Zoolab/Stiva

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Nataa
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Nataa Vs ???

Messaggio da Nataa »

Inserii velocemente i dati del nemico che volevo nel computer.
Una donna, alta poco più di me, una cascata di riccioli castani che le scendevano oltre le spalle, occhi profondi di un color verde prato e un sorriso enigmatico.
Comparve innanzi a me la snella figura di una giovane donna dai tratti delicati e femminili.
La scrutai per un attimo cercando nel suo volto il mio.
No, non c'era.
Io non ero come lei.
Meglio così, forse.
Mi avvicinai di nuovo al computer ed inserii i dati sulla personalità, secondo quanto scritto negli appunti di Alder.
Gelida, spietata, ma fragile allo stesso tempo, pronta a tutto per il suo obiettivo.
Questa era la Rein che non avevo mai conosciuto, la Rein che volevo conoscere.
Non sapevo il perchè, ma avevo bisogno di confrontarmi con lei, di capirla fino in fondo.
Di conoscerla per quello che era.
Il Mystes penetrava anche all'interno dell'arena.
Speravo in una visione, ne avevo paura certo, ma al tempo stesso la bramavo come non mai.

----------------



Il paesaggio era desolato, un albero secco al centro dell'arena e nient'altro, solo in lontananza si intravedeva il profilo dei monti che silenziosi osservavano quello strano scontro generazionale tra una figlia ed una madre, tra una donna e un'altra donna, tra un vivo ed un morto.
Un dolce venticello mi accarezzava i capelli mentre osservavo l'arena, in qualche punto del campo si vedevano piccoli addensamenti di Mystes che rendevano la visuale scarsa, per il resto il campo era aperto e c'era ampia possibilità di movimento.
Spazi immensi si aprivano davanti a me.
Poi guardai di fronte e la vidi.
Stavo per cedere ad una lacrima.
Strinsi forte l'elsa, fino a far diventare bianche le nocche, non ero lì per sentimentalismi, o forse si?

Col cuore ormai in gola, sferrai i primi attacchi che vennero facilmente schivati o parati.
Senza darmi tregua continuai a menar fendenti che più del vuoto non colpirono.
Rein si muoveva con una grazia eterea, combatteva con il gelo nel cuore, non poteva avere ricordi di ciò che fu, io non ero mai esistita per lei.
Forse fu quel pensiero, ma cominciai a caricare alla cieca, presa dalla rabbia e dalla frustrazione di essere un nulla per la donna che ti ha tenuto in grembo.
Lacrime si mescolavano al sudore, per formare un miscuglio agrodolce.
Poi la colpii.
Sentii la lama penetrare la carne, vidi il sangua zampillare dalle arterie e mi spaventai.
Il sangue di mia madre bagnava la mia spada.
Lo pulii con la mano, lo accarezzai quasi e mi immersi nel ricordo della notte in cui fu uccisa.
L'odore metallico del sangue che mi circondava, le mani, la testa, il corpo coperto della linfa vitale di mia madre.
Le urla di mio fratello, mani che mi strappano dal corpo di Rein ormai freddo.
Bramai che il mystes mi riportasse a quel momento, ma niente, ero ancora lucida nella realtà.

Rein era rimasta concentrata, fredda come era sempre stata. Un animale da caccia.
Sapeva come far spazientire il nemico, come farlo cadere nella sua stessa debolezza.
Era brava, maledettamente brava. E con la ragazza davanti a lei, non doveva neanche faticare.
Fu facile arrivarle alle spalle, mentre era assorta nei suoi pensieri, non c'era quasi gusto.
La prese per il collo e la immobilizzò.

Non riuscivo a respirare. La mia mia bocca si muoveva da sola alla ricerca di una boccata d'aria, ma avevo la laringe bloccata dalla morsa di mia madre.
Sentivo i battiti accellerare mentre mi agitavo convulsamente, poi diminuire sempre di più, finchè il mondo intorno a me non fu altro che tenebra.
L'oscurità mi avvolgeva e mi cullava tanto dolcemente che non avrei mai voluto svegliarmi, mi abbandonai a quella sensazione.



Un raggio di sole colpì le mie pupille.
Le aprii a fatica.
Vedevo dapprima appannato, poi tutto si schiarì. Non ero morta.
Ma forse neanche viva, chissà?
Mi guardai intorno, ero sotto un albero davanti a me un fiumiciattolo e poco più in là una donna, anzi una ragazzina avente più o meno la mia età, che si stava facendo un bagno.
Aveva il corpo sodo e la pelle perlacea brillava sotto il sole cocente. Era meravigliosa.
Si accorse che la guardavo, arrossii improvvisamente, mi vergognavo di aver spiato un momento tanto intimo.
La ragazza invece si avvicinò con un sorriso malizioso.
Fermò il suo incedere solo quando la sua bocca era talmente tanto vicina alla mia da poter sentire il suo respiro accarezzarmi il viso.
Cercai di distogliere il viso, ma lei lo prese tra le mani e mi costrinse a guardare nei suoi immensi occhi verdi, piccole gocce d'acqua provenienti dai ricci capelli mi cadevano sul collo e mi colpivano ogni volta con il loro gelo.
Mia madre.
Sembrava un'altra persona in quel momento.
Maliziosa, provocante, forte, sicura di sè e delle sue capacità.
Mi sfiorò le labbra con un dito e poi mi baciò.
La colpii senza pensarci e la allontanai da me.

"Aaron? Che fai? Sei impazzito" Rein mi guardava con gli occhi sgranati

Aaron? Cosa diavolo dice? E' impazz..

Mi guardai le mani, erano grandi, tozze, di un colorito più scuro rispetto al mio. Le portai istintivamente al viso e rimasi sorpresa, quando al posto della liscia pelle, trovai peli irzuti che formavano una piccola barbetta sulle mie guance. Ero Aaron.
Stavo guardando mia madre con gli occhi di mio padre.
Una risata cristallina si sparse nell'aria.
Rein stava ridendo di cuore, si era rivestita ed ora era sdraiata a terra. Lo guardava con occhi dolci, pieni d'amore. Sorrise dolcemente e sulla guancia comparve una piccola fossetta.
Mi sfiorai il viso, anche io avevo una fossetta uguale.
Qualcosa di lei mi era rimasto.


Un calcio sulla pancia mi fece tossire.
Aprii a fatica uno dei due occhi, la vista era appannata.
Un'altro calcio.
Tossii ancora e nel tossire sputai sangue di un rosso vivido.
Cercai di alzarmi, ma la gamba non volle sapere di collaborare, probabilmente era rotta.
Dolori ovunque. Non in posti vitali, ma fatti in modo tale da non potermi più muovere.
Probabilmente avevo anche qualche costola rotta, visto che ogni respiro mi costava dolori strazianti.
Un rumore di sottofondo continuava a tormentarmi, un odore pungente di muffa mi colpiva il naso.
Avevo le mani legate da corde robuste, i polsi spellati, sangue a terra che mi circondava e non avevo idea di dove fossi
Soffrivo immensamente, tutto il mio corpo voleva fuggire andare via da lì, ma la mia testa mi diceva che dovevo restare, che era quello il mio posto, che se fossi morta per mano sua andava bene. Il mio cuore mi diceva che volevo un abbraccio, volevo stringerla, non lasciarla andare più via.
Lacrime, sudore, sangue, a terra c'era tutto, a terra c'ero io.
Sentii la lama di un coltello passarmi sul viso, poi lungo il collo, il respiro di rein divenne sempre più affannato, eccitato, il respiro di qualcuno che si prepara a torturare e lo fa con piacere e maestria.
Dov'era la donna che mi aveva cresciuto?
Cos'era quella bestia che avevo davanti a me?
Questo era quello che era?
I miei ricordi s'infransero come un vaso che cade a terra.
Momenti vissuti insieme che fuggono via, lontani, cerco di recuperarli, ma non posso. Sono volati.
E allora..
Addio viso sorridente.
Addio carezze sulla testa.
Addio baci al sapor di nutella.
Addio torte in casa.
Addio serate ad aspettarti davanti la finestra
Addio serata davanti al fuoco
Addio mamma.
Piangevo non per il dolore, ma per il senso di vuoto, di perdita, di angoscia.
Siamo fatti così. Abbiamo bisogno di certezze, ancore a cui sorregerci, da soli valiamo poco.
Siamo fatti così. Deboli, fragili ed infinitamente umani.
I legacci che mi tenevano incatenata si sciolsero.
Rein mi aveva liberato. Un atto d'umanità? No, non credo. Mi gettò la spada ai piedi e mi intimò con un cenno del viso di prenderla.
Giocava, come il gatto con il topo. Io ero stanca, stremata, avevo ossa rotte ovunque e lei voleva che provassi a fuggire.
Si mise davanti l'unica uscita di quella che nella semioscurità mi sembrò una grotta, e mi sfidò ad uscirne viva.
Feci leva sulla spada e mi rimisi in piedi, barcollai per un paio di passi e caddi a terra, la gamba non teneva.
Per arrivare a lei avrei dovuto strisciare.
Una sonora risata echeggiò nella grotta. Era quello che voleva. Mia madre voleva vedermi strisciare nel fango, nella polvere ed implorarle pietà.
Come poteva far questo?
Il volto sorridente di una splendida donna mi tornò alla mente, subito sovrastato dal viso della donna che era là davanti a me.
Mi rimisi in piedi ancora e ancora e ancora.
Ogni volta che cadevo, mi rimettevo in piedi, canzonata dalla mia avversaria, ma non le avrei mai dato la soddisfazione di vedermi strisciare davanti i suoi piedi.
Mi chiesi allora se anche io non avessi ripreso un pò di quel carattere, magari si, ma di certo in quel momento avrei pregato per essere come lei e non solo uno stupido ammasso di ossa e sentimenti. Avrei voluto avere il cuore di ghiaccio, avrei voluto non provare dolore.
Non era così. I sentimenti e il dolore mi stavano lentamente uccidendo.
Non volevo quelloo scontro per morire, non volevo finire ridotta così.
Quello che volevo era riverla, rivedere quel volto che tante notti mi aveva vegliato, che tanta dolcezza mi aveva regalato, ma non lo avevo trovato.
Avevo trovato invece quel che non volevo vedere. Non sapevo come uscirne.
Avevo pensato che tutto si sarebbe concluso con un abbraccio, che il mystes mi avrebbe riportato nei ricordi più lontani e che...
Pazza! Non ero altro che una pazza!
Mi alzai un'ultima volta, un passo, due , tre..
L'avevo di fronte. Io e lei. I miei occhi nei suoi, i suoi occhi nei miei, in un circolo d'amore ed odio infinito.
Vidi una scintilla scoccare balenare nelle sue iridi, stava per attaccare, lo sentivo, mi rivedevo nelle sue azioni.
Evitai il primo pugnale, il secondo mi strappò una ciocca dei capelli, Rein aveva puntato alla gola, ma ero riuscita a spostare la testa appena in tempo; mentre era ancora sbilanciata, le diedi una spinta e cademmo insieme a terra.
La mia avversaria cominciò a riversarmi pugni in faccia e sullo stomaco, cercavo di parare, ma era veloce, stavo per cedere quando all'ultimo vidi il suo pugnale scintillare a pochi centimetri da me.
Lo afferrai e chiudendo gli occhi per non guardare la colpii tra le vertebre del collo.
Sentii il pugnale penetrare nelle ossa, scricchiolarono rumorosamente e poi si ruppero.
Avevo vinto il combattimento, ma avevo perso una madre.
Hyam
SeeD
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Hyam »

Holden vs Hyam
____________________________________________
Regole

* Due post a testa;
* Ogni mossa del repertorio dei personaggi è lecita;
* La vittoria è stabilita nel caso in cui la morte
dell'avversario sia certa al di là di ogni ragionevole
dubbio.

