere notoriamente... irascibile di Alys che ogni tanto ricompariva era noto ormai a tutti, pure ai nuovi arrivi come Sky e Cain. Era anche vero che era una donna molto affezionata alla sua famiglia, soprattutto al fratello (sempre dopo i figli, però).
- E' che non ho nulla da fare, in effetti. - commentò rivolta ad Alex, mentre la squadra meccanica tornava al lavoro - In infermeria la situazione è sotto controllo, al momento. Per le riparazioni non serve una mano. Rina mi ha cacciata dal bar dopo l'ultimo tentativo di intascarmi dei muffin... mi annoio!
- In effetti è una situazione abbastanza calma, e sinceramente era anche ora. Sigh.
- Sai cosa ci vorrebbe? Una vacanza a Costa del Sol!
- Peccato che siamo un po' impossibilitati ad andarci...
- Già... Quant tempo ci vorrà per rimettere tutto in sesto, circa?
- Uhm. I motori di fatto funzionano; l'unico problema è ristabilire i circuiti per il viaggio dimensionale che sono andati danneggiati durante l'arrivo, a causa dell'accumulo eccessivo di energia. Contando anche le riparazioni strutturali da fare e il riorganizzarsi in vista delle prossime mosse... direi una decina di giorni. All'incirca.
- Eugh.
- Eugh lo dico io! Parli di Costa del Sol, e ora ho una voglia matta di farmi un bel tuffo! - intervenne Egil rubando un bicchierone di thè con ghiaccio.
- Veramente...
Tutti si voltarono verso Sky, pure lei a sorseggiare una bibita fresca.
- Non siamo vicino alla costa, ma ci sarebbero le sorgenti di Sulyya. Uno dei bacini è di acqua termale. Almeno, lo era, non so ora come sia la situazione.

Essi furono, siccome immobili
Dato l'accaldato sospiro
Stettero i Seed immemori
Orbi di laborioso spiro

Quattro persone come paralizzate nei movimenti, la voglia di continuare a lavorare completamente scomparsa dalle loro accaldate menti al solo sentire la parola "terme".
Sky li osservava curiosa, come lo studioso osserva l'oggetto della sua ricerca, finendo l'intera brocca portata da Alys nell'attesa che gli immaginari criceti nelle teste dei Seed riprendessero a correre sulla ruota dei pensieri logici.
- Terme?
- Sul serio?
- Dove.
- Perché non siamo già lì?
- Avvisiamo Pip, adunata generale del Garden: LA MISSIONE TERME HA INIZIO.

- Tu no, Egil. Almeno uno deve continuare a monitorare la situazione.
- MA PERCHE'!



Spoiler
Trama fuffa on the go **
Da quanto è che non ne facciamo una?;;
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Lenne Silveross
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Re: Garden

Messaggio da Lenne Silveross »

«È stato un gesto nobile da parte sua offrirle quel cristallo, signorina Silveross.» Chiyoko prese parola mentre Lenne ancora osservava il punto nel Giardino dove era scomparsa Cat alcuni secondi prima, vestita con quell’improbabile tuta da astronauta interdimensionale.

La donna mosse noncurante una mano.

«Le ho chiesto un favore, in cambio. Non la chiamerei propriamente buona azione

«Qualcosa che avrebbe potuto risolvere lei stessa, andandosene da qui» ribatté l’altra, posandosi con un leggero fruscio sulla sua spalla. «E invece ha rinunciato alla sua occasione.»

«Colpevole. Ma non trovi sia questo il modo migliore per ricominciare a vivere?»

«Temo di non capire, signorina Silveross. Il mio concetto di “vita” è diverso dal vostro.»

«Stringere legami, piccione. Un po’ come quello che toccherà a noi due d’ora in avanti.»

La gru arruffò il suo non-piumaggio, sdegnata. «Preferirei non mi chiamasse così.»

«Rassegnati. È esattamente quello che farò.»

Poté giurare di aver sentito quel foglietto di carta ben ripiegato sospirare arreso, ma non vi diede peso e tornò sui propri passi, lasciandosi alle spalle il periodo trascorso con una bizzarra segretaria che – ne era certa – avrebbe rivisto prima di quanto entrambe si aspettassero. Non c’erano stati addii struggenti fra loro. Nessuna era il tipo e, anche a esserlo, non ci sarebbe stato il tempo. Lenne aveva seguito Cat nelle sue ultime preparazioni, poi quando era stato il momento le aveva porto la mano: era stata marziale nel compiere quel gesto, tuttavia la sua presa non aveva avuto niente di militare o impersonale. Aveva deciso, raccontandole la sua vita, di concederle fiducia, e l’aveva fatto perché voleva. Niente calcoli, nulla di prestabilito.

«Mi domando» rifletté a un tratto, fissando distratta un flusso crescente di persone correre verso la mensa, dalla quale vide uscire poco dopo un malconcio Cain e un altrettanto pesto Mocéton – che tuttavia stringeva soddisfatto alcuni libri fra le braccia. «Se sia davvero stata una buona idea ritornare a Edge bardata in quel modo. Inosservata non passa di sicuro.»

«Conosco il file della signorina Empitsu e ho assistito ad alcune delle sue prodezze. Se vuole posso elencargliele in ordine alfabetico» disse Chiyoko «ma è una lista piuttosto lunga.»

Lenne sogghignò. «Riposo, piccione. Sono sicura che la nostra comune amica se la caverà anche questa volta. Dopotutto è nata sotto una buona stella» commentò, ignara che proprio in quel momento la suddetta presto-di-nuovo-segretaria stava pedalando a tutta velocità verso i non-generali quartieri del WRO, in sella a una scalcagnata bicicletta rubata da un vicolo a caso.

«Spero che lei abbia ragione» rispose la gru, riprendendo a svolazzarle attorno appena la SeeD si fermò a parlare con il bangaa. Senza allentare la presa sui volumi faticosamente conquistati, Mocéton ascoltò la richiesta di Lenne e l’accompagnò in biblioteca dove fu sua premura rimettere subito nell’elenco digitale quanto preso in prestito. Passati un paio di minuti al terminale, assegnò alcuni post-it ai libri da riporre sugli scaffali e si rivolse a lei.

«Storia, mh? Cercavi qualcosa in particolare? Il Pianeta, Gaia, Spira…» domandò mentre le dita scivolavano veloci sulla tastiera per cercare la giusta sezione. «Il materiale non manca.»

Lenne scrollò le spalle. «Accetto volentieri un consiglio. Tu vieni da Ivalice? Mi piacerebbe sapere qualcosa in più di quel mondo. Non punto a niente di particolare per il momento.»

«Ne avrei di storie da raccontarti» sorrise il bangaa fissando lo schermo. «Ma non sembri il tipo dalla chiacchiera facile. Senza offesa.»

«Nessuna offesa» chiocciò Chiyoko prima che la donna potesse rispondere. «Ha descritto con estrema precisione la signorina Silveross.»

Sicura che fosse un modo per vendicarsi dell’appellativo affibbiatole, e proprio per quello ancora più decisa a mantenerlo, alla SeeD bastò alzare un sopracciglio per farle capire che sarebbe passata allo stadio di post-it in un attimo, se avesse insistito.

Seguì un brusco silenzio.

Era stata Cat a informarla sull’estrema capacità comunicativa delle sue espressioni, insistendo proprio su “quella cosa che faceva col sopracciglio” – Sai, no? Quella cosa per cui uno capisce che tu hai già capito qualcosa che l’altro ancora non ha capito. Ricordava di aver aggrottato la fronte, perplessa più di quella volta in cui la segretaria aveva tenuto una conferenza sull’anima nera insita nei distributori automatici ai tempi in cui lavorava alla ShinRa.

«La mia svolazzante coscienza ha ragione. Ma ci sono eccezioni e dopo un po’ di cultura generale, potrei apprezzare qualche approfondimento» rispose, seguendo Mocéton e accettando con un cenno del capo il libro che le porse. Rilegato in pelle, sembrava pressoché nuovo.

Era una raccolta di estratti editi Sage Knowledge, le spiegò con sussiego il bibliotecario mentre sfogliava alcune pagine. «Le informazioni sono in costante aggiornamento, perciò le edizioni si rinnovano a una discreta velocità. Questa è…» schioccò la lingua contro il palato, riflettendo «… la settantottesima. E credo sia in programma la nuova nei prossimi mesi.»

