Il Giardino

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Kefka,God Jester
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Sopravvento della demoniaca morte:l'odio piu forte del'amici

Messaggio da Kefka,God Jester »

Licht era seduto su uno spiazzo erboso,nel Giardino,riflettendo sulla battaglia con Terra,suo grande amico.
Licht si era fatto sopraffare dall'odio per Galbadia.
Ma importava davvero che Terra fosse Galbadiano?
Licht se lo chiedeva.
Ma se avesse voluto solo scatenare la sua furia omicida?
Licht era pericoloso,cio lo sapeva anche lui.
Ad un tratto,un flash della sua famiglia lo colpì,facendogli ricordare il premuroso padre,che lo confortava e la madre,che lo incoraggiava.
Tutto cio era svanito,insieme alla possibilità di Licht di montenere sotto controllo l'odio.
Gli rimanevano solo Terra e Ventus.
I suoi unici amici.
Oramai Licht si considerava solo una macchina di morte,fatta per uccidere,non per amare.
Licht si era perso.
Licht non esisteva più,ora c'era solo la demoniaca morte che portava.
Poteva fingere,ma poi lo avrebbero scoperto.
Avrebbero scoperto che era vuoto dentro.
Morte?Bah,nuova esperienza,nuova sensazione!
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Terra95
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Re: Il Giardino

Messaggio da Terra95 »

Tornato finalmente dalla missione a cui aveva partecipato,Terra si sentiva strano. Aveva visto un uomo morire,un uomo che poteva essere salvato ma non aveva fatto in tempo ad avvicinarsi per bloccarlo. Vedva ancora l'immagine di Adam che si incideva la gola con il suo coltello,ricordava la conferma che avevano ottenuto riguardante il rapimento della signorina Lundor,cosa che lui aveva incominciato a sospettare,e le ultime parole di Adam <Spero che per la vostra amica sia ormai troppo tardi>.
Terra era preso da mille preoccupazioni quando vide Licht seduto in mezzo al prato come se fosse perso in un mondo tutto suo. Terra si avvicinò e lo salutò con la mano e una bella pacca sulla spalla a cui però il suo amico non rispose. Agitò una mano davanti agli occhi del giovane e vide che era talmente assorto che probabilmente non lo vedeva ne lo sentiva,così rimase per un pò li vicino a lui,sdraiato in attesa di una risposta da parte del giovane cadetto che sembrava sempre più assorto e lontano dalla realtà. Dopo averlo osservato un altra mezz'ora decise che era ora di riportarlo nel mondo reale e lo scrollò con forza ma si pentì presto di questa azione, infatti appena ritornato in sè Licht lo sparò lontano,fortunatamente senza alcun danno poichè si parò il corpo con la spada,però quando si riprese lo trovò davanti a lui con la mano carica di magia, <Fermati Licht,sono io!> gridò Terra preso alla sprovvista dal comportamento dell'amico e a quelle parole il giovane si riprese da quel suo stato di follia momentanea e quando si accorse di ciò che aveva fatto scappò via.
Terra rimase lì per un pò poi decise di seguirlo per vedere che succedeva.

*********************
Spoiler
Scusate se edito, però non ha più scritto nessuno e io mi sono recato qui dopo l'incontro con il ragazzo misterioso, quindi questi eventi riguardano la trama attuale, come era facile immaginare.
Devo assolutamente rilassare i muscoli, tutta questa tensione mi sta uccidendo. Ero appena entrato nel giardino insieme a Clara e dato che la vedevo visibilmente stanca decisi che era meglio farla sedere. La gamba non era ancora pienamente guarita, però aveva voluto fare una passeggiata insieme a me e, dopo che mi fui scusato con Aura e fui trascinato da lei fuori dall'infermeria, mi ero arreso. Il taglio sulla gamba le faceva male, però si era fatta forza per trascinarmi qui, e così ora eravamo praticamente soli esclusi due cadetti e i due Seed di guardia all'area e la situazione si stava facendo leggermente imbarazzante. Lei mi scrutava con i suoi occhi profondi e io stesso la osservavo, con interesse stavolta, senza alcun dubbio riguardo alla sua sincerità per quanto riguarda il caso dell'attentatore, così mi persi a percepirne la minima emozione e a sentire il suo respiro: i suoi capelli, di un rosso Carminio di incredibile bellezza, mi si muovevano davanti come se stessero danzando e il suo viso, ora più rilassato del solito, aveva finalmente ripreso la sua naturale bellezza. Però la vedevo strana, così, in preda all'ansia, le misi una mano sulla fronte, era fresca, quindi non aveva la febbre, però mi guardò ridacchiando e mi disse che ero buffo.
-Sei tutto rosso in faccia, sai?- Mi disse con un sorriso
-Davvero?- Risposi io con evidente imbarazzo, la situazione non era delle migliori ed ora ero diventato quasi bordò risaltando con i miei capelli ormai color ghiaccio
-Si, sei carino!- mi disse con quello stesso sorriso
La vergongna di non riuscire a parlare mi assaliva e mi sentivo felice. Non riuscivo a spiccicare una parola, però dalla mia faccia aveva capito cosa pensavo io di lei, e infatti mi sorrise di nuovo, stavolta arrossendo un pò anche lei.
-Dovresti tornare a letto, sei stanchissima.- le dissi, sia per cambiare discorso sia perchè ero preoccupato
-Si dovrei, però non ce la faccio a camminare.- mi rispose con tranquillità -Però se dobbiamo andare, andiamo.- Disse infine rassegnata
Stava per alzarsi quando la presi in braccio e arrossì ancora più di prima. La guardai con occhi preoccupati ma concilianti
-Non ti preoccupare, ti porto io.- e così la sollevai per bene e cominciai a dirigermi verso l'infermeria
Ero certo che qui stava nascendo qualcosa di più di una vera amicizia e non mi dispiaceva per niente la cosa..proprio per niente.
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Kefka,God Jester
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Buttare la maschera.

Messaggio da Kefka,God Jester »

Spoiler
Mi dispiace di essere mancato cosi tanto dal forum e dal garden!Ritornerò a postare!
Spoiler
Lo so,la prima parte del post sembra strana e senza senso,ma fidatevi,leggete gli altri miei post nel giardino e quello di Terra95 sempre nel giardino e capirete cosa intendo per "scarpetta".....
Ormai la mezzanotte è scoccata nel cuore di Licht.
E non si puo nascondere cio che realmente si è quando ormai non si può più.
Se perdi una scarpetta,chi ti vuole bene ed è tuo amico se ne accorge.
"Perche?Perche?!?Perche!!!!?!??!?"Licht pensò delirante,con uno sguardo terrificante ed isterico."PERCHE!!!?!?"
Ma cosa aveva fatto?Semplice,l'oscurità lo stava facendo diventare pazzo.La sua luce era invisibile ormai.Nella mente di Licht apparivano ormai di tanto in tanto immagini di morti orribili dei suoi piu fidati amici.Vedeva Terra Dark vittima di Firaga,castata da lui.Vedeva Ventus inzuppato d'acqua,immobilizato da Quake,mentre veniva martoriato da Thundaga.Tutti e due vittima di Licht e della sua oscurità.Oltretutto Licht ogni notte si svegliava da questi incubi sudato e delirante,spesso urlando "NOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" e piangendo.Nessuno si accorgeva del graduale cambiamento di Licht,apparte Licht stesso,ovviamente.
Gia,proprio nessuno.Aveva perfino quasi ferito Terra Dark mentre quest'ultimo cercava di riportarlo nel Garden dal mondo della sua mente.
"Gia.Terra Dark."pensò Licht
Sul suo volto si apri un sorrisino triste e malinconico.
"Io sò.....sò cosa fare"
Con una lenta camminata,Licht si diresse all'uscita del Giardino,per andare a parlare con Terra,il suo migliore amico,che considerava un fratello.
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Terra95
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Re: Il Giardino

Messaggio da Terra95 »

