Accademia 4 [cadetti]

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Holden
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Holden »

-Holden: Come sta lo sconosciuto bruciacchiato?

Macha che dopo aver rapporto ad Otta era in infermeria intenta ad osservare pensosa il suo paziente improvvisato girò la testa verso di me, lievemente sorpresa, non avendomi sentito arrivare.

-Macha: Al momento è stabile. Le sue condizioni non sono in realtà così terribili come appariva al suo arrivo. Ha di certo subito un notevole shock termico, ma ciò che l'ha più debilitato è un qualche composto che gli è stato iniettato tramite il dardo che abbiamo estratto.
-Holden: Un veleno?
La ragazza scosse la testa e i capelli frustarono l'aria come una vampata rossa.
-Macha: Non sono un esperta, ma direi più una specie di potente narcotico.
-Holden: Hai ricevuto una formazione in campo medico?
-Macha: Incantesimi di guarigione e di supporto, più che una vera specializzazione medica.
-Holden: Siamo al momento senza il nostro abituale responsabile medico, Xed. Se ne hai voglia, te la senti di farne le veci? Costituirai la squadra medica assieme a Darkhearts.
La cadetta esitò e mi lanciò un rapido sguardo.
-Holden: Non c'è bisogno di decidere all'istante, pensaci su e poi fammi sapere. A proposito, non mi sono presentato. Holden; Piacere.
La ragazza si presentò a sua volta e ci stringemmo la mano.
-Macha: Quindi sei il vice di Otta.
-Holden: Una qualche specie. Ma non mi ci far pensare.

Mi avvicinai al ragazzo disteso nel letto tra lenzuola candide.
-Holden: Come si chiama?
-Macha: Non ne ho la più pallida idea. Da quando è arrivato non è mai stato cosciente. L'altro tipo che lo ha portato qui non lo conosce?
Le raccontai ciò che Lonelywolf ci aveva riferito e le circostanze del suo incontro con il tizio che era addormentato o svenuto in infermeria. Nemmeno lui ne sapeva il nome.
-Macha: Poco male. Dovrebbe svegliarsi da un momento all'altro, e poco dopo potremo iniziare a somministrargli qualche magia curativa. E' solo questione di tempo prima che ritorni sano come un pesce.
-Holden: O una salamandra. Io vado Macha; Ti affido il ragazzo. E complimenti per la prontezza dimostrata. Ti prego di farci sapere non appena il nostro sconosciuto sarà in grado di rispondere a qualche domanda.
La ragazza mi fece un cenno e mi allontanai, di pessimo umore.

Andai alla ricerca di Darkhearts e lo informai che in assenza di Xed avrebbe collaborato con Macha in infermeria, sempre che la neo-cadetta accettasse la proposta che le avevo fatto.

Quanto era plausibile che gli inseguitori dei due fuggiaschi che avevano trovato rifugio nella Guenda si facessero vivi e venissero direttamente a romperci l'anima? Per come li aveva descritti Lonelywolf, erano disposti a molto pur di rimettere le mani sul ragazzo che stavano braccando. Questa comprendeva forse il mostrarsi a viso aperto per reclamare la loro preda? Quanto era di per sé pericoloso per l'incolumità comune un uomo con quelle straordinarie capacità?
E sopratutto, perchè mi imbattevo con una tale costanza in fenomeni da baraccone di ogni risma?
Ero stanco, avevo bisogno di una doccia, e avevo bisogno di qualche ora di sonno; Ma sembrava che per un po' tutto ciò sarebbe rimasta una pietosa utopia.

Appoggiato contro le barriere protettive che delimitavano il ponte superiore della Guenda, lasciai gli occhi vagare senza meta per gli alberi attorno a noi le cui fronde si muovevano a ritmo con il vento che ne scompigliava le cime. La Guenda era ancora ferma a terra nel punto della radura in cui Lonelywolf e il ragazzo che aveva salvato erano saliti a bordo e per il momento nessun ordine era stato dato per un'eventuale partenza. D'altronde, non avevamo nessuna destinazione precisa. La missione volta ad impedire a Galbadia di trasformare le terre del Nord in un proprio, insanguinato protettorato si era conclusa con successo e nessun nuovo incarico ci era giunto.

Il codec trillò come un uccello malevolo.
Codec:
-Otta: Holden, pare che il nostro ospite sia finalmente sveglio. Direi che è il momento di vederci un po' chiaro.

Riagganciai senza rispondere e ridiscesi nel ventre della nave. Chissà cosa ci riservavano le rivelazioni dell'uomo accendino.
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
DarkSquall89
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da DarkSquall89 »

Macha era intenta a controllare i dati che i cavi e le macchine collegate al paziente svenuto le trasmettevano. Aggrottò la fronte, perplessa dai risultati ottenuti. I parametri vitali erano nella norma, sembrava che nulla indicasse le gravi condizioni in cui lo sconosciuto versava quando era stato trasportato a bordo, e già questo di per sé costituiva un'anomalia. Inoltre, nel giro dell'ultima mezz'ora il ragazzo steso sul letto di fronte a lei aveva dato segni di netto miglioramento, quasi a livello esponenziale, avrebbe osato dire: le ustioni che ricoprivano il suo corpo stavano sparendo a vista d'occhio, ritirandosi come acqua esposta al sole del deserto, lasciando come uniche tracce del loro passaggio delle chiazze di pelle arrossata. Gli incantesimi curativi che l'infermiera aveva applicato stavano facendo effetto, ma era pronta a giurare che ci fosse altro all'opera, di cui non riusciva a capire l'origine. Ad ogni modo, sembrava che la situazione stesse volgendo al meglio, e questo la tranquillizzò.
Fece per tornare verso la sua scrivania, in modo da analizzare meglio i dati e confrontarli con quelli precedenti, ma il suono squillante delle macchine collegate al corpo del ragazzo la fece tornare indietro. Contrasse i muscoli a causa della crescente tensione che si stava impadronendo di lei: i battiti del cuore stavano salendo velocemente, incontrollabili come cavalli al galoppo, la fronte del paziente era madida di sudore. E, a meno che non si sbagliasse di grosso, alla ragazza pareva di percepire un aumento della temperatura dell'aria presente all'interno dell'infermeria. Gli pose una mano sulla fronte: dire che scottava rappresentava un leggero eufemismo. Non riuscì a trattenere un urlo quando una presa di ferro le afferrò il polso, facendole male. Abbassò lo sguardo e si ritrovò a fissare un paio di occhi neri come la notte. La sorpresa per un risveglio così improvviso fu tale che non riuscì a profferire nulla.
« Acqua. »
La voce che pronunciò quella parola era impercettibile, riarsa, in qualche modo.
Macha si affrettò a riempire un bicchiere di acqua e a porgerglielo. Il paziente lo trangugiò in due rapide sorsate, per poi ridistendersi sul letto con un sospiro di sollievo.
« Dove mi trovo? »
La ragazza si prese del tempo per osservarlo, sempre più stupita, poi rispose: « Nell'infermeria dell'Accademia, all'interno di un'aeronave volante. Sei stato condotto qui in seguito alla tua aggressione, ricordi? »
Se avesse capito o meno, il ragazzo non diede segno di aver sentito alcunché. Rimase a fissarla con sguardo assorto, senza dire nulla.
Macha si allontanò di pochi metri, ed utilizzò il codec.
Codec:
Preside? Qui parla Macha. Il paziente si è svegliato. Perfetto. Va bene.

Trascorsero due minuti in perfetto silenzio, interrotti soltanto dal rumore delle sonde e delle macchine dell'infermeria. Fu solo quando il ragazzo provò ad alzarsi dal letto all'improvviso che Macha si allarmò.
« Dove credi di andare? » lo apostrofò spazientita.
« Fuori di qui, ovviamente. Devo fuggire » fu tutto ciò che ottenne come risposta. Nathan fu in grado di muovere soltanto due passi, prima che un capogiro gli facesse perdere l'equilibrio, facendolo crollare addosso ai delicati strumenti medici.
« Sei pazzo, non hai la forza di poterti muovere, sei ancora troppo debole. Vieni, ti aiuto a tornare a letto. » Macha allungò un braccio verso di lui, che venne bruscamente scostato.
« Togliti. Non ho tempo da perdere, non hai la minima idea del pericolo che sto correndo al momento. Sto bene, fammi passare. »
Fece per alzarsi di nuovo, ma il suo tentativo venne interrotto da una voce ferma, che lo bloccò sul posto.
« Non sei nelle condizioni adatte per poter fare alcunché, ora come ora, quindi non essere irragionevole e stenditi di nuovo. Ed inoltre, penso che ottenere delle spiegazioni per gli eventi accaduti nelle ultime ore sia il minimo che possiamo chiederti. »
A parlare era stata una donna, accompagnata da altre due persone, un uomo dall'espressione seria e, se la memoria non gli giocava brutti scherzi, il ragazzo che lo aveva salvato, trasportandolo al sicuro. Nathan si prese del tempo per riflettere: l'intervento di così tante persone complicava enormemente le sue prospettive di fuga, già scarse in partenza; non riteneva di avere abbastanza forze per aprirsi una via di fuga in mezzo a loro, pur usando il fuoco, e non voleva nemmeno provarci, ad essere onesti: era ancora troppo debole e debilitato per ricorrere ad un potere del genere, e facendolo avrebbe potuto rischiare la vita. Impassibile, senza distogliere lo sguardo dai tre individui che lo fronteggiavano, tornò a stendersi a letto.
« Così va meglio, dico davvero. » A parlare era stata di nuovo la donna, e nel farlo gli aveva rivolto un sorriso così sincero e aperto che il ragazzo restò spiazzato per un momento, incapace di trovare parole. Rialzò le sue difese dopo pochi istanti, tuttavia: non poteva fidarsi di nessuno.
« Nessuno vi ha chiesto di intervenire, e non vedo per quale motivo dovrei fornirvi spiegazioni. » Aveva parlato duramente, sputando una sentenza. Stava perdendo tempo, era sicuro che i nemici stessero già cercandolo.
L'uomo sembrò interpretare correttamente i suoi pensieri.
« Al momento non corri alcun pericolo, quindi puoi stare tranquillo. Ti trovi all'interno di un'aeronave appartenente all'ordine dei Garden. Sai di cosa sto parlando? »
Nathan annuì con un cenno della testa, cercando di riportare alla mente le scarse nozioni che possedeva al riguardo: sapeva che l'ordine agiva da struttura militare indipendente, non soggetta ai comandi o alle volontà di nessuno, e che il suo potere era decentrato in diverse sedi, chiamate appunto Garden. Suo padre una volta gli aveva detto che alcuni dei migliori combattenti del mondo provenivano da lì, e che i Garden erano gestiti da gruppi di persone giuste e con uno spiccato senso del dovere: aveva anche pensato di chiedere il loro aiuto, in modo da ricevere protezione incondizionata, ma gli eventi avevano preso una piega diversa, il destino non aveva aspettato, ed era stato troppo tardi. Il pensiero gli provocò una fitta di dolore acuto e rimpianto allo stomaco.
Si rilassò un poco, pensando che almeno per il momento non correva pericoli immediati.
« Cosa volete da me? » riuscì a chiedere.
La donna si mise a sedere su di una sedia di fronte a lui, mentre l'uomo rimase in piedi. Nathan vide l'infermiera prendere altre due sedie, porgerne una al ragazzo che gli aveva salvato la vita e accomodarsi sull'altra, in attesa.
Fu la donna a parlare di nuovo.
« Mi chiamo Otta, sono la preside dell'accademia. Lui » disse indicando l'uomo alle sue spalle, « si chiama Holden, ed il mio vice, mentre l'altro, colui che ti ha soccorso e portato qui da noi, è Lonelywolf. E penso che tu conoscerai già Macha, è l'infermiera che ti ha curato. »
Nathan guardò la ragazza con un misto di colpevolezza e disagio.
« Si, la conosco. Anzi...scusa per...la brusca reazione di prima...io... »
Lei lo tranquillizzò con un sorriso.
« Non preoccuparti, davvero, è normale che tu fossi agitato e spaventato dopo un risveglio così brusco e tutte le vicende che hai passato. »
« Quello che vorremmo sapere » continuò Otta, « è cosa è successo esattamente in quel bosco, e chi sono gli individui che sembravano così decisi a darti la caccia. E soprattutto, chi sei tu, per rappresentare un qualcosa di così importante per loro? »
Nathan rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. Il suo istinto di sopravvivenza, affinato in tanti anni di continue fughe, continuava a sussurrargli che non doveva fidarsi, ma un'altra parte di lui, quella ancora memore delle parole del padre riguardo l'ordine dei Garden, lo invitava ad aprirsi. Combattuto, scelse un compromesso. Mezze verità.
« Mi chiamo Nathan Blake. Le persone che mi davano, o meglio, che mi danno la caccia, sono rappresentanti di un'organizzazione governativa segreta, denominata “La Piramide”. Scopo di quest'ultima è lo studio di soggetti considerati, come dire, “particolari”. »
Lonelywolf lo guardò di traverso.
« Immagino che la definizione sia particolarmente adatta al tuo caso, allora. »
Nathan percepì il tono di accusa nelle parole dell'altro: evidentemente ciò che era accaduto in quel bosco, soprattutto agli uomini contro i quali avevano combattuto, doveva essere rimasto impresso nella mente del ragazzo.
Evocò una piccola palla di fuoco nel palmo della mano. Tutti si avvicinarono per guardarla, stupiti.
« Non è un Fire, così come non è nessuna magia a voi nota. Se notate, la fiamma non resta staccata dalla mia mano, come sospesa a mezz'aria, ma è una sorte di mia estensione naturale. Non attinge alle mie energie, anzi, si rafforza con l'utilizzo. E' una caratteristica con la quale sono nato, un qualcosa che mi rende diverso da qualunque altra persona. Riesco a controllare il fuoco con la mente. O meglio, ci riesco solo in alcuni casi, come tu hai ben potuto osservare », precisò fissando Lonelywolf.
« La chiamano pirocinesi. »
Un silenzio attonito seguì quelle parole. Fu Otta a riprendere la parola.
« E rappresenta un pericolo, questo tuo potere? »
Nathan le rivolse una risata ironica.
« Non hai visto quello che è successo alle persone che hanno cercato di catturarmi? Immagino di si, in quanto preside sarai scesa a controllare la scena del combattimento. Quei corpi carbonizzati, quelle caricature di morte, sono opera mia. »
« Cosa vogliono da te? »
A parlare questa volta era stato Holden, che lo fissava con uno sguardo imperscrutabile.
« Ricondurmi alla loro base. Sono riuscito ad evadere, è normale che rivogliano indietro uno dei loro gioielli. »
« E per quale motivo sei così importante per loro? Voglio dire, hai detto tu stesso che studiano persone dotate di capacità che non rientrano nella convenzionale definizione di norma, ma perché continuano a perseguitarti? »
Nathan si prese un attimo per pensare. Doveva giocare di astuzia, cercando di portare l'interrogatorio sui binari da lui desiderati.
« Suppongo che per loro rappresentassi un pezzo raro, da ciò che avevo capito ero l'unico pirocinetico nel quale si fossero mai imbattutti. »
« E non c'è altro? »
Holden lasciò la domanda sospesa a mezz'aria, in attesa di risposta.
Nathan sentiva una coltre di sudore freddo bagnargli la schiena: non doveva tradire in nessun caso il suo nervosismo, o si sarebbe ritrovato nei guai.
« No, » rispose infine, « nient'altro. Vi ho detto tutto quello che so. »
Otta e gli altri tre si guardano con cautela, evitando di parlare. Il silenzio venne interrotto bruscamente quando un ragazzo entrò di corsa all'interno dell'infermeria, apparentemente in allarme.
« Preside, i nostri radar hanno individuato una piccola corvetta da guerra in rapido avvicinamento. Si sta dirigendo verso di noi. »
Nathan avvertì un brivido percorrerlo da capo a piedi.
« Sono loro. »
Fece per alzarsi, ma venne fatto distendere di nuovo da Macha.
Otta si alzò in piedi e si avviò verso la porta, seguita da Holden e Lonelywolf.
« Macha, resta con lui e prenditene cura, è ancora debole. Se ci sarà bisogno vi manderò a chiamare e potrete salire sul ponte. Quanto a noi » disse guardando i compagni, « dovremmo salire e sentire cosa queste persone vogliono da noi. »
Con ciò abbandonò la stanza, seguita a ruota dagli altri.
« Sta mentendo » le sibilò Holden all'orecchio, « o quantomeno nasconde una parte di verità, la sua versione dei fatti, oltre ad essere molto breve e sommaria, presentava delle incongruenze e delle lacune. »
« L'ho avvertito pure io, è meglio non fidarsi troppo ancora » aggiunse Lonelywolf.
Otta li guardò preoccupata, corrugando la fronte, ed insieme i tre si avviarono verso il ponte dell'aeronave. Gli eventi avevano preso il loro corso.
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Danke Fraulin (Lenne xD) per l'avatar, il banner e per Mara. Deh! è.é