«Dovrebbero digitalizzare la raccolta» intervenne Chiyoko, posandosi sulla copertina del volume. «Rivederla sarebbe più facile ed eviterebbero un dispendio di risorse.»

«Esiste già» annuì il bangaa. «Ma la carta stampata conserva un fascino tutto suo.»

Lenne rimbalzò lo sguardo da uno all’altro. «Piccione, proprio tu parli di digitalizzazione?»

«Queste sue osservazioni, signorina Silveross, mi ricordano perché sentirò sempre l’obbligo di biasimare la signorina Empitsu per avermi lasciato a lei.»

Mocéton sbuffò una mezza risata, divertito suo malgrado, e si congedò facendo riferimento ad altri preziosi libri da portare in salvo. La SeeD, dal canto suo, raggiunse l’area lettura e cominciò a leggere nella quiete generale: nessuno stava approfittando della biblioteca, il che dava la possibilità a Chiyoko di esternare commenti ogni tanto – ma a bassa voce, pena le occhiate di ammonimento del bangaa dietro il bancone. Niente strappi alle regole, sebbene ci fossero soltanto loro.

«Capisco il suo sorprendente interesse per qualcosa che vada oltre una lama affilata, signorina Silveross» disse mentre Lenne scorreva alcune righe sulla storia di Re Raithwall «ma da quanto ho capito sono arrivate due persone con – ahimè – pessime notizie. Non sarebbe meglio…»

LA MISSIONE TERME HA INIZIO, echeggiò dai recessi del Garden.

«Hai avuto la tua risposta.»
Spoiler
La partenza di Cat e il conseguente passaggio di proprietà di Chiyoko saranno spiegati a breve nel topic Fan Fiction.
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
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Leon Feather
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Re: Garden

Messaggio da Leon Feather »

Elza assistette in silenzio al resto della riunione, in disparte in prossimità della porta, le braccia conserte e l'aria vagamente annoiata. La rassegna dei danni subiti dal Garden era un rito a cui era fin troppo abituata, oltre al fatto che aveva la mente già proiettata sulla sbronza che si sarebbe presa quella sera per dimenticare quanto quell'avventura avrebbe influito sulle sue tasche.
Quando finalmente Pip dismise la riunione, raccolse le stampelle poggiate al muro e si avviò con calma verso l'uscita della presidenza. Sky la raggiunse, prendendo a camminare al suo fianco.
- Stai già meglio, Elza.
- Già. Paine ha detto che devo solo tenere il piede a riposo per qualche giorno e tornerò come nuova.
Aveva detto anche che era una fortuna che avesse la testa troppo dura per rompersela, ma questo evitò di riferirlo.
Sky non conosceva praticamente nessuno lì dentro, ma aveva avuto modo di chiacchierare con Elza qualche giorno prima a Daeren, e quello stesso giorno in infermeria. Così, quando le aveva proposto di farle compagnia in mensa quella sera si era detta, perché no. Aveva notato come la ladra fosse molto incuriosita a lei e alle sue storie su Pulse e le creature che lo abitavano, ma ciò non la infastidiva affatto.

Elza guardò estasiata il suo bell'hamburger accompagnato da una generosissima dose di patate fritte e una birra fredda.
- Cibo vero!
Le scorte promesse da Madia erano arrivate, unica buona notizia in mezzo a una lunga serie di pessime notizie. Affondò i denti nel panino e quasi non gli vennero le lacrime agli occhi da quanto era buono.
Sky la guardava con aria divertita, intenta a spremere sul suo piatto il ketchup da una bottiglia rossa.
- Hey, Sky. Ti stanno proprio bene i vestiti che ti ho dato.
- Sì, sono perfetti. Ti ringrazio ancora, non so come avrei fatto senza di te.
Elza sogghignò. - Ti ho solo risparmiato la divisa da cadetto. Ti assicuro che non è proprio il massimo della comodità.
La ladra mandò giù un bicchiere di birra in una lunga sorsata. Si batté il pugno sul petto quando rischiò che le andasse di traverso.
- Ad ogni modo, che farai d'ora in poi?
Sky incrociò le braccia e inclinò leggermente la testa. In effetti non ci aveva ancora pensato. O, per meglio dire, non ne aveva avuto il tempo. Erano successo così tante cose da quando si era risvegliata dalla sua prigione di cristallo...
- Non lo so - disse, incerta. - Credo che tornerò ad Haerii, per prima cosa. Voglio vedere cosa ne è stato. Voglio vederlo con i miei occhi.
- È comprensibile. Comunque, sono sicura che Pip non avrà nulla da ridire se avrai voglia di restare qui ancora un po'. In fondo ci hai aiutato contro il fal'Cie. Quindi prenditi pure tutto il tempo che ti serve.

Paine avanzò tra i tavoli della mensa, guardandosi attorno alla ricerca della chioma rosa di Elza. Finalmente avvistò la compagna, seduta ad un tavolo in fondo alla sala in compagnia di Lenne.
- Stavate legando?
Lenne non mosse lo sguardo di un centimetro dal suo piatto.
- Non proprio. Stavo qui tutta sola quando è venuta a tentare di convincermi che il vero motivo per cui i Molboro sono ritenuti un pericolo non fosse a causa della loro abitudine ad avvelenare e mangiare vive le proprie vittime, quanto la cattiva pubblicità che fanno ad una nota azienda produttrice di sigarette. Questo prima di addormentarsi, almeno.
In effetti Elza stava dormendo come un ghiro, la faccia affondata tra le braccia appoggiate al tavolo. Paine sospirò. L'Elza ubriaca era a tratti divertente ma poi toccava a lei raccoglierne i cocci il mattino dopo. Afferrò una sedia libera lì vicino e si accomodò anch'ella al tavolo.
- Comunque, cos'era quel trambusto nella hall questo pomeriggio?
- La Strega. Sembra sia venuta dal futuro per avvertirci che c'è un'alta probabilità che il mondo vada più in vacca di quanto non lo sia già.
Paine dondolò con la sedia all'indietro. - Una strega dal futuro, eh.
- Non sembri sorpresa.
La dottoressa fece spallucce. - Dopo tutto quello che abbiamo passato, credi davvero che esista qualcosa che possa sorprendermi?
- Temo di no.
Lenne proseguì spiegandole nel dettaglio tutta la faccenda. Quando ebbe finito, Paine sbuffò sonoramente. Sembrava che li aspettassero tempi particolarmente bui. Spostò lo sguardo su Elza, ancora addormentata. Aveva lasciato un bicchiere mezzo pieno sul tavolo. Paine bagnò le dita nella bevanda e la fece gocciolare sul collo scoperto della ladra.
Elza si sollevò di colpo con un gridolino. Paine rise come una scema mentre Lenne le guardava entrambe accigliata.
- Scusa - soffocò le risate. - Volevo vedere il tuo bel faccino ma mi serviva un modo per staccarlo dal tavolo.
Elza le rispose con una linguaccia. Afferrò il bicchiere mezzo pieno, incrociò le braccia al petto e inclinò la sedia all'indietro. Sbadigliò di nuovo. Avvicinò il bicchiere alle labbra, bagnandole appena col liquore con un sogghigno.
- Ti farai perdonare. Per tua fortuna avevo proprio bisogno di qualcuno che mi portasse in braccio a quelle terme, così lontane, nelle profondità della terra. Con questa caviglia malconcia, non potrei mai farcela, da sola. Proprio tu hai detto che devo tenerla a riposo.
Paine ridacchiò. La parte da piccola bastarda manipolatrice le riusciva proprio bene. - D'accordo, me lo sono meritato.
Ultima modifica di Leon Feather il 05 giu 2017, 11:53, modificato 1 volta in totale.
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Per un pugno di libri

Messaggio da Aura »