Mi recai nuovamente al giardino, stavolta senza nessuna compagnia e vidi Licht, il quale mi si avvicinò a passo veloce. Mi chiese un momento per parlare e io non potei che ascoltare. Mi raccontò della situazione che stava vivendo e di come tutto intorno a lui, e soprattutto lui, stava cambiando. Durante il racconto dei suoi sogni alcune lacrime gli scesero timidamente sul viso però si tratteneva. Ad un certo punto lo interruppi e lui mi guardò con aria interrogativa.
-Non ti devi preoccupare per ciò che accadrà, tutto ciò di cui hai bisogno è qualcuno che ti aiuti quel poco che basta per farti capire chi sei realmente. Io ti aiuterò, anche Ventus ti aiuterà, e puoi contare sul fatto che noi siamo i tuoi migliori amici e nulla ci dividerà, ne la tua oscurità ne la tua paura di ferirci. Ti dimostrerò che l'oscurità che hai nel cuore, per quanto grande possa essere non potrà mai sovrastare l'amicizia, per questo ti sfido ad un duello: se io perderò significa che non sono abbastanza forte per aiutarti, però se ce la farò a batterti, o anche solo a fermarti durante la tua furia stai pur certo che siamo sulla buona strada.-
Lui mi guardò tra le lacrime, se le asciugò frettolosamente e accolse la mia sfida, avremmo sistemato tutto, costi quel che costi e lo avremo fatto insieme, da veri amici.
Così ci accordammo per l'orario del duello e in cambio gli offrii di andare in mensa a mangiare un boccone.
xthegame89x
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Re: Il Giardino

Messaggio da xthegame89x »

Arrivai in giardino dopo aver poggiato le mie cose in camera e mi sedetti con uno sbuffo sulla panchina. Ero distrutto e non avevo voglia di fare niente: l'aria mi passava tra i capelli dandomi una leggera sensazione di freschezza. Provai a ricordare qualcosa dell'incidente con la nave... Ryan, il mio migliore amico, era nella nave con me: chissà se era riuscito a salvarsi. Quante ne avevo passate con lui, prima dell'incidente ad Esthar. Mi ricordo di una volta che dovemmo affrontare un'orda di mostri zombie all'esterno della città di Deiling City, per conto di un ricco signore della città. Poco dopo, decidemmo di trasferirci ad Esthar, dove conobbi Lilian. Il nostro lavoro era sempre stato pericoloso e non ho cambiato in meglio: però, avendo uno stipendio e fare ciò che mi piaceva di più al mondo era una cosa sensazionale. All'improvviso, i cancelli del giardino si aprirono e vi entrò Pip. Come mi vide, mi raggiunse e si sedette a fianco a me.

- Ciao Matt! Come mai da queste parti? - disse Pip stringendomi la mano
- Così... un po' di relax... e tu? - risposi sorridendo
- Mah.. anche io... questo posto mi fa ritornare ai vecchi tempi... - disse Pip

Continuammo a parlare delle nostre storie, degli eventi passati piacevoli e tristi, di tutte le cose che ci resero felici e di tutte quelle che magari ci delusero un po'. Insomma, delle esperienze che ci hanno fatto crescere e portato fin la'. Dopodichè, una volta che fu davvero molto tardi, ci alzammo e lasciammo quel posto con tutti i ricordi che avevamo vissuto fino a quel momento.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
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Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
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Drizzt Do Urden
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Drizzt Do' Urden

Messaggio da Drizzt Do Urden »

Sedeva a terra, la schiena premuta contro il solito albero. Il sole ormai morente giocava tristemente tra fronde, proiettando a terra ombre danzanti.
Era sempre stato a suo agio, tra le ombre. Le aveva domate. Ci era nato.
E nelle ombre aveva vissuto, si era battuto, e dalle ombre era scappato, senza tuttavia liberarsene del tutto, poiché l’avevano inseguito, senza abbandonarlo mai, nascondendosi nei più profondi recessi della sua anima.
Aveva tentato di combatterle, poi aveva imparato a sopportarle, e a conviverci. Infine, ad accettarle.

Corona era stata distrutta. La sua patria, era stata distrutta. Milioni di vite cancellate, miliardi sogni inghiottiti nell’oscura voragine dell’oblio. E lui non provava niente.
In fondo, era stato solo un’anima solitaria in un grande mondo. Eppure ricordava perfettamente molti volti, volti di persone il cui destino aveva incrociato il suo, anche solo per un istante. Eppure lui era vivo, e loro morti. E lavorava per l’organizzazione -l'Ordine- che aveva reso possibile tutto ciò. Ma no, non provava niente.

Più volte, in passato, aveva maledetto sé stesso. Aveva vissuto secondo i princìpi della bontà e dell’altruismo, perlomeno nell’accezione comune e del tutto relativa di tali termini. Era stato il suo maestro, l’uomo di cui portava il nome, a guidarlo lungo quella strada, che lo aveva portato così lontano dal punto di partenza. Eppure, se qualcosa non lo riguardava da vicino, assumeva contorni indistinti e dimensione insignificante. La notizia della cessazione di una vita giungeva ovattata alle sue orecchie, così come il sangue che bagnava la sua lama, certificandone un’altra, appariva sbiadito ai suoi occhi.
Certo, quando veniva ferito, sanguinava come tutti gli altri. Ma le lacrime solcavano di rado il suo volto, se non mai, ed i suoi lamenti erano riservati ad una ristretta cerchia di persone, che chiamava amici.
Sarebbe morto, per loro. Ma non soffriva per altri che per loro, o per sé stesso. Non ci riusciva. Ormai, l’aveva accettato.

L’accettazione di sé stesso, della propria natura, gli aveva permesso di liberarsi di un peso, di togliersi una maschera, sebbene il volto che essa celava apparisse decisamente meno perfetto della maschera stessa.
Tempo prima si costringeva a ricordare il volto di ogni persona che aveva ucciso, pregando perché con gli occhi sbarrati quegli uomini giungessero a turbare i suoi sogni, come punizione. Adesso, di quei volti erano rimasti solo frammenti, tessere di un mosaico che concorrevano a formare un altro volto: il suo. Quello del loro carnefice.

In passato si era più volte sorpreso ad invidiare Pip, il suo Compare, compagno di mille e più battaglie. Pip credeva in ciò che faceva. Nella giustizia, nel bene.
Lui, invece... si divertiva. In fin dei conti, era quello il punto. Andava in battaglia perché gli piaceva. Era dipendente dall’inebriante effetto dell’adrenalina. Amava la sua vita, la amava a tal punto da spingersi costantemente al limite, rischiando di perderla per poi dimostrare a sé stesso di possedere la forza necessaria per rimanervi aggrappato e la volontà di farlo.
Un giorno avrebbe messo un piede in fallo, e sarebbe passato da cuore pulsante a ricordo sbiadito nel baleno di un istante. Ma l’avrebbe fatto agendo secondo la propria natura, secondo ciò che effettivamente era, e non secondo ciò che gli altri si aspettavano che fosse. Non si sarebbe venduto, anche lui possedeva una sorta di codice morale (sebbene tendesse a rifuggire quel termine così fasullo, -morale-), una manciata di princìpi, o idee, che contribuivano a definire la sua identità.
Non avrebbe vissuto finché non gli fossero mancate le forze, per poi spegnersi lentamente.
Sarebbe arso come la più splendente tra la fiamme, trovando la pace nella catarsi, nel suo ultimo istante.
E poi se ne sarebbe andato. Serenamente, con un sorriso ad increspargli il volto. Per sempre.

Spero solo che quando me ne sarò andato, che quando non sarà rimasta altra prova del mio passaggio se non un mucchio di ceneri portate via dal mare, rimanga, in uno sperduto angolo del mondo dimenticato dall’uomo e dai suoi dei, un amico, che si ricordi chi era Drizzt Do’ Urden.
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Drizzt&Pip / Vincitore della 5° Sagra di Lindblum!

