Il Giardino

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

Moderatori: Pip :>, Garden Master

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Sabin_mn
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Sabin_mn »

Un giro in giardino gli ci voleva, dopo tutte quelle ore a fare riabilitazione!
Le squadre stavano facendo con molta probabilità una strage, ma lì nel giardino era tutto tranquillo e calmo, quasi irreale che potesse ancora esistere una tale tranquillità...
"Strano...comunque si riesce a trovare un angolo di pace anche nella più nera delle tempeste..."
Si guardò il braccio destro, lo aveva coperto momentaneamente con un guanto di cuoio; era una sensazione strana, si muoveva ai suoi comandi, ma invece di sentire le ossa sentiva gli ingranaggi che si muovevano...
Rabbrividì a quella sensazione, sapeva che si sarebbe abituato, ma ancora faceva fatica ad accettare quella situazione.
Lo rilassò quasi subito comunque, gli era ancora difficile tenerlo a lungo sollevato, ma a breve sarebbe riuscitò a ritornare almeno ad un livello sufficiente di autonomia...doveva farlo, tutti i SeeD dovevano essere disponibili per l'ultima battaglia.

Arrivò davanti a delle rose rosse molto scure, veramente belle, ed arrivò pure un mogupostino...nelle situazioni più pericolose ed impensabili comunque rimaneva allegro e tranquillo e svolgeva il suo lavoro con efficenza e celerità :-D
Mogu: Una lettera per te kupò!
Sab: Grazie ^^, tieni un po' di semini, e fossi in te aspetterei un attimo ad uscire :smt005
Mogu: Kupògrazie! Anche del consiglio :-D

Sabin aprì, e dalla calligrafia riconobbe di chi era...il cuore iniziò a battergli velocemente.
Mi fa piacere che no ti sei offeso ^_^ e spero che tu abbia rimediato agli acciacchi XD
Inoltre credo che ci vedremo prima del previsto :-D stavolta parteciperò alla Sagra! Non vedo l'ora di combattere un bel mostro :twisted:
Che bello, sono secoli che non partecipo!! E mi darò da fare ovviamente 8=)
Adesso devo finire il mio giro e aspettare che ci sia da fare qualcosa XD

:byebye: Riku
Rilesse la lettera diverse volte, un sorriso enorme sulle labbra...
Le mancava davvero tanto la ragazza, accarezzò un po' la lettera...non sapeva nemmeno lui perchè, gli era venuto naturale fare così.
Si sentiva come un vuoto dentro, iniziò a sospirare di tanto in tanto...alzò lo sguardo verso le rose...e ci vide dentro il viso della ragazza, sorridente soltanto per lui.
Arrossì di colpo, meno male che era solo, se no qualcuno avrebbe potuto pensare che stesse male XD
Ci sarebbe stata alla sagra...forse si sarebbero visti durante la caccia, ma non gli sarebbe bastato.
Voleva rivederla, voleva riparlarle...voleva ristare vicino a lei.
Si decise, appena le cose si calmavano un po' avrebbe usato il collegamento della sala sicurezza con l'accademia per invitarla, oltre che per chiederle come andavano le cose.

Colse alcune di quelle rose, forse sperando che la magia si ripetesse ancora...e si appuntò di portarne dello stesso tipo la sera della festa a Riku.
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Aura
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In cerca della risposta

Messaggio da Aura »

Io ho ucciso...
Aura era andata in giardino per cercare di riflettere. Aveva ucciso. Quelle parole le rimbalzavano nella testa impedendole di ragionare. Si era sempre chiesta cosa si provasse ad uccidere la gente e ora conosceva la risposta.
Ho ucciso... ho ucciso delle persone...
Non le sembrava ancora vero che avesse avuto il coraggio di uccidere. Si mise la mani fra i capelli e tentò di pensare. Rivide se stessa mentre roteava il suo yo-yo, il sangue le macchiava il viso, le mani, le veste, le imbrattava l'anima. Chiuse gli occhi. Non voleva vedere altro, ma le scene di quella battaglia sanguinolenta si susseguivano incessanti non lasciandole pace. Provò a gridare per cacciarle via, ma non percepì il minimo suono. Era come muta davanti a quello spettacolo che non poteva far altro che guardare in silenzio.
Sono stata crudele, non ho provato niente...
Vero. Durante la strage non aveva provato nulla. I suoi occhi erano rimasti impassibili, il suo corpo non reclamava altro che azione e sangue, eppure il dolore la corrodeva dentro. Cercò di ricordare le facce delle sue vittime, ma non trovò nulla. Sembravano essere state cancellate contro la sua volontà, l'unica traccia della loro esistenza era stata debellata dalla sua mente. Cercò ancora, ma era la disperazione a spingerla.
In quei momento non era altro che una macchina per uccidere, una stupida macchina che regalava la morte a tutto ciò che toccava. Si disprezzò per essere stata così indifferente. Aveva ucciso e senza che lei potesse ripensarci.
Io ho ucciso... ho ucciso con crudeltà... e l'ho fatto per qualcosa in cui credo?
Non lo sapeva. L'aveva fatto perchè le era stato ordinato? Perchè era l'unica soluzione? Perchè aveva sottovalutato la faccenda?
No, non erano queste le ragioni, lo avrebbe sentito dentro di lei. E allora quali? L'aveva fatto perchè credeva in qualcosa? L'aveva fatto perchè credeva in qualcuno? Cercò disperatamente quella risposta nella sua testa senza successo. Voleva trovarla, doveva trovarla. Per se stessa, per permettere a quella agonia di andarsene dalla sua anima e lasciarla vivere in pace, ma non c'erano scusanti.
La morte non ammette scusanti, non si può risanare con una misera scusa e solo ora Aura lo capiva.
Si sentì persa, sospesa fra la morte e la vita senza che nessuna delle due le appartenesse davvero, nè la sentisse respirare vicino. Le sue colpe non potevano essere processate, quindi per lei non esisteva una condanna, ma neanche un perdono.
... Che cosa ho fatto?...
Poi una luce davanti a lei prese ad avvicinarsi. Che sia la pace? Il rimorso? Il suo destino?
No. Erano semplicemente i suoi amici.
Lucenti, allegri. Le sorridevano, la aiutavano ad alzarsi da quel caos, la spingevano oltre la barriera del suo cuore e si sentì amata.
Esistevano solo lei e i suoi amici.
Aura cominciò a piangere a dirotto. C'era riuscita, aveva trovato la sua ragione di vita e di morte: gli amici. Ora comprendeva, ora capiva di essersi sbagliata. Per loro aveva combattuto fin'ora, per loro aveva ucciso in battaglia, per loro si era macchiata di sangue altrui. Solo per loro, perchè li amava, li considerava parte della sua vita e li proteggeva dentro al suo cuore.
Decise quindi di non dimenticare quella battaglia, perchè sapeva che avrebbe fatto parte anche lei della sua vita. Segregò quelle immagini nel lato più oscuro del suo cuore, sede di tutti i suoi peccati e li chiuse con un lucchetto di luce. Mai nessuno doveva toccarlo, non doveva permettere a nessuno di liberare i suoi dolori
Il vero motivo delle sue uccisioni, il vero motivo della sua scelta: aveva degli amici da proteggere.
Grazie di essermi accanto... Grazie di cuore...