Kary's Artbook , ovvero la galleria di disegni e quant'altro della mia sorellina in spirito Diletta, date un'occhiata e lasciate un commento, ne vale la pena ;).




"Vivevano la lenta e invisibile compenetrazione dei loro universi, come due astri che gravitano intorno a un asse comune, in orbite sempre più strette, il cui destino chiaro è quello di coalescere in qualche punto dello spazio e del tempo".
Sirius
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sirius »

Usando un Occhio Spia precedentemente nascosto nell'infermeria, Sirius poté riprendere l'intera conversazione attraverso il suo Codec speciale stando sul ponte di coperta; una volta ultimata fece riavvolgere lo schermo discoidale del Codec ridonandogli le sembianze di un comune cellulare, lo chiuse e se lo rimise in tasca. “Affascinante!” esclamò tra se appoggiandosi al parapetto del ponte, in lontananza poteva osservare la corvetta in avvicinamento. Sirius iniziò a riflettere su quanto scoperto sul soggetto Nathan Blake: l'individuo è chiaramente in possesso di abilità pirocinetiche ma esse risultano peculiari rispetto a quelle che Sirius aveva avuto modo di studiare anni addietro. La psicocinesi è la capacità innata, riscontrata in alcune persone, di spostare gli oggetti con la mente; in rare occasioni taluni psicocinetici svilupparono l'abilità, denominata poi pirocinesi, di far vibrare la materia a livello submolecolare, creando un attrito considerevole tra le particelle che la compongono; questo attrito genera calore che si sprigiona, conseguentemente, in un incendio della massa coinvolta. Normalmente questo richiedeva un notevole sforzo psichico ma, stando alle parole del ragazzo, la sua energia aumentava con l'utilizzo invece di diminuire ed inoltre, sinora, nessuno di coloro che svilupparono tali abilità psichiche si dimostrò in grado di generare fuoco senza focalizzarlo in un determinato oggetto, al contrario di quanto fece lui; come se ciò non fosse abbastanza insolito, Nathan Blake poteva toccare il proprio fuoco senza ustionarsi, cosa che neppure un mago od un elementalista è in grado di fare. Infine il suo corpo pareva in grado di metabolizzare con estrema rapidità le ustioni senza lasciarne traccia. “Davvero molto affascinante!” ripeté Sirius.

La corvetta da guerra aveva ormai raggiunto l'Accademia e Sirius, ancora appoggiato alla ringhiera, si limitò a dare il benvenuto al pilota del mezzo con un cenno della mano. Per un istante si domandò se avessero cattive intenzioni, poi giunse a conclusione che non avrebbero osato attaccare un'Accademia dell'Ordine; la sua preoccupazione si rivolse nuovamente allo sconosciuto: per quanto ne sapesse poteva benissimo trattarsi di un pericoloso criminale evaso da un carcere di massima sicurezza, era una cosa comune creare carceri speciali per soggetti dotati poteri fuori dal comune e questo avrebbe spiegato il perché di un simili dispiegamento di forze. Ovviamente queste erano solo illazioni prive di fondamento ma era anche vero che egli non aveva fornito alcuna prova a sostegno della sua tesi e Sirius non ricordava di aver mai sentito parlare di un'organizzazione segreta chiamata La Piramide; non che non fosse plausibile, simili organizzazioni esistevano in quasi ogni mondo, in tal caso poteva risultare ancora più pericoloso avere a che fare con un individuo simile.

In quel mentre il Codec personale di Sirius squillò, destandolo dalle sue riflessioni “Sirius all'apparecchio.” “Il Colonnello Sorran Drown a rapporto, Eccellenza.” “Colonnello Drown, attendevo con ansia il vostro rapporto, avete buone nuove?” “Si, Eccellenza, ma non solo. Sfortunatamente ho anche cattive notizie.” “In tal caso fatemi rapporto prima su quelle.” “Si, Eccellenza.” dopo un attimo di pausa il Colonnello proseguì: “La squadra inviata a recuperare il dottor Kirk Van Siber ha raggiunto l'obbiettivo e prelevato il soggetto.” “Ma?” domandò Sirius “Hanno subito un agguato e... il soggetto è caduto nello scontro.” “Colonnello, confesso che quando avete affermato di avere cattive notizie non ho avuto sentore che steste usando un eufemismo per mascherare un così riprovevole fallimento. Voi avevate asserito di disporre dei migliori e più fidati Cavalieri Pretoriani, pertanto mi domando: come mai non sono riusciti a proteggere un ostaggio così prezioso e soprattutto come ha fatto l'Organizzazione Omega a rintracciare una persona che, sino a poco tempo fa, riteneva defunta?” “Purtroppo, Eccellenza, non centra l'Organizzazione Omega in tutto ciò e, stando alle modalità dell'agguato, risulta essere stato teso al solo scopo di eliminare il soggetto.” “Proseguite, vi sto ascoltando.” disse Sirius, sorpreso da quelle affermazioni “Dalle registrazioni e dal successivo sopralluogo dell'area dell'agguato è stato possibile evincere le esatte dinamiche dell'attacco: gli aggressori hanno utilizzato una mitragliatrice elettromagnetica ad alta potenza, alimentata con proiettili in uranio perforanti per il tiro di precisione a lunga distanza.” “Un minuto, la mitragliatrice di cui state parlando sembrerebbe una Vortex Magitek.” interruppe Sirius stupefatto “In effetti era proprio una Vortex, purtroppo non abbiamo idea di come abbiano fatto gli attentatori ad entrarne in possesso; da quanto ne sapevo, quest'arma era ancora in fase sperimentale.” “Infatti.” Quell'arma, un prototipo Magitek commissionato dall'Impero di Belkadan, era capace di colpire alla testa un soldato nemico posto dietro un muro di cemento armato spesso due metri da tre chilometri di distanza senza emettere alcun rumore od alcun riverbero; dopo un attimo il Colonnello proseguì: “Il loro primo bersagli fu il dottor Kirk Van Siber, dopo di che puntarono la mitragliatrice contro i restanti soldati con l'intento di eliminarli tutti. Fortunatamente sembra che la mitragliatrice si sia inceppata improvvisamente, questo permise alla squadra di raggiungere gli attentatori e catturarli.” a Sirius venne subito in mente il problema irrisolto del sistema di puntamento dell'arma che tendeva ad incepparsi e questo attivava il blocco di sicurezza “Fortunatamente, prima di morire, il dottore ha lasciato un indizio importante, le sue testuali parole sono state: Onyx cela in la verità sull'Organizzazione.” “Il supercomputer?” domandò ancora più sorpreso. Onyx era la più potente intelligenza artificiale esistente; progettato dalla Magitek per l'Impero di Belkadan, Onyx è in grado di eseguire milioni di operazioni al secondo ed è stato concepito per contenere tutta la banca dati militare e le informazioni più riservate. “Sì Eccellenza, appena ottenute queste informazioni ho tentato di accedervi ed ho scoperto che effettivamente contiene le informazioni richiese ma hanno un livello di protezione Ade.” Il livello Ade è il massimo livello di segretezza e, per accedervi, bisogna ottenere il codice di accesso biometrico di tutti e tredici i membri dell'Alto Consiglio Imperiale, compreso l'Imperatore stesso. Attraverso una scansione biometrica, Onyx è perfettamente capace di capire se i possessori del codice stanno autorizzando spontaneamente l'acquisizione di quelle informazioni o se sono soggetti ad un qualche tipo di coercizione; in tal caso il supercomputer è obbligato dalla sua programmazione primaria a negare l'accesso.

“Affronteremo la questione in un secondo momento.” disse Sirius “Ora ditemi quali sono le buone notizie, Colonnello.” “Il Maggiore Biggs ed il Tenete Wedge hanno portato a termine la missione con successo ed ora disponiamo dell'intero schema tecnico del Garden di Rinoa; volendo, anche una semplice squadra di dieci soldati sarebbe in grado, con queste informazioni, di smantellare l'intera struttura.” “Non è questo il nostro obbiettivo.” precisò Sirius “Siete riuscito ad individuare l'ubicazione del nostro obbiettivo?” “Non ancora, purtroppo i dati sono molti ed il Garden ha subito diversi cambiamenti, inoltre l'informazione desiderata potrebbe essere stata omessa dagli archivi; tuttavia, disponendo dei codici d'accesso, risulterà ora più semplice monitorare l'attività informatica del Garden senza rischiare d'essere individuati. Infine vi ricordo che il virus è attivo e funzionante e loro non hanno modo d'individuarlo.” in quel mentre qualcuno giunse sul ponte di coperta e Siris fu costretto a chiudere la conversazione “Devo andare, resto in attesa del vostro prossimo rapporto. Chiudo.” spento il Codec, Sirius si avviò sotto coperta; era il caso di andare a vedere quali erano le reali intenzioni dei nuovi visitatori.
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Holden
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Holden »

Grazie alla perizia del suo pilota, il piccolo mezzo militare si posò senza scossoni nella radura, accanto alla Guenda le cui imponenti dimensioni lo facevano sembrare un giocattolo. Le forme erano eleganti, affusolate, concepite per una manovrabilità perfetta. Nessun stemma spiccava sul metallo brunito, ed era difficile capirne l'affiliazione.

Mentre i motori del velivolo si spegnevano e il silenzio ricadeva sulla foresta, Otta finì di dare le sue disposizioni via codec.
Codec:
-Otta: Macha, rimani in infermeria con Nathan. Non deve assolutamente lasciare il locale. Nir, Night, Sirius, Oushi e Kyomi vengano immediatamente qui fuori e siano pronti a rispondere a possibili aggressioni, ma solo in caso di un mio ordine. Gli altri rimangono all'interno, nella hall centrale, ma si tengano comunque pronti.