Spoiler
Questo è un semplice post di interazioni, chi vuole può saltarlo. Se ci sono errori nell'interpretazione dei pg fatemelo sapere, pls >-<
Ah, un'ultima cosa...
MOCETON! Ti sfido a singolar tenzone! ACIUHA! :smt079
- Dannata lucertola.
L'odore pregno di disinfettante gli fece storcere il naso. Non aveva mai amato i dottori, né gli ospedali. Si comportavano sempre come se la morte fosse un male da curare, una disgrazia da prevenire e da combattere a qualsiasi costo. Spesso li sentiva parlare con tono sommesso, afflitto, talvolta arrabbiato quasi fosse stata colpa loro. Cain non capiva come potesse affezionarsi così tanto alle cause quando, alla fin fine, l'ora arriva per tutti. Cinque minuti, tre mesi, un anno: che senso aveva allungare l'agonia dei pazienti quando questi potevano trovare subito la pace?
La donna lo squadrò con occhio curioso. Il ragazzo alzò un sopracciglio di rimando.
- Sentiamo, quale sarebbe il motivo per cui tu e Moceton vi siete picchiati?
Cain schioccò la lingua nel rimembrare lo scontro. Il bangaa, o almeno così aveva capito si chiamasse quella “specie”, gli aveva assestato dei colpi diretti senza preoccuparsi delle conseguenze. Aveva fegato, doveva ammetterlo, ma ne aveva prese di belle anche lui. Dritto sul volto, una gomitata sulle costole, spallate, persino morsi e tutto per due semplici libri. Avrebbe potuto aspettare che il Cadetto finisse di leggerli, invece no. Li voleva subito.
Il giovane storse la bocca nel torturarsi le labbra coi denti. - Libri.
A Paine scappò un sorriso, - Chissà perché me l'aspettavo!
- Quella lucertola è davvero cocciuta.
- Somiglia a qualcuno che conosco, anche se lei molto più bella e divertente.
Cain arricciò il naso incurante del commento. Non sapeva di chi parlava, ma vederla sempre in giro con la ladruncola dai capelli rosa era un indizio più che sufficiente per ipotizzarlo. Sbuffò quasi stizzito. A lui non importava con chi si andasse a letto, purché lo si faccia con un minimo di rispetto.
Con un lancio preciso, il batuffolo di cotone cadde nel cestino.
- Fatto, sei come nuovo… se così si può dire.
- Tsk! - rispose Cain scendendo dallo sgabello per uscire dall'infermeria. La dottoressa lo richiamò con un cenno della mano.
- Ah-ah, non scappare così in fretta. Te sei nuovo, hai bisogno di una cartella clinica come tutti.
Il Cadetto sbuffò, - Io non ho bisogno di niente.
- Tu forse no, ma io sì. Devo pur annotare da qualche parte le tue condizioni fisiche.
Sospirando, il ragazzo le rivolse le spalle, - Non ce n'è motivo, tanto morirò comunque a breve.
Paine arricciò le labbra, interdetta. Non si aspettava una risposta simile, ma non era la prima volta che qualcuno accampava scuse per andarsene quanto prima.
- Quanto breve? - chiese e Cain alzò le spalle.
- Non sono affari tuoi.
- Oh, sì invece che sono affari miei! - continuò la donna decisa. - Quindi ora ti siedi e mi fai vedere quel braccio venoso che sembra uscito da una puntata di G-Files.
Con riluttanza, il ragazzo espose il polso. Il numero 07 pulsò ritmicamente sulla pelle più scarlatto che mai, suscitando l'interesse della dottoressa che lo studiò con occhio critico.
- Sei stato in carcere? - ipotizzò lei, ma Cain scosse il capo. - Allora punto sulla maledizione.
Il giovane schioccò le dita e le puntò l'indice contro. - Magia Sentenza da quel che so. Ora posso andare o questo interrogatorio deve continuare?
- Il numero a che corrisponde? - riprese lei ignorandolo, - Gli anni che ti restano?
- Possibile come no. Non so cosa faccia scendere il contatore. Ed ora vorrei andare a mangiare un panino e prendermi la mia rivincita, se non ti dispiace.
Paine stirò la schiena e lo congedò, con somma felicità del Cadetto che le rispose con un bel "grazie" scarcastico e per nulla gentile.

- Ehi tu, lucertola!
Il bangaa riconobbe la voce e si voltò con un'espressione annoiata sul volto.
- Non sono una lucertola, - usò un tono calmo ma nascondeva una nota infastidita, - Sono un bangaa.
- Fa lo stesso, io e te abbiamo un conto in sospeso, - continuò Cain dondolando le dita per invitare il suo interlocutore allo scontro. Moceton alzò le braccia ad indicare il luogo. La biblioteca non era certamente il posto ideale per una rissa, ma al Cadetto questo non importava. Non si tirava mai indietro e non era il tipo che amava le sconfitte. Le rivincite per lui erano la quotidianità, anche se vinceva non gli dispiaceva dare una seconda possibilità al suo nemico. Pugni, calci, botte, il combattimento non lo stancava mai e più provava l'ebbrezza di arrivare al limite e più voleva spingersi oltre per vedere dove lo avrebbe portato. Ma questo solo quanto aveva davvero voglia di mentar le mani e questo era uno di quei momenti.
Il bangaa sospirò cercando nello sguardo di Lenne, seduta al tavolo davanti al bancone, un sostegno. Ottenne invece uno sventagliato incoraggiamento da parte dell'origami sulla sua spalla. Cain fissò quel foglio di carta interdetto, per poi concentrarsi sulla lucertola gigante che intanto stava controllando l'orologio. Il ragazzo sfoggiò un sorriso di scherno.
- Non sottovalutarmi, rettile. Mi ci vorranno pochi minuti e poi alla fine mi ridarai quei libri.
Moceton alzò lo sguardo, poi fece altrettanto con le spalle, - Fra un'ora allo Zoolab. E non chiamarmi mai più rettile.
- Va bene, lucertola.

La caccia alle terme era cominciata. L'idea di farsi un bagno non gli dispiaceva e nemmeno agli altri da quel che vide. Alcuni Seed si erano premuniti di costume, asciugamano e, per i più vacanzieri, occhialini e maschere per le dormite in ammollo. Chissà che ci sarebbe scappata anche una miss maglietta bagnata. Si promise di fare un salto alle terme anche lui dopo lo scontro con la lucertola parlante. Non era il tipo che faceva attendere il suo avversario, ma aveva un'ora di “pausa” e decise di sfruttarla tutta seduto sulla panchina nel giardino del Garden a guardare la cenere del Fal'Cie sollevarsi in volo. Prese una sigaretta dal suo pacchetto e l'accese senza ritegno. La Caos Strike gli restituì un sapore forte e deciso, facendogli dimenticare per un attimo il grosso livido che gli adornava l'occhio. Diede una fugace occhiata alla ferita al braccio in via di guarigione. I mostri allo zoolab si erano rivelati un facile allenamento, nonostante tutto.
L'odore del tabacco si mischiò a quello di muffin appena sfornati. Cain schiuse gli occhi ed aggrottò le sopracciglia di fronte alla donna che gli porgeva il dolce. Il primo pensiero che gli venne in mente fu quello di aver appena incontrato la vincitrice del concorso prima citato. Ma, strano a dirsi, in quel momento la sua attenzione non era per l'impianto mammario della donna, bensì per il dolce dondolio del fumo.
- Vuoi assaggiare? - gli disse Rina con un sorriso, - Li ho fatti con le mie mani.
Il ragazzo spostò la sigaretta da un angolo all'altro della bocca, fissandola greve.
- Ti sembrò il tipo a cui piacciono i dolci?
La donna si sistemò i capelli intorno al viso, - Neanche Lenne lo sembra, ma lei li mangia ugualmente. Gradisci?
Sospirando, agguantò uno dei muffin e lo rigirò guardingo fra le dita. - A che gusto è?
- Vaniglia e…
- Io odio la vaniglia, e così dicendo il muffin venne brutalmente lanciato lontano sotto l'occhio esterrefatto di Rina. La ragazza riuscì a prenderlo al volo per miracolo, fissando poi il suo interlocutore con un'espressione offesa.
- Bastava rimetterlo a posto. Ne ho uno anche ai lamponi…
- Schifo.
- Mirtilli.
- Altro schifo.
- Mela.
- Più schifo.
- Qualcosa mi dice che non ami la frutta, - sussurrò delusa la donna. Cain alzò le spalle e continuò a lasciarla parlare.
- Se no… gli ultimi sono al cocco ed alla cannella.
Gli occhi del giovane si illuminarono, - Hai detto cannella? Finalmente ci sei arrivata, bambola!
Senza chiedere il permesso, il Cadetto sgraffignò il muffin color bronzo e lo mangiò in un sol boccone. La cosa lasciò talmente interdetta Rina che solo successivamente rispose con un “prego” mormorato a mezza voce.
- Però non chiamarmi bambola.
Cain alzò le spalle, - E come dovrei chiamarti, spilungona?
Lei arricciò le labbra, - Come mi chiamano tutti, Rina. E tu sei? Non mi pare di aver afferrato il tuo nome.
- Perchè non l'ho detto.
- E… quindi? Malpelo?
Lui rispose gettando la sigaretta a terra e pestandola con il piede, - Cain. Se ti azzardi a chiamarmi di nuovo Malpelo, ti sgonfio quel davanzale che ti ritrovi con un punteruolo.
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Re: Garden

Messaggio da pad93 »

Biblioteca.