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Alexandra Schwarzlight ha scritto:tu sei un caso a parte, sei la trollface scesa in terra.
xthegame89x
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Re: Il Giardino

Messaggio da xthegame89x »

Il giardino era quieto e silenzioso come sempre, si poteva sentire giusto qualche uccellino cinguettare allegramente nei rami in mezzo agli alberi ma, oltre a quel verso felice, non vi erano altri rumori, oltre al vento che passava tra le foglie dei cespugli e dei rami più alti. Chiuse gli occhi non appena varcò la striscia che separava quella struttura dal resto del Garden, facendosi trasportare da odori primaverili e di campo appena arato. Non si era mai chiesto l'influenza che aveva sulle piante il repentino cambio climatico dovuto ad un salto temporale: in fondo, i pianeti non erano sincronizzati e le stagioni, il clima e la temperatura variavano da pianeta a pianeta nello stesso periodo. Camminò lentamente fino a raggiungere la panchina più lontana, quella che era la sua preferita, davanti a una grande apertura sul paesaggio esterno che potevano essere i monti della pianura Arkland o il mare attorno a F.H., oppure la foresta vicino a Besaid. In quel momento, era solo una distesa sconfinata di deserto arido e polveroso, mentre in lontananza potevano vedersi delle montagne scure innalzarsi verso il cielo, che non coprivano, neanche per l'anticamera, il sole cocente del deserto del continente esterno. Era appena tornato dalla reggia del deserto e le ultime parole di Ruben, Pip e Drizzt riecheggiavano nella sua testa. Cosa gli stava succedendo? Stava davvero cedendo all'ira impetuosa di Dark Bahamut? Era riuscito a controllarlo per un po' e non doveva aspettare che il tatuaggio salisse lungo il suo braccio per utilizzare i poteri di Bahamut. Dark Bahamut era in letargo, o almeno sembrava. Quella gabbia mentale che lo aveva relegato in fondo alla sua mente stava continuando a funzionare? O era stata tutta una montatura di Dark Bahamut, per fargli credere che ce l'avesse fatta? Sentiva una rabbia non sua invadergli il corpo e vide il suo braccio riempirsi di squame spesse e di colore nero: impossibile! Non erano le scaglie di Bahamut ma della sua versione oscura! Che cosa gli stava succedendo? Non doveva cedere! Assolutamente....

- Ehi, che ci fai qui tutto da solo? - disse una voce alle sue spalle

Si voltò di scatto: non era un buon momento per ricevere visite. Aura Lundor si avvicinava tranquillamente, ignara del fatto che lo spirito malvagio di Bahamut si stava lentamente risvegliando in Matt.

- Aura... non è un buon momento... - disse Matt con voce roca
- Ah si? - disse lei poggiandogli la mano nella spalla

Un formicolio scese dalla sua mano, lungo tutto il suo corpo e lo spirito del drago parve arrestare la sua ira.

- Come... come hai fatto? - disse Matt perplesso
- A far che? - disse Aura ancora più perplessa del ragazzo
- A... niente... lascia stare... forse è solo una mia impressione... - disse Matt alzando le spalle

Aura non rispose: nella mente del ragazzo viaggiavano mille pensieri sull'evento appena verificatosi. Aura aveva forse usato il Nen per bloccare Bahamut? Era possibile?

- Aura... cosa hai intenzione di fare per aiutarmi a risolvere il mio problema con Dark Bahamut? - disse Matt preoccupato e guardando la ragazza nei suoi grandi occhi verdi
- Potrei cercare di stuzzicarlo ad uscire... ma tu dovrai cercare di impedirglielo... - disse Aura sorridendo
- Non puoi semplicemente bloccare il potere di Dark Bahamut dentro di me? - disse Matt speranzoso
- Il Nen non funziona per ogni cosa... non è che posso fare tutto quello che voglio con esso! - disse Aura
- Ne sei sicura? - disse Matt
- Si... mi spiace... so che vorresti cercare un metodo più veloce e più sicuro per bloccare Dark Bahamut, ma non ne conosco... almeno per il momento... - disse Aura dispiaciuta
- Non fa niente... stai già facendo tanto per me... - disse Matt sorridendo e scompigliando i capelli alla ragazza

Aura, in tutta risposta, gli diede un cazzotto nella spalla.

- I capelliiiii! - disse Aura fingendosi arrabbiata
- Quali questi?? - disse Matt spettinandola ancora di più
- Scemo! Guarda che ti picchio! - disse Aura dando un pizzicotto al fianco destro al ragazzo
- Seeee come no! Ti piacerebbe! - disse Matt sorridendo

I due continuarono a ridere e scherzare, finché l'escursione termica del deserto di quel continente non li costrinse a tornare dentro. Poco prima di entrare all'interno, Matt prese il braccio di Aura e la trattenne.

- Grazie... lo apprezzo davvero tanto... - disse Matt con un sorriso

La ragazza si limitò a sorridere e insieme tornarono all'interno del calore del Garden.

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Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
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Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

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Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
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Re: Il Giardino

Messaggio da Drio »

Un ultimo saluto

Drio camminava tra le lapidi del cimitero del Garden dove riposavano in pace i soldati che avevano combattuto in questi anni nel Garden ma che per un motivo o l'altro non ne erano riusciti a cavarsela.
Artic era dietro le spalle di Drio e lo seguiva finché non si fermò verso chi voleva "vedere" per un ultima volta; fissò la lapide con sopra la foto di chi stimava di più, che l'aveva visto come il fratello che non aveva mai avuto e qualcuno da raggiungere come "rivale", sotto vi era la scritta "Ruben ShinRa"

Drio si sedette incrociando le gambe davanti alla tomba; ripensava al discorso fatto da Pip che gli aveva spiegato perché aveva ucciso Ruben e, seppur Pip gli avesse chiesto il suo perdono, dentro di se cercava di accettare la cosa ma continuava a morirne dentro ogni volta che provava a trovare un briciolo di perdono visto che erano compagni da tanto tempo e si fidava di lui.
Strinse i pugni che erano poggiati al suolo e guardando la tomba disse:

"Sei una me**a...Questa era la prima cosa che volevo dirti...
Come hai potuto fare questo?!...
Come hai potuto non dirmi nulla?!...
E' vero che sono una persona impulsiva ma non di certo una persona così inaffidabile, non avrei reagito in modo coerente alla situazione ma avrei voluto che ci fosse una soluzione diversa da questa...
TI ODIO!!!"

Cominciò a singhiozzare...

Krypteria - The Night All Angels Cry

"Sei una me**d... Io sono una me**a... Non ho potuto stare vicino a Fei e tuo figlio in questo momento difficile... Sono scappato nascondendomi nel sonno per evitare di fare del male ad altre persone, ai nostri compagni, perché potevo perdere il controllo di me stesso...
Maledizione a te che per colpa di quel maledetto accordo che hai fatto non riesco a perdonare Pip!!! Lo so che l'ha fatto perché tu non potessi farci del male a tutti noi in futuro ma... Cristo proprio questo dovevi farlo fare a uno di noi?!?! Per quanto ci provi non riesco a trattenermi dall'istinto di mettergli le mani addosso e cerco di mantenere una certa indifferenza...
TI ODIO RUBEN!!! ERI IL FRATELLO CHE NON AVEVO MAI AVUTO, ERI QUELLA PARTE DELLA FAMIGLIA CHE MI CONSIGLIAVA E MI SGRIDAVA QUANDO FACEVO STUPIDAGGINI O AVEVO QUEL CARATTERE AGGRESSIVO... ERI QUELLA PERSONA CHE VOLEVO RAGGIUNGERE E ADESSO ANCHE TE MI HAI LASCIATO COME HA FATTO LA MIA FAMIGLIA... TI ODIO E SOPRATTUTTO...

...

Mi manchi da morire..."