Le stelle illuminarono il suo viso e cercarono di entrare in profondità, per rivelare le sue colpe e mettere a tacere quel nuovo sorriso che era nato da poco, pieno di affetto e amore. Non ci riuscirono, qualcosa impediva a loro di procedere e allora capirono. Si ritirarono nel buio della notte ad aiutare le loro sorelle a tener vivo il cielo.
Un luce le aveva fermate: la luce dell'amicizia.
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Pip :>
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Pip :> »

Faro di Ridorana.

Questa potrebbe essere la battaglia più importante della sua carriera e della sua vita.

Mentre Pip combatteva, un fiume impetuoso di luce e coraggio premeva nel suo petto per uscire, come se ogni fendente avesse la forza di lampo che squarcia il cielo. Dentro ogni colpo si nascondevano non solo i suoi sogni e le sue speranze, ma anche la consapevolezza del proprio compito, la consapevolezza della sua forza, la consapevolezza che nulla al mondo gli avrebbe tolto la vittoria quel giorno!

Quando questa storia era iniziata, nessuno si sarebbe mai aspettato l'entità di quello che sarebbe successo. Il giorno in cui una strana confraternita aveva affidato al Garden la missione di recupero di una pietra, detta Purple Stone, si era trasformato nell'inizio di una storia che li aveva portati a rischiare di perdere per sempre i propri compagni, li aveva messi in pericolo oltre ogni più oscura aspettativa, li aveva obbligati a compiere atti indegni nel nome di un bene più grande, per il quale erano dovuti andare contro la propria morale, e diventare fautori di sanguinosi massacri.

E' questo che si richiede ai SeeD?

...Si.

Perseo aveva avvisato tutti, a volte è necessario scavalcare particolari...ostacoli...per raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo fanno i SeeD, eseguono ordini. Questo fanno i SeeD, nel bene e nel male. Atti che porterebbeo alla pazzia gente comune per i SeeD dovevano essere considerati semplicemente ordini, se questi erano giusti.

Il nemico va schiacciato.

Ma se per schiacciare il nemico fosse stato necessario porre fine a vite innocenti? Quanti SeeD lo avrebbero fatto? Quanti, dietro la comoda scusa degli ordini, avrebbero posto fine alla vita di donne e bambini, senza esitazione? Qual è il limite tra giusto e sbagliato?

Nel frattempo, ancora prima di potersele porre queste domande, avevano sterminato centinaia di vite. Esseri umani come loro, malvagi, ma esseri umani. E questo fardello lo avrebbero portato per sempre. Ma erano nemici, e avendo scelto questo lavoro, ciò avrebbe fatto di loro degli Eroi, i valorosi guerrieri che posero fine al tentativo insurrezionale dell'Ordine del Libro ed alla minaccia degli Angeli Neri!

E' questo il prezzo da pagare per essere considerati Eroi: il bene colelttivo prima di quello del singolo, prima del proprio. Sacrificarsi, se necessario: non fuggire di fronte a scelte scomode. Loro lo avevano fatto, anche se questi erano solo nemici, da eliminare per la Pace. L'Eroe, purtroppo, molte volte soffre.

Perchè anche la Luce richiede, a volte, l'Oscurità per la sua vittoria. E questa Oscurità non sparisce.

***

I suoi colpi si erano fatti un pò più fiacchi a questi pensieri.

Ma subito li nascose in un cassetto, chiudendoli a chiave: ci sarebbe stato tempo in futuro per farli fuoriuscire.

Ora, vedendo i suoi amici combattere con tanto ardore, non poteva che metterci tutta la sua anima in questa battaglia, oppure il bene ed il male che avevano fatto sarebbebbero stati inutili. Avrebbero vinto, insieme: ed insieme, avrebbero condiviso il peso che le loro azioni avrebbero preteso, ma non quel giorno, quel giorno combattevano, ed avrebbero vinto!

Forza, Eroi: questo fardello è solo nostro, e con questo fardello, otterremo una grande vittoria.
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Drizzt Do Urden
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Lo Strano Percorso

Messaggio da Drizzt Do Urden »

Molto non è sicuro nella vita, ma la morte è una cosa certa.

E la vita è come un percorso, un viaggio verso la morte stessa. La strada da imboccare per raggiungere la meta, però, sta a noi sceglierla.

E non è importante se la morte arriverà, l'importante è come si è vissuto prima di quel momento.
"L'importante non è ciò che trovi alla fine di una corsa, ma quello che provi mentre corri". Sì.

Immaginate di partire da un luogo, assieme ad i vostri amici, a quelli che conoscete dalla nascita.
Inizialmente siete tutti assieme su una larga strada, camminate fianco a fianco, pensando alla vostra destinazione. Ma dopo qualche tempo, la strada di separa, e così il vostro gruppo. Ognuno sceglie la sua strada, il suo percorso di vita.

C'è chi ha scelto la Galleria. Il posto è buio, non si sa quando si vedrà di nuovo la luce.
La Galleria è la strada delle persone malvagie, quello è il loro inferno, la morte è una liberazione. I mali di questo mondo li scontiamo su questa terra, non in chissà quale vita successiva. E dunque, si muore senza aver mai vissuto davvero.

C'è anche chi sceglie l'Autostrada. Ah, il percorso è facile, che bello andare sempre a dritto, superare i limiti di velocità.
L'Autostrada è il percorso facile, il percorso dell'evasore fiscale e del truffatore, ma anche il percorso degli egoisti, il percorso di chi ha rispetto solo per se stesso.

