Garden 3

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

Moderatori: Pip :>, Garden Master

Avatar utente
Akainatsuki
User
Messaggi: 89
Iscritto il: 04 dic 2015, 23:41
Sesso: F
Contatta:

Re: Garden

Messaggio da Akainatsuki »

"...Un Bangaa mi ha atterrata con una presa di arti marziali."

La riunione sul da farsi dopo l'atterraggio a Dollet si era conclusa e Pip aveva dato le nuove disposizioni: fino ad allora non c'era stato tempo di fare le consuete presentazioni alla nuova arrivata.

"...E credo di stare particolarmente antipatica alla vostra vetrinar- - ehem - guardiana dello Zoolab."

"Non ci aspettavamo certo l'arrivo di un De Vultures direttamente da questo mondo a Pulse..." sospirò, controllando con la coda dell'occhio che le sue scorte di sottaceti non stessero avvizzendo come aveva sentito facessero le piante del Giardino a intervalli alterni.

"Siete scomparsi per un bel po' di tempo" tagliò corto, sfarfallando con le dita. "Ci avete dato un bel daffare da un angolo all'altro del pianeta, ancor prima che il Garden Supremo si schiantasse proprio sul mio posto di lavoro: mi avete dato una bella esclusiva!"

La guardò senza capire, ma quel luccichio negli occhi della sua interlocutrice non poteva che avere altri significati: un mucchio di soldi sulle ossa dell'Ordine, dei Governi e di chiunque fosse stato così sfortunato ad essere stato trascinato nella scia di morte e distruzione che si erano lasciati alle spalle.

"...Al momento attuale non siamo esattamente benvenuti qui" sospirò gravemente, cercando di ricacciare i pensieri in un angolo della mente. "Sei davvero sicura di...?"

Imitò un goffo saluto militare, rizzandosi in piedi, mentre anche i suoi capelli si muovevano festosi: "Cadetto Becchino Abi de Vultures a rapporto signor Preside!"

Si fece serio: "La SeeD salva..."

"Oh, felice di essere utile a salvare interi Multiversi, presenti passati o futuri che siano. Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto e io sono qui apposta" gli rivolse un sorriso stiracchiato. "Io e un sacco di altri della famiglia."

Non sapeva se essere contento o meno di quella presenza all'interno del Garden. Avevano medici, guerrieri, piloti, maghi, bibliotecari, condottieri... l'idea di qualcosa che rappresentasse esattamente l'opposto di quelli che erano i loro ideali, che compariva quando la SeeD falliva il suo obiettivo, gli metteva addosso una strana inquietudine.

"...Se servisse l'appoggio della famiglia di Centra per nascondervi..."

La interruppe con un gesto della mano: "Grazie. Per adesso cercheremo di capire la strategia migliore da seguire qui a Dollet".

"Anche se provengo da questo mondo, nessuno mi conosce, se posso aggiungere" ridacchiò, mentre ripensava alla squadra di infiltrazione. "In fondo, chi vorrebbe conoscere il proprio becchino?"

***

I dieci giorni di vacanza prima della partenza che per lei era significato ritornare a casa li aveva trascorsi con alle costole ora Lenne, ora Paine (o Elza, poco convinta di quell'operazione di pedinamento perchè lei non c'entrava assolutamente nulla), dedite a evitare di vederla ancora gironzolare troppo vicino all'Infermeria.

"Visita obbligatoria, non potete impedirmi di stare qui!" le aveva salutate, mentre Paine le sbarrava l'ingresso borbottando qualcosa sul fatto che fosse uno stramaledetto avvoltoio di nome e di fatto.

Conclusa la visita di routine e lasciata l'Infermeria alle spalle, Abi si incamminò verso la Biblioteca. Aveva scoperto come il bangaa che l'aveva atterrata ci lavorasse come responsabile: avrebbe potuto piazzargli qualche amuleto contro il fuoco, data tutta quella carta.

Intanto, mentre passeggiava tranquilla lungo i corridoi in direzione della sua meta, i suoi capelli registravano altre interessanti presenze all'interno di quel luogo, di cui si era già resa conto nei giorni precedenti: tra questi, c'era la carinissima rediviva coi capelli rosa (questa cosa della gente che tornava dall'altro mondo era una faccenda che le dava parecchio sui nervi - rendeva parecchio inutile il suo lavoro) e il ragazzino scorbutico che profumava di fine triste e certa (eppure credeva che un "ma che diamine vuoi te, stramba" l'avesse fatta desistere - tsk, sarebbe diventata il suo incubo a qualsiasi ora del giorno).

La voce dell'altoparlante gracchiò come la squadra di infiltrazione a Dollet fosse pronta per cercare le sacche di resistenza nella capitale.
Scheda personaggio Garden Club - Abi "Hade" De Vultures
grevier
User
Messaggi: 87
Iscritto il: 22 giu 2015, 01:20
Sesso: M
Località: Terni

Re: Garden

Messaggio da grevier »

- Sai Philip...- disse la Strega mentre il preside la raggiungeva sul terrazzo - è la prima volta dopo undici anni che rivedo Dollet
- Sei stata su Ivalice da quando...
- No per via del Macellaio ci siamo dovuti attrezzare con salti dimensionali anche noi della resistenza ne ho visitati di mondi, ma purtroppo alcune città sono cadute per mano di quel mostro.
Dollet fu una delle prime, la sua importanza strategica fece si che ci nacque uno dei gruppi principali della ribellione cosi, per dare segno di forza, il Macellaio la fece radere completamente al suolo, ma invece di far desistere i ribelli, li unì ancora di più creando uno dei rami principali dei Legionaries ma tutto questo avverrà tra più o meno tre anni
- Non se lo impediremo - replicò Pip serio
- Sono qui per questo...comunque non so se il gruppo di ribelli è già formato ma conosco colui che ne è o sarà a capo ovvero Samael Carrigan, si troverà a Timber per stringere alleanze quando cadrà Dollet andrò con gli altri visto che sono l'unica che lo può riconoscere e poi nessuno mi può riconoscere
- Vedo che hai già deciso tutto senza consultarmi, comunque va bene, le tue conoscenze ci faranno molto comodo sia qui che sul campo, sarai sotto il comando di Leon
- E ti pareva, non aspettava altro - replicò sbuffando la ragazza
- Potrà essere anche un dongiovanni ma in missione è uno dei miei uomini migliori
- Spero per lui che non faccia nulla senza permesso altrimenti sarà una delle tue "donne" migliori - concluse Winifred con un gesto secco della mano prima di andarsene



Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
Avatar utente
Lenne Silveross
User Junior
Messaggi: 47
Iscritto il: 05 feb 2016, 00:35
Sesso: F

Re: Garden

Messaggio da Lenne Silveross »

Con un sospiro Lenne si abbandonò sulla sedia del suo ufficio, una lattina ghiacciata stretta fra le dita e lo sguardo perso sulla mole di lavoro che la aspettava. Dopo aver accettato, con una certa riluttanza, di controllare che la nuova arrivata non facesse dell’infermeria la propria fissa dimora, era tornata al suo lavoro principale. Per un motivo o per l’altro, da quando erano capitati su Pulse non c’era stato modo di badare allo Zoolab, salvo rimettere in gabbia le creature che Biggs e Wedge avevano liberato nella loro brillantissima rivolta lampo. Aveva controllato e aggiustato i bracciali che Mocéton le aveva consegnato, un semplice sovraccarico aveva fuso un paio di parti, ma dall’espressione con cui Cain era passato a chiederle se fossero pronti all’uso aveva la sensazione che non sarebbero rimasti intatti a lungo. Il pigro ronzio del computer era l’unico suono a riempire la quiete della stanza. Chiyoko aveva deciso di darle tregua e si era appollaiata sul fermacarte, dal quale aveva preso a osservare con truce determinazione – Lenne si limitava a supporre fosse così – l’origami che Cat le aveva lasciato tempo addietro. Dopo aver aggiornato alcune schede, la donna si decise a guardare la gru, che nel frattempo si era impercettibilmente allungata verso la sua immobile copia.

«Si può sapere cosa stai facendo?»

«Insegno un po’ di buone maniere, signorina Silveross. È così maleducato ignorare gli altri quando ti parlano – e lei dovrebbe saperne qualcosa…»

Seguì un lungo, imbarazzante silenzio.

«Piccione. Quella è una gru di carta.»

«Adoro la sua capacità di evidenziare l’ovvio.»

«No, intendo» e scandì bene le parole. «Quella. È. Una. Gru. Di. Carta.»

Ulteriore, terribile silenzio.

«Oh.»

Scuotendo la testa, Lenne fece indietreggiare la sedia per alzarsi, i piedi di metallo che stridettero strusciando contro il pavimento; si voltò e raggiunse il piccolo frigorifero, lo aprì mentre Chiyoko borbottava qualcosa sottovoce. Tirò fuori un’altra lattina e fece per richiudere l’anta, poi ci ripensò e ne prese una seconda, che offrì alla figura dietro di sé appena si girò.

«Grazie.» Sky sembrò apprezzare non averla colta di sorpresa entrando, ma non era una persona di facile interpretazione e dietro la sua espressione rilassata poteva esserci ogni cosa.

La SeeD le rivolse un cenno del capo e tornò a sedersi alla scrivania, mentre la donna prendeva posto sul divano sdrucito e si guardava attorno con interesse. Fece alcune domande alle quali le rispose senza perdersi in dettagli, salvo non li chiedesse, e le illustrò il funzionamento della struttura, la gestione dei mostri e la supervisione dei non troppo occasionali scontri che si scatenavano all’interno delle simulazioni virtuali. Sky ascoltò con attenzione e lentamente Lenne si scoprì ad apprezzare la sensazione che le trasmetteva: aveva già avuto modo di riconoscerne l’efficiente praticità combattendo contro il Nulla, parlarle servì soltanto a farle capire che di una persona simile ci si poteva fidare. Nascosta dalla sua aria apparentemente tranquilla c’era una feroce determinazione che pochi nel Garden potevano vantare – e ad averla, la convogliavano sempre nelle situazioni meno indicate.
Sky no. Ed era quello a piacerle.

«Come va con la squadra di ricognizione?»

«A parte Rayehart e la Strega, nessun altro si è proposto per ora.»

