Accademia 4 [cadetti]

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Oushi
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Oushi »

Una volta stabilizzata la situazione, la priorità era contattare l’Ordine per avvisarlo dell’accaduto e chiedere supporto: ne avevano un bisogno assoluto. Prima di tutto però, rimanevano alcune questioni in sospeso.

Otta: Macha, porta Teo in infermeria e aiuta Sara a curare i feriti. Nathan, anche tu, sarebbe meglio che per il momento rimanessi da parte.
I due annuirono e, preso ognuno un braccio di Teo e passatolo dietro le spalle, lo aiutarono a incamminarsi lungo il corridoio.

Otta: per quanto riguarda i Mimik, vediamo di occuparcene in fretta.
Sirius: Sono macchine che dipendono dalla fonte di energia della quale si nutrono, una volta separati da essa non costituiscono più una minaccia così terribile.
Holden: Vediamo di staccare loro la spina, allora.

Codec:
Otta:
A tutti i cadetti: il pericolo è stato debellato, ma rimangono dei Mimik a bordo che sarà opportuno eliminare il prima possibile. Chi ne è in grado si dedichi a un po’ di disinfestazione, i feriti sono invece caldamente invitati a non lasciare l’infermeria. Non tentate inopportuni gesti eroici dell’ultim’ora.

Otta: Voglio un lavoretto veloce e preciso. Trovare e neutralizzare senza arrecare ulteriori danni alla struttura. Chiaro?
Nel pronunciare l’ultima frase soffermò il suo sguardo un po’ più a lungo su Sirius.
Otta: Per precauzione avviserò il pilota di scendere a terra.

Poi si diresse verso il suo ufficio, esausta.

--
Oushi calò la spada come una mannaia sull’ennesimo ragno robot, facendo volare viti e bulloni un po’ ovunque.

Night: Nervosa?
Lo fulminò con lo sguardo.
Oushi: Affatto. Sono tranquillissima
Night: Menti da culo, te l’hanno mai detto?

Lei rimase immobile, osservando assorta una delle zampe ferruginose del macchinario vibrare e scattare per poco, prima di esaurire l’elettricità.

Oushi: Come ci convivi? Con questi dannati fenomeni da baraccone?
Il gaio fece spallucce.
Night: Abitudine e spirito di sopravvivenza, suppongo. Lasciali giocare agli eroi se ci tengono e limitati a tappare i buchi dopo, quando avranno già fatto terra bruciata.

La ragazza lo fissò, esterrefatta.
Che ruolo avevano avuto in tutto quel macello? Che cos’erano stati loro?
Le pezze da piede? Gli stronzi a capo chino in attesa che il deus ex machina della situazione risolvesse con qualche trovata originale crisi sostenibili solo con un minimo di organizzazione e strategia? Perché tutto quell’inaudito sfoggio di potenza, perfettamente evitabile?

Oushi: Non voglio essere condizionata da qualcuno che “gioca a fare l’eroe” e ci mette tutti in pericolo agendo di testa sua. E in modo così plateale. Non voglio essere ostacolata specialmente da chi non sa scendere dal suo merdoso piedistallo, e abbassarsi a combattere a fianco dei propri compagni. Odio le manie di protagonismo.
Night – sorridendo sardonico- : Che cosa pensi di fare?

Oushi ripose la Zanbato nel fodero, fissando il vuoto col fuoco negli occhi.

Oushi: Il mio dovere, ovviamente. Qualunque cosa esso comporti.
Night: Buona fortuna.
Macha
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Macha »

La “tecnica” di Remiem somigliava più ad un tentativo di omicidio di massa che ad un incantesimo designato per spazzare il nemico dall'aeronave, ma nonostante tutto, incredibilmente, il piano era riuscito. Non c'erano praticamente state perdite tra i cadetti, e i soldati rimasti ancora vivi dopo quell'attacco erano stati eliminati facilmente. Macha si era impegnata ad assistere meglio che poteva i suoi compagni, lanciando un Energira qua e là ove richiesto.
Questi erano i pensieri di Macha mentre portava il tizio strano con il braccio che gli spuntava dalla schiena, Teo, in infermeria, assistita da Nathan che sembrava essersi ripreso a sufficienza per compiere quel tipo di fatiche. Teo non sembrava molto in forma; a malapena riusciva a mettere un piede davanti all'altro, e per quasi tutto il tragitto i due dovettero trascinarlo. Proprio mentre erano in vista dell'infermeria, sorvegliata da un gruppo di cadetti male armati e soprattutto male bendati, Teo decise di svenire definitivamente, costringendo i suoi due portatori, non proprio freschi di forze, ad un doppio carico di lavoro.
Alla fine i due riuscirono a farsi largo attraverso l'infermeria sovraffollata e a trovare un letto libero ove depositare il carico umano. Scavando un po' in giro Macha riuscì a trovare una nuova scorta di bendaggi, che applicò prontamente al paziente. Già per il fatto che si era alzato dal letto nonostante fosse stato centrato in pieno da qualcosa – e ne era uscito vivo per miracolo – per combattere sul ponte e usare nonsisabenechecosa per distruggere l'ultima aeronave nemica, quel Teo era da legare al letto fino a completa guarigione, e magari una bella perizia psichiatrica. Nemmeno a Esthar avevano tali volontà suicide! Certo, i suoi ex-colleghi erano piuttosto violenti, ma l'addestramento militare lì le aveva insegnato che caricare a testa bassa in mezzo ad una mischia, specialmente se feriti, significava girare con un cartello al neon sulla testa recitante “Attenzione! Bersaglio facile!”.
Mentre Macha sondava che non ci fossero ferite interne tali da mettere in pericolo la vita di Teo, Sarachan, l'improvvisata collega infermiera, distribuiva cure agli altri cadetti. Nathan era crollato esausto accanto al letto, appoggiato alla parete, e osservava con curioso interesse la concitazione che ancora regnava in infermeria.

Nathan – Molti di questi sono ragazzini... Come si fa a mandare dei dodicenni a combattere?
Macha – Ah, guarda, non domandarlo a me: io sono appena arrivata e non so quasi niente del sistema qui. Ma posso dirti che anche a Esthar talvolta si fa così, solo che i ragazzini restano all'interno dell'accademia finché non sono abbastanza maturi da capire che agitare una spada o un mitragliatore non è l'unico modo per approcciarsi a qualcuno.
Nathan – Sarà, ma io sono convinto che non si debbano mettere armi in mano ai bambini.
Macha – Capisco bene il tuo punto di vista, ma per molti di questi è una scelta loro o dei loro genitori, non c'è molto da fare.

La conversazione venne interrotta quando un paio di cadetti anziani fecero il loro ingresso trasportando qualcuno sulle spalle: Remiem. A quella vista, Sarachan lanciò un grido e andò subito al fianco del ragazzo, controllando freneticamente che non avesse ferite gravi. Parve calmarsi solo quando si accertò che non usciva sangue da nessuna parte. I due cadetti però non la pensavano come lei: appena depositarono il carico contro il muro, si allontanarono da lui alla svelta, mormorando qualcosa a proposito di “gente che non sa limitarsi” e guardandolo in cagnesco. Macha intuì che probabilmente si riferivano alla magia usata da Remiem sul ponte, che per poco non aveva sfasciato definitivamente anche l'aeronave. Sarachan però li ignorò, tesa com'era a ripristinare l'energia magica di Remiem per farlo rinvenire. Ciò che lei non si aspettava, come Remiem che infatti si risvegliò poco dopo, confuso per essere svenuto ben due volte nel corso della stessa giornata, era la sorpresina che i due cadetti stavano per presentare al mago.

Cadetto 1 – Remiem, la preside ha dichiarato che devi essere posto in arresto per sette giorni per danneggiamento dell'aeronave. A tal proposito, sei invitato a seguirci senza fare resistenza.

Sarachan tentò di opporsi fisicamente all'arresto, protestando che Remiem era un eroe e come tale non andava trattato come l'ultimo dei delinquenti, ma i cadetti furono irremovibili.

Cadetto 2 – La detenzione ha scopo meramente punitivo, pertanto non sarà lesa la sua incolumità. Ma se vuoi, signorina, puoi sempre accompagnarlo in cella.

Il tono sarcastico con cui venne pronunciata questa frase era evidente come la luce del giorno, ma Sarachan non sembrò coglierlo. Tra l'altro Remiem non sembrava molto in grado di capire cosa stesse succedendo, perché guardava a turno i tre e ogni tanto si grattava la testa.

Sarachan – Benissimo, allora portatemi con lui!

Non sapeva bene neanche lei il perché, ma non poteva lasciare Remiem da solo a scontare sette giorni di detenzione per... Per cosa? Per aver evitato che morissero tutti?
Il cadetto che aveva parlato per primo alzò gli occhi al cielo a questa frase, ma non fece commenti, mentre l'altro tentava disperatamente di non mettersi a ridacchiare in faccia a quei due. Che coppietta!
Nel silenzio tombale che era sceso sull'infermeria, i due vennero scortati fuori verso le celle, poste nei ponti inferiori della nave. Purtroppo quasi tutte erano state rese fuori uso a causa dell'assalto appena respinto, perciò furono costretti a porre Remiem e Sarachan nella stessa cella, con l'avvertimento, a metà tra l'ironico e il preoccupato, di non provare nemmeno ad evadere perché, una volta chiusa la porta di metallo, sarebbe stata attivata una barriera anti-magia. Questa era un'ulteriore misura di sicurezza per evitare episodi al limite del paranormale, come celle sfondate con un pugno.