C'è chi sceglie la Strada di Città. A volte si trova un incidente lungo il percorso, a volte un po' di traffico, ma alla fine, si riesce quasi sempre ad arrivare in scioltezza.
La Strada di Città rappresenta una vita normale, con gioie e dolori, magari con un po' più delle prime.

C'è anche chi ha scelto la Strada di Campagna. Tortuosa, difficile da percorrere, con tanti bei fiori attorno, ma a volte troppo lontani per essere colti. E quando piove, tutto è più brutto.
La Strada di Campagna è la strada di chi soffre ma va avanti, di chi sa che il suo star male non è motivo di depressione, è la strada di chi sa che prima o poi avrà un'occasione, di chi sa che il dolore fa parte della vita e spesso la rende più degna di essere vissuta. Quei fiori sono le fortune, quelli irraggiungibili sono quelle degli altri e non possedute da chi percorre la strada... ma quelli che si possono raggiungere appaiono incredibilmente belli.

C'è chi vola in Aeroplano. Tutto è bello, il paesaggio, le hostess... ma davvero è importante cosa fanno quei minuscoli puntini, chiamati persone, sotto di me?
L'Aeroplano è il mezzo dei fortunati, che hanno tutto e viaggiano in prima classe... ma se il sedile accanto a loro fosse vuoto? Avrebbero il coraggio di fermare il mezzo, bloccare la loro fortuna per camminare sulla terra assieme a noi?

C'è chi infine chi percorre la Strada Sterrata. Non c'è nulla di bello in quel percorso, solo rocce e sassi, solo sabbia rossa e sole cocente.
La Strada Sterrata è quella di chi soffre e si rassegna, è quella di chi si rifiuta di cambiarla per non perdersi, è quella di chi si convince che tutto è brutto.

Ma ricordate sempre che c'è un compromesso, ci sono strade intermedie, gallerie che finiscono, aeroplani che atterrano e strade sterrate che vengono asfaltate, e spesso un amico o un parente che ti porge una cartina per correggere il tuo percorso.

Si può sempre cambiare, si può sempre migliorare.

Forse tu non sarai mai nessuno, ma nessuno sarà mai come te!

Drizzt Do' Urden
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Drizzt&Pip / Vincitore della 5° Sagra di Lindblum!

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Alexandra Schwarzlight ha scritto:tu sei un caso a parte, sei la trollface scesa in terra.
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Recks
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Recks »

Troppo cose sono cambiate dopo la sagra. Ormai non so più che pensare, che strada scegliere: probabilmente è destino che io sia sempre sotto esame, ma io sono totalmente ansioso e non so davvero quale sarà il mio futuro.
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Dopo il consueto combattimento previsto per i partecipanti alla sagra ho raggiunto Matt, Mar e padre Eido nel loro ritrovo:una piccola casetta nel borgo industriale, al riparo dall'occhio indiscreto di certe persone indesiderate. Mi avivicinai al numero 13 di Northern Street, e bussai alla porta di mogano, totalmente curata e con un odore di pulito; mi aprì una figura incappucciata- un monaco per l'appunto- che mi raccomanda di entrare subito senza potermi girare intorno, per controllare se qualcuno mi avesse seguito.

Ero seguito da qualcuno? E se sì, da chi? Chi poteva mai sapere che io stessi andando propio verso quella casa?

I miei pensieri furono allontanate dalle continue domande del monaco, o da quello che poteva sembrare a prima vista: mi fece sedere gentilmente su una sedia e poi cominciò a stringermi la gola, ordinandomi di rispondere. Un'accoglienza davvero invidiabile ai migliori hotel, pensai, ma in fondo dovevo accettare il suo ordine, non potevo combattere sarebbe stato perdere la grande occasione di capire qualcosa della grande storia in cui ero parzialmente coinvolto.


Monaco:che numero hai?
Recks:cosa, quale numero?

Monaco:sei un dimenticato?
Recks:non so cosa sia un dimenticato e non so nemmeno perchè ti parlo. Voglio solo poter vedere Eido, Mar e Matt, e voglio anche saper qualcosa di più sullo stemma! E' abbastanza o devo convincerti con qualche colpo di bastone? Sono pronto a farti del male se ce n'è bisogno...

Monaco:calmati. Beviti del tè prima.
Recks:non ci tengo davvero. Da come mi hai trattato posso anche ritenere di non potermi fidare ti te.
Monaco:e tu che avevi una scorta, come la mettiamo?
Recks:quale scorta? Io non ho bisogno di nessuno per...

Difendermi? Ma andiamo, so benissimo di essere un debole, non devo mostrarmi come un duro, non serve a nulla. Ma che mi sono messo in testa? Di potermela cavare da solo? Non ci sono mai riuscito e mai ci riuscirò, ho bisogno di supporto per fare tutti i tipi di azione, anche le più basilari.

Sono solo un fallito.


Monaco:dicevi?
Recks:...niente.
Monaco:bene, non mi resta altro che farti uscire le risposte che voglio a forza.

Dalla veste del monaco uscirono due spade, con lame affilate come rasoi, pronti a tagliare, colpire...uccidere.

Recks saltò verso il divano, e prendendo un vassoietto pieno di dolci si difese dal primo affondo del suo avversario, per poi ricambiare l'affetto mostrato dal monaco con delle palle di fuoco, che lo fecero barcollare velocemente al suolo. Improvvisamente cadde, a causa di un colpo da parte di un altro uomo, da lui conosciuto.


Recks:Eido...

Non vide più nulla, le uniche cose che sentì fu un rumore di vetro rotto e qualche voce familiare, forse un suo collega al garden, o forse uno dei suoi due fratelli.

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Recks:perchè mi hai seguito?
Balthier:sentivo che eri in pericolo.
Recks:sentivi?
Balthier:andiamo, sai cosa voglio dire. So leggerti bene nella testa e sapeva che avresti raggiunto subito quella casa a fine sagra, ma sapevo pure che dubitavi di quel posto.

Recks:che ti hanno detto?
Balthier:certe cose...un po' inquietanti. Ma devo dirti che d'ora in poi avrai un motivo in più per continuare la ricerca del tuo stemma: sono stato minacciato di morte proprio dal monaco che ti aveva attaccato per primo.
Recks:cosa?