E con quello ultime parole perse il fiato mentre dal suo viso le sue lacrime scendevano come intere cascate da diverso tempo che neanche lui se ne era accorto mentre teneva la mano poggiata sul viso e singhiozzava nel mezzo del discorso; Artic strofino il muso sul viso di Drio che non riusciva a fermare le lacrime.
Dopo pochi secondi Artic alzò la testa e fece un profondo, lungo e sofferto ululato che sarebbe riecheggiato per tutto il Garden, seppur era un animale fiero anche il lupo si era affezionato a Ruben e portava un forte rispetto nei suoi confronti e come il suo compagno anche lui soffriva di questa perdita.
Dopo che finì l'ululato poggiò il muso a terra e abbasso le orecchie mentre rimaneva vicino a Drio e al suo dolore.
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Pip :>
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Re: Il Giardino

Messaggio da Pip :> »

Perché nessuno crede in me?

******

La pressione si sta facendo quasi insostenibile.
Mese dopo mese, ora dopo ora, giorno dopo giorno, qualcosa mi porta avanti ed indietro allo stesso tempo.
Stacco una parte di me con atroce dolore, attaccandone una nuova con la sola forza di volontà, con il senso del dovere, con la tremenda paura di fallire; se perdo me stesso, devo ricostruirmi. Se mi lascio andare, devo riprendermi.

Ed ogni volta, sono meno di quello ero prima e più di quello che non avrei mai pensato di poter essere.

Forse, di quello che non avrei mai voluto essere.

*******
"Pip, non ricominciare ti prego. Stammi a sentire. Accettare di essere ucciso mi ha permesso di ottenere qualche vantaggio. E non credere che la trattativa sia stata facile.

La curiosità di Pip prese il sopravvento sulla sua rabbia. Quale favore poteva aver ottenuto Ruben?

"Ho richiesto e ottenuto di farti diventare preside del Garden di Rinoa dopo la mia morte."
*******

Non ce la faccio.

La lama taglia l'aria, eseguendo una facile serie di colpi; ma la mano trema.
Se trema la mano, trema anche la spada.
Se tremo io, trema anche il Garden.

Non sono importante quanto dovrei esserlo.
Sono importante senza poterlo giustificare.

Sono la radice malata di un albero sano.

*******

No.

Sono la radice malata di un albero malato, che offre al cielo foglie rinsecchite.

Frugo in una terra marcia per trovare le risorse necessarie a sostenere il peso delle nostre vite.
Ma qualcosa non funziona.
Non le trovo.
Non ci sono?
Sì che ci sono. Cercale meglio.
Trovale.

E' solo questo il problema?

L'albero è malato. Le foglie non riescono a catturare la luce del sole.
Forse non lo vogliono fare.

Troppo impegnati i SeeD e i Cadetti del Garden di Rinoa.
Vogliono la pappa pronta, non vogliono rischiare la loro vita, pur essendo costretti a farlo.
Vogliono il deus ex machina che risolva tutti i loro problemi.
Alcuni sono bambini viziati. Altri sono bambini arroganti. Altri, ancora, sono solamente codardi.

Tu dovevi fare questo.
Hai sbagliato.
Non riesci a fare niente.
Ci farai morire tutti.


Sono soldati improvvisati, alcuni.
Non riconoscono, nel Preside dell'accademia militare alla quale si sono iscritti volontariamente, una guida.
Non hanno niente da imparare da lui.
Non si fidano.
Non ne riconoscono le capacità.

Molto sono persone solitarie che non sanno cosa significhi il concetto di comunità.

Offrono i loro servigi, ma gli devi offrire qualcosa in cambio.
Ti sputano in faccia e non capiscono che ci rimani male non per la mancanza di rispetto, ma per la mancanza di fiducia.
Ma non è solo questo.
Ci rimani male perché loro non lo sentono.
Non lo sentono quello che senti tu, quando attraversi la Hall del Garden.

Non lo sanno che quella che sembra una vita fa, qualcuno ha donato se stesso perché questo Garden esistesse.

********
"Come farò a sapere ciò che devo fare?"

Ruben lasciò le spalle dell'amico e gli puntò l'indice verso il petto.

"Qui dentro hai un innato senso di giustizia. Non è da tutti credimi, ma non sei neanche il solo. Fidati di Drizzt, fidati di Aura. Siamo SeeD e siamo Commander ma non siamo schiavi degli ordini impartiti se questi vanno contro i principi che condividiamo. Segui il tuo cuore e farai la scelta giusta."

Mentre Ruben si allontanava, Pip ebbe come l'impressione che un periodo meraviglioso della sua vita fosse finito in quell'istante. Sapeva che ciò che Ruben aveva preventivato non sarebbe successo certo a breve, che aveva ancora tempo da passare vicino a lui e vicino ai suoi amici in modo allegro e spensierato. Ma non riuscì a ricacciare indietro la sensazione che quello scontro fosse diventato una sorta di spartiacque, un muro divisorio tra ciò che di bello era stato e ciò che di difficoltoso stava per arrivare.
********

Qui dentro hai un innato senso di giustizia.
Segui solo sciocchi ideali, sognatore incapace.
Segui il tuo cuore e farai la scelta giusta.
Non hai le competenze. Prendi sempre la decisione sbagliata.

*********

Il mio primo discorso da Preside.

"Questo Garden diventerà un baluardo di pace e giustizia, diventerà ciò che l'Ordine non è mai stato."

Ai SeeD questo non va bene.
Non lo vogliono. Pensano che sia impossibile, che sia il sogno di uno sciocco.
Preferiscono essere meschini, farsi i fatti propri, pensare a sé stessi.

Aspettano di vedere i miei sbagli, forse per un sentimento di repulsione verso l'autorità.
Se io sbaglio, loro sono automaticamente migliori di qualcuno, perché hanno sempre ragione.

O forse perché sei solo un incapace e non si fidano di te, a causa delle decisioni che prendi.

Siamo ancora vivi, però.

Ma nessuno darebbe la vita per questo Garden.

**********

Nessuno tranne me.

Qui dentro hai un innato senso di giustizia. Segui il tuo cuore e saprai cosa fare.

Io sono l'allocco, l'imprudente, l'inadeguato.
Anche tu lo eri, Ruben.

Il comandante migliore che abbia mai avuto.





Non smetterò di combattere finché il mio sogno non si sarà realizzato.
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Drizzt Do Urden
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Re: Il Giardino

Messaggio da Drizzt Do Urden »

Drizzt: Adesso smettila, però.

Pip si voltò, un lampo negli occhi nel riconoscere la voce dell’amico. Poi si rabbuiò di nuovo. Aveva intenzione di fargli una ramanzina pure lui?

Drizzt: Smettila di autoflagellarti e compatirti, non c’è tempo per la debolezza e sai che i nostri nemici aspettano solo questo.

Pareva proprio di sì.

Pip: Senti Drizzt, vorrei solo stare un po’ da solo.

Il volto del drow si distese in un sorriso.

Drizzt: Be’, questo è un tuo problema. Non ho nessuna intenzione di lasciartelo fare.

Fu quasi automatico, ed i due si trovarono a parlare dei vecchi tempi. I tempi di Otta, di Perseo…i tempi di Ruben. Pian piano Pip prese le redini del discorso, esponendo all’amico le sue sensazioni riguardo ai membri del Garden e al loro atteggiamento. Drizzt ascoltò tutto con un sorriso che significava “non c’è assolutamente bisogno di questa conversazione, so già tutto, ma so anche che ti farà bene parlarne”. Il classico sorriso celante una lieve aria di superiorità. Questo, per una volta, diede fastidio a Pip, che non si fece problemi a dirlo apertamente. L’elfo rise e si scusò, dicendo che doveva ancora lavorare un po’ sull’ascolto delle altre persone, imparando a scendere dal suo piedistallo di certezze o presunte tali.

Drizzt: Vedi, Compare…arriverà il momento in cui dovrai riesaminare il tuo operato, chiederti dove e se hai sbagliato, se hai rischiato troppo o troppo poco. Non è oggi, però. Quando tutto questo sarà finito, ne parleremo insieme. Fino ad allora, smettila di autoflagellarti e…
Pip: Sei meno convincente del solito, Compare. Questi consigli sono un po’ banali, lasciatelo dire. Ti ho visto fare di meglio.
Drizzt: Hai ragione. La verità è che non ho la più pallida idea di cosa dirti.