Lenne annuì, quasi la risposta fosse una conferma a pensieri non espressi. Si appoggiò allo schienale della sedia, riflettendo, poi tornò a osservare Sky. «Cosa ne pensi?»

«Perché vorresti saperlo?»

«Da quanto ho potuto capire ti sei fatta carico di un’enorme responsabilità, nel tuo tempo. Hai combattuto una guerra, al cui confronto le esperienze di questo Garden sono appena delle scaramucce. E sei sopravvissuta. Perciò sono curiosa» ammise allargando le braccia con un sorriso a metà «di quale sarebbe la tua strategia in questo particolare contesto. Tutto qui.»

«Non so niente dell’uomo che voi chiamate Macellaio.»

«Nessuno sa qualcosa su di lui. Qualcosa di utile, intendo.»

Sky prese un sorso dalla lattina, lo sguardo fisso su un punto imprecisato della parete. Fra loro scorse un silenzio lungo, ma non fastidioso, e Lenne si limitò ad aspettare. «Silveross» esordì alla fine alzandosi in piedi «mi andava proprio di provare un paio di cose. Aiutami.»

Lenne inarcò un sopracciglio. «Mh?»

«L’arsenale dello Zoolab mi sembra piuttosto fornito. Ed io ho sempre preferito la pratica alla teoria.»

La SeeD sbuffò una risata, prima di seguirla. Haerii Lann Sky era tutto fuorché una persona prevedibile.
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
Avatar utente
Pup :>
Guerriero
Messaggi: 653
Iscritto il: 06 nov 2011, 11:41
Sesso: M
Località: Garden Club (ed a volte Napoli)

Re: Garden

Messaggio da Pup :> »

"Sei sicura di voler andare?"
Alys si spostò una ciocca di capelli dalla fronte.
"Sì."
La guardai. Un raggio di luce che filtrava dalle tapparelle le illuminava la fronte ed un occhio, che faceva fatica a tenere aperto, finché non sbottò, mi fece spostare, si spostò insieme a me trovando finalmente sollievo da quella fastidiosa luce.
Sorrisi assistendo alla scenetta, quindi sorseggiai un po' di birra.
Le mie riserve segrete erano drasticamente calate, nel periodo in cui il Garden era su Pulse (evidentemente non erano COSI' segrete!) ma le mie riserve super-segrete... quelle ancora non erano state scoperte.
In ogni caso avevo già ordinato su mooglezon una scorta di luppoli della palude dei Qu. Quina aveva le terre migliori per la coltivazione dei luppoli... nel giro di qualche mese la mia nuova birra sarebbe stata pronta e fermentata!
"Sicura di volerlo fare proprio adesso?" inclinai la testa nel farle la domanda.
"Ora che Leon è in missione è proprio il momento migliore..."
"No, aspetta, cosa c'entra Leon?" Alys smise all'istante di giocare con la sua ciocca e si fece tutta rossa in volto. Più o meno dello stesso colore dei suoi capelli.
"No, aspetta... non mi dire che..." scoppiai in una fragorosa risata, che ebbe l'effetto di far diventare Alys ancora più rossa.
"Ho bisogno anche io di divertirmi un po', cosa credi..." disse infine.
"Ma... Leon? Cioè... tu e lui?" dissi scoppiando nuovamente a ridere.
"Fottiti..." disse lei infine.

Il giro di saluti era finito. Mancavano solo Winifred ed Elza, in missione, e ovviamente Leon.
Ma era meglio così, i saluti stracciapalle non erano il suo forte e sicuramente non erano il forte di Leon. Inoltre sapevano entrambi che la cosa sarebbe dovuta finire presto, ma almeno se l'erano goduta.
"Cicci, ci mancherai un sacco!" disse Rina mentre Alys si allontanava.
"La prossima volta che ci vediamo voglio incrociare la mia lancia con la tua." aggiunse Moceton.
"Non preoccupatevi, sarete miei ospiti a Esto Gaza in qualunque momento vogliate." disse con un sorriso. "E tenetemi d'occhio Egil, che lasciato da solo fa solo danni."
Sworz fece un facepalm. Sapeva bene, suo malgrado, a cosa si riferisse Alys.
"Cadetta Alys, torna quando vuoi. Questo Garden è anche casa tua." aggiunse infine Pip, tendendole la mano.
"Grazie a tutti!" disse lei entrando nel Jumper.


"Mi hanno detto che hai un Kyactus..."
Lanciai un grido, sentendo una voce alle mie spalle. Poi mi girai di scatto, vedendo una strana figura femminile alle mie spalle.
"Egil Snow, SeeD. Mi sono informata su di te. Sono Abi de Vultures, piacere." aggiunse rapidamente.
"Allora, è vero che puoi evocare un Kyactus?"
Le risposi con un mezzo sorriso. Le parole sarebbero uscite solo dopo il rientro dell'attacco cardiaco.

Spoiler
Scusate il post piccolo e insignificante, ma non ho proprio tempo di postare ultimamente... ^^;
Cmq ciao ciao Alys, Egil torna come il mio personaggio attivo! :D
Avatar utente
Akainatsuki
User
Messaggi: 89
Iscritto il: 04 dic 2015, 23:41
Sesso: F
Contatta:

Re: Garden

Messaggio da Akainatsuki »

Egil prese fiato, sorridendo nervosamente: “Per essere appena arrivata sei ben informata…”

“...E rompiscatole. Ma questo è un commento della vostra collega dell’Infermeria” aggiunse Abi, mentre i suoi capelli annuivano mestamente, cosa che il suo interlocutore cercò di non notare, per non aggiungere ulteriori dolori al suo povero cuore.

“Ti piacciono i Kyaktus?” cercò di darsi un contegno, giocherellando con la barbetta. “Le piante del Garden sembrano avere problemi utlimamente…”

La vide fare una smorfia, arricciando il naso: “È... normale. Ho un problemino con le piante, ma nessuno con cactus, Kyaktus e tutta la specie grassa della famiglia.”

“Perché improvvisamente temo che Dabi avrà un sacco di compagnia qui?” mormorò sovrappensiero, spostando lo sguardo al tatuaggio, che per tutta risposta sembrò fremere, stranamente poco felice di avere tanti fratelli spinosi nelle vicinanze.

Prima che potesse rendersene conto, Abi gli aveva afferrato il polso, fissando incuriosita il disegno, per poi spostare gli occhi ai suoi capelli e all’occhio di magilite: “...Questo è il tuo Kyaktus?”

Quella tizia non conosceva per niente i concetti di minimo spazio per la tranquilla conversazione umana, come Lenne si era già appuntata mentalmente qualche giorno prima, ed Egil si ritrovò a pensare come il disagio costante di Recks fosse la più brutta sensazione che avesse mai potuto provare fino ad allora, da quando era stato costretto a bere della terrificante birra analcolica di terza categoria.

Stava sudando freddo e avrebbe moltissimo desiderato di veder comparire magari Paine, armata fino ai denti, per farsi staccare quella presenza di dosso.

“BIRRA!” esclamò strozzato, riuscendo nel suo intento. Abi indietreggiò di un passo, lasciandogli finalmente il polso.

“...Birra?”

“Stare qui a parlare in piedi nel bel mezzo del corridoio, nel bel mezzo di una missione (che stanno facendo gli altri, ma tant'è)... come primo incontro non ti sembra un tantino deprimente?”

Chinò il capo di lato, pensierosa: “Primo incontro... a essere sincera ti ho semplicemente incrociato per caso. Stavo cercando un paio di altre persone…”

Egil pensò a come quei poveretti avrebbero potuto essere la sua salvezza, ma prima che potesse aggiungere altro, Abi lo afferrò a braccetto, mentre un largo sorriso le si allargava in viso.

“Che birra sia! A Deling City vivono di importazione e quella di Centra non è granché...” trillò, stringendo la presa. “Inoltre è così raro che qualcuno mi inviti a bere, che sarebbe un peccato mortale rifiutare!”

“...E quelli che stavi cercando?” balbettò, cercando di trovare una via di fuga.

Gli rivolse un’occhiata divertita: “Oh, di solito la gente... muore dalla voglia di vedermi.”
Scheda personaggio Garden Club - Abi "Hade" De Vultures
Avatar utente
Pup :>
Guerriero
Messaggi: 653
Iscritto il: 06 nov 2011, 11:41
Sesso: M
Località: Garden Club (ed a volte Napoli)

Re: Garden

Messaggio da Pup :> »

"Conosco un bar molto simpatico che..."
"No. Questo è il mio campo, per favore lasciami lavorare."
"Sì, ma..."
"Per favore, no."
Guardai Abi gentile ma inflessibile. Il tono della mia voce non permetteva alcuna replica.
La ragazza fece un cenno di assenso con la mano, quindi si fece da parte.
La caotica Deling era ormai una vera metropoli, sicuramente la città politicamente più importante del Pianeta, piena di punti di ritrovo di politici, soldati, giovani alla ricerca di successo... Ma quelli erano banali specchietti per le allodole.
No... non era quella la direzione in cui guardare.
Deling era una città troppo grande per non avere una propria rete di criminali, rifiuti umani e, soprattutto, contrabbandieri.
E lì l'avrei finalmente trovata... la Tom-beer-ry gran riserva, con il suo colore ambrato, la sua densa schiuma, la sua fragranza di luppolo...
"Ehm... Sei ancora vivo?"
In effetti l'acquolina diventata bava, mentre fissavo immobile il vuoto, poteva trarre in inganno. Ma sì, ero ancora vivo. Abi si lascio scappare un "peccato" appena sussurrato.

"Buonasera!" urlai entrando nel bar. Beh, più che un bar era una bettola. Anzi, più che una bettola era un buco con un barista. Che non sembrava proprio un barista, ma più un avanzo di galera. Il signor avanzo-di-galera mi guardò truce, vedendo un ometto orbo dai capelli verdi accompagnato da una goth entrare nel suo più-buco-che-bettola-che-bar.
Il vociare tra i molti clienti -molti più di quanto il senso comune avrebbe suggerito ce ne potessero essere, anche considerando le dimensioni del buco- si fermò di botto, per riprendere solo quando chiesi una birra "particolare".

"Quindi... conoscevi già questo posto?" disse Abi sorseggiando la birra. Dopo il primo sorso ne prese rapidamente un altro. Si leggeva chiaramente sulla sua faccia che la scelta del posto non si era rivelata affatto sbagliata.
Cioè, escluso il tizio che volò sul nostro tavolo dall'altro lato del locale-buco e che disgraziatamente NON morì sul colpo.
"No, solo intuito nel trovarlo. Ho molti anni di esperienza, in questo settore." dissi con una risata.