Moceton:"Lenne, scusa se ti disturbo".

La guardiana dello Zoolab emerse dalla lettura, fissando con aria interrogativa il bibliotecario.

Moceton:"Mi sa che abbiamo forzato un po' la mano nello zoolab".

E le porse i quattro bracciali salvavita.
Lenne li esaminò con aria curiosa e li mise via.

Lenne:"Non sono rotti, si è solo attivata la procedura di emergenza. Quando succede semplicemente si scaricano e ci impiegano un po' per essere ricaricati. Ci penso io".
Moceton:"Ah, grazie e buono a sapersi. Vieni anche tu alle terme?".
Chiyoko:"Acqua e per di più bollente? Io non vengo di certo".

Lo sguardo di Lenne non tradiva emozioni.
Afferrò Chiyoko e la ripose nella borsa assieme ai braccialetti.

Lenne:"Veniamo anche noi. Ah, posso portare il libro?".

A Moceton balenò lo scenario di un libro edito dalla Sage Knowledge deturpato dall'azione dell'acqua termale, con le pagine arricciate, ingiallite e con le orecchie ai bordi delle pagine.
Sentì un profondo brivido lungo tutto il suo essere.

Moceton:"Ad una condizione: mi assolutamente garantire che quel libro non si avvicinerà MAI a più di 5 metri dalla acquae. Per favore."
Lenne:"Si certo. Nessun problema".

Non era certo che Lenne avesse compreso la preoccupazione del bibliotecario, ma si fidò lo stesso.


***


Arrivarono alla fonte termale dopo circa mezz'ora.
Le fonti erano accessibili da una grotta che scendeva per un paio di metri prima di aprirsi in un ampia sala. La luce filtrava da un ampio lucernario naturale.
Quelle che Sky aveva definito "terme" in realtà erano due grandi laghi vulcanici.
Nel primo l'acqua era bassa, con continue risalite di piccoli gettiti di acqua calda che poi confluivano nel secondo lago, più profondo e più grande.
Davanti a loro, Cain, Alys e Rina continuavano a discutere su chi fosse arrivato primo tra i tre.
Poco lontano, Leon e Pip chiacchieravano piacevolmente; Immersi nell'acqua, mantenevano costante la temperatura del proprio corpo bilaciando il calore delle terme con il freddo della birra.
Leon:"Alys! D'accordo che ti ho già visto nuda, ma sono già passati 10 minuti e non sei nemmeno in bikini! Che diavolo stai aspettando?"
Con l'aiuto di Pip evitò che la Gea Spike lo trapassò da parte da parte.


***


Si affacciarono sulla finestra.
Elza:"Secondo voi quanto sarà da qui al lago?".
Sky:"Io direi poco più di una cinquantina di metri?".
Paine:"Sicuri di volerlo fare?".

Nel mentre Moceton si era tolto l'uniforme.

Elza:"Moceton! Ma... il costume da bagno?".
Moceton la fissò con aria interrogativa.
Moceton:"Cos'è un costume da bagno?".
Paine iniziò a ridere.
Elza:"Sai.. quegli indumenti che ci si mette per fare il bagno... per coprire le parti intime"
Moceton:"Non ha senso. Non ci si mette un indumento per fare il bagno".
Sky iniziò a ridere assieme a Paine.
Elza:"E come fate quando dovete fare il bagno assieme?!"
Moceton:"A maggior ragione non indossiamo nulla. Altrimenti come fate a distinguere i o le possibili partner?"
Paine:"Ha una sua logica".

Il bangaa si preparò. Non si sentiva così felice dalla prima volta che aveva fatto a botte al monastero.
Saltò.

Moceton:"Weeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee".
*Plof*

Paine:"Quel bangaa ogni tanto mi preoccupa".
Elza:"Già. Pronta?".
Paine:"Elzagiurochesetiprendoiotiammazzoooooooooooooooooooooooo"
*Plof*

Sky:"Sembra divertente".
Guardò Elza.
Elza:"Skybruttatraditriceiomifidavoditeeeeeeeeeeee"
*Plof*

Sky rise divertita.
Si preparò e con grazia si lanciò nel vuoto.
*Plof*.
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Re: Garden

Messaggio da Pup :> »

pad93 ha scritto: Moceton:"Weeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee".
*Plof*

Paine:"Quel bangaa ogni tanto mi preoccupa".
Elza:"Già. Pronta?".
Paine:"Elzagiurochesetiprendoiotiammazzoooooooooooooooooooooooo"
*Plof*

Sky:"Sembra divertente".
Guardò Elza.
Elza:"Skybruttatraditriceiomifidavoditeeeeeeeeeeee"
*Plof*

Sky rise divertita.
Si preparò e con grazia si lanciò nel vuoto.
*Plof*.
"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaargh!"
*SPLASH!*

Ci voltammo tutti sentendo il tonfo gigantesco dell'ultimo arrivato in acqua.
Sulla superficie del lago si alzò qualche onda un po' più alta, l'acqua sollevata ricadde come sottile pioggerellina.
Aspettammo tutti in silenzio per qualche istante finché la superficie del lago tornò ad essere piatta.
Poi qualche bolla increspò di nuovo la superficie del lago.
Sbucò poi un tentacolo viola, seguito dai suoi compari tentacoli.
Nell'incredulità generale, un gigantesco polpo riemerse in superficie, dandoci le spalle.
"Maledetto quel mimo e la sua magia Banish..."
"Ehm... Chi sei tu?" chiese timidamente Pip, il primo ad aprir bocca.
Il polpo gigante, resosi finalmente conto della nostra presenza, si girò di scatto "Fa silenzio, chiunque tu sia! Ti trovi al cospetto di una regalità polpesca! Un popolano come te non dovrebbe permettersi nemmeno di rivolgermi la parol..." si interruppe all'istante quando realizzò chi aveva davanti.
Guardò Rina. Poi Sky. Poi Elza. Poi Lenne. Poi di nuovo Rina. Poi me. Poi Paine. Poi Alex.Poi di nuovo Rina. Poi Edith. Poi Winifred. Poi ancora Rina.
E arrossì.
"Che teneri bocconcini. Lasciate che mi presenti... Ultros, qui per compiacervi."
"Ma piacere, ciccino!" gli rispose Rina.
Un rivolo di sangue gli scese dal naso.
I suoi tentacoli rapidi scattarono verso la Dea, mentre sempre più rosso in volto urlò "Vieni a dare un abbraccio allo zio Ulty!"
"Ehi!" disse Leon frapponendo la sua claymore tra i tentacoli e la ragazza. "Un pervertito al Garden basta e avanza... e quel pervertito sono io!"
"E non osare toccarci con quei viscidi tentacoli, che te li trancio!" gli urlai.
"Stupidi uomini, fatevi da parte! Non meritate tanta morbidezza, non meritate quelle curve, non meritate quella bellezza... Lasciate che zio Ulty si prenda ciò che si merita. E nel frattempo... Gracidate!" disse trasformando tutti i ragazzi presenti in degli esserini dalle fattezze da anfibio. "Gwee-hee-hee... gracidate stolti, gracidate!" Poi mi guardò viscido. "Quelle con il tuo caratterino me le mangio a colazione."
Un brivido di disgusto lungo la schiena, altri tentacoli che venivano verso di me, una magia firaga lanciata col giusto tempismo.
"AAAAAARGH! La zuppa di pesce non è sul menù di oggi." rispose Ultros ritirando i tentacoli.
Rina mi fu rapidamente al fianco, assieme a tutte le ragazze... armate fino ai denti.
"Adesso ti uccidiamo malissimo, putrido calamaro!"
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Re: Garden

Messaggio da Lenne Silveross »

Seduta su una roccia abbastanza distante da non essere direttamente coinvolta nella bizzarra piega degli eventi, ma quanto bastava per assistervi, Lenne osservò Ultros essere respinto.