Riportammo il nostro sguardo sul mezzo che era appena atterrato, proprio nel momento in cui il portellone laterale si apriva sibilando e si abbassava.
La prima a scendere fu una donna snella dai corti capelli biondi, il portamento fiero, il volto dai tratti delicati, una determinazione d'acciaio negli occhi. Con lei scesero altre sei persone, cinque uomini e una donna che presero rapidamente posizione, formando un semicerchio di cui lei il centro.

La donna, vestita come i suoi compagni di una lungo mantello nero che la copriva fino ai piedi e con un fucile in spalla fece rapidamente errare il suo sguardo verso noi tre, si soffermò brevemente su Lonelywolf che ne ricambiò l'occhiata con un cenno della testa ironico e infine si decise a parlare.
-Donna: Il mio nome è Helena Van Halen, emissaria della Repubblica di Illyria, e questi sono i miei compagni. Siamo alla ricerca di un uomo che è riuscito a sfuggire dalle nostre prigioni e che abbiamo modo di ritenere abbia trovato rifugio presso di voi.
Otta si presentò a sua volta e senza perdersi in convenevoli arrivò al punto.
-Otta: Mi può illustrare quali sono i carichi pendenti di cui deve rispondere l'uomo che state cercando?
-Helena: Nathan Blake, lo avrete già scoperto, è un soggetto in possesso di facoltà piro-cinetiche estremamente sviluppate. Possiamo dire che da molti punti di vista questo potere sia per lui una maledizione. Si è reso colpevole di molti episodi di distruzione e di un numero non ben quantificato di omicidi. E' un soggetto pericoloso, che va personalmente aiutato e messo in condizione di non nuocere al prossimo.
-Lonelywolf: Non è esattamente ciò che ci ha detto.
La donna si esibì in un sorriso che riusciva ad essere al tempo stesso glaciale e comprensivo.
-Helena: Il contrario mi avrebbe sorpreso. Blake ha a più riprese dimostrato di essere affetto da paranoia. La cosa è anche comprensibile, considerata la sua particolare situazione. Ogni tentativo di aiutarlo ha incontrato la sua violenta opposizione. Ha sviluppato l'idea fissa che esista una qualche fantomatica organizzazione intenzionata a usare i suoi poteri per fini malevoli. E nella sua mente distrutta, ogni persona che desideri aiutarlo è automaticamente un emissario di chissà quale entità oscura.
-Otta: La Piramide...
Helena alzò le spalle con fare annoiato.
-Helena: La Piramide, la Bottega, L'Agenzia... Mille e uno termini da romanzo spionistico di serie B che complottisti e deviati di ogni epoca usano per concretizzare i loro deliri.
Fece una pausa, e quando riprese a parlare lo fece guardando fissa negli occhi di Otta.
-Helena: Credetemi, noi non vogliamo in nessun modo fare del male a Nathan, tanto è vero che quando il sui presente signore è intervenuto favorendone la fuga, ci apprestavamo a renderlo innocuo ma senza nuocergli. Nathan è fuggito poco prima di essere ricoverato in un un centro di riabilitazione dove avrebbe imparato a controllare le sue capacità. Lasciarlo libero è un pericolo non solo per la società, ma anche per lui stesso.

Era dannatamente convincente.

-Otta: Signorina Van Halen, lei è a conoscenza dello statuto speciale di beneficia l'Ordine dei Garden e che di rimando si estende a tutti i Garden e alle relative accademie?
-Helena: Naturalmente.
-Otta: I Garden sono abitualmente impossibilitati ad intervenire nei processi giudiziari di stati sovrani, e mai ci sogneremmo di interferire in una operazione di polizia simile. Ma lo statuto recita che qualora uno o più organi del garden dovessero essere coinvolti in prima persona, noi abbiamo tutto il diritto di assicurarci che le varie procedure connesse si svolgano secondo i principi dell'Ordine. In questo preciso caso, Nathan Blake ha cercato rifugio di noi, e in virtù di ciò è nostro diritto conferire direttamente con gli organi ufficiali che seguono il suo caso prima di consegnarlo.
-Helena: Capisco le sue obiezioni, ma in questo preciso caso sono io l'organo ufficiale.
-Otta: Non lo metto in dubbio, ma ho procedure da rispettare. Se lo desiderate, la nostra aeronave può scortarvi fino alla vostra capitale, in modo che io possa avere un colloquio con il vostro Ministero della Giustizia, o qualsiasi organo simile.
-Helena: Lei sta inutilmente complicando qualcosa che non ne ha bisogno.
-Otta: No, faccio semplicemente il mio dovere. Allora? Siamo pronti a partire?
La donna nel mantello nero sorrise e per un attimo rimase in silenzio.
-Helena: Ho capito. Temo che Nathan sia riuscito a convincervi con i suoi discorsi ridicoli e demenziali. Se è di ciò che si tratta, benissimo, dite ai vostri piloti di partire e di seguire il nostro mezzo. Ci dirigiamo verso Vedlann, capitale di Illyria.

Rientrarono tutti a bordo del velivolo che in qualche secondo si librò nuovamente nei cieli e rimase sospeso lì, in attesa che la seguissimo.

Otta era pensierosa.
-Lonelywolf: Pensi davvero che intendano condurci lì?
-Otta: In realtà la mia era una trappola. Ero sicura che se realmente si tratta di una qualche organizzazione militare sul genere descritto da Nathan,non avrebbero mai accettato. A questo punto, le cose sono due. O hanno ragione loro e Nathan è realmente un criminale, oppure...
-Lonelywolf: Oppure.
-Otta: Vedremo tra non molto. Tutti a bordo, partiamo.

Dopo qualche minuto anche la Guenda prendeva quota e senza perdere ulteriore tempo seguiva la navicella degli Illyariani.
Intanto Otta si era portata nella sala comandi e assieme a Night lavorava su una serie di monitors.

La interrogai con lo sguardo...

-Otta: Se le mie supposizioni sono esatte, vogliono tenderci una imboscata da qualche parte lungo il percorso. Il problema è che non riuscirebbero mai con solo la loro misera navicella a costituire un qualche pericolo.
Passò un ulteriore minuto e all'improvviso Night emise un verso di soddisfazione.
-Night: Il radar a lunga portata ha rilevato due navi militari in sospensione a una cinquantina di chilometri da qua, lungo la nostra rotta. Secondo le indicazioni del satellite si tratta di aeronavi di classe Stryfe-K5, concepite per distruggere aeronavi di grosse dimensioni e di abbordare con le truppe a bordo. In qualche modo, credo che la nostra cara Helena sia riuscita a richiamare i rinforzi. E ci faranno il culo non appena saremo a portata.
-Teoskaven: Ma non possono pensare di distruggere la Guenda e andarsene via così. L'Ordine farà fuoco e fiamme.
-Holden: Ammesso che riesce a risalire ai responsabili. Credo che Nathan sia per loro talmente importante da spingerli ad assumersi un rischio calcolato.
-Otta: Subito, fare dietrofront. Voglio assolutamente evitare uno scontro di questa portata.
Era troppo tardi. Il radar placidamente segnalava che le due aeronavi erano in movimento. Il mezzo con a bordo Helena all'improvviso prese quota ed accelerò.
Codec:
-Otta: A tutti i cadetti. Prepararsi a un affrontamento aereo con possibilità di invasione anche interna. Impatto tra due minuti. Allerta generale.

I due mostri volanti apparvero nella nostra visuale e una prima bordata colpì la Guenda che traballò un po' ma resse. Un clangore metallico soverchiò però ogni rumore.
Codec:
-Axel: Comandante! Ci hanno arpionato!!!

-Holden: Che diavolo vuol dire?
Le telecamere esterne zoomarono su una delle fiancate. Una delle nostre assalitrici aveva appena sparato una specie di cavo metallico che si era conficcato in profondità nello scafo della Guenda. Un attimo dopo, un nugolo di oggetti non identificati si stagliò nel cielo, diretti verso di noi.
-Teoskaven: Militari in jetpack...
Eravamo nei guai.
-Night: Lo dicevo io, che dovevamo riconsegnare loro quella specie di fiammifero ambulante.
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sarachan89 »

Sarachan, dopo l'avvenimento con Remiem, e dopo di essersi sentita un'attimo male, si sdraiò sul suo letto.
Ad un certo punto continuò a sentire una voce femminile nella sua mente, una voce a lei sconosciuta.
-Sta attenta... tra poco.. non riuscirai a mantenere il mio potere..-
"chi sei?"
-anche se te lo dicessi.. non ci crederesti-
"Sei.. il mio potere del White angel??"
-Beh. hai indovinato...più o meno-
"Sto parlando con me stessa??"
-Se è così che la pensi...diciamo pure di si-
"che vuoi??? lasciami in pace! A causa tuoa causo troppa sofferenza!"
-..........-
"lasciami in pace!"
-Come vuoi.volevo dirti una cosa importante, ma.se vuoi essere lasciata in pace,ok..-


E la voce Svanì. E Sarachan ritornò ai suoi pensieri di sempre, ma ad un certo punto sentì la presenza di un qualcosa, qualcosa a lei fin troppo famigliare. Anche Shiranui se ne accorse, e uscì dal corpo dell'angelo. Lui, sembrava aver capito chi fosse, pure Sarachan, ma lei ci credeva a stento.
Il lupo la fissò

Sarachan: Quasta presenza.. uguale a me.. e'..
Shiranui: Credo, ma per essere certo, andò a vedere io.
Sarachan: ..ok..

E così il lupo bianco si diresse verso quella presenza fino ad arrivare nella Hall, dove trovò, appoggiato al muro, un ragazzo alato dai capelli biondi intento a fumare.
Il ragazzo, appena lo vide fece un cenno di saluto, come se conoscesse benissimo il lupo

????: Yo! E' da un bel pò che non ci si vede!
Shiranui: Qui non si fuma...
????: Non si può mai fumare...io fumo comunque...
Shiranui: Dopo non lamentarti se ti buttano fuori..
????: Se succede succede.. =P Comunque sono venuto qui per un motivo preciso..
Shiranui: Sei venuto.. per "quello" giusto, Hiro?
Hiro: Già.. ho avuto uno strano presentimento...Presto accaddrà qualcosa di brutto a lei..
Shiranui: l'hai già capito?
Hiro: Esattamente :supercool:

I due d'improvviso spostarono lo sguardo a destra, come avessero già saputo chi ci fosse dietro al muro.

Hiro: Dai, sara, sappiamo che sei li dietro...

Di tutta risposta, Sarachan uscì allo scoperto, piena di lacrime.. Aveva riconosciuto il ragazzo,era Della sua stessa razza.
La cadetta corse ad abbracciare Il ragazzo che ricambiò, ma facendo pure battute idiote.
Dopo un pò la cadetta-angelo si calmò e disse

Sara: Dov'eri Finito?? Io ti ho creduto morto!
Hiro: Pure Io eh! ma sentendo la presenza del cagnolino qui, mi sono ricreduto!
Sara: .....

I due continuarono a parlare ma poi d'improvviso sentirono un botto e il codec Squillare

Codec:
-Otta: A tutti i cadetti. Prepararsi a un affrontamento aereo con possibilità di invasione anche interna. Impatto tra due minuti. Allerta generale.

In tutta risposta Sarachan corse in camerata a prendersi la spada per poi prepararsi al peggio. Hiro, invece tirò fuori la sua spada, buttò la sigaretta e disse

Hiro: Sono appena arrivato e già si festeggia! Questo mi piace! :supercool:
Sara: Sempre il solito tu =_=

-----

Ok, Hiro sarà un PNG temporaneo che mi serve per una cosetta per Sarachan. Se riuscirò a far questa cosetta, poi se ne andrà =P Comunque metterò appena posso la sua scheda temporanea in firma ^^
Sirius
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sirius »

TEMA
Mentre i soldati in Jetpack si avvicinavano alla Guenda, dal celo comparve in picchiata Valefor che, utilizzando la tecnica della Freccia Raggiante, tagliò il cavo d'ancoraggio della nave d'assalto per poi iniziare ad attaccare i soldati aerei. Sirius l'aveva invocato dal ponte di coperta della nave non appena si rese conto della trappola; da lì scavalcò il parapetto e, manipolando la gravità, iniziò a camminare sul fianco dell'aeronave lanciando magie ai soldati in Jetpack, questi risposero al fuoco e Sirius saltellò lateralmente per schivare i colpi. Ad un certo punto l'aeronave d'assalto si avvicinò alla Guenda quanto bastava e lanciò una bordata di missili, a quel punto Sirius si concentrò su di essi e, facendo nuovamente ricorso al potere della gravità, gli stritolò facendogli esplodere prima che potessero arrecare ulteriori danni all'Accademia; purtroppo, distogliendo l'attenzione dai soldati aerei, egli non si accorse di un colpo diretto contro di lui e fu colpito ad una gamba, questo gli fece perdere la concentrazione necessaria e precipitò.