I due si guardarono, seri per un attimo, poi scoppiarono in una gran risata. Chiacchierarono ancora un po’, poi Drizzt si alzò dalla panchina su cui erano seduti e gli diede una pacca sulla spalla. Prima di girare i tacchi, parlò di nuovo.

Drizzt: Qualunque cosa accada, Compare, sappi che io sarò sempre al tuo fianco. E…

Si interruppe, constatando la stupidità dell’esprimere l’ovvio a parole. Stavolta era Pip a guardarlo con l’aria di chi si aspettava esattamente ogni singola sillaba. Lo salutò con un cenno e se ne andò.

Lo so, Compare.
Lo so.
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Drizzt&Pip / Vincitore della 5° Sagra di Lindblum!

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Alexandra Schwarzlight ha scritto:tu sei un caso a parte, sei la trollface scesa in terra.
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Ruben -.-
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Re: Il Giardino

Messaggio da Ruben -.- »

Pip osservò Drizzt sparire dietro un ingresso che portava ai corridoi interni. Si abbandonò su una panchina, gettando indietro la testa e sospirando. Osservò per qualche secondo le nuvole che transitavano fugacemente sopra di lui...

"Uhmpf! Che situazione complicata." sussurrò una voce conosciuta.

Pip si girò di scatto verso destra. Ruben era seduto nello spazio che rimaneva sulla panchina... braccia larghe appoggiate sullo schienale, gambe incrociate, sguardo fisso nel vuoto.

"Ruben!" esclamò lo sciamano. "Tu...tu non puoi essere qui!"
"Bravo genio. Almeno a questo ci sei arrivato."
Pip inarcò un sopracciglio. "Sono morto?"
"Santa miseria, no! Qui sono io quello morto. Hai presente...BANG BANG!" esclamò Ruben simulando due armi da fuoco con l'indice e il pollice.
"Non scherzare su questo...ti prego." lo implorò Pip.
"Scusa."
"Allora sto sognando o qualcosa del genere?"
Ruben dondolò il capo. Non era proprio un gesto di assenso ma neanche di diniego.
"Perché sei qui?"
"Eh già! Bella domanda. Se l'ipotesi che hai appena fatto è corretta dovresti avere già la risposta."
"E' perché mi sento ... una merda." Pip abbassò lo sguardo, come se si vergognasse.
"Cavolo! Non avrei saputo dirlo meglio." ridacchiò Ruben.
"E' un momento difficile al Garden. Mi sento inadatto, incapace. Non riesco ad avere neanche la stima e la fiducia dei..."
"Oh, ti prego risparmiamelo!" lo interruppe Ruben. "Sono frutto del tuo subconscio. Lo so già quello che provi. Ma non sono qui per farti da psicologo, giusto?"
"Suppongo di no..."
"Come risolviamo quindi questo tuo...-sentirti di merda-?"
"Ti posso fare una domanda?"
"Mi ripeterò. Sono frutto del tuo subconscio. Non è che posso tapparmi le orecchie e fischiettare Pompo nelle casse per evitare di starti a sentire."
"Perché hai scelto me?" lo disse senza preamboli, prima che quel fastidioso ed indisponente Ruben potesse obiettare qualcos'altro.
"Uhm."


Passarono diversi secondi, durante i quali i due non fecero altro che guardarsi negli occhi, prima che Ruben aprisse di nuovo bocca.


"In effetti avrei potuto scegliere Drizzt. Anagraficamente è più vecchio di te. Ha più esperienza. Ha più polso. E' più calcolatore. Per dirla tutta, anche se non mai è stato dimostrato coi fatti, è anche più abile di te nella lotta."
"Questo lo dici tu!"
"No. Io sono solo il frutto del tuo..."
"...subconscio. Si, ok. Ho afferrato il concetto. Ma non è questo il punto." lo interruppe Pip innervosito.
"No. Non lo è. Tu non vuoi sapere perché ho scelto te e non qualcun altro. Non vuoi sapere cosa mi ha spinto a fare questa scelta. Te lo dissi quella volta...e anche piuttosto chiaramente. Il punto è che tu credi che io mi sia sbagliato sul tuo conto, sulla tua persona, sulle tue qualità. Tu credi che io abbia visto in te più di quanto in realtà ci sia. Tu credi di aver deluso le mie aspettative."


Ancora silenzio.


"Ed è così. Non è vero?" chiese Pip sull'orlo delle lacrime.
Ruben si sciolse in un sorriso affettuoso. "Tu non hai capito bene cosa mi aspettavo da te. Ti ho detto che hai un innato senso di giustizia non che saresti stato capace di fare tutto giusto. E' profondamente differente! Non mi aspettavo da te decisioni sempre giuste e sempre perfette. Mi aspettavo che tu agissi come avrei agito io. Che tu scegliessi come avrei scelto io. Che tu sbagliassi come avrei sbagliato io! Non che volessi un clone in grado di replicare i miei pensieri...volevo una persona con i miei stessi ideali. E se ti stai preoccupando del fatto che non hai la fiducia di ogni singolo SeeD della struttura...allora dovresti ricordarti del fatto che neanch'io avevo, ne cercavo, il consenso universale."

Pip tirò un gran sospiro. Sentirsi dire tutto questo da Ruben, per quanto frutto della sua stessa fantasia, era enormemente di sollievo. Ma aveva ancora un ultimo dubbio. Il più importante. Un dubbio che andava oltre i desideri e le aspettative di Ruben. Un dubbio più generico e assoluto.

"Sono davvero io la persona giusta per il Garden?"
"Il fatto che tu te lo stia chiedendo indica che lo sei."

Ruben diede una pacca sulla spalla del preside, si alzò e fece per andarsene.

"Ruben..."
"Si?"
"Dimmi un'ultima cosa? E' vero tutto questo? O sta succedendo dentro la mia testa?"
"Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Pip. Ma perché diavolo lo vuoi sapere da me se è vero??? Non sono mica Albus Silente!" si congedò Ruben ridacchiando.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
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Recks
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Disagio/ WTF?

Messaggio da Recks »

Spoiler
Lo scopo del post... esiste?
In realtà la mia intenzione era quella di far capire un po' il carattere di Recks e, nel frattempo, mostrare quello che ha provato durante l'assenza di Calien- quando lei si era trasferita all'Ordine.
Spero sia comprensibile :smt005

Ps: spero che Alexandra non me ne voglia per l'uso di CBC. Nel caso, PM :smt110

Dopo la partenza di Calien

Sotto un grande albero del giardino giaceva una panchina. La folta chioma dell'albero offriva abbastanza ombra per far sì che il sole non colpisse il viso di Recks, che si era seduto proprio lì. Era passato qualche giorno dalla partenza di Calien verso l'Ordine e lui sentiva già la sua mancanza. Voleva stare da solo, cuffie nelle orecchie. Doveva pensare. Forse in quel momento il suo cervello avrebbe elaborato un fiume di pensieri. Seghe mentali le avrebbero definite tutti. In quel frangente però, il SeeD non sarebbe riuscito a frenare quel fiume.

Sì, quando era troppo triste Recks non era mai in grado di fermare i suoi pensieri. Quando il disagio raggiungeva livelli esponenziali, il SeeD tendeva a diventare logorroico. Prima ripeteva a sè stesso quanto di brutto gli fosse successo. Poi, di punto in bianco, avrebbe cominciato a rimproverarsi per l'accaduto. Anche se magari non avesse avuto colpe lo avrebbe fatto lo stesso. La gente normale lo chiama autolesionismo. Lui invece lo chiamava riflettere e imparare dagli errori. La cosa strana è che la cosa lo tranquillizzava. D'altronde, i depressi hanno sempre questa tendenza a considerarsi i più sfigati in tutto il Multiverso. Per spiegarsi tutto ciò che avviene di brutto nel mondo si giustificano col fatto che Yevon li ha in qualche modo maledetti a vivere una vita da pezzenti. Anzi, un depresso crede di essere l'unico nel Multiverso a vivere una vita simile. Negli altri infatti, il depresso, che d'ora in poi chiameremo Recks, crede che la vita sia sempre migliore, più felice. Un po' più verde come l'erba del vicino. Può sembrare strano, ma considerarsi l'unico caso di sfiga nel multiverso consolava il SeeD. In questo modo, il mago avrebbe presto o tardi attribuito tutte le sue disavventure al caso, al destino. Alla sfiga, insomma. Che colpa poteva avere per la sua sfortuna?
Nessuna.