«Ora» sentenziò la piovra quando l’ennesimo tentacolo diretto verso Rina fu deviato con decisione dalla lama di Paine. «Non potremmo discuterne? Insomma, voi siete tante e io chiedo solo un assaggino…» a quelle parole seguì un discutibile suono, come di risucchio, che ancora una volta mandò Alys su tutte le furie.

Roteata la Gaea Spike, cercò un varco nelle difese della creatura. Per quanto pervertito e dall’aria non proprio intelligente, però, Ultros non si mostrò sprovveduto: un finto affondo e un getto d’inchiostro in pieno volto destabilizzarono la SeeD, che venne subito dopo sbalzata lontano da una sferzata secca all’altezza dello sterno. Piombò con un tonfo sordo in acqua accanto a Lenne, che ringraziò fra se e se di aver già avvolto in un panno il libro preso in prestito e averlo messo al sicuro nella borsa impermeabile. Alys riemerse sputacchiando acqua e insulti, minacciando un futuro da takoyaki per l’indesiderato ospite.

«Grazie» disse quando Lenne, scostato un ciuffo di capelli bagnati dalla fronte, si alzò per tenderle una mano e aiutarla a uscire. Dopo essersi pulita alla bell'e meglio la faccia, un risultato a onor del vero di scarso successo e che contribuì a farla incazzare ancora di più, guardò Celebros abbandonata da un lato, Ultros che ancora cercava di palpeggiare qualcuna, poi di nuovo la spada. Infine Lenne. «Me lo faresti un favore?»

La donna aggrottò la fronte. «Non funzionerà.»

Il grido di guerra con cui Alys rientrò in battaglia pochi secondi dopo dimostrò invece il contrario: sfruttando il piatto della lama come trampolino di lancio, dopo aver usato su di sé Haste e Audacia, la SeeD si abbatté con tutta la propria forza su Ultros, piombandogli addosso dall’alto e passando da parte a parte uno dei suoi tentacoli. La piovra ululò di dolore, blaterò frasi sconnesse e assunse una posizione di difesa, chiudendosi in se stesso per non lasciare punti deboli.

«Bene, mie dilette, vorrei dire che è stato un piacere conoscervi, cosa assolutamente falsa, oppure che spero di rivedervi, cosa ancora più falsa, ma siccome sono una persona… ehr, un polpo fondamentalmente sincero e so riconoscere le situazioni sfavorevoli, nonché le pessime donne, vi dico solo addio.»

Per qualche secondo scese un silenzio assoluto, interrotto soltanto dall’allegro scroscio dell’acqua che continuava a sgorgare da una sorgente.

«Te ne vai?» sbottò Paine. «Dopo tutto il casino che hai creato?»

«Io non sono una pessima donna!» fece eco Rina, oltraggiata.

«Avete tentato di uccidermi» le ricordò Ultros sostenuto. «Se non è indice di pessimismo questo… o si dice pessimità? Comunque, voi restate qui, bei bocconcini: neppure per tutti i vostri baci sopporterei un simile inferno.»

«Che non ti avremmo dato comunque» ribatté schifata Alys. «Non so se ti è chiaro.»

Nell’impasse generale qualcuno – forse Philip ma era davvero impossibile distinguerli in quel momento – gracidò quello che voleva essere un avvertimento. Troppo tardi.

«Gwee-hee-hee!»

Ultros sollevò i tentacoli. D’improvviso l’acqua iniziò a vorticare sollevandosi in un muro impenetrabile e rafforzato dal pietrisco, che subito si infranse su di loro. Strattonate da quel vortice abrasivo, si sentirono come sollevare e sbatacchiare mentre acqua e sabbia entravano loro negli occhi, in gola, nel naso e tra i capelli. Erano ormai senza fiato quando tutto si placò così com’era iniziato: tossendo e sputacchiando, nel tentativo di non morire soffocate, le ragazze si accorsero di essere finite nei punti più disparati delle sorgenti termali, lontane le une dalle altre. E che la piovra era ancora lì con loro, un ghigno da ebete stampato sul muso.

Appollaiata sulla borsa di Lenne, sempre in disparte e non intenzionata a intervenire, Chiyoko sospirò. «Questa sarà una lunga giornata.»
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
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Leon Feather
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Re: Garden

Messaggio da Leon Feather »

Un polpo con un debole per le donne era l'ultima cosa che Elza si sarebbe aspettata di incontrare. Riaffiorò in superficie respirando a pieni polmoni, afferrò il kappa che aveva poggiato sulla testa e lo mollò nell'acqua di fronte a sè. Dopo aver sguazzato e gracidato un pochino, quello tornò in superficie, silente. Elza si guardò intorno, gli occhi ridotti a una fessura, la rabbia che saliva e le faceva ribollire il sangue nelle vene. Sembrava essere finita in un'altra zona delle sorgenti, in una conca d'acqua circondata da alte pareti di roccia. Delle altre ragazze non c'era alcuna traccia, così come del polpo malefico.
- Sembra che siamo solo io e te - disse rivolgendosi al kappa, incrociando le braccia al petto. - Chiunque tu sia, si intende.
Il mostriciattolo le restituì uno sguardo afflitto.
- Non guardarmi così.
Non era tanto male, pensò Elza. Tolta la pelle verdastra e viscidina, era carino, con quel suo cespuglio di alghe per capelli e gli occhietti piccoli e neri. Per non parlare di quel beccuccio adorabile.
- Comunque, non posso farci niente. Non mi intendo di magia bianca.
Non potè fare a meno di domandarsi di come sarebbe stato un Garden con un preside trasformato in kappa, al comando di buona parte del corpo Seed a sua volta trasformato in kappa. Avrebbero installato uno stagno al posto della hall? In mensa avrebbe cominciato a servire insetti?
Di colpo il corpo gigante di Ultros si levò dalle acque con un violento scroscio. Il suo pallone da blitzball, trascinato dalla corrente, andò a sbattere sulla faccia di Elza che però fu felice di averlo ritrovato. Meno contenta era dell'apparizione del polpo.
- Gwee hee ha ha!
- Ugh.
Ultros fissava Elza con quel suo sguardo ebete che non lasciava presagire nulla di buono, la ladra aggrottò le sopracciglia, sostenendo il suo sguardo, le braccia incrociate al petto.
- Siamo soli finalmente, dolcezza.
- Non proprio, qui con me c'è...
Non fece a tempo a finire la frase che Ultros afferrò il kappa dall'identità misteriosa e lo lanciò via, mandandolo a sguazzare in qualche altra pozza lontano da lì.
- Fiuuuu.
Ultros mosse i tentacoli sopra la testa come a mimare il gesto di sistemarsi i capelli (che non aveva), quindi si avvicinò a Elza con fare circospetto.
- Fin dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di te, ho desiderato stringere dolcemente i miei tentacoli attorno al tuo corpo suadente.
Disgustoso, pensò. Beh, tanto valeva stare al gioco, da sola non poteva certo pensare di affrontarlo.
- Davvero? Mi sembravi più interessato alle gigantesche poppe di Rina, prima.
- Non dire così, mia diletta! C'è posto per tutte voi, in uno o l'altro dei miei tre cuori! E adesso essi battono all'unisono solo per te!
Elza mostrò di non farsi incantare dalle sue "belle" parole. Volse lo sguardo dall'altra parte.
- Sono solo una riserva, dunque. Una seconda scelta. Fammi indovinare, è solo perché sono stata la prima che hai trovato dopo averci separate che ci stai provando con me.
- Ecco... Io...
- Lo sapevo!
- Lasciami spiegare...
- Maniaco. Depravato. Pervertito. Perverso. Malato. Bifolco insolente!!!!!!
Ultros strabuzzò gli occhi e ritirò i tentacoli in preda allo sgomento che quelle parole così dure gli avevano causato. Nuotò fino ad un angolo della conca d'acqua e iniziò a piagnucolare.
- Volevo solo qualche bella ragazza a tenermi compagnia, sigh, sob.
- Uh.
- L'avrei portata nella mia dimora nelle profondità marine, le avrei regalato la perla più bella dell'oceano, l'avrei sposata e resa la mia principessa! Sigh, sob.
- Ma non posso respirare sott'acqua, razza di cretino.
Ultros si voltò a guardarla confuso.
- Ah no?
Elza portò la mano alla fronte nel tipico gesto del facepalm. Scosse la testa. A conti fatti quel polpo non sembrava affatto cattivo, solo estremamente stupido e un po' dispettoso. Nuotò fino a raggiungerlo. Gli carezzò il corpo viola nel tentativo di consolarlo.
- Ascolta, puoi farci compagnia finché staremo qui.
Ultros si voltò restituendole nuovamente il suo solito sguardo ebete.
- Davvero?
- Sì. Ma tieni i tentacoli a posto. E fai tornare i miei compagni com'erano prima.
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Re: Garden