Ambientazione

Strade di Fisherman's Horizon (reale), periferia.

Condizione [per lo sfidante]
Spoiler
Holden (personaggio) deve vincere,
se finisce in parità chiederò di cancellare i post,
inoltre andrò sul topic "Cronaca Italiana"
a postare servizi di Studio Aperto e getterò fango
su MGS per l'eternità.
____________________________________________
Hyam: Bene, freddo Holden, eccoci qua.
Holden: ...
Hyam: Ora aspettiamo.
Holden: ...Cosa?
Hyam: Quando il sole farà capolino dall'orizzonte, cominceremo.
Holden: E a che pro venir qui così presto?
Hyam: Hai tutto il tempo per pensare a una strategia.
Holden: Avresti potuto pensarci ieri.
Hyam: Non ho detto che io devo, ma che tu puoi.

Il ninja non potè fare a meno di sorridere.

Holden: Sbruffone. Hai fatto tutta questa sceneggiata solo per innervosirmi?
Hyam: Voglio vedere l'alba.
Holden: Non era necessario invitarmi, la cosa mi lascia privo di interesse.

Il guerriero era salito sopra un grosso pilastro di ferro, appartenente ad una struttura mai completata, e si mise a contemplare l'orizzonte. Ignorò Holden.
Quest'ultimo cominciava a chiedersi se la reale intenzione di Hyam fosse quella di provocarlo. Inutile, pensò: era un ninja addestrato a rimanere freddo nelle situazioni più difficili, questo invece pareva un dispettuccio infantile.
Controllò il suo equipaggiamento: nessuna regola, aveva detto il novizio. Il veleno perciò non era escluso. Tuttavia non aveva alcuna intenzione di ammazzare un nuovo membro dell'accademia, pertanto si era fatto dare da Xed qualche pozione da usare in situazioni disperate. Aveva portato la Dragon Fang, ritenendo che una katana valesse l'altra.
L'ambiente era prettamente urbano, costellato dai rimasugli di varie chincaglierie d'acciaio: una giungla di ferraglia. Poco vicino una piattaforma di binari, che in tempi immemori doveva essere la fermata di un metrò, o forse una stazione ferroviaria. Un posto utile a qualsiasi tipo di strategia, sia lo scontro a viso aperto che il ninjutsu, se le cose si fossero ipoteticamente messe male.
Mezz'ora trascorse. Holden aveva già elaborato una tattica convincente. Il suo avversario non si era mosso di un centimetro per tutto il tempo. La stava prendendo troppo alla leggera. Oppure era già rassegnato. In entrambi i casi chiunque si sarebbe innervosito per la perdita di tempo, ma non il ninja: freddezza, rigore, disciplina.

Hyam: Dacci un taglio o ti si fonderà il cervello.
Holden: Cerco solo di fare ciò che mi hai chiesto.
Hyam: Non ti ho chiesto di disporre un'armata, volevo solo combattere.
Holden: Avere una strategia mi permetterà di recuperare il tempo perso stando qua fuori.

Hyam scosse la testa e balzò giù dal pilastro, mentre un timido sole faceva capolino dalle creste delle onde. Si voltò verso Holden e disse:

Hyam: Qualcuno non ha la fortuna di vedere quest'alba. Un guerriero, sopra chiunque altro, può rischiare di non godere della prossima.
Holden: Sono un ninja, non un poeta.
Hyam: Non sei forse un uomo, prima di essere un ninja?
Holden: Essere ninja non implica umanità, ma l'imparare a farne a meno.
Hyam: Bah. Evita di aprire la bocca se devi sparare queste cazzate.

Il cadetto sputò a terra. Poi superò il ninja, girandosi quindi nuovamente verso di lui.
La figura del capo dell'accademia era un'ombra nera sullo sfondo roseo dell'alba. Quella di Hyam ardeva sul buio della città alle sue spalle.

Hyam: Guarda questo freddo ammasso di latta, disperso nel mare sconfinato. La notte si sente sicuro nella sua esistenza solitaria, si crede perduto nel nulla. Ma ogni giorno il sole torna, l'illusione svanisce...
Holden poteva scorgere gli occhi del cadetto, solitamente castani, rinvigoriti dalla fiamma del nuovo giorno. Impugnò la wakizashi con la mano sinistra, mentre con la destra teneva la Dragon Fang.

Hyam: Facciamo a modo tuo.

Estrasse con la mano destra la spada, si accovacciò e prese il pugnale con la sinistra dalla coscia. Entrambe erano tenute al contrario, con il pollice verso i pomoli.
Balzò verso il ninja. Il pugnale spostò la wakizashi. Ruotando in senso orario, la spada cercò di fenderlo. Holden si scansò in tempo. Hyam continuò la piroetta, tenendo fuori uso la wakizashi con la guardia del pugnale. Il ninja parò il colpo con la katana e, sferrando un calcio all'addome, allontanò il guerriero. Caduto quasi a terra, Hyam riuscì a ricomporsi con una piroetta all'indietro.
Mentre era a mezz'aria e non poteva vedere direttamente l'avversario, fulmineo fu il gesto di Holden. Ripose la wakizashi e lanciò degli shuriken. Fu troppo tardi quando Hyam li scorse, ma riuscì a deviarne fortunosamente due, nel tentativo disperato di salvare il braccio buono. L'altro tuttavia era stato ferito.
Il bruciore era forte. Troppo. Il bastardo doveva averle intrise di veleno.

Holden: A breve riuscirai a malapena a reggerti in piedi. Direi che ho vinto.

Hyam lo aveva previsto. Mise a riposo le spade, fingendo la commedia. Nel farlo, la mano sinistra stava raggiungendo pericolosamente la boccetta di antidoto nella tasca del cinturone.
Un altro nugulo di shuriken partì rapido verso di lui. Se ne era accorto, pensò. Prese la lancia di scatto e la usò per parare il colpo, roteandola in aria. La mossa ebbe maggiore efficacia della precedente.
Balzò veloce in aria, e lanciò l'arma verso l'avversario. Holden schivò gettandosi alla sua destra e repentinamente lanciò altre stellette, ma un Blizzard che viaggiava verso di lui come un proiettile le deflettè, costringendolo ad utilizzare il braccio destro per slanciarsi nuovamente. Nel frattempo Hyam scoccò una freccia. Questa volta Holden fu costretto a fermarla al volo, con entrambe le mani, per evitare che lo colpisse all'addome. Fu sufficiente ad Hyam per ingurgitare l'antidoto e tirare un sospiro di sollievo.

Il ninja si alzò: non aveva davanti un campione di forza, ma la sua ecletticità nel fare uso di qualsiasi mezzo per scampare da sconfitta certa, con una malizia e facilità sconcertanti, lo spiazzò. Aveva tenuto conto del fatto che la velocità del suo avversario sarebbe migliorata senza quel peso in eccesso. Fu il modo a coglierlo di sorpresa.
Ogni cosa era logica: Le prime due mosse avevano un gap di velocità notevole, e senza dubbio erano servite a fargli perdere il ritmo dei movimenti. L'ultima, sfruttando lo squilibrio, era atta a bloccargli le mani, impedendogli di contrattaccare. Non era affatto una mossa disperata. Ingegnoso, pensò.
Da parte sua, Hyam aveva inteso che tentare di fregare il suo avversario sarebbe stata un'impresa, se era stato necessario ricorrere a tre mosse per coglierlo in fallo. Dentro di sè aveva sperato che l'ultimo colpo andasse a segno e mettesse fine allo scontro.

Si asciugarono la fronte, bagnata dal sudore, pensando alla prossima mossa.
Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro. Garantito ciò, tutto il resto ne consegue naturalmente.
->George Orwell
Non mi sento responsabile d'essere migliore degli altri. Ciò che non sopporto è di provare piacere nel dimostrarlo.
->Fabrizio De André

Mio malgrado l'ho adottato, e tu?
Clicca e sarai redento
Commozione cerebrale
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Holden
SeeD
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Holden »

Holden Vs Hyam



-Holden: Hai preso qualche precauzione. Non sei quindi lo sprovveduto che vorresti far credere.
Hyam gettò un'occhiata alla boccetta negligentemente buttata per terra.
-Hyam: Ma cosa vai mai a pensare, malfidente...
Ancora prima di concludere la frase, aveva scoccato un'altra freccia che però fu deviata da una sventagliata della mia spada. Il ragazzo ne approfittò e veloce si scagliò in avanti, la spada diritta davanti a se, il pugnale nell'altra mano, indietro rispetto al corpo. Parai il primo affondo con la katana, e evitai agilmente il fendente successivo del pugnale muovendomi di un passo indietro. Hyam vedendo il suo colpo andare a vuoto si puntellò sulla gamba in avanti per contenere la spinta che lo avrebbe sbilanciato, e senza soluzione di continuità riportò in avanti il braccio armato di spada, in un veloce e fluido movimento diretto al mio petto. Bloccai in extremis il colpo, ma mi ritrovai a non avere spazio di manovra, con il mio avversario ormai entrato sotto la mia guardia, e senza il tempo necessario per effettuare un qualche movimento per allontanarmi.
Un lampo sibilante entrò nel mio campo visivo, e il pugnale scattò nuovamente in avanti. Privo di opzioni difensive adeguate, mi buttai leggermente in avanti, deliberatamente, e la lama destinata al mio collo si piantò nella mia spalla. L'acciaio entrò in profondità, e sentii un dolore tagliente corrermi lungo tutto il braccio.
Ma prima che Hyam potesse ritirare il pugnale, e approfittando del fatto che fosse troppo vicino a me per usare la spada, gli catturai con decisione il polso con cui impugnava il coltello, strinsi con decisione, e le dita si aprirono mentre una smorfia di silenzioso dolore passava come una nuvola furtiva sul volto del cadetto a pochi centimetri dal mio. Con violenza diedi uno strattone al braccio, e Hyam venne sbilanciato in avanti, cadendo in ginocchio. Con precisione millimetrica piazzai un calcio con la punta del piede verso il mento, e la testa venne sbalzata indietro, mentre uno schizzo di sangue ricadeva sul suolo. Lo lasciai libero, e cadde pesantemente, riverso a terra. Ansimando e stringendo i denti sfilai la lama del pugnale dalla mia carne e buttai l'arma per terra mentre un torpore pericoloso iniziava a diffondersi lungo il mio braccio ferito.