Balthier:ascoltami bene, amico. Io so che è difficile da capire, infatti io ci messo parecchio per riunire i tasselli di tutta la storia: quello stemma ora è nelle mani di Eido e compagnia, ma averlo spesso non è una fortuna. Una volta usato lo stemma bisogna risvegliare il suo interno per forza, riunendosi tutti nel tempio di Kilika, compresi i dimenticati, ossia coloro che sono stati salvati nell'incidente. Il monaco che ti ha attaccato è stato proprio colui che è a conoscenza dello stemma e della leggendo riguardo esso.

Recks: che potrebbe succedere se non ci riunissimo tutti?

Balthier:"una volta attivato quello che è all'interno dello stemma dev'essere richiamato. Altrimenti sprigionerà un danno mortale a coloro che ha salvato". Moriranno i sopravvissuti dell'incidente di Sin e proprio per questo devi ritrovare i dimenticati, altrimenti per loro sarà morte certa, e anche per i tuoi fratelli.

Recks:ma che ci sarà all'interno dello stemma?

Balthier:davvero non lo so. Dovremo fare quel che si chiama il salto della fede... la confraternita dei dimenticati ti aspetta, e ti consiglia di utilizzare il garden per i tuoi fini. Ma questo non so cosa voglia dire davvero. Dimenticavo, devo darti questo...

Lo stemma: uno dei motivi delle sue indagini, ora era nelle sue mani...e ora?

Come al solito rimaneva senza indizi, senza nulla, escludendo le continue difficoltà con le quali era a contatto: ed era questo il ritratto di Recks, confuso e pieno di problemi nella sua mente. Ma ora che avrebbe dovuto fare?

Gli mancava una guida, come tanto tempo fa quando aveva come maestro il sacerdote Eido.


Recks:non so cavarmela da solo, e questa è l'ennesima prova.
zell987
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da zell987 »

Spoiler
attenzione: il contenuto del post che segue è un sogno, avvenimenti, persone, cose e tutto il resto sono tutti puramente distaccato dalla trama e da ciò che succede ai vari pg
987: che torpore :sgamato: dove sono? :mmh:

era sera, zell si trovava in riva ad un lago, la luna si rifletteva sulla sua superfice, la sua luce permetteva di vedere chiaramente nonostante l'ora tarda.

aura: fratellone! arrivi?
987: un attimo, arrivo

zell si alzò e raggiunse la sorella, al centro di un prato, una grande tavolata era occupata da alcuni tra i suoi migliori amici di sempre. seduti al tavolo: drizzt, kyomi, paine, gippal, Tidusisback, pip ed otta mentre kenshin stava girando della carne su una piastra riscaldata da un focolare.

zell ed aura presero posto alla tavolata dopodichè kenshin cominciò a servire la carne ai presenti.

la cena cominciò e gli amici consumarono il loro pasto: narrando, ridendo e scherzando.

---dopo cena---

gip: aaah... che mangiata
otta: pieno gippy? X3
gip: decisamente :hihi:
ken: sarò un asso della grigliata! U_U
pip: esaltato <.<
987: ahahahah carbonizzata al punto giusto :angel:
pay: la prossima volta ci penso io :sisi:
ken: cattivi :smt089
aura: su dai :smt056 era tutto buono infondo :sisi:
kyo: gia, aura ha ragione
ken: sono commosso :-D
tid: per yevon :tots: io sono ancora vivo :hihi: che altro si può desiderare?
otta: per ora tiddy, per ora :asd:
tid: :eh?: io mi stizzo :sgamato:

risata generale

la serata proseguiva sotto la luce della luna e tra le risate generali. quando ad un tratto qualcosa interruppe l'allegria, 8 luci, di otto colori differenti si avvicinarono al gruppo, subito ogni membro balzò sull'attenti, erano abituati a stare in guardia anche nelle situazioni apparentemente più tranquille

pip: cosa sono?
drizzt: non lo so, stiamo in guardia
otta: cazziuti come sempre! io vado al bagno cari


otta si allontanò dal gruppo come se nulla fosse
pensiero di zell ha scritto:inverosimile... vabbè... dimenticato...
aura: eccoli, sono ormai qui
kyo: ci vengono addosso!
gip: pronti all'urto!

queste otto luci colorate si fermarono invece a pochi metri dal gruppo di amici e si allinearono a loro mentre le loro luci diventavano meno intense, zell li riconobbe subito... erano gli otto cristalli [trama in corso nell'accademia] e si erano disposti rispettivamente:

Fuoco: paine
Terra: aura
Tuono: kyomi
Ghiaccio: gippal
Vento: kenshin
Sacro: pip
Dark: drizzt
Acqua: Tidusisback


kyo: che significa?
ken: ci hanno scelti
tid: cosa significa?
aura: che, in un modo o nell'altro, abbiamo affinità all'elemento che rappresentano.
987: e... e.... e io? :smt022
paine: tu niente.
ken: gia
tid: sei tagliato fuori
gip: ahahah


un'altra luce, lampeggiante e incerta si stava avvicinando a scatti al gruppo, tutti si girarono per vederla, zell compreso, quest'ultimo però, giratosi troppo tardi per poterlo evitare, prese quell'ultimo cristallo dritto in testa e cadde per la potenza del colpo.

rialzandosi prese in mano quel cristallo e lo guardò
cristallo ha scritto:io sono il cristallo pattone
987: che? :eh?:

le risate cominciarono a divampare tra gli amici

gip: hahahah, zell ha il cristallo pattone! :smt005
tid: ma è un minimo utile almeno? :asd:
pai: :clapping bravo bravo, ci voleva proprio il cristallo pattone!
kyo: :smt043 pattone! :smt043
ken: pagliaccio XD riuscirai a fare qualche boiata anche stavolta con l'aiuto del cristallo pattone? XD
pip: c'è sempre un po' di affinità se ha scelto proprio te :smt042
987: no :smt009 io... :smt009

ahahahahahahah

987: NOOOOOOO! IL CRISTALLO PATTONE NOOOOOOOO!


zell si risvegliò dal suo sonno mentre ancora urlava

987: NOOOO NON VOGLIO IL CRISTALLO PATTONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
scheda zell987

se incontri un buddah, uccidilo;
se incontri un tuo antenato, uccidilo;
vivi semplicemente per la tua vita, a modo tuo, senza avere legami, senza essere schiavo di nessuno.

la gilda per gli utenti dell' RD "I Cavalieri di Rinoa" se avete domande via pm^^
@forum dei Cavalieri di Rinoa@Immagine & Immagine

CDR on gladiatus, reclutamento aperto sul server6(questo è un link di reclutamento per evitare l'errore comune di iscriversi ad un altro server, per domande PM)
Immagine
ho adottato perseo perchè non lo aveva ancora adottato nessuno

lega anti malvagio-i due fratelli
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Tidusisback
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Pensare troppo non fa sempre bene...

