Sagra di caccia di Lindblum [Tornei]

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Lenne
Guerriero
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Lenne »

Ancora una volta dovevo ringraziare la fortuna se mi trovavo in una situazione del genere: incontrare un gruppo di cinque Sahagin in un vicolo troppo stretto per riuscire a sostenere un combattimento senza eccessivi rischi non era da tutti.
Sia io che gli avversari non ci aspettavamo l’incontro e il fattore sorpresa aveva giocato a mio vantaggio, consentendomi di voltarmi e tornare di corsa sui miei passi.
Nascosta nell’oscurità della strada attigua, mi ero azzardata a sbirciare oltre l’angolo per capire cosa stessero facendo i miei possibili inseguitori: li vidi riuniti attorno ad uno Sahagin più grosso, sicuramente colui che deteneva il comando, intenti ad ascoltare quelli che per me erano solamente versi rauchi ma che per loro significavano ordini precisi.
Li osservai disperdersi rapidamente, secondo un chiaro schema e per l’ennesima volta imprecai contro la malasorte; quella zona di Lindblum era accessibile solo da due vie e quasi certamente i nemici erano stati dislocati in ciascuna di esse, in maniera tale da impedirmi una fuga semplice.
La via nella quale mi trovavo altro non era che un vicolo cieco. Sarebbe stato meglio togliersi da lì in fretta, prima di fare la fine del topo col gatto; sempre sfruttando la scarsa illuminazione dell’area mi spostai, rimanendo il più possibile rasente al muro e tornai nella zona dove avevo incontrato il gruppetto.
Come previsto era tenuta sotto controllo da un paio di Sahagin, che tuttavia mi stavano dando le spalle.
Era un’occasione da sfruttare.
Avanzai silenziosamente lungo il selciato, ben attenta a non produrre alcun rumore; erano lì, a diversi metri di distanza e fino ad allora non avevano avuto sentore della mia presenza.
Dovevo concentrarmi, non potevo farmi scoprire subito al primo tentativo.
Presi un lento e profondo respiro per allentare almeno in parte la tensione che inevitabilmente mi stava assillando: i battiti del cuore rallentarono fino a tornare normali, i muscoli persero tutta la rigidità e si rilassarono. Ancora qualche passo, senza fretta ma con sicurezza.
Improvvisamente con la punta dello stivale urtai qualcosa, facendolo rotolare brevemente lungo il lastricato; sebbene il tutto durò a malapena due secondi e il rumore prodotto fu a stento udibile, uno dei nemici si volse di scatto con il tridente puntato in avanti e gli occhi colmi di sospetto.
Fui rapida, e fortunata devo ammetterlo, a nascondermi nella rientranza del muro alla mia sinistra, addossandomi il più possibile all’ingresso di una casa e rimanendo in attesa, immobile come una statua di marmo.
Il silenzio era tale da permettermi di sentire il mio cuore, che aveva ripreso a martellare frenetico; passai diversi secondi in quella posizione, senza avere la minima idea di cosa fare.
Piccole gocce cristalline presero a scorrere lente lungo le tempie, scivolando poi fastidiosamente giù per il collo. Mi trattenni a stento dall’asciugarle col dorso della mano.
No! Devo calmarmi e riflettere. Non posso vederlo ma sono in grado di sentirlo.
Chiusi gli occhi e mi apprestai ad ascoltare.
Funzionò.
Dopo quelli che parvero appena pochi attimi captai ciò che m’interessava: dei passi, leggeri, inudibili per un orecchio non allenato.
Mi concessi un sorriso: quelli non erano avversari da poco, sapevano come muoversi.
Io però non ero da meno.
Avevo una carta da giocare che, sebbene semplice e non completamente affidabile, forse si sarebbe rivelata efficace: cercai di calcolare il momento esatto in cui sarebbe passato accanto a me e, giusto qualche istante prima, mi castai un Vanish.
Stavo esercitandomi con quel tipo di magia da un tempo estremamente ridotto perché potesse resistere a lungo; dovevo solo sperare che lo Sahagin non si trattenesse troppo nei paraggi. Lentamente, sempre evitando di fare rumore, estrassi il coltello, che per ogni precauzione tenevo sempre con me, dalla propria guaina. Le spade sarebbero risultate eccessivamente ingombranti in una situazione come quella.
Il leggerissimo sibilo della lama che fuoriusciva mi parve assordante ma l’altro sembrò non accorgersene.
Lo osservai chinarsi ad osservare la pietra che avevo involontariamente colpito, poi alzare il muso e annusare a fondo l’aria. Avvertii la potenza dell’incantesimo farsi sempre più debole e pregai che il mostro si desse una mossa.
Finalmente questi parve convincersi dell’assenza di una qualsiasi preda e si voltò per tornare dal compagno, che nel frattempo non si era mosso dalla propria postazione.
Non avrei avuto un’altra occasione.
Quando passò oltre il nascondiglio decisi che era il momento di agire: strinsi forte l’impugnatura del pugnale e con uno scatto mi lanciai fuori.
Prima che il nemico potesse solo rendersi conto di quanto stava accadendo, lo raggiunsi e gli conficcai la lama tra capo e collo; l’azione era stata talmente rapida che egli non ebbe nemmeno il tempo di emettere un solo gemito. Peccato che il tonfo del suo corpo a terra fu come il suono di un gong nella sala di un tempio.
Il secondo Sahagin si girò e rimase un poco interdetto, mentre faceva passare ripetutamente gli occhi da me al cadavere disteso.
Vidi la rabbia traboccare dalle sue pupille un secondo prima che si lanciasse nella mia direzione simile ad un toro infuriato; come gli altri vicoli, anche quello non consentiva un’ampia manovra di spostamento.
Il balzo laterale fu appena sufficiente per schivare i tre denti acuminati della sua arma, che passarono a fil di pelle.
Il calcio diretto al polso servì solamente a indebolire leggermente la presa sul manico.
Mi spostai velocemente alle sue spalle, sguainando Ryusei e alzando la guardia.
Un lungo incrocio di sguardi, alla ricerca di un minimo varco nelle rispettive difese. Il mostro scattò in avanti, mimando un affondo con l’impugnatura del tridente ed io indietreggiai quel tanto che bastava per non farmi colpire. Non potei trattenere la sorpresa quando fu invece un violento getto d’acqua a centrarmi in pieno petto, scagliandomi contro una cassa abbandonata sul lato della strada; la botta non fu violenta ma sufficiente per lasciarmi appena intontita.
Rimproverandomi mentalmente per essere cascata in una finta così ovvia, alzai gli occhi sullo Sahagin e lo vidi pronto a lanciare un ruggito di avvertimento per i compagni nelle vicinanze.
Stavo per trovarmi nuovamente in guai grossi.
«Novox!»
La magia castata istintivamente ottenne un risultato impeccabile: il nemico spalancò la bocca ma non ne uscì alcun suono. Approfittando dell’attimo di confusione venutosi a creare in lui mi rialzai e corsi in avanti, calando un fendente con Ryusei dall’alto verso il basso. Il manico dell’arma avversaria, posta in orizzontale sopra la testa, riuscì ad intercettare il colpo ma non potè evitare di lasciare un varco più che considerevole nelle difese: la lama di Jugan penetrò senza alcuna difficoltà la carne della creatura all’altezza dello stomaco, uscendo poi dalla schiena.
Fece appena in tempo ad esalare un rantolo di agonia, prima di accasciarsi in avanti e scomparire in un mare di lunioli.
Buttando fuori con un lungo sospiro parte della tensione accumulata, rinfoderai le spade e raggiunsi la fine del vicolo: sbirciai guardinga attorno, notando con sollievo che la strada era libera. Un inconfondibile brontolio sordo proveniente da un punto imprecisato alla mia destra mi portò tuttavia nuovamente in allarme: dunque dovevo davvero eliminarli tutti, se volevo tornare verso il centro della città senza problemi?
Scossi nervosamente la testa. Se non c’era altra scelta, allora avrei fatto così.
I prossimi due saranno certamente rivolti nella mia direzione, riflettei. Dunque non posso pensare di muovermi come ho fatto prima. Devo trovare un altro modo.
Già, ma quale?
Fissai ogni centimetro della zona circostante, senza però trovare niente di utile al mio scopo. Ripassai allora le magie di cui avevo completa padronanza, cercando quale di esse potesse tornarmi utile.
Gli Sahagin non avevano debolezze elementali, perciò scartai immediatamente quelle ipotesi: mi serviva qualcosa che avrebbe potuto darmi un vantaggio immediato. Qualcosa come…
D’accordo, è un’idea suicida. Speriamo solo funzioni.
Mi avvicinai il più possibile all’angolo della strada, poi uscii allo scoperto. I mostri mi aspettavano con le armi sollevate, evidentemente avevano percepito il pericolo o forse, dal loro punto di vista, l’ebbrezza di una nuova caccia.
Un Caos lanciato con tempismo fece barcollare il più vicino dei due, che rimase incerto per qualche attimo: poi, improvvisamente, ruggì qualcosa in direzione dell’altro Sahagin e lo colpì duramente al braccio.
Il tridente cadde a terra con un clangore secco, mentre sangue nero sgorgava dalla profonda ferita; quella vista parve far tornare momentaneamente in sé il mio avversario che fissò allibito prima la propria arma e poi il compagno.
Durò solo un istante.
La confusione, la follia, non saprei nemmeno io come chiamarla, prese ancora una volta il sopravvento sulla mente semplice del mostro, che con un ennesimo affondo tolse la vita alla creatura di fronte a lui, impossibilitata a difendersi.
Poi, cogliendomi totalmente di sorpresa, rivolse le punte affilate verso se stesso.
Un lungo ruggito squarciò il cielo chiaro di Lindblum.
Si era dato la morte.
Ammutolita davanti a quello spettacolo, se così si poteva chiamare, pensai con un brivido che Caos era una magia davvero versatile: i suoi effetti variavano a seconda del soggetto o, più probabilmente, a seconda della mente di chi ne cadeva vittima.
Andava adoperata con estrema cautela.
Non credo riuscirei mai ad usarla su un essere umano. Chi era fra il pubblico mi ha raccontato la reazione di Recks alla scorsa Sagra, non sopporterei di essere la causa di una scena del genere.
Con queste riflessioni mi diressi verso il punto di partenza della competizione, quando un ricordo improvviso mi bloccò sul posto.
Un momento… Io ne ho eliminati solo quattro, ma gli Sahagin erano cinque…
A conferma di tale pensiero, un improvviso dolore fra le scapole mi scosse dalla testa ai piedi: un’asta metallica mi aveva colpito violentemente alla schiena.
Con un gemito strozzato barcollai, malferma sulle gambe, e una mano robusta mi afferrò nel contempo per la divisa, scagliandomi qualche metro più in là.
Miracolosamente riuscii a mantenere l’equilibrio ma l’aggressore non perse tempo: avvicinatosi sferrò un pugno che mi raggiunse in pieno ventre, facendomi piegare in due.
Crollai in ginocchio, tossendo.
Tentai almeno di sollevare Ryusei, sulla quale non avevo ancora lasciato la presa; il nemico ne schiacciò la lama sotto il piede, costringendomi ad abbandonarla.
Alzai lo sguardo: l’imponente Capo Sahagin incombeva su di me, gli occhi truci fissi nei miei e il tridente pronto a colpire.
Rotolai di lato, schivando per un soffio il colpo, e strinsi fra le dita Jugan. Squadrai il mostro pensando ad una possibile strategia per uscirne viva.
Uno scontro diretto prolungato sarebbe la mia fine, però non posso nemmeno evitare tutti i suoi assalti. Devo provare a bilanciare le due cose.
Avanzai di qualche passo, ostentando una sicurezza che in realtà non provavo: avevo un nodo alla gola che non andava ne su ne giù.
Chi avevo di fronte non era un qualsiasi mostro, come quelli che avevo affrontato fino a quel momento.
Lui non amava combattere, amava uccidere. Non ci voleva una scienza infusa per capirlo.
Con un ruggito appena accennato, m’intimò di farmi sotto. Quasi mi parve di scorgere un ghigno dipingersi sul suo muso.
L’assalto della creatura fu travolgente e inatteso: combatteva con violenza, mirando chiaramente a stancare e confondere l’avversario. Era dotato di una forza poderosa ma non mancava nemmeno di agilità o tecnica. Il fatto inoltre che attaccasse prevalentemente sul lato sinistro, dove non potevo vedere i colpi in arrivo, mostrava anche quanto fosse accorto.
Iniziai a retrocedere da subito: paravo sempre all’ultimo istante i fendenti e non riuscivo ad organizzare neanche una controffensiva; dopo un paio di battute, anche la seconda spada mi volò via di mano e io caddi rovinosamente a terra, il tridente puntato alla gola.
Trattenni il respiro nell’attimo in cui lo vidi alzarsi pronto a colpire.
La prontezza di riflessi mi salvò ancora una volta e le punte acuminate si fermarono su di un Protect castato all’ultimo. Con un’ennesima capriola mi portai fuori dalla traiettoria e raggiunsi Ryusei.
Non pensare a niente. Combatti! Combatti e basta!
Chiusi gli occhi. Svuotai la mente.

«Riesci a malapena ad evitare gli ostacoli e capire da che parte arriva un attacco. Prima devi concentrarti su quello. L'attacco verrà poi. Se non sai da che parte schivare, finirai a fare da spiedino sulle braci di Yevon al primo assalto, credimi. Lasciati andare e senti quello che c'è intorno».
«Mi spieghi che cosa serve difendermi alla cieca se poi dovrò combattere con un occhio solo? Non sono completamente cieca».
«Tu credi? Non hai un filo di sensibilità per quello che ti succede intorno ad occhi chiusi, figuriamoci ad occhi aperti».
«E’ un controsenso! Come posso non avere sensibilità ad occhi aperti? La metà, ma ci vedo!»
«Tu credi?»
Silenzio.
«Non capisci che metà vista per ora ti è d'intralcio? Perdi dimensioni, distanze, precisione. Difendi e colpisci senza quella, il resto è poi un di più che può girare solo a tuo favore».