Ritornai a fissare il cadetto che si stava rialzando, e prima che potesse rimettersi completamente in piedi lo colpii con un pugno nella bocca della stomaco, e completai il tutto con un colpo del taglio della mano sulla nuca. Crollò come un manichino senza sostegno. Raccolsi la katana che avevo lasciato cadere, e feci un passo verso di lui ma mentre lo facevo girò la testa verso di me, e con un sorriso indecifrabile alzò la mano che reggeva qualcosa che non distinguevo. Mezzo secondo dopo, un qualche vecchio pezzo di ferraglia mi colpiva con forza in mezzo alla fronte.
La mia visione si oscurò, mi sembrò che la mia testa si staccasse dal mio collo, e un caldo rivolo di sangue calò come un velo sui miei occhi.
Accecato, feci un passo indietro mentre tentavo di schiarirmi la mente, ma l'avversario approfittò lesto del rovesciamento di situazione. Mi rifilò un calcio alle caviglie assestato con decisione, e venni sbilanciato, cadendo senza grazia. Attraverso le nebbie provocate dalla botta in testa lo vidi che senza fretta si chinava per raccogliere le sue armi. La spada balenò per un attimo contro il cielo, e dovetti rotolare via per evitare di essere infilzato come un insetto. Il cadetto fece però l'errore di fare un altro passo per raggiungermi, e prima che potesse di nuovo far calare la sua lama lo presi saldamente a una caviglia e lo tirai con violenza in avanti facendolo precipitare. Ne approfittai per rialzarmi di scatto recuperando en passant la mia wakizashi. Ma Hyam era stato altrettanto veloce, e ci fronteggiamo ancora una volta.

Gettai rapidamente un occhio verso la ferita che mi aveva inferto alla spalla destra, e feci una smorfia di disgusto. Il taglio era profondo, potenzialmente debilitante. Facevo già fatica a muovere il braccio, e perdevo sangue in quantità. Con l'altra mano, applicai rapidamente una serie di pressioni delle dita in determinati punti, interrompendo l'emorragia e riducendo il dolore. Rimaneva il fatto che la mobilità dell'arto era compromessa.
Hyam mi guardò fare mentre macchinalmente si puliva via il sangue dal labbro spaccato, e sorrise divertito.

-Hyam: Che brava crocerossina. Sono quasi impressionato.

Sputai per terra, saliva mista a polvere, sangue e sapore di ferro.

Era veloce, agile, eclettico. Difficile prenderlo di sorpresa. A volte però si lasciava trasportare dall'ardore della battaglia, e aveva in certi frangenti una forte tendenza a prendere l'iniziativa.

Senza perderlo di vista, raccolsi per terra la mia Dragon Fang e la rimisi nel suo fodero. Era inutile impugnare due armi alla volta con un braccio ridotto così. Strinsi tra i denti la lama della wakizashi, e senza preavviso scattai in avanti. In una frazione di secondo estrassi due shurikens e le tenni tra le nocche della mano sinistra.
Hyam si preparò al mio assalto, e con movenze fluide scartò di lato alzando nel contempo verso l'alto la lama della spada, pronta a ricadere. Ma avevo previsto la mossa e rapidamente mi chinai verso terra senza interrompere lo slancio. La sua spada tagliò diagonalmente l'aria, mancandomi di parecchi centimetri, e prima che potesse ritrarsi lo colpì allo sterno con il pugno sinistro. Le due stellette d'acciaio scavarono ferocemente la carne, riducendo a brandelli i vestiti nella zona in cui avevo sferrato il colpo, e mentre si portava istintivamente la mano verso quel punto, colpii il suo braccio sinistro con le dita giunte, sul bicipite. Questo divenne inerte, e il pugnale cadde per terra tintinnando. Ma l'avversario mi sorprese di nuovo, ed ebbe la prontezza di sferrarmi un calcio. La violenza della botta mi tagliò il respiro, e non ebbi la possibilità di infliggergli altri colpi con la tecnica del Yubi-Jutsu. Evitai all'ultimo il suo fendente,e con una rapida capriola mi misi fuori portata, la mano stretta sul fianco, ansimando.

-Holden: Direi che per il momento siamo messi più o meno uguali.
-Hyam: Non cantare vittoria. Più fatti, poche considerazioni.

Lanciò uno sguardo attorno a se, al cielo che si era definitivamente sbarazzato del manto rivestito nelle ore notturne. Cercò di muovere quindi il braccio sinistro, ma questo era paralizzato, come se non appartenesse al corpo. Ma quanto sarebbe durato l'effetto? Non avevo avuto modo di mirare con precisione, e tanto meno di dosare la forza. Il braccio poteva recuperare la sua funzionalità nel giro di pochi minuti. Inutile perdere tempo per accertarsene.

La mia mano corse alla mia cintura, fulminea, e una mezza dozzina di shurikens fendettero l'aria, fischiando rabbiosamente. La spada di Hyam ne defletté un paio, gli altri lo mancarono senza impensierirlo, e il cadetto puntò verso di me la sua arma. La lama sembrò brillare, e una serie di scintille elettriche lo attraversarono per tutta la sua lunghezza.

I maghi o aspiranti tali cominciavano veramente a stancarmi.

Il fulmine viaggiò verticalmente su di me, e fu come se una potente martellata mi avesse inchiodato al suolo. I miei muscoli si contrassero come corde d'acciaio ed ebbi l'impressione che mi sarei spezzato come un filo troppo teso. Un violento odore di bruciato mi aggredì le narici, e crollai per terra, in preda a violenti spasmi.
Costrinsi con tutto me stesso il mio corpo ad obbedirmi, e sentii che pian piano ce la facevo, nonostante il thunder che mi aveva colpito. Mi misi sulle ginocchia, respirando a fatica, e subito la sensazione che il mio avversario si fosse mosse mi richiamò alla realtà. Rotolai faticosamente di lato, evitando per un soffio il fire lanciato al mio indirizzo, e la palla di fuoco rovente andò a schiantarsi contro un mucchio di travi metalliche lì abbandonate.
Conscio dell'handicap inflittogli, Hyam stava cambiando tattica, impostando l'incontro secondo una diversa prospettiva. E dalla distanza, qualche shuriken non poteva nulla contro saette, dardi di ghiaccio e robetta simile.
Schivai un'altra fire che mi bruciacchiò i vestiti, lanciai a mia volta un paio di shurikens per costringerlo per un secondo a difendersi, e con uno scatto mi lanciai in una corsa fulminea che mi portò a ripararmi dietro un cumulo di vecchi scarti metallici. Un crepitio familiare mi arrivò all'orecchio, e mi scostai dal mio riparo prima che venisse trasformato in un mega conduttore di elettricità.
Mentre il Thunder calava una volta di più dal cielo, colpendo il punto in cui ero precedentemente nascosto, corsi piegato in due verso il vecchio edificio abbandonato che con i globi oculari vuoti delle sue finestre sventrate assisteva al nostro duello.
Mi lanciai dentro, e il silenzio mi accolse nel suo abbraccio vellutato mentre la puzza stantia di anni di abbandono mi avvolgeva come un manto soffocante. Senza guardarmi indietro raggiunsi una rampa di scale pericolante, e mentre l'eco dei miei passi moriva pian piano, raggiunsi il livello superiore.

Il buon Hyam avrebbe ora dovuto combattere secondo le mie regole. E le leggi del Ninjutsu non ammettono dilettantismi.
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
Hyam
SeeD
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Hyam »

Holden Vs Hyam
Hyam era rimasto solo, immerso nel sibilo del vento. Aveva scorto il ninja rifugiarsi nell'edificio poco distante, per questo decise di prendersela con calma: il ragno stava tessendo la sua tela fatale e non poteva lasciarsi cogliere impreparato.
Stranamente L'avversario non aveva valutato l'opzione di avvicinarsi a lui, mentre scagliava magie: mossa azzardata, ma più che lecita vista la sua recente menomazione. Ciò era spiegabile solo presupponendo tale handicap come temporaneo e, ancor più probabilmente, che il periodo di inerzia gli fosse oscuro. Da qui la scelta di una strategia più sicura. Strategia che Hyam non avrebbe seguito.

Hyam: Troppo rigore ti fo*terà.

Diede un'occhiata alla lancia. Inutile prenderla, il braccio inerte e gli spazi limitati ne facevano solo un'ingombro. Poteva aspettare di riprendere il controllo dell'arto, ma dare troppo tempo a disposizione di Holden significava subire scacco matto. Si massaggiò la mascella, per poi avvicinarsi alla struttura. Una volta sull'uscio, picchiettò sul muro:

Hyam: C'è nessuno in casa?

Nessuna risposta, come prevedibile.
Diede un pugno al muro, facendo risuonare sordo il cemento. Alcune crepe nel muro mostravano lo scheletro d'acciaio, freddo al tatto. Lo colpì con le dita ed un fievole suono metallico si propagò per la stanza. Poi si avvicinò ad una scrivania in legno, ormai resa inutilizzabile e fragile dalle angherie del tempo. Le diede un calcio e questa si ruppe producendo un fracasso insopportabile.
Holden sentiva il frastuono provenire dai piani sottostanti, nascosto dal buio. Chiunque al posto del suo avversario si sarebbe comportato in maniera completamente diversa, agendo con cautela al fine di captare qualche movimento. Invece Hyam cercava il rumore, facendone la sua arma, come il ninja si faceva scudo del silenzio. Comprese che il cadetto voleva dimostrargli che non era affatto intimidito dalla situazione, prendendola alla leggera e mostrando con superbia la sua posizione.
No, forse stava cercando di confonderlo, di spiazzarlo con un atteggiamento illogico. Non avrebbe ottenuto comunque nulla e sarebbe morto prima, era una mossa stupida e sintomo di follia suicida.
Oppure era un trucco per farlo uscire allo scoperto, forte del fatto che Hyam avesse già un piano per sconfiggerlo. Non aveva idea chiara delle abilità fisiche del suo sfidante, forse la sua agilità poteva permettergli qualche rischio in più, sempre che questa potesse superare quella di un ninja, cosa che fino a pochi istanti prima non era ben definita.
Scrollò la testa. Stava dunque innervosendosi? Decise di evitare di pensare alle motivazioni che stavano dietro ai gesti sconclusionati del suo avversario, attenendosi al suo addestramento. Sentì i passi del cadetto salire le scale, mentre frammenti di queste cadevano al suo incedere.
Stava in mezzo alla stanza, in posizione eretta. Un topo ignaro che il serpente stesse per infliggergli il colpo fatale. Holden tenne stretta la katana, e con l'altra mano alcuni shuriken.

Hyam: Fire!