Messaggio da Tidusisback »

Fallita.
Fallita e per di più aveva portato via con sé uno che ormai stavamo considerando dei nostri.
E ora?
Inutile piangersi addosso, ovvio.
Ma cosa rimaneva?
Un qualcosa di pensante che schiacciava lo stomaco due volte ma qualcosa che allo stesso tempo mi faceva sentire sollevato: ero vivo.
Grazie a loro.
Ancora una volta.

Quante volte dovrai fari schiantare per capirla eh? Non ti è bastato un polmone? Non ti è bastata la sacagnata che hai preso da quella donna? Non ti è bastato rischiare di perderla più di una volta?
Idiota!

Cercare di analizzare la situazione il più lucidamente più possibile: 3 colossi su quattro erano stati disattivati e ciò voleva dire che di campo magico era notevolmente diminuito e sarebbe stata solo questione di tempo prima che i cristalli potessero ricaricarsi; a Tesla bastava controllare la situazione e tutto sarebbe finito presto; i ribelli avevano dalla loro un notevole appoggio. Fine. Era già tutto finito e non c'era più bisogno di tirarla avanti; senza più 'restrizioni magiche' c'era molto meno rischio anche per gli altri SeeD soliti ad avere la magia come principale metodo di combattimento.
Cos'è allora che non va?

Sto cominciando a pensare...a pensare come lui.
Ma io sono diverso!
Sicuro?
Forse lo sono i miei principi o magari sono gli stessi suoi.
Cosa? cosa mi fa così paura?

mi presi il viso tra le mani: mi stava scoppiando la testa. Mi piegai in avanti ma sentii qualcosa di metallisco che mi stava fermando

...già.

avrei dovuto parlare anche con lei. Ma forse era meglio prima parlare con chi di dovere anche se significava l'ennesima scornata
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sanji5
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da sanji5 »

Sanji si coprì gli occhi con la mano. Da quanto tempo non era uscito fuori in giardino? Una settimana, due? La luce naturale del sole gli irritava gli occhi, abituato com'era a quella artificiale della biblioteca. Con gli occhi socchiusi e un passo molto incerto si diresse verso l'albero all'ombra del quale era solito meditare al suo arrivo in Accademia, prima di scoprire il tetto dell'aeronave e la sua tranquillità. Aveva promesso a Rikku di lasciar stare la geomanzia per curare sua sorella e credere in Xed e nella sua medicina, perchè tutto si sarebbe sistemato e sua sorella sarebbe guarita. Che cosa sarebbe successo poi, non lo sapeva nemmeno lui. Guarire sua sorella era stato il motivo per cui aveva varcato le soglie dell'Accademia. Una volta portato a termine il suo obiettivo, nulla lo legava a quel posto che odiava così tanto. Ma con quale coraggio sarebbe tornato a casa? Suo padre aveva messo in chiaro i sentimenti verso di lui quando era scappato con il Cristallo dell'Accademia: non lo avrebbe più accolto, nemmeno dopo la guarigione di sua figlia. C'erano altri posti dove andare, certo: sua nonna, sua mamma, qualche altro parente. Ma che senso aveva abbandonare l'Accademia per andare a vivere in un posto dove comunque non sarebbe stato in grado di trascorrere la sua vita con la persona a lui più cara?
All'ombra dell'albero, il Cadetto prese ad accarezzare il suo gatto energicamente. Ancora non aveva trovato il coraggio di andare a visitare sua sorella e chiederle quello che aveva sognato di domandarle da mesi ormai.
Potrai mai perdonarmi per l'incubo che ti ho fatto passare?
Ripensò ai sorrisi che gli lanciava quando ancora era in grado di muovere qualche muscolo. Non era mai stato in grado di decifare il suo sguardo quando lo guardava, e non aveva mai capito che cosa quei sorrisi volessero significare. Ci credeva, almeno, in quei sorrisi? Era tipico da parte sua sorridere per nascondere il dolore e la sofferenza che provava; non voleva che gli altri si preoccupassero per lei, anche nei momenti più difficili.
Nonostante la promessa fatta a Rikku, Sanji non poteva non dubitare della guarigione della sorella. Troppe volte aveva assistito ad un leggero miglioramento, e altrettante la sua condizione era peggiorata dopo poco tempo. Questa volta il miglioramento era stato più decisivo e più duraturo, ma non era sufficiente a convincerlo. Una piccola, piccolissima, parte di lui sperava in una guarigione permanente, ma l'esperienza e quel pessimismo che lo aveva colpito dal giorno in cui sua sorella si ammalò lo convincevano del contrario.
Potrai mai perdonarmi per l'incubo che ti ho fatto passare?
Era davvero così difficile pronunciarle?
Forse sono solo un vigliacco. Non ho mai rintracciato il Garden che ci ha abbandonato; non mi sono mai cercato un lavoro per aiutare mio papà con le spese - e sapevo che nonostante lui mi ripeteva che tutto andava bene gli affari andavo peggio di quanto si aspettasse -; sono venuto in Accademia per salvarla, ma dopo i primi mesi di impegno e sacrificio mi sono adattato alla vita da Cadetto, partecipando a missioni e socializzando con le persone che dovrei odiare. E infine quel maledetto Cristallo. Sempre a cercare la via più semplice, il più lontano possibile da mia sorella e da mio padre. Ma ora non posso più fuggire. Lei è qui, sulla mia stessa aeronave. E so che devo andare a trovarla, e una parte di me lo vuole. Ma se non riesce a perdonarmi? Come potrò vivere con un tale peso sulla coscienza? E se non dovesse più riprendersi, se non dovesse più guarire? Non sono sicuro di poter sopravvivere ad un simile senso di colpa, alla consapevolezza di aver ucciso la persona a me più cara. Non sono nemmeno sicuro di voler vivere, in una tale condizione.
Ah, se tutto fosse semplice come la geomanzia! Forse lo era, forse era possibile pregare affinchè gli spiriti della Natura guarissero sua sorella.
Ma a quale costo? Quale enorme sacrificio richiederebbe una richiesta del genere? La vita? La mia salute? Non sono disposto a rinunciare a tanto. Credo, mi convinco di essere disposto a tutto pur di salvarla ma il mio istinto di sopravvivenza ha sempre la meglio. E fuggo, come al solito. E il giorno in cui renderò conto delle mie azioni si avvicina, lo sento. E' lì, che mi aspetta, in quell'infermeria, e non manca molto tempo. Fra poche settimane lei verrà dimessa, e se sprecherò vivrò nel dubbio per sempre; vivrò nel rimorso per non averglielo chiesto. E mi distruggerà tanto quanto non aver ottenuto il suo perdono.
Lenne
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Lenne »