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Quando i due vennero portati via, Macha non riuscì a pensare a nulla per qualche secondo; sembrava che il suo cervello fosse andato in tilt. Danneggiamento? Detenzione? Non negava che effettivamente Remiem aveva cercato di ucciderli tutti – involontariamente, certo, ma qualche secondo di ritardo nella fuga e sarebbero stati tutti carne fritta. Quella tecnica era troppo rischiosa, e per di più aveva sfasciato quasi completamente il ponte dell'accademia.
Nathan sembrava sulla stessa linea di pensiero, a giudicare da come fissava assente i cadetti che avevano appena ricominciato a rumoreggiare. Ad un certo punto Macha non ne poté più di tutto quel casino e montò su una scrivania.

Macha – Allora! Se proprio siete così in gran forma da far 'sto casino muovete il culo da qua e andate a distruggere Mimik! Non avete sentito la preside? Fuori! FUORI!

I cadetti, molti dei quali effettivamente poco bisognosi di ulteriori cure, sciamarono mugugnando fuori dall'infermeria. Alcuni andarono a recuperare le proprie armi, laddove era possibile, mentre gli altri restarono a ciondolare o andarono in cerca della mensa a recuperare qualcosa da sgranocchiare.
Macha scese dalla scrivania, calciò via i sandali – che ormai le avevano ridotto i piedi a pezzi di carne pieni di vesciche – e si sedette con un profondo sospiro vicino a Nathan. Ora non restava che aspettare che Teo si risvegliasse. Il resto, chissà.

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Nell'ufficio della preside Otta si era scatenato il finimondo. L'attacco aveva mandato le carte e gli arredi all'aria, e solo per miracolo la sedia girevole era ancora intatta. Otta congedò i cadetti Kyomi e Nir, più Lonelywolf che ormai era ex-SeeD, mandandoli a riposarsi, sprofondò nella poltrona e si levò le scarpe, cercando di ritrovare un certo senso di relax ora che il pericolo immediato era stato sconfitto. Ma di fatto non era ancora finito niente: quella donna, Helena, se era vero ciò che aveva detto, era supportata da un intero Stato. Il difficile iniziava proprio da qui: come trattare con la repubblica di Illyria? Non c'erano prove che i nemici fossero soldati di quello Stato, in primis perché non c'erano stemmi sulle due navi da guerra che avevano attaccato l'accademia, ed in secundis perché l'unico collegamento tra la trappola tesa loro ed Illyria era proprio Helena. Ma Helena era riuscita a scappare, quindi Otta si trovava praticamente con niente in mano.
Aveva dato ordine di porre Remiem in arresto, con suo grande dispiacere, ma era necessario che quel ragazzo imparasse una volta per tutte che non poteva fare l'eroe a tutti i costi, col rischio di distruggere la Guenda ed uccidere i suoi stessi compagni. Ovviamente c'erano state proteste, ma Otta era stata irremovibile.
Prima di tutto, però, bisognava portare la Guenda a F.H. per le riparazioni. Bisognava far rotta fin troppo spesso per quella città, rifletté Otta. Doveva decisamente porre un freno a certi cadetti troppo esuberanti. Aprì il Codec e contattò Night, che si stava occupando assieme ad Oushi delle “pulizie”.

Codec:
Otta – Tutto bene laggiù?
Night – Benissimo, la donzella sembra una furia.
Otta – State attenti a non esagerare.

Una volta chiusa la comunicazione, Otta tirò un sospiro di sollievo. Almeno questa era fatta. Ora c'era l'altro problema di cui occuparsi.

Codec:
Otta – A tutto il personale: la nave ora farà rotta per F.H., cercate di sopportare i disagi che questo viaggio comporterà e prestate attenzione a non transitare per le zone più danneggiate. Fino alla completa riparazione dell'accademia sarà fatto divieto di scontrarsi all'interno della stessa, sia tra cadetti che allo Zoolab, pertanto se avrete voglia di menare le mani fatelo una volta giunti a F.H.

Richiuse il Codec e si prese un paio di minuti di pausa. Doveva contattare l'Ordine e fare rapporto sulla situazione. Mentre l'aeronave si rimetteva in moto, con una certa difficoltà, in direzione di F.H., Otta controllò che i computer avessero abbastanza energia per funzionare, e una volta accertatasi che almeno un terminale era in grado di sostenere il collegamento video, aprì il sistema e richiese la comunicazione urgente con l'Ordine. Passarono diversi istanti prima che un SeeD funzionario, di nome Dylan Oak, si mettesse in collegamento; a lui Otta raccontò gli avvenimenti recenti, senza risparmiare nessun particolare. Alla fine, il SeeD stette qualche momento silenzioso, meditando.

Dylan – Capisco. Farò rapporto al Consiglio. Nel frattempo vi prepareremo una nave per portarvi qui, la troverete ancorata a F.H.
Otta – Cosa intendete fare?
Dylan – Quell'uomo, Nathan Blake, suscita il nostro interesse, ed inoltre le informazioni che potrebbe avere su quest'organizzazione denominata “La Piramide” potrebbero essere di grande utilità nelle nostre indagini. Pertanto richiedo che voi o il vostro vice scegliate alcuni dei vostri cadetti più valenti per scortarlo alla sede dell'Ordine a bordo della nave che vi verrà fornita. Non preoccupatevi, non intendiamo arrestarlo, ma la sua testimonianza diretta potrebbe rivelarsi preziosa.
Otta – Capisco. Vi saluto allora, spero di poter esaudire la vostra richiesta entro qualche giorno.

Il SeeD salutò a sua volta ed interruppe il collegamento. Mentre fissava lo schermo ronzante, Otta si chiese se aveva fatto la scelta giusta.
Ultima modifica di Macha il 06 giu 2010, 21:26, modificato 1 volta in totale.
Sarachan89
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sarachan89 »

Sarachan e remiem erano li "tranquilli" in cella.. Seduti uno accanto all'altro. erano entrambi in silenzio.
L'angelo aveva continuamente lo sguardo basso, non parlava e se ne stava tranquilla... Shiranui, che era uscita da lei la osservò anche lui in silenzio. Poi Voltò lo sguardo verso Remiem e lo guardò come per dire "parlale"
Il mago afferrò il messaggio e tentò di dire qualcosa

Remiem: Uhm.. Riguardo a prima...ecco io..
Sarachan: Si.. scusami.. è stato un gesto stupido.. Lascia perdere

Rispose lei sempre stando con lo sguardo basso...

Remiem: No.. è che.. credo di amarti...
Sarachan: ....
Remiem: Probabilmente lo ero da sempre, ma era stato quel tuo bacio a farmelo rendere conto.
Sarachan: NO! Ho detto di lasciar perdere! Per cui lascia perdere! Il mio è stato solo un gesto stupido! Nessuno mi vuole!! Nessuno!

Remiem la guardò un pòs orpreso per un istante, poi, deciso la afferrò per il viso e.. la baciò.
Successivamente la strinse a se.
Lei rimase li ferma.. per qualche istante, con gli occhi lucidi e sorpresi. Ma improvvisamente si staccò violentemente dall'abbraccio e si alzò in piedi con uno sguardo pieno d'odio e di lacrime

Sarachan: NO!!! TI ODIO!!! ODIO TUTTI VOI UMANI!!! TUTTI!!!!
Remiem: CHE???
Sarachan: Luridi esseri umani!! Odiate e allontanate chi è diverso da voi!! Per ottenere assolutamente qualcosa siete disposti perfino ad uccidere, nemmeno tentare di salvare qualcuno si può!!! Io e Hiro siamo gli unici rimasti a CAUSA VOSTRA!!!

Mentre diceva ciò, un'aura biancastra circondò il suo corpo, successivamente shiranui le balzò addosso facendola cadere a terra. tentandola di farla calmare inutilmente, ma lei si dimenava e continuava ad urlare.

Shiranui: Calmati!! Altrimenti sai quello che accaddrà!!!
Sarachan: STA ZITTO!!

Come Shiranui, aveva previsto.. Sarachan si trasformò nel White Angel.. L'aura che la circondava era rossastra

Remiem: Rossa?? Questo vuol dire che...
Shiranui: 4° grado... mantieni la calma e non farle nulla!
Remiem: Come cacchio faccio a mantenerla la calma???? E' il 4°grado porca sozza!!! Non potrà ritornare normale!!!
Shiranui: .....

La white angel fissò i due, poi fissò la porta e tentò di lanciare una magia alla porta, ma ovviamente il campo anti-magia non lo permetteva.
E allora cercò di sfondarla con le sue sole forze.

In quel momento fuori dalla cella c'era Hiro, calmo e beato a fumarsi una sigaretta. Shiranui si teletrasporò fuori e gli raccontò tutto

Hiro: Come sospettavo...E io che credevo di evitare tutto ciò...
Shiranui: L'unico modo per farla ritornare normale e...
Hiro: ... ucciderla....speravo di non arrivare a questo...

----

Tatannnnn xP finalmente sto facendo quello che avevo in mente da tanto x_x se non va bene mandatemi un mp..
I dettagli del WA la trovate sulla scheda =3
Lord Remiem
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Lord Remiem »

Remiem: Diamine...siamo morti...

Fuori dalla cella, Hiro diede un Turboetere da dare a Remiem per ripristinarne almeno in parte le forze: c'era bisogno di energie per riuscire almeno a sopravvivere al WA. Remiem, dal canto suo, era ancora intontito dalla sua supertecnica succhiaenergie che gli aveva fatto guadagnare la vittoria e una settimana di carcere.
Shiranui entrò con il teletrasporto e , cercando di evitare i pugni del WA, portò il Turboetere al mago, che lo bevve a fatica e trovò così la forza di rialzarsi in piedi e di reagire bloccando un calcio proveniente da quello stupidissimo angelo rosso.