Messaggio da grevier »

Erano due le cose che non sopportava, la birra analcolica e i mostri tentacolari e il loro avversario apparteneva proprio a quest'ultima categoria.
Si guardò intorno alla zona dove era atterrata alla ricerca delle sue colleghe senza risultati, quel posto era più grande di quanto pensasse, stava per avviarsi verso la direzione dalla quale era stata lanciata quando Winnie sentì gracidare vicino a lei per poi sentirsi toccare una gamba, era uno dei maschi ancora sotto l'effetto della trasformazione

- E tu chi sei piccoletto? - gli disse la Strega prendendolo da terra
- Cra-cra-cra
- Mmmm...no non è di aiuto, vabbè vediamo di abbattere la cena e di trovare le altre cosi da farvi tornare come eravate - gli disse prendendolo in braccio per incamminarsi quando vide apparire da dietro una colonna Pamela AndersonRina con un secchio in mano
- Hey Rina qua
- Cicci!! Finalmente ho ritrovato qualcuna di voi
- Ma che ci fai con un secchio in mano, anzi dove hai trovato un secchio? - gli rispose Winnie indicando l'oggetto
- Ogni donna ha i suoi segreti cara, comunque dentro c'è kappa Raiden, anche se versione ranocchio il calore di queste acque lo squaglia lo stesso, vedo che anche te ne hai trovato uno
- Si ma io non so chi sia il mio
- Io credo di averne un'idea - disse ridendo la dea mentre il kappa in braccio alla Strega stava affondando nel suo seno in estasi.

- Non credi di essere stata un pò dura?- gli disse la Dea mentre camminavano a ritroso
- Nah tanto è un anfibio non ha di questi problemi con un pò d'acqua
- Lo hai spedito nel fondo della piscina bloccandolo con un bind!!
- La colpa è solo di Leon non dico una cena ma almeno una birra poteva offrirmela prima di allungare le mani...le zampe in questo caso, comunque adesso dobbiamo pensare al fritto misto gigante
- Giuro su tutti gli Occuria che avrò la sua testa entro il tramonto, nessuno tenta di toccare il mio corpo senza il mio permesso !!
- Ben detto e poi con un bel pò di birra ghiacciata ci si accompagna molto bene il polpo
- Cicci come mai questa ossessione nel mangiarlo? - gli chiese la Dea curiosa
- Non mi sono portata il pranzo e incomincio ad avere fame - rispose con noncuranza Winnie sorseggiando una birra fresca
- Quella da dove l'hai tirata fuori??
-Ogni donna ha i propri segreti


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Akainatsuki
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Re: Garden

Messaggio da Akainatsuki »

Spoiler
State tutti alle terme a fare polpette di Ultros, la scheda di Ma' nun ci sta più e oggi avevo la sera libera per introdurre il nuovo PG (dato che sono in trasferta di lavoro dispersa sui monti del Nord Italia, ma with wifi) per cui vi beccate una cosa un po'... così, però seriamente non mi poteva uscire nulla di meglio.
"...È proprio un mortorio qui..."

Non che si aspettasse moltitudini di persone felicemente saltellanti per i corridoi di un Garden reietto nel quasi nulla di quel mondo, ma almeno qualcuno da poter salutare, a cui augurare il suo good mourning quotidiano.

Abi sospirò, delusa, mentre anche i suoi capelli si afflosciavano tristemente: sembrava che fossero tutti scomparsi, partiti per qualche vacanza non meglio specificata. Certo, lei aveva una certa esperienza in viaggi non esattamente programmati, ma in quel posto pareva avessero davvero fatto le valigie.

"...Infermeria, Infermeria... di solito c'è sempre qualcuno di mezzo morto in questi posti."

Si incamminò a larghe falcate lungo il corridoio principale, guardandosi attorno e ignorando il fatto che la maggior parte delle piante che incrociava per un attimo sembrassero avvizzire, per poi tornare arzille e piene di vita non appena le avesse superate.

Finalmente arrivò all'Infermeria, che trovò miseramente deserta. Pensò a come probabilmente era arrivata durante la pausa pranzo del Garden e non ne sapeva nulla? Oppure era una sorta di Ferragosto anticipato con ferie pagate da una non ben definita Grande Volontà del Grande Multiverso?

Mentre rimuginava sul suo scarso tempismo, sentì le ciocche di capelli iniziare a strattonarla verso un'altra zona di quella struttura, particolarmente entusiaste di quello che sembravano aver sentito. Lasciò che la guidassero, come quei bastoncini rabdomanti che aveva imparato ad usare tempo addietro, fino ad arrivare a due lettini.

E il suo personalissimo Dead Money Counter iniziò a fare fruttuosi calcoli.

"Chi sei. Cosa ci fai qui. Come sei entrata."

D'istinto si trovò ad alzare le mani in aria, colpevole, voltandosi lentamente verso la voce che l'aveva apostrofata.

"Abi De Vultures, Hade di Galbadia. O ex-Hade se vogliamo essere precisi" sorrise, fingendo di non notare la luce poco rassicurante che veniva dagli occhi che la squadravano. "Per offrire i miei servizi. Dalla porta d'ingresso."

Lenne le rivolse uno sguardo vacuo, mentre cercava di sondare quella strana presenza comparsa improvvisamente all'interno del Garden: non riusciva a capire cosa potesse essere, se nemico o qualcosa di tremendamente simile ma un po' meno pericoloso. Ripensò a quel brutto presentimento che l'aveva fatta tornare in Infermeria, lasciandosi rane e tentacoli alle spalle - anche se non lo avrebbe mai ammesso, sapeva come gli altri fossero in grado di badare a se stessi.

"Vuole aggiungere anche come sei arrivata, signorina Silveross? Forse sarebbe più appropriato data la difficoltà a raggiungerci a meno di non usare un portale dimensionale come quello dei nostri nuovi arrivi dal futuro..." aggiunse la figurina di carta che si era appoggiata sulla spalla della donna.

"...Come sei arrivata" le fece eco, senza perdere di vista l'intrusa. "Ma di questo puoi parlarne con il Preside."

Battè le mani, annuendo con foga: "Quindi la pausa pranzo è finita? Avrei giusto due-tre cosucce scritte in piccolo a fondo pagina dei nostri assolutamente legali e non vincolanti per l'eternità contrattini di cui vorrei discutere..."

"...Se tornerà in forma umana" cinguettò a bassa voce l'origami, venendo prontamente ricacciato nelle tasche della sua padrona.

Abi non fece domande, probabilmente quella persona non era esattamente l'interlocutore adatto a una lunga e piacevole chiacchierata.