Mi schermai gli occhi dall’intensa luce solare con un mano.
Da quanto non mi prendevo un momento per riflettere?
Ormai non lo ricordavo nemmeno più; avevo lasciato la stanza dove Otta e Perseo stavano valutando come agire, non sarebbe servito a niente rimanere lì come una statua.
Mi sedetti sull’erba con la schiena poggiata al tronco di un albero e alzai lo sguardo un attimo per osservare le sue fronde mosse dal leggero vento d’inizio autunno.
Tutta quella storia mi stava lasciando l’amaro in bocca e la disperazione di Hames mi aveva portato a rammentare eventi accaduti di recente.
Avvertii le lacrime scendere lungo le guance senza che lo volessi; non riuscivo a fermarle, ogni volta che ci provavo i ricordi tornavano più forti e dolorosi, come se qualcuno si fosse messo a proiettare diapositive nella mia mente.
Non sapevo perché lo facevo… o forse era meglio dire che lo sapevo e mi costringevo a non ammetterlo.
Singhiozzavo silenziosamente, quasi avessi paura di farmi sentire da qualcuno che non c’era.
Chiusi gli occhi cercando di cancellare tutto, ma vedevo continuamente il destino che mi sorrideva, beffardo, pieno di sé per la vittoria che aveva ottenuto.
Una sola cosa era positiva in tutta quella situazione assurda: ero sola.
Non mi era mai piaciuto mostrare le mie debolezze agli altri, tantomeno farmi vedere in quello stato; ero grata del fatto che non ci fosse nessuno nei paraggi in quel momento.
Sentii il sapore salato di una lacrima sulle labbra e, quasi senza accorgermene, appoggiai la fronte alle ginocchia, nascondendo il viso.
Perché a lei? La rivoglio indietro! Voglio che torni quella che era!
Questo sentivo premere con violenza dentro di me, questo era ciò che avrei voluto gridare fino a farmi bruciare la gola… ed era proprio questo che non ero capace di fare.
Perché a me…
La mia natura introversa mi aveva sempre portato a non confidarmi mai, a tenere tutto dentro fino a raggiungere il punto di rottura; una bomba in grado di esplodere da un momento all’altro.
Deglutii a fatica, cercando di superare quel blocco ormai diventato conosciuto e come sempre fallii.
Piangere.
Piangere e non fare nulla.
Davvero era tutto quello di cui ero capace?
A che serve sorridere davanti a lei, sapendo che niente tornerà come prima?! Non ne sono in grado, non ci riesco! Sarebbe come mentire continuamente e non solo a me stessa!
Non ero una persona espansiva, non lo ero mai stata, e non avrei sopportato il fatto che qualcuno mi vedesse in quel momento… ma in realtà la mia non era altro che ipocrisia. Avrei davvero voluto sfogarmi con uno dei miei compagni, liberarmi del peso che ogni tanto tornava a farsi sentire.
Ma non feci nulla di tutto questo.
Non perché mi vergognassi, o meglio, non solo per quello… semplicemente perché non sarebbe stato da me: detestavo tediare gli altri coi miei problemi, sebbene sapessi che erano più che disposti ad ascoltarmi.
Io ero quella seria, introversa, quella fredda e solitaria.
Ormai avevo quell’immagine, e tutto sommato non mi dispiaceva; mi sentivo al sicuro quando gli altri non si avvicinavano.
Con un gesto rabbioso scossi la testa e tentai di asciugarmi le lacrime che nonostante tutto non la smettevano di bagnarmi il volto.
Quel mio comportamento sarebbe servito a qualcosa?
Avrebbe modificato gli eventi?
Avrebbe trovato una cura?
No.
No.
No.
Lo sapevo. Eppure non potevo impedirmelo, a volte.
Immagine

Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Balthier91 »

Quando ero piccolo credevo, ovviamente, che le cose brutte non esistessero, che tutta la vita fosse un'avventura fatta di gioia e spensieratezza.

Questa affermazione diciamo che non la sentivo propriamente mia, qualcosa mi impediva di dire di aver passato un'infanzia felice è spensierata. Cioè, io ho vissuto moltissimi momenti felici con la mia famiglia. Avevo un padre e una madre che mi adoravano, così come facevano con Nataa, la mia sorellona, in fondo un po' sorellina.

Ma adesso che tiro le somme penso: quel periodo è stato veramente felice? Avevo un passato solido, che aveva come base l'evento che ha sconvolto la mia esistenza, cioè il massacro dei miei genitori. Ma quando tutto sembrava andare bene, quando la sorella che avevo perduto anni prima era di nuovo lì vicino a me ecco che tutto si rovina di nuovo. Un tizio, Alder, rivela che tutto è una fandonia, compare dal nulla, insieme alla donna che ha attaccato il mio migliore amico, e pretende che io creda alla sua storiella riguardo all'oscuro passato di Rein e Aaron.
Due assassini. Ma quando mai?

E allora perchè sono qui a pensarci? Sono profondamente turbato, quelle parole hanno distrutto il mio solido passato, ponendomi davanti un ostacolo che non ero ancora riuscito a superare, ma che viaggiava pari passo con me, non fermandomi, ma nemmeno lasciandomi la mia tanto agognata libertà.

Pip crede che la mia rabbia interiore possa portarmi a perdere il controllo, crede che gli occhi rossi potrebbero definitivamente impossessarsi di me, ma non sono sicuro di non volerlo.
Cioè, gli effetti devastanti che ha su di me quel potere sono più che evidenti, ma una "pacifica" convivenza non sarebbe possibile? Dovrei chiederlo proprio al compagno sciamano, lui potrebbe darmi una risposta.
Certo che sarebbe bello, sarei in grado di fare moltissime, le coscienze magiche sarebbero completamente assimilate e in quel modo potrei aiutare chi ha bisogno, sconfiggere chi lo merita, condurre una vita serena e proteggere così il Garden.


