Zoolab/Stiva

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FinalQuark
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da FinalQuark »

Annapelera versus Final Quark
Arena: Più o meno questo


MUSICA, MAESTRO

Quark stava correndo verso Annapelera, e lei verso di lui. Non sapeva cosa fare. Quando erano a pochi centimentri di distanza, la sua avversaria spinse di fronte a sè le proprie armi con l'intento di colpire Quark in viso, ma egli sollevò la katana di modo da parare il colpo, e entrambi si gettarono all'indietro.
Il cuore gli batteva forte e non sapeva cosa fare. La sua avversaria era ferma ad una manciata di metri da lui. Di colpo gli venne un'idea, forse un'idea stupida, ma qualcosa che poteva riempire quegli attimi silenziosi.
Si gettò di corsa al lato. Saltò oltre qualche maceria di palazzi e girò dietro alla sua avversaria, che continuava a guardarlo, impassibile. Allora gridò un banale: -Attenta!- con un'aria spaventata. Nell'attimo in cui ad Annapelera venne il dubbio de voltarsi, dall'alto le si gettò addosso, ma lei lo costrinse a scansarsi mollando un fendente con un kiribachi, allora Quark si gettò a terra lateralmente e tentò di colpirla ai piedi con la katana. Annapelera saltò, ma Quark aveva (più o meno) previsto quella mossa e si rigirò colpendola al ginocchio con un calcio. La sua avvversaria quasi cadde a terra, ma le bastò allungare le mani davanti a sè per recuperare l'equilibrio e contrattaccare. Quark corse all'indietro, vide un palazzo inclinato e si mise a corrervi sopra, seguito a ruota da Annapelera.
-Cosa speri di fare?- Gli gridò la sua avversaria con tono di sfida.
Quando Anna stava ormai per raggiungerlo e... aprirlo, Quark tentò un acrobazia troppo difficile, e scivolò sulla superfice del palazzo cadendo a terra. In quel momento Annapelera gli era addosso, la vedeva sopra di lui. Allora appoggiò le mani a terra e si alzò in una mezza verticale colpendo di fronte a sè con un calcio di entrambi i piedi. Era riuscito a colpirla da qualche parte, ma come previsto le mani gli scivolarono e si spostò oltre la struttura del palazzo, facendo un volo a terra di venti metri, con sotto di sè un morbido cuscino di detriti.
"Non devo mollare, ci sarà qualcosa che possso fare..."
In un istante si rialzò, pronto per evitare la sua avversaria che gli stava piombando addosso.
-Forza Quark, facciamo le cose un po' più seriamente!-
Quark era senza forze, ma recuperò la katana da terra e tentò un affondo, che venne prontamente deviato da Annapelera, la quale inserì una scheggia rossa nel kiribachi, il quale scottò la mano a Quark che, istintivamente, mollò la katana, che venne scagliata a 50 metri di distanza. Quark non poteva raggiungerla, e doveva recuperare fiato. Aveva la propria unica arma ad una cinquantina di metri dietro a sè, e un'Anna decisamente incazzata ad una cinquantina di centimetri sopra.
-Basta, facciamola finita!-

---FINE MUSICA---

Quark era spaventato da ciò che stava per succedere. Annapelera sollevò le due armi e le sovrappose tra loro, unendole. Quark si allontanò un po', e Aannapelera iniziò a girare su se stessa sempre più in fretta. In pochi secondi le lame, anche grazie all'aiuto fornito dalle scheggie rosse, divennero incandescenti. Quark si alzò in piedi tentando di scappare, ma la "trottola" era diretta verso di lui. In un attimo sentì un forte formicolio alla pancia, appena in tempo per venire colpito in quel punto da Annapelera. La trottola incandescente roteava continuamente su di lui, che sentiva dolore, misto ad uno strano rumore, come di coltelli che intagliano delle piccole rocce a grande velocità. Velocità alla quale Annapelera stava roteando, ai danni di Quark, che era lì inerme e piegato in due.
"Non devo mollare... devo resistere... è già tanto che non mi ha tagliato in due, posso resistere ancora se è cos... AAAGH! cos'è questo rumore?!"
Un incessante ronzio riempì le orecchie di Quark, mentre Annapelera fermava il proprio giro mortale e lui volava a schiantarsi contro un mezzo palazzo, che crollò su di lui. Sentiva l'impugnatura della propria katana a contatto con le dita, ma non riusciva a muoversi.
tum tum
tum tum
Il suo cuore batteva, ma non sapeva se era esattamente vivo.

-Ehi Quark, tutto bene? Oh no, forse ho esagerato, credevo di scagliarlo via subito, adesso potrei anche averlo tagliato in due...-

Quark vide davanti a sè delle immagini. Due uomini lo guardavano. "Esperimento riuscito, congratulazioni"
E poi sentì tutto il proprio sangue bollire. L'attacco di Anna non gli aveva fatto niente perchè gli era successa la stessa cosa che era successa nella caverna, e anche nel bar. Una mano coperta di squame nere e munita di artigli afferrò la katana. Sentiva di riuscire a muoversi nonostante fosse sommerso dalle macerie. E il suo sangue era caldo. Molto caldo. La maglia della divisa accademica era distrutta, in parte anche dall'attacco di Annapelera. Quark sentiva di aver spirgionato una grande potenza, ma non appieno. Poteva fare di più, ma questo bastava. Sollevò l'enorme corpo e ruggì. Un ruggito infuocato che fuse tutte le macerie ferre attorno a lui, e al contempo offrì un bello spettacolo agli spettatori inesistenti.
-Ma che cos... Quark!-

IRON MAN

Quark, o quello che ne riamneva, aveva la katana in mano. Appoggiò una zampa nera al pezzo di roccia sotto di sè.
Non riusciva più a controllare ciò che diceva.
Una voce roca uscì dalle sue labbra.
-Firaga-
E un'enorme palla di fuoco si scagliò contro la sua avversaria, che, confusa, sollevò i kiribachi ancora sotto l'effetto delle zanne rosse e ne parò in parte l'effetto, ma venne lo stesso scagliata all'indietro. Quark tentò di far uscire le ali, ma aveva troppa poca energia e portare aventi la trasformazione l'avrebbe fatto come minimo svenire. Scostò il fumo dovuto al firaga dal muso allungato, e si avvicinò lentamaente alla propria avversaria.
Annapelera era ancora lì, ancora intatta.
-E tu cosa saresti, una specie di lucertolone nero? Bah, Quark potevi dirmelo che usavi certi sporchi trucchi!-
E sorrise, pensando che quark fosse esperto della propria trasformazione, e in grado di controllarla. Ma Quark seguiva solo il proprio istinto, usò la coda per afferrare il collo di Annapelera e sollevarla di fronte a sè.
-Q-quark che stai facendo?-
Quark ruggì fortemente, afferrò la katana con entrambe le mani e si preparò a trapassare l'avversaria.
Annapelera intanto tentava di raggiungere i kiribachi che aveva per sbaglio fatto cadere a terra.
---FINE MUSICA---
Quark stava per affondare, ma un forte mal di testa gli fece indolezire tutti i muscoli. Mollò Annapelera e si gettò a terra, gridando. Annapelera prese una zanna idro e la mise in un kiribachi, colpendo Quark con un forte getto d'acqua. Adesso Quark era un po' più coscente di ciò che succedeva. Non doveva uccidere l'avversario, doveva solo batterlo. Ma molto forte. L'essere sorrise, mostrando una doppia fila di zanne affilate. Ancora non riusciva ad estrarre le ali. Anna intuì l'atteggiamento di sfida dell'avversario, e sorrise anch'essa. Si lanciarono entrambi all'attacco.
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da annapelera »

Annapelera versus Final Quark

Annapelera era stanca e leggermente spaventata, anche non lo dava a vedere: il suo avversario si era rivelato più tosto del previsto, ma forse era meglio così... Cercò le successive schegge da testare: aveva provato il fuoco, l'acqua e il vento, ma c'era altro che poteva usare.

Anna: Ptù; allora Quark, ti stai rilevando più interessante del previsto, quindi voglio provare una tattica differente.

La bestia si limitò a sorridere, emettendo un alito che avrebbe fatto sembrare un Molboro il testimonial del Chanel n°5, quindi balzò in avanti: sembrava avesse un paio di ali, ma non le stava usando; la X-saber si stizì per la sua troppa velocità e provò a inserire una Scheggia Protet nel Kiribachi destro, ma non fu abbastanza: l'artiglio penetrò lo scudo azzurro che si era creato intorno alla lama producendo un vistoso squarcio cremisi sulla spalla destra; Annapelera scartò a terra urlante dal dolore... ma con che cxxxo erano fatti, con il diamante?

Anna: "Calmati, calmati: tu sei una stratega, sai che ognuno ha un punto debole, quindi questo bestione non è da meno: allora, ha delle ali che non riesce ad usare, gli artigli duri come chissà cosa e forse denti anche peggiori, combinando il tutto con un'incredibile velocità... forse mi basterebbe farlo svenire, ma come? Mmm... forse ho trovato, ma non sarà semplice...

La mostruosità l'aveva trovata, ma Annapelera aveva già inserito una Zanna rossa e una Scheggia Idro: attivandoli e avvicinando le due lame si creò una piccola ma fitta nebbia; la guerriera si spostò velocemente dando un'occhiata al suo avversario per controllare che non la stesse vedendo e rimase impietrita: lui la fiutava.
Venne presa per il collo e sbattuta contro la base di un edificio; si rialzò a fatica, il sangue le colava dalla fronte, macchiando i capelli biondi, ma ormai non importava: lo scontro sarebbe finito con la sua ultima mossa. Prese due Schegge Aeroga, le più potenti che poteva avere le attivò: poi guardò in faccia la bestia-Quark.

Anna: Ascoltami, Quark: non so se puoi sentirmi, ma ti giuro che con questo colpo ti libererò: questo scontro mi piaciuto, mi ha fatto capire che devo migliorare ulteriormente e che ho altro materiale su cui lavorare, ma sopratutto è stato pieno di sorprese, quindi... ti ringrazio.

La lucertolona si limitò a ruggire, così Annapelera posizionò le sue lame in verticale in modo che le else combaciassero.

Anna: Innocenza forzata!

Era stato un sussurro, ma l'imperiosità con cui era stato pronunciato lo aveva fatto sembrare un grido: subito dopo 4 fendenti volanti erano partiti verso la creatura, la quale ovviamente si era abbassata per evitarli: ma non era a Quark che erano diretti...
Il palazzo alle sue spalle cominciò a rovinare per essere stato tranciato in due, crollando addosso alla bestia. Quando la polvere si diradò, la X-saber si tarscinò senza forze verso il corpo ormai esausto di Quark, che nel frattempo era tornato normale.

Anna: G-grazie Quark.
Quark: Tz; dovrei ringraziarti io per il fatto che tu mi abbia lasciato in vita... mi daresti una mano? Dovremo andare all'infermeria e già sento le urla di Xed...
Anna: Per non parlare di quelle di Darkhearts, ah ah ah!