Remiem: Mi dispiace, Sara...

Qualche rumore metallico lasciò intendere che Hiro cercava di distruggere la porta: tutto inutile: Porta blindata spessa almeno venti centimetri e comandata elettricamente. Campo antimagia sicuramente inattacabile.
Remiem non poteva andare avanti a lungo. Era diventata una lotta per la sopravvivenza, anzi una difesa disperata contro il WA...però trovò il coraggio di ragionare, dopo aver mollato un pugno a Sara tale da farla cadere a terra.

Remiem: Hiro! Ma non c'è un comando, qualcosa, lì fuori?
Hiro: Eh, spero che ci sia...aspeta un attimo...

Hiro voltò la testa a destra e sinistra per inquadrare la situazione, e con suo grande sollievo vide una stanza contenente numerosi pulsanti e una guardia sull'attenti. I comandi delle celle, pensò.
Vi si diresse immediatamente, chiedendo a Remiem di resistere il più possibile. Egli ci riusciva, ma non poteva durare in eterno. Così Hiro affrettò il passo.
Giunto dinanzi alla porta, la guardia lo vide e gli intimò di rimanere fermo, per essere sottoposto a regolare perquisizione. Poteva portare oggetti per l'evasione, disse.
Hiro non si scompose. Lanciò una magia di tuono a tempo di record e stordì la guardia, trattenendosi però dall'ucciderla. Indi raggiunse il pannello di controllo e iniziò a studiare febbrilmente i pulsanti rossi.

Hiro: 45...46...47...ma qual è, diamine...51, ah, ecco.

L'angel quindi premette il pulsante numero 51. Si avvertì un suono cupo e dall'intensità calante, e una serratura che scattava. La porta della cella di Remiem si aprì di colpo e il Wa ne uscì, dirigendosi come un razzo ai piani superiori della nave. Quindi uscirono Remiem e Shiranui, entrambi visibilmente provati, quindi vennero curati da Hiro.

Shiranui: Siamo nei guai. Il WA distruggerà tutto e non si fermerà.
Remiem: Dobbiamo avvisare...argh, la schiena...
Hiro: Stai fermo. Energiga! Tieni un altro Turboetere...ti senti meglio?
Remiem: *beve il Turboetere* Meglio...veloci, al piano più in alto. Dobbiamo raggiungere l'ufficio di Otta e avvisare la Guenda.

Il terzetto si diresse correndo ai piani superiori della nave, correndo a perdifiato. remiem ogni tanto restava indietro, ancora piuttosto indebolito dalla battaglia. Per la strada videro uno spettacolo...gente che scappava urlando. Caos ovunque. tavoli rovesciati, feriti rantolanti...e il WA che si dava alla pazza gioia.
E i cadetti che avevano optato per l'incarceramento di Remiem:

Cad1: Ehi, ,che fate fuori? Non dovreste essere qui!
Hiro: Zitti e mosca, che per oggi avete fatto abbastanza guai.

Indì l'angelo Hiro li sotrdì con un Morfega. Ancora poche rampe di scale e si precipitarono nell'ufficio della Preside sbattendo la porta. La preside li guardava attonita, seduta sulla sua sedia in mezzo al caos totale.

Otta: Ma che.... O_O e voi che ci fate qui? E che sta succedendo?
Remiem: Silenzio e dammi l'altoparlante. Stavolta l'avete fatta grossa.

Remiem inforcò il microfono dell'atoparlante e iniziò a aprlare con voce tremante.
A tutti i cadetti. No, non sono in carcere. Sono qui per avvisarvi che l'imbecillità di qualcuno a portato all'impazzire di Sarachan. Adesso si è strasformata nel WA di quarto livello, creatura rossa senza controllo. Non si fermerà davanti a nulla, il suo obiettivo è distruggere.
Uccidere, ripeto, uccidere. É la nostra unica speranza.
Quindi ripose il microfono al suo posto. Otta era ancora più attonita.

Otta: Non ho parole...*facepalm* Dio mio...
Hiro: Non divaghiamo. Dobbiamo scendere e combattere.
Otta: Ma gli altri sono impegnati nella caccia ai Mimik...
Shiranui: Non tutti, spero. Il WA è un bersaglio molto più pericoloso. Spero si renda conto che stavolta rischiamo davvero di morire tutti.
Otta: Lo so ma...

Indi Remiem prese la parola, e per poco non perse le staffe.

Remiem: Se vi azzardate a dire ancora che non mi controllo giuro che impazzisco. Io mi sono dannato l'anima e prosciugato le energie per aiutarvi, per vincere, e voi mi ringraziate così. Ok, me ne ricorderò. Al prossimo segnale di epricolo manco vi aiuterò.

Otta non ce la faceva a parlare. Gli eventi la stavano travolgendo. Seduta sulla sua poltrona, iniziava a sudare febbricitante.

Hiro: Ok, andiamo noi a combattere. Se proprio dobbiamo, almeno cercheremo di fermare quell'angelo impazzito una volta per tutte. Tieni un altro Etere, mago. hai bisogno di tutte le energie possibili.
Shiranui: E complimenti per la decisione, signora Preside. Dovevate immaginare che Sara non avrebbe sopportato una tale fine per questo mago dalla pelle grigia.
Lonelywolf
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Lonelywolf »

A tutti i cadetti. No, non sono in carcere. Sono qui per avvisarvi che l'imbecillità di qualcuno a portato all'impazzire di Sarachan. Adesso si è strasformata nel WA di quarto livello, creatura rossa senza controllo. Non si fermerà davanti a nulla, il suo obiettivo è distruggere.
Uccidere, ripeto, uccidere. É la nostra unica speranza.
Lonelywolf era sempre stato paziente, ma questo era troppo. La magia di Remiem, questo era il suo nome, secondo quanto gli avevano riferito altri cadetti in infermeria, aveva sfondato la sua barriera e gli aveva procurato severe ferite. Un briciolo di energia in più e l'accademia avrebbe potuto anche perdere la sua preside. Si era diretto verso l'ufficio di Otta per parlargli a quattr'occhi, ma osservò che già qualcuno stava provvedendo.

- Hai quasi distrutto l'accademia. Hai messo in serio pericolo l'incolumità dei tuoi stessi compagni. Ora sei uscito dalla cella ed hai portato fuori una furia, mettendo di nuovo a repentaglio la vita degli altri - parlava Otta, cercando di mantenere un contegno, ma comunque visibilmente in difficoltà.
- E questo non sarebbe successo se non ci aveste incarcerati! - rispose lo stesso
- Questo non sarebbe successo se imparaste a riflettere! - sbottò Otta.
Remiem continuò nell'atto di ribellione ed uscì a cercare la cadetta impazzita, voltando le spalle alla preside, senza nemmeno rispondere.
- Chi si crederà mai di essere? Se tutti si comportassero con me a questo modo, ora sarebbe solo anarchia. Non capiscono che non provo piacere a punirli? Non capiscono che cerco di aiutarli per il bene di tutti, anche il loro? - Otta si rabbuiò in viso. Aveva sempre dato il massimo per mantenere l'equilibrio, ma evidentemente qualcuno non lo capiva. Nel mezzo dei suoi pensieri giunse in presidenza Holden. Anche lui restò sorpreso nell'osservare la preside in quelle condizioni, ma c'era un'altra emergenza alle porte e bisognava intervenire. I due chiusero la porta della presidenza, e poco dopo giunse un comunicazione da codec a tutti i cadetti, era la voce di Holden ad uscire dal dispositivo:
Attenzione! La precedente comunicazione di Remiem è confermata, il cadetto Sarachan è fuori controllo. Collaborazione è la parola d'ordine. Eventuali azioni individuali sono sconsigliate, per voi stessi e per gli altri cadetti. Cerchiamo prima di tutto di individuare Sarachan e di isolarla. I feriti gravi che si sentono di dare una mano si radunino in biblioteca
Alla fine della comunicazione, i due più alti gradi dell'accademia uscirono dall'ufficio a passo spedito, con un volto convinto e concentrato. Come da ordini, Lon corse verso la biblioteca, dove trovò radunato un drappello di individui in cattive condizioni. Tra gli altri scorse Nathan Blake, che portava a spalle Teoskaven, e Macha, che si rivolgeva accorata ad Holden.
- Signore, che aiuto possono dare? Rischiano solo di stare ancora peggio -
- Io sto meglio, davvero - la interruppe Nathan.
- E Teo, allora? Non si è ancora svegliato! - rispose Macha, guardando di sbieco Nathan.
- Macha, questo è il tipo di pericolo che si può affrontare con un briciolo di organizzazione. I cadetti in buone condizioni possono vedersela direttamente con Sarachan, i feriti non possono combattere... -
- Appunto! - esclamò Macha.
- ma... - continuò Holden - possono aiutarci in altro modo. Porta dall'infermeria tutto quello che vuoi per prenderti cura di loro, ma ci servono qui -
A Macha dovette sembrare un buon compromesso, perchè corse via in fretta e furia. Quindi Holden si rivolse a chi era già arrivato:
- Mentre aspettiamo gli altri, spiego a voi la situazione. Un buon guerriero non combatte al massimo se è ferito, ma questo non lo rende inservibile. Voi sarete il nostro cervello, la nostra mente. Nessuna creatura è invincibile. Qui troverete informazioni a palate, il vostro compito è cercare informazioni sugli angeli bianchi e sulle loro trasformazioni. Se trovate qualcosa di utile, comunicatelo a me o ad Otta via codec. Pensate voi ad avvisare chi arriverà, Macha sarà presto di ritorno. E cercate di evitare scontri, penseremo noi a tenerla lontana. Quanto a Teo - si rivolse a Nathan - cerca di prendertene cura finchè torna Macha.
Nathan annuì e sdraiò Teo su un tappeto, poi si diresse ai computer insieme a Lonelywolf. Holden si congedò per raggiungere gli altri combattenti.
- Buona fortuna! -
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Sarachan89
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sarachan89 »

Lonelywolf e Nathan si diressero ai pc.
Si misero subito a cercare più informazioni possibili, ma non trovarono nulla di nulla. Non si arresero e cercarono ancora.