Per un attimo ci fu il buio assoluto ma presto il nulla si animò dei sibili del tridente vicino a me e l’udito, non più ostacolato dalla vista, potè corrermi in soccorso.
Ora sentivo i colpi. Capivo da dove arrivavano.
Rimasi così finchè non sentii il fendente dello Sahagin che calava nella mia direzione. Avvertii la corrente d’aria causata dall’arma in arrivo. E in quel momento fui pronta per iniziare davvero.
Lo schivai all’ultimo istante spostandomi lateralmente e iniziai a prendere confidenza con lo spazio in cui mi muovevo.
Non paravo, non assaltavo. Mi limitavo a scansare con precisione ogni colpo; la creatura menò subito un fendente dall’alto con l’intento di spezzarmi la spada, ma andò a vuoto. Lo evitai guizzando di lato e finendogli alle spalle: non si fece cogliere alla sprovvista e senza fermarsi cercò di colpirmi alla testa.
Mi abbassai.
Chiusi di nuovo gli occhi e ascoltai il ritmo dei passi del mio nemico. Ne indovinai la cadenza, li memorizzai e capii quali fossero i suoi movimenti abituali. Solo allora iniziai ad attaccare.
Il punto debole del mostro era la prevedibilità: aveva una tecnica impeccabile ma proprio per questo scontata. In breve tempo fui in grado di anticipare le sue mosse. Allora cominciai a muovermi con velocità, parando ogni singolo colpo.
Presi ad attaccare anche io con ampi fendenti dall’alto, costringendolo ad indietreggiare, seppur di poco.
Mi fermai una frazione di secondo per caricare il successivo assalto e lui non si lasciò sfuggire l’occasione: mi colpì con un violento calcio allo stomaco, facendomi retrocedere boccheggiante.
Subito dopo una serie rapida e imprevedibile di affondi e fendenti, diversa da tutti quelli ricevuti fino a quel momento. Sembrò che la sua scelta si rivelasse azzeccata: ero talmente impegnata a rispondere colpo su colpo da non poter apparentemente avere spazio per andare all’attacco.
Naturalmente non avevo la stessa forza dello Sahagin, motivo per cui non potevo far fronte ai suoi ripetuti attacchi; preferivo schivarli piuttosto che intercettarli. Tuttavia la belva non demordeva di certo: roteava il tridente in tutte le direzioni e mi costringeva a spostarmi di continuo.
Capii che non avrei potuto sostenere quello scontro ancora a lungo: le punte d’acciaio mi fischiavano sempre a pochissima distanza dal corpo.
Un solo colpo a segno sarebbe stato fatale.
Decisi di tentare il tutto per tutto: rimasi immobile, tanto per dargli l’impressione che avesse avuto la meglio. Il che non era poi così lontano dal vero…
Il Capo Sahagin si lanciò in un’ultima carica dall’alto.
Mi limitai a saltare.
In un unico gesto bloccai l’arma nemica al suolo con un piede poi, grazie ad un movimento fluido del braccio, calai la lama all’altezza del suo gomito destro.
Il ruggito di dolore si levò nell’aria: il mostro mi fissò con occhi iniettati di sangue e tentò di colpirmi con l’unica zampa rimasta, ma ormai la partita era mia.
Sollevai Ryusei con due mani e l’abbassai con forza verso il collo teso della creatura…

Qualche minuto dopo mi ritrovai seduta a terra con la schiena poggiata contro il muro esterno di un’abitazione; respiravo affannosamente, mentre osservavo il cielo farsi mano a mano più rosso.
«Non è il fatto di rimanere indietro. E' semplicemente che, in un modo o nell'altro, non sei più tu e devi trovare il modo di adattarti». Sottovoce ripetei quella frase, che mi era stata detta poco tempo prima.
Keep holding on
'Cause you know we'll make it through, we'll make it through.
Just stay strong
'Cause you know I'm here for you, I'm here for you.
Sorrisi lievemente, rivolta a qualcuno che in quel momento non c’era.
«Avevi ragione» mormorai, alzandomi e incamminandomi verso il punto di ritrovo.
Immagine

Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


X X X

Lord Remiem
SeeD
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Lord Remiem »

Squadra:
Remiem, Sarachan
Avviso: se trovate incongruenze "magie e tecniche" - "scheda di remiem" è perchè presto la risistemerò

Sara aveva optato per un girretto al cazzeggio, una cosa stile "uccido tutti quelli che trovo". E a Remiem non dispiaceva, anche se un po' si annoiava...gli sarebbe piaciuto trovare un bel nemico forte e possente, che portasse un po' di divertimento...o al limite molti nemici.

Il destino non tardò a farsi vedere, sotto forma di un Urutan Yensa solitario.
Non appena avvistarono il tipetto, Sara si avventò quasi subito con la sua spada "alata", mentre Remiem lanciò un Aero per indebolirlo.
Non fu uno scontro particolarmente duro, pochi colpi, pochi Aero e il nemico cadde. Sì, cadde...lui...stavano arrivando altri urutan, perchè si sa che amano combattere in gruppo.
Questo diede a Remiem l'occasione di lanciare magie davvero carine. Iniziò con Aerora, danneggiando particolarmente quegli omettini (che si scoprì deboli all'aria), mentre Sara menava fendenti a destra e a manca. Colpiva con precisione, tranquillità. Sara valutava in fretta la sua posizione e agiva di conseguenza.
Sapete com'è...Lo stile di Remiem è diverso, essendo un mago...comunque, visto che il numero degli urutan aumentava, Remiem pensò bene di lanciare Protega e Hastega, oltre a Dispega sui nemici, che avevano conoscenza di Haste.

Come avrete capito, lo scontro si vivacizzò. Il numero di urutan aumentava, tanto che alcuni arrivavano a bordo dei loro pesci cornuti, gli Yensa. Per quelli poteva servire un Thundaga, ma non erano il problema. Il numero di Urutan aumentava considerevolmente...quindi Remiem decise di passare ad Aeroga.
E fu una buona scelta...i nemici accusarono gravi dolori, dando respiro a Sarachan che era praticamente circondata. Combatteva egregiamente, ma i "cattivi" non erano da meno...tanto che uno di essi lanciò Morfeo a Sarachan.

Remiem: "Mannaggia a questi..."

Quindi puntarono tutti dritti su Remiem. c'erano venti metri circa di distanza tra Remiem e gli urutan, questo diede a Remiem il tempo di caricare una magia veramente potente che li avrebbe salvati un istante...
e questa fu pronta non appena gli Urutan furono a pochi metri.
Caddero tutti sotto la potenza di Collasso.

Questo diede un sollievo a Remiem. Guarì Sara con Esna e ripresero lo scontro.
Pareva non finire mai...ce n'erano così tanti...e loro due cominciavano ad accusare una certa stanchezza. Insomma, ma quanti ce n'erano? un mago ha le energie limitate, e anche gli angeli non sono da meno.

Dopo ore di battaglia, il risultato pareva pendere dalla parte degli omini. Remiem e Sara erano stanchi e loro sempre di più.

Remiem: Adesso o mai più.
Sara: Vuoi usare le nostre tecniche speciali?
Remiem: Voglio dare loro una dimostrazione della nostra potenza. Così non riotrneranno, se li spaventeremo.

Era deciso. Sara volò in alto, si caricò le energie...e scese violentemente in picchiata sul gruppo di avversari. Colpiva con una rapidità assurda. Dappertutto. Il Furore Angelico. era quello, dunque?

E dopo questa prima botta, era il turno di Remiem. Per quel momento stava preparando una tecnica imponente, una delle sue migliori...e dopodichè fu pronta.

Remiem: Sara, spostati!!!!

Sarachan volò dietro Remiem...era un pochino preoccupata. Non conosceva le tecniche segrete del suo amico mago.

Remiem: Ecco, è pronta...Ultimeteo!!!!!!!!!!

Dal cielo piovvero meteore...a raffica, a decine...strano però...si concentravano tutte in un unico sppazio ristretto...cadevano oblique in uno spazietto di un metro per un metro.
Spazietto dal quale partì un'esplosione tremenda...Shellga fu un aiuto per Sara e Remiem, che guardavano stupiti la potenza della tecnica del mago.

Remiem: "Non sapevo di essere così forte..."

Stop. I nemici erano debellati...dietro alcuni angoli, si vedevano Urutan fuggire a gambe levate, o spronare gli yensa.

Remiem: Ce l'abbiamo fatta :smt109
Sara: Certo! Hai visto quanto siamo potenti? :asd:
Remiem: Dovremmo fare squadra fissa, sai?

Remiem - Sara = 1 --- Urutan a decine = 0
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Drio
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Drio »

Le strade di Lindblum... erano mesi che non le giravo più anche perchè mi ero perso un edizione della sagra per questioni personali ma comunque era sempre un piacere rivederle anche se purtroppo non ero a una gita turistica ma a una sagra di caccia quindi dovevo tenere d'occhio quello che accadeva intorno a me invece di mettermi ad ammirare il panorama.
Mentre giravo per le strade si poteva sentire la folla impazzire e si poteva sentire chiaramente i rumori delle battaglie degli altri partecipanti alle prese di chissa quale mostro, purtroppo non ne ho incrociato manco uno...

§ Dovrei sbrigarmi altrimenti finisce che ne esco con 0 punti... §

Si vedeva che ero fuori allenamento e che non riuscivo a mantenere la concentrazione; mentre ero assorto da questi pensieri sentì improvvisamente il rumore di qualche passo.
Chiamai la spada a me per poi prepararmi ad aspettare che dall'angolo uscisse fuori un perfido... KoyoKoyo...
Non potevo uccidere una creatura del genere anche perchè era troppo grazioso per essere ucciso e non valeva la pena fargli del male.

K: Un elisir... di grazie...

§ Però sa gia cosa chiedere. §

D: Scusami piccolo ma ne ho solo *guarda tasca* 1

K: Ti prego... cercherò di rendermi utile... per favore...

D: E vabbe... prendilo, ma cerca di farne buon uso.

K: Grazie!!!

Poi con una mano indicò dietro di me.

D: Cosa?

Mi voltai ed ebbi il tempo di vedere a malapena un ombra enorme che stava per colpirmi e schiacciarmi a terra.
Feci un balzo in avanti prendendo il Koyokoyo sotto braccio, non poteva fare una fine così orribile; lo misi a terra per poi voltarmi verso quello che era il pugno di un HadesGigas che avrebbe fatto del piccolo Koyo una frittata.

D: Facile prendersela con i più piccoli eh?

Spada puntata verso di lui il Gigas tirò un ruggito di rabbia che faceva tremare i vetri dalla potenza e il Koyo dalla paura.

D: Oddio che alito terribile!!!

Il mostro prese in mano l'enorme catena che una volta poteva tenerlo fermo e renderlo innoquo, adesso è un arma letale.

RAAAAAAAAAAHHHH!!!!

Fece girare la catena attorno a lui per poi dare uno slancio più lungo per colpirmi, mi abbassai per schivare l'attacco per poi scagliarmi verso di lui e passare sotto le gambe in scivolata, dovevo allontanarlo dal piccolo Koyo, non potevo permettere che rimanesse ferito.

D: Allora bestione dove miri con quella catena? La frase "Grand e Gros ciule balos" è vera nel tuo caso.

Il gigante si voltò verso di me fissandomi con odio, sicuramente non aveva capito la frase ma bastava il mio sguardo da sfacciato per farlo imbestialire più del solito; infatti si lanciò in carica verso di tentando di colpirmi con un altro pugno, mi spostai di lato per poi provare a ferirgli la mano ma la spada rimbalzò su quel braccio fatto di muscoli.

§ Damn!!! §

Non ebbi il tempo di riprendermi dal rimbalzo che il mostro estraendo il pugno dal terreno diede un colpo laterale con tutto il braccio che mi prese in pieno facendomi sbattere contro il muro.
l'impatto fu tremendo; non pensavo che avesse così tanta potenza, l'avevo sottovalutato e questo era un grave errore.
Appena riusci a rialzami il mostro tentò di attaccarmi con la catena tirando un colpo verticale, rotolai di lato e rimasi basso per evitare l'ennesimo colpo dato in orizzontale per prendermi la schiena per poi cominciare a correre incastrandomi in un vicolo stretto dove avrei potuto evitarlo.
Il gigante tentò di allungare la mano per prendermi nel vicolo ma senza riusltato; però continuava a insistere pur di prendermi in qualche modo ma era tutto inutile, il vicolo era troppo stretto per lui.
Alla fine rinuciò per poi voltarsi verso destra e allontanarsi.

§ Perchè se ne... IL KOYO §

Quell'infame voleva prendersela con il piccolo Koyokoyo!!!
La piccola creatura era ancora chiusa in se stessa tremolante di paura mentre il Gigas si avvicinava in carica pronto per ucciderlo.

D: Non azzardarti a toccarlo!!!

Mi lanciai sulla schiena del gigante cominciando a colpirlo sulla schiena ma la sua resistenza era troppo forte e la spada continuava a rimbalzare quindi mi lanciai indietro per lanciargli un Fire sulla schiena.

Devil Never Cry

Il mostro si voltò nuovamente verso di me inferocito dal fatto di avergli ustionato la schiena

D: Caldo eh?

Il mostro si lanciò in carica con una scarica di pugni tentando di colpirmi più e più volte.

D: Haste

Cominciai a saltare a destra e a sinistra per evitare i suoi attacchi sfruttando la velocità dell'Haste per poi lanciarmi con un enorme salto indietro, grave errore!!!
Il Gigas lanciò la catena che mi prese per un piede per poi tirarmi contro un muro e poi verso di lui e lanciarmi un pugno senza esitare facendomi volare e rotolare via per un paio di metri.

*Sput*

Sputai il sangue che mi stava fuoriuscendo dalla bocca fissando il Gigas.

D: Ora ti sistemo io...

Stavo concentrando la mia rabbia per la trasformazione in demone e quando raggiunsi il massimo della potenza mi...

???: Fermo!!!

D:Chi?!

???: Per una volta non contare sul demone che c'è dentro di te, cerca di farcela con le tue forze, come un essere umano.

D: Sei... tu?

Mentre Lei mi comunicava il mostro mi prese tra le sue enormi mani cominciando a stritolarmi mentre io urlavo a tutto spiano.

???: Cerca di resistere, puoi farcela!!!

D:Nnnnghhhhhh!!!

Mentre ero li tra le sue braccio cercai di liberare la mano per per poi puntarla sul suo viso e lanciare un Flash di luce che accecò il mostro lanciandomi verso una parete.
Sbattei fortemente la testa e avevo tutte quasi tutte le ossa rotte.

§ Qui la vedo male... malissimo... §

Il mostro stava per riprendersi e io ero inerme a terra, senza forze... finchè non sentì qualcosa che mi aprì la bocca e mi fece bere qualcosa.

K: Prendi...

Il Koyokoyo mi aveva dato l'Elisir che gli avevo regalato, mi rialzai ancora frastornato e vidi lui con la bottiglia vuota in mano.

D: Ma era per te...

Lui mi fissava con i suoi occhietti blu per poi voltarsi verso il Gigas.
Forse mi voleva salvare per ringraziarmi di averlo aiutato...

D: Grazie...

Fissai il Gigas che ormai aveva ripreso quasi completamente la vista e mentre mi misi in posizione d'attacco con la spada sentì come una presenza che teneva la spada assieme a me.

???: Combatti come io ti ho insegnato.

D: Seline???

S: Ti ricordo che sono una maestra di spada.

D: *Tsk* Vero.

S: Guarda su.

Alzai lo sguardo e vidi un Pyros che girava sui tetti.

D: Ho capito!!!

Mentre il Gigas aveva ripreso completamente l'uso della vista, mi lanciai sui balconi delle case per poi arrivare difronte al Pyros che stava volando tranquillamente sopra i tetti della città.

D: Scusa, non è perchè ce l'ho con te.

Mi diedi uno slancio a mezz'aria e scagliai il Pyros sul viso del Gigas.

D: TUTTO TUO!!!

Il Pyros appena colpì in viso il Gigas esplose in faccia a lui come fa di solito quando si autodistrugge rendendo completamente ceco il mostro che cominciò a barcollare e urlare dal dolore.
Appena atterrai al suolo castai un Bio sul Gigas che cominciò a sentirsi veramente male e intorno a lui apparirono delle chiazze viola sul corpo.

S: ORA!!! COLPISCI!!!

Mi lanscia in scivolata colpendogli le gambe dove le chiazze viuola erano visibili per farlo cadere al suolo per poi saltargli sopra il viso e dargli il colpo di grazie con un affondo in testa.

D: *Anf... anf...*

Scesi dal cadavere del Gigas poggiandomi su una parete stanco morto e strisciando con la schiena fino a terra.

§ Sono... un attimino... esausto... §

Mentre cercavo di riprendere fiato il piccolo Koyokoyo si avvicinò a me per poi sedersi vicino e poggiando la sua piccola testa azzurra sulla gamba.

D: 10 minuti di pausa e poi andiamo ok?

