Ed ora studiava la mimica dei due interlocutori. La distanza di sicurezza impediva di sentire le loro parole, per cui era difficile interpretare la situazione. Secondo il piano di Ruben, se Lon non fosse tornato al Garden per consegnare Xavia dopo un certo lasso di tempo avrebbero organizzato una squadra per intercettarli. In quel caso, lo scontro sarebbe stato molto probabile. Se avesse indotto l'amico a presentarsi di sua spontanea volontà, ci sarebbero state possibilità di non concludere la vicenda nel sangue. Questa sarebbe stata la cosa più saggia da fare, o almeno così si convinse. Estrasse un foglio di carta, e scrisse di getto un messaggio, cercando di essere breve e di non dare informazioni sulla sua identità.
Tanto sarebbe bastato a spingerli fino al Garden. Avvolse il foglio attorno ad una pietra e quindi ricoprì il tutto con un lembo della sua divisa, per evitare che la nave bagnasse la carta. Gettò il messaggio verso l'amico e si nascose.Sappiamo dove siete. Consegna Xavia ed evita scontri inutili.
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"Le hai viste?"
Lon fu richiamato all'attenzione dalle parole della madre. Una scia di orme diversa dalla sua solcava la neve.
"Mi hanno davvero seguito sin dall'inizio..."
Dopo aver letto il messaggio, Lon aveva deciso fin da subito di presentarsi davanti alla preside o al vicepreside. Avrebbe spiegato la sua decisione, avrebbe annunciato il suo ritiro. Non aveva fatto altro che pensare alle parole da pronunciare, camminando silenziosamente nella direzione opposta a quella di partenza. La sagoma del Garden si stagliava all'orizzonte. Gli ultimi raggi di sole disegnavano una sagoma nei pressi dell'imponente struttura. Era Ruben, senza dubbio. Lo stava attendendo, doveva aver ordito lui il suo monitoraggio.
"L'hai convinta a venire da noi con le buone? E' stata la scelta migliore"
Lon inarcò il sopracciglio. Consegnare Xavia? No. Aveva ottenuto di farle dimenticare la sua vendetta, ma non sarebbe giunto a chiederle un simile sacrificio.
"Sono venuto a congedarmi"
"No!" - Nathan si mostrò agli astanti - "Qualunque cosa abbia detto, non crederle! Vuoi davvero inseguire un dubbio e perdere una certezza?"
"Ascolta le sue parole, Lon. Sono le parole di un amico. Non faremo alcun male a Xavia. Verrà imprigionata in via cautelativa, secondo le direttive dell'Ordine" agginse il vicepreside.
Come no, imprigionata. Del resto, anche la sola prigione sarebbe stata insopportabile. Guardò Xavia. Era impassibile, stava rispettando il patto. A quanto pare riponeva la sua completa fiducia nel figlio.
"Ho fatto la mia scelta. E per quanto tu ti diverta a tirare i fili dei tuoi sottoposti, io non la cambierò. Il mio filo è strappato, non sono un burattino. E per quanto tu ti illuda di essere un burattinaio, ti dimostri uno schiavo dell'Ordine. Tu non puoi dire di tenere ai tuoi Seed e cadetti prima di tutto"
Ruben cambiò posa, e invitò vicino a sè Nathan.
"Se è così, credo che dovrò prenderla con la forza"
"Non colpiremo Lon, vero?"
"Cercheremo di lasciarlo incolume"
Ruben iniziò l'assalto. Cercò fin da subito di colpire Xavia: Lon doveva averla convinta a non attaccarli, vista la sua vistosa inoperosità. Voleva farle fare la prima mossa, per incrinare le certezze del cadetto. Nathan fece altrettanto.
Lon non si fece attendere ed erse una barriera. Non voleva arrivare allo scontro.
"Non voglio combattere! Voglio solo vivere in pace, e anche Xavia non vuole altro, non lo capite? Potremmo addirittura finire insieme l'Organizzazione!"
Gli ordini erano precisi, e Xavia andava catturata, in un momento o nell'altro. Ruben non smise di attaccare la barriera, suscitando ancora più indignazione in Lon. E l'indignazione accrebbe quando anche le fiamme di Nathan giunsero a indebolirla.
"Se la barriera non dovesse reggere, attaccali, mamma"
Xavia sospirò.
"Te lo perdoneresti? Se queste persone morissero, te lo perdoneresti? No"
"Forse potrei farlo"
"Penso che sia inutile illudersi oltre. Credo che non potremo mai avere la vita che desideriamo" sorrise amaramente la strega.
"Noi possiamo averla. Possiamo fuggire da qui se usi i tuoi poteri!"
"E se anche fuggissimo? I Seed, i maledetti Seed continuerebbero a cercarci. Sai, non ho mai pensato che potessimo davvero costruirci una vita simile. Volevo conoscerti, conoscere mio figlio, anche se per poco. Sapevo che la mia vita sarebbe giunta al termine, ma speravo che il tempo a noi concesso non fosse tanto limitato..."
"Noi possiamo avere quella vita!" Lon si sforzò di convincerla, ma la logica del discorso precedente era stringente
"Da troppi anni ormai il mio essere coincide con la mia vendetta. Ora che ti ho incontrato, io non esisto solo per vendicarmi, ma anche in quanto madre. Quale lato del mio essere dovrei seguire? Se mi vendicassi, perderei probabilmente te. Per avere una speranza di vivere con mio figlio, dovrei consegnarmi ai Seed. L'unica soluzione è non essere più. Inoltre, se morissi ora potrei esaudire almeno uno dei miei desideri..."
"A cosa ti riferisci, mamma?"
"Addio, mio piccolo Lys. Il tempo a noi concesso su questo mondo è stato tanto, troppo breve, ma una parte di me vivrà con te per sempre"
Lon afferrò il braccio di Xavia per fermarla, ma la strega fu lesta a dissipare la barriera.
"Ruben, vicepreside del Garden di Rinoa, vero? Ho sentito parlare di tua moglie, e del vostro piccolo. Possa la tua famiglia perire nella peggiore delle miserie"
Ruben non attese oltre, e con disgusto diresse un colpo diretto al petto della strega. Ella ricambiò con uno sguardo colmo d'astio, ed il suo corpo fece per accasciarsi. Ruben ritrasse la lama. In quegli attimi convulsi, tutto ciò che Lon potè fare fu disperarsi. Lanciò un urlo stridulo, disumano.
"Cosa? E' ancora viva?" si rimise sull'attenti Nathan, mentre la strega sembrava riprendere i sensi.
Anche Ruben scattò, ma poi capì. Dopo essersi rialzata, Xavia si diresse verso il figlio. Le pupille della strega erano bianche, le sue movenze pesanti. Abbracciò Lon, e con lui cadde nella neve. Nel medesimo istante, qualcosa di nuovo invase il cadetto. Una coscienza, o un potere, non seppe dirlo con certezza. Perse i sensi, e si smarrì in un sogno nero e macabro, ricolmo di terrore.