????: Perchè cercare informazioni su quell'affare quando ci sono io?

I due si girarono e videro Hiro accanto a loro appoggiato di schiena sul muro, intento a fumarsi la sigaretta. Ma quando diamine era arrivato??
Lonelywolf lo ignorò e continuò a cercare, a quel punto Hiro fece per andarsene dicendo

Hiro: Come volete voi.... Dubito che troverete su quegli aggeggi di voi umani qualcosa che è rimasto completamente nascosto dal resto del mondo...

A quel punto Lonely sospirò e si voltò verso l'angel e Hiro si fermò appoggiandosi ad un muro e fumandosi la solita sigaretta, pronto a parlare

Lonelywolf: Parla...
Hiro: Praticamente, noi Angel siamo, cioè, ERAVAMO una specie di angeli nascosta dal resto del mondo senza avere contatti esterni... quindi spegnete quei cosi u.u
Lonelywolf: ...
Hiro: Gli angel sono angeli che hanno vissuto anni e anni...... Un angel aveva un portere particolare che poi si trasferiva da angel ad angel....
Nathan: Il White angel?
Hiro: Esattamente :hihi: Si trasformano in White angel se provano emozioni negative molto forti, o se vengono feriti gravemente. I gradi sono 4.. Il primo, aura bianca, torna normale dopo un certo tot di tempo, il secondo, aura gialla, torna normale dopo un colpetto, terzo grado, aura arancione, torna normale se ferita gravemente. Infine il 4° grado, aura arancione, non torna normale e bisogna ucciderla. uccidevamo l'angel e il potere si trasferiva in un'altro angel.. il ciclo si ripeteva fino ad arrivare a Sarachan......altre infomazioni?
Lonelywolf: No.. possono bastare, grazie..

In quel momento il white angel stava lanciando magie alla ceca e , miracolosamente nessun cadetto venne ferito o colpito.
All'improvviso l'angel vide davanti un tizio a sei ali uccidere i tre cadetti che avevano imprigionato Remiem e Sarachan...
La white angel si nuttò verso il tizio, che ghignò e sparì lasciandola li in mezzo ai cadetti uccisi spietatamente.
Subito dopo Remiem e Shiranui la raggiunsero. Remiem non credeva ai suoi occhi, non pensava che colei che amava, avrebbe ucciso veramente qualcuno, neanche sotto forma di White angel.

Shiranui: Siamo arrivati troppo tardi...Ci sono state le prime vittime a causa sua
Remiem: Sara....... dobbiamo per forza ucciderla?
Shiranui: Esatto...

Il white angel a quelle parole si fece più aggressiva e lanciò a loro un Flare, per poi volare a zonzo e lanciare magie come prima, quasi come se stesse cercando quello strano tizio che voleva far credere a che il white angel avesse ucciso quei cadetti...
Ma quello strano demone si era volatilizzato nel nulla, era scomparso come era apparso facendosi vedere solo dal White angel.

Però in quel momento, Shiranui si avvicinò ai cadettia nnusandoli

Shiranui: Sono vivi, ridotti male, ma sono vivi.. Probabilmente sono in coma...
Otta
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Otta »

Otta, non si sa come, ritornò in se stessa. Anzi. Vista la rabbia dovuta a tutto ciò che stava succedendo, andò in autoberserk. Ma non era un berserk normale. Riuscì a tramutarsi in un Pirl Purple di ottavo livello (PPVIII per far prima) e ingerì un turbomonaetere per aumentare i propri poteri. Cantando a squarciagola: 'Il tuo bacio è come un rock', lievitò e levitò in direzione del casino. Diede una capocciata alla Sara-Angel facendola svenire e tornare normale; prese poi lei, Remiem, Hiro e Shiranui (la trasformazione in PPVIII ha la capacità di raddoppiare le braccia) per la collottola e li rispedì nelle prigioni.
E tutti vissero felici e contenti.

--------

Allur, non vorrei fare la guastafeste (nooooooo) ma qui si sta esagerando un pochino :sgamato: ... Un pochino troppo :sgamato: :sgamato: :sgamato:
Ergo per cui mi par lecito soffermare la gentile attenziuone del pubblico su piccoli passi, giusto per capire cosa diamine sta capitando :sgamato:

Allora... Solita guerra... Che finisce quasi nella disintegrazione della Guenda :sgamato: (mi chiedo, visto che spesso capitava anche al Garden, come mai è di moda questo feticismo nello spaccare manufatti architettonici di pure un certo valore :sgamato: ). E ci stava bene la prigionia dei 'colpevoli' (giustamente :sgamato: ).
Se le celle vengono descritte come invalicabili, anriscasso, antimagia, antiurto, antitutto... Non è leggermente esagerato e un pò tanto improbabile che, nel giro di pochi minuti vengano aperte gaiamente (lascio correre sul fatto del teletrasporto che quello è un potere personale che non sempre è basato sulla magia)? Poi vabbè più di 50 celle :sgamato: ... Ma quanto è grande la Guenda :sgamato: ? E qui magari la colpa è di noi mod che non abbiamo messo a disposizione una piantina... Se resistete per settembre posso pensarci io visto che chi era addetto non credo sia più cadetto :sgamato:
Se vogliamo saltare anche il fatto che non sia intervenuto nessuno a controllare la situazione nelle celle (se sono così tecnologiche avrebbero dovuto avere almeno un paio di telecamere) e quel povero guardiano (uno?) che si trovava lì è stato pure aggredito (ma noi alleniamo cadetti o estremamente potenti che perdono il controllo, o estremamente deboli che crollano per un thunder :sgamato: wow!) non posso però ignorare come è stato quotato il mio pg. No davvero, sinceramente... Era Otta che 'ruolava' o un'altra persona :sgamato: ? Che si fa fregare il microfono senza permesso, che si fa mettere i piedi in testa da un suo sottoposto senza rispondere con almeno un 'Assoreta' (e tralaltro vengo pure presa per il didietro da un png \°ç°/! Weeee! Ma mi aveva sedato qualcuno prima?)
Ergo per cui direi che è meglio premere il tasto 'rewind' e ricominciare dal post di Macha (ovvero qui ).
Forse ci vorrebbe più controllo in acca e di questo mi scuso visto che purtroppo sono piuttosto incasinata con l'uni (e oggi sono fuggita prima, mwahahah). Vedrò di organizzarmi meglio con i tempi per ricominciare a postare regolarmente.

Per carità, sono sempre a favore delle azioni personali e della follia... Basta che si basino su cose ragionate :sgamato: . Va bene che questo è un gioco fantasy, non per questo deve per forza sfociare in situazioni surreali-impossibili-ma che è.
Cerchiamo almeno di far mantenere una sorta di salute fisica alla nostra nave, sennò... La stiamo massacrando :sgamato: ! E cerchiamo di immaginarci magari la reazione dei personaggi che ci stanno intorno. Se la cosa dell'Angel impazzito fosse continuata, sarebbero successi troppi casini e la situazione sarebbe stata troppo difficile da controllare. O si ammazzava Sara (che sarebbe quindi diventata la Summon del Gaio. Scommetto che lui aspettava questo momento per ampliare la sua collezione 'gotta catch 'em all' :sgamato: ) oppure si inventava una cosa ancora più irreale (tipo Hyne, consorte della dela degli angeli, ci passa il suo elisir segreto composto da Fiori di Bach e Camomilla e tutto torna alla normalità).

Magari chiediamo prima ai mod se è il caso di avventurarci in simili situazioni, magari avendo anche a portata di mano una soluzione plausibile come conclusione. Se si voleva fare assolutamente, per forza, senza via di scampo questa trama, potevamo cercare allora di organizzarci (per prima cosa) tutti insieme, poi vedere tutte le possibili vie da 'percorrere' (in maniera ragionata, non 'Bum bum baby, casino yeah')
Anf, che fatica @.@! Direi che ho detto tutto (forse :sgamato: )...
Fatto ciò, direi che ho fatto il mio ritorno con style :supercool: (ambè :sgamato: )
(quasi quasi inizio a pensare a futuri sviluppi per la mia trasformazione in Pirl Purple :hihi: )

Se ci sono dubbi, lamentele, chiarimenti da fare a me se ho interpretato male qualcosa, piemmatemi pure, sono tutta vostraH <3 (<- è una minaccia :smt104 ???)

PS: a breve cancellerò i post 'incriminati'
Looooool XD -> [x]

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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sarachan89 »

Chiedo venia per tutto il casino... ç_ç. Rifaccio il post senza Il WA e aggiungendo qualcos'altro al post. Appena i post "incriminati" saranno cancellati sta scritta in blu la tolgo u.u
Ah avvisatemi per mp se il post non va bene .__.