Mentre cadeva, Sirius evocò la Sargatanas e la usò per trafiggere un soldato in Jetpack che incontrò sulla sua traiettoria, subito dopo poggiò entrambi i piedi sulla corazza e si proiettò contro un altro soldato, tagliandolo in due. Nel frattempo, Valefor aveva udito il comando telepatico del suo padrone e lo aveva raggiunto; Sirius saltò sulla schiena dell'Esper e lo indirizzò verso l'aeronave d'assalto. Nell'avvicinamento i due furono bersagliati dalle mitragliatrici del velivolo e furono costretti ad eseguire diverse manovre evasive per evitare d'essere abbattuti; giunti infine alla distanza necessaria, Siris balzò contro la cabina di pilotaggio del mezzo proprio mentre il suo Esper veniva eliminato dal fuoco di contraerea e, ricorrendo ad una magia Flare, sfondò il vetro e vi penetrò all'interno. Una volta lì, per prima cosa bloccò l'accesso al ponte di comando con una barriera magica e poi fece strage dei piloti del mezzo; fatto ciò si sedette ai comandi e puntò l'aeronave verso il suolo. L'aeronave si schiantò nella foresta ed esplose scagliando frammenti in ogni dove; Sirius si era traslato un'istante prima dell'impatto sul ponte di coperta della Guenda, da lassù notò che la seconda aeronave d'assalto aveva agganciato l'Accademia con altri due arpioni ed in quel mentre ricevette un avviso via codec.

Codice: Seleziona tutto

Holden: “A tutti i cadetti, l'aeronave è stata abbordata; ripeto l'aeronave è stata abbordata. Prepararsi immediatamente a respingere gli invasori.”
Udite le parole del comandante, Sirius si precipitò sotto coperta; sfortunatamente all'interno non vi era la possibilità d'invocare un Esper senza rischiare di compromettere la struttura, pertanto l'unica soluzione era affrontare direttamente gli assalitori. Giunto alla Hall dell'Accademia vide che lo scontro tra cadetti ed aggressori era già in corso e si accorse che, al fianco di Sarachan, vi era un ragazzo biondo dotato anch'egli di un paio d'ali ma non aveva tempo per soffermarsi su chi potesse essere; evocata la Sargatanas, si gettò nella mischia. Durante lo scontro diverse navicelle d'abbordaggio sfondarono lo scafo della Guenda ed una di esse penetro proprio accanto la Hall riversando all'interno altri soldati e molte piccole creature meccaniche che Sirius riconobbe come Mimik, in genere erano usati per mettere fuori uso i sistemi interni di una nave durante l'abbordaggio; se quegli esseri avessero raggiunto la sala macchine o il ponte di comando avrebbero potuto mettere fuori uso l'aeronave, purtroppo i cadetti, essendo in minoranza, furono costretti a ritirarsi nel tentativo di proteggere le zone vitali dell'Accademia.

In quel momento un paio di soldati giunsero nell'area ristoro, apparentemente deserta; improvvisamente, da dietro il bancone, sbucò Remiem che, cogliendo i soldati di sorpresa, ne atterrò uno con il proprio bastone e, dopo averlo fatto volteggiare, lo colpì al collo rompendogli la trachea per poi puntarlo contro l'altro soldato e sprigionare una serie di fulmini che lo defenestrarono. In quel esatto istante, però, due soldati in Jetpack si avvicinarono alle finestre dell'area di ristoro e fecero fuoco con le loro armi contro l'indifeso cadetto che non ebbe altra soluzione se non alzare una barriera magica per difendersi; contemporaneamente Oushi, in ritirata, entrò nell'area di ristoro e, afferrata al volo la situazione, prese la sua Zanbato e, dopo averla fatta roteare un paio di volte, la lanciò contro i due soldati aerei, abbattendoli entrambi “Ti ringrazio, stavano quasi per crivellarmi di colpi.” disse Remiem, tirando un sospiro di sollievo; Oushi, recuperata velocemente la propria spada, ricambiò con un cenno ed entrami uscirono dalla stanza. Alcuni piani più sopra, tre soldati entrarono in una stanza senza accorgersi che, aggrappato sopra la porta, vi era Holden; questi ne approfittò per piombare alle spalle dei soldati: al primo tagliò silenziosamente la gola con la Wakizashi ed il secondo, appena si voltò per scoprire cosa fosse stato quel tonfo, si trovò la spada piantata sotto il mento; il terzo soldato, a qualche metro di distanza, fece appena in tempo ad alzare il proprio fucile d'assalto che ricevette una ginocchiata nello stomaco talmente forte da costringerlo a piegarsi ed Holden, con un colpo pulito e rapido, lo decapitò per poi uscire dalla stanza.

Il gruppo di cadetti, tra cui Sirius, si era asserragliato nelle vicinanze dell'infermeria mentre i soldati continuavano ad attaccarli; intanto i Mimik avevano messo fuori uso molte telecamere interne e tolta l'energia ad alcune parti dell'aeronave. “Ci sono feriti? Occorre aiuto?” domandò Macha, giunta dall'infermeria “Voi sareste?” domandò Sirius “Macha Erstin Ingvalt. Sono nuova, mi occupo dell'infermeria.” a Sirius parve di ricordare quel cognome ma, ancora una volta, dovette accantonare le riflessioni “Ogni aiuto è ben accetto. Io Sirius Valantine, lieto di fare la vostra conoscenza; anche se avrei preferito avvenisse in circostanze migliori.” “Meglio rimandare i convenevoli a quando non stanno tentando d'ucciderci.” disse Axel, preoccupato “Concordo, il nostro primo obbiettivo dev'essere l'eliminazione di quella Stryfe-K5 o continuerà a vomitarci addosso sciami di soldati aerei in Jetpack e navicelle d'abbordaggio.” disse Sirius “Dobbiamo anche impedire ai Mimik di danneggiare ulteriormente l'Accademia; molte aree sono già rimaste isolate.” precisò Axel. “La biblioteca è rimasta tagliata furori e la serra biologica è in fiamme.” aggiunse Nightmare scendendo alcune scale. “La Preside è al sicuro?” domandò Sirius al cadetto appena giunto “Si trova in sala comandi e la zona è ancora protetta.” rassicurò un'istante prima che un'esplosione distruggesse l'ingresso scaraventando atterra i presenti. Un soldato dotato di lanciarazzi aveva fatto fuoco contro la porta ed ora le truppe stavano per fare irruzione; Sirius, tramortito dalla deflagrazione, allungò il braccio per afferrare quella che gli era sembrata una spada ma, una volta che l'ebbe in mano, si rese conto che era invece una specie di arma da fuoco. “Poco male.” pensò tra sé mentre si alzava, puntò l'arma contro i soldati e premette il grilletto; il contraccolpo scaraventò Sirius contro una parete mentre i soldati furono investiti da un potente raggio d'energia. Senza rendersene conto, Sirius aveva raccolto l'arma di Nightmare, la Mako Shotgun “Ma che razza di arma è?”si domandò tra sé, sentendosi prosciugato “Incredibile!” esclamò Nightmare “Quest'arma è vostra?” domandò Sirius mentre la riconsegnava al suo legittimo proprietario. “Sì, come hai fatto a...” non fece in tempo a concludere la domanda che altri soldati irruppero nella stanza.
Teoskaven
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Teoskaven »

Omega zampettava di fianco a Teoskaven mentre questi risaliva sulla Guenda dopo la missione: a quanto pare l'Accademia poteva ospitare il biorobot, pertanto l'alchimista decise di far fare un giro di orientamento. Aveva anche avuto il tempo di parlare con Rh'llor in privato: il dio gli aveva detto che nonostante il Ratto Cornuto fosse stato sconfitto probabilmente Teoskaven saebbe stato tenuto sotto stretta sorveglianza dagli altri dei del Caos e avrebbe fatto meglio a tenere sempre un occhio dietro di se.
Mentre l'uomo-ratto e il ragno biomeccanico stavano ancora passeggiando quando notarono movimento nella hall; vide poi che il Comandante, Holden e qualche altro cadetto risalivano a bordo; riuscirono ad avvicinarsi quanto bastava per sentire il peggio.

Night: Il radar a lunga portata ha rilevato due navi militari in sospensione a una cinquantina di chilometri da qua, lungo la nostra rotta. Secondo le indicazioni del satellite si tratta di aeronavi di classe Stryfe-K5, concepite per distruggere aeronavi di grosse dimensioni e di abbordare con le truppe a bordo. In qualche modo, credo che la nostra cara Helena sia riuscita a richiamare i rinforzi. E ci faranno il culo non appena saremo a portata.
Tsk: "Navi nemiche? Vogliono forse..." Ma non possono pensare di distruggere la Guenda e andarsene via così. L'Ordine farà fuoco e fiamme.
Holden: Ammesso che riesce a risalire ai responsabili. Credo che Nathan sia per loro talmente importante da spingerli ad assumersi un rischio calcolato.
Otta: Subito, fare dietrofront. Voglio assolutamente evitare uno scontro di questa portata.

Subito venne dato l'allarme:

Codec:
-Otta: A tutti i cadetti. Prepararsi a un affrontamento aereo con possibilità di invasione anche interna. Impatto tra due minuti. Allerta generale.

Poco dopo qualcosa rombò per tutta la Guenda; Omega era in allerta e esaminava l'ambiente circostante con fare nervoso; Teoskaven vide qualcosa, una massa che stava arrivando verso la Guenda...

Tsk: "NonononoNO!" Militari in Jetpack...

Into tataku

Tsk: "Dannazione! Rh'llor non mi aveva avvisato su qualcosa del genere... che bella sorpresa, come se ne avessi bisogno. Bah, è meglio che faccia qualcosa..." Andiamo, Omega! È giunto il momento di dimostrare a quei bifolchi la carta jolly dell'Accademia!

La macchina emise un sibilo di approvazione ed entrambi si lanciarono in uno dei corridoi.
Teoskaven percepiva l'odore dell'arpione che aveva perforato la Guenda, ma improvvisamente questo scomparve... solo per poco dopo ripiombare con doppia intensità: altri due arpioni? Era meglio dirigersi al punto dove erano conficcati.
Lungo la strada però vide qualcuno di quei soldati... e stavano tentando di entrare nel Laboratorio! Dentro c'erano materiali talmente preziosi... se fossero stati disrtutti o peggio ancora fossero caduti in mano nemica...
Teoskaven non voleva pensarci: assunse un'espressione che non lasciava dubbi sul suo stato e si rivolse ai soldati.

Tsk: Lasciate-stare-il-LABORATORIO!!!

Quelli risero: il primo aprì il fuoco con una mitragliatrice gatling e il secondo lo supportò con un paio di missili, ma fu tutto inutile. Teoskaven parò i proiettili facendo roteare i cutlass e conficcandoli poi nella morbida pelle della fessura che l'armatura dei soldati lasciava sempre tra il collo e le spalle; Omega piombò dal soffitto a cui era aggrappata e con il suo laser distrusse i missili e il soldato che li aveva lanciati.
L'aria era pervasa dal fumo: qualcosa stava andando a fuoco, questo era certo, ma almeno il Laboratorio era salvo per ora.
Teoskaven riflettè un attimo: se continuavano con quel ritmo non ce l'avrebbero mai fatta... e poi dov'erano finiti gli altri? Aveva perso di vista tutti i suoi compagni... urgeva un rimedio drastico.
L'alchimista controllò ciò che cercava e tastatolo sorrise mentre i suoi occhi scintillavano.

Tsk: Sì... dev'essere l'unico modo... Gioisci, Omega: si mena sul serio adesso!

Poi prese il bioragno e trovato una delle voragini da cui erano entrati i soldati si olanciò nel vuoto.
Nella caduta prese il chip che aveva estratto da Omega e velocemente lo reinserì con un sonoro TLACK.
Omega iniziò a ingrandirsi e atterrò stabilmente per terra, l'alchimista in groppa.
Da lì la situazione era più chiara: le due anvi nemiche avevano stretto la Guenda in una tenaglia, anche se ora gli arpioni c'erano solo su un lato; soldati in jetpack arrivavano sempre più come sciami di locuste.

Tsk: Dannazione... bisogna fare qualcosa! Quelle navi sono troppo resistenti anche per Omega, ma i soldati no, uh uh uh...

Teoskaven mormorò qualcosa alla macchina che partì a tutta velocità per posizionarsi esattamente fra la Guenda e l'aeronave che aveva lanciato i due arpioni; una dozzina di soldati aveva notato l'ormai enorme ragno, e aveva sparato qualche missile, ma era troppo tardi: urlando un grido di battaglia Omega aprì la bocca e sparò in alto.
I soldati svanirono e i cavi vennero tranciati: Ormai Teoskaven aveva assunto un'espressione di pura estasi.

Forse qualcuno dalla Guenda lo aveva visto, forse no; ma dalla nave nemica qualcuno lo aveva visto per forza, visto che questa aprì fuoco con le proprie armi.
Che fosse una palla di cannone o un raggio laser Teoskaven non seppe dirlo: sentì solo un fischio e intravide qualcosa che si avvicinava a grande velocità verso lui e Omega.

Tsk: No... dannazione, NO!

Colgo il post per avvisare che ho totalmente rifatto la Scheda: ora dovrebbe essere più chiara ed esplicativa :wink:
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

-Holden: Che diavolo vuol dire?
Le telecamere esterne zoomarono su una delle fiancate. Una delle nostre assalitrici aveva appena sparato una specie di cavo metallico che si era conficcato in profondità nello scafo della Guenda. Un attimo dopo, un nugolo di oggetti non identificati si stagliò nel cielo, diretti verso di noi.
-Teoskaven: Militari in jetpack...
Eravamo nei guai.
-Night: Lo dicevo io, che dovevamo riconsegnare loro quella specie di fiammifero ambulante.
Non era proprio in vena di combattere,già sentiva la mancanza del comodo hotel di deling city; si sedette e sbuffò mentre Holden e Otta continuavano a monitorare la situazione grazie ai vari schermi presenti.
A un comando di Otta le armi della guenda vennero puntate sulla seconda aeronave d'assalto,la più lontana che si stava lentamente avvicinando.