Impossibile che lo avesse scoperto, pensò Holden.
Mantenendosi freddo e impassibile, si accorse che il colpo fu diretto dalla parte opposta alla sua, infrangendosi sul cemento armato dell'edificio. Il fatto che mirasse alla cieca era la prova inconfutabile che si trovasse in difficoltà. Avrebbe aspettato l'occasione giusta per colpirlo alle spalle, dato che si stava stancando di quella sfida: poco onorevole, ma previsto dal combattimento.
Hyam: Se pensi che verrò io a cercarti, ti sbagli. Sarai tu a venire da me.

Hyam lanciò un Thunder in direzione di una presa. Scintille elettriche partirono da ogni luogo, portando con loro il crepitio delle scariche lungo le mura. In breve tempo i circuiti provocarono un incendio che si propagò per tutta la stanza, indi a tutto l'edificio. Nel mentre il ninja dovette palesarsi, poichè per poco il rivestimento di plastica di una presa lo stava per colpire come un proiettile, sbalzato dalla troppa veemenza. Un Fire, nuovamente, fu castato da Hyam, magia che Holden riuscì a scansare con una piroetta.
Il manto di fuoco cominciò a coprire ogni cosa. Nell'inferno di cristallo i due si battevano caparbi, lama contro lama, schivata su parata, nessun segno di cedimento. Un Blizzard fallì il suo compito, schiantandosi sul pavimento, ed in breve tempo il ghiaccio diventò acqua.
Il calore divenne quasi insopportabile: gocce di sudore scendevano copiose dai volti dei due duellanti, ansimanti per la mancanza d'aria e anneriti da qualche bruciatura. Mentre Holden preparava degli shuriken, Hyam lanciò la spada fuori dall'edificio. Balzò indietro per evitare il colpo ed estrasse la corda con il braccio funzionante, agguantando quello armato dell'avversario come una bestia da domare. Si avvicinò tirandolo a sè e lo colpì con un calcio, proiettandolo contro uno dei pilastri portanti.
Di lì a poco l'edificio cominciò a crollare su sè stesso, tremando in vari punti. Hyam si lanciò fuori da una delle finestre, lanciando la corda a un ammasso di ferraglia poco distante ed atterrando su una piccola collinetta d'acciaio. Seguirono un suono fragoroso ed un nuvolone di polvere, dopo i quali rimasero solo le macerie.
Restò per qualche istante a fissare lo spazio vuoto, notando una figura nera, con una corda legata alla mano, che giaceva a terra in posizione prona, tenendosi con un gomito. Era dunque riuscito a cavarsela. Dal canto suo, Hyam aveva recuperato il controllo del braccio sinistro, ma il dolore era lancinante e l'unica cosa per cui poteva essere utile era asciugarsi la fronte. Inoltre era stanco morto, aveva castato troppe magie e lo sforzo era stato eccessivo per la sua già limitata resistenza. Respirava a fatica e sentiva il petto lottare per attuare tale processo.
Holden aveva finalmente capito le intenzioni del suo avversario: con l'incendio aveva indebolito la struttura dell'edificio. A questo servivano le magie, a far cedere l'acciaio dello scheletro che la sosteneva. Mentre Hyam raccolse la spada, sentì le parole del ninja:

Holden: Avremmo potuto rimanerci secchi, sei impazzito?
Hyam: Parla al singolare, avresti potuto. Ma non saresti stato tipo da accademia, se fosse accaduto.

Holden sputò a terra e si rialzò. Hyam sentiva le braccia tremare per la stanchezza, ma non lo diede a vedere.

Holden: Resti comunque un folle.
Hyam: Sei un pò nervoso, rilassati. Non ti va giù che ti abbia preso alla sprovvista? Eri già convinto che avremmo fatto il tuo gioco, e invece ho scombinato tutto. Sei troppo rigoroso, e quindi troppo prevedibile.
Holden: ...
Hyam: Pensi che sia tutto preimpostato. Sei un freddo calcolatore. Doni l'amicizia a tutti i cadetti, ma per te non sono che pedine da muovere al momento giusto. Tu non hai idea di cosa sia tale sentimento. Sei un ninja. I ninja non sono umani, giusto?
Holden: Che diavolo ne sai...
Hyam: Ti arrabbi perchè qualcuno gioca con la tua vita come se questa non valesse nulla. Ma sei il primo a non tenere in conto la sua importanza. Fai di questa idea una delle tue virtù, come marchio di quello che sei, come un segno di riconoscimento dell'essere un ninja, un automa.

Fece una pausa, mentre il ninja lo fissava.

Hyam: Io sento il mio braccio bruciare, e ne soffro. Io posso dire di vivere. Tu invece? Cos'è il dolore, se basta premere qualche punto per non sentirlo? Per te non ha alcun significato. Sofferenza, disperazione. Pensi che facendo le mosse giuste svaniscano senza lasciare traccia. Sei patetico. E un illuso.

Per un momento la mente di Holden finì a quei momenti, a quella carezza. Vagò mendicando per strade irte di pensieri pericolosi finchè riapparve il volto di lei, dolce e rassicurante. Le mani si strinsero all'impugnatura, come quella notte fecero alle sue, alla pelle fredda e morbida. Sentì la sua voce chiamare il suo nome, prima un flebile sussurro, poi un grido vero e proprio. La gola si fece pesante, e la saliva cominciò a scendere con difficoltà. Poi una goccia di sudore gli rigò il volto...sudore?

Hyam: Che senso ha vivere, se lo fai così?
Holden: Taci!
Lo sguardo di Holden apparve infuocato. Si slanciò lungo la salita che lo portava al cadetto, la katana sguainata. Le due lame si incontrarono in un suono lancinante, vibrando pericolosamente. Hyam rimase totalmente spiazzato dalla forza del suo avversario. La successione dei colpi era velocissima, ed era quasi impossibile pararli tutti. Una ferita alla spalla, poi una al busto. Bruciavano come se fossero state toccate dalla viva fiamma dell'averno. Quando fu piegato dal dolore, un colpo lo fece girare su se stesso, mandandolo a sbattere di schiena contro una trave di ferro e facendogli perdere il controllo della spada, che cadde a pochi metri da lui. Holden balzò verso di lui minaccioso, la spada pronta a conficcarsi nel suo addome.
Con un gesto più disperato che calcolato, afferrò il braccio armato con la mano sinistra e fece cadere l'avversario in avanti utilizzando il suo peso. Tuttavia, non fece in tempo ad evitare completamente la lama, che gli percorse la spalla per pochi istanti. Riprese quindi possesso della sua spada, ma stavolta si reggeva a malapena in piedi, aveva un braccio completamente andato e tante fitte gli impedivano di muoversi come voleva.

Holden si rialzò, digrignando i denti e squadrandolo famelico, come un cane rabbioso ringhia alla preda.
Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro. Garantito ciò, tutto il resto ne consegue naturalmente.
->George Orwell
Non mi sento responsabile d'essere migliore degli altri. Ciò che non sopporto è di provare piacere nel dimostrarlo.
->Fabrizio De André

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Holden
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Holden »

Holden Vs Hyam

Rosso...
Tutto è rosso...
Una densa nebbia rossa...

Dicono che ogni uomo sia un'isola, un libro, e mille altre cose...
Perché non una scolopendra o un rododendro?
Stronzate!

Ogni uomo è un metro quadro di terra, cinto da filo spinato.
Su quel metro quadro, può crescere qualsiasi cosa...
Un gracile, solitario e stoico filo d'erba. Un albero dai frutti acerbi, o al contrario troppo maturi, talmente maturi da cadere per terra e spiaccicarsi come pustole troppe piene, vomitando carni molli e un dolciastro odore di putridume. Arbusti scheletrici, dai ramoscelli simili a braccia ossute e dagli artigli pronti a ghermire e straziare. Fiori spuntati dal terreno come meravigliose apparizioni divine.
Ma per arrivare aciò che spunta su quelle zolle di terra, bisogna scavalcare il filo spinato.
E si tratta di un esercizio che non si può effettuare senza lasciarci qualche lembo di pelle, quando va bene.

Hyam aveva tentato di guardare oltre il mio filo spinato, per vedere cosa c'era dentro. Non sapevo perché avesse voluto farlo, e nemmeno mi interessava.
Ci aveva provato, e per ciò sarebbe morto.

Nebbia scarlatta nella mia mente...
Balzai nuovamente in avanti, e potevo vedere me stesso dall'alto, come se quell'entità fattasi furia pura non fossi io, ma qualcun altro, una bestia spuntata dalla terra ricoperta di ferraglia.
La katana guizzò in avanti, talmente veloce da essere invisibile, e ritornò indietro aureolata di cremisi. La spada di Hyam mi passò a pochi centimetri dalla guancia, e potei sentire lo spostamento d'aria calda sul mio viso, ma avrebbe anche potuto entrarmi in gola per quanto me ne importava. Gli rifilai una gomitata allo stomaco, e si piegò in due come una bambola di pezza. Scartai di lato, e con la meccanicità di una macchina lo colpii alla nuca con un calcio. Sentivo la mia testa scoppiarmi, la nebbia rossa diventare simile a una densa melassa e penetrare con tentacoli roventi ogni interstizio del mio cervello.
Mi chinai su di lui, e lo tirai su prendendolo per la nuca. Lo sollevai fino a poter piantare i miei occhi nei suoi, e le parole mi uscirono di forza dai denti stretti come morse d'acciaio.
-Holden: Non potevo fare nulla per evitarlo, lo capisci? Doveva finire così!!!!
Lo colpii una volta allo stomaco, poi di nuovo, e di nuovo. Sentii le mie nocche tremare quando il mio pugno impattò contro lo sua mascella, e con furia lo scagliai per terra mentre cadevo in ginocchio, vuoto come una bolla di sapone.
Hyam si rialzò lentamente, sputando sangue.
-Hyam: Sei veramente patetico...
Mi presi la testa fra le mani, e lentamente sentii il fiume di sangue rifluire, lasciandomi nella testa fantasmi che non volevo vedere.
Mi nascosi il viso tra le mani, e scossi la testa. NO!!!
-Holden: Lei... Lei lo ha scelto, io non potevo fermarla. Tutti lo hanno capito...
-Hyam: Di cosa stai parlando, imbecille?

Scostai le mani dalla faccia, e alzai gli occhi al cielo. Perché il cielo era così sfocato?

