CROCIFISSO IN AULE - Axormon92 - Kana

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Rinoa Heartilly
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CROCIFISSO IN AULE - Axormon92 - Kana

Messaggio da Rinoa Heartilly »

Tema: Via il crocifisso dalle aule italiane: "democrazia" o censura?
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Re: CROCIFISSO IN AULE - Axormon92 - Kana

Messaggio da Axormon92 »

CONTRARIO a togliere il crocifisso dalle aule.

La religione Cristiana-Cattolica è dominante in Italia da sempre infatti le norme che riguardano l'esposizione del Crocifisso nelle aule sono 2 regolamenti (del 1924 e del 1927), racchiusi nella riforma Gentile per la scuola, durante il primo governo Mussolini. Essi prevedono che il Cocifisso venga esposto in tutte le aule e per l'intera durata delle scuole elementari, medie inferiori e medie superiori quale parte integrante dell' "arredamento scolastico". Il Crocifisso però non va inteso solo come simbolo religioso, soprattutto se è esposto in un luogo pubblico come la scuola e non in un luogo di culto (dove avrebbe valore puramente religioso). In questo modo potrà sempre rivestire significati religiosi per i credenti mentre richiamerà a tutti, valori civili fondamentali quali tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona ecc...A mio parere questo fatto è molto importante perchè, credente o no, funziona come simbolo altamente educativo e non presuppone certo una mancanza di rispetto verso le religioni professate da musulmani, buddisti e via dicendo. Poi vorrei far notare che se un cristiano residente nei paesi dove è diffuso ad esempio l'Islam si lamentasse di un simbolo religioso particolare rischierebbe addirittura la pelle visto il loro "attaccamento" alla religione e quindi non ritengo giustamente motivati i loro ricorsi alle istituzioni per eliminare dalle scuole un oggetto di rilevanza culturale ed educativa enorme.
Kana
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Re: CROCIFISSO IN AULE - Axormon92 - Kana

Messaggio da Kana »

Uhm...non so se il mio testo sia troppo lungo, o troppo serio, o cosa...forse ho divagato, ma non avendo mai partecipato a niente di simile, diciamo che l'ho pensato come se dovessi scrivere un tema a scuola °-°”… vabbè…Buon lavoro ai giudici!



La lavagna, una cartina geografica, qualche disegno, magari un calendario: descrizione del muro di un’ipotetica aula; ma nella maggior parte delle classi italiane, a questi elementi si unisce il crocifisso: di diversi materiali e forme, è molto più che un semplice decoro. Spesso passa quasi inosservato: abituati a vederlo lì, al suo posto, sin dalle elementari, gli studenti “tradizionalmente” italiani, cattolici, lo considerano un elemento scontato dell’arredamento scolastico; a maggior ragione se sono abituati a vederlo in casa. Ma un bambino la cui famiglia non professa il cattolicesimo – perché di una religione diversa, o perché atea – non trova nessun senso logico nella presenza di quel simbolo nella sua classe, dove gli vengono insegnati, tra le altre cose, la convivenza e il rispetto per gli altri. Se ne conosce il significato, probabilmente percepirà il crocifisso come un’imposizione, una presenza fastidiosa, molesta e irragionevole, Il bimbo che, ignaro, domanderà ai genitori il suo significato, scoprirà ben presto che si tratta di una mancanza di rispetto, e magari assisterà alla loro indignazione. È il caso di Adel Smith, presidente dell’unione musulmana d’Italia, che nel 2003 lottò strenuamente per la rimozione del crocifisso dalla scuola dei due figli, tanto da essere aggredito in diretta tv.
E dire che la soluzione sarebbe relativamente semplice: un bel muro bianco, senza infamia e senza lode. Appendere i simboli di ogni religione su questa terra sarebbe altrettanto efficace, ma decisamene più complesso: senza contare la componente atea. Con la prima soluzione, non esisterebbe nessun disagio per coloro che non professano la religione cattolica, ed è improbabile che i bambini cattolici soffrirebbero per la sua mancanza, in quanto quegli stessi valori che il crocifisso trasmette, verrebbero loro comunicati in altro modo (famiglia, parrocchia, ecc).
In alcuni Stati, specie in medio-oriente, sarebbe improponibile un’idea del genere, poiché le religione stessa costituisce la legge. Ma in un’Europa sempre più cosmopolita, l’Italia – che pur si dichiara, nella Costituzione, democratica e rispettosa delle libertà individuali – non può continuare a restare attaccata a vecchie tradizioni. Evito di inoltrarmi nel rapporto Stato-Chiesa, ma basta pensare che i nostri vicini Francesi, sempre un passo avanti a noi, hanno espressamente vietato l’esposizione di simboli religiosi nelle istruzioni pubbliche, anche a livello individuale (es. veli). Quest’ultimo provvedimento forse è esagerato, qualcuno potrebbe leggervi una soppressione della libertà individuale, ma per quel che riguarda la rimozione dei simboli religiosi a livello di struttura pubblica (come il crocifisso nelle scuole e negli uffici, appunto), essa si basa su due giusti principi: la tolleranza religiosa e la democrazia.
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