"Avevi detto che avresti parlato con chi avevi bisogno. Non te ne saresti andata senza salutare, avevi detto a Leon.
E invece no. Non mi hai nemmeno salutato.


Evidentemente non ero, anzi, non sono, così importante. Mi sbagliavo.
Credevo che, con quegli scambi di sguardi, stesse nascendo qualcosa.


Come ho fatto ad innamorarti di te, Calien? Qualsiasi cosa di te, dalla tua espressione ai tuoi comportamenti sembra gridare "non sono capace di gestire nessun tipo di relazione". La tua incapacità di provare empatia, la tua impossibilità di provare emozioni. Tu non sei umana. Eppure, provo qualcosa per te. Adesso non sono solo i nerd ad essere interessati ai robot; pure io faccio parte di quella cerchia."


Ed ecco che arrivano i rimproveri e l'autocommiserazione. Vedete? Comincia tutto così. Prima riflette sull'accaduto e poi si rimprovera. Una persona normale si sarebbe giustificata dicendo "all'amor non si comanda. Non posso certo scegliere chi amare. Lei però mi ha risposto picche...beh, capita!". Ma è di Recks che stiamo parlando. Recks non farebbe mai ragionamenti simili. Per lui la colpa di ogni cosa è solo sua. Se ci pensasse abbastanza, si convincerebbe che dietro l'estinzione del Dodo ci sia la sua mano. E per piacere, non fate in modo che lo pensi. Potrebbe poi cominciare a dedicare la sua vita al sostegno del WWF.


"E ora tu te ne sei andata all'Ordine. Non hai detto nemmeno se saresti mai tornata da noi. Da me.

Mi manchi così tanto, Calien.
Ho rinunciato tanto, anche solo per starti vicino.
Ho lasciato Rina, che probabilmente adesso mi odia.
Ho accettato l'idea che, per stare con te, dovrò scontrarmi con Leon.

Perchè non ricambi nemmeno un briciolo di quello che io provo per te?"


* * * * *


Al ritorno di Calien, dopo la missione di Alex e Hjordis alla Piana della Bonaccia

Ed eccolo di nuovo. Il Paperino del Garden di nuovo alla stessa panchina, stesso albero. Indovinate un po', nemmeno la fine del discorso risulterà così originale.

"Calien è tornata!
E non mi ha nemmeno salutato.
Adesso potrò finalmente parlarle!
E a che pro? Tanto non è cambiata.
Magari riuscirò a cambiarla, stavolta.
I robot non cambiano, idiota. Al massimo puoi aggiornarli. Ma non cambiano.
Lei mi ignorerà.
E perchè questo?
Perchè sono sfigato.
Perchè sei sfigato"



Autolesionismo da manuale. Fortunatamente, prima che la pazzia potesse continuare, i suoi pensieri furono distratti da uno strano verso. Si girò e vide un Chocobo, che si era accucciato all'ombra. Non ne aveva mai visto uno così da vicino. Era così curioso che il mago si alzò dalla panchina e si avvicinò per accarezzarlo.

Che grave errore aveva commesso. Lo avrebbe scoperto solo più tardi.



* * * * *


Poco prima della missione nella squadra di attacco

C'erano rari momenti nella vita di Recks in cui il suo cervello auto-sabotatore si spegneva. In quegli attimi, il SeeD era in grado di pensare in maniera ottimistica. Peccato che però la cosa durasse sempre poco.

"Non mi interessa se prenderò altri cazzotti in faccia da Leon.
Non importa se Calien non prova emozioni.
Io riuscirò a cambiarla.
Sì, ne sarò in grado.
Sì, ce la farai."


I suoi pensieri erano stati nuovamente interrotti.
Era di nuovo quel Chocobo. Choco Boko Caliginus III.
Il suo becco tratteneva un foglio. Era firmato da Pip.
...
...
Una sanzione.
Al SeeD Recks Seagull,
Choco Boko Caliginus III ci ha riferito che lo hai importunato nel Giardino.
Abbiamo deciso di riprendere questo tuo comportamento tutt'altro che idoneo con un provvedimento disciplinare. 100 ore di servizio civile, che dovrai spendere occupandoti della pulizia della parte lesa. Inoltre, abbiamo concordato con Choco Boko Caliginus III che la prossima volta che lo accarezzerai verrai espulso dal Garden.

Firmato,
Philip Phoenix.
Non poteva credere a quello che stava leggendo.
Recks: ma tu nemmeno parli, come diamine hai fatto ad avere questo?
Choco Boko Caliginus III: kuè, kuè.
Poi, la genialata. Recks aveva strappato il foglio.
Recks: il foglio non è più valido. Pip non è più il preside del Rinoa's ormai.

In tutta risposta, il Chocobo cominciò a colpire con il suo becco il terreno, facendo recuperare a Recks uno scrigno.
Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Il Chocobo, a giudicare dalla sua faccia, sembrava soddisfatto.
Recks: sul serio? Hai avuto tutto il tempo di sotterrare un forziere contenente la stessa sanzione, stavolta firmata da Drizzt? Che ti ho fatto di male? Perchè tutti mi trattate male qui? Che cosa vi ho fatto? Sono stufo dei vostri atteggiamenti. Tuo, di Calien, di Leon. Basta!
Fire!

Prima che Recks potesse lanciare l'incantesimo, dei piccoli meteoriti lo colpirono, stendendolo al suolo.
Choco Meteo aveva un effetto letale.

Recks: ti odio. Pennuto di m***a.

Il Chocobo lo lasciò, allontanadosi altezzosamente.
Quel giorno, Recks aveva imparato una lezione importante.
Choco Boko Caliginus non si faceva toccare, nè accarezzare, nè cavalcare da nessuno.
NESSUNO.
Spoiler
"Mi correggo. Non ce la farai"
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Tidusisback
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Una sola freccia. Troppi bersagli.

Messaggio da Tidusisback »