Mi alzai faticosamente, raccogliendo nel movimento la mia katana...
Il ghiaccio mi colpì per fortuna di striscio, ma la forza dell'impatto mi fece comunque volare lontano di una mezza dozzina di metri. Rimasi stordito, con la sensazione di annegare tra il caldo del sangue e il freddo dell'acqua. Le mie dita non avevano lasciato la presa sulla spada, e mi rialzai di nuovo, meccanicamente.
Un'ombra di ciò che era rimasto dei miei riflessi mi permise di evitare il secondo blizzard, e questo esplose alle mie spalle, con schegge di ghiaccio che rimasero sospese un attimo per aria come mille piccoli embrioni di arcobaleno, prima di schizzare in ogni dove. Sentì la mia schiena venire trafitta da decine di punture gelide, ma ero oltre la cognizione stessa del dolore.
Hyam era allo stremo delle forze, aveva ormai esaurito ogni stilla d'energia, e solo una volontà temprata a fuoco lo manteneva in piedi.
Una sventagliata di shurikens lo obbligò a tuffarsi verso destra per evitare di essere colpito, ma fu solo per venire avvolto nelle spire del mio rampino, volato verso di lui come un flessibile serpente dalla testa adunca.
La corda gli si avviluppò attorno alla vita e il rostro metallico si impigliò nei suoi vestiti. Il ragazzo alzò il pugnale per tagliare il laccio che lo imprigionava, ma diedi uno strattone violento e cadde riverso per terra, mentre la corta lama si conficcava nel suolo accanto a lui. Lo raggiunsi con un balzo, scartai di lato per evitare all'ultimo il fire che mi si avventava contro, e nel movimento tirai di nuovo sulla corda avvolta attorno al mio polso. Il movimento brusco lo sollevò di mezzo metro in aria, e il mio successivo calcio lo scaraventò lontano.
La partita era ormai vinta...
Avanzai verso di lui per il colpo di grazia, ma successe l'inatteso.
Hyam prese con fermezza la corda che ancora lo teneva legato a me, e con decisione tirò verso di se. Persi l'equilibrio, e caddi in avanti, battendo con violenza la testa. Il mio avversario si scagliò su di me come una belva ferita che affida le sue ultime energie all'assalto della disperazione, e la sua lama si piantò nella mia mano che avevo istintivamente alzato per difendermi. L'acciaio mi trapassò il palmo, e dovetti fare uno sforzo inumano per evitare che mi raggiungesse il viso. Chiusi la mano sana sul polso di Hyam, e torsi con furore. Ero svuotato dalle mie forze, ma Hyam lo era ancora di più, e lasciò la presa. Mi alzai, tenendolo sempre per il polso, poi lo lasciai libero.
Ma solo per un microsecondo, e la mia mano scattò in avanti, verso il suo petto.
Le dita trovarono il punto preciso, premettero delicatamente, e il cuore si fermò.
Hyam cadde lentamente, come al rallentatore.
Lo guardai per dieci secondi, riverso per terra, i tratti del viso gelati in un'espressione che non riuscivo a decifrare.
Mi tolsi il coltello dal palmo della mano, e guardai la ferita rossa e slabbrata mentre Hyam apriva gli occhi di soprassalto e la sua mano si stringeva il petto in cui per un attimo il cuore aveva cessato di battere
Perché non lo avevo ucciso?

Avrei potuto fermare per sempre il suo cuore, stroncando la sua esistenza, invece di renderlo incosciente per una manciata di secondi. Perchè non lo avevo fatto?

Perchè l'aveva risvegliata.

Raccolsi la spada e la wakizashi, e li rimisi nel loro fodero, resistendo alla tentazione di abbandonarmi seduto per terra.
Lanciai un ultimo sguardo al cadetto per terra, e mi avviai verso il sole.
Ogni uomo ha i suoi fantasmi. A volte dolci, protettivi, benevoli... Spesso distruttivi, vendicativi, amareggiati.
Il mio fantasma non è né l'uno né l'altro. Non mi dice che mi ama, né che mi odia. Ha occhi profondi come laghi immersi nella luce di lune lontane, e un giorno è andata via dalla mia vita con la brusca violenza delle morti annunciate. Il mio fantasma non piange e non mi giudica, ma il suo sguardo è la fonte a cui attingo la mia amarezza, il calice freddo al quale bevo ogni notte quando mi rifugio nel sonno.
E tu Hyam,
Chi è il tuo fantasma?
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

Squadra G vs Squadra W

regole:
-2 post a capoccia.
-Trasformazioni permesse (possibilmente senza scomodare Gesù o chi per lui).



Ambientazione: F.H.


__________________________________________________________________________


Identificazione...
N: Cadetto Night,nome in codice G01,abilitato all'uso di AS M9
Confermato. Inizializzo il manager di movimento. BMSA impostato a 3.5 . Motore al palladio in funzione.
Stato: operativo....

--------


Sarachan e Remiem erano già presenti sul luogo dell'imminente battaglia, un largo spiazzo di FH costeggiante la sopraelevata che portava alla ex base missilistica. Tempo addietro quel posto era già stato teatro di battaglie ma ai tempi tutt'altro che amichevoli.
I due giovani cadetti fremevano per l'attesa e non vedevano l'ora di menare un po' le mani dopo tanto tempo,del resto stavolta avrebbero avuto a disposizione uno spazio molto più ampio,senza il rischio di provocare grossi danni.
Tuttavia,sebbene non vi fossero molte case nei paraggi era comunque una zona di passaggio; se qualche abitante fosse rimasto coinvolto o si fossero presentati altri problemi,specialmente in quello che poteva definirsi l'unico vero angolo di pace, stavolta non l'avrebbero passata liscia.

Dei rumori metallici in lontananza attirarono la loro attenzione. Erano diversi dal comune trafficare di operai e gru di F.H. .... Sembrava come se qualcosa di grosso stesse letteralmente camminando verso di loro.
Possibile che in una cittadina cosi' tranquilla passeggiassero spensieratamente dei Thytan?
Supposizione errata.
A precedere quel "qualcosa" fu leon con il suo solito gunblade e la faccetta da sboroncello; non era in divisa da Seed,portava abiti normali (in fondo,perchè sporcare la divisa in circostanze non ufficiali?) e una piccola borsa legata alla cintura assieme ai loader per la sua spada. Dietro di lui un Arm Slave modello M9 sperimentale ,l'ARX-7 Arbalest; nonostante la sua altezza considerevole,di circa 10 metri, e l'ingente peso i movimenti del robottone erano fluidi e svelti. Nella mano destra impugnava un Cannone Gatling caricato con proiettili di melassa,colla vinilica e pece.

N:Leon,mi ricevi? Posso scorgere le due vittim...ehm..i nostri avversari.
L: Grazie al C,li hai davanti.

Sarachan e Remiem dal canto loro erano rimasti un po' turbati: non si aspettavano di dover combattere contro un esoscheletro meccanico alto quanto un palazzo. E come se non bastasse avrebbero dovuto fronteggiare anche un Seed esperto. Tuttavia....

R: Non mi sembra molto corretto. Ma forse avremmo dovuto farci spiegare in anticipo le regole..per bene...
S: Se non altro,sarà più divertente. Allora,quando si comincia? è da un pezzo che aspettiamo!
L: Per me quando vi pare,tanto sono un figo :supercool: . Night,li dentro tutto ok?
N: i controlli rispondono perfettamente,possiamo iniziare anche subito!
Sarachan89
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Sarachan89 »

Squadra G (Gaio&Leo) VS Squadra W (Sarachan&Remiem)

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Fissai Quella cosa Alta 10 metri..dentro c'èera Night.. ma nonostante tutto quella ferraglia sembrava una delle tante macchine da guerra che usavano i soldati di Galbadia... già Galbadia..la odiavo a morte per quello che avevano fatto al mio villaggio.. per colpa loro ero l'unica rimasta...
Fissai il macchinaro con rabbia e tirai fuori la spada

Sara: Remiem. tu occupati Di leo! Io mi occupo di questa cosa qui!
Remiem: Sei sicura?
Sara: Sicurissima...
Remiem: D'accordo.. Sta attenta eh!
Sara: pure tu!

E mentre leon e Remiem si allontanavano mi preparai all'attacco del machinone davanti a me

Night: Sei sicura di volermi affrontare da sola?
Sara: L'ho detto e lo ripeto: sono sicura!
Night: e va bene! ma dopo non frignare se perdi!
Sara: Non lo farò di certo!

Partì all'istante all'attacco volando e colpendo il macchinario con vari fendenti, che fecero diversi tagli.
All'improvviso quella macchina mi diede un pugno che mi fece sbattere su una gru, ma non mi diedi per vinto e mi rilanciai su di lui contrattacando con dei Thundaga (sapendo che le macchine erano deboli all'elemento tuono)

Night: non male! e anche bella sveglia! Ma ora beccati questo!

Mi puntò un cannone.. Un'arma da fuoco...
come prevedibile scesi all'istante a terra e mi inginocchiai portando le mani sulla testa e tremando dalla paura...
La paura delle Armi da Fuoco non mi era ancora passata... che potevo fare
E intanto night si avvicinava sempre più

Night: Hai paura delle armi da Fuoco e sfidi un macchinario fatto per combattere??
Sara: ....
Night: Anche se hai paura non devi mai e poi mai mostrare le prorpie paure al nemico o ne potrebbe trarre vantaggio!

E detto questò sparò verso di me beccandomi apposta di striscio
nonostante tutto restai immobile a tremare... Un'aura bianca circondò il mio corpo.. un'aòltro poco e mi sarei sicuramente trasformata.

All'improvviso Shiranui Apparve di fianco a me

Shiranui: alzati...
Sara: ma...
Shiranui: Hai voluto combattere pur sapendo che queste macchine qui hanno sempre delle armi da fuoco... Supera le tue paure e combatti!
Sara: Non ce la faccio.. Ho troppa paura...
Shiranui: Non vuoi trasformarti in White angel.. ma se continui così ti trasformerai eccome! Tira fuori la grinta e vedrai che ce farai!
Sara: hai..hai ragione.. scusa...
Shiranui: dai.. ora vai e combatti!

Di risposta sorrisi, ma nonostante la mia paura mi Fiondai in volo sull'aversario e colpendolo nuovamente con numerose fendenti.
Mi riparai tranquillamente con l'angel protection ogni volta che mi sparava... e proseguivo con le legnate.
Quel coso era pure più rapido del previsto, No problem!
Mi trasformai nel Winged Wolf e fui anche un tantino più rapida di lui

Ad un certo punto feci il cutting feather su di lui (tanto avrebbe danneggiato il macchinario e non il gaio).
Ora il macchiario presentava numerosi danni... ma nonostante tutto non si arrendevaa tirare quei pugni che mi facevano quasi sempre volare contro la mia volontà.
E tirò un'altro pugno... Bene! era il momento!

Tornai normale e volai sopra di lui compiendo un Furore angelico con stile.
Il macchinario era totalmente danneggiato e inutilizzabile, ma il Gaio era bello intero...
Lord Remiem
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Lord Remiem »

Tornado Tag Match: Sarachan - Remiem VS Night - Leonheart

Intanto che Sarachan si confrontava con un ammasso di ferraglia alto all'incirca tre o più volte lei, e pareva anche cavarsela, io me la dovevo vedere con un Seed alquanto esperto...o perlomeno, era ben strano. Era molto tranquillo, silenzioso...certo un tipo riflessivo.
"Mai sottovalutare il nemico" mi diceva il mio vecchio, quando ero giovane. Avrei sommesso che quel saggio consiglio sarebbe più che mai valso in quel momento...Leon sembrava un po' musone, ma si avvertiva distintamente che era pronto per combattere...

Pensai di dialogare, tanto per capirlo, per cercare di carpire qualcosa su di lui. In fin dei conti era un Seed, non un assassino.