K: Koyo...
ChocoboMan
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56. Fire on the precipice (Heroes can save you)

Messaggio da ChocoboMan »

Maledizione.
Come diavolo è potuto accadere ?


Mi piace la Sagra, mi riporta alla mente il passato, le giornate trascorse a cacciare nelle pianure, quelle situazioni in cui al predatore bastava un attimo di disattenzione per trasformarsi in preda.
Godendomi quella sensazione, percorsi lentamente le tortuose stradine di Lindblum, tutti i sensi tesi al massimo, il corpo immerso nell'atmosfera ancora umida.

All'improvviso, mentre mi sporgevo oltre l'angolo di una viuzza, scorsi la forma indistinta di un mostro alto almeno il doppio di me, che subito mi si scagliò contro.
Anche se apprezzavo sempre un bel combattimento faccia a faccia, non ci tenevo affatto a farmi fare a pezzi senza motivo.

Corsi a perdifiato, mentre la mia testa pulsava come se stesse per esplodere, impedendomi di concentrarmi per pensare a come affrontare quella creatura.
E proprio in quel momento, mentre pregavo solo che mi venisse un'idea, mi giunsero all'orecchio due voci fin troppo familiari.

- Datemi una mano ! In tre dovremo farcela ad abbatterlo !
- Da quand'è che chiedi una mano a qualcun altro ? Ci stiamo rammollendo ?
- Piantala e muoviti, ok ?
- Sì, sì...

Per dar loro tempo di prendere il mostro alle spalle scattai rapidamente attraverso tutto il suo campo visivo, per poi buttarmi all'ultimo istante in una via laterale.
E appena un istante dopo, un suono mai udito prima accompagnò una piccola esplosione a pochi centimetri da dove mi trovavo, mentre una quantità di minuscoli frammenti di selciato mi tempestava la schiena.

Rabbrividii: che razza di attacco era mai quello ?

Mi sbarazzai di quel pensiero superfluo e ripresi a correre, tuffandomi in quell'inestricabile dedalo di vicoli, ma quei colpi dal suono indescrivibile, appena vagamente simile a un fischio non davano l'impressione di volersi allontanare.

Quasi piegato in due da quell'estenuante inseguimento, mi infilai in un ennesimo bivio, anche se sapevo che non sarebbe servito a molto.
Ansimando profondamente, cercai di riprendere più energie che potevo.

Pare proprio che dovrò cavarmela da solo...

Avevo appena finito di formulare quel pensiero, che un grido di dolore mi raggelò il sangue.
Tutte la strategie, tutti i piani che si erano formati nella mia mente furono spazzati via come foglie al vento, mentre imboccavo a tutta velocità una via trasversale.

Poi le cose avevano iniziato a precipitare.

Raggiunta la zona da cui era partito quell'urlo, l'odore acre del fuoco mi raggiunse come una sciabolata: la via era un inferno di fiamme, ma il fumo non mi impediva di riconoscere l'imponente sagoma del mostro.

- Tutto a posto ? Siete feriti ?

Mentre pronunciavo quelle parole, il mio cuore quasi si fermò in attesa della risposta.

- Solo io, ma è un poco più di un graffio, non preoccuparti...

Ripresi a respirare.
Poi, senza che tra noi ci fosse bisogno di parole, riprendemmo l'attacco, girando rapidamente intorno alla creatura, sfruttando la copertura del fumo che ci avrebbe nascosti alla sua vista.

Ma, quasi a volersi beffare di noi, quell'essere ignorò il nostro schema, gettandosi verso destra come un falco.

- Scappate !

Troppo tardi.
Un tenue bagliore, pallido come la morte, squarciò quella coltre di cenere, subito seguito da un gemito straziante, e da una figura che si accasciò a terra.

Un graffio, eh ? Maledizione...

Infine, anche quel pensiero svanì, e nella mia mente tutto fu chiaro.

Finalmente sapevo cosa fare.

Con un urlo selvaggio mi scagliai contro il mostro, che si voltò verso di me, il volto annerito dalle fiamme.

A dispetto delle apparenze, fu rapidissimo, tanto che per un istante non provai assolutamente nulla.

Poi la mia mente e i miei nervi parvero sul punto di esplodere, mentre osservavo lo squarcio rossastro che si era aperto sul mio corpo.

Nemmeno il tempo di sollevare lo sguardo, che ricevetti un altro colpo. E poi un altro ancora.

Urlai.
Urlai con tutta l'energia che mi era rimasta, mentre ogni singola fibra del mio essere si espandeva e si contraeva, in uno strazio indescrivibile.

In un istante che parve durare secoli, mi voltai verso i miei amici, mentre mi lanciavo contro quell'essere.

Sorrisi, e poi tutto fu fuoco.
Non temete, io resterò al vostro fianco. Per sempre.
"Non si parlerà mai di me al passato !"
(Squall)
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da AstenSekriaDragowolf »

Non cominciò diversamente dalle altre volte. Come sempre l'aria era satura dei rumori della battaglia, di ruggiti, di grida, e naturalmente dell'odore di sangue che col passare delle ore e via via che i mostri venivano uccisi, diveniva più penetrante. Insomma, tutto incitava i partecipanti alla sagra a far strage.
Dal canto mio, però, di strage non c'era nemmeno l'ombra. Era già da almeno un'ora che percorrevo le strade di Lindblum in attesa di fare un qualche incontro: era impossibile che tutti i mostri fossero impegnati con gli altri partecipanti! Quel giorno la teoria della probabilità mi andava contro. :smt095
Svoltai l'angolo e mi ritrovai in un vicolo cieco. Per essere un vicolo cieco devo ammettere che era strano, anzichè finere con la solita parete finiva con una specie di "bivio chiuso"... Inoltre, là in mezzo c'era una Botte magica: proprio la miglior fortuna che mi poteva capitare, eh si..

" Non sono troppo vicina... e in fondo ha una forza fisica bassa, quindi non dovrei preoccuparmi troppo...Forse.
Mah, tentiamo la sorte.
"

Presi una delle due pistole, scelsi un occhio sul vaso e sparai.
Il vaso oscillò come a far capire l'errore. Cosa poteva succedere?
Dopo un altro paio di secondi, una parete del vicolo cieco...semplicemente sparì, rivelando la strada che continuava da quella parte. Allora era un'illusione creata dalla Botte? Forse non c'era realmente nemmeno l'altro muro e quello era un bivio qualunque.

" Tutto qui...? "

Già, tutto lì. Non successe nient'altro. Molto guardinga passai accanto alla Botte Magica, aspettandomi un'esplosione o un qualche attacco, ma invece questa rimase ferma. Prima di passare per la via che si era aperta, provai a vedere se l'altra parete era finta o meno.
*Toc-toc*
No, pareva ben reale. Mi rassegnai a capire e continuai per la mia strada.
Mentre percorrevo la strada, oltre a un odore piuttosto forte di sangue, più intenso del consueto, si sentivano strani ruggiti. Parevano più d'uno assieme, e sotto si sentiva un verso simile a quello di un'aquila. Che razza di mostri c'erano, da quella parte?
La strada era finita, svoltava, e sporsi la testa per vedere con chi avevo a che fare.
Davanti ai miei occhi si svolgeva il combattimento tra un Tiamath di Cristallo ed una Chimera. Quest'ultima era stata atterrata dal gigantesco mostro ed era ovvio che destino avesse. Non volendo fare la stessa fine, feci per correre via da dove ero venuta, ma vidi che la strada era... di nuovo chiusa?!

Asten- Maledizione! :smt091

...Ops. Che errore idiota.
C'era un certo silenzio da almeno un mezzo minuto, ormai, e la mia piccola imprecazione l'aveva rotto. Non quanto il ringhio, cioè, pardon, i ringhi bassi e feroci che sentivo alle mie spalle. Voltai la testa, praticamente al rallentatore, e vidi tutte e tre le teste del mostro rivolte verso di me con un'espressione che si poteva definire molto incattivita.

Asten- Ehr...Ehm...Buongiorno...

Il dragone ruggì e dopo aver tirato via con una zampata l'ormai cadavere della chimera, fece un salto per raggiungermi, con un conseguente "leggero" atterraggio. Io stavo correndo via per la piazza, dovunque, bastava salvarsi la pelle. Contro quel bestione avevo miserrime probabilità di farcela.

Asten- MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! O__________O

Mi guardai attorno... non ...
Non c'era nessuna altra strada!!! Non avevo via di scampo. Intanto il bestione facendo perno sulle zampe posteriori si era voltato per compiere un'altro balzo verso di me. Non sarei riuscita ad evitarlo in fretta.

Asten "Zohaster, dammi una mano!!Ti prego!!"

Non mi giunse alcuna risposta dalla solita bassa voce del drago, solo un piatto silenzio.

Asten "SBRIGATI!!" - Intanto stavo tentando di correre via, mentre il Tiamath atterrava nel punto dove ero fino a cinque secondi prima.

Zohaster "No."

Asten "EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH!?!!?!"

Zohaster "Dammi retta che ce la puoi fare senza trasformarti. Usa la testa."

Sapevo che contro le sue decisioni c'era poco da fare, era più testardo di me.. Stavo sguainando la spada, quando mi colpì in pieno sterno una codata del bestione. Rimasi senza fiato, mentre venivo sbalzata via dalla potenza del colpo. Insomma, le cose andavano per il meglio: nemmeno avevo avuto il tempo di prendere le armi che già ero mezza morta!
Andai a sbattere contro il muro, abbastanza in alto. Ma non ridiscesi: la spada si era confitta nel muro ed io stavo aggrappata al manico. Il Tiamath alzò una delle teste alla mia altezza e fece un ringhio spaventosamente forte, mentre io intanto cercavo di levare la Forelaya di lì, ma sembrava un'impresa più ardua di levare la spada dalla roccia! Il dragone indietreggiò un poco con la testa e stava per azzannarmi e ingoiarmi tutta intera.

Asten- Non è l'ora dell'aperitivo! Firaga!

La magia lo centrò in pieno naso, e scosse violentemente la testa, probabilmente anche se non era debole al fuoco quella scottatura gli aveva fatto male. Essendo al limite, mollai la presa dalla spada e riuscii ad atterrare più o meno bene al suolo.

Asten "Accidenti... Non ho più la spada... Niente trasformazione... Oggi devo morire, eh? :smt091 "

Il mostro girò le sue tre teste: un triplice sguardo in cagnesco. Si mosse rapidamente e fece per azzannare, feci un salto di lato per evitarlo e... Mossa abagliata.
Dopo aver sentito un'altra botta allucinante, mi ritrovai bloccata a terra da una zampa del dragone. Mi passò davanti agli occhi la fugace scena che avevo visto della chimera e rabbrividii.
Il Tiamath aumentò la pressione, avevo seri problemi a respirare, annaspavo in cerca di qualche boccata d'aria, e sentii qualche osso scricchiolare.
Pensavo che mi desse subito il colpo di grazia, invece mirava di più a farmi soffrire come un cane. Aveva una forza incredibile, ma c'era un modo per contrastarlo, se non mi rompeva le ossa prima.
*WHOM!*
Afferrai con qualche difficoltà uno degli unghioni del Tiamath, e poi spinsi in avanti, spingendo il dito in un movimento del tutto innaturale.
*CRACK*
Ruggì di dolore.. ovvio, gli avevo praticamente ritorto un dito. Quando sollevò la zampa, inspirai così a fondo che mi parve i polmoni scoppiassero: ciò nonostante, riassaporai quanto fosse piacevole respirare liberamente.
Mi rialzai con qualche difficoltà e un po' barcollando corsi via, verso la strada da cui ero venuta all'inizio. Voltai l'angolo e mi addossai al muro, ansando parecchio. Cominciai a tossicchiare, poi sputai per terra. Era un po' di sangue, un bel po'.

Asten- Acc... Non mi ha fatto molto bene...

Controllai che non avessi ossa rotte, anche se dubitavo..
*DOOOOON!*
Una nota sparata a tutto volume mi assordò. La Saxtar, che tenevo a tracolla, si doveva essere accesa casualmente mentre ero a terra, e per sbaglio avevo beccato un tasto. Ancora mi ronzavano le orecchie, quel giorno ne accadevano di tutti i colori.
Purtroppo quel "piccolo" Fa ovviamente l'aveva sentito anche il mio avversario, una cui testa si affacciò dall'angolo. Con quella specie di ghigno pareva dire "Ti ho beccato!".
Rapidamente valutai che la forza non mi sarebbe servita a molto, il fuoco nemmeno e le pistole in quella situazione potevo pure buttarle al secchio. La mia ultima risorsa era la tastiera..

Asten- Ah... e così... deve cominciare la musica, sembra.

Il Tiamath ruggì, io rapidamente attivai la modalità Magie della tastiera e suonai l'accordo.
Una potente folata di vento si abbattè sulla creatura... che ne uscì rinvigorita.

Asten- Oh, no! Assorbiva il vento ed era debole al gelo, non il contrario! :smt095

Intanto il Tiamath mi castò un Levita. Conoscendo la tattica, e dato che non avevo voglia di finire spiaccicata da qualche parte un'altra volta, mi castai un Dispel, sempre usando la Saxtar. Cominciai rapidamente a suonare gli accordi che corrispondevano alle magie di ghiaccio, che in breve divennero una litania di note tra le più basse e le più alte. Ma non pareva far troppo male al mostro, che comunque, battendo in ritirata verso la piazza, riusciva ad evitare la maggior parte degli incantesimi. Mi ritirai di nuovo verso la stradina. Non avevo più carte da giocare, a quel punto.

Zohaster "Si che ne hai, stupida. E ti pareva che dovevo venirti in aiuto... Ah, senti qui."

Il drago si zittì ed un'altra voce, rabbiosa, mi invase la mente.

"Li odio! Tutti! Mi hanno strappato al mio bel mondo di Cristallo per mandarmi a morire qui, senza alcun motivo! Ma non morirò, voglio ucciderli tutti quanti, quegli schifosi umani! TUTTI!"

Dunque era solo vendetta, quel che provava...

Asten " Zohaster, Come si fa a curare la nostalgia? "

Zohaster " Ovvio, si fa sentire qualcuno come a casa propria. "

Asten " ... Sai una cosa? Avevi ragione, posso farcela anche così. "

Zohaster " Hehe, quando mai ho avuto torto? "

Sbuffai, quel drago ogni tanto si dava delle arie...
Intanto, il Tiamath ruggì la sua sfida, l'ennesima volta. Era sanguinario.
Impostai la tastiera sul brano che dovevo suonare, cosicchè la tastiera mi avrebbe creato automaticamente il resto mentre io suonavo la parte di pianoforte (o xilofono, quando cambiava). E cominciai.
Il Tiamath si mise all'erta al sentire ancora musica, dato che prima proprio questa gli aveva arrecato vari problemi. Ma dopo anche una decina di secondi dall'inizio non successe niente, anzi la musica era bella, dolce, sembrava solo benevola. Ai suoi occhi molto probabilmente era strano.
Dopodichè cominciai anche a cantare. Non era affatto semplice, dovevo fare due parti diverse, quindi potevo respirare per poco...
Notai che il dragone iniziava ad addolcirsi: gradiva. In breve si accucciò sdraiato, calmo. Pian piano mi avvicinai, sempre più vicino, fino a sedermi per terra accanto ad uno dei testoni del drago. Era una pazzia delle più incredibili, ma speravo di riuscire in quel che stavo facendo.
Quando finì la canzone, ero letteralmente sfiatata. Rimasi almeno una decina di secondi a respirare profondamente, poi mi voltai verso il Tiamath. Mi guardava con occhi tristi. Molto probabilmente pensava che adesso volevo ucciderlo, dopo averlo ammansito e rintontito per bene con quella strana magia.
Il bello era che di magia non c'era neppure l'ombra, avevo solo suonato; il resto aveva fatto tutto lui.
Scossi il capo, e poi castai qualche Energira al mostro. Questi, ritrovandosi guarito quasi completamente, rimase interdetto. Ora che era di nuovo in forze poteva attaccarmi all'istante, ma gli sembrava di capire che io non avevo intenzioni bellicose.
Arrischiai di allungare una mano per accarezzare il muso del dragone, ma esitai. Non sapevo se avrebbe acconsentito.
Vedendo che non faceva niente, abbassai la mano. Aveva una pellaccia ruvida, con squame durissime, ma continuai uguale.
Ad un certo punto il Tiamath scansò la mia mano, mi prese delicatamente con i denti per la maglietta e mi fece sedere sul suo dorso. Un'altra testa addentò la mia spada e dopo averla staccata dalla parete con qualche sforzo, me la porse.