Con un rumore distorto, sbagliato, la freccia colpì di striscio il paglione, deviando senza pietà verso la sottile rete metallica di protezione.
Ne afferrò un'altra dalla cesta posta affianco a lui vicino alla linea di distanza; la cocca scattò nervosa, incastrandosi nella corda che venne tesa subito dopo.
Uno zok suonò più giusto rispetto al cacofonico errore precedente ma al suono non fu conseguente il centro.
Un'altra.
Stesso procedimento così meccanico quanto rituale, eco infinita e indistinta di prove su prove, ripetizioni senza sosta che erano entrate nel sangue e che il corpo aveva imparato a riprodurre d'istinto.
«Non lo centrerai nemmeno questa volta.»
La voce provenne da più vicino di quanto volesse ma Aidan la ignorò volutamente. Almeno, provò a ignorarla.
Incoccò e tirò la corda fino a portarsela al viso, poggiando il pollice allo zigomo destro.
La mano fu però troppo difficile da ignorare: il suo calore penetrò da un guanto senza dita nella sua pelle nuda del gomito. Aidan girò appena lo sguardo, a sufficienza per riconoscere una chioma argentea e un sorriso benevolo.
«Trema troppo» riprese Hjørdis pacata. «Riposati un istante.»
E, per quanto l'adrenalina gridasse il suo prezzo, il braccio cedette a quella richiesta: accompagnata la corda a riposo, Aidan appoggiò Ulyssés al supporto posto accanto a lui.
La donna lo invitò tacitamente a sedersi sulla panca sotto il gazebo. E aspettò.
Aidan fissò vuoto i suoi piedi, le irregolarità del terriccio calpestato, il reticolo dei suoi capelli ancora sudati; poi, le mani. Aperte, quasi troppo grandi per un ragazzo della sua età, rovinate da calli e graffi provocati da anni all'aria aperta e arrampicate su rocce e alberi.
«Ti servono da integre» osservò la donna che, come prevedibile, aveva notato la fasciatura che bendava indice, medio e anulare destri.
Una garza messa su alla bella e meglio che non aveva dato il risultato sperato e si era intrisa del sangue del ragazzo a furia di scorticarsi le dita nel tirare.
Paglia.
L'Ajsynn notò qualcosa di scuro dove Aidan stava tirando. Si alzò e lo raccolse: un pezzetto di cuoio con un taglio a un terzo e un elastico.
«Si è rotta» commentò laconico Aidan «è da buttare.»
Hjørdis lo tenne in mano e tornò a sedersi.
Lui spostò lo sguardo dal terreno agli occhi della donna.
«Ne comprerò una nuova.»
«Cos'è?» chiese lei con sincera curiosità.
Carta.
Sulle prime la domanda lo colse di sorpresa, divertendolo, ma già sapeva che non era un modo per fare conversazione: glielo stava chiedendo seriamente.
«È una patelletta» rispose. «S’infila l'elastico nel medio e serve per proteggere le dita quando si tira. Il taglio serve per la cocca.»
La donna assimilò l'informazione con soddisfazione – evidentemente non ne aveva mai vista una – ma tornò a fissare il ragazzo.
«C'è altro che dovresti buttare via?»
Bersaglio.
Aidan rimase in silenzio con un’eco che gli occupava il cervello: rimbombava come un sasso dentro a un grosso pentolone di latta, senza pace. Si richiuse ancora nel silenzio.
Hjørdis tuttavia non pareva aver fretta alcuna.
«Non…» forzò quelle parole con una fatica spaventosa «… non doveva essere lì.»
Ancora silenzio.
«Non doveva… non in quel momento.»
Quel suono lo tormentò ancora: era lo stesso che fa una manciata di acini d'uva troppo maturi quando viene stritolata tra le dita, quando si pianta un palo nel terriccio secco. Quando un'anima viene toccata dalla morte.
Gli occhi rimasero fissi ancora al suolo. Vuoti. La testa tra le mani.
Una vita.
Ecco cos'era stata buttata.
Una vita.
Aidan, senza nemmeno rendersene conto, iniziò a piangere.
Centro.
I singhiozzi irregolari interrompevano ogni tentativo di riprendere controllo del respiro che gli si negava e dei brividi che continuavano a scuotergli lo stomaco.
L'aveva visto. L'aveva puntato alla spalla in modo da poterlo disarmare, renderlo inutile al combattimento ma poi quello scossone l'aveva sbalzato via e la freccia gli aveva perforato il cranio da parte a parte, come il guscio di un uovo. L'uno e l'altro in uno specchio avevano visto strapparsi a vicenda luce e innocenza.
Aidan aveva già ucciso ma era diverso: erano animali, erano nella foresta ed era a caccia con la sua squadra.
Cosa gli era servito tutto quell'allenamento negli anni passati? Il fine sarebbe stato comunque quello: uno o l'altro, la propria vita o la sua, una sua freccia o un suo proiettile. Ma la guerra l'aveva toccato da lontano, sfiorandolo appena quando era ancora intorpidito nella coscienza.
Era piccolo. Era un bambino.
E adesso si sentiva più debole di prima.
Qualcosa lo portò via da lì, con una delicatezza che ripercorreva i passi dell'infanzia. Hjørdis l'aveva abbracciato e gli teneva la testa fra le mani.
Aidan s’irrigidì ma non la respinse.
Gli risalì in bocca il sapore del vomito che aveva ricacciato giù a forza quando quel soldato era morto.
Non avrei voluto farlo ma è successo.
Aveva continuato a impedire l'avanzata, era rimasto in piedi ed era sopravvissuto a differenza di molti altri, accatastati senza riguardo sul pavimento imbrattato dalle loro stesse viscere.
Qualcuno aveva rigettato nel vedere la morte nei compagni prima che in se stesso ma era una decisione tagliata con la lama.
Uccidere.
Essere uccisi.
Bianco.
Nero.
Centro.
Rete.
«Sei poco più di un bambino» gli sussurrò l'Ajsynn «hai tutta la vita per crescere.»
Aidan si riscosse.
Si liberò da quell'abbraccio materno, respingendolo con garbo. Per tutta risposta, Hjørdis distese un sorriso.
Lui non poté fare altro che ripagarla con un broncio stranamente colorato di gratitudine.
«È stato un inutile massacro e questo non ti farà stare meglio» proseguì lei «e le scaramucce guidate da rabbia e risentimento portano solo un vuoto maggiore. Ma è qui» picchiettò con garbo il centro del petto del ragazzo «che viene fatta la differenza. Non rifuggire la battaglia e sii più forte di lei.»
La donna si alzò.
«Abbiamo un vecchio detto tra gli Ajsynn: tra mente e corpo c'è equilibrio; tra spada e braccio c'è ragione. Ma tra cuore e ragione c'è un abisso. Sta a te sapere come colmarlo.»
Aidan bevve quella consolazione, riprendendo fiato e passandosi il palmo della mano sulla faccia umida, consapevole che la donna aveva compreso il tacito ringraziamento.
«Adesso» riprese lei con tono divertito «fammi vedere come me la cavo con questa vecchio arnese!»
In due passi raggiunse Ulyssés e saggiò la resistenza della corda – abbastanza tosta per lei – incoccò una freccia e tirò.
Un tiro sgraziato, inesperto e goffo specie quando un arco è tarato su un arciere diverso ma ugualmente efficace. Più o meno.
Paglia.
«Oh beh… meglio di quanto credessi» osservò serafica. «Andiamo. Te la ricompro io quella.»

Essendo un dialogo in Giardino, nessuno è a conoscenza di questo lato di Aidan (e nessuno oltre a Hjørdis ha potuto sentirlo
Spoiler
Mi sono concesso la libertà di utilizzare Hjørdis n questo modo perché è l'unica con cui al momento potrebbe avere un qualunque tipo di rapporto. Nel caso non dovesse andare bene, attendo un pm della diretta interessata per correggere :)
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Re: Il Giardino

Messaggio da RinaYeah »

Mi sveglio di colpo, affannata, sudando freddo. Ho paura, tanta. Fino a questo momento ho creduto di aver dimenticato il passato, ma adesso è tornato. Affamato come non mai, mi rivuole indietro, facendo rivivere ricordi infelici.
Mi alzo dal letto, raggiungo una cassettiera e ne estraggo un piccolo portagioie. Tolgo un sacco di anelli e apro il doppiofondo, recuperando il mio più grande tesoro: l'anello del mio grande ed unico vero amore. L'anello che l'unica persona che mi ha conosciuto davvero mi ha donato chiedendomi di stare sempre al suo fianco, l'anello del mio unico marito, morto più di un millenio fa. Si chiamava Flik, nome che tengo ancora cucito sul mio cuore e che nessuno ha mai sostituito. Neanche Albert, neanche Richard, neanche Paulo. Neanche Recks, per quanto avessi creduto che sarebbe potuto essere possibile; finalmente ero umana, mortale, potevo avere un vita normale, ma per la prima volta nella mia vita sono stata rifiutata. È una sensazione veramente dolorosa, ma alla fine sarebbe successo. Il nostro non è più amore, forse non lo è mai veramente stato. Esco dalla mia camera e raggiungo il giardino. Il candore di una luna piena rende tutto sovrannaturale, come in un sogno.

My hands, don't wanna start again

È come una storia che si ripete; ogni volta che perdo un amore, che sia io a fuggire o la morte a contrapporsi tra noi, mi torna in mente Flik.

My hands, no, they don't wanna understand

Ogni volta voglio sentire le sue mani stringermi forte e dirmi che andrà tutto bene. Ma non succede mai. Non può succedere

My hands, they just shake and try to break whatever peace I may find

Ogni volta che credo di aver trovato pace, il passato torna, come uno strozzino, e mi propone il conto.