Remiem: Ti chiami Leon, giusto? Hai una bella spada.
Leon: Grazie, ma non è solo quello. É un Gunblade. Piuttosto, come mai questo tuo inusuale aspetto?
Remiem: Interessante... Lascia perdere...se ti raccontassi la mia storia faremmo notte.
Leon: Ah già...hai fretta di morire? XD
Remiem: Pensa ai fatti tuoi. Vero, sei un Seed, ma credo che confrontarmi con uno del tuo livello sarebbe molto utile.
Leon: Tu dici? Concordo.
Remiem: Benissimo... Perfetto, combatti.
Leon: Non aspettavo altro...

In pochi istanti Leon aveva caricato di magia la sua spada...capii che voleva renderla più potente.
Colore nero-viola, uguale magia oscura. Opposto di oscuro: sacro.
Il ragionamento mi venne istintivo, così come l'immediato caricamento di un Sancta...
E meno male che mi venne istintivo. Un secondo dopo quello mi stava assalendo con un fendente dall'alto...Sancta mi salvò per un soffio, annullando la potenza della sua spada.

Leon: Ah sì? Osi reagire?

E cominciò a caricare un fendente...strano, il suo stile di lotta era magia o spada? Non è che si capisse molto, ma la priorità era contrastare quella spadata.
Protect non sarebbe servito a molto, lui era potente...Ma certo!
Decisi di respingerlo con unna magia. Ero convinto che l'unico modo di contrastare Leon fosse stato controbattere. E non innervosirsi...la sua seriosità poteva essere una tattica.

La magia e la spada si scontrarono a metà strada, provocando un botto che fece voltare persino Sara e Leonheart. E lì iniziò l'inferno.
Entrambi i maghi cominciarono a dare fondo alle loro energie...Uno lanciava Bimagia sull'arma e menava come un dannato, l'altro controbatteva con magie elementali e non.
Decisi infatti di lasciar perdere gli status; un Seed sicuramente era dotato di una forza di volontà non comune. Essi sarebbero durati poco su di lui.

Remiem: Ascoltami, Leon! Caliamo il ritmo! Ci stiamo confrontando, non dobbiamo ucciderci.
Leon: Hai paura? Vuoi cedere?
Remiem: Non hai capito! Qui rischiamo di farci male!
Leon: Forse tu...se non lo sai, io sono un Seed molto più esperto di te. E quando dico che ti faccio a pezzi, so quello che faccio.
Remiem: Oh mannaggia...

Non poteva durare. Cominciavo a stancarmi...mentre Leon dava meno segni di cedimento di me...
E non potevo fare altro. Il Seed mi costringeva a controbattere potenti magie, senza potermi muovere...neanche il tempo di curarmi...ogni suo colpo mi costringeva a lanciare una magia per respingerlo...

Sarachan: Energiga!

L'intervento di Sarachan fu provvidenziale. Come avevo potuto dimenticarmi della sua presenza?
Stavo cadendo nella trappola di Leon. Voleva farmi perdere il controllo...
No. Non mi avrebbe incastrato così. Mai.

Leon: Ancora non schiatti?

Ommioddio...questa era la fine. Leon corse verso di me spada in pugno...quando deviò di scatto, e sparò una raffica di colpi. In fin dei conti era un Gunblade.
Stavolta Protect mi salvò. Fortunatamente ero abbastanza allenato da proteggermi dalle pallottole.

Per un po' lo scontro andò avanti monotono. Lui sparava e io mi proteggevo...ancora per poco. Le forze mi stavano lasciando...
Aveva cambiato tattica. Voleva stancarmi.
Questo mi fece pensare alle qualità di un Seed. Prima fra tutte: Intelligenza.
L'unico modo di rispondere efficacemente era di mollare un colpo davvero potente...

Vanish!

Un attimo di respiro, finalmente...Invisibile, mi diressi dietro di lui evitando di fare rumore calpestando il suolo (grazie a Levitaga). In quanto a furbizia non ero da meno...ma contro un Seed non valeva. Stava già fiutando l'aria per cercarmi.

Fortunatamente ebbi il tempo di caricare una magia delle migliori che conoscevo.
Un cerchio luminoso con tre raggi, nacque dal nulla. Il punto centrale emanava una luce fortissima, che spinse Sara, Tid e Leon a voltarsi stupiti...io riapparvi, l'effetti di Vanish era terminato...

Collasso partì dal cerchio e sfiorò appena Leon. era pronto di riflessi, aveva una buona destrezza. Abbastanza da schivare il raggio al momento opportuno.
Quella era una magia che richiedeva parecchia energia, sfortunatamente...

Leon: Interessante, non sei così male, pivellino.

Stavo dimostrando quanto valevo...mi parve di vedere in lui una sorta di sorriso sincero, appena abbozzato.
Avevo tanta voglia di andare avanti, nonostante le poche forze...
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Nataa
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Nataa »

*flashback*

La ragazza sentì un gran fracasso per le vie di FH, suoni fin troppo familiari per un Seed, suoni di battaglia.
Seguì i rumori e si ritrovò nella parte centrale della "cittadina".
Nello spiazzo che portava alla vecchia stazione ferroviaria, vide la figura di un enorme macchinario che si stava scontrando con un.. angelo ? :smt104
Poco più in là Leon88 si scontrava con un cadetto che sembrava avere le idee un pò confuse :sgamato:

Nataa: Ma che diamine succede qui?

La ragazza non era la sola ad essere..ehm..incantata dallo spettacolo, un folto gruppetto di FHesi (si dirà così? :tots: ) si era riunito a guardare quei quattro Pirla.
A guardarlo bene il congegno alto quasi dieci piani le ricordava qualcosa di molto spiacevole, come una certa stanza segreta ed un certo missile..

Nataa: GAIO :smt091

La ragazza tirò fuori dal nulla un enorme spadone di 2 metri e 30 e lo scaraventò con tutta la forza che aveva verso quel maledettissimo senza patria di Night.
L'arma volò dritta per dritta, colpì il bestione in un punto in cui non batte la luce e finì per essere deviato in direzione di Leon88

Nataa: X___X

Leon88: Immagine

Tutti: O__O

Remiem: U_U

La ragazza fece per scappare via (stile bip bip), ma Leon88 riuscì a bloccarla

Leon88: Dove diamine hai tirato fuori una cosa del genere???
Nataa: Mai sentito parlare della nuova collezione di borse? Vanno molto di moda :-D
Leon88: No :tots:
Nataa: Le produce una certa Poppins, Mary Poppins . Davvero molto capienti :smt007
Leon88: Evito commenti =__=
Nataa: Dai, per farmi perdonare ti regalo lo Spadone :smt112 In realtà non ho voglia di rimetterlo in borsa :asd:
Leon88: Non vuoi rimetterlo in borsa vero? :evil:
Nataa: :sgamato: Io? No, assolutamente !Behiovadociao!
Remiem: Riprendiamo?
Leon88*accertandosi che Nataa fosse il più lontano possibile da lui*: Certamente
Leonheart88
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Leonheart88 »

Ed il combattimento continuò.
Il seed avanzava velocemente verso il cadetto fendendo l'aria con fendenti di enorme potenza.
Dal canto suo il mago correva ai ripari castando magie di protezione su se stesso e negli attimi propizi provando a contrattaccare con magie elementali, abilmente parate con il piatto della lama.

Leonheart88:"Mizzega se pesa sto coso"
Night:"Non hai più il fisico :asd: "
Leonheart88:"Parli te :tots: "

La spada venne rialzata con fatica dal terreno, giusto in tempo perchè un Blizzaga si abbattesse sullo sventurato.

Leonheart88:"Freddoooooooooooooooooooooooooo"
Night:"Farti battere da un cadetto, il Garden è proprio caduto in basso :sisi: "
Leonheart88:"Sara.. fagli male.. ma tanto :grr: "
Sarachan:"Ah.. ehm..."

Leon riprese la spada.
Era grossa e impediva movimenti veloci.
Ma faceva male, tanto male.

Leonheart88:" BIMAGIA HASTE!"

Ecco ora i movimenti non sarebbero stati un problema..

Remiem colto alla sprovvista dal repentino cambio di velocità provò invano a caricare una magia di base, ma non fede in tempo, un preciso fendente di piatto dell'arma lo fece sbalzare di alcuni metri all'indietro.

Cadde al suolo, ma al contempo col palmo della mano concentrò un notevole flusso di energia.

Remiem:"ULTIMA!"

Il globo di luce oscura, malgna, investì in pieno l'ex Comandante dell'Accademia facendolo cadere anch'esso al suolo.

La spada pesava sempre di più, o il suo braccio era sempre più debole.
MA Remiem era esausto, sfinito.

Ora c'era da divertirsi
Nightmare/dark sephirot
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

Questa volta si era messo veramente nei guai.... Continuava a chiedersi se da quella situazione ne sarebbe uscito vivo e in parte non riusciva a perdonarsi per aver commesso quel tremendo errore...
Night:"Questa è la volta buona che Perseo ed Otta mi fucilano..."
Aveva danneggiato un'apparecchiatura sperimentale. ed era ancora nel mezzo della battaglia. Ma oramai era in ballo....