Asten- Ah... Grazie... Ma dove...?

Il Tiamath con un colpo d'ali spiccò il volo ed io mi dovetti aggrappare per non cadere, data la velocità.
Intanto il mostro seguiva una rotta a lui ben nota, cosa che intuii da come seguiva sicuro certe direzioni. In breve si posò sopra il tetto del teatro: iniziava a farsi tardi, e le nuvole lasciavano intravedere il tramonto che tingeva di rossastro il cielo serale.
Dopo che scesi, il mostro tentò di farmi capire qualcosa. Non capivo cosa. Ridacchiai, da come si agitava pareva uno strano cagnolino.
Vedendomi ridere si offese, poi sbuffò rassegnato e con una testa si avvicinò fino a toccare con la punta del muso la tastiera. Evidentemente voleva sentire ancora il brano di prima. Sorrisi.
Perle di saggezza ha scritto: Fuko Kameyama- A primo sguardo avevo letto: Devo colorargli le pal*e... °___° Al che mi son domandata che cacchio di disegni fai? XDXD
Teoskaven- Eh, si vede che Asten ha un'impennata ormonale XD.
---
Master Roxas- Non capisci niente eoe...I bambini mi amano: sono come la fatina dei denti. Solo che se osano rompere fino ad un certo limite, i denti glielo spacco io. U_U
Asten- Beh, ora sono migliorata, un po'. Il primo disegno faceva cagare: ma così cagare che andavi a farla da paolo.
Miku Hatsune- Oddio, mi si è impallato il cervello!
Miku Hatsune- Dio, dammi la forza... anzi no dammi la pazienza perchè se ho la forza spacco tutto!
NobodyXIII- eccola, la posizione N. 699 Made and Used and DOES by Doctor Xed!
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Asten- perchè mi vieni in mente versione indiana jones? o.o
NobodyXIII- fai fantasie su di me?! \OoO/
---
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AxelX3
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La lezione importante

Messaggio da AxelX3 »

Axel: Cavolo...questa volta non me la caverò con poco....
La Chimera mi stava letteralmente sovrastando con la sua mole....il veleno era entrato ormai in circolo nel mio organismo con le dovute conseguenze...
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Poco Prima..

Nuvole su Lindblum....non certo l'atmosfera ideale per andare a caccia....Ma non saranno certo quattro nuvolette a impedirmi di compiere la mia solita carneficina! :supercool:

Cid: Pronti....Viaaaaaa!!!

Mi diressi velocemente tra i vicoli della città in cerca di qualche mostro da sistemare per le feste...
Max: Ricorda bene, mai sottovalutare l'avversario...è una delle regole fondamentali del combattimento!
Axel: Certo zio, ma se è più debole di me non vedo il problema... :eh?:
Max: Ascolta...vedi il cielo? Oggi è limpido e sereno..Ma se cambia il tempo può diventare una vera forza della natura; bene la stessa cosa vale con l' avversario che hai davanti. Solo perchè sembra debole, non vuol dire che non abbia la forza per sconfiggerti..
Da sopra un albero avvistai la mia prima preda, una Chimera; non particolarmente più spaventosa di altre immonde creature lì vicino.

Axel: Bene eccola là. E' tempo di battaglia!

Un sibilo, un boomerang proveniente da una direzione sconosciuta fendette l'aria e andò a colpire una delle quattro teste della Chimera, la quale accusò il colpo perfettamente. Con un incredibile velocità una lama si infilò nel ventre della bestia. Il cadetto aveva colpito nel segno.

Axel: Eheh.

La creatura però invece di accasciarsi a terra fece qualcosa di veramente inaspettato, lanciò un Thundaga al ragazzo che lo schivò scansandosi di lato.

Axel: Troppo facile.

La Chimera invece sembrò ghignare da una delle sue teste, e ne aveva ben ragione. Afferrò la katana che aveva nel ventre e colpì Axel sulla gamba. Poi si castò un Energia per riprendersi dai duri colpi ricevuti dal cadetto.

Axel: Ca**o!!! Firaga!

Incendiai il terreno sottostante per bloccare i movimenti del mostro e mi diressi dietro un vicolo per controllare i danni subiti. Mio zio come al solito aveva ragione, e io torto.

Axel: E' riuscito a ferirmi. E neanche poco. Non me lo aspettavo proprio.

Con una smorfia di dolore e un gemito tolsi la lama della katana che mi si era rivoltata contro..stavo perdendo una buona quantità di sangue. Dovevo calmarmi e riprendere fiato..

"Cavolo....perchè devo sempre essere così testardo! Sto rischiando molto qui, e non solo per la gara, anche per il mio orgoglio.."
Con una tecnica di Ki basilare fermai un pò la copiente emorragia e la ferita si sanò leggermente.

D' un tratto mi trovai la Chimera davanti, probabilmente aveva spento le fiamme con Idro e ora mi stava attaccando con tutte e quattro le teste. Rotolai più di una volta cercando di schivare i colpi ma alla lunga mi ritrovai immobilizzato con le spalle al muro.
Il mostro invece rise sguaiatamente alla vista di quel povero moscerino ormai in balia della sua furia. Una sfera verdastra avvolse il cadetto di Rinoa..BIO!

Axel: Cavolo...questa volta non me la caverò con poco....
La Chimera mi stava letteralmente sovrastando con la sua mole....il veleno era entrato ormai in circolo nel mio organismo con le dovute conseguenze...
<<Dove sono?>>
<<Dove sei? Strano che tu me lo chieda.>>
<<Chi sei?>>
<<Sono quello a cui ti aggrappi ogni volta che hai bisogno di aiuto. Ma ora basta.>>
<<Che vuoi dire?>>
<<Voglio dire che devi smetterla di guardare il passato! Guardati, non ti ho addestrato solo per vederti piangere addosso, devi reagire!>>
<<Si..lo so ma è troppo forte, ancora una volta avevi ragione te zio..>>
<Lo so..avevi ragione...ma ti riconosci? Il mio ragazzo non mollerebbe mai così! Disegna la tua strada, vivi la tua vita!>>
<<Si...hai ragione zio..non mi arrenderò! :grr: >>
Aprii gli occhi un pò appannati dal torpore che mi aveva provocato il veleno. Evocai il Legame di Fuoco e da sdraiato con la Chimera sopra esclamai:

Axel: Questo....è per chi mi ha insegnato a non gettare la spugna. Mai. Flamming Barrier!

La barriera di fuoco circondò il cadetto e la creatura, quest' ultima fu costretta a mollare la presa anche avendo subito danni considerevoli. Axel si rialzò appongiandosi al Keyblade del suo mentore e afferrando anche la Mitsua si lanciò in un disperato, ultimo attacco. La chimera lanciò un Thundara ma ormai il suo destino era già stato scritto.
La katana infilzò la bestia mentre il Keyblade tagliò con un colpo secco la carne rimasta.

I lunioli della Chimera sconfitta e la pioggia condirono la scena finale di quella battaglia mentre il cadetto cadde a terra ormai privo di sensi.
"Axel: Oggi ho imparato una importante lezione............credo che tra una settimana me ne sarò già dimenticato.. :asd: "
"...No forse non vincerò. Forse l'unica cosa che potrò fare sarà rendergli la vita difficile..ma per battere me, dovrà riuscire ad uccidermi..e per uccidermi, dovrà avere il coraggio di stare di fronte a me, e per fare questo..dovrà essere pronto a morire anche lui"...Rocky
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Scheda Accademia parte 1-------scheda parte 2 -------My Mitsua
Regali(si fa per dire):
x------x------x
Dal paradiso all'inferno,Cloudstrife9999 in Eterno!
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In my future,there s' no future... Trunks

Un vero uomo non ha bisogno di leggere il suo futuro...se lo crea da sé.. Solid Snake

"Ho bisogno di più rabbia...ho bisogno di più cuori..""Xemnas,in un cuore non c'è solo rabbia o odio...è pieno di ogni sorta di sentimenti....Non te lo ricordi? "Sfortunatamente....no....."
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Holden
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Il brutto anatroccolo

Messaggio da Holden »

Mi chinai, appoggiando un ginocchio a terra, e sfiorai il selciato riscaldato dal sole con le punte delle dita, ma non c'erano più tracce del sangue che avevo versato durante la precedente sagra. Alzai lo sguardo, fissando quel tetto spiovente dal quale era volato via come un pupazzo sbatacchiato dal vento.
Il ricordo mi si ripresentò vivido nella mente, e mi parve quasi di sentire nuovamente l'urto doloroso delle mie ossa contro la pietra dura di quell'anonimo vicoletto di Lindblum.
Mi mordicchiai le labbra, nervosamente...
Cosa ci facevo di nuovo a Lindblum, dopo l'esperienza umiliante dell'ultima volta? Ero abituato ad imparare dai miei errori, a far tesoro delle mie esperienze. E invece ero nuovamente lì, come se nulla fosse successo, come se ogni pagina dell'esistenza si cancellasse quando veniva girata.

Un lieve raspare di artigli sulla pietra mi fece voltare. Un lieve brivido attraversò la mia spina dorsale e mille immagini mi si ripresentarono davanti mentre cercavo di capire con chi avevo a che fare.
Il rumore si fece man mano più udibile, e all'improvviso da dietro l'angolo più lontano sbucò fuori una caricatura di gatto.
Mi paralizzai a fissare l'anomala creatura, mentre quest'ultima guardinga mi osservava, mantenendosi prudentemente alla distanza.

Pur essendo sicuramente un “animale” vero e proprio, il gatto (se di quello si trattava) ricordava più un qualche peluche di pezza maldestramente cucito. Le dimensioni erano pari a quelle di un cane di grossa taglia, e due paia di ali membranose, due delle quali più simili ad orecchie che ad altro, gli davano un aspetto inconsueto. Non sembrava avere nessun tipo di pelliccia, e la pelle era lucida, imberbe, di un blu scuro malato. La coda era vivace, flessibile come un serpente, e l'estremità era apparentemente attaccata al resto con una qualche cordicella.
Un testone sproporzionato completava il tutto. Testone dal quale occhi rotondi, enormi e gialli mi fissavano. Mentre mi guardava, miagolò brevemente, e ebbi la visione di denti di dimensioni ragguardevoli, stranamente regolari.
Una caricatura di gatto, insomma...
Non sembrava avere intenzioni minacciose, ma un mostro selezionato per una sagra raramente lo era per la sua mansuetudine. Portai lentamente la mano alla cintura e strinsi l'elsa finemente lavorata della Wakizashi, estraendola dal fodero. Vedendomi fare ciò l'essere si irrigidì, e inarcò la schiena fischiando sordamente.
Come un normalissimo gatto.

Rimasi immobile, incuriosito, aspettando di vedere cosa stava per succedere.
Vedendo che non accennavo ad attaccare, l'animale sembrò calmarsi, e guardingo si avvicinò, gli occhi leggermente socchiusi.
-Scroccamiao: Miaaoo... Ce l'hai un diamante, amico?
-Holden:
-Scroccamiao: Un diamante, uno solo, per quanto brutto...
-Holden: Mi dispiace, non vado in giro con diamanti nelle tasche.
-Scroccamiao: Ma uno solo, piccolino... Un diamante da nulla...
C'era qualcosa di ridicolo in tutta quella conversazione, e avevo una mezza voglia di ridere. Ma il gattaccio era serio, terribilmente serio. Mentre supplicava per avere un diamante, mi guardava implorante, e le zampe grattavano la terra, nervosamente.
-Holden: Te lo ripeto, non ho pietre di nessun tipo con me.
Il gatto fischiò violentemente, irritato...
-Scroccamiao: Sei come tutti gli altri, CATTIVO!!!!
Era un'esclamazione quasi infantile, involontariamente comica, ma c'era sotto qualcos'altro...
All'improvviso, si lanciò furente contro di me, artigli spianati, fischiando velenosamente, le alette tozze che battevano maldestramente. Feci appena in tempo a mettermi in posizione, e con una finta di lato mandai a vuoto il suo assalto. Con un ringhio frustrato toccò terra, e con la nervosa velocità di una frusta agitata da mano esperta si girò di nuovo a fronteggiarmi.
-Scroccamiao: Perché non vuoi darmi il diamante? Cosa ti costa?
La cosa cominciava ad irritarmi.
Il gatto agitò parossisticamente le ridicole ali provocando un leggero turbinio di aria che all'improvviso divenne un vera a e propria tormenta che mi investì in pieno. La forza dell'Aero mi respinse indietro, ma cercai di resistere alla forza che voleva sbalzarmi via. Avanzai a fatica di un passo, le braccia incrociate davanti al viso. Ma l'intensità aumentò, e caddi in ginocchio prima di battere con violenza per terra. Mezzo stordito, mi rialzai, mentre la tormenta si calmava.
-Scroccamiao: Il diamante, dammelo!!
-Holden: Te lo ripeto un'ultima volta. Non sono qui per cacciare gatti randagi. Sparisci.
-Scroccamiao: MIAOOOO!!!!!
L'isterica bestiaccia si lanciò ancora una volta verso di me, ma non avevo più voglia di perdere tempo. La wakizashi guizzò in avanti come una saetta d'acciaio, e una striscia di sangue sporcò la terra mentre il gatto ricadeva sulle sue zampe. Un ghigno di dolore deformò i suoi già non armoniosi tratti, e il suo sguardo si velò per un istante dopo che ebbe girato la testa per fissare la ferita al fianco.. Ebbi la sgradevole impressione che da un momento all'altro potesse quasi mettersi a piangere. Un qualcosa di gelido si insinuò in me, una piccola punta di senso di colpa.
Ma cosa diavolo stava succedendo?
Lo scroccamiao emise un rantolo sordo, quasi disperato...
-Scroccamiao: Un diamante, non chiedo null'altro. Cosa ti costa?
Era patetico...
-Holden: Non ti pare che cercando di sbudellarmi non otterresti granché?
Il gatto mi guardò, e un espressione di odio si dipinse sul suo volto sgraziato..
-Scroccamiao: E' facile parlare eh? Io sono un buffone, sono fatto per fare ridere di me. Vado per il mondo a mendicare diamanti, e nessuno mi prende sul serio.
-Holden: Obiettivamente, è anche difficile.
La bestia schiumò rabbiosamente.
-Scroccamiao: Ho forse scelto io cosa essere? Non ho chiesto di nascere ed essere una barzelletta per gli avventurieri, un motivo di risata, uno spunto comico. Cosa ci faccio qui, in questi ridicoli giochi per bambinetti troppi cresciuti? Te lo dico io, sono uno scherzo della natura.
E' difficile capire come un gatto possa sputare per terra, disgustato, ma lui lo fece.
-Scroccamiao: La mia razza è oggetto di scherno da sempre. Alcune creature sopperiscono con la forza o l'astuzia alla loro condizione, altre con la loro bellezza. Noi non abbiamo ne l'una ne l'altra. Siamo la maschera tragicomica sul palcoscenico dell'esistenza.
Parlando si era avvicinato lentamente, quasi strisciando, e quando balzò in avanti non ce la feci ad evitarlo. Un mulinare furioso di artigli, un lampo di odio dissennato, versi dementi. Mi ritrovai per terra, cercando di difendermi dalla furia omicida del gattaccio. Un artiglio affilato mi sfregiò poco sopra l'arcata sopraccigliare sinistra, mancando di accecarmi per pochi millimetri. Il sangue caldo mi ricoprì il viso e per un istante non vidi nulla mentre con un rovescio del braccio scagliavo via l'animale.