Molto probabilmente diventeresti una minaccia per coloro che vuoi proteggere. Il tuo spirito potrebbe non sopportare tutta quell'energia e rigettare così i tuoi voleri.
Diventeresti un reietto della società.


Hai ragione. Credo di aver già fatto questo discorso con te, probabilmente prima di propormi per l'esame di ammissione al team medico.

Non ricordi? Il tuo desiderio di aiutare il prossimo ti ha portato a proporti, così da incrementare le tue conoscenze mediche e da poter agire direttamente su persone in pericolo.

Hai nuovamente ragione. Anima, mi capisci meglio di chiunque altro.
Questo desiderio di aiutare gli altri però è molto nobile, spero di accantonare i miei pensieri sugli "occhi rossi", tutta questa rabbia e vendetta mi hanno accecato, è meglio rinsavire.



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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Balthier91 »

Come ritrovarsi a riflettere sulla propria esistenza due volte nel giro di pochi mesi. Pensieri troppo contorti, troppo difficili da comprendere ma così importanti per una persona, per permetterle di capire il perchè sia venuta al mondo.
Il team medico aveva concluso la sua missione, all'interno della Dharma erano successe tante cose nel giro di pochi giorni, o forse troppi per un semplice esame di valutazione delle capacità individuali. Certo, se solo il tutto si fosse limitato a ciò, ma così non era.

Mi aspettavo di trovare mia sorella ovunque tranne che in quel luogo, così avverso al Garden di cui facevamo parte. Dopo che era scomparsa nel nulla volevo ritrovarla ancora una volta, ma non volevo che il nostro meeting avvenisse così. ma che ci vogliamo fare? C'est la vie.

Sei sicuro di voler andare avanti così?

Toglimi una curiosità. Tu vuoi che io mi abbandoni al dolore o preferisci che combatta con le mie forze per poter giungere ad una stabilità mentale tale che io possa condurre una vita normale?

Come sei prolisso e contorto. Io voglio solo che tu faccia ciò che ti senti. Io sono fondamentalmente la tua coscienza, le mie domande servono a farti smuovere dall'interno, in modo che tu possa cambiare, fino al giorno in cui arriverai ad essere un individuo completo e dai saldi principi.

Illuminami. Quali sono questi saldi principi?

Questo non posso dirtelo io, devi scoprirlo da solo. Io faccio in modo che tu ti ponga queste domande. Alla fine sei tu che devi giungere ad una conclusione.

Capisco. Quindi è ben grazie a te che io sto così di merda in questo periodo? E' grazie a te se sto odiando la persona che dovrei amare di più al mondo? E' colpa tua se io sto cercando di capire cosa fare del mio futuro, come utilizzare il mio presente e cosa ricordare del mio passato?

Sì. Ma è per il tuo bene che io lo sto facendo. Tu ti fai sopraffare dalle emozioni. Se non impari a controllarle non potrai mai pensare di difendere davvero ciò che ami e sconfiggere ciò che odi.

Ma cosa diamine gli fa pensare che io voglia davvero fare tutto questo? E' una clausola della quale non ero a conoscenza nel momento in cui ho ottenuto Anima?
Non mi va bene questa cosa.

So quello che pensi. E che ti vada bene o no è così.

Io voglio vivere tranquillamente proteggendo le persone a cui tengo di più. Non potrei sopportare di vedere mia sorella trucidata, o forse peggio ancora Recks. Sto cercando di entrare nel team medico per questo, non mi stancherò mai di ripeterlo e fino a quando non si sarà stabilizzata la situazione non smetterò di farlo.
La situazione in Garden è difficile, ci sono meccanismi dei quali non sono minimamente a conoscenza e dei quali non sarei in grado di capirne il funzionamento, troppo complessi. Le persone mentono, non capisco il perchè lo facciano. O forse lo capisco, forse anche io stesso lo faccio senza accorgermene.


Non ha alcun senso pensare a questo adesso. Rifletti su ciò che vuoi veramente. Affronta la situazione che ti turba in Garden, parla con lei.

No, non lo farò. Per ora desidero rimanere così. Lascio che questa freddezza sia il mio scudo, almeno per ora. Quando sarò pronto risolverò tutto. Ma per ora, da parte mia, rimane tutto immutato.

Fai attenzione. Fai attenzione a non farti logorare dal dolore.

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Bash
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Bash »

Finalmente ci era riuscito. Dopo tutto quel tempo passato a esitare era entrato nel Garden.
La prima sensazione fu una scossa elettrica.
Il vento era forte, Bash appoggiò il palmo al corrimano d'acciaio e un fiocco bluastro attraversò le sue dita, passò per il bukler sgangherato fino allo spallaccio per poi cadere, come da una cascata, lungo lo stocco e scomparire nel fodero.
L'agitazione iniziale non gli permise di ragionare ma ora che era nel giardino sembrava che tutto stesse assumendo un senso, che ogni azione e ogni reazione, per quanto impercettibili, fossero un segno o un presagio delle avventure che stava per intraprendere.
In verità non sapeva nemmeno se potesse stare in quel giardino, era arrivato da meno di un ora. La sua unica e brevissima conversazione la ebbe con una ragazza all'ingresso. Teneva in mano la lettera con la richiesta di ammissione e l'accarezzava continuamente per controllare che fosse integra in ogni sua parte. Le mani gli sudavano per l'agitazione e non faceva che cambiarla di mano in mano mentre strofinava quella libera lungo i pantaloni. Quando la vide prese la lettera con entrambe le mani, fece un profondo respiro, alzò la testa e si diresse con quanta più sicurezza potesse dimostrare verso quello che in quel momento era il suo obbiettivo.
Quando arrivò a pochi passi fece appello a tutto se stesso per combattere la sua innaturale timidezza verso l'altro stesso, per chiedere a chi andasse consegnata la richiesta di iscrizione al Garden. Ma prima ancora che la ragazza si girasse tutta la sua sicurezza era già scomparsa e Bash si ritrovava, direi ormai poco impavidamente, a fissarle gli stivali.
Non c'era ancora nessuno, avrebbe dovuto aspettare qualche tempo. Quella fu la risposta che provocò un soffocato grazie, miracolosamente udito dalla ragazza che gli sorrise o almeno credeva che fosse il rumore di un sorriso visto che gli stava ancora fissando le caviglie.
Un altro colpo di vento fece volare via la lettera dalle sue mani, la inseguì gettandosi come fa una colomba per soccorrere i piccoli che cadono dal nido e quando la raggiunse si trovò in un grande prato dove altri membri in divisa stavano sdraiati a riposarsi e a riflettere.
Bash, vergognato della figuraccia appena fatta si sedette ad aspettare e pensare.
"Accidenti, l'ho fatto di nuovo. Ogni volta che mi trovo davanti a qualcuna è sempre la stessa storia. La lingua si impasta e il collo sembra non voler rimanere diritto e per di più ho anche fatto la figura dell'impedito non sapendo tenere in mano nemmeno un misero foglietto!!!"