I due si trascinarono verso l'uscita, mentre Anna menteneva fede alla sua promessa:

Anna: "Sì, ho deciso: credo che li chiamerò Afflizione e Liberazione; oggi non mi hanno deluso, e sono certa che nemmeno in futuro avremo problemi."
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Ruben -.-
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Ruben -.- »

Xed Vs Ruben

2 post ciascuno
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Giudice: Fuko Kameyama


Perchè siamo quì?
Ho sfidato Ruben diversi anni or sono. Finalmente questo combattimento si fa! :twisted:
Non puoi essere quì. Lui è al Garden, tu sei in Accademia (e chissà quanto tempo ancora ci resterai!); questo scontro è a dir poco impossibile.
Non hai tutti i torti...eppure sono quà.
Te lo ripeto..questo scontro non è reale.
In effetti non mi importa molto, anche se mi piacerebbe capire il perchè la mia immaginazione stia partorendo tutto ciò.
Ti do un aiutino.
[Tempo prima durante il conclave per i voti dell'ultima sagra... ragionando su un ipotetico partecipante...]

Ruben: Non penso che il tuo ragionamento sia giusto. Il combattimento è istinto, ok è vero. La sagra è una caccia, siamo in accordo. Ma negare le emozioni provate solo per il puro piacere della lotta mi sembra molto riduttivo.
Xed: La sagra non è semplice caccia. Ci sono mostri pronti a farti la pelle se ti distrai un attimo. Se ad ogni mostro che uccidi ti soffermi a pensare "Ho fatto bene?" "Ho fatto male?" "Perchè l'ho fatto?", finisce che ti ritrovi a terra morto prima ancora di finire il pensiero.
Ruben: La Sagra arricchisce l'esperienza di ogni SeeD e Cadetto. Non meditando sulle azioni compiute, come pretendi di crescere mentalmente?
Xed: Il campo di battaglia non è luogo per seghe mentali. O uccidi o vieni ucciso.
Ruben: Tid?
Tidusback: Io me ne tiro fuori. :smt095
Ciò che ti ha detto ti ha colpito, non è così?
Io resto ancora della mia idea. :tots:
Hai dei dubbi però...se così non fosse non saresti quì.

Ruben: Che ci fai tu quì?
Xed: Combattiamo per capire chi aveva ragione quella volta?
Ruben: Questo combattimento è generato dalla tua mente. Il dubbio è tuo. Io non devo capire se avevo ragione o meno.
Xed: Ho bisogno di una seduta dallo psicanalista. :tots:
Ruben: Psicanalista. Nessuno mi aveva mia chiamato così. Va bene. Vediamo di mettere un po di ordine in quella tua testolina confusa.

Sidereon: E ora son cavoli tuoi!
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da NobodyXIII »

Xed VS Ruben

Non solo un mio superiore. Non solo uno dei miei Comandanti. Non solo uno dei miei maestri e mentori. Ma un amico.
Un uomo per cui la stima non poteva avere fine, un "sensei" che diverse volte ha illuminato la sua via con il lume della ragione, mostrandogli verità nascoste.
Nel rapporto tra superiore e subordinato generalmente c'è molto più di quello che si vede all'esterno. Lealtà e fiducia, dedizione e amicizia. Uno guarda le spalle all'altro no? Lavorano insieme per compiere il loro dovere, non si contrappongon in maniera così feroce.
Ma colui che era davanti a me non era Ruben. Non poteva esserlo davvero. Oppure sì?


Le vie di Linblum sono intricate, oscure. Nella notte due figure corrono per la città desolata. Nessuno era presente. Xed scattava velocemente per le vie, cercando di sfuggire alla sua preda, questa volta più forte di lui. I ruoli che paradossalmente sono giusti e invertiti. Troppo distratto per cercare con lo sguardo, gli altri sensi non avvertono il pericolo, non sentono un fruscio d'abiti o la colonia dell'uomo (?!).

Sunrise sprizza scintille a contatto con Diamond Bless, illuminando i volti dei due combattenti. Un altro slancio e Xed riesce ad avere la meglio. Ruben riesce a bloccare con maestria il vorticare della bilama, ma il ritmo incalza, diventa frenetico e il mostro non può far altro che scoprir la guardia. Spingendolo con un calcio, Xed butta a terra Ruben, puntandogli l'arma alla gola.

Ruben:"Ebbene?"
Xed:"Ebbene cosa?"
Ruben:"Io non sono..."

Il volto di Xed si trasmutò: zanne lucenti nella notte, il muso di un Phang ringhiava.

Ruben/Phang:"NoN sOnO cHi Tu CrEdI :twisted: !"

Il lupo sferzò la spada di Xed, scoprendone la guardia. Solo un'esplosione di sangue ne è il seguito... e dopo arriva anche il corpo del lupo, decapitato da un movimento repentino di spada da parte del medico.

Per fortuna che ne ha due, di lame.

Ruben:"Ebbene?"

Xed voltò lo sguardo. In alto, su un tetto, un'ombra. La luna splendeva dietro alla figura, ma l'intuito suggerì il nome di Ruben.

Xed:"Ebbene COSA?! Ti stai prendendo gioco di me?!"
Ruben:"Su ora dimmi. Cosa hai fatto?"
Xed:"Ho ucciso. Allora? Se anche fosse, questo lupo è solo un nemico."
Ruben:"Realmente? Cacciava per fame, non per ucciderti."
Xed:"Cacciare o venir cacciati. E' la regola per cui siamo evoluti!"
Ruben:"Non capisco ciò che intendi dire..."
Xed:"Probabilmente, se all'inizio della storia non fosse prevalsa la regola 'cacciare o venir cacciati' non ci sarebbero state evoluzioni di uomini. Non ci sarebbero stati uomini, perchè cacciati, diventati prede. Solo questo concetto ci ha salvato dagli animali feroci, dalle bestie e dalle loro evoluzioni, ciò che noi chiamiamo mostri!"
Ruben:"Ah questo non lo nego. Ma reputi giusto a tal punto, uccidere per gioco?"
Xed:"Se c'è un gioco che non ti piace non ci giochi. Se giochi, segui le regole."
Ruben:"Ebbene? Cosa ti spinge a condurlo? Sapendo anche che sei costretto a uccidere?"
Xed:"Misurarmi. Voglio sapere quanto forte posso diventare. Quanto in là potrò tirare il mio sasso. Se riuscirò a tirarlo in Garden, alla fine."
Ruben:"Sogno irrealizzabile. Piantala subito, finiresti per rimanere deluso e poi finiresti solo per ripagare un vetro rotto."

Xed si lancia, furente. Colpisce con cresente violenza, vuole prevalere. Ruben non mostra anima, para con indifferenza, scarta, niente lo colpisce, niente lo scalfisce. Una capriola salva Xed dalla risposta di Ruben,
che vigorosamente contrattacca. Xed fa in tempo solo a vedere la lama sferzare l'aria a pochi centimetri dal naso che Ruben sgambetta. Xed scivola e rischia di cadere dal tetto della casa su cui combattevano. La lama gli sta per cadere. Vede solo il lampo di malizia negli occhi di Ruben prima di sentire un forte dolore alla mano. Gli artigli aguzzi di un immenso Garuda tentano di perforare la corazza di scaglie del suo sinistro e sembra riuscire nella sua impresa. Il palazzo è alto e Xed notò di NON poter cadere.

La caduta è inevitabile, il dolore accecante.
Ruben gli si avvicina durante la caduta, che sembra rallentare e Xed lo sentì parlare molto vicino, quasi come gli stesse sussurrando all'orecchio.

Ruben:"Implora pietà, chiedi perdono. Potresti aver salva la vita."
Xed:"Non avrà pietà di me. Io non l'avrò di lui. NON SARO' LA SUA PREDA :grr: !!"

Ripresosi spiccò un balzo appoggiandosi al muro della casa. Il vicoletto in cui era incastrato forniva molti spunti acrobatici. Xed preferì attenersi ad una sobria caduta, atterrando in un balconcino. Si spinse con tutte le forze per saltare e saltare ancora. Dei muri così stretti offrivano su piatti d'argento possibilità simili.
Quando fu sul tetto sentì la rabbia montare.

Ti stai prendendo gioco di me?!

Sul riflesso della luna, le canne delle Double Viper scintillarono, sfoderate con eleganza dall'interno del camice da dottore. Dei fiori di luce sbocciarono e altrettante rose rosse si dipinsero sulle ali del mostro.
Un altra sferzata e un taglio di netto divise la testa del volatile dal suo prezioso corpo. Un altro lago di sangue, sangue che ricoprì le vesti lacere del Cadetto.

Ruben:"Sei sicuro di non essere un mostro anche tu?"

Gli occhi scuri di Ruben si specchiarono nel volto di un mostro, dagli occhi chiari e grigi e dal camice macchiato di sangue.
Le vesti di Ruben si fecero anche esse logore e una rabbia crebbe nel suo sguardo.

Xed:"Sbaglio o anche tu sei stato... e sei ancora una 'preda' anche se a modo 'vostro'?"


Sidereon:"Chissà se sa di cosa sta parlando... è un touchè pesante da parte di entrambi. Eheh, gli umani sono così divertenti."
Premi Sagra...
Premio inventiva!
(Edizione X della Sagra di Caccia a Lindblum)

O.o KING OF THE PENCIL! o.O
Grazie Paine!
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Ruben -.-
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Ruben -.- »

Ruben: No, no, no, no. Hai capito male. Di nuovo. Questa è la TUA mente. Non posso dare spiegazioni riguardanti me. Non è uno scontro normale, non mi puoi indurre a riflessione su qustioni che riguardano "Ruben". Alla fine io ne so quanto te. Tu invece...manchi di riflettere su te stesso.
Xed: Ho gia detto ciò che penso.
Ruben: Uhm...non tutto! Non prendermi in giro...io so cosa ti passa per la testa. :wink:

I due presero a fronteggiarsi. Xed continuava a girare attornoa Ruben che lo seguiva con piccoli passi laterali e occhi svegli. La spada bilama di Xed prese a roteare e a compiere affondi miati che Ruben deviava quasi con noncuranza. Un fendente dall'alto in basso invece lo costrinse a schivare e il successivo affondo a taletrasportarsi dietro Xed che invece non c'era più. Una voce dietro Ruben beffarda: "Conosco anche io questo trucchetto." ...e l'affondo impossibile da sbagliare, impossibile da schivare. Al colpo di Xed mancava pesantezza, fisicità...un po come se avesse colpito un lenzuolo svolazzante invece che un corpo di carne e sangue.

Ruben: Hai scelto un bel terreno d combattimento, il solo nel quale l'unico che non può perdere sono io!
Xed: Se sei davvero frutto della mia mente, io ti posso prendere a calci in culo! :grr:
Ruben Devi applicarti!