Mi rialzai scuotendo la testa per schiarirmi la vista.
Perchè non avevo ancora ucciso quel dannato essere?
Avrei potuto sgozzarlo come nulla senza tanti problemi.
Ma una vocina nella mia testa mi diceva che non potevo farlo.
Non scegliamo cosa essere, no?

-Holden: Perchè continui ad attaccare stupida bestiaccia? Finirai semplicemente per morire, inutilmente.
-Scroccamiao: Perchè è nella mia natura.
Attaccò nuovamente, ma il suo volo fu interrotto da un mio calcio assestato senza odio ne violenza.
Ruzzolò a terra, contorcendosi per il dolore.
-Scroccamiao: Diamante...
-Holden: Imbecille.
Dopo l'ennesimo assalto si ritrovò nuovamente nella polvere.
Perchè non la smetteva?
-Holden: La tua natura non ti rende schiavo, sei libero di decidere ora di lasciar stare questa commediola idiota e di scappare.
-Scroccamiao: Cosa te lo fa pensare? Io vivo come ho sempre vissuto, facendo le cose che ho sempre fatto. Esisto in quanto sono un abbozzo di gatto che chiede diamanti a chi incontra. Non potrebbe essere altrimenti. Parli di libero arbitrio, ma sei sicuro di riuscire a sfuggire a ciò che sei, a ciò che fai? Potresti domani mattina svegliarti e decidere di diventare un clown?
-Holden: Non c'entra nulla.
-Scroccamiao: Non parlavi forse della possibilità di scegliere cosa essere?
-Holden: Comunque sia, non ho voglia di combattere:
-Scroccamiao: E io non posso fare altrimenti.
Chiuse gli occhi e tutto il suo corpo fremette. Il cielo si oscurò, un rumore assordante riempì l'aria. Alzai gli occhi al cielo, incredulo... Un enorme masso cadde frantumandosi a qualche metro da me, seguito da altri, e altri ancora. Corsi all'impazzata, ma era evidente che non potevo certo evitarli in quel modo. Un'esplosione dietro di me mi scaraventò in aria con violenza, e battei la testa. Svenni...

Riaprii gli occhi con fatica, guardando attonito la distruzione che si era scatenata intorno a me. La mia sola salvezza era stata l'esser stato scaraventato lontano, fuori dalla porta degli effetti distruttivi della magia.
Un rumore alla mia sinistra, alzai a fatica lo sguardo.
Lo sguardo supplichevole, l'andatura strisciante, l'atteggiamento umile, abbietto...
-Scroccamiao: Mi dai un diamante?

Si, è proprio vero che non scegliamo cosa essere.
E non è poi detto che quell'ancora che chiamiamo libero arbitrio sia sufficiente a liberarci delle catene che cingono la nostra esistenza, dalla nascita alla morte.
Cos'altro avrebbe potuto fare quello scroccamiao? Semplicemente obbediva al suo istinto, a quelle ataviche leggi che avevano sempre retto la sua volontà.
La Wakizashi si alzò contro il cielo, ricadde sibilando, senza odio ne violenza. E lo scroccamiao fu libero finalmente.
Vero, non aveva scelto lui cosa essere.
Ma nemmeno io avrei potuto fare altrimenti.
O almeno, lo speravo...

Mi alzai, ripulii la lama sporca di sangue e me ne andai dopo un ultimo sguardo alla spoglia rigida , dando l'addio a Lindblum, quella città strana dove figuranti si cercavano, si fiutavano e a volte si trovavano.
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
Nightmare/dark sephirot
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

"Night credeva nel destino,ma solo a metà.... Nel senso,c'è gente che crede negli oroscopi,spende migliaia e migliaia di guil tra chiromanti e veggenti e hyam vari e roba cosi'; questa è gente che crede ciecamente nel destino,lo fa per dare una spiegazione alla sua vita o è semplicemente stupida. Night invece lo faceva per comodità.
Almeno aveva una scusa per le giornate storte, o comunque per alleggerire avvenimenti infausti. <<Se una cosa deve succedere,succede e basta>>,spesso era solito chiudere i discorsi con questa frase...Ah,il fatalismo.
Comunque,se avesse creduto un po' di più nel destino,quel poco ch ebastava,forse quella mattina avrebbe capito che era meglio rimanere a casa...."


N: No,non ci siamo! Come intro fa schifo,e poi se fossi rimasto a casa l'avrei presa lo stesso a male! Sempre assumendo per vera l'esistenza del destino.........aaaaah! Basta!

Era già iniziata la sagra e Night vagava per le vie di lindblum scrivendo la sua biografia, non riscontrando però un gran successo..Era completamente immerso nei suoi pensieri,o meglio nei suoi trip paradossali, per accorgersi di tutto ciò che lo circondava; Dai seed occupati a combattere alla sua sacca che ad ogni passo urtava sulla sua schiena.
Un ruggito però lo costrinse ad alzare la testa e tornare ocn i piedi per terra.

Di tante sfighe che potevano presentarsi quel giorno quella che night aveva di fronte era sicuramente la peggiore.
Un mostro ritenuto da molti leggenda sbuffava e ruggiva contro l'uomo,forse affamato forse solo per rimarcare la sua superiorità: di fronte a Yiazmat tutto era più piccolo.

N: ......Santissimo Kefka,quanto odio il narratore.

La frase era piena di odio ed acidume,l'uomo volse al cielo il terzo dito della mano (che per privilegi narrativi verrà considerato un insulto a kefka) in segno di disprezzo nei confronti di qualcuno.
Il mostro colse al volo l'occasione per spedire in orbita il malcapitato con una codata,tanto semplice quanto poderosa.

Ed ecco che il nostro eroe,tra il dolore dovuto all'impatto e l'incazzatura, venne spazzato via per qualche decina di metri; un levità castato in extremis lo salvò da una caduta rovinosa,se non altro ora il mostro non l'avrebbe più considerato...forse.
Per evenienza,Night decise di incamminarsi lungo quel vicolo che a poco a poco si faceva sempre più stretto....

--------

Oramai,erano dieci minuti che camminava. Il dolore si era affievolito,forse le sue ossa erano salve, ed era giunto il momento di cercare qualche mostriciattolo da cacciare.
Neanche a farlo apposta spuntò in fondo al vicolo come una piantagrassa ex machina un kyactus bello visto e verdognolo.
L'occasione era ghiotta,il tutto stava nel raggiungerlo senza farlo scappare; e come a dargli una mano il mostro si voltò.

N: "Ottimo.."
Avanzava abbastanza spedito,ma tempo tre secondi ed il kyactus s'era voltato! L'uomo stava ancora camminando verso di lui il che rese irrequieto il piccolo mostro. Iniziò a saltellare freneticamente sul posto e pochi secondi dopo,come fossero stati richiamati da quella danza, altri due kyactus spuntarono.
Il povero night venne di nuovo "fatto volare" da un cactuscalcio sincrono eseguito dai due kyactus,atterrò qualche metro indietro sempre nel vicolo.

Night stava veramente perdendo la pazienza...Ci mancava solo che uno sgraffa andasse a rompergli le scatole per concludere in bellezza.
Tuttavia,rialzandosi notò una linea gialla proprio dove era cascato,come se stesse a indicare l'inizio di un percorso.
Iniziò a capire.
Il primo Kyactus gli diede nuovamente le spalle,gli altri due erano scomparsi. Voleva giocare con lui a "1-2-3-stella"; dal canto suo Night sapeva che per combatterlo avrebbe dovuto rispettare le regole.

Fu cosi' che ebbe inizio la sua via crucis.
Tentativo dopo tentativo,cercava dimettere in pratica le tecniche stealth (Mai) apprese dal buon holden,una più fallimentare dell'altra.
Aveva provato a castarsi stop appena il kyactus accennava a girarsi,ma l'effetto era o troppo lungo o troppo breve... Ad ogni modo finiva sempre per essere calciorotato all'inizio.
Provò anche a nascondersi ogni dietro casse e arcate delle porte,ma più andava avanti e più il vicolo si faceva privo di angoli cui ripararsi e sfuggire all'occhio del mostro.
Aveva anche tentato un Vanish,ma a quanto pare era una scorrettezza....Non si potevano infrangere le regole....
E a pochi metri dal mostro i due kyactus "giudici di gara" s'accorsero del trucco e lo rispedirono al punto di partenza....

Era una situazione senza uscita. Il kyactus si girava troppo in fretta,non dava tempo al "concorrente" di fermarsi.
Per certi versi anche quella era una scorrettezza e il povero Night era al limite.
Non ne poteva davvero più.
L'ultimo calcio sincrono ricevuto mentre imitava il discobolo in una perfetta posa plastica degna della migliore scultura classicalo fece diventare pazzo. Era l'ultima goccia.
Riprese una tecnica ch enon usava da tempo,guarda caso adattissima in quella situazione: La kyactusdanza.
Appena il kyactus si girò,Night iniziò a fare strani movimenti,girando su se stesso e agitando le braccia...
Come presi da un impulso irrefrenabile,anche glia ltri kyactus furono costretti a eseguire quelle movenze. Non potevano raggiungerlo,solo imitare le sue mosse.
N: AHAH,AVETE FINITO DI PRENDERMI PER IL *La rai ringrazia per aver scelto di comprare il decoder*!!!!
Quella però era l'infrazione maxima! E quando Night fermò la sua danza,ecco che i tre kyactus guardiani erano pronti a sferrare un diecimila aghi ognuno.
Illusi.
L'uomo non era stato tutto il tempo semplicemente a ballare; aveva sfruttato l'occasione per accumulare una notevole quantità di potere magico.
Il casting di un idro era imminente.
Night: IMMA FIRIN' MAH IDRO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come uno tsunami,l'idro si abbattè nel vicolo travolgendo i tre kyactus assieme ai loro 30000 aghi,rivelando dopo il suo passaggio uno splendore e una pulizia mai vista prima.


E ricordate,cari telespettatori,di non annaffiare mai eccessivamente le piante grasse.
Questa è una campagna di sensibilizzazione.
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Nataa
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Nataa e l'iscrizione

Messaggio da Nataa »

Musa, quella donna di multiforme personalità
Dimmi, che molto errò, poiché ebbe a casa
Chiamato di lindblum il centralino;
Che uffici vide molti, e degli impiegati
L’indol conobbe; che camminando nel palazzo
Molti dentro del cor sofferse gli affanni,
Mentre a guardar la cara vita intende
E i suoi compagni a ricondur: ma indarno
Ricondur desiava i suoi compagni,
Chè delle colpe lor tutti caddero.
Stolti! Che osarono violare le sacre
Al Cancellier Tommason dolci merende
Con empio dente, ed irato il delegato del censo,
Che della Sagra il dì lor non addusse.
Deh! Parte almen di sì ammirande cose
Narra anco a noi, di Giove figlia e diva




Già tutti i Seed, che il nero Numero
Rapiti non avea, ne’ loro Garden
Fuor de l’arme sedeano e fuor del palazzo;
Sol fuor dalla sua stanza e dalla doccia
Rimanea lungi Nataa: la ritenea
Nel sen di solitari piani
La bella e sorda Consigliera
Che unirla a Tiamath di maritali nodi
Volea pur, mostro quantunque e forte
E poiché giunse al fin, volvendo i giorni,
Il destinato dai comunali giorno
Del suo ritorno, in Garden, novelle
Tra i fidi amici ancor pene durava.
Tutti pietà risentìan gli impiegati
Salvo Carlon, il cui novello sdegno
Prima non si stancò, che la sagra
Perduta avesse la Seed pellegrina.



Come la figlia del mattin, la bella
Dalle dita di rose Aurora surse,
Surse di letto anche Nataa assonnata
I suoi panni vestì, sospese il brando
Per lo pendaglio all’omero, i leggiadri
Calzari strinse sotto i dolci piedi
E dalla stanza uscì rapidamente,
Simile ad una Weapon in volto.
Tosto ai Commander stipendiati
Di chiamare chiese i funzionari statali;
E questi, lo squillo suo ignorarono.
L’iscrizione alla caccia di mano propria
Dovea consegnar, a Lindblum s’avviò.
Tra mano i candidi documenti stringea
E tra i più cari la seguian gli amici.
Il gruppetto correa per la notte intera
Ed al suo corso al fin giungea con l’alba




Montava il sole per l’ennesima volta
Ed agli uomini il dì su l’alma terra portò
Quando alle mura alte Lindblum, alla città
Fondata da Cid, giunse la carovana.
Stavano allor rimpinguando la distributrice
Snack ferrero, tutti buoni, al piano terra
Tre uomini inserivano le merende
A lor chiesero dove andare e al terzo piano
Si trovarono Claudiano davanti.
“Il piano errato vi hanno indicato
Di ristrutturazione qui ci occupiamo.
Al quarto da Gian dovete andare”
Il sorriso si spense sui volti sorridenti
Sventurato era il presagio. Nataa prudente
“Oh Mentore, dimmi, per qual modo all’impiegato
M’accosterò? Con qual saluto? Esperta
Non sono ancor del favellare con voi”



Ma l’impiegato già se n’era andato
La pausa caffè l’aveva velocemente chiamato.
Si diressero su pe’ l’irte scale e il terzo
Per il quarto abbandonarono.
Su per la porta l’incisione era nefasta
“Lasciate ogni speranza voi che entrate”
Uno sguardo cupo la ragazza lanciò
Padrona la paura era del suo cuor.
Varcarono la soglia e Gian trovarono,
Bianche carte coprian la scrivania
Surse tra loro la pelata testa
"Oh tu che vieni al doloroso ospizio
Guarda com'entri e di cui ti fide;
Non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!"
La pallida Nataa a lui chiese
"O grande Gian, del terzo piano capo,
Esattore esemplare, nel poema sbagliato
Sei finito, per puro caso? Dante non ha ancora
Mai favellato. L'Odissea è questa."




Canta per me, Diva, L'ira funesta del Perseide Gian,
Che infiniti addusse lutti alla Compagnia,
Che io non oso proferire, tant'era tremenda.
"Nel mezzo del cammin della travagliata
Vi ritroverete in una stanza oscura
Che la cartina sarà sbagliata !"
Tremarono gli astanti alla malvagia profezia
Di duecento piani fu costruita l'agenzia.
Così col'anima ferta usciron dall'ufficio
Di camminar non si potevano stancare
Dovean così andare per un pian dopo l'altro
e di stanza in stanza cercare chi avea
per le mani l'antico bollo 123 bis che
Destin volle che accompagni la domanda.