*********************************************************************************************************************

Un cadetto ansimante busso alla stanza di pip.
"Preside Phoenix, preside Phoenix! Ce l'abbiamo, la nostra prima intercettazione sul macellaio!"
"Ottimo, fa un po' vedere."
Il cadetto porse il foglio a Pip, per poi prendere un po' fiato.
Il preside lesse con avidità la trascrizione dell'intercettazione.
"Nella telefonata si fa più volte riferimento a questo Larmor... Da come si parla di lui al secondo, ottavo e quindicesimo rigo abbiamo dedotto che potrebbe essere il macellaio, c'è una corrispondenza dei profili del 75%. Al momento pare essere impegnato in un incontro con dei trafficanti legati alla criminalità organizzata di Galbadia, a Deling City."

*********************************************************************************************************************

Sentii il codec vibrare. L'istinto di ordinare una terza birra ed ignorare quel messaggio fu quasi irresistibile, ma fortuna volle che quel quasi si mise in mezzo tra me e la mia sete.
Lessi il messaggio e la prima cosa che pensai quando lessi "Deling City" fu "ah". Un secondo "ah" mi nacque spontaneo quando lessi la parola "trafficante". Poi mi guardai attorno, ricordando per un attimo dove io ed Abi ci eravamo andati a cacciare. Un "ah" molto più grande dei precedenti.
Guardai la mia compagna di bevute per la serata, intenta a smerciare amuleti e malocchi dalla dubbia efficacia a criminali di bassa risma. "ah"
"Abi, cara, credo si sia fatto un tantino tardi..." le dissi sorridendo.
Intanto le mie dita si muovevano da sole sul codec, digitando compulsivamente un messaggio da mandare a Pip.
Avatar utente
Aura
Membro del Garden Club
Messaggi: 796
Iscritto il: 21 mar 2007, 22:45
Sesso: F
Contatta:

Calore

Messaggio da Aura »

7.40. La sveglia di Moceton fu così assordante da disturbare anche Cain. Sbuffò irritato: da quando gli avevano assegnato la stessa stanza era un susseguirsi di battute e battibecchi così periodici da essere diventati la quotidianità. Talvolta erano talmente concitati da essere richiamati dalle altre camerate. Colpi di scopa alle pareti, urla, grida, quell'ala del dormitorio maschile non era mai stata tanto chiassosa. Nonostante la richiesta di trasferimento, Pip aveva preferito lasciarli crogiolare nel loro stesso caos sperando che il loro rapporto ne traesse beneficio. O forse non aveva per niente voglia di sistemare la faccenda.
Il bangaa sbadigliò ed in men che non si dica fu in piedi. Aveva preso l'abitudine di rifare il letto fischiettando un motivetto allegro ed a Cain questo infastidiva ancor più della sveglia. Un fumetto abbastanza spesso volò per la stanza. Al bangaa bastò inclinare la testa per schivarlo.
- Fai silenzio, lucertola, - lo ammonì il ragazzo cercando qualcos'altro da tirare.
- Il sole è già alto, dovresti alzarti anche tu.
Un libro venne abilmente schivato con una giravolta.
- Non ti ho chiesto un consiglio, ma solo di fare silenzio. Sto cercando di dormire.
Il fischiettare del bangaa divenne più alto. Forse trovava divertente infastidire il suo compagno di stanza, o semplicemente amava canticchiare per conto suo. A quel punto ormai Cain fu completamente sveglio e dovesse tirarsi a sedere sul materasso controvoglia. Tastò il polso sinistro e gli diede un'occhiata. 07, nella norma. Anche quella mattina poteva tirare un sospiro.
- Io ancora non capisco perché fissi quel tatuaggio tutte le mattine, - gli disse Moceton mentre si avviava al bagno. Il ragazzo si sistemò i capelli senza ascoltarlo e si infilò la prima maglietta che trovò in giro. La voce del bangaa gli graffiò di nuovo le orecchie.
- Mbhe? Vuoi rispondere o no?
- Cazzi miei, - gli rispose con tono assonnato. Legò intorno al polso un braccialetto di pelle, quindi si appropriò anche lui del bagno. La vista del compagno nudo ormai non gli faceva più effetto, anche perché una lucertola rimaneva pur sempre una lucertola qualsiasi fosse il punto di vista. Si lavò la faccia e si preparò ad uscire, incurante dei richiami del compagno.
Non appena mise fuori il naso dalla stanza, la voce all’altoparlante riferì al Garden intero che la squadra di Dollet era appena rientrata. Cain alzò le spalle, quindi rientrò in stanza. Poco prima di partire, Leon gli aveva lanciato una sfida allo zoolab. Sperava solo che non fosse così stupido da rimangiarsi la parola.

- Questo è quello che siamo riusciti a intercettare.
Philip diede un’ultima occhiata al foglio. Larmor, Deling City, la criminalità organizzata di Galbadia. Volendo avrebbero potuto mettersi subito sulle tracce di questo contatto, tuttavia il sesto senso del preside gli disse di fermarsi un momento a pensare. Nel frattempo Rayearth fece il suo ingresso nella sala delle comunicazioni.
- Ci sono state difficoltà?
Leon alzò un cipiglio, - Nulla di ingestibile. Indovina un po’ chi è a capo della resistenza? Edea Kramer.
Lo sciamano azzardò un sorriso, - Chissà perché me l’aspettavo.
- Mi ha lasciato un messaggio per me, meglio se ne discutiamo in privato.
I due si spostarono in un’altra stanza, lontano da orecchie indiscrete. Evidentemente doveva trattarsi di qualcosa di veramente importante per necessitare di tutta questa segretezza.
- La resistenza sta avendo dei grattacapi in tutto il mondo. Ci sono sedi a Deling, Balamb ed Esthar, alcuni si sono rifugiati persino al villaggio degli Shumi che, al momento, è l’unico posto sicuro in questo pianeta. Hanno avuto contatti anche da altri luoghi, ma di questi la maggior parte di loro è stata catturata e fatta sparire. Purtroppo si tratta di una resistenza ancora troppo sparpagliata per riuscire ad organizzare qualcosa di concreto. Il nostro appoggio per loro sarebbe una manna dal cielo.
Philip annuì, - Confesso che mi piacerebbe molto unirmi a loro, ma non siamo proprio “ignoti” come potrebbero esserlo loro.
- Per questo Edea mi ha chiesto di proporti un affare. I poteri di Winifred potrebbero avere un grosso impatto nella vicenda e lei è una strega a tutti gli effetti.
Il preside assottigliò lo sguardo, sapeva dove sarebbe andato a parare. Sospiro insicuro della risposta.
- Non credo risolverà le cose, si tratta di un vero azzardo.
Leon incrociò le braccia, interdetto, - So che è follia, questo insegna la storia. Vorrei ci fosse un’altra soluzione ma, a sentire Edea, sembra l’unica cosa a cui ha pensato nel momento in cui ha visto Winifred.
- Teniamola da parte. Penso che se dobbiamo tentare una via, la Compressione Temporale sia l’ultima. Abbiamo una pista al momento, vediamo di scoprire prima quali sono le motivazioni che spingono il Macellaio a muovere tutto questo. Sarà anche bramoso di potere e uno stratega infallibile, ma sono convinto che ha uno scopo di cui al momento ignoriamo l’esistenza. Spostiamo il Garden verso l’oceano occidentale, contatterò Abi ed Egil che al momento si trovano proprio a Deling City. Magari riescono ad infiltrarsi nella riunione di questo Larmor e scoprire cosa sta trafficando.
Il pilota si fece serio, - Nel frattempo?
- Moceton continuerà a monitorare le onde radio. Se scoprirà altro procederemo in quella direzione. Con Edea potrei invitare lei ed il suo gruppo a stare qui in Garden, ma penso che la sua posizione a terra sia più favorevole della nostra. Manteniamo le distanze per il momento. È un’alleata preziosa ed il suo aiuto potrebbe essere vitale nella vicenda, voglio evitare di metterla ulteriormente nei guai.
Leon si passò una mano sul mento, - Dove hai detto che si terrà la riunione di Deling?
- Al ristorante Il Mumba Nero. Non so l’orario, ma dovrebbe essere imminente. Manderò un messaggio ad Ebi ed Egil di tenere d’occhio il posto.

L’aria calda dello Zoolab gli scottò i polmoni. Aspirò avidamente dalla sigaretta rilasciando piccoli anelli di fumo grigio. Il suo avversario si presentò sul campo con uno sguardo acido. Leon serrò la mascella e lanciò un sorriso di superiorità a Cain. In tutta risposta il ragazzo rizzò la schiena pronto alla battaglia.
- Sei un pessimo compagno di squadra, sai? - lo provocò il Commander sfoderando una delle claymore. - Da quel che ho visto a Pulse, non sei affatto un tipo collaborativo.
Il cavaliere nero alzò la testa, il cuore gli martellava già potente nel petto - Sono in grado di cavarmela da solo, non ho bisogno dell’aiuto degli altri per fare il mio lavoro.
- Però sai mettere a repentaglio la vita degli altri. Bella mentalità.
Cain aspirò l’ultimo centimetro di tabacco. Poi fissò greve il suo avversario.

Il profumo della carne al sangue gli aprì lo stomaco. Rigirò la lingua fra i denti, assaporando l'aquilina per un istante prima di immergersi nella calda luce del ristorante. Il cameriere scortò lui ed i suoi due uomini ad un tavolo in fondo alla sala, immerso fra una fila di piccole piante ed un acquario colmo di pesci tropicali. Il vino era già stato servito ed il suo bicchiere brillava di un vermiglio così vivo da far accapponare la pelle. Osservò da lontano il suo contatto, la mano volò istintivamente alla tasca dove teneva un campione della sua merce. Con passo sicuro si diresse al tavolo ed il sorriso che Larmor gli rivolse gli gelò il sangue.
Avatar utente
pad93
User Junior
Messaggi: 62
Iscritto il: 29 gen 2017, 20:00
Sesso: M
Località: Ivalice

Re: Garden

Messaggio da pad93 »

Dietro il bancone della biblioteca Moceton cercava di svolgere la maggior parte delle mansioni il più velocemente possibile. Aveva ancora numerosi libri da reinserire nel catalogo e molti altri da riporre al sicuro sui loro scaffali quando alzò lo sguardo verso l'orologio. A quell'ora avrebbe già dovuto essere in sala comunicazioni ad monitorare la rete. Detestava essere in ritardo, ma odiava ancora di più il disordine che regnava il biblioteca.
Il giorno successivo avrebbe dovuto alzarsi ancora prima per finire di mettere a posto, il solo pensiero delle lamentele di Cain gli faceva desiderare di poter dormire in biblioteca.
Arrivò in sala comunicazioni e si mise in ascolto.