La danza riprese con Ruben che non mostrava segni di debolezza dovuta a ferite o stanchezza, quando dall'altro lato Xed rallentava fisiologicamente la sua foga.
Lo scintillar di lame illuminava i borghi spogli di una Lindblum fittizia. Sugi spalti usati solitamente da pubblico e giudici una figura seduta e una che lo stà raggiungendo.

Ruben: Allora come va lo scontro?
Xed: Io sto cedendo e tu sei fresco come le rose. Stai barando.
Ruben: Ma anche no! :smt005 Che mi dici quindi?
Xed: Non ho cambiato idea. Il sentimentalismo in battaglia è deleterio.
Ruben: "Riflessione" Xed, non "sentimentalismo". Scusa...ma quando dici...
Misurarmi. Voglio sapere quanto forte posso diventare. Quanto in là potrò tirare il mio sasso. Se riuscirò a tirarlo in Garden, alla fine.
... non significa forse che non combatti solo per sopravvivere ma anche per motivi inerenti alle riflessioni che fai sulla tua vita, sui tuoi obiettivi?
Xed: Ma io non mi perdo in romanzi fisolofici mentre un mostro cerca di azzannarmi! :tots:
Ruben: C'è chi ha salva la vita per quei "romanzi filosofici". Il pensiero nel combattimento è ciò che distingue un soldato da un eroe. Forse è giusto quello che ti manca per diventare SeeD.

Xed si fece pensieroso. Era davvero così? Mancava così d'animo quando combtteva o era solo una sua fissa pensarla a quel modo quando forse la realtà era diversa?

Ruben: Stai crollando.
Xed: Sto bene. Non vado mica in depressione perchè...
Ruben: No, dico...laggiù nella stradina stai crollando. Fra poco l'altro Ruben vince. (indicando le due figure che si fronteggiavano tra le abitzioni)
Xed: Non mi pare possa farci poi molto. L'hai detto tu che sono l'unico che può perdere qui. :roll:
Ruben: Forse tu non puoi vincere ma puoi mirare almeno ad un pareggio con le giuste motivazioni. :wink:
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Romano Battaglia
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da NobodyXIII »

L'ennesimo calcio in pieno volto. Le stava prendendo di santa ragione e non riusciva a cambiare la situazione. Fedele ai suoi schemi non demorde e ritenta, ma di nuovo le lame si incrociano e le nocche del duro Comandante approvano l'ennesima constatazione amichevole con il naso dell'ottuso Cadetto.

"Perchè... PERCHE'?! Cosa manca, cosa serve, cosa occorre..."


Si riflesse di fronte a Xemnas, capo dell'organizzazione.

"Forse ho vissuto troppo... sono cresciuto troppo come un soldato."

--------
Xemnas:"Togligli il cuore."
Xed:"... Non posso. E' indifeso contro l'oscurità, non posso farlo! Non è giusto."
Xemnas:"E cosa è giusto a questo mondo? Sei in guerra pivellino, se rimani a fare tante cerimonie su colui che hai privato del cuore, 'ucciso' come direbbero gli uomini, allora morirai ucciso dalle armi di luce degli uomini stessi. E i mostri... se pensi che abbiano una famiglia alle spalle, non puoi farci niente. Potrai provare a convincerlo di non farsi sotto, questo sì. Ma se attaccherà e tu rimarrai indeciso sul da farsi..."

E intanto separava in due metà il corpo di un Heartless alato.

Xemnas:"... morirai, divorato dai tuoi stessi dubbi e dalle tue stesse paure."
--------------

Ma ancora un'altra volta Ruben lo mette al tappeto. La faccia di Xed, ormai coperta di lividi e rivoli di sangue, guardava con odio e rabbia il suo avversario. L'improvvisazione gli era sempre piaciuta, come suonare. Spezza in due la spada bilama e la impugna come due spade differenti. Corre incontro a Ruben che attacca subito con un fendente laterale. Aspettandosi una parata, Ruben fenderà il vuoto. Xed invece gli scivola sotto le gambe per colpirlo alle spalle con un calcio nella schiena, che allontana quella fredda furia, in esperienza così elevata da essere benissimo suprema nel suo genere.

Per cosa combatto in realtà?

Xed rimase sorpreso nel sentire questo pensiero farsi strada nella mente.

Non lo so nemmeno io, il padrone della mia mente.

Ruben:"Vedo che finalmente cedi :roll: ..."

Xed si voltò di scatto e notò che Ruben era tornato. Si era solo andato a prendere qualcosa da mangiare ad un chioschetto poco più il là degli spalti.

Xed:"Non so cosa rispondere."
Ruben:"Ok, stai cedendo :sisi: ."
Xed:"No... non sto cedendo. Sto cercando :tots: ."
Ruben:"Troppo orgoglioso per ammetterlo :roll: ?"
Xed:"Troppo testardo per dartela vinta :twisted: ."
Ruben:"Allora, pensa bene."
Xed:"Penso da troppo. Io certamente combatto ANCHE per trovare risposte ad alcune riflessioni, che arrivano dopo la battaglia, o durante momenti di pace in battaglia. Se ti fermi a dubitare in battaglia della purezza, dell'importanza, del senso di quello che fai, sei morto. Questo è sopravvivere :sisi: ."
Ruben:"Allora cosa stai facendo, nel combattere con me? Cosa vuoi?"
Xed:"Io voglio riflettere :mmh: ."
Ruben:"Dunque lo ammetti. Combattere per te non significa solo sopravvivenza."
Xed:"Per un verso sì, per un altro no. Ma non quando la vita di te stesso e di altre persone dipende da te e da loro. In quel momento non si può ragionare. Quando un soldato viene mandato in battaglia, la prima cosa che affronta è il terribile passo nel trasformarlo in un assassino. O vive, o muore, o vive da codardo. Rimmarrà rintanato in trincea, a crucciarsi in un angolo sul perchè uccide, perchè dovrebbe uccidere, se uccidere sia giusto o sbagliato. Oppure uscirà fuori e affronterà il lavoro che si è scelto con le palle necessarie. Oppure dubiterà e verrà trapassato dai proiettil nemici."
Ruben:"Ma quello è un soldato. Tu chi vuoi essere: un soldato o un eroe?"
Xed:"Qual'è la differenza tra soldato ed eroe? Qual è quella sottile linea che divide un mercenario, anche se fosse il più illuminato, da un SeeD? E chi è quello che esce vittorioso dalla guerra e tutti gli esseri umani lo giudicano eroe, seppur carnefice?"

--------
Ha capito ormai. Ogni nuovo movimento, ogni nuova mossa, ogni nuova acrobazia. Questo cambio di stile imposta il combattimento a favore di Xed. Ogni colpo è sferrato di potenza, non cerca più la precisione quasi millimetrica e fredda nel liberarsi dell'avversario. Una ruota a mezz'aria e una raffica di scintille esplose da Sunrise, in posizione orizzontale. Lungo la bocca un rivolo di sangue, Ruben accennava segni di debolezza fisica. Intanto ancora incalza Xed con degli affondi dall'alto e riesce a piegare Ruben alla sua forza. Ruben tenta di liberare la gamba che s'inginocchia. "Non mi freghi due volte!", Xed salta ed evita lo sgambetto, che lo allontana, facendo comunque guadagnare a Ruben la stabilità della situazione.
Sunrise pronta, Ruben scatta con un balzo feroce e ingaggia un corpo a corpo furioso, sventolando la sua spada come una mazza, nel tentativo di colpire con un fendente decisivo e sfregiare gravemente il nemico.
Sferza ancora e ancora, ma la guardia di Xed blocca la furia combattiva di quell'uomo troppo oltre la sua portata.

Ancora una volta l'ennesimo pop corn volteggia a mezz'aria e Ruben lo intercetta con la bocca, assaporandone il suo sapore salato.
Questa volta si ferma a guardare, non ne lancia più in aria e non ne attinge dal bicchierone.

Ruben:"Non so se è proprio questo che mi aspettavo :mmh:..."
Xed:"Non posso vincere, non posso prentendere nemmeno di pareggiare. In realtà questo scontro mi serve a dare risposta a domande cui non riesco a trovarla."
Ruben:"In realtà la sai, ma non la vedi. Osserva. Tu ora difendi con fierezza e con successo, ma ti stancherai e cederai. Perchè non riesci a trovare quel buco, quello spiraglio di luce..."
Xed:"Luce..."

Xed ancora una volta si immerse nei suoi pensieri.
Il soldato è un uomo che esegue gli ordini. Ma anche lui ha una coscienza, seppur soppressa quando preme il grilletto della pistola.
Il SeeD è un mercenario che esegue gli ordini. Ma anche lui ha una coscienza, seppur soppressa quando preme il grilletto del Gunblade.
Non sono macchine, sono esseri pensanti che sopprimono la loro coscienza per sopravvivere, ma poi essa li riassale, gli fa capire cose che non capiva, il motivo per cui combatte, chissà... Sono forse questi i tanto famosi eroi?
E chi è l'eroe… Colui che lotta la malvagità? O un uomo che ha fatto ben oltre il suo dovere?

"Quello con cui sto lottando è Ruben, il mio Comandante. Egli ha una famiglia, se lo uccido la moglie lo rimpiangerà, il figlio anche e crescerà nell'odio contro chi lo ha ucciso. Ma egli è un mio nemico. Se voglio sapere, se voglio avere risposte, se voglio sopravvivere, devo combatterlo e vincerlo. O almeno, voglio che mi dia una lezione."
Premi Sagra...
Premio inventiva!
(Edizione X della Sagra di Caccia a Lindblum)

O.o KING OF THE PENCIL! o.O
Grazie Paine!
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Giudizio

Messaggio da *Paine* »

Giudizio scontro Xed vs Ruben

Potrei dire subito chi dei due l'ha spuntata ma... Non lo farò! u.u
Scherzi a parte, devo dire delle cose. Per quanto riguarda Ruben, niente da dire, a me piace il suo stile, il suo modo di far capire cose o di farti arrivare a soluzioni alle quali da solo non sapresti arrivarci, ma non per ignoranza, forse per paura o per orgoglio, soprattutto per orgoglio.
Per quanto riguarda Xed, vedo in lui un netto miglioramento. Ha cominciato a capire cosa vuol dire "riflettere" in un post, ovvero non leggere soltanto ciò che si vede, ma cercare anche quello che è stato scritto tra le righe, i minimi dettagli e tutte le varie sfumature o significati che si celano dietro semplici parole scritte. Insomma le varie cose che differenziano uno scrittore da un altro. Vabbè, qua sarebbe da aprire una parentesi grande come la luna, perchè poi i gusti sono gusti e non tutti riescono o vogliono riuscire a capire cose scritte se lo scrittore non gli gusta! u.u
Tornando allo scontro, sottolineo che Xed ha "cominciato" a capire tutto questo, si sta esercitando nel trasmetterci cosa ha dentro, cosa ha da darci per far si che venga scelto al posto di un altro, in pratica ha cominciato a darci giù seriamente.
Il tutto si capisce dal cambiamento dello stile e della scrittura, ragionamenti, attacchi e situazioni molto più verosimili che nel passato. Posso solo aggiungere continua così! :wink:
In questo tipo di scontro però l'esperienza purtroppo fa la differenza. Se tu non avessi deciso di sfidare Ruben ma avessi sfidato chiunque altro (tipo me XD), avresti sicuramente pareggiato, se non vinto. La tua pecca rimane voler mettere troppe cose in uno scontro descrivendole per metà, creando così falle che ti fanno saltare il post anche se buono. Per la prossima volta, aggiungi meno cose ma buone, rielabora nella testa, controlla cento volte, insomma non permettere a nessuno di poter approfittare di un tuo errore in più per aggiudicarsi la vittoria! :hihi:

E, nonostante gli "orrori" grammaticali di Ruben (vado in buona fede sperando che tu fossi di fretta :twisted: ) ed i tempi verbali poco coincidenti tra loro di Xed, il vincitore è....