Passata la prima fase di autoflagellazione, iniziò a immaginare le avventure che avrebbe vissuto se fosse riuscito a far parte di quell'accademia.
Il primo pensiero andò alla scossa. Era la stretta di mano del Garden, il mondo che gli diceva di svegliarsi e che lo accoglieva nella sua nuova vita.
Poi la ragazza; era la prima volta da molto tempo che non parlava con una ragazza di sua iniziativa.
"E' la prima volta da quando...."
I sui pensieri si fermarono bruscamente, non voleva ricordare, non era ancora pronto per farlo.
Ma ci era riuscito, e aveva anche ottenuto una risposta, segno che sarebbe riuscito a combattere i suoi problemi e che gli amici lo avrebbero aiutato probabilmente. Proprio come nei libri che gli piaceva leggere.
"Amici... Chissà cosa vorrà dire avere degli amici.... Io in fondo non ho mai conosciuto nessuno abbastanza da poterlo definire mio amico..."
Guardò verso il cielo e un altro colpo di vento gli scompigliò i capelli. Era stanco.
Chiuse gli occhi e quando il vento cessò cadde nel mondo dei sogni.
Finalmente era nel Garden.
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Terra95 »

Il giorno dopo Terra passò al giardino così,per curiosità,e si ritrovò in questo luogo in cui la pace regnava sovrana.Si sedette sulla panchina e cominciò a pensare a cosa avrebbe potuto dirgli il vice-preside,se lo avesse accolto o lo avesse mandato via,dato che il suo arrivo non era propriamente previsto,infatti era arrivato dopo aver girovagato in lungo e in largo,senza avvertire nessuno e soprattutto pensò,avrebbe trovato qualcuno con cui confidarsi,qualcuno da chiamare amico.Tutto questo lo avrebbe deciso solo il tempo.

Mi sento solo,chissà cosa accadrà.Oggi voglio dare un'occhiata al zoolab,sono un pò fuori allenamento.

Detto questo si alzò e si diresse verso lo zoolab,però prima controllò il suo equipaggiamento,accertandosi che fosse tutto a posto,dopodichè si avviò per combattere un pò
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La morte sotto occhi di un bambino di 7 anni

Messaggio da Kefka,God Jester »

Licht non aveva mai avuto amici,all'infuori di quelli conosciuti al Garden,Terra e Ventus.I compagni alle elementari lo prendeano in giro,ma lui non replicava.Tutta la rabbia che covò la rilasciò in battaglia,cercando sempre di trattenersi,altrimenti avrebbe distrutto ogni cosa.
Ogni singola volta,in battaglia,una voce gli diceva"Lasciati andare,distruggi tutto e tutti,non avere rimorsi,lasciati dominare dalla tua potenza infinita!!!!".Gli altri bambini lo allontanavano anche perche avevano paura di lui.Con frasi del tipo"Mostro!" Oppure "Non sei altro che un pericolo!Muori!".Il pandemonio nei suoi pensieri era cosi forte che doveva urlare a squarciagola ogni giorno,per non distruggere tutto,per reprimere l'odio.Alla distruzione di Dollet,alla morte di coloro che lo odiavano,pensava si sarebbe sentito felice.Invece fu disgustato da cio che facevano i galbadiani.
Licht:La morte.....è giusta? è sbagliata?Perche mi devo sobbarcare il diritto di uccidere,se non so se sia giusto?Per evitare la morte di innocenti.E se ne dovessi uccidere?Cosa farei?Non devo pensarci.Rende tutto piu difficile.Io sono Licht Nightshade,Onnipotente mago di Dollet,e creo magie nel tempo libero.
Urlò per l'ultima volta,promettendosi solennemente di tenere l'odio per i nemici e per i galbadiani,da cui è disgustato.
Pensò ad una nuova magia,Meteor,la meteora del giudizio,ed ando nello Zoolab.
Morte?Bah,nuova esperienza,nuova sensazione!
Parte tutto con l'ansia
L'ansia porta a paura,la paura porta a rabbia,la rabbia porta all'odio,l'odio porta alla sofferenza
(Necron-Final Fantasy 9)
Sfide in corsooooooooooo!
KH2:Low Level(prendi exp solo dalle battaglie obbligatorie,sono a lv 4)Fortezza Oscura 1a Visita!
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Re: Il Giardino-Ovvero il luogo delle RIFLESSIONI

Messaggio da Terra95 »

Dopo quegli avvisi riguardanti la malattia della signorina Aura e la precedente missione mi avevano tutto scombussolato. La battaglia improvvisa e la morte di quei poveri Ghoul mi facevano pensare a quanto tutto fosse imprevedibile e potesse finire in pochi attimi,come uno schiocco di dita. Avevo pensato a lungo a ciò che significasse per me la vita così da poterla vivere al meglio. Ma tutto questo mi sembra irraggiungibile,un obiettivo che non ho neanche ben identificato da portare a termine e la felicità che avevo provato nello stare insieme ai miei amici,i miei unici amici,nei momenti più difficili di questo esordio nel garden.

Il vento mi passava tra i capelli e mi sembrava quasi di volare mentre riflettevo su ciò che era successo. Ormai era inutile pensarci di più,ciò che sarebbe successo più avanti avrebbe deciso il destino e mi avrebbe fornito il vero senso della mia vita,cosa che forse avevo già scoperto ma non me ne ero accorto,andando avanti alla ricerca di qualcosa che era ormai perduto per sempre. Dopo ciò mi avviai di nuovo alla biblioteca da cui mi ero assentato per un attimo.
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