-------

Sarachan e remiem erano li "tranquilli" in cella.. Seduti uno accanto all'altro. erano entrambi in silenzio.
L'angelo aveva continuamente lo sguardo basso, non parlava e se ne stava tranquilla... Shiranui, che era uscita da lei la osservò anche lui in silenzio. Poi Voltò lo sguardo verso Remiem e lo guardò come per dire "parlale"
Il mago afferrò il messaggio e tentò di dire qualcosa

Remiem: Uhm.. Riguardo a prima...ecco io..
Sarachan: Si.. scusami.. è stato un gesto stupido.. Lascia perdere

Rispose lei sempre stando con lo sguardo basso...

Remiem: No.. è che.. credo di amarti...
Sarachan: ....
Remiem: Probabilmente lo ero da sempre, ma era stato quel tuo bacio a farmelo rendere conto.
Sarachan: NO! Ho detto di lasciar perdere! Per cui lascia perdere! Il mio è stato solo un gesto stupido! Nessuno mi vuole!! Nessuno!

Remiem la guardò un pòs orpreso per un istante, poi, deciso la afferrò per il viso e.. la baciò.
Successivamente la strinse a se.
Lei rimase li ferma.. per qualche istante, con gli occhi lucidi e sorpresi. Ma improvvisamente si staccò violentemente dall'abbraccio e si alzò in piedi con uno sguardo pieno d'odio e di lacrime

Sarachan: NO!!! TI ODIO!!! ODIO TUTTI VOI UMANI!!! TUTTI!!!!
Remiem: CHE???
Sarachan: Luridi esseri umani!! Odiate e allontanate chi è diverso da voi!! Per ottenere assolutamente qualcosa siete disposti perfino ad uccidere, nemmeno tentare di salvare qualcuno si può!!! Io e Hiro siamo gli unici rimasti a CAUSA VOSTRA!!!

Poi Ad un certo punto Da fuori dalla prigione giunse una voce familiare.

????: Ma daiii.... Io mica mi lamento..

Era Hiro appoggiato sul muro accanto alla porta della cella a fumarsi una sigaretta, tanto da tenerli compagnia. Sospirò e poi Proseguì

Hiro: Anche io ce l'ho con chi ha distrutto il villaggio, ma non me la prendo con tutta l'umanità per questo motivo.
Sarachan: si ma... per 5 anni, ho viaggiato e quelli che ho incontrato mi hanno...
Hiro: E io allora?? Hanno "trattato male" anche me, ma mica me la prendo. Mi godo la vita! Giro per il mondo per vedere com'è!
Sarachan: ....
Hiro: Sara, non devi pensare che le persone siano tutte uguali...pensaci, anche i saggi del nostro villaggio erano un pochino bastardelli. Ognuno ha la sua personalità e vede l'altro come il suo cervello dice, non conta tanto la razza, ma la persona in se, quindi hai avuto solo la sfiga di incontrare tanti deficenti, quello si :hihi:
Sarachan: s.. scusami.. hai ragione.. sono solo una stupida...
Hiro: Non scusarti con me... ma con qualcuno accanto a te, così almeno posso riprendere a fumare in santa pace u.u

A quel punto Sarachan si voltò Verso Remiem e lo abbracciò scusandosi, Lui sorrise e ricambiò l'abbraccio.
Shiranui sospirò, temeva il peggio.. Aveva visto per un attimo un aura bianca su Sarachan, ma poi era scomparsa.
Si avvicinò alla porta e si accucciò tranquillo

Shiranui: Hiro, come sono le cose li fuori?
Hiro: oh, be... la situazione pare calmata.. almeno un pò... la guenda si sta dirigendo a FH. Se ci sono altri news vi informo
Shiranui: Ok, Grazie.
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Holden
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Messaggio da Holden »

La Guenda era semi-distrutta, con squarci enormi a deturparne le fiancate. Il sistema di alimentazione principale era praticamente fuori uso e solo i generatori ausiliari le impedivano di precipitare al suolo come un uccello colpito da una sassata. Molte zone erano impraticabili e le difese automatizzate erano fuori uso. Stavamo volando su un simulacro di carcassa.
Mi chiesi quanto tempo ci sarebbe voluto per rimetterla in sesto, una volta arrivati a Fisherman's Horizon. Di sicuro, abbastanza per potersi mortalmente annoiare nell'attesa.
La mia mente si era totalmente distaccata da ciò che stava succedendo, e dopo che gli ultimi Mimiks erano stati debellati ero rimasto da solo, desideroso solo di pensare senza essere assillato da nulla e nessuno.

Chissà se ce l'avremmo fatta a raggiungere FH.
Il mio pensiero volò a Helena il cui attacco a tradimento aveva contribuito a portarci sull'orlo del disastro. Dove era finita? Quando i due incrociatori ci avevano assaltati il suo veloce velivolo era sparito, e nessuno poteva prevedere la sua prossima mossa.
L'unica cosa certa era che ridotti come eravamo, un suo agguato ripetuto, con rinforzi freschi, avrebbe significato la nostra fine. Maledissi tutto e tutti.
Il codec trillò nella mia tasca e con un gesto stanco lo tirai fuori.
Codec:
-Holden: Si?
-Nir: Holden? Vieni subito in sala macchine?
-Holden: Che diavolo sta ancora succedendo? A qualcuno è venuta la diarrea?
-Nir: Subito!!! Dannazione!

Chiusi la comunicazione con una bestemmia rivolta al mio interlocutore.
Mi precipitai di corsa giù per le scale, mentre lo sferragliare delle macchine sovraffaticate aumentava man mano. Sembrava di trovarsi in mezzo a un concerto per pentole e pistoni in do minore.
Nir con alcuni altri era in piedi accanto al terminale nel quale erano inseriti i cristalli che fornivano l'energia a tutti i sistemi della Guenda. Una luce bluastra emanava dalla console, e sentii distintamente puzza di guai mentre un rivolo di sudore freddo mi scivolava lungo la schiena.
-Holden: Che succede?
La mia voce uscì dalla mia gola come se questa fosse coperta da un sottile strato di sabbia.
-Nir: Il sistema d'alimentazione è sotto stress. I cristalli stanno facendo una fatica immane a sostentare le funzioni basilari. Sono sul punto di collassare.
-Holden: Come diavolo è possibile? Le funzioni sono ridotte al minimo.
Si fece avanti Oushi;
-Oushi: Siamo stati colpiti a più riprese in vari punti sensibili. E' ipotizzabile che un impatto indiretto abbia provocato danni più gravi di quelli immediatamente visibili.
-Holden: La barriera anti-magia. Disattivatela, in fretta!
-Ailea: Ma i prigionieri?
Mi lanciai verso le scale correndo come un disperato.
Altro che prigionieri.
Forse alcuni dei miei compagni erano sulla Guenda da troppo poco tempo per sapere di preciso ciò che quei cristalli che fungevano da “batterie” della Guenda erano in realtà. Potenti dispositivi magici impregnati del potere di un mondo sconosciuto nel quale eravamo arrivati come per caso.
Mentre salivo i gradini sdrucciolevoli come se non ci fosse un domani, la mia mente corse a eventi successi così tanto tempo prima.
La sala comandi era deserta quando vi entrai come un proiettile scagliato da un cannone. Mi diressi verso la console e azionai il comando che toglieva l'energia al campo anti-magia nelle prigioni.
Proprio nel momento in cui le mie dita sfioravano il lucido pannello di controllo, un ronzio doloroso attraversò l'intera Guenda che iniziò a tremare in ogni suo punto. Il mio sguardo puntò verso il cielo azzurro oltre la grande vetrata, ma questo non era più azzurro. Un lampo violaceo balenò nei miei occhi, l'aria divenne della sostanza dell'acqua e la mia visione divenne confusa. Poi, un lago di luce in cui tutti annegammo, e persi conoscenza.

Qualcuno mi scuoteva, e per un attimo ebbi la tentazione di continuare a far finta di dormire.
Ma stavo poi veramente dormendo?
Una luce violenta colpì i miei occhi e per un breve istante non riuscii a vedere nulla.
Un sole al suo zenith infuocava la terra sottostante, con raggi che scendevano come saette di fuoco. Ebbi l'impressione di non aver mai avuto così caldo in vita mia.
Mi guardai intorno e la prima cosa che vidi fu la Guenda adagiata su una distesa di sabbia dorata, immobile, morta, se mai una carcassa di metallo potesse essere definita morta.
Ero sdraiato per terra, sotto l'ombra parsimoniosa di un arbusto troppo cresciuto, e intorno a me altri cadetti, alcuni in piedi che si guardavano intorno spaesati, altri svenuti, altri semplicemente sdraiati, indecisi sul da farsi.
Posai gli occhi su Oushi al mio fianco e biascicai qualcosa...
-Holden: ..sa ...zo è suc...so?
La ragazza si accese una sigaretta e si guardò intorno brevemente.
-Oushi: Sei sveglio, peccato. Speravo di poterti tirare qualche calcio impunemente.