Ruben


Aggiungo... Leggendo questo post di Xed, mi è tornata in mente la vecchia sfida Paine vs Ruru! XD Non ricordo se rimasi tipo per ore pietrificata, nel vero senso della parola, in zoolab, ma questi sono dettagli! u.u
Non perderti d'animo comunque Xed, contro Ruben è difficile spuntarla, personalmente ce l'ho fatta dopo vari incontri e per puro miracolo! X°°°°°D
Spoiler
Ruru, ma come mai tutti vogliono affettarti a duello? XD
Offtopic: Cek la nostra sfida è in fase di elaborazione, non mi son dimenticata! XD
La sfera è perfettamente isometrica! cit.

"Attenti alla Vecchi Zia *Paine*, se fate gli utenti cattivi potrebbe trucidarvi! :twisted: "

Immagine
Scheda Paine

Oh, oh piccola Paine
Oh, oh piccola Paine
Piccola Paine stanotte hai picchiato
Tutti i nemici che ti hanno sfidato
Tutti i pazienti dell'infermeria
Che tempo e pazienza ti portano via...


[spoiler]
Le perle di zell987 ha scritto:
1: pota.... la fatina malvagia non credo sia mai esistita.... e se è esistita sta pur certa che o l'hanno uccisa o è morta per conto suo;

2: Io non ho una manica, ho un mazzo pieno di assi.

3: Tizio gay: Ma si, dai, bisogna essere aperti...

Zell (non conscio dell'orientamento sessuale del tizio): SI MA NON DA DIETRO!

4: il dialetto è l'arma che dio ha dato alle popolazioni locali per insultare i nemici con stile ed eleganza

5: dio non mi ha donato quella marcia in più, perchè, in quanto uomo, mi ha donato il pomello del cambio :-O

6: Parlando di problemi sentimentali della sottoscritta: Prova a vendergli un aspirapolvere, secondo me fai un affare! Te lo vendo a 10! No, lo voglio comprare a 15! 20! 30! Venduto!
Beh, però devo ammettere che forse 30 euro con un aspirapolvere rotto non glieli prendi
Lì ti ha fregato! :sisi: (una delle mie preferite! xD)

[/spoiler]
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Recks
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Recks »

"Non ho mai avuto paura del buio: ho sempre pensato che nulla si celasse nell'oscurità che non si potesse evitare. Eppure, dopo questo scontro comincio decisamente ad averne e le notti mi sveglio spesso di soprassalto, ansimante, in preda a un terrore indescrivibile.

Spesso la certezza di sapere ciò che sta sotto ai nostri piedi viene sopravvalutata, ma è un tesoro che, in situazioni come il mio ultimo combattimento allo Zoolab, acquisisce una notevole importanza".

***
Buio. Non vedevo nulla intorno a me, e inizialmente pensai che i macchinari dello Zoolab fossero stati colti da un blackout, eppure pensai che la mia richiesta non era poi così esagerata: volevo solo un nemico e uno scenario di combattimento casuale. Proprio per questo motivo quando decisi cosa fare cliccai sul display antistante l'arena su " nuovo progetto": Cek mi disse che aveva creato una modalità di combattimento ma che doveva ancora essere perfezionata e quindi decisi di aiutarlo combattendo con i parametri imposti dal suo progetto.

Cominciai a gridare, chiamando allarmato Cek, pensando che i problemi fossero di natura tecnica. Dopo non aver ricevuto alcuna risposta decisi di guardarci chiaro e con la flebile luce prodotta dalle fiamme di un Fire mi accorsi che lo scenario intorno a me era cambiato, lasciando posto a un'arena circolare in cui non filtrava alcun tipo di luce. Vi erano delle lampade penzolanti provenienti dal soffitto, ma sembravano essere in disuso da tempo, proprio come quella strada in cui si trovava, nella quale non c'era nessuna orma se non la sua e qualche strano foro nelle mattonelle che costituivano il sentiero sul quale stava poggiando i piedi. Probabilmente in passato doveva essere caduto qualcosa di abbastanza pesante da scalfire il terreno.

"Quando si è al buio, qualsiasi tipo di luce, persino la più fioca, sembra poter illuminare tutto ciò che si ha intorno e farti stare a tuo agio" pensai, guardando con attenzione qualsiasi cosa trovassi vicino a me, e tenendomi all'erta e rabbrividendo ogni volta che sentissi qualsiasi rumore, lo scalpitio dei miei passi compreso. Chi stavo prendendo in giro? Sapevo di mentire: la luce in ambienti come questi non ti fa sentire meglio, anzi, forse è proprio quest'ultima a farti realizzare che non hai alcuna via d'uscita. " Se solo riuscissi a capire dove mi trovo potrei capire contro chi potrei trovarmi. Magari è proprio un mostro della zona".

Senza accorgermene, mi stavo avvicinando al centro esatto di quella piazzetta, comunicante con diverse vie indirizzate a diversi angoli di Ivalice. Le gallerie di Barheim erano un luogo pericoloso, specie se non si aveva la minima idea di dove andare, irto di creature maledette e di Mimik in grado di danneggiare totalmente l'antica rete elettrica che illuminava i sentieri di quella zona quanto bastava per poterci camminare senza inciampare sulle rotaie o sui sassi.

In quel momento l'elettricità era stata succhiata interamente dai Mimik, che, inconsapevolmente o meno, facilitavano la caccia di quegli esseri scheletrici: quando calava la luce e un passante - solitamente degli evasi dalla prigione di Nalbina - si avvicinava all'uscita, questi veniva accerchiato da delle creature malefiche che si alzavano dal suolo, come se fossero retti da un incantesimo e sfinivano il pover'uomo, rendendolo esattamente come loro.


Io ero ignaro del fatto che questa sorte sarebbe stata presto toccata a me. Ero ormai al centro dell'arena e le prime presenze di abitanti in quella zona buia si fecero presto sentire. Un rumore di passi rompeva la quiete di quel luogo, ma non sapevo in quale direzione venisse, non vedendo nessuno nelle vicinanze, mi fece rabbrividire.

La luce del mio Fire era ancora attiva. A destra, sinistra, avanti e indietro non si vedeva nessuno. Avanzai di qualche passo, e guardando verso il basso notai che la sabbia attorno a me si muoveva, segno che qualcosa era vicino, e doveva essere grosso.

Alzai il mio sguardo verso l'alto. Deglutii ad istinto, in preda a un terrore facilmente comprensibile. Una Regina Mimik, inconfondibile per la stazza, stava camminando sul soffitto e le sue zampe anteriori, che aveva sporto in avanti, erano poco distanti dalla mia nuca, pronte a stringermi. Altri passi, questi decisamente meno rumorosi, si percepirono in quella sala, segno che i Battermimik erano di ritorno dalla madre dopo una lunga scorpacciata di elettricità fornita dalle gallerie di Barheim.

Capii tutto in poco tempo e tutto ogni secondo di più sembrava peggiorare. L'unico riparo che avevo in quel momento mi abbandonò: la fiamma si era spenta, e io ero circondato da nemici.

"Questo è decisamente un brutto inizio".

Un Vanish in quella situazione sarebbe stato inutile, essendo circondato da nemici che anche attaccando alla cieca sarebbero riusciti a colpirmi. Dovevo fare in modo do far tornare la luce nella rete elettrica di Barheim e ciò significava solo uccidere i Battermimik, prima che comparissero anche quei dannatissimi scheletri.

Con un Quake riuscii a far indietreggiare e cadere a terra quei piccoli automi, ma non riuscii a ferire la Regina Mimik che era ancora fissa al soffitto. Spazzai via con un Aero una scia di Battermimik, aprendomi la strada verso l'uscita più vicina a me, in modo da garantirmi una via di fuga in caso di pericolo: alcune macchine su ruppero e immediatamente una lieve luce filtrò attraverso le lampade che si trovavano sopra di lui.

Proprio nello stesso momento il bracciale che avevo sul polso destro cominciò a brillare, emanando una discreta luce. Sul piccolo display del bracciale c'era scritto:

Codice: Seleziona tutto

(Bracciale dx)
100 Points.
14.900 to next stage.
"Uno Stage? Cos'era? E perché proprio in quel momento erano apparse quelle strane parole sul braccialetto?"


- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Balthier si trovava più o meno vicino a Recks, ma era ignaro del fatto che ci fossero altri umani nelle Gallerie di Barheim. A differenza di Recks, entrambi i suoi braccialetti ( sia quello al polso destro che a quello sinistro) erano illuminati.

Codice: Seleziona tutto

( Bracciale dx)
400 Points.
14.600 to next stage.
 
Sul bracciale sinistro invece erano rappresentati tre cuori, uno dei quali era spezzato, ed era di un colore più scuro rispetto agli altri. Poco distante dal bracciale usciva lentamente del sangue. La lama di uno scheletro aveva penetrato la sua carne e lui gli aveva risposto con un potente Fire, polverizzandolo istantaneamente. Ormai di quella creatura non restava altro che cenere.

Strappò un pezzo della maglia usandola sulla parte lesa come se fosse una garza e poi, facendosi forza, avanzò verso il punto in cui si sentiva più rumore. In un certo senso il ragazzo sperava che ci fosse qualcuno con lui ad aiutarlo.

Quanto aveva ragione.


- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Ero spacciato. Speravo di essermi creato un varco per l'uscita, ma i Battermimik erano più veloci di me ed erano troppi. Erano minuscoli e inermi da soli, ma assieme costituivano una notevole minaccia. Mi avevano accerchiato.

" Aiuto!" gridai, ma nessuno rispose. Ero solo, dovevo aspettarmelo.
" Aiuto!" gridai ancora, con più sicurezza nella voce.