Night: potremmo evitare di complicarci la vita e abbattere prima i simpaticoni che ci stanno abbordando,non credi?
Otta: .....Sirius.

Non servirono altre parole. Sui vari schermi erano comparse immagini di un eone svolazzante sulla linea di tiro dei cannoni e un Sirius che zompettava allegramente da un soldato all'altro in direzione dell'aeronave.

Night:...Capito,siamo nella merda. Mi faccio un giro e controllo la situazione,uff,spero proprio ch enon ne arrivino troppi.Vieni anche tu holden?

Si girò in direzione del vice,ma era già scomparso. Veloce sia nell'analisi delle situazioni che nei movimenti s'era subito diretto per i corridoi della guenda a "salutare" eventuali intrusi.
Anche Otta avrebbe voluto partecipare al contrattacco,ma non poteva lasciare il ponte di comando. Bisognava pensare alle manovre della guenda e alla contraerea; inoltre era di fondamentale importanza avvisare l'Ordine.

Otta: tenetemi aggiornata sulla situazione,soprattutto riguardo Nathan....
Night: l'accendino.... e meno male che non volevano fargli del male,eh?

Detto ciò,l'ex seed si congedò in tutta fretta in direzione dei dormitori; il tragitto non fu dei più tranquilli a causa dei vari scossoni generati dalle manovre evasive e da alcune esplosioni qua e la.
Arrivato al dormitorio prese la fedele lama/mako shotgun e tirò fuori il suo fedele mudkip.
Sebbene la voglia di combattere fosse ancora a zero si rese conto di non poter evitare alcun conflitto quando alcuni soldati in jetpak gli si pararono di fronte: erano riusciti a fare irruzione e dopo aver devastato la serra si stavano dirigendo in biblioteca; era evidente che la loro tattica consisteva nel distruggere ogni ambiente per essere sicuri di stanare ,o ancora meglio freddare, la preda. Tuttavia ebbero poca fortuna,Night creò un firaga wall per proteggere l'entrata della biblioteca e al contempo bruciare vivi i malcapitati.
Ma a quel punto le probabilità che le difese primarie fossero state abbattute e che si fosse aperto un varco erano decisamente troppo alte; poco più avanti si trovava l'infermeria...
Otta: tenetemi aggiornata sulla situazione,soprattutto riguardo Nathan....
Sebbene la cosa non lo rallegrasse affatto,Night convenne che era il caso di dar euna controllatina.

Fortunatamente,la maggior parte dei cadetti era radunata li,alla porta dell'infermeria,il che poteva garantire una certa sicurezza.
molte aree sono già rimaste isolate.” precisò Axel. “La biblioteca è rimasta tagliata furori e la serra biologica è in fiamme.” aggiunse Nightmare scendendo alcune scale. “La Preside è al sicuro?” domandò Sirius al cadetto appena giunto “Si trova in sala comandi e la zona è ancora protetta.” rassicurò un'istante prima che un'esplosione distruggesse l'ingresso scaraventando atterra i presenti
L'esplosione li aveva colti tutti di sorpresa e Night perse di mano la sua arma che,per fortuna o per sfortuna,venne presa da Sirius.
Inconsapevolmente attivò il reattore e pochi secondi dopo diversi soldati furono vaporizzati da un colpo di mako shotgun,probabilmente non caricato al massimo. Ciononostante il fatto che sirius fosse ancora cosciente e soprattutto in vita era davvero notevole.
Tuttavia,usare quell'arma in un luogo cchiuso,per giunta trattandosi di un'aeronave, era da pazzi; senza contare che ora i danni erano aumentati.
L'arma gli venne restituita da sirius nello stesso momento in cui altri soldati facevano irruzione.

Night pensò bene di lasciare il lavoro sporco a quei quattro fanatici di guerra,lui aveva altre cose da fare; cercò lo sguardo della nuova arrivata per porle fugacemente delle domande mentre prendeva in mano il codec.
Night: Macha,la nuova infermiera? Sta bene l'attiraguai che avete pescato?
Macha: Si,è ancora un po' debole e non può muoversi ma....
Night non la stava più ascoltando dopo il si e aveva già iniziato una nuova conversazione con otta.
Codec:
Night: Il pupo sta bene,gli diamo da mangiare tanti omogeneizzati e la mellin lo vuole come testimonial.Tuttavia,siamo assediati in infermeria.
Otta: siete tutti li?
Night: non tutti,ma abbastanza.
Otta: Quello sarà il punto di rendezvous di tutti i cadetti,la difesa di Nathan è prioritaria.
Night: se posso permettermi,ritengo che la difesa della guenda sia un tantino più importante.
Otta: Ho avvisato l'ordine,arriveranno quanto prima dei rinforzi dai garden più vicini.A breve verranno isolati corridoi e locali più vicini all'esterno,eventualmente verranno fatti esplodere. Voi cercate di arginare gli assalti ancora per un po'.
Night: Aye aye,captain!

Poi gli venne un dubbio atroce....

Codec:
Night: Dove sono Teo e l'omega mark?
Otta: ......

Macha
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Macha »

Fedele all'ordine ricevuto, Macha era rimasta in infermeria mentre nell'accademia si scatenava il caos. Non era ben sicura di cosa stesse accadendo, ma una cosa era certa: l'aeronave era sotto attacco, e il fatto che si stessero riunendo molti cadetti proprio lì in infermeria, alcuni dei quali feriti in maniera piuttosto seria, indicava che gli invasori erano parecchi.
Macha si stava dando da fare per procurare disinfettanti e bende per i feriti lievi, mentre per quelli gravi si impegnava con Energira per rimetterli in piedi il prima possibile. In tutto quel casino ogni tanto gettava un'occhiata al letto di Nathan, controllando che non le sfuggisse sotto il naso approfittando della confusione.
Alcuni dei cadetti non erano nemmeno feriti e ciò la rincuorò: forse si poteva organizzare la controffensiva in tempi brevi.
Mentre era impegnata a bendare il braccio di un giovane allievo, un ragazzo la approcciò.
Night: Macha,la nuova infermiera? Sta bene l'attiraguai che avete pescato?
Macha: Si,è ancora un po' debole e non può muoversi ma....
Night non la stava più ascoltando dopo il si e aveva già iniziato una nuova conversazione con otta.
Un boato scosse la nave poco dopo che il tizio aveva chiesto di un certo Teo. Macha dovette aggrapparsi alla giacca del ragazzo per non cadere, mentre altri, meno fortunati di lei, erano direttamente caduti a terra. La porta dell'infermeria si chiuse con un rumore secco. Dopo qualche secondo, Macha guardò in alto ed incrociò lo sguardo del suo palo improvvisato, che la fissava con un sorrisetto stampato in faccia. Macha arrossì e si staccò subito.

Macha - Scusa, sei stato la prima cosa a cui aggrapparmi...
Night - Avrei preferito fosse un altro il motivo per aggrapparsi a me, ma sarà per la prossima volta. Ah, per inciso, mi chiamo Night.

Macha liquidò imbarazzata il commento con un ondeggiare della mano mentre andava a sbloccare la porta dell'infermeria, preoccupata delle possibili conseguenze del botto. Fortunatamente la maniglia non si era incastrata e i pochi cadetti ancora in corridoio si riversarono subito dentro il locale, in preda al panico. Macha fece del suo meglio per calmarli, ma nemmeno lei era molto tranquilla. Che diavolo era successo?
Axel, arrivò proprio in quel momento trafelato.

Axel - È esploso qualcosa contro il fianco della nave, c'è un grosso incendio ma non si riesce a capire cosa fosse né se ci sono state vittime.
Night - Se c'era Teo, spero che gli sia scoppiato l'Omega coso.
Macha - Omega che?
Night - Lo scoprirai poi.

Nella già sovraffollata infermeria si fece largo una ragazza dall'aria incazzata, che stava frugando dentro un pacchetto di sigarette alla vana ricerca di qualcosa da fumare.

??? - Se proprio bisogna far saltare in aria questo catorcio, almeno lo facciano bene.
Macha - Ehi, non si fuma qui dentro!
??? - Sono caxxi miei.

Macha lasciò perdere la tipa nel momento in cui capì che qualunque cosa avrebbe detto lei l'avrebbe semplicemente ignorata, e così passò ad occuparsi di problemi più pratici. Gettò uno sguardo verso la folla di studenti che occupava l'infermeria e fece mentalmente la conta di quanti erano in grado di combattere per riconquistare l'accademia, o quantomeno impedire ai nemici di arrivare fin lì e compiere una strage. A parte lei, Axel, Night e la ragazza con le sigarette, ci stava solo un altro cadetto illeso. Axel, come se avesse intuito i suoi pensieri, le sussurrò i nomi dei due, giusto perché almeno sapesse con chi aveva a che fare: Oushi e Remiem. Il secondo pareva parecchio agitato e si stava guardando freneticamente attorno, come se stesse cercando qualcuno; intuizione confermata dal fatto che appena individuò Night si diresse verso di lui.

Remiem - Night, per caso hai visto Sarachan? Non sembra essere qui!
Night - Può darsi sia lì in mezzo al corridoio a chiedersi cos'è sto casino, conoscendola.
Oushi - O in un lago di sangue.

A quelle parole Remiem sembrò agitarsi ancora di più, e ci volle la forza congiunta di Night ed Axel per impedirgli di buttarsi allo sbaraglio alla ricerca di tale Sarachan; ma non sembrava molto disposto ad acquietarsi, e perciò Axel fu costretto a tirargli un colpo con il taglio della mano sul collo (Macha ricordava si chiamasse il colpo del coniglio). Remiem crollò letteralmente in braccio a lui, e il poco spazio a disposizione costrinse il ragazzo a metterlo seduto con la schiena contro il muro. Pareva solo stanco, ma la testa ciondoloni tradiva il suo reale stato, e Macha non poté non trovare ridicola l'intera scena.
Ma era ora di passare all'azione. Night prese di nuovo il Codec e chiamò Otta per aggiornarsi.

Codec:
Night - Com'è la situazione lì?
Otta - Per ora il ponte regge, con me c'è Lonelywolf, ma spero che i rinforzi arrivino presto.
Night - E Sirius? Teo? Holden?
Otta - Sirius sta ancora dando spettacolo, da quello che riusciamo a capire, mentre abbiamo perso i contatti con Teo e Holden si sta dirigendo verso di voi.
Night - Perfetto, ci pensiamo noi.

Night chiuse la comunicazione e si rivolse agli altri.

Night - Bene, l'Omega coso con ogni probabilità è perso, il Superman se la sta cavando da solo, ergo noi difendiamo questo posto finché non arrivano Holden e i rinforzi, e in caso cerchiamo l'uomo topo.
Oushi - Caxxo, ancora guai.

Night ignorò l'interruzione e proseguì.

Night - Bene, tu bellezza, siccome sei l'infermiera stai dietro e ti occupi di cure e supporto, mentre noialtri spacchiamo culi. Se non ci sono domande - *nessuno alzò la mano* - direi che possiamo andare.

Night roteò la lama/Mako Shotgun rischiando di decapitare qualche cadetto nella traiettoria e si diresse verso la porta. Macha cominciò a castare le protezioni di base - Shell, Protect, Haste - su tutta la combriccola, e poi seguì Oushi che, sbuffante, chiudeva la fila, e richiuse alle sue spalle la porta; tanto Nathan non poteva scappare da lì, con tante persone ad occupare l'infermeria - e dubitava fosse in grado di sopravvivere ad una caduta da duecento metri d'altezza.
Ultima modifica di Macha il 03 giu 2010, 23:24, modificato 1 volta in totale.
Lonelywolf
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Lonelywolf »

- Cosa dicono? - chiese Lonelywolf ad Otta, che aveva appena riattaccato il codec.
- Era Night -
- E come sta il gaio? -
- Tutto sotto controllo -
Mentre parlavano, il cadetto scriveva freneticamente rune Thurisaz su rune Thurisaz, dalle note capacità protettive, per tenere a distanza gli assalitori.
- Ancora con quelle rune, Lon? -
- Guarda che "quelle" rune ti stanno parando -
Dal momento dell'assalto, Lonelywolf ed Otta avevano costituito la prima linea difensiva del ponte. La loro strategia era prudente ma efficace: il primo manteneva una barriera a testa ed una più grande, ma dal forte dispendio energetico, per bloccare l'avanzata dei nemici sul ponte dall'esterno, mentre la seconda attaccava dalla distanza con delle magie offensive. Al momento una ventina di nemici giacevano riversi sul ponte dell'aeronave, ed altri si avvicinavano, cercando di aprirsi un varco nella barriera con armi a lungo raggio. La situazione era sotto controllo, tutto sommato, e per di più qualcosa, da terra, non erano riusciti con esattezza a determinare cosa, aveva sfoltito di molto le file dei soldati.
Un rumore di passi, però, si fece sempre più forte alle spalle della preside e del cadetto.
- Nir! Kyomi! - Otta li riconobbe.
- Ci seguono! Ne stiamo attirando alcuni fuori dal cuore dell'accademia, stanno arrivando - esclamò Nir.
- Lon, tu coprici da quelli che arrivano dall'interno; a quelli che atterrano qua davanti ci pensiamo noi - ordinò Otta.
Lonelywolf eresse una barriera verso l'interno; Otta e Kyomi, dall'altro lato, affrontavano corpo a corpo i nemici; Nir li falciava da lontano. Poi Otta sembrò avere un'idea.