Si sedette su una seggiola accanto, calmando i capelli offesi per la mancata considerazione della loro fruttuosa scoperta: "...Posso aspettare che torni. Anche per tutta l'eternità."
Spoiler
Si ringrazia Lenne per avermi dato il permesso di farla tornare di gran carriera, altrimenti qui si stava a parlare con muro...
Scheda personaggio Garden Club - Abi "Hade" De Vultures
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Aura
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Impressioni

Messaggio da Aura »

A dispetto delle apparenze, le terme di Pulse erano più grandi di quanto immaginasse. O forse erano le dimensioni da ranocchia a dargli questa impressione, seduto sul suo scoglio a guardare in silenzio il continuo agitarsi del polpo gigante con l'aria di chi non aveva alcuna intenzione di intervenire. Le ragazze si sarebbero difese da sole, non era un problema suo. Quel che invece lo infastidiva era la pelle viscida e l'impossibilità di gustarsi un'altra sigaretta all'ombra della caverna. Inoltre la conversazione a suon di cra cra non era il massimo della tranquillità.
- Cra cra cra! - gracidò il suo compagno indicando infervorato il polpo. Cain squadrò prima Moceton poi l'octopode.
- Cra?
- Cra cra! Cra cra cra craaaaa cra cra, - continuò il draghiere serrando le piccole ditina a mimare la sua lancia che infilzava qualcosa. Una volta tanto Cain fu d'accordo.
- Cra cra?
Il cavaliere nero gli girò le spalle, - Cra cra cra?
Moceton si portò la mano alla bocca, come a bisbigliare un “cra” abbastanza irritante. La pelle di Cain ebbe un fremito di rabbia, restituendogli uno sguardo d'ira pronto a scaricarsi in un lampo sul suo obiettivo. Il draghiere incrociò le braccia, soddisfatto.
- Cra cra?
- Cra. Cra craaa cra craaaa, cra cra!
Il fu bangaa non badò a quel commento e si mise in posizione. Fissò il suo compagno con occhi di sfida, ma Cain non era dello stesso parere. A lui bastava serrare quella bocca da lucertola una volta per tutte e godersi un'altra sigaretta senza che nessuno lo disturbasse più.
Sfiorò la roccia umida guardandosi intorno. Dall'altro capo della pozza d'acqua, Rina e Winifred, da quel che aveva capito si chiamasse, stavano discutendo fitto fitto. Qualche metro più in là, Elza stava convincendo il polpo a lasciare in pace le sue compagne, ma la conversazione non arrivò alle orecchie dei piccoli kappa. Serrò le labbra viscide, poi partì all'attacco.
Con un balzo Moceton calò dritto dritto sulla testa dell'octopode. Il suo istinto da bangaa gli suggerì di mordere a sangue il nemico ed Ultros, in risposta, dimenò i tentacoli infastidito.
- Suvvia, non vedi che sto parlando con la signorina? Vattene piccolo kappa!
Afferrò il draghiere per una gamba e cercò di scaraventarlo via, ma Cain fu più veloce. Con un calcio respinse il tentacolo e saltellando da una parte all'altra, colpì con piccoli pugni gli occhi del polpo. Disorientato, l'octopode si inabissò trascinando con sé i due kappa. Lì sotto era avvantaggiato vista la sua grande mobilità, eppure ci voleva ben altro per spaventare il cavaliere. Si aggrappò al quel corpo molliccio finché l'essere non riemerse, cercando poi con uno sguardo veloce il suo compagno d'armi. Lo trovò a galleggiare sul filo dell'acqua, alchè si precipitò da lui e lo afferrò per un braccio.
- Ahah! Voi due piccolini pensate davvero di riuscire a sconfiggermi? - rise Ultros tornando poi ad occuparsi di Elza.
Cain serrò la mascella offeso. Agguantò Moceton per i capelli da ranocchia che aveva e lo scaraventò con forza verso l'octopode. Non ottenne grandi risultati.
- Sto cominciando ad innervosirmi. Aspetta qui mia cara, mi occupo di queste due raganelle e poi possiamo tornare ai nostri affari, - aggiunse poi cercando di sfiorare il viso della ladra. Con uno schiaffo, la donna ricacciò indietro il tentacolo. D'un tratto, prima che il polpo sgomberasse l'acqua da Cain e Moceton, un secchio di plastica gli arrivò dritto in fronte, mandandolo al tappeto. Un piccolo kappa accaldato volò via fino all'altro capo delle terme. Poco lontano, Rina si portò le mani alla bocca.
- Ups! Mi ero dimenticata di Raiden. SCUSA CICCI!!!
Elza le mandò uno sguardo confuso ma divertito, - Ero riuscita a convincerlo a lasciarci in pace, non ce n'era bisogno.
La cameriera allargò un sorriso dispiaciuto, - Ho visto che ti stava mettendo i tentacoli addosso, mi è venuto istintivo!
Il cavaliere non si fermò ad ascoltare le donne e sfruttò l'occasione. Nuotò fino ad Ultros e si arrampicò sul suo corpo come se dovesse scalare una montagna altissima. Raggiunta la cima, pestò coi piedi gli occhi semi aperti e gracidò come un forsennato nel tentativo di farsi ascoltare. L'octopode agitò i tentacoli come a difendersi.
- Basta, basta, ho capito! Farò tornare tutti normali, ma basta secchielli vi prego!

Il resto della giornata passò tranquillo. I ragazzi tornarono alla loro forma umana e tutti ne furono contenti, tranne Leon che avrebbe preferito rimanere ranocchia per sostare su qualche seno abbondante. Non appena Cain ebbe riacquistato il suo aspetto, tornò da Moceton per prendersi il suo premio. Con qualche riluttanza, ed un bel bernoccolo sulla fronte, il bangaa gli diede il libro tanto agognato. Ormai aveva capito che togliere qualcosa a quel ragazzo avrebbe fatto sì che lui se lo sarebbe ripreso a qualsiasi costo.
- Non darmi mai più del vigliacco, - gli soffiò velenoso il Cadetto.
- E tu piantala di chiamarmi lucertola.
- Tsk! - poi si allontanò con uno sguardo omicida.
Trovò un buon posto dove continuare a leggere e fumare in pace, in un angolo della grotta dove gli schizzi d'acqua arrivavano di rado. Nonostante la riluttanza di alcuni Seed, il polpo rimase col gruppo e diventò un ottimo scivolo acquatico con cui tuffarsi. Winifred ed Elza fecero persino a gara su quanto avrebbero resistito in apnea, se non che la sfida venne interrotta per colpa di un tentacolo vagante. Cain osservò i compagni d'arme darsi battaglia a suon di racconti sulle sfighe del Garden ed iniziando una sfilata di miss maglietta bagnata che venne subito scartata sempre per colpa del polpo gigante (o per meglio dire per paura che da scivolo tornasse a stuzzicare le povere donne).
Ad una prima occhiata sembravano persone innocenti, accattivanti anche sotto alcuni aspetti. A vederli da dentro probabilmente nessuno avrebbe dato loro dei mercenari a sangue freddo o degli scienziati pazzi. Quell'aria di allegria e divertimento, però, gli sembrava fuori luogo. Due loro compagni erano sul filo del rasoio, potrebbero essere dichiarati morti da un momento all'altro, ma a loro non sembrava importare. Almeno, non agli occhi di Cain. Questo atteggiamento poteva dirla lunga su quale fosse la loro reale natura. Potevano essere dei narcisisti cronici come delle persone che affrontano il dolore in un modo del tutto loro, benchè quest'ultima ipotesi era per il ragazzo la più improbabile di tutte. Soldati rimpiazzabili, carne da macello… la lista era lunga.
Gli occhi si concentrarono su Pip. Immerso a bordo vasca, il Cadetto si chiese se provasse rimorso o rancore per i suoi commilitoni. Aveva davvero il coraggio di divertirsi con gli altri dopo quello che era accaduto? Chissà come si sarebbe morso se invece di una gita alle terme si sarebbe svolto un funerale. Ma la vita va avanti, lo diceva sempre e Cain era il primo che non si fermava a piangere i compagni morti. Non ne aveva mai avuti di compagni e nemmeno voleva farsene.
D'istinto, l'attenzione cadde sul suo polso sinistro. 07. C'era ancora tempo per scoprire la verità. C'era ancora tempo prima di ucciderli tutti.
*-*-*-*-*-*-*-*-*
La vacanza finì in breve tempo. Dieci giorni passarono in un lampo e benchè alcuni furono felici di abbandonare la compagnia del polpo più viscido del mondo, altri avevano timore di lasciare gli abitanti della fu Daraen da soli. Il Nulla era stato sconfitto, tutto sembrava tranquillo all'orizzonte, eppure una strana sensazione che non tutto si fosse risolto lasciò molti spaesati. L'avviso di Egil arrivò chiaro e tondo in sala di pilotaggio. Grazie al suo aiuto, i cristalli rombarono pieni di energia pronti per il prossimo salto dimensionale. I motori ronzarono, Leon mise mano alla cloche ed avvisò il personale di dare l'avvio alle manovre di decollo. Dalla presidenza, Pip si schiarì la voce cercando le parole giuste da dire.