Una mela fosforescente apparve di fronte a me. Non faceva altro che ripetere " Vuoi uscire dal gioco?" ininterrottamente.
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Balthier91
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Balthier91 »

Da una parte un Mimik risucchiava l'energia facendo sprofondare la galleria nell'oscurità, dall'altra un trio di scheletri facevano la loro comparsa. La distanza era sufficiente per polverizzarli con un solo colpo, ma nel frattempo il Mimik avrebbe finito la sua opera, consentendo la comparsa di una mandria di nemici. Concentrarsi sul Mimik avrebbe significato fronteggiare la triade corpo a corpo, il che era un male.
Cosa fare?
Cosa fare?
Dannato stage insulso!
Un Thundara, che inizialmente attizzò il ragno metallico, lo fece presto andare in cortocircuito a causa del sovraccarico di tensione, mentre gli scheletri, ormai ben visibili grazie alla luce del cunicolo sotterraneo, si avvicinavano inesorabilmente.

Codice: Seleziona tutto

(Bracciale dx)
600 Points.
14.000 to next stage.
Yes!!!!

Rinvigorito da una fiammata di nuova energia affrontò in fretta e furia il trio, riducendoli ad un mucchio di ossa e procurandosi solamente una lieve ferita alla gamba sinistra.

Codice: Seleziona tutto

Energia limitata. Livello vitale prossimo a: 1/3. Prestare celermente cure mediche.
Balthier: Merda!

Aiuto!

Non una parola pronunciata. Nonostante il sangue continuasse a sgorgare dalla ferita all'arto inferiore, il ragazzo corse verso la voce appena udita. Imboccò rapidamente un cunicolo, piombando nell'oscurità più totale. Avanzò per pochi passi cercando di avvicinarsi la bordo del tunnel. Trovato un appiglio accese un piccolo Fire sopra il palmo della sua mano illuminando la zona. Lo spettacolo era raccapricciante: sangue ovunque, per terra, sui muri, corpi squartati a terra, alcuni decomposti, altri in procinto di raggiungere i loro compagni defunti tempo prima.

Codice: Seleziona tutto

Prestare immediatamente le cure mediche adeguate. Energia vitale prossima a: 1/3.
ZITTO STUPIDO BRACCIALE!!!

Si fece strada tra i cadaveri, cercando di respirare di rado per non rischiare di vomitare per colpa della puzza. Svoltato all'ennesimo angolo vide in lontananza una luce e davanti a questa Recks. Attorno a lui un gruppo di una ventina di Battermimik si stavano inesorabilmente avvicinando, seguiti da un esemplare più imponente, probabilmente la "madre" dei più piccoli.

Rabbia e terrore spinsero il giovane in mezzo alla mischia, dopo essersi fatto strada a suon di bastonati ai mostri metallici. Una parola sussurrata velocemente nell'orecchio del ragazzo e la paura svanì, lasciando il posto all'ardore.

Balthier: O la va o la spacca!
Recks: Levita!
Balthier: Bimagia Thundaga!!!!

Recks:

Codice: Seleziona tutto

(Bracciale dx)
9.300 Points.
5.600 to next stage.
Balthier:

Codice: Seleziona tutto

(Bracciale dx)
9.300 Points.
4.700 to next stage.
Balthier: Che diamine è 'sta cosa? Ho solo capito che siamo in uno stage più o meno virtuale dove questo braccialetti ti segnalano la tua energia residua e l'esperienza mancante prima di poter passare allo stage successivo.
Recks: Non c'è molto altro da dire. Nel caso finisse l'energia non so cosa può succedere.
Balthier: Diamine ma ci sono cadaveri più indietro! Alcuni sembrano "recenti".
Recks: Penso facciamo anche parte di questa realtà virtuale.
Balthier: Ok, mantengo la calma.
Recks: Almeno non siamo più soli.
Balthier: Qui dentro ci deve essere la Regina Mimik, dobbiamo sconfiggere lei se vogliamo passare al prossimo stage in breve.

Codice: Seleziona tutto

Obiettivo dello stage: sconfiggere la Regina Mimik.
Una piccola mappa olografica mostrò ai due ragazzi la loro posizione all'interno delle Gallerie di Barheim e quella del loro obiettivo finale. La stanza in cui si trovava era spaziosa, sufficientemente ampia da poter permettere ai due di sferrare attacchi dalle parti opposte della sala, permettendo loro di colpire entrambi i lati del nemico.
La tensione era molta, il desiderio di non morire prima li portò ad agire, più in preda alla disperazione che ad altro, ma li fece sopravvivere. Non gli sarebbe stata concessa la medesima possibilità contro la Regina, la fortuna non esisteva più lì, erano Recks, Balthier e le loro abilità combattive e strategiche.

Codice: Seleziona tutto

Energia vitale pari a: 1/3. Situazione stabile.
La ferita sulla gamba aveva smesso di sanguinare, dopo aver macchiato per bene i suoi abiti.

Recks: 1/3?!?!
Balthier: O mi curavo o ti soccorrevo. La scelta era ovvia.
Recks: Sei un pazzo, contro la Regina Mimik non devi commettere errori.
Balthier: Lo so.

Si incamminarono verso la sala del loro nemico. Recks, aiutando l'amico, gli pose la mano alla base del collo, per aiutarlo e sorreggersi.

-----------------------------------------------

Recks:

Codice: Seleziona tutto

(Bracciale sx)
Energia vitale pari a: 2/3
Balthier:

Codice: Seleziona tutto

(Bracciale sx)
Energia vitale pari a: 2/3
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Tidusisback
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Tidusisback »

Un'annosa ricerca - un disperato cambiamento

Tidus Estheim vs Nataa

Codice: Seleziona tutto

Unica regola: due post a testa

Che cxxxo fosse preso a tutti in quel periodo proprio non riuscivo a capirlo.
Sfiga volesse che Nataa fosse la prima capitata sotto mano.
No, non era solo per quello ma per una marea di cose: il torneo, le botte da orbi, le parole dette e nascoste, i gesti che non erano stati spiegati o che apparentemente non avevano motivo di essere.
L'avevo trascinata lì perché volevo far parlare qualcuno che, nonostante tutto, avesse accesso a ciò che per motivi che non riuscivo a comprendere a me era negato.
La Tears Of Sorrow era già fuori dal fodero fin da quando avevo ordinato alla SeeD di seguirmi in zoolab e le nocche della mia mano destra erano bianche da quanto convulsamente continuassi a stringerne l'elsa.
«Vuoi decidere a fare qualcosa, una volta buona in vita tua?»
Le parole della ragazza non mi riportarono a terra: mi ferirono.
Una ferita voluta, una ferita che aveva colpito esattamente come un proiettile nel ginocchio, una ferita per scuotermi da quell'insulso torpore in cui versavo da troppo.
«vaffxxxxx! Hai capito? vaffxxxxx!»
Glielo riversai addosso con astio, con rabbia senza riuscire a controllare il tremito nei muscoli delle gambe che, all'improvviso scattarono in avanti a cercare la tibia della giovane per costringerla ad indietreggiare; dal canto suo aveva previsto una reazione del genere e le bastò poco per evitare il colpo, sfoderare la spada e, dopo aver fatto leva sulla gamba sinistra, cercare di colpirmi alla nuca.
Non mi prese ma non mi accorsi di una radice che sbucava dal terreno: inciampai e finii rovinosamente faccia a terra.
Sentivo la polvere pizzicare negli occhi e impastarmi la bocca; nemmeno sputando riuscii a liberarmi di quel saporaccio persistente.
«Perché te la prendi con me?» chiese lei, come a cercare la ragione di quello scontro.
Il vero problema è che una ragione non c'era...
Ormai non ero quasi più padrone né della mia testa né dei miei movimenti. La rabbia saettava dagli occhi come mai mi era successo in vita mia e Nataa era semplicemente la prima che mi era capitata sotto mano.
«Il silenzio non è tollerato signorino Estheim» proseguì lei.
Quella era una frase che sarebbe stata in bocca a me meglio di chiunque altro.
Sbattei la sinistra sul terreno per darmi la spinta necessaria per rialzarmi da terra e rimettermi al suo livello.
«Per adesso vedi di stare zitta e combattere!»
«Decisamente no. Se c'è qualcosa che non va con qualcuno, perché te la prendi con chi non centra assolutamente niente? Se proprio vuoi biasimare qualcuno e non riesci a trovare altri che i primi che ti capitano davanti, forse vuol dire che non c'è nessuno a cui dare la colpa. O forse si e quella persona sei tu»

Hai ragione. Hai ragione. HAI RAGIONE!

Risposi facendo saettare la spada serpente verso il suo volto con un movimento repentino del polso e le sfiorai la guancia, lasciandole una lieve ferita dalla quale scese una goccia di sangue rosse vermiglio ma non fu abbastanza: in contemporanea lasciai che Elthar percorresse l'aria fino alle caviglie della giovane.
Lei schivò abilmente la Blaster Edge scartando a sinistra.
Ogni mio attacco era prevedibile, scontato, senza una logica precisa e proprio per questi motivi non riusciva ad andare a segno.
«Da quando non sei più capace di usare la lingua?» sentenziò lei «Strano. Non eri tu quello che poteva essere in grado di pareggiare con Perseo?»
Era tagliente ma non aveva torto, per nulla.
La rabbia continuava a ribollirmi nel petto e si riversava all'esterno solo con la foga di una belva ferita.
Feci roteare per due o tre volte la frusta, facendola schioccare sonoramente in aria e a terra; per tutta risposta la SeeD mi guardò con aria perplessa e annoiata.
«Certo che quando si dice tutto fumo e niente arrosto...» disse a mezza voce tra sé e sé «Vediamo se si riesce a ricavare sangue da una rapa. Ci vuole solo un po' di impegno, tutto qua. E dato che la rapa è bella grossa, anche il corrispettivo in sangue sarà altrettanto copioso. Dire che te la sei cercata è riduttivo...»
Si leccò poi le labbra.
Puntò decisa al petto e sentii sibilare la punta della lama a pochi centimetri da me: con la Tears of Sorrow riuscii ad agganciare l'arma ma tutto quello che ottenni fu un dolore lancinante al ginocchio. Nataa aveva calciato con forza sull'articolazione, costringendomi ad abbassarmi e aveva colto l'occasione al volo, tirandomi un manrovescio.
Non pensavo che potesse avere una forza tale.
Strattonai comunque con la destra per cerare di levargli la lama dalla mano. Lei era più che determinata a non mollare la presa e cercava di resistere con la maggior forza possibile.
Vidi che la giovane concentrava le sue energie nelle braccia quindi il momento per colpire le gambe non poteva essere migliore e, di conseguenza, spazzai più rapidamente che potei con la gamba destra.
La mia caviglia si agganciò alla sua e la mia tibia colpì con forza le sue ossa; Nataa non poté fare altro che accusare il colpo e finire al mio stesso livello e guardarmi occhi negli occhi.
Il respiro di entrambe si faceva sempre più accelerato, il movimento dei petti era ritmico e il battito del cuore martellante; l'unica differenza era nella mente.
La mia era troppo offuscata e confusa per vedere.