I cadetti feriti intanto venivano portati all'ombra, e Otta faceva l'appello. Non mancava nessuno tranne Hiro sparito del tutto.
-Macha: Qualcuno ha una vaga idea del cosa possa esserci capitato?
-Otta: L'ipotesi più probabile è che i cristalli che rifornivano d'energia la Guenda siano andati in tilt a causa di una esplosione e con in più gli effetti del sovraccarico. Sono esplosi e hanno aperto un varco dimensionale.
Bestemmiai tra i denti.
-Macha: Un varco dimensionale?
-Holden: E' una lunga storia che non ho voglia di raccontare. Sta di fatto che i cristalli erano di una specie particolare. Entrati in contatto con una realtà parallela, avevano poteri inauditi. Ciò che è successo è che sono andati fuori controllo, e siamo finiti chissà dove.
-Nathan: Prendiamo il volo e andiamocene.
-Night: Sei ancora vivo tu? Comunque, non è così semplice, bello. I cristalli che fornivano alla Guenda l'energia per ogni sua funzione sono distrutti, in polvere. Nella Guenda ormai non funzionano nemmeno i tergicristalli, figuratevi i motori. E' una carcassa irreparabile.
-Sirius: Ci teletrasportiamo?
-Nir: A questo proposito, c'è una cosa che ho notato e che mi fa pensare che siamo nella merda totale. Qualcuno provi a castare una magia.
Alcuni ci provarono, ma si guardarono subito intorno, disorientati.
-Nir: Come pensavo. Abbiamo perso ogni potere. Holden, sei in grado di usare il ki?
Mi concentrai, ma il mio flusso di energia vitale e spirituale che abitualmente ero abituato a visualizzare e controllare era come sparito.
-Nir: La realtà è che ora come ora anche Sirius è incapace di usare qualsiasi capacità abbia mai avuto.
-Night: Non è tutto. I codec sono fuori uso, i vari gadgets che possediamo anche. Niente qui funziona. Siamo in una dimensione direi medioevale.
-Draconifors: Ma non può essere possibile!
Annuii stancamente.
-Holden: Hanno ragione. Persino io che non ho mai avuto poteri particolarmente sconvolgenti sono nella totale incapacità di usarne anche solo uno. Sento di poter ancora praticare le mie arti marziali, e rammento le mie conoscenze di botanica ecc... ma nulla di più.
-Lonelywolf: No more heroes.

-Kyomi: Lì, degli indigeni!
Da un minuto gruppo di capanne che si intravedeva a malapena all'orizzonte stava arrivando un piccolo gruppo di uomini e donne. Quando furono più vicini potemmo distinguerli. Non erano diversi dagli esseri umani che abitavano il mondo da cui venivamo, qualunque esso fosse ora. Erano vestiti con abiti leggeri di una tessuto dalla composizione sconosciuta e parlavano tra di loro una lingua gutturale, incomprensibile. Indicavano la Guenda con meraviglia e un vago timore. Ma questo fu presto vinto dalla curiosità, e si avvicinarono sino ad arrivare a qualche metro da noi.
I tentativi di dialogo furono vani, anche se loro si rivolgevano a noi in toni che sembravano interrogativi. Ad ogni modo, non sembravano minacciosi.
-Otta: Incontrare indigeni può essere una ottima occasione capitataci. Potrebbero ad esempio venderci provviste?
-Ailea: Perchè dovremmo aver bisogno di provviste? Le dispense della Guenda sono piene.
-Night: Le dispense della Guenda mantengono il cibo e lo proteggono grazie a vari macchinari atti a ciò. Forse non avete capito, ma la Guenda è morta. Non funziona nulla. Qualsiasi provvista sarà ormai andata o distrutta o a male. Inoltre, sono quasi sicuro che qui non accettano guils come merce di scambio.
Fece subito un esperimento mostrando a uno degli indigeni un paio di banconote, ma questo le considerò senza grande interesse. Quando Night gliele sventolò sotto il naso le prese e dopo aver dato un morso decise che non erano commestibili e le buttò.

-Otta: Conclusione, tutti in marcia. Ci dirigiamo verso il villaggio lì vicino. Poi dovremo andare in cerca di cibo e di un posto dove dormire. Con questo sole e senza climatizzazione, non credo che arrostire nella Guenda di notte abbia un grande fascino.

Ci avviammo, sotto il sole cocente, scombussolati.
------------------------------------------------------------

Chiamatelo un piccolo esperimento.
Siamo in un mondo sconosciuto, dove non esiste la magia, dove non potete castare nemmeno un Fire, dove se vi tagliate dove ricorrere a ago, filo, alcool e quel che vi pare, stringendo i denti per il dolore mentre vi ricucite. Dove nessuno ha capacità fisiche aldilà del normale, dove non ci sono demoni, dove non ci sono angeli, dove nessuna macchina anche solo vagamente elaborata può funzionare, dove nessuno può fare salti di dieci metri o volare. Non ci sono summons, e qualsiasi avvenimento vagamente magico è impossibile ecc ecc...
Non esistono eccezioni, e se vi chiedete se tale o talaltro potere può essere o meno usato, dovete prima interrogarvi: "Questo è possibile nel mondo reale?" Se la risposta è no, allora non su può usare.
I nostri guils qui valgono carta straccia, e a nessuno gliene frega nulla se siamo Cadetti, Principesse di Salaminchia o imperatori di Rabarbaro Sulmona.
la parola d'ordine è coerenza. in un mondo coerente, se entrate in casa altrui a fare casino vi prendono a legnate o vi fanno arrestare, e non potete liberarvi da una prigione distruggendo le sbarre di acciaio. E' impossibile.
Pensate a voi stessi come dei guerrieri ben addestrati e capaci di combattere, ma senza nessuna capacità straordinaria.

Ripeto: Non ci sono eccezioni ne Deus Ex Machina. Qualsiasi incoerenza verrà considerata tale. Agite da esseri umani "quasi normali", che si muovono in un mondo "normale" e "quasi" realistico.
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Teoskaven »

Fluttuava di nuovo, ma lo sfondo stavolta era arancione. Quando posò i piedi per quello che credeva fosse il pavimento ritrovò le due donne; la più anziana era vistosamente fasciata, ma aveva comunque un'aria affranta e triste.
"Voi... ho fatto bene? Ho vi ho salvate?" chiese "Ormai ho capito chi siete, ma" si rivolse alla donna fasciata "sospettavo da tanto della tua esistenza, Guenda: fin da quando la Magicite di Siren ti aveva posseduto, ma tu invece, Omega..."

POP

Tutto svanì, e tutto divenne nero, ma non era l'influsso dell'Oscurità o qualcos'altro: semplicemente non c'era nulla.
"Cosa... EHI! Dove siete tutti?" Urlò

???: Teo. Teo, svegliati, ti prego! Devi essere sveglio!

Teoskaven aprì debolmente un occhio e a momenti venne acceacato dalla luce solare: era ancora sdraiato, ma era stranamente all'aperto insieme al Comandante e agli altri. Che era successo? Dove erano finit? E soprattutto, dov'era Omega?
C'era qualcosa che non andava: il flusso terrestre che normalmente serviva per alimentare l'alchimia era... freddo, vuoto.
Quando provò ad alzarsi, Teoskaven scoprì il peggio: la mano bionica caudale non funzionava più.

Tsk: No, no, no! Che sta succedendo?
Macha: Meno male, ti sei ripreso un po'.
Tsk: Si, ma che...
Macha: Siamo finiti a quanto pare in un posto dove non funziona nulla, ne magia, ne arti mistiche varie, ne tecnologia.
Tsk: Allora...

Fece qualche passo trascinando la coda verso quello che era il rottame della Guenda e la vide: Omega inerte al suolo.
Digrignò i denti: un mondo anti-magico? Come potevano le entità creatrici del Cosmo aver ideato un posto talmente orribile?

Macha: Teo, ora dobbiamo muoverci: dobbiamo trovare riparo.
Tsk: E con questa -indicando la coda- che faccio secondo te?
Macha: Non so, usa la tua immaginazione.

Dovette infilarsela nei pantaloni: avrebbe dato leggermente nell'occhio ma almeno non gli sarebbe stata d'intralcio.
Teoskaven si affrettò a raggiungere gli altri: di certo non si aspettava per loro un semplice brutto quarto d'ora...

Giusto per segnalare che il mio pg ora è sveglio e può essere utilizzato ;)
Holden, ti invio un PM XD
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Kerokun
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Kerokun »

Offtopic: Inizio mettendo il post d'ingresso giusto per iniziare prima così da poter interagire di più nel prossimo, prima che la trama prenda svolte più complicate :3 In questo c'è più narrazione che altro giusto per mantenere coerenza con l'evoluzione che ha preso la storia/con quello che è successo. Un piccolo appunto su come usare la mia pg nel caso qualcuno volesse inserirla prima che io riesca a terminare la scheda: fate semplicemente come fosse un robot. Non sorride, non ride, non fa battute, risponde educatamente ma è mono-espressiva (N.B. No emo, no depressa, no domande paranoiche sul perchè siamo tutti al mondo).
Scheda inserita nella firma :3