Mentr'erano al trist'uffico intenti
Fra che dal terzo piano li sapea venuti
S'adornò e li accolse in fretta, e con lui
Venner d'un passo le serventi segretarie
Carta bianca, bollata e firmata recando
E calda cera lacca che tutto sigilla
L'impiegato tra loro stava nel mezzo
E così favellava: " O sventurati,
Che in coscienza nell'ufficio entraste
Di Gian, e volutamente lo contraddiste
Una volta mai era successo.
Su via rilassatevi, una man io vi darò"
Il sollievo sul gruppo calò, Nataa chiese:
"Qual motivo vi spinge a tanto?"
La risposta in un sorriso fu celata,
ma la brigata nell'uffico seguì Fra.
Una tavola imbandita li aspettava.
Forza di carni e pan seco recando,
E rosso vino, che le vene infiamma.
Chi persuaso non sarìasi? Quindi
Tra lanci piene e coronate tazze,
Finché il sol si mostrò, sedemmo a mensa.
Il sol celato ed imbrunito il mondo,
Ci colcammo appo il corridoio.




Quando surse Aurora e sedette sul tron
Del mondo, sorse anche la compagnia.
Fra con cipiglio servero era avanti loro
"Che aspettate? Se la sagra volete partecipar
Al nono, poi al decimo e infin al secondo piano
Dovete andare! Alzate le molli membra e avviatevi"
Stavansi tutti per l'oscura sala
Taciti, immoti, e nell'ascolto assorti.
Così al fine il silenzio Nataa ruppe:
"Nella tua compagnia speravamo,
Noi da soli siam perduti la tua
Saggezza, potea illuminar la strada."
Luce nuova brillava negli occhi
Dell'impiegato, malvagia quasi
"Ho lavoro da sbrigare, la mia mano
Ve l'ho data. Rifocillati e riposati
potete ripartir. Un carta vi posso dare
Più di questo non so proprio che fare!"
Di man in mano si passarono la cartina
Corse la mente alle parole di Gian,
ma altro loro non potean fare,
E ripresero tosto a camminar.



Pel quarto, quinto e sesto piano
Si avventurarono. Quando uno dei
Valorosi guerrieri al bagno dovette
Andare, ma occupato lo trovarono.
Un canto meraviglioso usciva da lì
La litania era paradiso pel'orecchio
Voce angelica di giovane pulzella.
Quando s'interruppe e la maniglia si
abbassò, un vecchio dalla calva nuca
e dalle gambe corte ne uscì.
A molti dei compagni un infarto venì.
Non ci fu nulla da fare per i deleritti,
L'ambulanza arrivò e via se li portò.
Dimezzati com'erano dovettero
Proseguire. Ancor due piani
Risalirono per andar alla 673° stanza.
Qui il bollo avrebbero dovuto trovar.
"No, il bollo tanto agoniato è al pian
interrato. L'ascensore occupate
e giù in un lampo arriverete."
Al piano interrato si ritovarono
e da lì al 14 piano furon spediti
del caporeparto la firma ci volea,
Ma lui sparito da alcuni giorni era
Di A influenzato. Piangea lo stavan
I dipendenti, quando Nataa
E gli altri pretendenti entraron
Nella stanza. "La sua vece
Tommason la fa, al quinto piano"
Sceser col cuore in gola, la meta
Si avvicinava? Non ancora.
Eccoli nella stanza del Cancelliere
Ma di lui neanche la sagoma.
Un rumor di stomaco vuoto li fece
Sobbalzare, dalle terga giunse
Una voce. "Siete voi! Vi ho trovati!
Fra me l'ha raccontato! Voi il mio
Cibo avete trafugato e con voracità
Ingoiato! Mai vi perdonerò!"
L'impiegato li aveva traditi.
Il cancellier li cacciò e nessuna
Firma apportò. Ed ora come si fò?
Eris posò le sue nere dita sul mondo
E il buio prese il posto del giorno.




Tosto che del mattin la bella figlia
Con le dita rosate in cielo apparve,
Stanchi e afflitti usciron dall'edificio,
ma la voce di una donzella li fermò,
S'arrestaron e davanti loro di nuovo
Il vecchio pelato ritrovarono e con sè
Una bella parola offrì:"Per dieci piani
Vi ho cercato. Il vostro perdono vorrei
Aver assicurato." Sorrise porgendo
Queste parole. I giovani scossero
La testa, niente era da perdonare.
"Per la vostra gentilezza voglio
aiutarvi. La sagra dovete affrontare?
Ma il modulo ancora è da compilare?"
Nataa fulminea raccontò gli evanti
"Capisco il racconto. Or dentro vado"
Aspettaron delle ore, forse cinque
Forse sei ed il vecchio non usciva.
Preoccupati si apprestavan a cercarlo
Ma sulla soglia la di lui figura comparve
"Ecco i fogli. Alla sagra potete partecipare"
Detto questo sparì. Un deus ex machina
ci poteva, forse, mancare?
Finalmente con i fogli in mano
Al Garden potean tornare.



L'Aurora surse due volte prima che
riuscissero a rientrare. Nataa quando
alla soglia del Garden si presentò
Una festa iniziò. Tid le si avvicinò
e con un abbraccio la stritolò.
Ruben le porse la mano, Aura
con lacrime felici la salutò.
Da Pip, Drizzt e tutti gli altri
una pacca sulla spalla arrivò.
Lenne e Leon uno schiaffo le
Tiraron e Paine una risata con
Lei si fece. Stordita ed un pò
Ottusa Nataa chiese"Che succede?"
Balthy e Recks in coro le risposer
"Un mese e passa via sei stata!"
Un conto veloce fece a mente e
scoprì che la Sagra era ormai
già bella che passata.
Leonheart88
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Iscritto il: 22 giu 2007, 19:36
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Leonheart88 »

Il vento finì di soffiare via gli ultimi detriti, le ultime polveri dell’attacco precedente vennero sollevate dal suolo e trasportate lontano dalla brezza.
Gocce di sudore tintinnavano sull’elegante selciato della cittadina, piccole testimoni di quanto stava accadendo in quel vicolo.

Fece tre passi indietro rapidamente, per salvarsi da quello stato di confusione e per cercare di elaborare un piano decente di attacco.
Non era possibile.. era irreale..

Era inconcepibile non riuscire a trovare una soluzione

La mano gli tremava, il cuore gli batteva a mille, non era lucido.. non riusciva a esserlo.
Squadrò per l’ennesima volta il suo avversario, niente, non riportava la benché minima ferita eppure di colpi ne aveva ricevuti.

“Ragioniamo su quello che sono riuscito a ricavare finora, quell’affarino mi sembra sia immune agli attacchi fisici”

E la mente ritornò a qualche istante prima.
Un tuffo per evitare l’attacco, con gli avambracci protesi in avanti per darsi lo slancio, ed il nemico era andato a vuoto.
Il colpo di reni per rialzarsi.
Il movimento rotatorio, sinuoso come un passo di danza, per girarsi.
La lama del Gunblade biancheggiante al sole.
Ed il colpo.

Ma niente, nulla.

L’Uccellino Arcobaleno era ancora li davanti a lui che lo guardava nella sua maestosità e bellezza.

“Chi lo avrebbe mai detto che un uccellino avrebbe potuto darmi tutto questo fastidio?”

Si era sentito fortunato, quando appena addentratosi nel Borgo Commerciale, lo aveva incontrato.
Convinto di avere di fronte solo un veloce riscaldamento non si era dato tanta pena a trovare una strategia vincente.
Un Fire ben piazzato e di lui sarebbe rimasto solo un' ottima cena.

Mai azione sarebbe potuto essere più stupida.

La nube rossa infuocata andò a segno come sempre, circondando l’ignaro nemico di fiamme mortali.
Pochi secondi e sarebbe dovuto essere tutto finito; lo scontro terminato, il Seed vittorioso, il mostro il primo agnello sacrificale della giornata.

Ma non era così.
Dinnanzi a lui l’uccellino arcobaleno si librava in cielo in tutta la sua maestosità
Dinnanzi a lui non mostrava nessun segno di aver accusato il colpo.
Dinnanzi a lui sembrava imbattibile.

E il pensiero tornò al presente, a quel nemico che ancora non aveva mostrato un punto debole.
Lo vide dispiegare le sue bellissime ali, prepararsi maestosamente all'attacco..
E di colpo non lo vide più.

Pochi secondi dopo il corpo del Seed si piegò su se stesso, con le mani giunte sul proprio stomaco, bersaglio del mostro.
Lentamente si rialzò, il colpo non era stato tanto forte, ma aveva come il sospetto che gli altri sarebbero stati peggio..

Ed infatti fu così, l'uccellino ripartì prepotentemente all'attacco, con un rapido scatto colpì la gamba destra del Seed, che cadde al suolo.
Si rialzò nuovamente, giusto in tempo per crollare nuovamente a terra col ritorno nel nemico che lo colpì alla schiena.

"Maledizione, è sempre peggio, ogni colpo mi fa sempre più male, ogni suo attacco mi rende sempre più debole, un altro paio di attacchi e non mi reggerò più in piedi.
Certo che è buffo..
Essere Seed..
Affrontare pericoli sovrumani, nemici abilissimi, mostri fortissimi tutto in situazioni disperate..
E rischiare di perdere contro uno stupido uccellino ad una stupida sagra..
No.."


Sentì la vista che si annebbiava, il corpo che iniziava ad intorpidirsi, la spada che diventava sempre più pesante..
Ma non era tempo di arrendersi.

Le ali del mostro si aprirono nuovamente, quella che sarebbe potuta essere una visione paradisiaca rischiava di tramutarsi nella condanna a morte per un ragazzo.
La spada giaceva ancora inutile per terra, il suo proprietario era in piedi, immobile, impassibile, sembrava aspettasse solo la fine dello scontro.
Ma non era il giorno.
Fece perno sulla gamba sinistra per gettarsi sul fianco un istante prima del colpo.
Aveva solo un' occasione per capire il suo punto debole, solo pochi secondi per evitare una sconfitta; una possibilità, una scelta, una e una sola..
L'uccello arcobaleno andò a vuoto, spaesato bloccò il suo volo e si girò per tornare sull'avversario.

Leonheart88:" CAOS!"

Il pericoloso attacco di Status lanciato per mero istinto lo colpì in pieno, le sue ali iniziarono a muoversi all'impazzata, ad agitarsi nell'aria senza un vero scopo preciso, a dirigersi in varie direzioni senza una logica.

Aveva funzionato.

Riprese il Gunblade da terra, lo fece roteare un paio di volte per togliere la polvere dalla lama e lo rimise nel fodero.
Non sarebbe servito.
Intanto il suo nemico svolazzava all'impazzata dinanzi a lui, incapace di riconoscere la differenza fra il nemico ed un vaso di pietra.

"Ormai è finita, meglio che me ne vada"

Ma la fortuna come ben si sa è una donna capricciosa, come dà toglie..
Ed uno scontro con la parete di una casa permise fortuitamente al mostro di ridestarsi dallo Status confusione in cui era precipitato.
Il corpo era leggermente intorpidito, le ali si libravano nel cielo più lentamente ma era sempre e comunque in una posizione di vantaggio.

Da par suo il Seed aveva acquisito un' importante nozione, fondamentale per sconfiggerlo..
La debolezza agli Status alterati.

Ma come se per istinto avesse percepito che era necessario non farsi colpire, la minuta creatura iniziò a volare con movimenti frenetici, impedendo all’avversario di focalizzare un punto fisso.

“Ho scoperto il punto debole, ora devo solo sconfiggerlo.
Facile a dirsi, nonostante le dimensioni è immune a qualsiasi attacco.
Posso confonderlo, ma nonostante ciò non posso ferirlo.
L’unica è fare in modo che si danneggi da solo.”


Protese le mani in avanti, come se dovesse sillabare un’antica e complicata magia, invece fuoriuscì dalla sua bocca solo una semplice magia Aero che sospinse, grazie alla forza del vento, il mostro in un stretto ed angusto vicolo laterale..

Leonheart88:” BIMAGIA, CAOS! AERO!”

La forza combinata della magia di Status e della forza del vento colpirono il volatile, che imprigionato in un tornado d’aria non poté evitare l’alterazione.
Il vento continuava a soffiare coinvolgendo l’uccellino arcobaleno che non era padrone di uscire dal vicolo.
Intanto gli effetti della confusione si amplificavano sempre di più: Incapace di distinguere un nemico da se stesso continuava imperterrito ad attaccarsi da solo, convinto di lottare contro il suo peggiore nemico.

La fortuna, come sempre, aiuta gli audaci.
La forza del vento sollevò da terra alcuni detriti di piccole ma visibili proporzioni, che a contatto col muso dell’uccellino lo ridestarono nuovamente dall’ipnosi.

Non perse l’occasione.
Un affondo rapido.
Il contatto col corpo del nemico sorpreso.
Ed il Seed che cadde a terra stremato.

L’aura azzurra abbandonò lentamente il corpo del giovane, il Protect lanciato qualche secondo prima gli aveva consentito di non subire un danno troppo forte da essere sopportato.
Ma la situazione era grigia, il giochetto dello Status Caos non avrebbe più funzionato.
Serviva un' idea nuova.

Ma nel mondo non solo i Seed, o più generalmente gli essere umani prendono le decisioni, non solo loro hanno potere di vita e di morte, non solo loro possono decidere che piega dare ad un combattimento.

L’uccellino arcobaleno, studiò ancora una volta il suo avversario; Stremato, ansimante, ma pur sempre combattivo.
E decise che non c’era più bisogno di combattere.
Volse le ali al disorientato Seed e maestosamente fece la sua uscita di scena.

Nessun vincitore, nessun sconfitto.
Ma era una consolazione amara per il ragazzo, amara come il sangue che sputò dalla bocca.

“Poteva battermi, oppure no? Non lo potrò mai sapere”
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Tidusisback
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Risultati XIma Sagra di Caccia di Lindblum

Messaggio da Tidusisback »

Ecco (finalmente direte XD) i risultati della XIma edizione della Sagra di Lindblum!

passiamo in rassegna ai premi speciali prima di passare alla parte più 'succulenta' della premiazione.
Si è deciso di non assegnare alcun premio di squadra, non esistendo squadre da premiare (l'unica presente, Sarachan-Lord Remiem, non ha raggiunto i requisiti minimi per essere categorizzata tale).
Di conseguenza,

PREMIO LOL: OTTA

con una decisione unanime con squilli di trombe e mal di stomaco da tono Super-Quark, Otta si porta a casa il premio LOL di questa edizione.
3 nomination su 3, diciamo che è un più che ottimo risultato!


PREMIO CRITICA: NATAA

una rielaborazione decisamente interessante, l'ha portata a vincere questo premio. E' stata premiata (lol di repetiscion XD) la costanza, l'impegno, la ricerca...insomma, lo smazzo per ricreare un post dal taglio epico.
2 nomination su 3
Tidusisback ha scritto:Anche questo uno smazzo non indifferente!
Giustamente ha ripreso l'Odissea per descrivere i suoi innumerevoli 'viaggi' per poter compiere l'iscrizione alla Sagra.
Ribaltare un poema epico in qualcosa i divertente non è per niente facile così come l'effetto finale rende (in)giustizia alle fatiche compiute.
Ruben ha scritto:Io ho fatto una fatica immane nel leggerlo, lei ne avrà fatto una doppia nello scriverlo! Perde un po alla fine. La storia racconta di altalenanti vicende, così come altalenante l’interesse mio fu. Le labbra s’increspan di riso al legger di battute così, placide e improvvise come tuonar d’autunno. Uhm..scusate… Nel complesso un post impegnativo destinato a raccogliere meno di quanto non meritasse.
Xed ha scritto:Mi hai beccato in un momento brutto Fede, in cui sto odiando con tutto me stesso la poesia. Comunque sia abbastanza bello come post. Dunque, in alcuni punti suona male, ma per il resto è studiata bene. Niente da dire quindi.
Originalità.