Vedere oltre.
Cercare di capire.
Eppure la soluzione è davanti ai miei occhi. Perché non la vedo?


La spalla destra cominciava a bruciare.

«Sei un libro aperto Tidus» sussurrò la ragazza tra un respiro e l'altro «Non puoi pensare di continuare come se tutto fosse rimasto com'era. Lo sai. Le cose cambiano e in un modo o nell'altro bisogna farsene una ragione. Cosa speri di ottenere continuando a sbattere la testa sempre e comunque nello stesso posto, nello stesso modo...contro le stesse persone?»

Perché? Perché hai dannatamente ragione?

«Cosa ne sai tu?» gridai mentre una lacrima scorreva lentamente sul mio viso caldo e abbassato
«Ne so di te quanto di lei se è questo che vuoi sentire!»
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Nataa
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Nataa »

Mi veniva quasi da ridere, mi ritrovavo in una situazione al limite del ridicolo.
Non avevo voglia di combattere, non avevo voglia di parlare, non avevo voglia di ascoltare parole senza senso.
Eppure ero lì, pura e semplice forza d'inerzia.
Guardavo il mio avversario lottare contro se stesso e contro i suoi fantasmi, sapevo di essere solo una scusa, la prima persona che capitava a tiro.. oppure no?
Sorrisi persa nei miei pensieri.

"Altri pensieri che non saprò mai?" il ragazzo si intromise nella mia testa, ci misi qualche secondo a riconnettere
"Fai tutto da solo.." lasciai la frase in sospeso, giusto per fargli un dispetto, sapevo che lei gli avrebbe risposto così
Vidi i suoi occhi scintillare.
La breve distanza che ci separava fu colmata in pochi secondi, Tid corse verso di me e mi sferrò un pugno nello stomaco.
L'aria venne sbalzata via dai polmoni ed io rimasi inginocchiata a terra.
Intravidi lo scintillio di Elthar e solo per istinto riuscii a schivarla.
Mi rialzai a fatica.
"Se vuoi delle risposte dovresti andare a prendertele" scossi la testa
"Se le persone non voglio parlare.." tristezza, infinita tristezza
"Sei davvero un bravo tappetino, caro Estheim" sottolineai la frase con un sorrisetto finale.
Era irritante.
Il suo non voler forzare le persone, attendere i tempi giusti, non domandare, tutta quella sua rabbia, tutto di lui mi sembrava altamente patetico ed irritante.
Scattai in avanti tentando un affondo, ma un passo indietro di Tid e la spada squarciò solo l'aria.
Dapprima lieve, poi sempre più forte un sibilo ruppe il silenzio della concentrazione, la Tears of sorrow stava danzando in aria e con un lieve movimento del polso del proprietario si era gettata contro di me. Riuscii solo in parte a schivare l'attacco, e l'arma di Tid riuscì a conficcarsi nella spalla che ancora non era del tutto guarita.
Il dolore non fu così forte come pensavo.
Lo guardai dritta negli occhi e mi lasciai sfuggire un "tutto qui?"
Un movimento veloce di gambe e ci ritrovammo l'uno di fronte all'altro.
Elthar vibrò, cercando di penetrare la mia difesa, ma lo intercettai a metà strada, una pressione leggermente più forte sulla lama e il mio avversario fu costretto ad indietreggiare di qualche passo, proprio quello che aspettavo.
Una magia lanciata a mezza bocca e la mia velocità aumentò in maniera inaspettata, un solo calcio ben piazzato al popliteo e Tid cadde a terra.
"Allora com'è trovarsi sull'orlo del precipizio?" il sorriso innocente stampato in volto doveva irritarlo parecchio, non rispose
"Sai qual'è la cosa più ironica?" lo dissi mentre con un piede gli schiacciavo la testa al suolo "No? Te lo spiego subito" aumentai leggermente la pressione "Il tuo spirito e il tuo corpo sono entrambe sul punto di precipitare in fondo ad un burrone" lo calciai con tutta la forza che avevo in corpo.
Caricai un nuovo calcio, ma questa volta Tid era pronto e prima che riuscissi a colpirlo si era già rialzato, prendendomi per il colletto della maglia mi portò il viso ad un centimetro dal suo "Tu che critichi tanto, pensi di essere diversa da me? O da Lenne? Mi fa ridere questo tuo atteggiamento.. Come dici tu: hai problemi parlane!"
Un calcio nello stomaco e Tid lasciò la presa
"Ti è mai passato per la testa che, forse, non ho voglia di parlare a te dei miei problemi? E magari lo stesso vale per Lenne! Pensi che il problema siano gli altri, può darsi invece che sia tu!" la mano di Tid si stringeva la spalla e una goccia di sudore cominciò a scendere lungo i bei lineamenti "Da me vuoi risposte che non posso darti"
"Tu la capisci meglio di me, a volte.. io.."
"E questo sminuisce il vostro rapporto?" scossi la testa
"Non intendo quello.. "
"Tu vuoi essere l'unico per lei, vero? Il suo pilastro, il suo punto di riferimento.. oppure hai paura che non comprenderla voglia dire perderla?" mi avvicinai il più possibile a lui "Svegliati Tid! Guarda alla realtà dei fatti! Tu non puoi farci nulla, non dipende da te! E prima lo capisci meno male ti farai!"
Prima che me ne rendessi conto Tid cadde in ginocchio, tenendosi la spalla con una mano, un urlo più simile ad un grido animale gli uscì dalla gola. Stava impazzendo dal dolore?
Che diamine..
Ma il grido di sofferenza copriva anche i miei pensieri.
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Tidusisback
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Tidusisback »

Era più un latrato di una bestia che un urlo quello che usciva dalla mia bocca.
Nataa mi guardò incuriosite per qualche istante, non capendo che diamine stesse succedendo. Non era l'unica.
Cercai di tenermi la spalla ma riuscivo solo ad accartocciarmi su me stesso, senza quasi avere controllo dei muscoli delle gambe, troppo distratti e deboli per reggere il resto.
Ansimai.
Ancora e ancora.
Poi il dolore sembrò affievolirsi, lasciando posto nuovamente a una leggera lucidità, puntellata di tanto in tanto da qualche sprazzo di realtà.
La giovane SeeD stava ancora in piedi di fronte a me, in parte spiazzata, in parte incredula e in parte scocciata per quello che stava accadendo.
«Quando hai finito di torturarti» riprese all'improvviso «o di autocommiserarti, tanto è la stessa cosa e lo fai sempre, ti spiacerebbe cercare di darmi la lezione che ti sei tanto premurato di prenotare senza il mio consenso?»

Cosa?

Neanche avessi voluto farle una paternale o che so io.
Avevo solo bisogno di qualcuno che mi distruggesse quel fot***o castello di carte e di convinzioni che ero andato creandomi da solo.
Ci stava riuscendo.
E faceva male.
Ma quella era la realtà e, per quanto sarebbe stato come andare a sbattere frontalmente con uno schiacciasassi, quella, volente o nolente, sarebbe stata quella da affrontare.
Raggranellai energie per sollevarmi
«Non vedi quanto riesci a renderti patetico: piangerti addosso e cercare di fare andare sempre tutto come vuoi. Non puoi farlo Tidus. Non puoi. Non è nelle tue facoltà, non è nelle tue possibilità, non è neanche nel tuo volere se è per questo!»
«Cosa ne sai tu di che cosa è mio volere o no?» le ringhiai contro
«Perché non sei mari riuscito a dipendere da te stesso, mai una volta. Sforzati!» continuò imperterrita «Sforzati per una volta porca put**na!»
«Va bene!» le urlai di nuovo contro «E' questo che vuoi ed è questo che avrai. Che avrete!»
Calò un attimo di silenzio.
La quiete prima della tempesta.
Le gettai la spada serpente ai piedi, con rinuncia e rabbia.
«Potete dimenticarvi di me per quanto mi riguarda. Fate quello che volete: giocate, andatevene, rimetteteci la pelle se è proprio questo che cercate»
Le parole vennero dette con una calma quasi innaturale, quasi volessi assaporare una per una le sillabe che volevano miravano a far crollare la sua indifferenza -per quanto poco ci avessi capito- e la marea di cazzate che mi erano sempre viaggiate per la mente.
«Andate al diavolo» dissi voltandole le spalle, una volta per tutte.
Ovviamente la faccenda non era chiusa
«Facile fuggire, Commander Estheim» sibilò
«NON rivolgerti a me in quel modo!»
«Certo che mi rivolgo così. Altro non sei che quello no? Un grado, un uniforme, un pupazzo. Basta. Pupazzi e bambole mi hanno stancato»
«Benissimo»

L'uscita dello zoolab era a pochi passi da me, potevo benissimo scorgere le maniglie del portone principale: ancora pochi istanti e sarei uscito da quell'incubo.
«Forse hai ragione. Ognuno per sé e che il mondo si sbatta se vuole qualcosa»

Non feci a tempo a finire quelle parole che, ancora una volta la spalla cominciò a bruciare tremendamente, peggio di prima, come se avesse preso fuoco istantaneamente.
Ancora una volta le ginocchia impattarono col suolo e sentii distintamente la ghiaia che premeva contro le rotule quasi a scricchiolare contro le ossa stesse.
Aprii la bocca in un vano tentativo di prendere fiato ma non riuscii a fare altro; i muscoli in fiamme.
La ragazza fece qualche passo nella mia direzione
«Beh?» fece incuriosita
«Levati, sparisci! Lo vuoi capire che a sto punto avere a che fare con voi è inutile?»
«Se vuoi farti del male fisico lascia fare a me» sputò
«NON HO BISOGNO NE DI TE NE DI NESSUN ALTRO!»

Un lampo di luce bianca, accecante, la costrinse a indietreggiare.
Polvere.
Polvere e vento.
Come una tempesta di sabbia senza requie.
Il bruciore sembrava essere cessato ma c'era qualcosa che non andava comunque: perché era successo tutto questo?
La risposta si delineò a poco a poco come un ombra controluce: un...gigante?
Non aveva molto di umano se non una forma appena abbozzata ma era enorme: fermo immobile, come se fosse un palazzo.
Da dove era venuto?
Che cosa voleva?
Eppure avevo sentito una voce indistinta dirmi qualcosa.
Avevo compreso non le sue parole ma forse il senso.
«Un...Eidolon?» esclamò a bassa voce la ragazza

Alexander
L'Eidolon che mi aveva donato mio fratello.