Fu la luce di un sole cocente a rapirla dal mondo dei sogni.
Un mondo nel quale era rimasta immersa, inconscia, per diverse ore. La luce era forte, insistente e sopra ogni cosa calda. Troppo calda. La prima spiegazione che le venne in mente fu che qualcuno le stesse illuminando il volto con una torcia. Ma non era così. Quando finalmente i suoi occhi…o meglio, l’occhio destro riuscì a mettere a fuoco i contorni delle figure, si rese conto di non essere affatto dove ricordava di essere. Cercò di fare mente locale in fretta, così come le avevano insegnato nei servizi di guardia attivi a Deling City. E allora ricordò. Ricordò dell’arrivo all’accademia su pressione dei suoi superiori e del lungo viaggio per arrivarci; dei contrattempi che per un motivo o per l’altro le avevano impedito di essere ricevuta dalla preside, troppo indaffarata con i numerosi impegni che comportava gestire un accademia tanto grossa; di quando finalmente, giunto il giorno del colloquio, le mura della nave avevano preso a tremare; del personale che correva nel panico per la hall mentre la struttura sembrava scossa da un vero e proprio terremoto, nonostante si trovasse sospesa in aria. Un tonfo sordo. Un dolore lancinante alla testa e sulla parte sinistra del volto, tanto forte da farle perdere conoscenza. Seguiva il ricordo sbiadito di quella che sembrava essere un’infermeria, ma le figure erano sfocate, affatto nitide e poi tutto tornò cupo. Nel ricordare quei momenti, il dolore sembrò tornare vivo e la mano scattò irrefrenabilmente sul volto. Alcune bende erano state sistemate attorno alla fronte, coprendo anche tutta la zona del viso attorno all’occhio sinistro. Quando la fitta andò scemando, si guardò intorno cercando per quanto le fosse possibile, di capire che cosa stesse succedendo. Proprio di fianco a lei, miracolosamente, c’era ancora il suo piccolo zaino, con il cambio, i documenti di presentazione e il Moggoth, la cui testa spuntava fuori dalla cerniera. Lo raccolse e si tirò in piedi. La guenda, la bellissima struttura accademica sulla quale aveva messo piede non molti giorni prima, giaceva scomposta su un cimitero di sabbia. Vista a quel modo dava l’impressione di essere solo una montagna di ferraglia e niente più. Con una seconda e più attenta occhiata si rese conto di non essere l’unica, e soprattutto non l’unica ridotta male, a trovarsi lì. A giudicare da quanto poteva vedere, le era andata ancora bene. Una figura piuttosto minuta, che camminava persa tra quelle che per lei erano per lo più facce sconosciute, estranei dei quali non sapeva nulla. Delle poche persone che aveva incontrato durante la sua attesa in accademia, non ne riconobbe nessuna. Ma quelle facce rispondevano a molte delle sue domande; le risparmiarono la fatica di chiedere a qualcuno dove si trovassero, perché molte avevano dipinta un’espressione confusa e sperduta. Se solo avesse avuto un po’ d’acqua...Dopo tante ore di incoscienza, sentiva la gola arsa e il caldo non aiutava certo a limitarne gli effetti. A mali estremi, estremi rimedi. Aprì lo zaino e tirò fuori il piccolo pupazzo dalle fattezze di un moguri con un paio di ali nere, sicura che avrebbe avuto bisogno del suo compito di amplificatore magico per poter castare anche qualcosa di elementare. Doveva aver preso una bella botta per sentirsi ancora tanto intontita. Lo posò a terra, pronta al da farsi, ma questi invece di rimanere in piedi come fosse animato, crollò sulle tozze zampe di stoffa e finì con il muso nella sabbia.
Cattivo segno.
Riprovò di nuovo. Lo tirò su, ma appena le mani lasciarono la presa sul panciotto, il pupazzo cadde nuovamente a faccia in giù. Si decise quindi a riporlo nuovamente nel piccolo zaino dopo averlo scosso dalla sabbia, e provò facendo appello alle sue sole forze. Stava cercando a tutti i costi di far comparire un po’ d’acqua per potersi dissetare, ma fu tutto vano. Non una goccia comparve tra le mani. Fu allora che avvertì i discorsi di alcuni cadetti lì vicino e tra i tanti riconobbe la preside. Si avvicinò, per sentire meglio. Durante la spiegazione, spostò lo sguardo sul piccolo Moggoth: ecco spiegato il motivo. Il cristallo amplificatore che costituiva l’anima di quel piccolo sacco di tessuto non era più funzionante lì, ovunque ‘lì’ fossero. C’era anche da aggiungere che mai finora era stata tanto vicino alla preside e mai finora occasione sarebbe stata più inadeguata per fare le presentazioni. Che sete… Era così distratta dalla sete che si rese conto solo in ritardo della presenza degli indigeni. Proprio quando era in procinto di chiedere un po’ d’acqua, Night osservò che le dispense della guenda non erano più da considerarsi un’opzione di sopravvivenza. Non era nella sua indole lamentarsi e in fin dei conti poteva vantare di essere ancora intera, qualunque cosa fosse successa all’accademia. Si misero così in marcia, diretti verso il villaggio indigeno che, in cuor suo sperava, nascesse su una qualche oasi o fiume o una qualsiasi forma naturale potesse prevedere dell’acqua. Si assicurò di stare ben vicina al gruppo che sembrava sapere almeno in parte cos’era successo e tra i volti ne riconobbe un altro oltre quello della preside Otta. C’era la ragazza, Macha, che aveva intravisto in quei pochi secondi di lucidità in infermeria, intenta a curare i feriti. Forse era l’occasione giusta.

Morgana: -Scusa, hai dell’acqua?- il suo tono era piuttosto basso. La ragazza si controllò addosso, quasi per scrupolo come se una borraccia piena dovesse saltarle fuori da un momento all’altro, attaccata alla vita.
Macha: -Mi spiace, niente. Forse all’accampamento ne avranno un po’-
Morgana: -Mh…- la ringraziò con un cenno del capo e tornò a sopportare.

Nel resto del tragitto, cercò di pensare a qualcosa che potesse distoglierla da quella sete terribile e forse l’aiuto maggiore lo offrì proprio uno dei ragazzi che camminava poco avanti a lei. Cercava di stargli ad una distanza di sicurezza, tenendo d’occhio quella strana protuberanza che emergeva dal tessuto dei pantaloni. Forse era solo il caldo a giocare brutti scherzi. Qualunque fosse la spiegazione, era uno spettacolo piuttosto inquietante…
Ultima modifica di Kerokun il 08 giu 2010, 15:13, modificato 1 volta in totale.
Scheda Morgana

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Sarachan89
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sarachan89 »

I 4 erano ancora nelle celle ad aspettare. Era da un pò, però che sentivano il silenzio.
All'improvviso Shiranui fu avvolto da una specie di vento: in un attimo i suoi Ghirigori rossi e lucette varie sparirono, e Shiranui diventò un lupo completamente bianco. (Vedasi "Okami" quando perde i poteri)
Le ali di Sarachan scomparvero all'improvviso.
L'angel Guardò sorpresa Shiranui, lui la fissò ma non era sorpreso, aveva uno sguardo da cucciolone.

Sarachan: Che.. cosa mi sta succedendo??? Non ho fatto sparire le ali!
Shiranui: Wof!
Sarachan: Shiranui???

L'improvviso il lupetto le saltò a dosso e le riempì il viso di leccate. Sia Sarachan, sia Remiem avevano erano palesemente shoccati dal suo comportamento. Non parlava più e abbaiava... Non ragionava come prima, ma come un normale lupo...
In più l'angel non riuscì a far apparire le ali, decise di chiedere a Hiro che succedeva, ma lui non rispondeva... non l'aveva sentito allontanarsi.

Sarachan: Hiro, dai, non fare scherzi!!

....Silenzio...
Remiem aveva sentito un rumore di una spada cadere, pure Sarachan... temevano il peggio.. Che era successo???

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In questa "dimensione" Gli angeli non esistono. Hiro e Sarachan sono angeli. Ma allora perchè Hiro e sparito, mentre sarachan no? Facile: perchè sarachan è in grado di far sparire le ali sembrando umana, mentre Hiro no ^^ Semplicemente lo farà riapparire più avanti
Ultima modifica di Sarachan89 il 08 giu 2010, 20:59, modificato 5 volte in totale.
Oushi
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Oushi »

Il sole le friggeva il cervello. Se lo sentiva sfrigolare nel cranio come una dannata melanzana.
…melanzana? Era il caso di levarsi da quell’inferno a cielo aperto il più in fretta possibile.

Oushi: Ehi dove state andando, non ci stiamo dimenticando di qualcuno?

I cadetti che si erano già incamminati si fermarono di colpo. Otta si guardò intorno per ricontare i presenti, e si accorse che effettivamente Remiem e Sara mancavano all’appello. Occupata a controllare i feriti, non si era nemmeno accorta della loro scomparsa.

Otta: Devono essere rimasti chiusi nelle prigioni, e non possiamo nemmeno contattarli.

La mancanza di tecnologia cominciava già a dare i suoi primi problemi. Scalare quella montagna di ferraglia per andare a recuperarli non sarebbe stato uno scherzo. Perché poi non cercavano di uscire da soli? Sotto quel sole, rinchiusi in un labirinto di latta che di lì a poco si sarebbe arroventato e li avrebbe ridotti a due stoccafissi sotto sale, avevano poche chance di sopravvivere.

Otta: Sirius, Nir e Kyomi, voi restate qui per il momento. Cercate di recuperare quei due, anche se la vedo piuttosto dura… Tutti gli altri, al villaggio. Adesso abbiamo un altro motivo per chiedere aiuto a loro.

Poco più in là, oltre la distesa sabbiosa e dietro le prime capanne, si potevano scorgere i cespugli e gli arbusti infittirsi rapidamente e crescere fino a dar vita a una folta macchia di vegetazione.
Il gruppo riprese la marcia, sperando di non imbattersi in qualche pericoloso popolo di pigmei cannibali.

Oushi aveva un disperato bisogno di scappare da quel sole. La testa incominciava a girarle e le gambe sembravano appesantirsi a ogni passo. Non si sentiva molto lucida. Si tastò la fronte. Era un po’ calda, ma poteva darsi che fosse solo colpa del sole. La divisa poi era ancora quella invernale e muoversi con tutto quel tessuto addosso era una vera tortura.
Sfilò la giacca e si arrotolò le maniche. Non bastava. Si guardò intorno. I suoi compagni sembravano troppo concentrati nei loro pensieri per far caso a lei, e in ogni caso non si faceva nessun tipo problema. Se alzandosi un po’ la camicia qualche spiritoso si fosse anche solo avvicinato a lei, l’avrebbe rispedito indietro a calci là dove non batte il sole.