PREMIO MIGLIOR CADETTO: CLOUD 91

battiamo le mani a questa giovane promessa che si è data un gran daffare per tenere alto l'onore dei Cadetti e davvero per un soffio non è riuscito a salire sul gradino del podio. In compenso, 2 nomination su 3 gli danno diritto a sfoggiare il suo premio
Tidusisback ha scritto: ben scritto, accurato e completo. Bello partire e concludere in situazione di svantaggio: abbiamo un partecipante umano! XD Molto buona la competenza nel linguaggio e nel vocabolario.
Coerente nel seccare un urutan in pochi colpi e un Hades Gigas che non si sa che fine gli faccia fare.
Nel complesso un buon post. Un tantino violento XD
Ruben ha scritto: Che post! Non annoia un attimo, privo di evidenti errori di linguaggio. Alterna abilmente la descrizione alla riflessione che peraltro non risulta mai banale. Vario e accurato in tutte le sue fasi. Non mi viene altro da dire che…magnifico!
Xed ha scritto: Potresti pensare di aver fatto bene, ma ti sbagli. Hai commesso lo stesso errore che Holden talvolta commette. Troppo prolisso, troppo noioso in alcuni punti. L’ho letto con fatica. E poi troppi ragionamenti, più combattimento, più adrenalina. Non stai ripassando la tua vita nel campo di battaglia. Stai cacciando. E si tratta di “Cacciare o essere cacciati”. Attenzione!!
Per correttezza riporto anche votazioni parziali dei premi speciali

Tidusisback
PREMIO LOL --> Otta e Sanji
PREMIO CRITICA --> Nataa
PREMIO MIGLIOR CADETTO --> Cloud91

Ruben
PREMIO LOL --> Otta
PREMIO CRITICA --> Nataa
PREMIO MIGLIOR CADETTO --> Cloud91

Xed
PREMIO LOL --> Otta
PREMIO CRITICA -->Pip
PREMIO MIGLIOR CADETTO --> Asten

e ora la classifica.
Per questa Sagra sono stati mantenuti i criteri di giudizio della Sagra precedente ovvero

Linguaggio: da 1 a 10 (competenze lessicali, grammaticali, vocabolario utilizzato, varietà della terminologia)
Stile: da 1 a 10 (descrizioni di paesaggi, sensazioni, mosse, l'interiorità del personaggio, coerenza col proprio pg e con la situazione contingente)
Gusto: da 1 a 10 (gusto personale del giudice riguardo al post)

date queste premesse, partiamo dal gradino più basso del podio (che tanto basso poi non è XD)

con un totale di 74,5 punti complessivi, al 3° posto

CHOCOBOMAN

ecco qua i giudizi
Tidusisback ha scritto: Chocoboman

linguaggio: 9,5
stile: 9
gusto: 8,5
totale: 27

Espressivo, visivo e coinvolgente.
I termini non sono complessi ma allo stesso tempo non banali. Descrivere interno ed esterno non è cosa facile tuttavia ci riesce benissimo. Sprazzi di combattimento vividi e 'cinematografici'.
Il nome non si smentisce.
Ruben ha scritto: Chocoboman (26,5)
Linguaggio: 9
Stile: 9
Gusto: 8,5
Solito linguaggio pulito ed essenziale. Post accattivante dove nulla e palese ma tutto si comprende. Molto bene la descrizione delle emozioni provate. Forse manca quel colpo di classe che gli avrebbe fatto fare il salto finale.
Xed ha scritto: Chocoboman = Voto 21
Linguaggio:8
Stile: 7
Gusto: 6

Partecipazione sempre eccelsa, ma piena di falle in alcuni punti. Questa volta non ti ci sei impegnato. Comunque il post rimane buono, in alcuni punti un po’ lento, ma questa volta era più leggero degli altri. Un voto normale no?
sul secondo gradino, con 76 punti complessivi

AURA
Tidusisback ha scritto: linguaggio: 9,5
stile: 9
gusto: 8,5
totale: 27

Ottima rievocazione de "Alice nel paese delle meraviglie" e rielaborazione personale dell'intero accaduto. Ha saputo giostrare bene tutti i mostri dando loro la veste che più di addiceva. Un pochino lento a scorrere all'inizio ma con dipanarsi della faccenda, un post che si legge piacevolmente in pochi minuti.
Ruben ha scritto: Aura (28)
Linguaggio: 9,5
Stile: 9,5
Gusto: 9
Proprietà di linguaggio ottima e inerente alla favola trattata. Scelta dei mostri e accoppiamento alle controparti favolistiche non banale. Piccoli dettagli che significano colpi di classe. Piacevolissimo post. La mancanza di un combattimento vero e proprio e qualche ripetizione evitabile le costano il voto superlativo.
Xed ha scritto: Aura = Voto 21
Linguaggio: 7
Stile: 7
Gusto: 7

Post molto gaio a dire il vero. Cosa avevi fumato? Bel post, sinceramente, mi ha stupito. Per un soffio hai sfiorato l’otto.
e al primo posto, sioreessioriiiiiii
COLPO DI SCENA!
Un primo posto ex aequo!
con ben 78,5 punti

OTTA & LENNE!
Tidusisback ha scritto: Otta

linguaggio: 9
stile: 9
gusto: 9
totale: 27

e via di cose gaie e lolle!
Impeccabile nel linguaggio e nella forma.
Ingegnosa la struttura a programma tv con tanto di intermezzi fisici (applausi, pubblicità XD).
Geniale l'inserire i disegni che esplicano in maniera esemplare il comportamento di codesta SeeD all'opera.
MENZIONE SPECIALE: PREMIO LOL

Lenne

linguaggio: 10
stile: 10
gusto: 10
totale: an plein

direi che i tre voti già mettono in chiaro tutto: ben scritto, descrizioni accurate non solo di quanto c'è intorno ma di cosa succede all'interno del personaggio. Lo sviluppo della situazione è stato sviluppato coerentemente, mostrando sia competenza nel linguaggio sia della 'umanità' del personaggio.
Un gruppo di cinque Sahagin sarebbe stato preda di poche righe, conoscendo i generi di combattimento che ci accingiamo a fare ma, a dispetto di questo, il post sviluppa il combattimento in modo completo.
Impeccabile.
Ruben ha scritto: Ottyde (24,5)
Linguaggio: 8
Stile: 8,5
Gusto: 8
Mamma mia…che crisi di risate! Linguaggio consono alla TV situation, varie chicche (Capitan Fintus con la faccia del Persy è troppo bello!) e apporto visivo non banale (anche se alla fine ne avrei messi di meno). Otta me fa morì dalle risate.

Lenne90 (26,5)
Linguaggio: 10
Stile: 8,5
Gusto: 8
Linguaggio ricercato e impeccabile. Un compendio di tecnica strategica da combattimento. Questo però non compensa appieno la pochezza delle sezioni riflessive che meritavano un approfondimento maggiore. Perde un po di mordente sul finale.
Xed ha scritto: Otta = Voto 27

Linguaggio: 9
Stile: 8
Gusto: 8

Ottimo post, sganasciante proprio. L’immagini non danno punteggio in più, sia chiaro. Candidato al premio Post Sganasciante.


Lenne90 = Voto 22
Linguaggio: 8
Stile: 8
Gusto: 6

Post buono, oltre il normale 8. Ben fatto, combattimenti abbastanza realistici e leggibili, in alcuni punti un po’ stancante, ma per il resto si tratta di adrenalina. Non pura, ma ci siamo sulla carta!
e con questo, si conclude, per ora l'avventura della Sagra!
A breve riapriremo il topic per le targhette premio ^_^

a todos!
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Lenne
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Lenne »

Non sono ancora stata linciata per non aver postato le targhette? :sgamato:

Chiedo venia per l'incredibile ritardo ma impegni di vario tipo mi avevano fatto scordare la cosa :smt005
Procediamo con l'ordine postato da Tidusisback:

PREMIO CRITICA: NATAA
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PREMIO MIGLIOR CADETTO: CLOUD 91
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PREMIO LOL: OTTA
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TERZO CLASSIFICATO: CHOCOBOMAN
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SECONDO CLASSIFICATO: AURA
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PRIMO CLASSIFICATO: PARI MERITO OTTA-LENNE90
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Alla prossima :-D
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Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


X X X

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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Ruben -.- »

Sagra di Lindblum - XII edizione - 11/12 settembre 2010

E' tempo!
La competizione più attesa dal gaio è finalmente riaperta dopo un lungo periodo di pausa.


-Le regole

-I mostri in rosso vanno affrontati in gruppo/squadra (minimo due);
-I mostri non avranno limite numerico tranne quelli in rosso (uno per ogni specie);
-Persone e strutture di Lindblum saranno protette (immuni dalla distruttività dei vostri superpoteri!), la violazione di tale regola ha per pena detrazione di posizioni o espulsione;
-Il giudizio dei giudici è insindacabile e va accettato da ogni partecipante. Le lamentele pubbliche saranno motivo di espulsione dalla Sagra attuale e da quelle avvenire.
-Per quanto riguarda la classifica, ci sarà un podio formato da tre posti (oro, argento, bronzo); eventuali altri premi verranno assegnati a discrezione della giuria. Un podio più lungo potrà essere preso in considerazione in base al numero degli iscritti.
-Non ci saranno distinzioni tra SeeD e Cadetti.
-Per quanto riguarda un eventuale premio di squadra, esso verrà assegnato solo ed esclusivamente quando i post dei partecipanti si fondono facendo risultare i due post legati da filo logico (ergo non basta solo nominare un altro SeeD o cadetto per risultare una squadra, bisogna dimostrare di essere una SQUADRA).
-Per partecipare al torneo bisognerà aver dimostrato impegno nel posting al gdr Garden stesso. Accettare o respingere la richiesta di partecipazione sarà a discrezione dell'organizzatore.



-Informazioni generali

-Non esiste un numero minimo ne massimo di partecipanti.
-La giuria sarà composta da tre giudici; chi prima arriva...alloggia. I giudici possono essere sia SeeD che Cadetti.
-I giudici giudicheranno a discrezione personale, secondo criteri che stabiliranno insieme.
-I mostri verranno postati dal cacciamostri 10 giorni prima della sagra.
-Per quanto riguarda i mostri rari (in rosso), potranno essere prenotati in anticipo via pm al sottoscritto. Ancora di nuovo...chi prima arriva...alloggia. Farà fede la data e l'orario sul pm.
-Se qualche partecipante sentisse il bisogno di editare il proprio post, deve farlo presente ai giudici che rileggeranno il contenuto del post, non è più possibile editare dopo la chiusura della sagra.
-Qualunque partecipante volesse ritirarsi o volesse anticipare o posticipare la sua gara, lo faccia presente all'organizzatore della sagra che si appresterà a comunicarlo ai giudici ed eventualmente a sostituirlo.


-I mostri

-Per facilitare la gara dei partecipanti si è optato di utilizzare (per quanto riguarda i mostri base) mostri provenienti solo ed esclusivamente da Final Fantasy o qualunque altro GDR che porti la firma Square perché più o meno conosciuti da tutti. I mostri rari (in rosso) possono invece provenire da qualunque altro GDR a discrezione del cacciamostri.
-I mostri saranno dotati di una piccola scheda distintiva che riporterà: l’immagine del mostro, punti deboli, punti forti, immunità, attacchi base, nome del GDR (e numero del capitolo se parliamo di Final Fantasy) di provenienza, qualche attacco speciale. Questo in modo tale che chiunque possa sbizzarrirsi e chiunque possa documentarsi sul mostro che desidera affrontare semplicemente accendendo la propria Play!


Intorno ai giorni 1-2 settembre (in base alla disponibilità) Leonheart88 esporrà i mostri.
La sagra è fissata per i giorni 11 e 12 settembre (sabato e domenica) alla quale succederà la festa di premiazione che comincerà non appena il topic “Svago”.

Le iscrizioni sono aperte da ora e verranno ritenute valide solo se fatte via pm recapitato al sottoscritto, stessa cosa vale per la prenotazione mostri rari!

Le iscrizioni saranno riportate poco sotto appena arrivano!





Giudici

1 - Cek
2 - Nataa
3 - Paine


Partecipanti

- Sirius
- Sch3lding
- Lenne
- Tidusisback
- Leonheart88
- Night
- Recks
- Kary
- Lonelywolf
- Darksquall89 (Nathan Blake)
- Amila
- Teoskaven
- NobodyXIII
- Aeli Nor
-
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
Leonheart88
Collaboratore RD
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Iscritto il: 22 giu 2007, 19:36
Località: Savona

Re: Sagra di caccia di Lindblum [Tornei]

Messaggio da Leonheart88 »

Ecco qui i mostri.
Non troverete l'immagine di un mostro del XIII, purtroppo era irreperibile nella rete ed il mio scanner ha deciso di scioperare, ma la descrizione dovrebbe sopperire bene.
Come al solito i mostri rari sono presenti in una unità e possono essere prenotati solo da gruppi, per semplicità la loro dicitura sarà raffigurata in rosso in questo post.
Per le prenotazioni rivolgetevi a via Pm a Ruben, che provvederà a depennare dalla lista i mostri prenotati.
Ringrazio la gentile Rinoa Heartilly per alcune immagini


Mostri Comuni:
Adamanthart(FFVIII): Mostro che vive in acqua, lo si trova di solito in riva al mare. Grazie alla sua spessa corazza gli attacchi fisici sono poco efficaci.
Debole all’acqua

Epitaph (IX): Statua di pietra. Scava nelle memorie di chi si trova davanti e fa apparire la copia di una persona emotivamente coinvolta con l’avversario. Per sconfiggerlo definitivamente bisogna prima colpire la statua di pietra.

Ying-Yang(VII): Mostro unico, diviso in due parti, braccio sinistro e braccio destro. Ying è immune agli attacchi fisici, Yang a quelli magici.



Master Iaguaro (X): Mostro con le sembianze di un grosso felino, ma non altrettanto agile, anzi preferisce rimanere al suo posto. Infligge pietra.


Grat (VIII): Mostro che vive principalmente nel Garden di Balamb, dove viene usato per gli allenamenti delle matricole. Fallisce molto spesso l’attacco Liquido gastrico, ma quando va a segno toglie un discreto quantitativo di HP. Ottimo per i principianti.



Anellidus (FF X-2): Grosso mostro del deserto di Sanubia, che assomiglia ad un gigantesco verme. Si nasconde, generalmente, sottoterra e prende alla sprovvista l’avversario. Il suo attacco più spaventoso è “Risucchio” a cui segue “Rigurgita”, nei quali risucchia l’avversario per poi risputarlo fuori.


Melissa (FF XII): Mostro somigliante ad un cavallo. Tende ad attaccare fisicamente e a teletrasportarsi ad inizio battaglia, per destabilizzare l’avversario.


Velorex Falke (FF XIII): Grossa moto usata su Cocoon. La sua velocità lo rende un nemico temibile e pericoloso per chi non è agile. Il suo attacco principale Fucile Gatling è una scarica di colpi di mitra, che infliggono ingenti danni.

Ombra di se stessi (KH): Shadows che prendono le sembianze del combattente che hanno di fronte. Dell’avversario assumono anche forza e capacità combattive.


RubRumDragon (FF VIII): Gigantesco drago sputafuoco. Ha una potenza fisica elevatissima e un alto quoziente di intelligenza. Adatto a chi ama le strategie.