Mi fermai a guardarlo a metà strada tra l'incantato e l'atterrito, non trovando né parole né gesti. Non avevo la minima idea di che fare.
Le stesso si poteva dire per Nataa.
Un luccichio sinistro negli occhi di quell'essere mi fece capire che, forse, se avessi ripreso in mano l'arma, avrei avuto almeno la possibilità di tornare al dormitorio con le mie gambe: corsi a perdifiato verso la spada.
Appena cercai di afferrarla, il piede della SeeD la calciò via, allontanandola di qualche metro.
«Ma sei impazzita?» le gridai incredulo
«Perché?»
«Come perché?»
«Strano pensavo che scappare ti venisse meglio che combattere» rispose con nonchalanche
«Questo essere ci può schiacciare tutti e due in un colpo solo! Un conto è essere dei deboli, un altro è aver perso completamente il lume della ragione!»
«Parla al singolare» disse in tono schifato
«Levati!»
La spinsi via per farmi strada fino alla Tears of Sorrow e mi voltai, appena in tempo per vedere che Alexander aveva raggiunto l'altra SeeD al centro dell'arena.
«NATAA! LEVATI DA LI!»
«Che ti frega di quello che faccio?» aggiunse con una smorfia
«Possibile che tutte le teste di ca**o le trovi io?»
«Ci vuole un coglione per riconoscerne un altro, o no?»
La ultime parole le aveva detto voltandosi verso di me, non notando che l'Eidolon si era portato ad una distanza tale per cui gli sarebbe bastato allungare il braccio per colpirla.
Il tutto in via teorica.
In via pratica aveva già caricato il colpo.
Agii d'istinto: la magia spazio temporale mi permise di coprire la distanza tra noi due in un tempo ancora più breve, aumentando ulteriormente la mia rapidità nei movimenti; a pochi passi da lei mi lanciai, tirandole una spallata che la portò a ruzzolare qualche metro più in la, sbattendo spalle e testa.
Il braccio meccanico di Alexander aveva sfiorato le nostre teste per un soffio.
Non riuscii a capire se Nataa fosse ancora cosciente o meno, ma l'unica reazione possibile e spontanea, per quanto...inutile? fu quella di brandire la spada e frappormi tra lei e la creatura.

E ora?

E' ora...
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Nataa
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Nataa »

E' ora
Perchè adesso?
Perchè aspettare?

Un colpo, un solo colpo e tutto si era spento.
Quel dolce scivolare dei sensi stava cullando il mio corpo, non ne avevo paura, amavo la dolce privazione sensoriale, un'isola di pace nel mare delle emozioni.
Seconda stella a destra e dritto fino al mattino.. Era quella la strada?
Sogno?
Forse
Ora non posso, non ho tempo
C'è tutto il tempo del mondo
No
Perchè?
C'è uno stupido che cerca di farsi ammazzare

Riaprii gli occhi e la realtà mi investì col suo pesante carico di dolore.
La testa era stata presa d'assedio da un incessante martellare, spalle e schiena sembravano voler andare in fiamme.
Strinsi i denti e cercai di contrastare il nuovo svenimento, costringendo gli occhi a restare aperti.
I contorni del mondo sembravano svanire e ricomparire a loro piacimento, come se un prestigiatore stesse giocando a farmi impazzire. Davanti i miei occhi, tra la nebbia del dolore e delle sue lacrime, riuscivo ad intravedere due figure indistinte, la loro figura incerta si muoveva nello spazio, senza controllo.
Chi siete?
Nessuna risposta.

***

Istinto, mero istinto fu quello che mi permise di affrontare Alexander.
Mi trovavo davanti a lui, con le budella strette nella morsa della paura, senza sapere cosa fare e se ne saremmo usciti vivi. I pensieri si aggrovigliavano l'uno sull'altro, senza riuscire a cavarne un ragno dal buco, e la bocca diventava di minuto in minuto sempre più arsa. Mi accorsi dopo qualche minuto, che non riuscivo più neanche a respirare.
Prigioniero nella tela del nemico.
Per un istante sperai che fosse tutto un sogno.
Lo scontro, le parole dette e non dette, l'amicizia, Lenne.. Perchè preoccuparsene?
Forse aveva davvero ragione Nataa e tutto si riduceva alla semplice rassegnazione, al semplice accettare la realtà dei fatti, prenderne atto e continuare per me.
E allora perchè mi ritrovo qui?
Con la coda dell'occhio intravidi Alexander caricare un colpo, un salto laterale e lo schivai. Scappai verso il precipizio, sperando che l'Eidolon mi seguisse, speranza vana. L'ammasso di ferraglia non mi degnò di attenzione e si diresse verso la Seed , che ancora non dava segni di vita, mi sfuggì un "Per una volta che la vorrei sveglia.." tra me e me.
Lanciai un Idro e il bestione si girò nuovamente contro di me.
Era veloce, maledettamente veloce, nonostante la sua mole.
In poco più di due secondi eravamo nuovamente di fronte l'uno all'altro.
Ansimavo, i polmoni facevano così male da sembrare tizzoni ardenti all'interno del mio petto.
Perchè si erano complicate così le cose?
Alexander alzò il pugno stava per colpire. Un "haste" e riuscii a portarmi alle sue spalle, il colpo finì a terra e la forza d'urto si ripercosse fino al corpo della ragazza, che sobbalzò un paio di volte.
L'eidolon ci mise ben poco a riprendersi dalla "sorpresa" di non trovarmi stile frittella sotto il suo pugno e caricò un nuovo attacco ancora in direzione di Nataa.
Con la magia spazio-tempo ancora attiva, riuscii per miracolo a trascinar via la ragazza dall'angolo in cui era muta spettatrice.
Una goccia di sudore colò dai capelli, lungo tutta la schiena.
Le forze si stavano lentamente riducendo, ma non mi sarei arreso.
Il bestione si voltò ancora una volta contro di noi, a terra c'era ancora una pozzanghera del precedente Idro..
Un blizzaga e la terra si trasformò in una pista da pattinaggio ed il possente Alexander non si dimostrò un altrettanto possente pattinatore. Rovinò a terra e restò per qualche secondo immobile, tempo per riprendere fiato e controllare la mia.. avversaria.
La testa sembrava intatta, in fondo dovevo saperlo che era una testa dura, al contrario la ferita alla spalla perdeva nuovamente sangue. Le sfiorai la ferita e la sentii tremare sotto le dita, doveva fare male. Uno slow controllato sul taglio forse avrebbe rallentato la veloce perdita ematica, per fortuna qualcosa di utile l'avevo appresa da Lenne.
Feci appena in tempo a lanciare la magia che Alexander fu sopra di noi. Lasciai rotolare Nataa per un leggero pendio e finì appoggiata ad un muretto subito sotto, intanto io rotolai sotto le gambe dell'evocazione e la provocai.
Si girò di scatto, ma io sparii sotto una fitta nebbiolina.
Il vapore acqueo derivato dal ghiaccio sciolto aveva fatto il suo effetto.

***
Mi svegliai dall'intontimento parecchio tempo dopo.
Tidus era a terra, il suo corpo devastato da diverse ferite, eppure ogni volta che poteva si rialzava e tornava a combattere.
Cocciuto come sempre
Leale come sempre
Amico come sempre.
Cercai la mia spada e la trovai a pochi metri di distanza, la spalla urlò dal dolore, ma ricacciai il male e strinsi l'elsa.
Mi alzai a fatica, barcollando sulle gambe.
Mi diedi qualche secondo per riprendere fiato e per osservare la situazione.
Una serie di attacchi di Alexander doveva essere andata a vuoto, come testimoniavano le buche sul terreno, ma il Seed era visibilmente sfinito. Stava usando tutta la sua energia magica per cercare di sfuggire al bestione metallico.
L'abilità di condottiero si alternava a quella di stratega, facendo si che il Commander ancora fosse vivo.
Osservai il viso contratto nello sforzo di mantenere la concentrazione, il sudore che grondava sempre più insopportabile sulla pelle e gli occhi, ridotti a due fessure azzurre dai quali sembrava piangere.
Devo aiutarlo..
NO!
Volevo aiutarlo, ma il mio corpo era come immobilizzato, non riuscivo a fare un passo di più, come se l'intervenire fosse la cosa più sbagliata la mondo.
Esistono tipi diversi di battaglia, quelle combattute per salvare qualcuno e quelle combattute per salvare il proprio orgoglio, in questo caso Tid stava lottando per la seconda ragione, o meglio, combatteva se stesso per salvarsi dalla voragine che si era creato. Intervenire significava rendere vana la battaglia.
Lanciai la spada il più lontano possibile ed assieme lasciai andare le forze e tornai ad accasciarmi al suolo.

***
Le lacrime fioccavano da sole.
Stanchezza, rabbia, tenacia, sconforto, si mescolavano fino a sgorgare dagli occhi e bagnare il mio viso.
Schivai un nuovo colpo, non troppo bene, i movimenti diventavano via via più lenti e macchinosi.
Ogni tanto Alexander provava a colpire la Seed svenuta a terra, ma riuscivo ancora a intromettermi tra i due. Era una
estenuante ed imperterrita danza per la nostra salvezza.
Un nuovo colpo ed un nuovo salto laterale.
"Basta, non ce la faccio più! Cosa vuoi da me?"
Per un istante la macchina si fermò e sembrò guardarmi negli occhi
"Sono forse il pupazzo di tutti? Il primo che si sveglia mi può prendere a calci?"
Restava ancora fermo
"Non ne posso più! Perchè sono ancora qui?" lo dissi rassegnato
Alexander fece due passi indietro e si voltò di spalle, un sordo rumore di impulsi energetici mi ronzava nelle orecchie, lo sorpassai e vidi che stava caricando il colpo che sarebbe stato letale per Nataa.
Mi frapposi tra i due e cominciai a richiamare l'attenzione del bestione "Ehi! Tu sei mio, se sei incazzato, lo sei con me! Perchè continuare ad attaccare lei??" Alexander si girò verso di me "Se hai qualcosa da recriminarmi fallo!"
Il colpo continuava a caricare, ero di fronte la morte?
Risi tra me e me, forse è vero che si perde la ragione ad un passo dal morire.
Stavo per farlo per una persona che fino a poco prima mi aveva insultato.. Ripresi a ridere
Chissà cosa stava passando per la testa di Alexander vedendo che la sua preda se la stava spassando ad un passo dalla tomba!
Non riuscivo davvero a fregarmene, per quanto lo dicessi, per quanto ne fossi convinto non sono io la persona che lascia indietro gli amici.
E risi di nuovo, questa volta più sollevato, come se l'accettare la mia natura fosse un trovare la pace.
Per loro combatto e vivo, per loro miglioro e sono pronto a prenderle di santa ragione.
Rinunciare a loro vuol dire rinunciare a me.
Io sono questo e per quanto gli altri mi respingano non posso cambiare, neanche lo voglio.

Alexander scocco il colpo che avvolse tutta la sala in una luce dorata, era la fine?