***

Codec:
Egil"Garden, qui Egil, mi ricevete?"
Moceton"Buona sera SeeD Snow, si, perfettamente."
Egil"Suvvia, che bisogno c'è di essere così formali. Sei il bangaa; il bibliotecario, giusto? Chiamami pure Egil"
Moceton"Si, sono Moceton, e d'accordo Egil. Dimmi pure"
Egil"Novità riguardo l'incontro?"
Moceton"Attualmente sto monitorando i canali che ho a dispozione all'interno del ristorante, l'unica cosa che posso vi posso dire è che l'incontro sta avvenendo in questo momento".
Egil"D'accordo, tienimi aggiornato. Chiudo".

Moceton osservò il computer davanti a sé.
Nell'aera di Deling City una piccola luce si illuminava ogni qualvolta una trasmissione veniva effettuata dalla città. Restrinse il campo al centro di Deling City, dove dalle ultime cartine e guide a sua disposizione era situato il ristorante Mumba Nero.
Iniziò ad ascoltare le conversazioni nell'area.

Ignoto I"...repari una teglia di tantal alla parmigiana? Non devi, davvero."
Ignoto II"Questo e altro per il tuo compleanno!"

Cambiò canale.
La sola idea di quel piatto creò una voragine nello stomaco del bangaa.

Ignoto III"...ire da me, legarmi e fare tutte quelle cose di cui mi parli sempre"

Cambiò canale.
Non era la prima volta che sentiva conversazioni di quel genere.

Ignoto IV"...rmor, non sono qui per farmi prendere in giro"
Ignoto V"Oh, certo che no, ma siamo in un ristorante, e siamo qui per cenare. Non ti dispiacerà se mi sono preso la libertà di ordinare anche per te."

I suoni arrivavano attutini, come se passassero attreverso degli strati di tessuto. Una voce vibrava leggermente, come se chi parlasse cercasse di mascherare la propria agitazione, mentre l'atra suonava estremamente calma.

Ignoto V"Troverai questo taglio molto delicato, l'ho lavorato personalmente"
Ignoto IV"Si, è assolutamente eccezionale. Quindi, Larmor, che ne pensa della nostra coda di Geezard?
Larmor"Porti pazienza, Odell, stiamo ancora cenando."
Odell"Si... certo."
Larmor"Come sta il vecchio Larius? In forma come sempre, mi auguro.
Odell"Si, ha avuto alcuni piccoli inconvenienti con le scorse elezioni. Nulla che non si potesse risolvere".
Larmor"Lo so bene. Ma mi dica, come sta sua figlia Tamra?"
Odell"Lei sta benissimo, grazie per averlo chiesto".

Per alcuni minuti gli unici suoni che si sentirono fuorono quelli delle posate sui piatti.

Larmor"Ora che abbiamo cenato come si deve, mi segua"

Udì rumore di passi e alcune voci indistinte di sottofondo. Sentì il suono di una porta che apriva, poi di nuovo passi ma questa volta con una leggera eco.

Larmor"Come può ben vedere, ho preparato personalmente il suo taglio di carne"
Odell"Ma... no... no!"

Nel microfono si udirono diversi conati di vomito e delle grida, poi il tonfo di due corpi per terra.

Larmor"Adesso possiamo parlare d'affari".

Sentì piangere e singhiozzare ed il canale smise di trasmettere.
Avatar utente
Lenne Silveross
User Junior
Messaggi: 47
Iscritto il: 05 feb 2016, 00:35
Sesso: F

Re: Garden

Messaggio da Lenne Silveross »

«Non molto rassicurante.»

Concentrato com'era nell'ascoltare la conversazione, Moceton trasalì e si voltò a guardare Lenne immobile alle sue spalle.

«Mi hai fatto... Da dove arrivi?»

La donna inarcò un sopracciglio. «Sono appena entrata. Ti cercavo per riconsegnarti questi» aggiunse sollevando la borsa di pelle dove aveva tenuto fin dalle terme i libri presi in prestito. «Non ti ho trovato in biblioteca e pensavo volessi riaverli prima di subito.»

«E come sei riuscita a sentire tutto?»

Lenne scrollò le spalle. «Ho un udito molto fine.»

«Egil e la nuova arrivata, Abi, sono a Deling in questo momento» il bangaa glissò sulla risposta. «Sono gli unici SeeD sul campo ora e due potrebbero essere troppo pochi ma è l'unica possibilità che abbiamo.»

«Ti accompagno da Philip» lo anticipò lei. «Mi unirò a loro come rinforzo.»

Moceton annuì e in silenzio percorsero la strada fino alla Presidenza. Il bangaa non sembrava ansioso di discutere su quanto avesse captato, né Lenne era interessata a indagare. Sangue, omicidi, qualcosa di creativo a uso e consumo di Larmar stesso e del suo autocompiacimento, coercizione: se davvero dietro quel nome si nascondeva il Macellaio, c'erano pochi dubbi su cosa fosse accaduto al Mumba Nero.

Il Preside ascoltò il resoconto con espressione cupa. «Non ha perso tempo. E noi, ancora una volta, non ne abbiamo per organizzarci a dovere.» Si rivolse a Lenne, serio come poche volte la SeeD ricordava di averlo visto. «Hai un ordine soltanto e tienilo bene a mente: raggiungili il prima possibile ma non unirti a loro. Tieniti in disparte, pronta a intervenire, e comunica attraverso questa linea. Alexandra l'ha criptata, non potrà essere intercettata perciò lasciate il canale sempre aperto. Non provate ad affrontarlo, non da soli e non su un terreno dove sa muoversi meglio. Ci sono vite civili in gioco. È chiaro?»

La donna annuì e uscì dalla stanza senza chiedere altro. Le parole di Philip la accompagnarono anche mentre raggiungeva la periferia di Deling City a bordo di un jumper. Il Preside aveva ragione: il Macellaio aveva già dimostrato loro di cosa fosse capace ed era abbastanza per non rischiare di allungare la sua lista di vittime.

«Dodici gradi a nord-ovest» ordinò Schwarzlight, che stava seguendo i suoi spostamenti. «C'è un punto sicuro dove abbandonare il jumper, poi prosegui a piedi.»

«Credevo ci fosse più libertà di azione, rispetto a Dollet.»

«La situazione sembra più complicata del previsto.»

Tradotto in una lingua che non soffrisse le metafore obbligate della burocrazia, disperata. Lenne assentì ed esalò un breve sospiro. Abbandonò il mezzo qualche minuto dopo. Sarebbe stato meraviglioso prodursi in una smaterializzazione con tanto di teletrasporto, ma si accontentò dell’eccezionale quotidianità dei fatti e procedette verso la zona dove si trovavano gli altri due SeeD. L'aria aveva una consistenza pastosa, densa di pioggia. Deling era un alveare che generava e si nutriva di rumore, ma era quello che cercava per passare inosservata. Allungò il passo, confondendosi tra la folla grazie anche all'assenza della spada da cui raramente si separava, fingendosi per una volta una persona normale - non c'era voce tuttavia che sfuggisse al suo orecchio.

Codec:
Lenne: sono in posizione, aspetto le vostre direttive.
Abi: Silveross, vero? Questa è un'ottima notizia!

Lenne preferì non indagare il motivo di tanto gaudio e rimase in attesa.

Spoiler
Da cellulare non ricordo il codice per il rosso, perciò ho messo le parole di Philip in grassetto.
[ Post inviato da iPhone ] Immagine
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
Avatar utente
Akainatsuki
User
Messaggi: 89
Iscritto il: 04 dic 2015, 23:41
Sesso: F
Contatta:

Re: Garden

Messaggio da Akainatsuki »

Trafficanti di Fenice.

“...Credevo fosse una coda di Geezard” commentò Egil, giocherellando con la barbetta, mentre con lo sguardo cercava di seguire i movimenti dei due uomini a poca distanza da loro.

“Deling City, ultime notizie della serata: se ci si mettesse a trafficare semplici code di Geezard, allora il mondo starebbe davvero andando a rotoli” ribattè Abi rigirando la forchetta nel piatto. “Ho vissuto in questo posto abbastanza per conoscere giusto un paio di paroline in più… ma a quanto pare non ho ancora imparato a non ordinare il pesce à la Balamb fuori da quell’atollo.”

Rivolse al suo accompagnatore un’espressione scocciata, muovendo mogiamente la testa branchiata della sua portata principale e facendola boccheggiare a mezz’aria.

“Per favore… è disgustoso” sospirò, cogliendo l’attimo in cui Larmor e il suo compagno si alzavano dalla sedia, per allontanarsi dalla sala.

La testa di pesce boccheggiò a pochi centimetri dalla sua faccia, gli occhi vuoti che si riflettevano nella magilite: “Pensi dovremmo seguirli?”

“Fingiamo di andare al bagno, separatamente, e ci mettiamo alle loro calcagna” sentenziò, strisciando a sua volta la sedia e lasciando l’altra al tavolo, ancora impegnata nella sua recita. “Inoltre, non si gioca con il cibo.”

“E’ morto. Non gli importa più nulla ormai” sorrise, lasciando andare il suo personalissimo passatempo e afferrando Egil a braccetto, per poi incamminarsi a larghe falcate sulle orme del loro obiettivo. “Mai separarsi. Nei film dell’orrore c’è sempre il genio che propone l’idea e alla fine fanno tutti un’orribile e sanguinolenta fine.”

Niente magie, niente armi, niente camuffamento, solo una gran faccia tosta. Egil pensò a come stessero rischiando di venire cacciati a pedate da quel locale (”Non ti preoccupare, conosco lo zio del cugino della cognata di terzo grado che fa il pelapatate lì e un posticino - spero - lo troviamo. Vicino ai bagni. Su un tavolo di fortuna, ma meglio che niente”), o ancora peggio, di far saltare la loro copertura e mettere tutto il Garden in pericolo.