My hands, they only agree to hold
Your hands, and they don't wanna be without
Your hands, and they will not let me go


Ogni amore, ogni storia, mi portano sempre da lui. Non riuscirò mai a superare la nostra storia.

Mi metto a cantare alla luna, come un lupo, come ogni volta che ricordo mio marito. Metto la catenina con l'anello attorno al mio collo e mi rivolgo al cielo stellato.
- My hands, don't wanna start again
My hands, no, they don't wanna understand
My hands, they just shake and try to break whatever peace I may find
My hands, only agree to hold
Your hands, no, they don't wanna be without
Your hands, and they will not let me go, no, they will not let me go
No, they will not let me go-
Le lacrime scorrevano senza sosta sul mio viso, la disperazione faceva tremare la mia voce, ma continuai a cantare con la stessa voce, un tempo definita angelica dall'uomo che ancora amo.

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xthegame89x
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Re: Il Giardino

Messaggio da xthegame89x »

I wish I could be the one,
the one who won't care at all...


Forse era un sogno, o forse realtà. In entrambi i casi era tornato al Garden. Garden come giardino, giardino come il luogo che stava visitando in quel momento. Alcune delle foglie cadute dagli alberi durante l'inverno e l'autunno, erano sopravvissute in mezzo ai manti erbosi sotto la chioma degli alberi, mentre alcuni uccelli avevano già fatto il loro classico nido tra i rami degli alberi, cinguettando allegramente.
... but being the one on the stand,
I know the way to go, no one's guiding me...


Gli auricolari nelle sue orecchie pompavano la sua canzone preferita a tutto volume nei timpani, quasi a rischio che si rompessero. Ma non era di certo una canzone ascoltata a volume altissimo direttamente con gli auricolari che lo avrebbe ferito a morte. Camminava mani in tasca, immerso nei suoi pensieri, nei suoi ricordi, in quelli felici e quelli meno felici. Raggiunse il muro che divideva il giardino dall'esterno del Garden, un piccolo muro basso di mattoncini grigi.
... when time soaked with blood turns its back,
I know it's hard to fall...


Un pensiero andò alla madre, al padre, a Sam e all'avventura avuta insieme agli ultimi due nel centro di ricerche sottomarino. Era riuscito forse a capire come impedire che quella cosa prendesse il sopravvento su di lui? Solamente impedendo che pensieri malvagi lo invadessero? "Magari fosse così semplice..." pensò distrattamente, mentre alzava lo sguardo verso un paio di nuvole grigie in lontananza.
... confined in me was your heart
I know it's hurting you, but it's killing me...


L'assolo di chitarra appena cominciato nella canzone gli fece capire che ormai stava giungendo al termine. Aveva sempre invidiato la bravura del chitarrista di quella band, il fatto che fosse tatuato da cima a fondo e il modo di vestirsi: non sembrava mai fuori luogo, poteva vestirsi in ogni modo che appariva sempre alla moda e estremamente metallaro. Sorrise, pensando alla faccia che fece in un concerto che vide alla tv, purtroppo, mentre con due accordi di chitarra elettrica, dopo che il cantante della band gli diede il permesso di poter fare ciò che voleva per intrattenere il pubblico in modo da riposare un po' la sua gola, fece impazzire tutta l'arena. Aggiungendo poi il fatto che erano talmente pazzi da invitare un fan dal pubblico per farla cantare erano semplicemente stati epici.

- Quella musica ti ucciderà un giorno o l'altro. Lo sai vero? - disse una voce alle sue spalle mentre ritirava gli auricolari

Voltandosi vide Pip, che gli sorrideva indicando il lettore mp3.

- Guarda... non fumo, non faccio uso di droghe... l'unica droga che posso dire di non poterne fare a meno sono loro. - dissi sorridendo
- Non dirmi che oltre non fumo, stavi per dire non bevo.
- Non sarei stato credibile.

I due si guardarono per un attimo e poi scoppiarono a ridere. Pip si affiancò al Seed, mentre Matt mise in tasca il lettore.

- Sai... sapere che hai rischiato tanto, che ti sei allontanato solo per la nostra sicurezza... mi rende fiero di te.
- Ho dovuto farlo... nemmeno io volevo allontanarmi e, sapendo ciò che è successo in mia assenza, proprio in un momento in cui avreste potuto aver bisogno di me. - disse Matt sospirando
- Già... ma Matt il Garden ha tanti ottimi combattenti... ma non tutti i combattenti combattono con il cuore come hai sempre fatto tu. Hai sempre cercato di mettere il benessere delle persone che ami davanti a tutto... io lo apprezzo e sono sicuro sia un tuo punto di forza...
- ... ma?
- Perchè pensi ci sia un ma? - disse Pip sorridendo
- Non mi sembra tu sia tanto d'accordo...
- Non è questo, Matt. Non fraintendermi. Spesso la vita ci pone davanti a molte scelte, molte delle quali sono veramente impossibili da scegliere. Non sempre la scelta definitiva è ciò che desideravamo che fosse. Non sempre, agire per il bene comune è ciò che vorremo. Molte volte vorremo solo che tutto ciò non ci si proponga davanti e che sia solamente un brutto sogno... - lo sguardo di Pip si spense nel vuoto e Matt conosceva il motivo

Probabilmente si riferiva a ciò che aveva dovuto fare per Ruben.

- Pip. Qualsiasi cosa tu pensi di aver scelto... qualsiasi cosa tu pensi di aver sbagliato... sei un ottimo combattente, amico e preside. Ho sempre potuto contare su di te e non mi sono mai pentito di aver ascoltato i tuoi consigli. Perciò...

Pip lo guardò curiosamente per un attimo. Sorrise.

- Piuttosto... quando mi concedi una rivincita allo zoolab? - disse sorridendo Matt

Il commander rise per un attimo. Mentre il sole tramontava, lasciando il posto a qualche stella e alla luna, i due tornarono all'interno del Garden, continuando a parlare di ricordi, battaglie e ciò che ancora dovevano vivere.

Sono tornato ragazzi, con un nuovo canale e con nuove serie. Restate tunizzati per scoprirne di belle! Buona visione! :P
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PROGRAMMAZIONE
LUNEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
MARTEDI
- Let's Technic, Minecraft Monster Pack 1.6.4 -
MERCOLEDI
- Fantasy World, Final Fantasy IX -
GIOVEDI
- Desertcraft, Minecraft Regrowth Pack 1.7.10 -
VENERDI
- Il ruggito del T-Rex, Dino Crisis -
SABATO
- Video Random -
Se dovete utilizzare il mio pg nel Garden, controllatevi la scheda prima, barboni! xD
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LE PERLE DI SAGGEZZA DEL GRUPPO DEL GC SU FB
Egil ha scritto: Non possiamo fare un referendum per dichiarare Matt Winchester illegale e immorale?

Leon ha scritto: Matt Winchester ogni volta che fai un commento inutile, un gattino nel mondo muore
Paine ha scritto: o.ò sisi confermo la mia teoria... Matt è posseduto dal demonio.
Leon ha scritto: E' più probabile che sia il demonio a essere posseduto da Matt Winchester.

Leon ha scritto: Non è la situazione ad essere disperata, è Matt che si è messo in testa di far crashare i server di Facebook.

Leon ha scritto: Matt Winchester la tua firma occupa una schermata intera e ho un fo***to monitor 1920*1080.
Matt Winchester ha scritto: Quindi anche Ruben è a Reloras??? Posso usare il suo pg????
Vero posso posso posso???
Daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Drittz Do Urden ha scritto: No.
Matt Winchester ha scritto: Sob sigh... (A Drizzt Do Urden piace quest'elemento)
Paine ha scritto: Penso che comunque debba smettere di mortificare il povero matt.... è un cazzone, lo sappiamo tutti e mo lo sai anche tu, non ci fosse lui qua staremmo tutti a grattarci le palle, quindi passa un commento anche fosse acido. Paine docet
Leon ha scritto: Matt Winchester minaccia pure i cani randagi che incrocia per strada ormai (ovviamente trasformandosi in bahamut)
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