---------------------

Mi risvegliai in infermeria, accanto al mio lettino Tid, che non aveva un bell'aspetto
"Sarà bello il tuo!"
"Scusa? O.o"
"Ti leggo nella mente"
"Ci mancava solo questa, Commander da strapazzo!"
"Come ti senti?"
"Come una che è stata schiantata contro un muro"
" :sgamato: "
"Non fare lo gnorri >_>! oltretutto ho l'impressione che un certo Seed dei miei stivali abbia cercato di morire lì nello zoolab, ne sai nulla?"
"Io??? No u.u"
"Tid.."
"Si?"
"Comincia a fuggire, che se ti prendo.. :twisted: "
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da Nataa »

La paura è la più grande forma di coraggio.

Lo sento e fa paura.
Si frantuma a terra assiema alla speranza, mi tira a sè, come un fuoco incantatore.
Mi spaventa, ma allo stesso tempo lo bramo.
Dolore e piacere che si fondono per creare quel sapore dolce-amaro in bocca.
La certezza che scivola a terra, come una veste di seta che cade seguendo il profilo del corpo di una donna.
Mi sento nuda.
Mi sento persa.
Nel mondo che deve ancora venire e nel quale non so se esisterò.
E' una goccia di pioggia che cade sul volto e porta via il trucco.
Davanti a me esisto solo io.
Vedo la paura fluire negli occhi ed arrivare ad attanagliare il cuore, stringerlo e bloccarlo.
E sono ancora nuda davanti a me stessa.
Porto una mano alla bocca, mi sfioro le labbra carnose, scivolo lungo la guancia e lascio che la mia mano mi esplori, senta, viva per me.
Ho gli zigomi alti, la pelle morbida, ogni tanto puntellata di piccole bollicine, le sopracciglia un pò troppo folte.
Il mio viso.
Scendo ed esploro il collo, fin troppo esile, le spalle larghe da uomo, il seno troppo piccolo, ma che a me piace tanto, il ventre piatto, il sedere troppo formoso, le gambe lunghe, fino ad accucciarmi per toccare i miei piedi.
Il mio corpo.
Il mio corpo che mi tradisce dal nulla.
Il mio corpo che amo ed odio e che mi pugnala nell'orgoglio.
Il mio corpo che mi spaventa.

La paura mi assale lentamente.
E' un brivido lungo la schiena, che si trasforma si un pizzicorino dietro la nuca, poi in calore e poi in pianto.
Lunghe lacrime solcano il volto.
Sono il simbolo del dolore che prende lo stomaco e non ti lascia respirare.
Una domanda senza risposta.
Un quesito che si dimena, senza essere risolto.
Un dilemma.
Una bolla calda dove rifugiarsi e perdere conoscenza e coscienza.
Non sapere.
Non vivere.
Se non vivo non muoio.
Una nuova salita.
Una nuova montagna da scalare per sopravvivere.
L'incessante corsa che continua a perseguitarmi.
Ed un dolore dopo l'altro, che si susseguono, senza sosta, senza orizzonte.


La osservo.
Si dimena in preda ai sentimenti, sprofonda nella propria oscurità.
Muore ogni minuto di più, cadendo in un lungo e profondo precipizio.
Perchè?
L'autodistruzione che genera l'infelicità, in un circolo senza uscita.
Infelicità e dolore in uno stesso unico involucro.
Esistere vuol dire provare?
A quale scopo?
Mi avviai verso il pannello di controllo e con un solo tasto spensi le sofferenze della mia copia.
Emozioni, sensazioni, istinti, sentimenti, turbamenti dell'animo, piccole montagne sulla via dell'uomo, meglio starne fuori.

Offtopic: Non prendetelo come inerente alla trama. E scusate per il doppio post
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Re: Zoolab/Stiva

Messaggio da *Paine* »

La resa dei conti

Cek vs Paine

Regole:
-Due post a testa, apertura e chiusura inclusi;
-Nessun utilizzo di armi, oggetti o quant'altro;
-Nello scontro saranno consentite soltanto le abilità specifiche dei rispettivi personaggi;

Campo di battaglia:
-Landa desolata


Cosa ci portò quel giorno a concludere quel “qualcosa” mai definito nessuno dei due lo sapeva.
I passi che mi distanziavano da lui, mentre ci dirigevamo verso il luogo dove tutto avrebbe avuto fine, o inizio, sembravano eterni.
La rabbia ci portò a questo?
La finzione?
Le bugie?
L’orgoglio urlava vendetta, il cuore gridava dolore.
La distanza fisica tra di noi, varcando quella soglia, si era azzerata.
Il suo cuore… L’avrei mai raggiunto veramente?



Il Custode si avvicinò. Passi lenti ma decisi. Sembrava non aver dubbi lui. Io… Quello scontro avrebbe portato alla luce molte cose, o sue o mie. La verità uno dei due avrebbe dovuto dirla all’altro.
Mi fissò gelido, sostenni lo sguardo senza abbassarlo. Mai. Portò le labbra al mio orecchio sibilando e scandendo velenosamente ogni parola.
La sua voce, in modo diverso da cui avevo sperato, era riuscita ad impietrirmi ancora. Entrava dentro. Scompigliava e distruggeva come un uragano tutte le mie convinzioni, i miei propositi, le mie speranze. Avevo sperato che la sua fosse veramente una scenetta da quattro soldi, che tornasse il vero Cek, se mai lo fosse stato. Stupide illusioni di una stupida donna innamorata. Chiusi gli occhi e strinsi i pugni. I nervi erano tesissimi. No, stavolta non mi sarei fatta ingannare, non potevo permettermi distrazioni.

Cek: Tu…. Così ostinata, così convinta di essere forte. Osi sfidare me? Il Custode del nostro Garden? L’unica persona che potrebbe pararvi il culo in caso di necessità? Quanto mi credi debole? L’Ordine dei Garden è un’istituzione seria sceglie solo i migliori. E’ uno scontro a senso unico, lo sai anche tu. Dovresti metterci una pietra sopra e lasciarmi in pace.

Non risposi. Se stava recitando, cxxxo, gli riusciva bene. Deglutii con forza. La cattiveria, la rabbia con la quale mi aveva lanciato direttamente le sue accuse mi lacerò il cuore. Stavo sudando. Le piccole gocce scendevano dalla fronte fino a cadere nel terreno desolato in cui avremmo combattuto da lì a poco. Attorno a noi il nulla. Nessuna via di scampo. Nessun bracciale di sicurezza. Portai una mano al petto stringendolo con forza. Avrei voluto strapparmelo il cuore.
Per una volta invidiai Lenne. Così fredda, così capace di chiudersi in se stessa.
Sapevo benissimo che quella era una provocazione bella e buona. Speravo però di resistere il più allungo possibile. Il SeeD si scostò dal mio orecchio guardandomi dolcemente negli occhi. Sorrise. Distesi i muscoli. Mi ero sbagliata. Fortunatamente stava scherzando. La decisione con cui mi scagliò la palla di fuoco al petto pochi secondi dopo centrandomi in pieno mi scosse. Lembi di divisa bruciacchiata caddero a terra scoprendo la cicatrice provocata su Eden. No, non scherzava affatto. Rotolai per qualche metro. Mangiai un bel po’ di polvere. Tossii con violenza.
Mi alzai facendo leva sulle braccia guardandomi attorno. Non c’era.

Cek: Potevi evitarla. Non farmi perdere tempo.

Dal nulla apparve dietro di me calciandomi a terra poco lontano. Veloce, forte, letale. Un Cek che non conoscevo. Un Cek che non stava esitando nel ledere alla mia integrità fisica. E non scherzava neanche con quella morale. Le stavo prendendo, e di brutto.
Dove era finita la rabbia con cui l’avevo attaccato poco prima?

Cek: Alzati! E dimostrami che vali qualcosa. O le tue erano soltanto chiacchiere?

“Se sono così bravo come dici, prova a giungere alle tue conclusioni.”

Quella sua frase mi martellava incessantemente in testa. Stava fingendo? Aveva finto sino ad ora?
Mi voltai fissando il soffitto. Portai le mani alla testa cercando di bloccare il flusso dei pensieri.
Non sapevo più cosa pensare. Come reagire. Di pro per picchiarlo quel giorno ne avevo molti.
Di contro ancor di più. Forse lui non aveva mai provato amore nei miei confronti in quegli anni, ma i miei sentimenti erano sinceri. Con lui mi ero sentita bene. Quanto coraggio nell’alzarmi ancora. Quanto sforzo. Il cuore aperto in due sanguinava. Mi rialzai guardandolo tristemente in volto. Il suo sguardo di ghiaccio non riuscivo ad interpretarlo. Aveva violato la mia privacy senza il mio consenso. Aveva sfruttato il legame con mia madre per sapere cose che avrei potuto dirgli semplicemente se me le avesse chieste. Una parte di me sperò che non avesse visto altro che quello. L’altra che avesse visto ogni cosa, ogni sfumatura, ogni pensiero, ogni sofferenza. Per questo meritava di esser punito. Per questo meritava di essere amato.
Deglutii raccogliendo quel briciolo di sicurezza che mi era rimasta.
Uno scontro a senso unico. Poteva esserlo davvero. Se ipoteticamente stava fingendo, potevo benissimo farlo anche io. Chiusi gli occhi quel tanto che bastò per ricordare alcuni dei molti momenti speciali che ci avevano legato. Trattenei le lacrime che volevano fuoriuscire copiose.
La testardaggine ebbe la meglio. Trattenei il dolore. Mi concessi un ultimo pensiero prima di attingere alla forza che i miei avi mi avevano donato.

Scusami…Ti amo.

Sorrisi maligna sfoderando gli artigli e partii all’attacco.
La sfera è perfettamente isometrica! cit.

"Attenti alla Vecchi Zia *Paine*, se fate gli utenti cattivi potrebbe trucidarvi! :twisted: "

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Scheda Paine

Oh, oh piccola Paine
Oh, oh piccola Paine
Piccola Paine stanotte hai picchiato
Tutti i nemici che ti hanno sfidato
Tutti i pazienti dell'infermeria
Che tempo e pazienza ti portano via...


[spoiler]
Le perle di zell987 ha scritto:
1: pota.... la fatina malvagia non credo sia mai esistita.... e se è esistita sta pur certa che o l'hanno uccisa o è morta per conto suo;

2: Io non ho una manica, ho un mazzo pieno di assi.

3: Tizio gay: Ma si, dai, bisogna essere aperti...

Zell (non conscio dell'orientamento sessuale del tizio): SI MA NON DA DIETRO!

4: il dialetto è l'arma che dio ha dato alle popolazioni locali per insultare i nemici con stile ed eleganza

5: dio non mi ha donato quella marcia in più, perchè, in quanto uomo, mi ha donato il pomello del cambio :-O

6: Parlando di problemi sentimentali della sottoscritta: Prova a vendergli un aspirapolvere, secondo me fai un affare! Te lo vendo a 10! No, lo voglio comprare a 15! 20! 30! Venduto!
Beh, però devo ammettere che forse 30 euro con un aspirapolvere rotto non glieli prendi
Lì ti ha fregato! :sisi: (una delle mie preferite! xD)

[/spoiler]
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