“...Sarebbe stato meglio se fossimo andati separatamente” sbuffò, mente si appiattivano contro un muro per far passare un cameriere frettoloso e glissavano gli sguardi interdetti di chiunque incrociassero. “Ci sono di mezzo molte più persone di quante ti possa immaginare, Abi. Posso capire che per te far fare una brutta fine a parecchia gente potrebbe essere un buon guadagno, ma…”

Un dito gli venne ficcato senza troppi complimenti nell’occhio sano.

Prima che potesse ribattere, dei rumori poco rassicuranti catturarono l’attenzione di entrambi, mentre i capelli di Abi tornavano a muoversi inquieti come non li aveva mai visti fare prima.

“...Siamo arrivati tardi, Snow” mormorò piatta.

“E’ quello che penso io?” ribatté l’altro, asciugandosi l’occhio arrossato e appuntandosi mentalmente di non fare più battute sarcastiche.

L’annuire grave di Abi confermò le sue supposizioni.

”Adesso possiamo parlare d’affari.”

La voce dell’uomo conosciuto come Larmor - il Macellaio al 75% (per gli amici) - risuonava come un sinistro sibilare. Tuttavia i due infiltrati non potevano muoversi dal loro angolo: la porta era piantonata da due energumeni tutt’altro che affabili e del tutto poco intenzionati a lasciare la loro postazione.

“Lenne potrebbe calciorotarli” mormorò Egil, mentre leggeva sopra la spalla di Abi il messaggio... e questa prontamente proponeva di rimando.

Codec:
Abi: Snow dice che potresti CALCIOROTARLI!

Egil: Non ho detto nulla del genere!!! Questa è PAZZA!

Lenne: Non commento e ho ordine di non affrontare nessuno in campo aperto, intesi? Niente eroismi.

Non appena finì di scrivere quelle parole, Lenne dentro di sé sentì come, in quello scantinato di un ristorante 2 Triostella Mooglelin, i concetti che aveva cercato di imprimere pixel per pixel avevano buone probabilità di venire elegantemente dimenticati nel giro di pochi secondi.
Immagine

Codec:
Lenne: Ripeto. Niente eroismi… e niente guadagni facili, De Vultures.

Egil ridacchiò nel leggere il messaggio, ricevendo per tutta risposta un nuovo dito ficcato nell’occhio sano: “...Ma non sono stato io…!” mormorò soffocato.

“Allora, cosa facciamo? Restiamo qui ad aspettare che continuino a contrabbandare povere fenici indifese e intanto si dedichino allo scuoiamento di altrettanti esseri umani, oppure abbiamo un’idea geniale da mettere in azione?”

Dovevano attirare, ma non troppo, l’attenzione di quei due energumeni e cercare di salvare il salvabile… coinvolgendo Lenne solo se fosse stato strettamente necessario.

“...E’ tempo di piastrella” sospirò Egil, ricevendo di rimando un’occhiata confusa.
Scheda personaggio Garden Club - Abi "Hade" De Vultures
Avatar utente
Aura
Membro del Garden Club
Messaggi: 796
Iscritto il: 21 mar 2007, 22:45
Sesso: F
Contatta:

Per pochi grammi

Messaggio da Aura »

- E' tempo di piastrella, - sospirò Egil. Lo sguardo confuso di Abi si concentrò su di lui, rimirando per un attimo l’occhio cristallino che caratterizzava il suo viso. Sulla sua superficie i riflessi delle lampade apparivano come piccole lucciole imbalsamate, sfavillando al minimo battito di ciglia ed assottigliandosi nel cambiare obiettivo. Il compagno scoccò le dita e una lastra di ceramica smerigliata apparve davanti a sé. A parte la filigrana lievemente più scura, quella piastrella era uguale identica a quelle che componevano il pavimento. I capelli della ragazza sogghignarono come consci del futuro.
Senza dare nell’occhio, Egil pose la piastrella a terra. Qualche istante dopo un cameriere passò da quelle parti diretto alla cucina. Il piede si fermò esattamente sulla mattonella. Scivolò e l’urlo del povero ragazzo mentre percorreva velocemente tutto il corridoio si unì a quello di altri camerieri intenti ad evitarlo all’ultimo. Alla fine del percorso si schiantò contro i due energumeni che sorvegliavano la porta, uscendone così devastato dallo schianto da svenire.
- Bella trovata! - Abi rizzò il collo e cercò di trattenere le risate nel complimentarsi con il compagno. In tutta risposta Egil le fece segno di seguirlo.
Uno dei due guardiani afferrò il cameriere per il colletto e cercò di rimetterlo in piedi con una scrollata vigorosa. A nulla servirono anche gli schiaffi dell’altro energumeno, tant’è che i due si allontanarono di qualche passo dalla porta per abbandonare la vittima in un angolo. Approfittando della situazione, i due Seed varcarono la porta e la richiusero senza far rumore alle loro spalle.
- Ok, e adesBLEAH!
L’odore denso di frittura e pesce le fece rivoltare lo stomaco. Si tappò la bocca cercando di non pensare alla testa di merluzzo che boccheggiava prima nel suo piatto e concentrandosi sulla missione in atto. A parte un paio di porte che conducevano una alla cucina e l’altra al magazzino, ben presto si ritrovarono sul retro del locale. La via era stretta e buia, costeggiata da un alto palazzo dalle cui finestre si potevano sentire i canti stonati di un uomo sotto la doccia. Lì l’aria mutò in un olezzo nauseabondo di cibo sprecato e verdure andate a male. Abi si vide costretta a cercare un fazzoletto per sopravvivere. Egil invece sembrava non risentirne.
- Quando hai dei nipoti piccoli sopravvivi ad ogni cosa, - fu la sua spiegazione allo sguardo stupito della becchina.
- Comunque qui non vedo nessuno, dove sono andati?
- Mhh, forse sono nel magazzino, - ipotizzò il ragazzo – Torniamo indietro.
- DEO GRATIAS!

Appiattito contro il muro, il mago accostò appena la porta di ferro. Aria fredda ne uscì accompagnata dall’odore di carne congelata e menta piperita. Abi assaporò per un attimo quell’aroma stringendosi le braccia per non far insorgere la pelle d’oca. Dall’interno la voce seria e composta di un uomo si perdeva fra un barattolo e l’altro in quel labirinto di metallo. Il compagno avvicinò il viso alla porta sperando che il microfono incorporato nell’auricolare captasse la conversazione. Almeno anche Moceton avrebbe potuto ascoltare in presa diretta.
- Sembra interessante - argomentò quello che doveva essere Larmor. La voce all’orecchio di Egil parve fin troppo famigliare.
- Quello è solo un campione, - continuò Odell stringendosi le mani, - Ma possiamo arrivare ad un chilo di quello con il nuovo carico.
- Un chilo? Mmh... Quante fenici servono per farne pochi grammi?

L’altra voce ere traballante e sottomessa, eppure rispose senza timore, - Circa dieci, non sono poche. Con il prossimo carico re arriveranno altre cinquecento Sono pochi esemplari, ma…
- Capisco - lo interruppe Larmor con una nota cordiale, - Si assicuri che tutti gli esemplari arrivino in salute. Servono tutte giovani e sane se non vuole far compagnia ad un buon piatto di fave.
Gli occhi di Odell andarono sul cadavere steso sul tavolo di ferro. Goccia dopo goccia il sangue aveva formato una pozza che, come un piccolo animale ferito che cerca l’aiuto del proprietario si allargava verso la suola delle sue scarpe. Fece un passo indietro sotto lo sguardo cinico del probabile Macellaio.
- Non sia spaventato. Come diceva Socrate, la morte non è una sconfitta, bensì una cura. Forse è per questo che la gente muore ogni giorno. Se non siamo noi, ci pensa Dio. A Dio deve piacere oltre modo uccidere, lo fa in continuazione. E noi non siamo fatti a sua immagine e somiglianza?
Odell si strinse nella giacca, - Ha bisogno di altro?
- Sì, Odell. Non appena il carico giunge a destinazione, fai arrivare cento fenici ad Esthar sotto mio nome. Saprò che sono le mie.
- Quale nome?
L’uomo gonfiò il petto, - Larmor Smithers. Mi servono tutte per la fine del mese, sono stato chiaro?
- C-cristallino.
Abi sospirò e mandò uno sguardo significativo ad Egil. Subito dopo il suo viso si rabbuiò per un istante, rilasciando una risatina da bambina scoperta con le mani nel sacco.
- Ehm, sarà meglio andare.
In fondo al corridoio, le due guardie scavalcate minuti prima si irrigidirono nel vedere due ragazzi sospetti.

Codec:
- Lenne, ci serve una via di fuga!

La voce di Egil al codec era bassa ma tremolante. La ragazza fissò l'orizzonte lasciandosi andare a un sospiro di rassegnazione.
Codec:
LENNE: Quale parte del "niente eroismi" non ti era chiara?
EGIL: Non è stata colpa mia! Ci hanno beccati a bon, stiamo scappando via! Il problema è che questi due armadi sono veloci.
LENNE: Andate verso il centro, da quelle parti dovrebbero esserci i mercatini d'estate.
ABI: Uh, ci fermiamo a prendere una ciambella? Il pesce di prima mi è rimasto sullo stomaco.
LENNE: Che fine ha fatto Larmor?
ABI: Ti ricordo che siamo inseguiti da due armadi.
LENNE: ...
EGIL: AAAAH! Ha parlato di un carico di fenici diretto ad Esthar a nome di Larmor Smithers. Di più non sappiamo.
LENNE: E l'uomo che era con lui?
ABI: Non so se è ancora con lui. Si chiama Odell, è un trafficante di non-so-cosa. Ha con sè un campione di non-so-cosa. Ma possiamo parlarne quando non siamo in fuga da due...
LENNE Armadi? Cercate di seminarli al mercato, io seguirò le tracce di Odell prima che lasci la città. Voglio sapere cosa ha con sè, passo e chiudo.
ABI: COSA?