Night: Computer,resoconto dei danni alla struttura.
.....
Night: Computer!
....
Nessuna risposta. Un bravo pilota di mecha sa che in questi casi la soluzione migliore per far ripartire le apparecchiature,sempre che il danno non sia irreparabile, è una sola: iniziare a tirare qualche sberla sul dispositivo.
Incredibilmente,pur essendo la strategia più azzardata e non scientificamente provata,era anche quella che più spesso dava esiti positivi; come in questo caso.
Night: Computer! Voglio un resoconto immediato dei danni.
<Attendere....>
Ci sarebbero voluti un paio di minuti per il calcolo,per fortuna Sara era distratta da Leon. Questo diede il tempo a Night di fare una breve chiamata....
<Arti inferiori e superiori inservibili,armatura esterna danneggiata; dispositivo di raffreddamento danneggiato.>
Night: Cacchio....Il Lambda Driver è funzionante?
<Lamda driver non danneggiato e operativo. Sistema di raffreddamento del Lambda Driver gravemente danneggiato. Autonomia prevista: 7 min e 48 secondi.>
Night: Me li farò bastare......ATTIVARE IL LABDA DRIVER!
Un flash,dalla schiena del mecha uscirono dei dispositivi luminosi. Incredilmente il robot era di nuovo in grado di rialzarsi,sebbene i circuiti e i meccanismi alle articolazioni fossero completamente danneggiati.
Sara rimase per un secondo basita: credeva di averlo reso inutilizzabile,perchè si stava rimettendo in moto? Comunque,l'aveva abbattuto una volta,poteva farlo nuovamente...E con shiranui a darle forza tutto sarebbe andato bene.
Sbagliato.
Pochi secondi ed ecco che arrivava un furgoncino,fermatosi a breve distanza da loro. Due uomini ne uscirono e puntavano dritti a Shiranui...Accalappiacani.
Sara: Ma che cavolo...
Uomini: Ci è stata segnalata la presenza di un cane randagio qui. -girando la testa verso Shiranui- Eccolo li.
Shiranui: Ma che...
Sara: Fermi! Vi sarete sbagliati,inoltre non è un cane e non è randagio.
Uomini: Beh,a noi sembra sia proprio un cane. In quanto all'essere o no randagio,non vediamo nessuna medaglietta. Su,qui stiamo solo facendo il nostro lavoro,vi prego di non ostacolarci.
Shiranui:...Tu continua qui Sara,non creiamo scompiglio....per ora seguirò i signori,poi ci rivedremo in accademia.
E intanto Night osservava la scena divertito. Chissà se avrebbero capito mai che era stato proprio lui a chiamare gli accalappiacani? Comunque poco gli importava,ora doveva mantenere costante la concentrazione o l'attivazione del lambda driver sarebbe stata completamente inutile....Era già passato un minuto e mezzo,non gli rimaneva molto tempo da sfruttare...Inoltre,non poteva nemmeno fare affidamento sul computer per un supporto nella battaglia,ma anche questo era un problema minore in fondo ora conosceva gli attacchi di sarachan.
Il gatling cannon non era stato danneggiato,forse era davvero l'unica parte che non era stata presa come target; evidentemente il timore delle armi da fuoco continuava ad influire sulla tecnica di combattimento della cadetta.
Il Furgoncino si allontanava.
Leon e Remiem avevano continuato a combattere incuranti del tutto,tra i quattro erano quelli più stanchi a causa dei continui movimenti,dell'energia sprecata per il casting e per il peso delle armi.
Lo sguardo di Sara era rivolto ancora a Shiranui e Night ne approfittò per spararle due colpi di colla e pece.
La cadetta riusci' a schivarli all'ultimo con un salto supportato da un battito d'ali; un vero peccato.
Come previsto da Night,Sara stava ripetendo la tattica precedente... Fu quindi facile evitare i vari colpi sferrati ed anche il cutting feather si rivelò inutile in quanto contrastato dalla protezione fornita dal lambda driver.
Il tutto però a discapito dello stesso Night; la concentrazione richiesta per svolgere tutte quelle funzioni,considerando anche lo scarsissimo apporto del computer, era più che notevole. Inoltre il dover sostenere sia i movimenti che gli attacchi voleva dire surriscaldare ulteriormente il Lambda Driver...Era prevedibile che questo avrebbe avuto conseguenze sull'autonomia...
Il battito cardiaco dell'ex seed era di molto accelerato,inoltre iniziava a sentire la fatica dovendo seguire i veloci movimenti di Sara e dovendo compierne altri a sua volta.
Poi,ci fu la svolta...Sara,con la sua spada stretta tra le mani,era volata in alto. Si preparava ad eseguire un altro furore angelico; grosso errore.
Sebbene avesse visto quella mossa una sola volta,peraltro a sue spese, Night aveva capito la sua falla che peraltro era abbastanza evidente.
Evitare gli attacchi successivi sarebbe stato impensabile,ma bastava sfruttare bene il primo affondo per ritorcerle contro l'attacco. Ed ecco che Sara caricava l'attacco.
Night e il suo arbalest si fermarono.
Sara scendeva in picchiata......era questione di pochi decimi di secondo e sarebbe avvenuto l'impatto.
Le gambe del mecha erano leggermente piegate... Ed ecco...
L'arbaleste esegui' uno scatto fulmineo di lato e l'affondo andò a vuoto...Intanto,mentre Sara era in procinto di frenarsi e passare al contrattacco, il gatling puntava già alla sua schiena. Una raffica di colpi. Non c'era il tempo per un'angel protection,non in quella posizione.
I proiettili a colla,melassa e pece tirarono violentemente a terra la ragazza che rimase immobilizzata al suolo; le ali erano piene di quella schifezza e non potevano muoversi.
Nait sapeva che lo socntro non era finito,a breve si sarebbe liberata..Tuttavia,quel misto di sostanze collagene avrebbe impedito l'utilizzo delle ali e questo gli dava un discreto vantaggio.
Dal canto suo,non poteva più utilizzare l'Arbalest; sfruttare fino alla fine il Lambda Driver avrebbe soltanto contribuito a danneggiar eulteriormente il mecha,il che voleva dire punizione più dura.
Era ora di un po' di sano combattimento vecchio stile.
Night prese quindi la sua lama,la sacca con la magiliti ed usci' dall'abitacolo.
Poco lontano Leon continuava a giocherellare con il maghetto dell'accademia,forse era il caso di collaborare un po'.
Sara iniziava a dimenarsi,questo significava che a breve si sarebbe liberata...Poco importava,per ora poteva ignorarla.
Tese una mano al cielo,in attesa di non si sa cosa....
Coem fosse stata richiamata,discese la mitica METAMOR BLADE che l'ex seed prese al volo. Sussurrò qualcosa tra se ,forse un grazie,nessuno può dirlo; senza pensarci due volte,dopo aver modificato la sua struttura la lanciò contro Remiem...
Night: VAI! PUPAZZO GIGANTE DEL MUDKIP!
Ed effettivamente la spada in volo si trasformò in un enorme pelouche...di un Blastoise?
Night: e vabbè,non sono proprio bravo in queste cose...
Non era un granchè copme attacco,ed anzi,per la verità non era nemmeno un attacco....
Gli serviva giusto quel momento morto per raggiungere il Seed e dargli man forte.
Night: Hai finito di giocare?
Leon: E tu? ti sei stancato di divertirti con i robottini?
Leon era affannato,ma il suo sguardo era determinato e la voce al solito canzonatoria (con lui ._.)
Del resto,come suo solito,non avrebbe mai ammesso di essere stanco e tantomeno l'avrebbe dato a vedere. Un po' come Night.
Night: allora,diamo inizio alle danze?
Leon: Ovvio.
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Sarachan89 »

Mentre night andava a dare una mano a Leon, mi dimenai a più non posso... non volevo lasciare Remiem da solo contro quei due! lui era un mago e gli altri dei guerrieri... i maghi dovevano avere almeno un supporto che li coprivano mentre caricavano la magia...
cominaciai ad agitarmi a pi non posso.. e in più avere un cannone a fianco non era proprio il massimo.. più mi dimenai e più mi agitai...

All'improvviso vidi Shiranui tornare e accuciarsi poco lontano ad osservare la battaglia.. Per lui fuggire da quei due accalappiacani non era certo un problema! Night si accorse della "bestiola"

Night: Ma che cazz... O_O
Shiranui: nel gioco di Okami sono il dio del sole.. non sta credere che non sappia fuggire da due stupidi umani..
Night: Se nel gioco eri il dio del sole, che sei qui?
Shiranui: una divinità degli angel...

e detto questo si mi se a disparte ad osservarmi

Sara: Shiranui! aiutami!!
Shiranui: No.. io assisto e basta... prova a cavartela!
Sara: Ma...
Shiranui: ma niente...

All'improvviso vidi i due attaccare Remiem.. mentre lui caricava una magia.. No non potevo lasciarlo li!!!
All'improvviso un'aura bianca mi avvolse e poi nero totale.... il white angel.. il panico ha preso il soppravento

-----White angel mode ON!-----

E all'improvviso Sarachan si trasformò nel White angel di terzo livello.. l'aura era arancione
Si liberò facilmente da quella trappola e si avviò non su i due, ma su i tre! Attaccando con varie sfere di magia e qualche ultima e flare...

Night: Ora si che ci divertiamo!!!
Wa: Gruaaaaaaaaaaah!!!
Night: "Gruaaaaaaaaaah" anche a te! :asd:

Shiranui stette a disparte ad osservare..
Lord Remiem
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Lord Remiem »

Tag Team Match: Remiem – Sarachan VS Night - Leonheart

La situazione non era delle migliori, a pensarci bene. Avevo ben poche energie dalla mia parte...quell'Ultima disperata mi era costata non poco, sebbene il risultato non fosse stato eclatante.
Avevo sottovalutato i miei avversari, e adesso stavo pagando ciò; erano lì, tutti e due, davanti a me con le spade pronte ad attaccarmi...dovevo pensare a qualcosa...e in fretta.
Trovai chissà come la forza di rialzarmi facendo leva sulla mia fedele asta, mentre Night e Leon mi guardavano divertiti.
Sicuramente stavano pensando che avevo esaurito le carte, che ormai ero fuori gioco...

Un forte rumore mi stupì improvvisamente. Mi girai...e vidi un'aura arancione...
Emanava una potenza enorme...una potenza che mai avevo avuto modo di saggiare prima d'ora.
No...non era possibile. Non era possibile che fosse Sarachan!
White Angel! Ecco come si chiamava la trasformazione di Sara. Me ne aveva parlato, una volta.
Mi aveva raccontato che tale forma prevedeva vari stadi, e varie colorazioni dal bianco al rosso.
Il terzo livello, l'arancione, era molto pericoloso...la prova fu che si avventò anche su di me.

Non credevo ai miei occhi. Aveva perso il controllo definitivamente...
Era finita. Per me era finita. Non bastavano i Seed, ora ci si metteva anche uno stupidissimo angelo arancione a darmi addosso...
No...non poteva finire così...
Sentivo la rabbia percorrermi il corpo...la avvertivo, dai piedi fino alla punta dei capelli...
Se dovevo morire...almeno avrei venduto cara la pelle.
L'unico modo di far “guarire” Sarachan da quella forma era quello di farle male. Molto male.
E come facevo? Ero stremato...mi reggevo a fatica...non avevo forze nemmeno per un Fira...

Rimaneva un'unica carta al mio arco. La più pericolosa. Anche per me.
Mi era capitato di usarla, e in tutte le occasioni avevo scatenato un qualche disastro.
Ma era finito il tempo delle battute. Se ero un uomo, un mago, dovevo dimostrarlo.
Lo spirito del combattente si vede in momenti come questi.

La decisione fu presa mentre il WA stava per lanciarsi addosso a noi tre.

Remiem: SARACHAN! ASCOLTAMI!

Il WA si fermò a mezz'aria, mentre Night e Leon si grattavano il capo, chiedendosi cosa accidenti mi passava per il cervello.
Mi guardava con occhi che incutevano terrore perfino ai due Seed.

Remiem: Night...Leon...Sara...c'è una cosa che volevo dirvi...
Night: Ma ti pare questo il momento?????
Remiem: É terribilmente importante...non posso non dirvela. E lo dico anche per te, Sarachan. So che dietro quello sguardo truce ci sei tu.

Il WA non aveva combiato sguardo. Non gli sarebbe importato una mazza di ciò che volevo dire. Voleva solo ucciderci tutti.

Night: Ma che diamine stai farneticando?
Leon: Aspetta. Ascoltiamolo, non vedi che anche il WA si è fermato?
Night: E se fosse una tattica?
Leon: Ti pare che con la compagna di squadra fuori controllo lui pensi ad attaccarci?

Presi in mano il talismano di Draconifors. Fino ad oggi era sempre stato un aiuto fedele, un prezioso alleato per tenere a bada quell'ultima risorsa che adesso ero costretto a scegliere.
Ora o mai più.