Codec:
A tutti i cadetti! Spargete la voce che sono in difficoltà sul ponte! Ripeto, spargete la voce che la preside è in difficoltà sul ponte! I nemici devono sentirvi. Chi non è impegnato a proteggere l'infermeria o i centri vitali dell'aeronave venga al ponte e prenda il nemico alle spalle
La barriera di Lon avrebbe stretto i nemici da una parte, mentre chi fosse arrivato li avrebbe presi alle spalle dall'altra. Pochi soldati avrebbero potuto combattere con chi accorreva, gli altri sarebbero stati intrappolati; inoltre, Nir poteva alleggerire il carico alla barriera di Lonelywolf.

- Spero che il grosso dell'attacco non arrivi sull'infermeria, anche se il mio diversivo dovrebbe portare parecchi scarafaggi in cerca di gloria qui sul ponte - riflettè Otta a voce alta.
- E speriamo che Nathan Blake non faccia idiozie - aggiunse Lonelywolf.

Intanto i primi stormi soldati iniziavano ad affluire sul ponte.
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Sarachan89
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sarachan89 »

La cadetta, dopo aver prese la spada, Raggiunse Hiro che la stava aspettando e nel frattempo, per rompere un pò di noia amazzò qualche nemico. Appena la cadetta lo raggiunse si mise pronta ad aiutarlo.
Hiro La osservò combattere e fece un sorrisetto compiaciuto

Hiro: E sei migliorata!
Sarachan: ma Vaaaa....
Hiro: Che Autostima! Davvero spettacolare *__*
Sarachan: ......ti odio.... :tots:
Hiro: tanto so già che non è vero! u.u
Sarachan: Cretino... ._.
Hiro: Consapevole di esserlo :supercool:

E dopo qualche altra battuta ripresero a eliminare i nemici qua e la. Fino ad arrivare adavanti all'infermeria dove sentirono delle voci.
A Sarachan parevano quelle di Remiem, Oushi, Macha e... Axel
Entrò comunqe, almeno per sapere se qualcuno era ferito gravemente. Night, vedendola gli scappò una battuta

Night: Parli dell'angelo e ti spuntano le ali u.u
Hiro: Questo qui mi sta simpatico! :hihi:

Sarachan, appena vide Remiem, svenuto, andò nel panico più totale e lo raggiunse lanciandogli energiga.
Il Mago si riprese e, non ebbe tempo di sapere che fosse successo che si ritrovò tra le braccia dell'angelo.

Hiro: Non per rovinare l'atmosfera, ma qui.. ci sarebbe un problemino :roll:

I due si staccarono e Sarachan si rivolse a Macha

Sarachan: Uhm.. Vorrei aiutarti a occuparti dei feriti, se non ci sono problemi

------------------------
Scusate il post corto, ma volevo far rendere utile Sarachan se è possibile ^^ Cmq se volete usare Hiro, nessun problema, Ho aggiunto apposta la sua scheda in firma ^^
DarkSquall89
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da DarkSquall89 »

Caos. Caos dentro la sua testa, caos nell'ambiente attorno a lui. Sembrava quasi che trasudasse dai muri e dal pavimento, visto il modo in cui la situazione era precipitata nel giro di poco tempo.
Nathan era ancora steso a letto. Si sentiva più in forze rispetto a prima, aveva ripreso colore, il cuore aveva smesso di battere all'impazzata, erano passate anche le vertigini. Non che i cadetti nei letti accanto a lui potessero dire lo stesso: il silenzio era interrotto ogni pochi secondi da lamenti di sofferenza o da piccole esplosioni, segno che la battaglia ai piani superiori era lungi dall'essere conclusa.
Ostentava una fredda calma a livello esteriore, ma dentro di sé si sentiva ribollire, come magma sul punto di eruttare. I sensi di colpa lo tormentavano: per l'ennesima volta, erano state altre persone, in questo caso totalmente estranee, a pagare lo scotto delle sue azioni al posto suo. Sapere che stavano rischiando la vita per difenderlo, per permettergli di continuare a vivere, per garantirgli la libertà lo consolava e lo angosciava al tempo stesso: sentimenti dolceamari si alternavano in lui. L'unica cosa che forniva una seppur minima consolazione stava nel fatto che la Piramide aveva gettato alle ortiche ogni prudenza, decidendo di attaccare l'accademia: la sua versione dei fatti quindi, seppur notevolmente rivisitata, si era dimostrata vera. Otta, Holden e gli altri avevano avuto la prova che non stava mentendo, o almeno non nel senso proprio del termine. Le sue erano state omissioni a fin di bene.
Si fissò disgustato allo specchio. Mezze verità: per quanto tempo doveva andare avanti cercando di trovare una consolazione illusoria ai suoi sbagli? Sapeva di non aver rivelato tutto per una mescolanza di prudenza (poiché non conosceva minimamente le persone che lo stavano aiutando) e di diffidenza: aveva alzato le sue difese, come tante altre volte in passato. Tutto ciò, ad ogni modo, non gli era di nessun aiuto riguardo l'opinione che aveva verso sé stesso.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dall'aprirsi della porta dell'infermieria. Sarachan (o almeno credeva si chiamasse così, nella confusione dei momenti precedenti non era riuscito a cogliere perfettamente il suo nome) si diresse verso i feriti, cominciando a curarli con incantesimi, bendando le fratture e ricucendo le ferite, mentre un altro ragazzo, che aveva fatto il suo ingresso dopo di lei, si diresse verso il suo letto. Nathan rimase imbambolato a fissare le ali dei due nuovi individui. Angeli?
« Sei Nathan, vero? » gli domandò il nuovo venuto.
Il ragazzo rispose con un cenno di assenso, senza staccargli gli occhi di dosso.
« Io mi chiamo Hiro. Lei è Sarachan. Al momento siamo noi ad occuparci dei feriti, Macha e gli altri sono fuori dalla porta dell'infermieria, pronti a difenderla in caso di attacco. »
Nathan non disse nulla: i mostri nella sua mente ripresero a tormentarlo, insistenti e insidiosi.
« Ci sono...insomma, è morto qualcuno dei nostri? »
La voce gli uscì sotto forma di rantolo. Aveva la gola chiusa.
Hiro lo squadrò per un attimo, poi rispose: « Non al momento. Abbiamo diversi feriti, e sono stati tutti condotti qui, ed il resto dei cadetti si trova sul ponte a dar battaglia, quindi penso che nessuno abbia pagato con la vita. »
« E inoltre, » aggiunse Sarachan dirigendosi verso di loro, « se qualcuno fosse morto ci avrebbero avvertiti via Codec, ma visto che ciò non è accaduto direi che per ora possiamo stare tranquilli. L'unico momentaneamente assente, da quanto ho capito, è Teoskaven. Abbiamo perso i contatti con lui poco tempo fa, e nessuno sa che fine abbia fatto. »
« E non c'è un modo per accertarsi che stia bene? » le domandò Nathan.
« Al Coden non risponde, e nessuno degli altri cadetti può muoversi dalle proprie postazioni, siamo contati e le lasceremmo sguarnite. La vedo buia, molto buia. »
I tre rimasero in silenzio, soppesando la realtà dei fatti. Fu Nathan a romperlo: la sua mente aveva lavorato frenetica per diversi istanti, e credeva di aver trovato una possibile soluzione a quel problema.
Si rivolse di nuovo a Hiro.
« Tu sai volare, vero? »
Il ragazzo lo squadrò con un'espressione a metà tra lo scocciato e il divertito, poi, indicando le proprie ali, rispose: « Secondo te? »
Ignorando la stizza dell'altro, Nathan proseguì.
« Stavo pensando che potresti compiere un giro di ricognizione attorno all'accademia, per cercare di localizzare Teo. Sembri abbastanza agile da riuscire a schivare un possibile tiro di fuoco nemico, ed inoltre c'è una buona possibilità che gli avversari non ti scoprano nemmeno se stai attento, sono tutti concentrati nel cercare di sfondare la nostra linea difensiva. Se ti muovi con prudenza dovresti essere in grado di riportarlo qui, cosa ne pensi? »
L'altro lo guardò per un istante, poi, senza dire alcunché, si avvicinò alla finestra più vicina, la spalancò e si gettò nel vuoto. Sarachan rimase a fissare con apprensione il punto in cui il ragazzo si era lanciato: era evidente che i cattivi pensieri sulla sua sorte non le avevano dato tregua da quando Nathan aveva proposto quel piano. Non disse niente, comunque, ma tornò ad affaccendarsi intorno agli altri feriti.
I secondi e i minuti si trascinavano uno dietro l'altro con angosciosa lentezza. Proprio quando Nathan stava per gettare le speranze, e un nuovo peso stavo aggiungendosi sul suo cuore per aver proposto un piano all'apparenza efficace ma sostanzialmente suicida, una grande ombra oscurò un lato della stanza. Hiro ripiegò le ali e cercò di atterrare in posizione eretta, ma con un'apertura del genere il progetto era destinato a fallire in partenza: perse l'equilibrio e si schiantò contro una serie di delicate apparecchiature mediche. Tra le sue braccia, inerte, stava un ragazzo, apparentemente privo di sensi e con diversi tagli profondi ed ustioni su buona parte del corpo. Lo schianto fu tale da rimbombare ovunque, e fu sentito anche fuori, poiché un gruppo di persone si precipitò all'interno, Macha in testa.
« Sbaglio o eri tu quello che doveva starsene buono e non cercare in alcun modo di allontanarsi? » esplose rivolta a Nathan, scoccandogli uno sguardo di fuoco.
« Non ho fatto nulla, calmati » le rispose lui, indicando con lo sguardo il fagotto di persone steso vicino alla finestra.
« Ma che diavolo... » Oushi si avvicinò per cercare di capire cosa stesse accadendo, seguita da Night, ma Macha fu più veloce, raccolse Teo e, con l'aiuto degli altri, lo fece distendere su uno dei letti liberi, iniziando ad esaminarlo. Sarachan, nel frattempo, raccontò agli altri quanto era successo.
Oushi squadrò Nathan di traverso.
« Piano suicida, sei fortunato che sia entrambi vivi, uomo accendino. »
Nathan non le rispose, ma mantenne fisso lo sguardo nel suo.
Fu la voce di Otta, amplificata dai Codec, a ridestarli tutti:
Codec:
A tutti i cadetti! Spargete la voce che sono in difficoltà sul ponte! Ripeto, spargete la voce che la preside è in difficoltà sul ponte! I nemici devono sentirvi. Chi non è impegnato a proteggere l'infermeria o i centri vitali dell'aeronave venga al ponte e prenda il nemico alle spalle!

Tutti si mossero d'istinto verso la porta, ma vennero bloccati dalla voce di Macha.
« Dove credete di andare? Non possiamo abbandonare la postazione, Nathan rimarrebbe completamente scoperto in caso di attacco! »
« Ma non possiamo nemmeno abbandonare i nostri compagni », ribattè Oushi, « visto che vivono con noi e fanno parte dell'accademia, a differenza sua » concluse guardando sprezzante Nathan.
In breve le voci delle persone presenti all'interno dell'infermeria si sovrapposero le une alle altre: ognuno cercava di dire la sua e di far valere la propria opinione. Il dibattito venne stroncato dopo pochi minuti, quando tutti puntarono gli occhi verso la porta, esterrefatti: Nathan era fermo sull'uscio e li guardava.
« Dove diavolo credi di andare? Torna subito a letto! » gli sibilò.
Nathan la guardò per un attimo.
« No, non tornerò a letto. Aspetta, fammi parlare, » aggiunse, vedendo che l'altra stava per interromperlo. « La situazione è questa: voi non potete abbandonare l'infermeria perché dovete proteggermi, ma volete anche aiutare i vostri amici. La mia proposta è di recarci sul ponte, Sarachan può rimanere qui a prendersi cura dei feriti. I nemici ora dirotteranno tutti verso Otta, credendola in difficoltà, non punteranno all'infermeria. Io resterò nascosto e in disparte, non sarò di intralcio, ma almeno voi avrete la libertà di muovermi e di combattere, non tollero l'idea di essere una pietra al collo. Se proprio lo ritenete necessario, lasciate uno di voi insieme a me in modo da controllarmi, ma avete la mia parola che non compirò gesti avventati e che resterò comunque nelle vicinanze del campo di battaglia. »
Tacque e li fissò uno alla volta. Gli altri rimasero in silenzio per un attimo. Oushi fu la prima a fare una mossa, si voltò e oltrepassò la porta, diretta verso il ponte, gli altri la seguirono a breve, Night in testa. Macha chiudeva la fila, camminando affiancata a Nathan.
Durante il percorso si imbatterono in piccoli gruppi di soldati, che non furono in grado di impensierirli. Ad un certo punto Holden si ricongiunse a loro, e rimase impietrito nel vedere Nathan far parte di quella piccola processione di combattenti.
« Che diavolo ci fa lui qui? » sibilò rivolto a Night. Quest'ultimo prese a sussurrargli sottovoce quanto era accaduto, mentre la loro marcia verso il ponte proseguiva inesorabile.
Arrivati in prossimità della loro meta, Holden li fece fermare.
« Nathan, nasconditi in quella nicchia e non muoverti per nessun motivo. Axel, resta con lui, controllalo e cerca di proteggerlo in caso di attacco, anche se è una possibilità che tenderei ad escludere. Macha, tu resta in retroguardia, coprici con incantesimi protettivi e di guarigione, non esitare. Quanto a voi due » proseguì fissando Night e Oushi, « con me, si comincia. »
Detto questo si gettò in avanti, seguito dagli altri.
Prima di gettarsi nella mischia, Oushi si rivolse a Nathan.
« Attento a non scottarti, fiammifero. »
Lui le rivolse un sorriso sprezzante, ed evocò il fuoco nella sua mano.
« So come difendermi, tranquilla. »
Lei lo fissò per un attimo, si voltò e corse verso il ponte. Nathan rimase immobile con Axel al suo fianco, in attesa di osservare la piega che gli eventi avrebbero preso. Si sentiva attanagliato da un'angoscia profonda.
Immagine
Danke Fraulin (Lenne xD) per l'avatar, il banner e per Mara. Deh! è.é



Kary's Artbook , ovvero la galleria di disegni e quant'altro della mia sorellina in spirito Diletta, date un'occhiata e lasciate un commento, ne vale la pena ;).