Quando infilò le mani sotto la maglietta, però, capì che c’era qualcosa che non andava. La pelle sembrava… diversa. Si tastò meglio la pancia. Niente. Non c’era più niente. La cicatrice era sparita.
Si morse forte il labbro per il nervosismo. Non poteva essere. Non doveva. Cercò di rimanere impassibile di fronte agli altri, ma il cuore aveva iniziato a batterle in petto ad un ritmo forsennato. Un timore folle l’attanagliava, ma non aveva ancora prove a sufficienza per credere che potesse essere fondato. Le tremavano le mani.
Si asciugò il sudore dalla fronte. Non voleva dire niente, si sentiva ancora perfettamente in forze. Aveva solo un po’ di caldo.

Ma fu con una fitta acuta al ventre che giunse villaggio.

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Col prossimo post conto di mettere Oushi fuori combattimento per un pezzo... fino al termine della trama corrente come minimo. Sostanzialmente perché non è bene che io stia qui quando tra un mese ho la maturità. Non vi libererete di me tanto in fretta, non preoccupatevi :sisi:
Ultima modifica di Oushi il 08 giu 2010, 17:50, modificato 2 volte in totale.
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Aeli
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Aeli »

Dato che una new entry non bastava, mi ci metto pure io^^ a breve inserirò qualche scheda esplicativa in firma.

L'ultimo suo ricordo vedeva la Guenda arrancare in cielo come una maestosa bestia piegata da uno scontro troppo faticoso.

Da Fisherman's Horizon aveva preso un velivolo monoposto e si era alzata in volo per raggiungere l'aeronave, dopo che alla torre di controllo una chiamata ne aveva avvisato l'arrivo. Una chiamata dall'Ordine del Garden, a quanto sembrava.

Non conosceva il contenuto della comunicazione, ma il suo desiderio di diventare cadetta, che coltivava da parecchi anni, avrebbe potuto divenire realtà e quindi, senza attendere altre informazioni, aveva pensato bene di affrettare i tempi.

Lo spettacolo che si era presentato davanti ai suoi occhi non era però quello che si sarebbe aspettata. Ma non aveva avuto il tempo di ragionare un secondo di più: un'ondata di luce tanto intensa da risultare violenta l'aveva colpita in pieno ed ora si ritrova a supina sotto un sole che aveva tutta l'aria di volerla arrostire, senza avere il coraggio di aprire gli occhi, tentare di alzarsi e controllare se aveva qualche osso rotto.

Si armò di tutta la forza di volontà che possedeva e si alzò a sedere. Scotendo i capelli impiastricciati di sabbia si guardò attorno: deserto. Un'immensa distesa di sabbia bianca e fine come farina. Ad una considerevole distanza, un gruppo di case - o meglio, capanne - si ergeva esile accanto ad alcuni arbusti che, dietro di lei, si infoltivano e si innalzavano fino a formare una fitta foresta di alti alberi.

Alcuni rumori da un punto imprecisato alle sue spalle attirarono la sua attenzione, e si voltò: la Guenda giaceva inerte e dilaniata da profondi squarci, mentre, poco più in là, cadetti dall'aria spaesata - chi più, chi meno - cercavano evidentemente di fare il punto della situazione e di controllare i risultati dell'inaspettato atterraggio.

Decise di raggiungerli, ma quando si alzò un dolore lancinante la colpì alla gamba sinistra: quando era stata sbalzata fuori dal suo piccolo velivolo, ora abbandonato e semi-distrutto per l'impatto, era probabilmente caduta sopra quella gamba, caricandola innaturalmente di tutto il proprio peso. Controllando meglio, notò diversi graffi e ferite lievi su tutti gli arti.

Si trascinò verso gli altri. Una ragazza dai capelli fulvi la notò e corse verso di lei per aiutarla ad avvicinarsi.

???: Serve una mano?
Aeli: si, grazie... Ma che è successo qui? La Guenda è distrutta... E questo posto?
???: Diciamo che abbiamo avuto degli attacchi imprevisti... Esterni e interni. E dato che non c'è due senza tre, i cristalli che alimentavano l'aeronave hanno deciso di polverizzarsi e di farci precipitare in un varco dimensionale. Così siamo finiti in questa landa desolata. Comunque io sono Macha, piacere.
Aeli: il piacere è mio, io mi chiamo Aeli. Dimmi che sai come si cura una storta fenomenale ad una gamba.
Macha: per tua fortuna sono un'infermiera. Tu dimmi che hai un paio di scarpe in più... I miei piedi stanno indicibilmente soffrendo.
Aeli: beh, credo che in quello che resta del mio mezzo di trasporto ci dovrebbero essere un paio di ciabatte, se non sono andate distrutte nell'impatto...
Macha: questa è un'ottima notizia.

Macha aiutò Aeli a sistemarsi accanto ad altri ragazzi che non sembravano in ottime condizioni, tutti riuniti sotto un paio di arbusti di modeste dimensioni, e corse a cercare queste fantomatiche ciabatte. Se non era in condizioni ottimali, come avrebbe altrimenti potuto prendersi cura dei feriti?

Aeli si lasciò cullare da un'unica, leggera brezza che soffiava e che mitigava, anche se di molto poco, il caldo afoso. Appoggiò la testa al tronco e chiuse gli occhi, cercando di non pensare al dolore lancinante che stava aumentando sempre più d'intensità. Le presentazioni potevano aspettare.
Sirius
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Re: Accademia 4 [cadetti]

Messaggio da Sirius »

Sirius, Nir e Kyomi raggiunsero a fatica, facendosi largo fra i detriti, l'area di detenzione dov'erano rinchiusi Remiem e Sarachan. Udendo dei passi Sarachan domandò: “C'è qualcuno?” “Sì e ci sono anche Nir e Kyomi.” “Pensavo ci aveste dimenticati.” “Avremmo tanto gradito ma gli incubi sono ardui da dimenticare.” rispose Sirius ironico “Dove ci troviamo? Perché non riesco ad usare la magia?” domandò Remiem dalla cella di rigore “A quanto pare siamo giunti accidentalmente in una dimensione priva di magia.” rispose Nir “Potete farci uscire da qui? Stiamo soffocando!” intervenne Sarachan “Adesso ci proviamo” disse Kyomi. “È tutto inutile, la cella è completamente sigillata e può essere aperta solo dal pannello di controllo che, purtroppo, è alimentato dagli stessi cristalli energetici del resto della nave.” spiegò Nir “Pazienza, ci abbiamo provato. Addio, resterete entrambi nei nostri ricordi.” ironizzò ancora Sirius “Non sei di nessun aiuto in questo modo.” lo imbecco Kyomi “Cosa possiamo fare noi? Questo mondo è privo di ogni fonte magica, siamo bloccati in una landa desolata, non abbiamo alcuna certezza che gli altri troveranno quello di cui abbiamo bisogno in tempo utile e come se non bastasse presto giungerà la notte e noi siamo praticamente senz'armi; quelle dei nostri assalitori sono inutilizzabili essendo anch'esse alimentate da cristalli ed io non sono neppure in grado di evocare la mia Sargatanas.”

Ad un tratto, Sirius ebbe un lampo di genio e si allontanò in fretta. “Dove stai andando?” gli domandò Nir ma egli non lo degnò di risposta; dopo poco tornò con in mano un arco ed una faretra con trenta frecce. “Ho improvvisamente rimembrato dell'arco che avevo donato all'Accademia e sono andato alla sua ricerca.” disse avvicinandosi agli altri “Quest'arma è in grado di colpire a grande distanza ma non utilizza alcuna fonte magica; non sono un arciere provetto ma almeno ora non sono disarmato.” “Aiuto! Sara si sente male!” gridò improvvisamente Remiem “Cosa succede? Che cos'ha?” domandò Kyomi “Non lo so. All'improvviso è svenuta.” “Dev'essere il caldo.” sentenziò a bassa voce Nir “Dobbiamo trovarle dell'acqua; forse da qualche parte ne è rimasta un po'.” “La serra biologica ha delle piante grasse! Potremmo estrarre acqua da esse.” disse Kyomi speranzosa ma Sirius scosse la testa ed aggiunse: “Purtroppo la serra è andata a fuco durante l'attacco. Dubito che vi sia rimasto qualcosa di utilizzabile.” Nir si mise a riflettere ad alta voce: “Se solo fossimo in grado di raggiungere i piani superiori forse saremmo in grado di reperire qualcosa di utile; apparentemente però non vi è alcun modo per salire. Non ci resta che attendere il ritornino degli altri, sperando che facciano in tempo.” giunse a conclusione Nir in un tono di rassegnazione.

Post Scriptum: ho modificato il messaggio, eliminando Hiro, a seguito del gentile avvertimento di Aeli Nor.

Per prima cosa voglio dare il benvenuto ai nuovi arrivati, in seconda cosa mi complimento con Holden per la trovata di un mondo privo di magia; tempo addietro mi era balenata un'idea simile anche se diversa: avevo in mente di proporre come possibile ambientazione il nostro mondo. Ad ogni modo, come terza cosa vorrei informarvi che sto attualmente riflettendo sulla possibilità di cambiare personaggio; l'intento originale di creare un personaggio estremamente potente, pericoloso, subdolo ed immortale mi affascinava, tuttavia mi rendo conto che le sue abilità lo rendono inappropriato nel contesto dell'Accademia, pertanto sono incline a considerare l'ipotesi di sostituirlo con uno più semplice, senza troppi poteri sovrumani o cospirazioni, in grado di ottemperare alla richiesta di contenimento degli eccessi.
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