Mi tolsi l'amuleto e lo gettai a terra.
Ci fu un attimo di silenzio...non appena arrivò il suono dell'amuleto che toccava terra, si scatenò l'Apocalisse.

Urlai di dolore. Senza il dovuto sigillo, la bestia che covavo dentro stava ribellandosi.
Era ansiosa di uscire. Bramava vittoria, voleva carne da massacrare.
L'esplosione di energia oscura che divampò dal mio corpo fece volare via i tre combattenti, fino a lanciarli letteralmene a metri di distanza.

Non appena il fumo si diradò, rivelai la mia ultima speranza...
I miei occhi avevano preso fuoco. I miei denti erano cresciuti, e la mia rabbia avvampata all'esterno. Remiem non c'era.

Devil Remiem portava energia fresca fresca, pronta da scagliare contro quell'essere diabolicamente angelico che si rivoltava contro il compagno di squadra.

Per la prima volta, vidi Night fare una faccia seria.

Night: Oddiosantissimo...
Leon: Adesso siamo nei guai, collega. Quell'essere non prmette nulla di buono.
Night: Che facciamo? Comincio ad avere paura...
Leon: Anche io non sono al cento per cento, ma dobbiamo fare qualcosa.

Intanto che i due Seed discutevano, il WA, visibilmente sorpreso dalla mia trasformazione, si avventò contro di loro.
Non riuscì a raggiungerli. Fu spinto indietro da un mio potente Firaga.

In questa forma non solo sentivo nuove energie e nuove sensazioni scorrermi all'interno...sentivo il mio potere aumentare a dismisura e la mia velocità di casting sfiorare la Magia Istantanea.
Non ero più me stesso. Ero un demone, carico di odio e rabbia.
Mi dispiaceva. Ora più che mai avrei messo a repentaglio lo scontro...

Le mie sensazioni benigne furono poco durature. Una frenesia imcontenibile mi assalì, lanciando altri Firaga in sequenza al White Angel...finalmente poteva dire di avere trovato qualcuno al suo livello di disumanità.

Night e Leon non stettero a guardare. Afferrarono saldamente le loro spade e si prepararono ad attaccarci.
Evidentemente non erano consci del pericolo che stavano correndo.

Devil Remiem: Voi due statene fuori.

Furono scoraggiati da un Thundaga molto potente che li colpì, scaraventandoli a terra con violenza.

Fissai i miei occhi con quelli del WA...non era la prima volta che ci affrontavamo in quelle forme...
E nenache questa sarebbe stata una volta facilmente dimenticabile.
Dopo alcuni secondi, l'azione. In contemporanea, lanciammo due magie di grande potenza, dalla forma modellata a raggio orizzontale e dal mantenimento prolungato.
Sancta contro Darkaga. Il Sacro contro l'Oscuro. L'Angelo contro il Demone.

Le due magie esplosero in tutta la loro potenza...Ormai il demone e l'angelo avevano dimenticato di essere amici, ora erano i due elementi opposti che si confrontavano.

I raggi continuavano a scontrarsi...nessuno prevaleva. Il potere di Devil Remiem e del WA erano quasi uguali. Nessuno avrebbe vinto...neppure quando le due creature iniziavano a perdere colpi.

Avvertivo la mia avversaria stancarsi. Avrei voluto approfittare del momento per prevalere, ma non ce la facevo. Non potevamo continuare. Non in quello stato.

E fu in quel momento che il confronto delle due potenti magie raggiunse il punto critico ed esplose.

Un'esplosione.
Tanta energia che mi investiva.
Le mie ultime forze che se ne andavano.
Calma.

Io che mi accasciavo a terra.
I miei occhi aperti a malapena.
Sarachan, tornata normale, che giaceva a terra.
Leon e Night storditi dal colpo violento, anch'essi a terra.
Il mio potere che fluiva all'esterno di me.
Accanto a me. Lo avvertivo a tastoni. L'amuleto.

Con le mie ultime forze lo raccolsi e me lo rimisi.
Una sensazione di pace mi invase.
Diedi un ultimo sguardo intorno a me.
Tutti a terra.
Lo scontro aveva tirato fuori il peggio di me e di Sarachan.
Scorsi il torace della mia compagna di squadra muoversi debolmente.
Sorrisi. Non era morta.

Buio.
Leonheart88
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Leonheart88 »

Leonheart88:"Gaio secondo te sono vivi?"
Night:" *punzecchiandoli con un bastone* boh muoversi mi sembra lo facciano..."
Leonheart88:"... Altrimenti abbiamo vinto noi :supercool: "

Un debole gemito proveniente da ambedue le parti indicò che i due avversari erano ancora vivi..

Leonheart88:"Ehi belli.."
Remiem:"Si?"
Night:" Se avete finito ora toccherebbe a noi"
Sarachan89:"Ma veramente..."

Leonheart88:"TRIMAGIA...."
Night:"FIRAGA!"

E i due cadetti finirono contro il muro di una casa abbrustoliti al punto giusto.

Leonheart88:"Abbiamo proprio un talento per fare la carne alla brace gaio"
Night:"Sarà, ma a me piace più cotta.."
Leonheart88:"Rimediamo.."

Sarachan si alzò in piedi, troppo provata per usare una qualsiasi delle sue mosse angeliche, riuscì a ripararsi dietro l'angel blade un istante prima di essere travolta dalla mannaia di Leon.
Il colpo fu comunque molto forte e la ragazza fini sopra il suo compagno sdraiata per terra.

Si rialzarono, nonostante tutto volevamo ancora lottare.. guardarono negli occhi i loro avversari..
Stavamo giocando a morra cinese per vedere chi doveva attaccare.

Leonheart88:"VIntooooooooooo"
Night:"Solito culo :tots: "

Non poteva sopportare oltre...

Remiem:"FLARE!"

"Attento gaio!"
Sporse la mannaia di fronte al viso di Night assorbendo interamente il colpo.
L'ex Seed fece capolino nel buco dell'arma (meglio che un cecchino) e sparò di risposta un idro che si infranse sopra le teste dei due..

Leonheart88:"Ma non li volevi più cotti??"
Night:"Lascia stare non mi piace sgranocchiare le ossa.."

Remiem:"Ma non eravate esausti dopo tutto quello che è successo?"
Leonheart88:"No veramente stavamo assistendo al vostro spettaccolino :sgamato: "
Night:"Ah ti devo i soldi per i pop corn :asd: "

Sarachan: Continuiamo!"
Leonheart88:"Mi piace il carattere di sta ragazza :asd: "

Dal canto suo Night, facendo spallucce per far segno di infischiarsene,lanciò a Leon una magicite thunder e caricò l'ennesima magia contro il gruppo di sventurati.
La magia Blizzara si formò nelle mani del ragazzo, per poi essere in seguito lanciata.
Nel mentre,Leon aveva fuso la sferetta gialla alla mannaia.

Un tuffo sincrono verso destra.
E i frammenti di ghiaccio furono schivati.
La mannaia spuntò dal nulla.
E dal nulla colpì i due cadetti.

Furono sbalzati una decina di metri addietro, rotolando per terra nella polvere si fermarono a ridosso della stazione ferroviaria,semi paralizzati.

Leonheart88:"Gaio! Usiamo la nostra limit!"
Night:"*con voce struggente e sguardo fisso in un punto non definito* No!!! è troppo pericoloso! Potrebbe essere una mossa fatale!"
Leonheart88:"Se non riusciamo a usarla ora non ce la faremo mai più!"
Night:".....ok...."

Si misero uno di fianco all'altro.
Le mani giunte sul petto.
E iniziarono.
Night trasformo la Metamor Blade in un microfono munito di annessa presa elettrica e prolunga collegata direttamente al Garden.

"JHONNY, E' QUASI MAGIA JHONNYYYYYYY"

Il canto sincrono dei due ebbe effetti devastanti su Remiem e Sara, rimasero inebettiti a bocca aperta paralizzati dal terrore e dal disgusto..

Night:"Mi sembra che li stiano venendo a prendere dall'acca.."
Leonheart88:"Tu vai con loro?"
Night:" (Se vado con loro Otta mi ammazza) No mi sa che tornerò da solo, E magari passando da un'entrata secondaria"
Leonheart88:"Per i danni?"
Night:"Ci penso io :asd: "

E il gaio lasciò un biglietto in mezzo alla piazza:
Buono per un regalo contattare Otta..
annapelera
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da annapelera »

Annapelera versus Final Quark

Regole:
- 3 post, divisi in 2 per Annapelera e 1 per Final Quark
- consentite solo le armi bianche (niente schegie o zanne al di fuori dei potenziamenti)

Ambientazione: metropoli in rovina

Annapelera si era posizionata di fronte a Quark, notando la sua espressione turbata; anche lei tuttavia era intimorita dal potere che poteva essere sprigionato dalle sue nuove armi.

Anna: Allora, sei pronto?
Quark: Uhm, sì. Cominciamo!

Il ragazzo sfoderò una katana; la X-saber controllò i suoi adorati Kiribachi: si ripromise di dare loro un nome dopo quella sfida, quindi sfoderò le prime due zanne che riuscì a trovare, ovvero due Zanne Rosse: le mise nei caricatori e premette i pulsanti: la potenza sprigionata avvampò le lame rendendole roventi; contemporaneamente il guanto sulla mano sinistra lampeggiò di rosso.

Anna: "Lo sospettavo... quando potenzio le lame non sono in grado di rilevare la magia avversaria... vabbè, andiamo avanti."
Quark: Ghh! fatti sotto!

Le lame cozzarono con violenza: sembrava che la Katanza fosse resistente alle fiamme, ma l'attrito fece schiantare i due avversari a terra distanti uno dall'altra; Annapelera non perse tempo e si scagliò in avanti a lame incrociate, ma all'ultimo Quark si spostò lasciandola cadere per terra.

Quark: Che c'è, manchi di velocità?

Quindi si fiondò rapidissimo con l'intenzione di infilzarle una mano; fortunatamente il calore emanato negli ultimi attimi della magia delle lame gli fece perdere slancio, consentendo ad Annapelera di spostarsi appena in tempo.

Anna: "Merda! Non devo perdere un secondo! Allora... cos'è il prossimo... ah, trovato!"

Inserì due schegge Aerora e attivò i bottoni: la magia non proruppe, ma si fermò sulle lame, come in attesa.

Anna: "Fendenti volanti? È possibile?" vediamo come te la cavi con questi: grrià!

Velocemente produsse un fendente che sfrecciò verso Quark, il quale portò avanti la katana per proteggersi: il fendente si divise in due risparmiando il cadetto.

Anna: Capisco... potenza limitata al livello magico della Scheggia... ma ho ancora un po' di materiale da testare, quindi... combatti, Quark!
Quark: Gnn! Non me lo faccio mica ripetere!!!

I due si scagliarono uno addosso all'altra: la X-saber sentiva di nuovo un'eccitazione da battaglia che non provava da mesi...
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