"Vivevano la lenta e invisibile compenetrazione dei loro universi, come due astri che gravitano intorno a un asse comune, in orbite sempre più strette, il cui destino chiaro è quello di coalescere in qualche punto dello spazio e del tempo".
Lord Remiem
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Lord Remiem »

Prima della battaglia. Riassumo.

Remiem non riusciva a credere ai propri occhi. Era tornato da una missione che aveva fatto guadagnare alla Guenda il supporto di una nuova macchina mortale, riparata e custodita dal Teo, poi era tornato alle faccende del bar. Poi arriò Sarachan e...
Sotto la doccia, Remiem ancora stentava a crederci. Non poteva capacitarsi del fatto che Sara lo avesse baciato. Quell'attimo fuggente era stato uno dei migliori della sua vita, per un momento aveva sentito scorrere tra le loro labbra l'amore nascosto che evidentemente correva tra loro due. O forse probabilmente Sara stava cercando conforto e rifugio dai suoi pensieri...Remiem scacciò tale maligno pensiero e andò avanti a lavarsi, lasciando che sotto l'acqua calda il pensiero vagasse ancora un po' per i cacchi suoi.

Dopo essersi occupato del suo corpo, Remiem aveva notato un certo subbuglio nell'Accademia. Qualcuo gli aveva spiegato che era arrivato un tizio strano, chiamato Nathan, che possedeva l'abilitòà di Pirocinesi, e che era ricercato da una certa organizzazione nota come Piramide. Macha, la nuova arrivata, lo stava curando. Ed evidentemente andava protetto, almeno così Remiem credeva di aver capito.
Bene, pensò, era da un po' che non muovevo le mani e la magia. Non vedeva l'ora di combattere un pochino.
Gli si presentò l'occasione su un piatto d'argento, mentre si trovava dietro il bancone del bar.

Codec:
-Otta: A tutti i cadetti. Prepararsi a un affrontamento aereo con possibilità di invasione anche interna. Impatto tra due minuti. Allerta generale.

D'istinto si era abbassato, nascondendosi per concentrarsi e rubare alla situazione qualche attimo di meditazione. Il suo istinto diceva che erano in guai grossi...

Let's fight

Dopo essersi rialzato, avere tirato qualche colpo di bastone e qualche fulmine, Remiem era stato salvato da morte certa da Oushi. Ringraziò e pensò: che bello, finalmente ci si diverte. Difatti non poteva resistere al richiamo della lotta.
Non era facile per nulla. Senza Sarachan, poi Remiem si preoccupava all'inverosimile. Il suo pensiero andò al quel famoso momento:

Remiem: La amo?

Prima che potesse lanciarsi a cercare l'Angel, venne atterrato a tradimento da Axel e poi guarito dalla stessa Sarachan. Purtroppo Remiem capì. Non volevano che si mettesse nei guai...

Remiem: Ok, Axel aveva ragione, ma mi ci vorrà un po' per digerirla...

Quando arrivò un altro messaggio:

Codec:
A tutti i cadetti! Spargete la voce che sono in difficoltà sul ponte! Ripeto, spargete la voce che la preside è in difficoltà sul ponte! I nemici devono sentirvi. Chi non è impegnato a proteggere l'infermeria o i centri vitali dell'aeronave venga al ponte e prenda il nemico alle spalle

Otta! Diamine, che idea che aveva avuto.
Remiem non ci pensò due volte e si lanciò sul ponte correndo veloce, e appena vi arrivò rimase senza fiato.
Durante il viaggio Holden li bloccò, dando loro un veloce briefing.
A Remiem non piacevano i momenti di discussione. Avrebbe voluto menare le mani subito. Rendersi utile. Ammazzare qualche nemico. Tirare giù l'universo a furia di magie. Proteggere gli altri... Quindi corse più in fretta che poteva, mentre pregava perchè Sarachan, quello strano Angel venuto da chissà dove chiamato Hiro, e Macha, fermi a occuparsi dei feriti, uscissero perlomeno indenni da quella situazione tragica di guerra.
E una volta arrivati che furono i cadetti sul ponte...
Soldati in Jetpack. Nugoli. Come api si abbattevano sull'Accademia.
Il ragionamento fu immediato: vogliono Nathan, pensò il mago. Nathan deve essere protetto. Non aveva capito bene perchè, ma sapeva che doveva essere così.

Senza perdere un attimo di tempo, Remiem feca partire dalla sua mano una fiammata di dimensioni non indifferenti che investì e grigliò un soldato. Il tempo di proteggersi e gli erano già addosso.
Osservò gli altri cadetti che si battevano come meglio potevano. Remiem cominciava a esaltarsi. Tanto più che fece scalpore lanciando un Tornado.

Gli altri pensarono che fosse ammattito. Sprecare così le energie...non sapevano cosa veramente era successo al mago. Dopo aver sconfitto il suo demone con l'aiuto di Arceus, nel corso della missione, aveva acquisito i poteri del demone stesso. Si sentiva nuovo, investito di nuove energie. Le rune sul suo corpo brillavano sfavillanti.

Holden: Ma che diamine...
Oushi: Ma cosa diavolo...
Night: Prevedo guai. Il maghetto ha cominciato.

Le urla dei soldati spazzati via dal vento accrescettero l'esaltazione di Remiem. Non si tratteneva, era una carica esplosiva innescata. Firaga di qua, Flare di là...Gli altri non credevano ai loro occhi. Un cadetto dotato di quel potere...
Remiem notò la cosa e lanciò agli altri uno sguardo divertito, indi schivò per un soffio, grazie ad un balzo laterale, un soldato che lo stava attaccando e lo attaccò con un Blizzara a distanza ravvicinata.

Fu un Flash. Teoskaven dov'era? E la macchinona aracnide? Forse che...Remiem non ci voleva pensare. erano scappati entrambi. O erano andati a cercare aiuto...per quanto il pensiero lo tormentasse, Remiem decise di non pensarci. Però i soldati non accennavano a diminuire. parevano infiniti.

Remiem: Adesso mi sto stancando...

Continuando a combattere, Remiem urlò la sua idea agli altri cadetti. Forse questa idea avrebbe lasciato un attimo di tregua al gruppo.

Remiem: Popolo! Ascoltate! Ho in mente di scagliare una magia a piena potenza, sfruttando il cento per cento del mio potere.
Holden: Non ti pare di volare un po' troppo alto?
Remiem: Difatti dopo rimarrò stremato. Ma credo di potercela fare. Voglio porre perlomeno una tregua a questo scempio.
Holden: Ma ti sei impazzito?
Remiem: Affatto. Voglio solo che mi copriate per alcuni minuti.
Holden: Beh...

Remiem si portò accanto a Holden, sempre combattendo e schivando e proteggendo, e gli disse in fretta cosa aveva intenzione di fare.

Holden: Può funzionare. Ma è un grosso rischio che ti prendi.
Remiem: Voglio. Abbiamo un tizio da proteggere, o almeno credo, e una nave da difendere. Non nuocerò ad alcunchè se non ai nemici, a condizione che quando io urlerò vi leviate tutti di torno.
Holden: Va bene. Cadetti! Ascoltate! Proteggete Remiem! E quando darà il sengale, via tutti!

Gli altri non credevano alle loro orecchie. Durante la battaglia volavano urla contrariate.

Holden: Fate come vi dico, porca eva. Ciò potrà darci un grosso vantaggio!

Alla fine gli altri acconsentirono tacitamente, indi Remiem si portò piuttosto indietro nelle retrovie, giunse le mani e si preparò. Si autoevocò una barriera per sicorezza, dopodichè iniziò a recitare l'arcana formula.

Remiem: Ur Thorn Ansuz Raido Kano Gebo...

La battaglia proseguiva a velocità mille. I cadetti si facevano in quattro per proteggerlo.

Remiem: Wunjo Hagal Nauthiz Isa Jera Perth...

Le Rune. Remiem ne conosceva i nomi a memoria. Ad ogni nome pronunciato, la runa corrispondente prendeva un colorito rosso e cominciava a scottare.

Remiem: Eoh Algiz Sol Tyr Bekana Lagu...

Un male della madonna. Remiem non aveva mai usato quella tecnica prima d'ora. Adesso era il momento. Sopportare il dolore o morire nel tentativo.

Remiem: Eh Manaz Ing Odal Dagaz Fehu...

Ecco. La formula era giunta alla conclusione. Remiem proseguì nella sua posizione...mentre gli altri indietreggiavano e urlavano al mago di darsi una mossa con quella sua maledetta tecnica. Remiem sudava copiosamente...
Minuti interminabili passarono. Alla fine...
Remiem sentì un fiume incontrollato di potere scorrergli dentro. Si alzò in levitazione per effetto della spropositata quantità di potere magico, quindi aprì gli occhi. Erano fiammeggianti. Un simbolo a forma di cerchio irregolare brillava sulla sua fronte.
La Runa del Wyrd, o Runa di Odino. La più potente.
Con voce quasi demoniaca, Remiem pronunciò la sua sentenza.

Remiem: Per il potere di tutte le Rune e della Runa bianca di Odino. Soldati che ci avete attaccati, consapevoli delle reazioni dell'Ordine dei Garden. Ora conoscerete il significato della parola Dolore.

Dietro il mago splendeva un immenso cerchio di simboli mistici posto in verticale, che ruotava velocemente. Remiem allungò le mani in avanti...

Holden: Via tutti!!!!!!!!!!!!!

I cadetti scapparono dallla visuale del loro compagno e si misero ai ripari come potevano. I visi dei soldati cominciavano a contorcersi dalla paura. L'intero potere di Remiem si sarebbe abbattuto su di loro.

Benvenuta, Macha, e scusa il ritardo, ma l'università mi lascia poco tempo per stare dietro alla velocità di posting di questa gentaglia XDDD Anyway, come avrete notato dalla scheda, remiem lancierà una magia di quarto livello, -aja. A voi la scelta dell'elemento, ma ricordate che dopo di ciò Remiem sarà fuori gioco. Non risparmiate potenza, mi raccomando. É una tecnica estremamente potente.
Sirius
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sirius »

Separatosi dagli altri, Sirius iniziò una solitaria operazione di pulizia, eliminando chiunque gli si parasse davanti “Non fuggite all'abbraccio della morte!” disse ai soldati “Essa è qui per liberarvi dai suplizi della vostra vita.” Eliminati i soldati che ostacolavano il suo cammino, Sirius giunse nuovamente alla Hall dell'Accademia, completamente irriconoscibile a causa dei danni subiti; ad un tratto un oggetto sferico cadde a poca distanza da lui e si sollevò a mezz'aria, troppo tardi si rese conto che si trattava di una granata spargichiodi. Appena questa deflagrò, Sirius si ritrovò inchiodato alla parete; un soldato fino ad allora rimasto nascosto si avvicinò per assicurarsi di aver neutralizzato il bersaglio. Notando che il soggetto non dava segni di vita il soldato abbassò l'arma ed a quel punto Sirius fece comparire gli Artigli di Beowulf; con il braccio sinistro lo colpì allo stomaco e lo sollevò da terra mentre con il braccio destro lo disarmò, dopodiché gettò il corpo di lato e si staccò dalla parete “Un disgregatore Ultros, molto interessante.” disse osservando l'arma che aveva in mano: il disgregatore Ultros è uno speciale fucile in grado di sparare colpi radioattivi ad alta potenza; tali colpi hanno una portata limitata a trecento metri, oltre i quali si disperdono ma hanno la straordinaria capacità di passare attraverso qualsiasi tipo di materiale inorganico senza danneggiarlo. “Devo ammettere che disponete di un equipaggiamento invidiabile.” disse volgendosi al soldato agonizzante; questo, osservando che i dardi della granata spargichiodi venivano assorbiti dal corpo del cadetto, si fece prendere dal panico “Oh, mio dio! Ti prego, non uccidermi!” “Sono lieto che mi riconosciate come vostro dio.” disse Sirius ironico “Ma come tale non esaudisco mai le preghiere.” e detto ciò gli lanciò una sfera di fuco che lo arse completamente.