Avatar utente
Lenne Silveross
User Junior
Messaggi: 47
Iscritto il: 05 feb 2016, 00:35
Sesso: F

Re: Garden

Messaggio da Lenne Silveross »

«Non dobbiamo perdere tempo, signorina Silveross» disse Chiyoko mentre Lenne si spostava rapidamente verso il retro del Mumba Nero nella speranza, se non di trovare Odell ancora lì, almeno di avere una pista da seguire. «Questo traffico ignobile va fermato quanto prima.»

«Non ti facevo così devota alla giustizia» mormorò lei, appiattendosi contro un muro per lasciar passare una coppia di ignari ragazzi. Poté giurare di aver sentito la gru fremere indignata.

«Prodigarmi perché tanti dei miei simili non vadano incontro a un’ingiusta sorte, è quantomeno doveroso. Ho anch’io un cuore, sa.»

Seguì uno dei consueti silenzi che intercorrevano quando l'origami se ne usciva con affermazioni discutibili.

«Tuoi simili?» ripeté la SeeD.

«Certo. Sono come me!»

«Sono immortali, piccione.»

«Sono ignifughi, signorina Silveross.»

«Prendono fuoco spontaneamente. Cosa che tu, purtroppo, non fai.»

Tra una risposta e l'altra avevano raggiunto i vicoli meno illuminati: un insieme di odori principalmente sgradevoli colpì l'olfatto della donna, che si sforzò di isolare il solo familiare. Il vago sentore di birra che caratterizzava Egil la guidò a ritroso fino ai magazzini e lì fu un lezzo ancora più penetrante a saturare l'aria. Metallico, rugginoso. Sangue, pensò Lenne muovendosi circospetta verso la sua fonte. Annusò l’aria come un lupo, fiutò la morte e la paura mentre proseguiva fra gli scaffali di un interminabile magazzino. Trovò il cadavere quando ancora le pozze rossastre ai piedi del tavolo non si erano raggrumate, nonostante il freddo, e gli dedicò un’occhiata attenta: il corpo era ridotto talmente male da rendere impossibile stabilire la causa del decesso ma l’orrore di quel fatto la coinvolse in modo superficiale. Il volto era irriconoscibile, il torace era stato aperto e del cuore non c’era traccia. Lenne si passò una mano fra i capelli con un sospiro. Inutile perdere tempo con chi non poteva darle risposte. Forse avrebbe avvisato le autorità. O l’avrebbe fatto Philip.

«Sei riuscita a localizzarlo?» la voce di Moceton gracchiò improvvisa attraverso l’auricolare.

«Non ancora ma dubito sia molto lontano.» La SeeD si guardò attorno, individuando un percorso che andava più in profondità nel magazzino. «È probabile stia cercando una via di fuga dalla zona di scarico delle merci.»

«D’accordo, tienimi aggiornato. Chiudo.»

«Potrei avere un piano» prese parola Chiyoko prima che la donna potesse rimettersi all’inseguimento.

Lenne alzò un sopracciglio, la invitò a proseguire. La gru lasciò la sua spalla per piazzarsi di fronte a lei, rimanendo sospesa in un mutismo insolito e che dopo qualche secondo iniziò a essere inquietante. Stava per dire qualcosa, quando qualcun altro la interruppe.

«Signorina Silveross. È un piacere fare la sua conoscenza, sebbene non di persona.» Una voce maschile parlò al posto dell’origami e dopo un attimo di smarrimento, Lenne comprese chi fosse.

«Il signor Tuesti, immagino. Le circostanze non sono le più favorevoli ma il piacere è mio.»

«Ho saputo delle vostre difficoltà, fosse anche perché l’operato del Macellaio sta avendo ripercussioni qui sul Pianeta. Mi permetta di offrirle aiuto, dove è possibile.»

La donna diede la schiena al cadavere sul tavolo, per avere altra vista che non fosse carne esposta, e raccolse da terra una piuma scurita dal sangue. «Sto inseguendo un uomo, Odell. Commercia illegalmente a quanto pare e il suo prossimo carico saranno cento fenici da consegnare fra un mese a Esthar.»

Chiyoko tornò a posarsi sulla sua spalla. «Un numero considerevole.»

«L’ho pensato anch’io. Perciò sospetto che possa muoversi nel Multiverso, o quantomeno abbia contatti al di fuori di questo pianeta.»

«Roderick Odell era un nome conosciuto a Midgar, prima che prendesse il nome di Edge» la voce di Reeve Tuesti era pacata, misurata come le informazioni che si apprestava a fornirle. «Ha avuto legami con la Shin-Ra e sì, la sua merce speciale sono sempre state le fenici. Sapeva dove procurarsele, aveva i mezzi e i soldi, nonché una discreta protezione. Dopo la caduta della Meteora, di lui si sono perse le tracce.»

«Fino a oggi.»

«Fino a oggi» convenne l'uomo. «Tuttavia ritengo improbabile che la sua influenza sia pari a quella di un tempo. Il WRO non riceve più segnalazioni di traffici illegali legati a lui, il che mi spinge a credere che le sue attività siano limitate alla zona in cui si trova attualmente.»

«Cento fenici solo su questo pianeta. Suona improbabile.»

«Le mie conoscenze in merito sono limitate, temo. A preoccuparmi piuttosto è la quantità richiesta.»

Lenne si fece attenta. «Si spieghi meglio.»

«Conosce l’hagoromo?»

«L’abito celeste della leggenda? È solo una storia fra le tante, folklore.»

«Qual è la verità, signorina Silveross? Ci sono molte verità… e molte versioni della stessa storia. Considerata la situazione, le suggerisco di non escludere nessuna ipotesi e trovare Odell prima che riesca a lasciare la città.»


La SeeD si prese qualche secondo per riflettere. «Terrò a mente le sue parole, signor Tuesti. Saluti per me la nostra comune amica» concluse.

«Lo farò senz’altro. Un’ultima cosa» aggiunse e lei si fermò in ascolto. «Le farà piacere sapere che sono entrambe al sicuro. La signorina Fayer ha insistito per ricordarle di farsi viva ogni tanto, sebbene con un linguaggio più… incisivo del mio.»

Lenne trattenne una risata. «Lo farò. Grazie. Per tutto.»
* * * * * * * * *
Roderick Odell non poteva saperlo.
Roderick Odell non poteva neppure immaginarlo.
Aveva appena raggiunto l'ampio cortile oltre il magazzino, quando Lenne calò su di lui sbattendolo al suolo con forza sufficiente da lasciarlo intontito. I due uomini di scorta ebbero giusto il tempo di capire cosa stava succedendo: troppo rapidamente perché potessero contrattaccare, colpì il primo al naso, al fegato, gli assestò una gomitata sotto al mento che lo mise fuori combattimento. Si abbassò per evitare il proiettile esploso dal compagno e lo raggiunse subito dopo, gli spezzò il polso costringendolo a lasciare la presa sull'arma con un grido strozzato. Lo scricchiolio della mandibola contro le sue nocche fu l'ultima cosa che il mercenario avvertì prima di perdere conoscenza. Avrebbe dovuto ucciderli, si disse mentre si avvicinava a Odell, che cercava invano di allontanarsi a carponi. Sarebbe stato meglio ma preferì relegare quel pensiero in un angolo della testa e senza troppe cerimonie sollevò il trafficante da terra, stringendogli la gola così forte da fargli mancare il fiato.

«Da dove proverrà il carico di fenici?»

«Io... io non so di cosa stai parlando!»

Si ritrovò scagliato contro i bidoni dell'immondizia. Gemette qualcosa d'incomprensibile prima che Lenne lo rialzasse di peso e lo sbattesse contro la parete, sul volto un'espressione imperscrutabile.

«Le cazzate mi fanno solo imbestialire, sai?»

L'uomo si dimenò inutilmente, provando a migliorare la sua situazione precaria. «Lasciami andare!»

Un pugno allo stomaco gli procurò un conato. Senza poter respirare a dovere, tuttavia, rischiò di soffocare. La donna allentò un poco la presa, quanto bastava perché non morisse lì e subito.

«Dimmi la verità, idiota. Mentire non è un'opzione plausibile.»

Odell deglutì a fatica un paio di volte, sentendo il sapore acido e nauseante della propria paura sulla lingua. «Va bene, va bene!» gridò. Non era mai stato coraggioso. In passato si faceva forte delle protezioni che gli venivano assicurate ma in quel momento nessuno avrebbe garantito per lui. «Le isole! Le catturiamo sulle isole!»

«Quali isole?»

Nessuna risposta. Il trafficante mugolò qualcosa sul fatto che Larmor lo avrebbe scuoiato vivo - un'esagerazione che a Lenne parve molto plausibile - ma quella volta si ritrovò al suolo, la lama di un pugnale premuta sul collo. Uno scatto secco del braccio e una sottile striscia rossastra si aprì sulla pelle pallida dell'uomo.

«Posso facilitargli il lavoro.»

«N-non lo farai... Sono un onesto cittadino, io...» cercò di ribellarsi in un rigurgito di coraggio.

Un secondo graffio, sullo zigomo, lo fece sussultare e ridusse le sue parole a un lamento indistinto.

«Ti ho tolto appena due lembi di pelle. Cosa farai quando inizierò a incidere sul serio?»

«La mia famiglia... mia figlia... non posso farlo. Ti prego...»

Lenne si appuntò mentalmente di riferire quel dettaglio a Philip appena finito con Odell. Si sarebbe occupata di andare a prendere la figlia del trafficante di persona prima di tornare al Garden, se fosse servito a evitare una pericolosa merce di scambio a Larmor. La lama del pugnale scese fino all'addome, lacerò con studiata lentezza i vestiti.

«Va bene! Te lo dirò! Te lo dirò! Ma portami via di qui, al sicuro! Oh, per l'amor di Hyne, non farlo, non farlo!»

Un sorriso inquietante trasfigurò i lineamenti di Lenne. Un calcio secco al volto e Odell perse conoscenza. C'era anche un campione di cui discutere ma la donna era certa che, perquisendolo, glielo avrebbe trovato addosso. Per il momento era meglio riprendere contatto con Egil e Abi, fare il punto della situazione e organizzarsi per tornare al Garden. Con o senza la figlia di Odell.
Immagine Immagine
Non è stato amore al primo sguardo, anche perché esiste qualcuno in grado di amarla a pelle? Ne dubito. Eppure alla fine è successo. Non la amo per quello che ha, ma per quanto nemmeno immagina di possedere. Certo non è perfetta, non è neppure buona, però non è ipocrita. Non pretende d’essere migliore degli altri; vuole bene col cuore e la testa, qualcosa che pochi sono in grado di offrire.