"A tutti i Seed e Cadetti, preparatevi per il salto dimensionale. Il viaggio sarà lungo e spero senza intoppi. La nostra prossima destinazione è il pianeta da cui siamo scappati. Atterreremo al largo dell'oceano nella regione di Dollet. Ricordatevi che siamo ancora dei ricercati e non sappiamo quanto il regno del Macellaio si è radicato nei continenti. Una volta là una squadra in borghese arriverà alla città e prenderà atto della situazione generale. Se ci sarà già una forma di resistenza, cercheremo contatto con loro. In base a quello decideremo il da farsi. Il nostro scopo è cambiare il futuro da cui proviene Winifred, molti di voi se la ricorderanno. Il nostro scopo è impedire che il Macellaio allaghi il suo impero oltre il mondo come lo conosciamo. Benchè non siamo più Seed, siamo guerrieri. Non ci siamo mai tirati indietro di fronte a un ostacolo, per quanto forte ed invalicabile esso sia. Combattiamo per il nostro futuro. Combattiamo per il futuro di tutti!"

Leon tirò la cloche. In un attimo il Garden sparì fra le nuvole.
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Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

«Quindi saresti un pilota»
Leon la squadrò dall'alto in basso, da destra a sinistra, ecc ecc. Quello che poteva vedere non era assolutamente male, ma per certe cose c'era poco da scherzare.
«Non se ne parla»
«Pip mi ha dato il permesso»
«IO no»
«Porco Yevon, Adele baldracca. Fammi pilotare»
Leon sbuffò. «Va bene... penso che ti possa assegnare il turno dalle tre alle quattro di mattina. Forse»
«Non mi prendere per il culo»
«Eh. Magari» Probabilmente se Xander non fosse stato un ghiacciolo avrebbe provato a decapitarlo, ma per fortuna era diventato un'ottima fonte di energia ecosostenibile per la ruota dei Chocobo. Con grande soddisfazione di Cain.
«Leon cazz.o sono un'aviopirata. Ho pilotato navi in battaglia decine di volte. Non sarà una specie di tartarigona gigante a mettermi in difficoltà»
«Senti» tagliò corto Leon «In questo momento dobbiamo essere sempre in stato di emergenza, pronti alla fuga e tutto. Non posso rischiare di lasciare tutto nelle mani di un nuovo arrivato (e poi le poltrone in lattice sono perfettamente allineate con il mio fondoschiena e non voglio che si rovini la forma. Possiamo fare una cosa, appena avremo un attimo di tempo faremo un giro con il jumper e valuterò personalmente le tue capacita»
«Immagino che più di così non potrò ottenere»
«Al massimo ti posso offrire qualche birra e un alloggio per la notte.....»
La ragazza sorrise e si allontanò dalla sala comandi, non prima ovviamente di aver mostrato vistosamente il dito medio al Commander.

--------------------------

Il salto dimensionale era avvenuto con successo.
Si trovavano nei pressi di Dollet, al largo della costa.
«Questa è solo una misura temporanea» disse Egil «i dispositivi di camuffamento e la lontananza dalla costa ci terranno al riparo da sguardi indiscreti per un pò, ma dobbiamo assolutamente o spostarci di continuo oppure trovare un posto sicuro dove lasciare il Garden»
«Secondo Winifred, a Dollet nei primi tempi di dominio del Macellaio si era creato un forte movimento di resistenza che cercava di controbattere al terrore portato dal Macellaio. Purtroppo non ne sa di più, Konzen dopo qualche tempo se ne è liberato ma al momento dovrebbe ancora esserci. Dovremo indagare»
«Pip mi offro volontario per scendere in città» Disse Leon, mentre il preside si limitò a registrarne la candidatura.

----------------------------

Camminare spalla a spalla con Cain non era certamente una delle esperienze più esaltanti in assoluto.
Memore ancora di come era andata la battaglia contro quella specie di dio lucertola, Leon avrebbe voluto volontieri sbatterlo al muro.
Un modo c'era.
«Oh. Io e te. In Zoolab»
«Quando»
«Tornato dalla missione»
Cain sorrise e si allontanò senza dare risposta.
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Re: Garden

Messaggio da pad93 »

L'intera struttura del Garden vibrò ed effettuò il salto.
Il viaggio fu privo di complicazioni, ma qualche leggero sobbalzo a causa di turbolenze fece venire la nausea ai numerosi cadetti non ancora abituati all'esperienza.
La fine degli scossoni ed un profondo tonfo segnalarono il termine del viaggio, seguito da un costante infrangersi delle onde contro la struttura.
Davanti all'entrata si era radunato l'intero Garden; davanti ai loro sguardi si estendeva in lontanza la costa di Dollet illuminata dalla tiepida luce del tramonto.
Il macellaio li aveva esiliati da quel mondo.
Erano tornati per affrontarlo.


***


Pip:"La situazione è questa: da quel che sappiamo il macellaio tiene in scacco i governi del pianeta e presupponiamo controlli le reti criminali di tutte le regioni. Non possiamo fidarci di nessuno e non possiamo rischiare di essere riconosciuti. Per questo motivo le future operazioni, prima di formare una resistenza come quella descritta da Winifred dovranno tassativamente essere in incognito.
Fece una pausa.
Davanti al tavolo delle riunioni comparve una mappa della regione.
Pip:"Il nostro obiettivo principale è metterci in contatto con i nuclei della resistenza ancora presenti. Sbarcheremo in un'insenatura e da lì ci infiltreremo nella città. Per prima cosa dobbiamo trovare i membri della resistenza ancora operativi. Una volta individuati il passo successivo sarà creare il campo base da cui poi partirà una spedizione per infiltrarsi nella torre delle comunicazioni e installare questo dispositivo progettato da Sky. Il dispositivo in questione ci permetterà di avere accesso a tutti i canali trasmessi e ricevuti dalla torre radio. Con un po' di fortuna dovremmo essere in grado di individuare velocemente le trasmissioni che fanno riferimento ai sottoposti del macellaio. Domande?".
Negli occhi dei presenti non c'erano ombre di dubbio.
Pip:"Bene, partiamo a mezzanotte. Moceton, una parola".
L'ufficio si svuotò, lasciando il bangaa faccia a faccia con il preside.
Il dragone era tristemente consapevole del perché il preside gli avesse chiesto di fermarsi.
Moceton:"So cosa vuoi dirmi. Un bangaa non passerebbe inosservato a Dollet, vero?"
Pip:"Mi dispiace Moceton, ma non posso rischiare che ci scoprano".
Moceton:"Non posso dire di non essere amareggiato, ma lo capisco. Dimmi solo cosa potrei fare da qui".
Pip:"Non sarà un compito piacevole: una volta completata l'operazione alla torre radio avrai il compito di ascoltare le trasmissioni intercettate e di riferirci all'istante qualsiasi cosa ci possa essere d'aiuto."
Il bibliotecario sospirò.
Moceton:"D'accordo. Puoi contare su di me."
Pip:"Grazie Moceton".
Moceton:"In bocca al malboro preside".
Pip:"Speriamo che non aliti".

***

Moceton uscì dalla presidenza con il morale sotto i piedi. L'idea che non avrebbe potuto aiutare i suoi compagni sul campo gli trasmetteva un profondo senso di frustrazione.
Sospirò.
Non aveva senso rimuginare, era meglio che si mettesse al lavoro. Oltre alla biblioteca avrebbe dovuto gestire le trasmissioni in arrivo ed entrambi gli incarichi richiedevano abbondante tempo.
Improvvisamente sentì le scaglie della schiena rizzarsi in una sensazione di pericolo.
Qualcosa si era avvicinato alle sue spalle.
Abi:"Buona sera!"
Il bangaa fece un improvviso passo in avanti, afferrò il braccio che stava cercando di toccarlo e con una proiezione vide volare a terra una massa informe di capelli.
Moceton:"Ehm... scusa, ho reagito di impulso."
Abi:"Ahia! Se uccidi il becchino poi chi si occuperà dei funerali?!"
Moceton:"Cosa? Ehm... non mi pare di averti mai visto qui, chi sei?"
Il bangaa era profondamente perplesso.
Abi:"Abi de Vultures. Sono qui per offire i miei servigi. Per caso ti potrebbe interessare un amuleto per distendere i nervi? Dalla faccia da funerale che hai ne avresti bisogno. Ah, il preside è libero?"
Moceton:"Credo di si".
Abi:"Ottimo! Pensaci bene riguardo quell'amuleto, è un edizione limitata! A più tardi".
Vide quella bizzarra figura sparire dentro l'ufficio del preside.
Si recò in biblioteca più confuso che mai.
Bloccato

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