Dopo aver osservato quanta carica rimanesse all'arma decise di utilizzarla e la puntò verso l'alto; grazie al suo particolare visore fu in grado di osservare delle figure umanoidi attraverso il soffitto e decise di aprire il fuoco: i colpi passarono attraverso il metallo senza lasciare traccia del loro passaggio mentre, colpendo i bersagli umani, causarono danni immensi. Finiti i bersagli, e la carica, Sirius gettò l'arma atterra “Mi auguro non fossero cadetti.” pensò tra sé, non essendo possibile distinguere la sagoma di un soldato da quella di un Seed; poco dopo ricevette una chiamata via Codec dalla Preside Otta.

Codice: Seleziona tutto

A tutti i cadetti! Spargete la voce che sono in difficoltà sul ponte! Ripeto, spargete la voce che la preside è in difficoltà sul ponte! I nemici devono sentirvi. Chi non è impegnato a proteggere l'infermeria o i centri vitali dell'aeronave venga al ponte e prenda il nemico alle spalle.
Terminata la comunicazione, si avviò verso il ponte. Axel, udendo il suono di passi cadenzati giungere nella loro direzione, ordinò a Nathan di stare al riparo “Non temete, sono io.” disse Sirius al cadetto, vedendo che aveva assunto una posa da combattimento “Ho ricevuto il messaggio della Preside e sono accorso.” poi si voltò verso Nathan ed aggiunse: “Immagino voi siate Nathan Blake. Io sono Sirius Valantine. Sapete, signor Axel, trovo si sia creata una situazione davvero insolita; non mi riferisco alla logica eccezionalità di un attacco verso un'Accademia dei Seed, quanto al fatto che tutto ciò avvenga esclusivamente per catturare un individuo dotato di abilità pirocinetiche.” disse senza distogliere lo sguardo dal ragazzo “Dopo tutto, ho avuto modo di conoscere diverse persone pirocinetiche ma nessuna di loro è mai stata oggetto di simili attenzioni; non avete idea del perché si accaniscano tanto contro di voi?” domandando ciò, Sirius fece anche sottintendere la consapevolezza che egli gli stesse tenendo allo scuro di qualcosa ma Nathan non batté ciglio e, senza distogliere lo sguardo da quello del suo interlocutore, rispose: “Spiacente ma non so spiegarmelo.” “Capisco. Vogliate scusarmi ma ora debbo andare. Signor Axel. Signor Blake.” dopo un accenno d'inchino, Sirius si avviò con la stessa calma con cui era giunto. Quando fu quasi a destinazione, vide i cadetti battere in ritirata e, prima che potesse domandare alcunché, fu afferrato da Holden e Nightmare e trascinato al riparo; di li a poco vi fu una tremenda esplosione che fece tremare tutta l'aeronave.

Precipitatesi alla fonte di tale esplosione, i cadetti trovarono Remiem che versava in pessime condizioni; da quanto gli riferirono sembrava fosse in uno stato di euforia da battaglia, cosa abbastanza comune nei combattenti dotati d'emozioni, tuttavia Sirius fu sorpreso nel constatare il notevole incremento dei poteri del cadetto. Evidentemente egli non era l'unico ad aver acquisito nuove abilità dal superamento delle prove postegli dai Mumba. Una volta portato Remiem in infermeria e lasciato alle amorevoli cure di Sarachan, il gruppo raggiunse finalmente il ponte di comando dove trovarono Lonelywolf, Nir, Kyomi e la Preside ad attenderli. “Che cosa ci fa lui qui?” domandò Lonelywolf, riferendosi a Nathan “E chi è costui?” chiese stavolta riferendosi ad Hiro “Beh, lui è qui perché Oushi aveva esaurito l'accendino e lui... credo sia il sostituto di Axel nel triangolo di Sarachan.” rispose, goliardicamente, Night “Mi chiamo Hiro, sono un amico di Sara.” si presentò l'angelo. Otta prese la parola e chiese un rapporto sulla situazione; subito Holden si fece avanti: “La Guenda ha subito pesanti danni ma fortunatamente i sistemi principali sembrano aver retto.” “Molte aree sono attualmente inaccessibili e diversi cadetti sono rimasti isolati.” aggiunse Nightmare. All'improvviso l'aeronave iniziò ad inclinarsi verso il fianco sinistro. “Cosa sta succedendo? Siamo stati colpiti?” chiese Nir “No, è colpa dei Mimik.” si affrettò a spiegare Sirius “Vengono spesso impiegati per mettere fuori uso i sistemi principali di un'aeronave durante un abbordaggio.” “Il che significa che se non li eliminiamo subito ci faranno precipitare.” sentenziò Kyomi. “Precisamente.” come se non bastasse, l'aeronave Stryfe-K5 rimasta si stava preparando a sferrare un altro attacco.
Teoskaven
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Teoskaven »

Tsk: "Cosa... io..."

Fluttuava in uno spazio azzuro-biancastro: per essere un sogno almeno non era intriso di Oscurità.
Di fronte a lui apparvero due donne: entrambe avevano vestiti strappati ed erano piene di graffi e lividi, ma entrambe avevano uno sguardo pieno d'odio.

"Mi hai lasciata quando avevo bisogno di te!" gli urlò addosso la più vecchia in età.
"Mi hai esposto a pericoli troppo grandi!" abbaiò la ragazza più giovane.
Teoskaven era confuso; "Chi... chi siete?" disse. La risposta arrivò crescendo mentre le due femmine si ingigantivano.
"Lo sai bene, quindi non stare impalato: salvaci, salvaci SALVACI!"

Tsk: UAAH!

TONK

Aveva sbattuto la testa un'altra volta svegliandosi all'improvviso, come al solito... un momento: un soffitto? Dov'era finito? Il nemico lo aveva forse catturato?

???: Ah, ti sei ripreso, meno male.

La voce di Sara: no, perlomeno era di nuovo sulla Guenda...
Provò ad alzarsi ma le gambe lo reggevano a fatica. Esaminandosi Teoskaven vide che il danno inflittogli dal colpo della nave lo aveva ferito, ma le straordinarie abilità curative di Sara avevano evitato il peggio.

Sara: Dovresti ringraziare il mio amico Hiro, o saresti ancora per terra a morire in mezzo alla polvere: perchè te ne sei andato?

"Mi hai lasciata sola quando avevo bisogno di te!"

Tsk: Io... ero intrappolato appena fuori dal Laboratorio, ed ero sommerso dal fumo... ho preso Omega e... OMEGA! Dov'è?
Sara: Non è stata ancora ritrovata.
Tsk: "No... no..." Aspetta, forse...

Prese il Codec.

Tsk: Mentre tornavamo dalla missione ho smanettato un po' e sono riuscito a connettere il Codec alla telecamera interna di Omega: se riesco a... ecco, ora dovrei vedere quello che vede lei.

Sullo schermo appariva soltanto il cielo azzurro, ma una delle aeronavi nemiche stava avvicinandosi all'orizzonte: la telecamera non sembrava muoversi.

"Mi hai esposto a pericoli troppo grandi!"

Tsk: Forse Omega è finita sotto la terra o un cumulo di rocce: spero che non si sia rotta... io invece sono proprio da buttare, eppure vorrei... Uooh!

Pavimento e soffitto si inclinarono a sinistra.

Sara: Non va bene... la Genda sta cedendo...
Tsk: Maledizione, no! Sara, ho bisogno di tornare assolutamente dagli altri: non posso stare con le mani in mano dopo avervi abbandonato così.
Sara: Dove credi di andare? Sei troppo debole e le tue ferite non sono guarite del tutto.
Tsk: Userò tutte le energie del catalizzatore: non sono molte, ma è a questo che servono.
Sara: ...non riuscirei a fermarti comunque; non esporti troppo però.
Tsk: Grazie: sei davvero un angelo a volte...
Sara: :grr:
Tsk :smt005 E-era solo una battutina... ghii, meglio che vada.

Cercò in fretta il ponte: la Guenda stava perdendo sempre più quota, e Teoskaven sentiva anche il motivo: Mimik. La loro puzza di bronzo avvolgeva l'aeronave come il letame in una stalla.
Trovò sul ponte un intero plotone d'esecuzione.

Night: Ma bene, ecco Mister -Cipensoiochissenedeglialtri-
Tsk: :oops: È vero, e non ho scusanti, ma sono qui apposta per rimediare.
Holden: bhe, creso che ne avrai di modi: i soldati stanno arrivando insieme alla nave rimasta...

Aveva ragione: un nuovo sciame era in avvicinamento seguito dal velivolo che ormai non aveva paura ad avvicinarsi a quel che rimaneva della Guenda... Non c'era altra scelta se non combattere di nuovo, ma quanto avrebbe resistito Teoskaven con la poca energia che gli rimaneva?
La nave e i soldati erano sempre più vicini e la Guenda stava perdendo semprepiù quota... ma così anche l'aeronave nemica!
L'alchimista riprese il Codec e lo risintonizzò di nuovo: non c'erano dubbi, la posizione era quella, ma l'altitudine... Stavolta però era meglio avvisare gli altri.

Tsk: Comandante... forse c'è un piano per abbattere l'altra nave.
Otta: Spiegati.
Tsk: Ecco: la Guenda sta perdendo quota e i nemici inorgogliti da questo stanno avvicinandosi a noi, ma così facendo si stanno abbassando anche loro.
Holden: E quindi?
Tsk: Tra quei mucchi di rocce dovrebbe ancora esserci Omega: se teniamo impegnati i soldati quel che basta per far abbassare ulteriormente la nave Omega slaterà fuori a un mio comando e a quel punto dovremo solo sperare che riesca a distruggere la nave.
Oushi: Rischi?
TsK: Non è detto che Omega sia ancora in buono stato, e forse c'è il rischio che non si muova affatto, am credo che al punto in cui siamo sia la nostra ultima carta.
Night: Cosa? E noi dovremmo affidarci a quella lattina di ventesima categoria?
Tsk: Non-chiamarla-così!

Ripresosi immediatamente si stupì: era la prima volta che si infuriava in quel modo, e solo perchè qualcuno aveva insultato Omega?

Tsk: Comandante, credo che ora come ora Omega sia l'unica cosa che possa annientare quella nave.
Sirius: mi sa che lo scopriremo presto: i soldati sono qui!

Nemmeno il tempo di finire la frase e il ponte venne assalito da una graniola di proiettili e missili, mentre i soldati si riversavano per combattere.
Teoskaven capì subito che non avrebbe retto a lungo: le ferite non erano guarite totalmente e la stanchezza era ancora troppa: ancora pochi colpi e poi avrebbe ceduto.
Improvvisamente tutto si fermò: il tempo, le persone, i suoni, l'aria stessa: Teoskaven vedeva tutto immobile, ognuno dei suoi compagni che si avventava disperatamente su un soldato... tutto ora dipendeva dal suo piano.. e se non ce l'avesse fatta? Poco male, sarebbero morti tutti.

In mezzo alla calca immobile vide le due donne del sogno vicino alla ringhiera del fianco sinistro: la più anziana si reggeva a fatica e sembrava sul punto di collassare, ma la più giovane sembrava molto più in forze...
"Io... io..." Teoskaven non riusciva a trovare le parole: ormai anche ogni scusa era futile, così decise di esprimere ciò che stava provando con l'unico altro modo possibile: una lacrima scese e cadde.
La più giovane lo accarezzo asciugandogli quella riga sulla guancia: "Su, non fare così" disse "oramai ce l'hai fatta: manca solo così poco alla vittoria, e poi piano piano tutto tornerà come prima, ok?"
"S-sì" disse lui.
"Però manca il tocco finale" rispose lei "Chiamami: urla il mio nome e la vittoria sarà vostra: riesci a farlo."
"Sì... credo di sì..."

Tutto riprese a scorrere. Teoskaven era finito sulla ringhiera: dietro di lui i soldati trattenuti dai suoi compagni e davanti a lui l'aeronave nemica che ora come ora sembrava più che mai minacciosa. L'alchimista ormai sapeva cosa fare: inspirò a pieni polmoni e poi:

Tsk: OOOOOMEGAAAAAAAAAAAAA!!!!!!

Un rombo sommesso: tutti i combattimenti si fermarono.

Scrollandosi di dosso rocce e polvere Omega Mark XII emerse dal cumulo sotto cui era sepolta, più splendida che mai.
L'aeronave nemica non potè manovrare da nessuna parte: Omega balzò immediatamente sullo scafo conficcando gli artigli nella nave e trascinandola a terra, facendola a pezzi poi con colpi precisi di laser sparati all'interno. Gli ultimi soldati sul ponte vennero massacrati senza pietà.

Teoskaven non vide niente di tutto questo: appena finito di urlare si accasciò a terra, ma non aveva nemmeno la forza di svenire: semplicemente sorrideva.

Tsk: C-comandante. Comandante.

Che patetico: non riusciva nemmeno ad alzare un dito per avvicinarsi al suo superiore.

Otta: Teo, Omega ce l'ha fatta: tu e lei sembrate davvero avere un legame speciale...
Tsk: Comandante: io... mi dispiace...
Otta: Ne riparleremo con calma quando starai un po' meglio: ora devi solo tornare in infermeria.
Tsk: O-ok: lascio a Sirius il compito di rimpicciolire di nuovo Omega.

Il Comandante stava per andarsene quando notò quaclosa.

Otta: Uh? Teo, hai per caso pianto?
Tsk: Eh? No, perchè?
Otta: Niente, niente: rimettiti presto, la Guenda ha bisogno anche delle tue riparazioni.

Teoskaven aveva uno strano presentimento: toccandosi la guancia sentì che da non molto era scesa una lacrima.
Bloccato

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