Era come quell’inverno che l’avrebbe vista morire: una coltre bianca su cui ciascuno poteva leggere le proprie colpe, i propri fantasmi, le speranze e le debolezze. Non svelava niente di sé ed era un tappeto di ipotesi, per questo era difficile amarla senza pretendere.
Avatar utente
Akainatsuki
User
Messaggi: 89
Iscritto il: 04 dic 2015, 23:41
Sesso: F
Contatta:

Re: Garden

Messaggio da Akainatsuki »

Armadi. Alle. Calcagna.

O forse no.

Abi interruppe bruscamente la corsa, evitando di finire contro le prime bancarelle dei mercatini estivi di Deling City. Egil venne recuperato al lazo, con una stretta allo stomaco che ne mise in difficoltà le viscere e i liquidi contenuti.

“...Quel coso è pericoloso…” ansimò, mentre cercava di non vomitare, appoggiato a un palo della luce, e tentando di evitare gli occhi dei Galbadiani in libera uscita che passavano accanto a loro: i loro sguardi non potevano che essere attirati da un tizio coi capelli verdi.

“È il mio Rosario” puntualizzò, giocherellando con le perline tornate alla loro consueta dimensione.

Prima che potesse aggiungere altro, il vibrare del codec riportò entrambi alla realtà.

Codec:
Lenne: Dove siete?

Abi: Dove hai detto tu di andare. Ai mercatini, ma ancora non abbiamo preso le ciambelle.

Lenne: Tornate indietro, mi servite qui.

Abi: E gli armadi?

Lenne: Sistemati.

Egil: E il nostro trafficante di fenici?

Lenne: Per questo mi servite qui.

Abi: Vuoi una ciambella?

Il silenzio che ne seguì fu più che eloquente e il duo fece marcia indietro, non senza che De Vultures, per Gaia, tu vuoi farti secca da sola (ndr-Egil) comprasse quello per cui le sue gambe l’avevano spinta ai mercatini. Oltre al fatto di dover sfuggire a due armadi.

“...Ciambelle” commentò piatta Lenne, mentre il tacco dello stivale non si faceva troppe remore a pestare a dovere lo sterno di Roderick Odell alla vista del sacchetto grondante di unto.

“Tutte per voi. A me non piacciono a essere sincera…” la sua attenzione si spostò sull’uomo senza sensi a terra “...Forse potrebbero farlo rinvenire? Non che sia la mia opzione preferita salvare i moribondi...”

“Non credo sia la nostra missione fare i maghetti bianchi della situazione” sospirò Egil, rivolgendo con l’occhio sano uno sguardo preoccupato agli stivali della compagna, ignorando il crocchiare delle ossa. “Ma almeno abbiamo solo un morto sulla coscienza per adesso, invece che due.”

Abi avrebbe voluto puntualizzare come two fosse meglio che uàn dal suo punto di vista, ma preferì stare zitta. Forse da vivo quell’Odell avrebbe potuto essere più utile che da morto: tutto sommato, appena rinvenuto, un contrattino per ricomporgli la figlia e darle degna sepoltura lo avrebbe potuto firmare. Anche senza un paio di dita e qualche unghia.

“Portarlo al Garden sarebbe troppo pericoloso.”

Lenne intervenne, incrociando le braccia al petto e del tutto poco intenzionata a ritirare le sue parole: “Dobbiamo metterci in contatto con gli altri e tirargli fuori tutte le informazioni possibili in…”

...Differita” completò la voce di Moceton. “Siamo pronti da un pezzo.”

Quella lucertola troppo cresciuta sembrava sapere il fatto suo in quell’ingrato compito di orecchie del Garden e non aveva perso tempo a radunare un compatto gruppetto di personaggi con le loro personalissime opinioni in merito a come evitare di finire sotto i riflettori e al tempo stesso ottenere le informazioni che sarebbero state utili in vista del viaggetto a Esthar.

“Io sono sempre stata contraria alla tortura” si unì Sky, storcendo il naso all’idea delle altre proposte colorite che avrebbero potuto seguire.

“Una secchiata di acqua fredda e vedrete come canterà” aggiunse dalle retrovie Leon, probabilmente scocciato del fatto di non essere lui a torcergli personalmente il collo.

“Fate quello che vi pare, siete voi i geni delle strategie fallimentari” commentò Cain con uno sbuffo. Paine non ebbe remore dal tirargli un sonoro calcio allo stinco, zittendolo.

Dal canto suo, Philip pensava a come avrebbero rischiato di uscire troppo allo scoperto con un interrogatorio nel retro di uno dei più grossi ristoranti di Deling City. C’era anche un cadavere di mezzo, giusto per complicare la situazione.

“Dobbiamo riuscire a farvi spostare di lì, per raggiungere il luogo dove Lenne ha lasciato il Jumper” gracchiò al codec, poco convinto della sua stessa idea.

Egil sbiancò, tormentandosi la barbetta: “...Portandoci il puzzle dietro?”

Abi gli rivolse un’occhiata vacua: “Gronda sangue e interiora che è un piacere. Invece che un riduttivo puzzle, la definirei un brutto tentativo di body-art scomponista post-moderna.”

“Era un essere umano, Vultures. Probabilmente la figlia del vostro bell’addormentato” intervenì secca Paine.

“Non possiamo caricarli in spalla come un sacco di patate!” esclamò Egil a mezza voce, controllando l’entrata al magazzino. “Vanish non durerebbe abbastanza per attraversare la città… e inoltre perdono più liquidi loro che un barile bucato!”

La sua più che logica osservazione venne interrotta da un’enorme ombra che, senza troppe premure, fece il suo trionfale ingresso in quello spazio angusto.

“CHI È MORTO, QUI?!”

Una voce baritonale si intromise in quello strano assembramento, mentre il suo proprietario usciva allo scoperto. Armato di un’enorme falce, che scioccamente Egil pensò a come avrebbe potuto essere utilissima per falciare parecchi campi di grano per farne altrettanta birra.

“CHI VUOLE RUBARE I MIEI MORTI?!” esclamò di nuovo, roteando minacciosamente la falce davanti a sè. “CHI È L’AVVOLTOIO CHE VIENE A RUBARE I MORTI DEGLI ALTRI?!”

Lenne schioccò le dita, mentre Chiyoko, già nascosta dietro alla sua spalla annuiva: “...Concordo, signorina Silveross, credo che…”

“ZED!”

Abi si staccò dal gruppo, per lanciarsi verso la gigantesca massa umana che fino a qualche secondo prima pareva del tutto intenzionata a farli fuori e mangiarsi i loro cadaveri a crudo.

“ABIUCCIA!” trillò l’altro, stritolandola in un abbraccio che avrebbe potuto farle saltare la testa come una delle costose bottiglie di vino di quel posto.

La pose finalmente a terra, tornando a fissare torvo il resto del gruppo, mentre la nuova arrivata si prodigava in una lunga e dettagliata descrizione di chi fosse quella comparsa del tutto inaspettata.

In quel fiume di informazioni, le parole fondamentali furono tre: Zed. Fratello. Hade.

“Posso aiutarvi a portare lontano entrambi. Lo svenuto e la… diciamo cara estinta” sentenziò, una volta che la situazione venne spiegata. “Lei però prosegue il resto del viaggio con me” concluse, indicando il complesso sistema di sacchi della spazzatura in cui aveva infilato senza troppe cerimonie quello che restava della figlia di Odell.

Trovarsi a bordo di quello che pareva un lussuosissimo pulmino viola con gli svolazzanti loghi aziendali De Vultures - la tua agenzia di viaggi definitiva fu questione di poco.

Pigiata contro una felicissima Abi, intenta a controllare gli obiettivi aziendali del Q3, e un meno entusiasta Egil più attento ad assicurarsi che il loro ostaggio non avesse intenzione di svegliarsi ancora per qualche tempo, Lenne teneva tra le mani il campione.

“Le fenici di questo mondo vivono su due isole in particolare: Inferno e Paradiso.” commentò Zed, rivolgendole un’occhiata eloquente, mentre ogni parola veniva registrata dal canale aperto di Moceton. “Odell deve avere il suo bel daffare a correre da un punto all’altro del pianeta per poterle recuperare…”

Alzò il capo verso l’uomo enorme che torreggiava all’interno dell’abitacolo, mentre si lasciavano una delle porte principali di Deling City alle spalle: “...Hagoromo?”

Non le dava fiducia, per nulla, ma sembrava conoscere più cose di quanto quella che si considerava sua sorella avesse intenzione di condividere con loro, nonostante la missione comune.

“...Leggende. C’è chi dice che un abito di piume possa rendere un essere umano pari a una divinità: questo è tutto quello che so e si racconta” tornò concentrato alla guida. “Se tutti iniziassero a collezionare fenici per noi sarebbe un bel problema!”

“Perchè sono ignifughe?” azzardò Chiyoko, ricevendo per tutta risposta una fragorosa risata che li accompagnò fino al Jumper.
Spoiler
Abi ha 'parenti' praticamente ovunque. Zed è quello più stretto, ma arrivati al Jumper vi lascerà in pace.
Abbiamo 100 polli auto-combustibili da salvare, siamo meglio del WWF!
Immagine
Scheda personaggio Garden Club - Abi "Hade" De Vultures
Leonheart88
Collaboratore RD
Messaggi: 1985
Iscritto il: 22 giu 2007, 19:36
Località: Savona

Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

«Oh ma quindi sei tornato» Disse Leon guardando Egil tracannare l'ennesima birra in mensa.
«Se stavi per dire che preferivi mia sorella... beh avresti completamente ragione»
Leon sorrise, ripensò ad Alys e a tutto il periodo passato su Pulse. «Beh in compenso ora la birra non dovrebbe più mancare»
«Guarda che lo so che avete attinto alle mie risorse segrete, per fortuna che ho quelle segrete-segrete»
«Trovate»
«Segrete-segrete-segrete»
«Perfetto, fai strada!»