Mostri Rari:
Coppia di Propagetor (VIII): Mostri alieni che girano solitamente in coppia. Per eliminarli bisogna cercare le coppie di egual colore e sconfiggerli consecutivamente.


Adamanthart (XIII): Gigantesca bestia, alta quanto un grattacielo. Con una sola zampata può sconfiggere l’avversario. [Prenotato da Sirius - Lenne]

Tsurugi (FF X): Versione dell’Eone Bahamut, gli attacchi sono pressoché gli stessi, attenzione perciò sia agli attacchi fisici che alle magie. [Prenotato da Kary - Lonelywolf - Darksquall89 - Amila]

Ozma: Descrizione ed immagine nel link
Lenne
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Re: Sagra di caccia di Lindblum [Tornei]

Messaggio da Lenne »

Squadra Adamathart (Lenne - Sirius)


La parata che ogni anno precedeva la consueta Sagra di Lindblum doveva concludersi alla gran piazza del castello, facendo sfilare davanti a Re Cid e all’ospite d’onore – la Regina Garnet Alexandros – soldati, sacerdoti e artisti di ogni genere in semplici e veloci esibizioni programmate.
I Tantarus, per esempio, visto l’affetto che il popolo ormai nutriva verso quel piccolo gruppo di ladri gentiluomini, a ogni occasione del genere impostavano un discorso che coinvolgesse gli spettatori ed era Gidan Tribal in persona a interpretarlo, spesso cambiandolo o improvvisandolo.
Finalmente era giunto il gran giorno: da fuori città venivano carrozze, nuove vetture a quattro ruote e i classici idrovolanti di Lindblum, alcuni erano giunti persino via mare.
Tutti i partecipanti si ripassavano nervosamente i movimenti di marcia e saluto; i nobili di Toleno, che non aspettavano altro se non l’inizio della parata, facevano un gran rumore muovendosi senza sosta per cercare un posto a sedere privilegiato; chi non aveva così tanti soldi per le prime file, circa i due terzi degli spettatori, si accontentava dei sedili più in fondo sugli altissimi spalti di legno, il che avrebbe comunque garantito una visione spettacolare della parata e infine della Sagra stessa.
Al termine della cerimonia, un rapido squillo di trombe fece il silenzio sulla piazza.
Poco dopo la voce tonante del cavaliere Steiner, che certo non aveva bisogno di un megafono, proclamò: «Cittadine e cittadini di Lindblum e dintorni! Siamo oggi qui riuniti di fronte all’onorevole Re Cid e alla nostra amatissima Regina Garnet Til Alexandros per festeggiare l’inizio della Dodicesima Sagra di Caccia di Linblum! Dopo la parata che ci ha mostrato la gloria dei vincitori e ricordato i valorosi caduti durante l’ormai passato conflitto contro la regina Brahne, ora vedrete combattere i prodi partecipanti che tenteranno di fregiarsi del titolo di Gran…».
Dagli spalti si udì una voce rispondere: «Cavalié, e scorcia un po’!» seguito da un coro di risa.
Evidentemente tutti pensavano lo stesso.
Steiner si fece paonazzo per la rabbia e la vergogna: in mente gli venne un enorme miscuglio d’improperi e bestemmie con una padronanza del lessico blasfemo che solo una persona allevata alla religione poteva possedere, quando una bianca mano guantata si posò sulla sua spalla. L’uomo si girò e vide la regina che, con un bel sorriso, si portava il megafono alla bocca e, quasi spuntando dall’imponente sagoma della sua guardia del corpo, esclamò divertita: «Quello che il buon Steiner voleva dire, è che vi sarà presentato uno spettacolo emozionante, forse poche volte visto in precedenza: che la Sagra cominci!» terminò ridendo, accolta da un urlo di gioia del pubblico.

* * * * *
Per un istante oscillai a una ventina di metri d’altezza dal suolo, appesa con un solo braccio; poi un colpo di reni mi permise di ancorarmi anche con l’altra mano e presi a salire verso la sommità.
Le antiche pietre erose dai secoli che costituivano gran parte delle strutture di quella zona in particolare del Borgo Teatrale, presentavano un’infinità di utili anfratti e cavità che mi permisero di arrampicarmi facilmente; non che amassi particolarmente il free-climbing ma la vista di due RubRumDragon uno dopo l’altro mi aveva spinto a considerare l’ipotesi di una gita sui tetti della città.
Sulla cima, il vento fischiava forte e soffiava nelle orecchie.
Prima di calarmi nello stretto camminamento che collegava l’edificio a quello adiacente, mi fermai un attimo e controllai i dintorni: proprio come avevo previsto, una di quelle simpatiche lucertole sputafuoco andava e veniva lungo il vicolo sottostante, lasciandosi sfuggire ogni tanto qualche brontolio di frustrazione per l’assenza di prede.
Con cautela mi spostai dall’altra parte: la vista era migliore e gli spazi per muoversi maggiori.
Una leggera quanto improvvisa pressione al collo mi bloccò sul posto: avvertii una goccia di sangue scendere lenta dal punto in cui la lama aveva inciso.
Fu questione di un attimo. Tempestivo, uno dei due pugnali si scontrò con l’arma dello sconosciuto avversario. Prevedibile fu l’incontro di sguardi.
Due occhi identici ai miei, solo completamente privi di qualsiasi luce, mi fissarono.
Respinsi la spada e, dopo essermi piegata sulle gambe, scattai verso di lei, cambiando traiettoria solo all’ultimo per portarmi sul suo fianco destro e cercare di colpirla.
Voltatasi rapidamente, l’altra sferzò l’aria con la propria lama.
Dovetti accasciarmi al suolo per evitarla, mascherando una smorfia di dolore per la fitta che quel movimento brusco provocò; approfittando della situazione, scivolai sotto le gambe della ragazza, mi risollevai alle sue spalle e l’afferrai per la gola.
Senza scomporsi, lo Shadow agguantò con la mano libera il polso e, piegatosi in avanti, mi scagliò verso il bordo del tetto, direttamente nel vuoto. La caduta fu inevitabile.
L’impatto contro una fortuita impalcatura di legno posta appena sei metri più in basso mi salvò la vita, ma al contempo fu talmente duro da lasciarmi senza fiato e il mio campo visivo si oscurò per qualche istante.
Quando rapidamente ripresi conoscenza, mi accorsi di aver perso il coltello.
Prima che potessi fare qualsiasi cosa, la spada d’ombra si conficcò inesorabilmente nella spalla sinistra, lacerandomi i muscoli e provocandomi un dolore lancinante laddove ero stata colpita.
Chiusi gli occhi e con uno sforzo di volontà ricacciai il grido che stava salendo lungo la gola.
D’un tratto, un potere mai avvertito fino a quel momento mi scivolò lungo il corpo come una leggera scarica elettrica, insinuandosi in esso fino a raggiungere lo spirito.
Senza opporre resistenza, lasciai che quell’energia confluisse e andasse a fondersi con la mia essenza, risanandola; in un attimo, tutta la stanchezza che minacciava di avvolgermi si dissolse.
Una voce divertita risuonò all’interno della mia testa.

Noi siamo Uno, ricordi?

Sollevai lo sguardo incrociando quello vuoto del mio alter ego: mi scrutava con sarcasmo, sicura della vittoria, sicura di avermi sconfitta e le sue labbra erano atteggiate a un malevolo sorriso.
Strinsi lentamente la mano destra attorno alla lama e con decisione la estrassi, facendo barcollare la mia avversaria per la sorpresa; mi rialzai, fissando su di lei uno sguardo di gelo.
Della ferita non vi era più traccia, solo uno strappo nel tessuto della divisa ne preservava il ricordo.
«Basta così» scandii.
Lasciando che fosse il legame col Guardiano a guidarmi, mi concentrai per tenere fuori dalla mente qualsiasi rumore esterno, mantenendo vive solamente le sensazioni più profonde; una nuova scossa parve propagarsi dalla punta delle dita, seguire tutta la linea del braccio e raggiungere il petto, dove si sciolse in uno strano calore rassicurante che m’infuse nuova forza.
Un vento gelido cominciò a soffiare, sferzando il viso, scompigliando i capelli e insinuandosi fin sotto la leggera divisa estiva, dove mordace aggredì la pelle nuda facendomi rabbrividire.
Durò solo un istante: quasi fosse dotata di coscienza propria, l’aria mitigò la propria intensità diventando nulla più di una leggera carezza, iniziando persino a sussurrare parole lontane e incomprensibili.
Cercai dentro di me finché non arrivai a toccare la mia magia.
La richiamai, lasciandola libera di riversarsi all’esterno e fondersi con la brezza che ancora mi circondava; sentii l’atmosfera attorno alle mani incresparsi e fremere quasi, tanto era inarrestabile la volontà di quella forza antica e recondita di essere rivolta contro qualcuno.
L’incantesimo scaturì quasi in contemporanea: con uno scricchiolio sordo, il ghiaccio iniziò a ricoprire i piedi dello Shadow, per poi risalire lento e inesorabile lungo le caviglie, congelando ogni centimetro di pelle al suo passaggio. Con mia sorpresa, le percezioni si fecero innaturalmente potenti.
Riuscii a sentire l’essenza di ogni singolo, gelido frammento, avvertii l’energia latente nei legami delle sue molecole e me ne sentii elettrizzata, rinvigorita, avrei osato dire.
Capii che il ghiaccio era il mio elemento.
In sua presenza, l’intensità della magia appena ridestata aumentò sensibilmente, come se vibrasse dentro di me, in risonanza con l’elemento naturale. Un’immensa ragnatela di flussi sinuosi e lucenti che scorsero a volte impetuosi, altre tenui, tessendo infiniti e intricati disegni, mescolandosi con i fili della mia anima.
Impassibile, osservai la prigione racchiudere completamente la mia avversaria fino a quando di lei non rimase altro se non un’immota statua che rifletteva i raggi scarlatti del sole.
Risalendo una scala a pioli posta lì accanto, tornai sulla sommità dell’edificio e raggiunsi l’altro versante: scavalcato il parapetto, cominciai una nuova discesa. Dopo qualche metro incontrai un contrafforte di sostegno che sfruttai per lasciarmi scivolare sino a terra, finalmente lontana dal pericolo in cui avrei potuto trovarmi incontrando i due draghi.
«Perché non gli ha dato il colpo di grazia?» disse una familiare voce maschile.
Una figura si staccò dalla parete buia cui si era appoggiata e quando finalmente raggiunse uno spiraglio di luce, i miei sospetti trovarono definitiva conferma.
«Non era nel mio interesse farlo» risposi con noncuranza.
«Lasciare vivo il nemico significa guardarsi continuamente le spalle».
«Non è quello che sempre facciamo, bene o male, tutti? Non mi dica che lei è immune dall’avere costantemente degli avversari, Principe».
«Il suggerimento nasce proprio in virtù della mia esperienza passata e odierna, signorina Lenne» replicò lui, pacato. «Per questo motivo lascio meno inimicizie possibili sul mio cammino».
«Non nego che più volte abbia trovato l’ipotesi di uccidere la più accreditata… ma non quella necessaria; se non vi è motivo di affondare la spada, allora non vedo perché farlo».
«La pietà può condurre a pericolose ritorsioni».
«Non c’è nulla di misericordioso nelle mie scelte, tuttavia sono concorde con lei su questo» dissi, voltando lo sguardo verso un vicolo quando mi parve di udire un rumore sospetto. «Ad ogni modo, non sono un’assassina: non trovo effettiva utilità e nemmeno piacere nell’uccidere altri».
«Nemmeno se questo portasse alla salvezza vostra e dei vostri cari?».
«Questo, naturalmente, è implicito».
Lo dissi con una sfumatura di dolore e rimpianto nel ricordare l’unica persona cui avevo tolto la vita per salvare la mia, ma l’uomo parve non notarlo. Mi osservò in silenzio per diversi istanti, quasi a voler cercare eventi nascosti dietro quelle parole; i suoi occhi dal colore innaturale incontrarono i miei per un breve confronto dal quale nessuno dei due era intenzionato a uscire sconfitto.
«Posso farvi una domanda?».
«Sempre disponibile a soddisfare – dove è possibile – la vostra curiosità, Principe, tuttavia queste strade non sono le più sicure per fare salotto» conclusi, dandogli le spalle per proseguire da sola il cammino. M’irrigidii appena quando sentii il grido di un animale ferito squarciare possente l’atmosfera pacata di Lindblum; qualunque cosa fosse, era decisamente vicina – anche troppo – e qualcosa mi disse che difficilmente si sarebbe potuta evitare, nonostante la larghezza della via su cui stavamo procedendo.
A conferma di quel pensiero, un mostro di notevoli dimensioni fece capolino dal fondo della strada, lanciato in una carica irrefrenabile. Ricopriva metri su metri a una velocità impensabile per le sue dimensioni e non avrebbe tardato a raggiungere anche noi, di lì a pochi secondi.
«Via!» urlò Sirius. Troppo tardi.
La creatura ci aveva visto e aveva arrestato la propria corsa di botto, scrutandoci con gli occhi iniettati di sangue per il dolore e la follia che ne era conseguita; pareva sorpresa di essersi trovato davanti due insetti al par nostro ma lo stupore venne ben presto dimenticato per lasciar posto a una furia cieca.
Il respiro tornò a essere pesante, le labbra si arricciarono a mostrare una fila di zanne poco rassicurante e il muso si chinò appena, in un gesto che sottendeva una nuova carica a testa bassa.
«Solitamente queste creature sono mansuete…» mormorò Valantine, lasciando il discorso in sospeso quasi a voler evitare di proseguire per non irritare ulteriormente quello che a tutti gli effetti poteva ormai essere considerato il nostro avversario.
«Ma davvero?» gli feci eco fra i denti, arrovellandomi per cercare una via d’uscita che sapevo essere irraggiungibile, per il momento; gli unici due vicoli che potevano offrire salvezza e riparo da quella bestia erano infatti bloccati dalle massicce zampe della stessa.
«Probabilmente si è scontrata con un altro dei mostri presenti in questa Sagra, vede lo squarcio che ha all’altezza della caviglia posteriore?» aggiunse indicando con un lieve cenno del capo la ferita dalla quale, ora potevo vederlo chiaramente, continuava a uscire copiosamente sangue; il continuo tremore, unito al fatto che non poggiasse completamente il proprio peso sull’arto incriminato, poteva forse significare una grave lesione al tendine – suo maggiore punto debole, da quel poco che avevo letto.
Un lampo colto di sfuggita nello sguardo dell’uomo accanto a me, mi fece capire che anche lui aveva riflettuto sulle stesse cose; tuttavia non sapevo dire con certezza se quella ferita vertesse a nostro vantaggio o no. La furia della creatura aumentava ogni secondo di più ed entrambi dovemmo rassegnarci a un imminente quanto rischioso combattimento al fine di raggiungere sani e salvi una delle viuzze laterali.
«Suo malgrado, credo proprio che dovrà sopportare la mia presenza ancora per un altro po’, signorina Lenne» riprese il Principe, portando la mano all’elsa della propria Sargatanas.
Mi sfuggì un mezzo sorriso. «Meno chiacchiere e deferenze. Siamo compagni per il momento, no?» risposi, facendo roteare Celebros fra le dita, cambiando impugnatura com’ero solita fare e tenendo la lama al contrario, rivolta verso il basso. «Dobbiamo riuscire a raggiungere una di quelle strade, eliminarlo in due è un’assurda chimera; cerchiamo di non sprecare troppe energie a vuoto».
Sirius annuì – concorde al suggerimento – e si preparò allo scontro.
Immagine

Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


X X X

Bloccato

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