«Quindi siete riusciti a scappare per il rotto della cuffia»
«Si, abbiamo appena finito di fare rapporto a Pip della situazione»
«In definitiva possiamo supporre che il Macellaio voglia farsi un vestito in piume di fenice»
«IN PIUME DI FENICE???? Ma è la cosa più super-mega-iper-sciccosa che ci possa essere al mondo!»Disse una euforica Rina gettandosi al collo dei due malcapitati «Cicci, dove lo posso trovare???»
«Devi solo uccidere e spiumare qualche migliaio di fenici...»
Lo sguardo di Rina era abbastanza eloquente. Aveva chiesto "dove", non una cosa che sapeva già.
«Ci stiamo giusto organizzando per impedirlo»
Fu come se un invisibile secchio di acqua gelida fosse stato versato bruscamente sulla testa della Deo, per un microsecondo il suo sorriso si infranse, come se lo sterminio delle fenici e la conseguente ascesa al ruolo di divinità del Macellaio potessero essere un giusto prezzo da pagare per avere un vestito del genere.
«Cicci io torno in mensa... Filippo mi strà cercando.... voi fate un pò quel che volete»
Sentirono distintamente il suono di un cuore spezzato.

«Avanti» La voce di Pip lo fece accomodare all'interno della presidenza.
«Che ne pensi?»
«Del fatto che nel tempo libero tendi a massacrarti e a massacrare giovani, per quanto insopportabili reclute allo Zoolab?» Una nota di rimprovero mista ad un sorriso era presente nella sua voce.
«No» Rispose tranquillamente senza il minimo cenno di imbarazzo «intendevo della scoperta dei piani del Macellaio»
Pip si sedette alla scrivania. «Beh non posso dire che non mi preoccupi, ma forse siamo in tempo per mettergli i bastoni tra le ruote»
«Che vuoi fare?»
«Beh è essenziale cercare di bloccare il suo commercio, andare almeno in una delle due isole e bloccargli i rifornimenti, ma potrebbe non bastare»
«Che intendi?»
«Se bastasse uccidere il Macellaio potremmo anche decidere di attaccarlo frontalmente a Esthar, ma al momento potrebbe non bastare. Non giriamoci attorno: i Seed sono stati sconfitti. La gente non ha più fiducia in noi e preferisce restare sotto le ali di terrore del Macellaio pur di potersi garantire un pò di tranquillità.....»
«L'uccisione del Macellaio porterebbe solo Caos, nessuno riuscirebbe a farsi rispettare e a ristabilire l'ordine»
«Se invece noi dimostrassimo che il Macellaio non è in grado di gestire una situazione d'emergenza, ma che nuovo Garden si?»
«Che pensavi?»
«Cosa alberga nei sogni delle persone dall'alba dei tempi? Di cosa hanno paura? Io mi ricordo di una piccola streghetta che letteralmente terrorizzava la popolazione....»
Leon rise di gusto. «Winnifred..»
«Esattamente, facciamola comparire, dimostriamo come il Macellaio non riesca a far fronte all'emergenza, sarà lui obbligato a muoversi, sarà lui a dover muovere per primo»
«Sai che sei un gran bastardo?»
«Solo una settimana al mese. La priorità rimane comunque al momento impedire che ottenga le piume che vuole»

Leon uscì dall'ufficio e per poco non andò a sbattere contro Elza.
«Guarda che con me il giochetto dello scontro fortuito per rubare il portafogli non funziona» disse la ladra
«Proprio te mi servivi, che ne dici se ti offro il pranzo?
Rimase per un secondo interdetta. «Cosa ti serve?»
«Mi ricordo delle tue meravigliose capacità di regista di opere teatrali.... vorrei qualche consiglio per imbastire assieme la più grande opera di fantasia mai apparsa. Vieni con me e ti spiego bene tutto, ah se riesci trova Winnifred»
Avatar utente
pad93
User Junior
Messaggi: 62
Iscritto il: 29 gen 2017, 20:00
Sesso: M
Località: Ivalice

Re: Garden

Messaggio da pad93 »

Il profumo di cioccolata e ciambelle calde rallegrava l'umore del bangaa mentre usciva dalla mensa. Aveva dovuto affrontare un'intera orda di cadetti pur di accaparrarsi una delle poche ciambelle di Abi sopravvissute alla missione, ma ne era valsa assolutamente la pena.
Sulla soglia della mensa inzuppò la ciambella. La cioccolata era densa al punto giusto che inzuppava la ciambella senza romperla e lasciava un leggero e fragrante strato di cioccolato.
Era la giusta ricompensa per un'intera nottata spesa davanti ad un monitor ad ascoltare gli affari degli altri.
Pip"Ah, Moceton!"
Un'ombra passò davanti alla sua ciambella e senza che il bangaa avesse il tempo di prendere coscienza dell'accaduto vide Elza addentare la sua ciambella ancora perfettamente inzuppata.
Pip"Grazie per la cioccolata calda, davvero".
E con il passaggio del preside anche la tazza fumante si volatilizzò dalle sue mani.
Pip"Ah, credo ti stiano cercando dalla sala comunicazioni"
Moceton"Ma... ma porca Mateus..."
Sospirò.
Si avviò verso la sala comunicazioni con la coda tra le gambe: avrebbe dovuto spendere ancora parecchio tempo davanti a quei computer.

***

Quando arrivò in sala di comunicazioni trovò un foglio con il seguente messaggio:
"Abbiamo intercettato una strana conversazione che non riusciamo a decriptare. Prova a darci un'occhiata anche tu, il canale è: 493.278".
Prese posto, sintonizzò il canale e sentì del gracchiare distorto, che però variava e sembrava ripetersi come un messaggio registrato.
Cercò di riportare alla memoria le parole di Leon quando gli spiegò come adoperare la console, ma la mancanza di sonno e di cioccolata gli impedivano di ricordare lucidamente.
Nella sua testa le parole di Leon suonavano più o meno così:
"Se c'è un problema [vuoto] mi raccomando [vuoto] prendere a pugni la console".
Ci pensò su un attimo. Ripensò alle parole di Leon.
Dopotutto era stato lui ad avergli spiegato come far funzionare quel coso.
Sferrò un diretto alla console che aveva di fronte, che sembrò non apprezzare affatto.
Il messaggio tuttavia divenne improvvisamente più chiaro.
Ignoto"...Stazione spaziale Lunaside, Garden di Rinoa, vi prego, se siete in ascolto trasmettete sulla frequenza 836.945. Siamo in ascolto dalle 10.36 alle 11.54".
Moceton ascoltò il messaggio diverse volte e cercò di risalire alla fonte di origine, senza però successo. Sembrava davvero che quel messaggio non provenisse da quel pianeta.
Osservò l'orologio della stanza: 11.05. Decise di provare a fare un tentativo.
Moceton"Qui Garden di Rinoa, Stazione Lunaside, ricevete?"
Ignoto"C***o si! Qui Piet dalla Stazione Lunaside, vi riceviamo perfettamente, ma la voce risulta distorta"
Moceton"Dai miei strumenti non risulta"
Piet"Come dire... sembra come se stesse parlando un rettile"
Moceton decise di ignorare quest'ultimo messaggio, mentre una vena diventava sempre più pronunciata sulla sua fronte.
Ignota"Qui Rinoa, passatemi urgentemente il preside Phoenix"
Quando sentì pronunciare quel nome rimase un attimo interdetto, ma quando colei che ha dato il nome al tuo Garden ti chiede qualcosa, semplicemente obbedisci.
Moceton"Subito, ti metto in collegamento con lui in un canale privato del Garden"
Codec:
Moceton"Pip! Siamo in collegamento con la Stazione Lunaside e c'è Rinoa in attesa, puoi collegarti dal tuo ufficio!"

Passarono diversi minuti prima che giungesse una risposta dal preside.

Codec:
Pip"Moceton, raduna tutti nel mio ufficio tra 10 minuti."

10 minuti più tardi.


Pip"Allora, innanzitutto ci sono ottime notizie: la Stazione Lunaside è dalla nostra parte e lassù c'è colei a cui dobbiamo l'esistenza di questo Garden: Rinoa".
L'intero ufficio di Pip risuonò di esclamazioni di sorpresa.
Pip"L'ho aggiornata sulla nostra situazione e sugli obiettivi della nostra missione. Da lassù possono monitorare tutti gli spostamenti sulla superficie del pianeta, ed è per questo che sono riusciti ad individuarci. Hanno tagliato tutti i contatti con Esthar dicendo di aver avuto un guasto ai sistemi di comunicazione e di intercettamento delle capsule, ma non potranno impedire troppo a lungo che vengano mandate delle squadre ad indagare, ma se tutto andrà secondo i piani, potremo usare la stazione spazione come base per la Resistenza."
Leon"Quindi che si fa?"
Pip"La nostra priorità attuale rimane la stessa quindi è inutile che mi ripeta. A questo proposito ci hanno fornito numerose informazioni utili a riguardo le basi che sono sulle due isole e riuardo Odell. Negli ambienti di Esthar non è un personaggio sconosciuto: ha ricoperto ruoli di comando prima di venir concedato con disonore per aver trafficato armi dell'esercito di Esthar. Con la presa del potere del macellaio ha sfruttato la sua rete di contatti per organizzare e costruire il traffico di fenici. Nel caso doveste incontrarlo affrontatelo con cautela.
Elza"Ok, il piano?"
Pip"I piani. Dovremo agire in maniera coordinata. Winnifred, Elza, la riuscita dei nostri obiettivi dipenderà da voi. Dovrete andare a Deling City e inscenare la comparsa della strega Winnifred creando quanto più caos possibile. Questo costringerà il Macellaio ad agire e ci permetterà di valutare le sue mosse oltre che ad avere un valido diversivo. Lascio a voi la libertà di scegliere come agire e chi vorrete accanto in tutto ciò. Nel frattempo un secondo gruppo si dirigerà all'isola più vicina all'inferno e dovrà fare irruzione nella base. Si, fare proprio irruzione, non sarà facile ma non si aspettano un attacco e con il caos di Deling City saranno troppo distratti per organizzare dei rinforzi. Lo stesso dovrà fare un terzo gruppo nell'isola più vicina al Paradiso. Dovrete conciare quelle basi così male che deve sembrare siano state in massa da parte dei mostri, ma quella è la parte più facile. Riguardo alla Stazione Lunaside, una volta che le due squadre avranno terminato con le basi si recheranno al Lunar Gate, il nostro contatto là è nientemeno che Kiros Seagill. Ci fornirà una copertura ed un rifugio in attesa dei futuri sviluppi. Tutto chiaro?".
Bloccato

Torna a “Garden Club”