Sagra di caccia di Lindblum [Tornei]

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Holden
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La lezione

Messaggio da Holden »

Era in piedi sul tetto di un edificio e stava stringendo le bende che portava avvolte intorno ai polsi mentre lasciava il suo sguardo vagare senza soffermarsi su nulla. Povero ed incosciente sciocco; Nel momento stesso in cui il cacciatore scende sul sentiero di caccia, si avvicina pericolosamente alla tenue linea che lo separa dal divenire preda. Quel ragazzo non ne era conscio, non ancora.

Da qualche parte, nascosto in qualche vicolo di Lindblum, la mia prossima preda mi stava aspettando, ignara della mia presenza. Quale bestia avrei affrontato questa volta? Con quale avversario mi sarei dovuto confrontare? Poco importava. Un'altra sagra era iniziata. Il rampino volò nell'aria come un sinuoso serpente e dopo una fluida giravolta il gancio artigliò con lieve clangore metallico la ringhiera di un balcone. Mi librai nell'aria.

Lentamente mi avvicinai rasente ai muri alla base dell'edificio sul quale era atterrato. Lo vidi raggiungere la parte superiore del tetto con un balzo e silenziosamente iniziai a scalare il muro della casa.

Strisciai sulle tegole e diedi un'occhiata sotto di me. Rassicurato, mi rimisi in piedi.

La lama scivolò fluidamente fuori dal suo fodero e con delicatezza ne posai la punta affilata sulla sua nuca. Un piccola goccia di sangue fuoriuscì. Il ragazzo alzò pian piano le braccia in segno di resa, gli ordinai di girarsi lentamente.

La voce, seppur soffocata dal passamontagna sul viso, era indubbiamente femminile. Era alta, slanciata, totalmente vestita con abiti aderenti scuri che non lasciavano intravedere nemmeno un centimetro di pelle. Una specie di mantello dall'interno tendente al rosso opaco completava il tutto. Una katana che minacciosamente premeva sul mio pomo d'Adamo e i tre artigli ricurvi fissati al pesante guanto che portava alla mano sinistra costituivano il suo armamentario a me visibile. Era una ninja, pochi dubbi al riguardo.
-Holden: Chi diavolo sei? Forse una SeeD?

Razionalità... Gli esseri umani desiderano ardentemente incasellare tutto in categorie ben riconoscibili. Detestano l'imprevisto, non tollerano ciò che non conoscono. E ciò porta a far si che un uomo sotto la minaccia di un'arma senta urgentemente il bisogno di sapere chi lo stia minacciando.
-”Sono semplicemente colei che ti rovinerà il divertimento.”
Lo colpì allo stomaco.


Non la avevo nemmeno vista muoversi. Prima era immobile, l'istante dopo la punta del suo piede destro colpiva con violenza la bocca del mio stomaco. Mi piegai in due con le lacrime agli occhi, soffocando. Un altro calcio mi raggiunse alla faccia e come una bambola di pezza volai scompostamente oltre il tetto.

Si sentì il rumore sordo del corpo che con durezza colpiva il selciato qualche metro sotto poco prima che con un salto nel vuoto mi lanciassi a mia volta giù. Il ragazzo era sparito.

Assicurai la presa delle mie dita sudate sull'elsa della Wakizashi e furtivamente sporsi la testa oltre il muro dietro al quale mi ero nascosto. Vidi la schiena della mia avversaria immobile nel punto dove ero precipitato. Lama pronta, denti stretti, mi lanciai su di lei.

L'aria non è impalpabile come si crede. Essa ha una sua specifica consistenza, un suo volume, una sua velocità... Una sensibilità sufficientemente acuta riesce a percepire persino lo spostamento d'aria causato dal volo di una farfalla, e il ragazzo che da dietro stava balzando come una tigre verso di me era ben più massiccio e rumoroso di una farfalla.

La donna fece un disinvolto passetto di lato e persi l'equilibrio, annaspando come l'uomo che sente sparire il muro al quale è appoggiato. Precipitai senza grazia e la kunoichi aiutò la mia caduta assestandomi un deciso colpo del taglio della mano sulla nuca.

Cadde rovinosamente ma fu veloce a rialzarsi con una rapida torsione dei reni. Evitai facilmente la spazzata con la quale tentava di colpirmi alle caviglie e gli sferrai nuovamente un calcio diretto al viso. La sua mano bloccò appena in tempo il mio piede e cercò di sbilanciarmi torcendomi la gamba ma con un veloce movimento del busto gli negai la possibilità di farlo colpendolo con un calcio aereo dell'altro piede. Cadde in ginocchio mentre mi rimettevo in posizione e sguainavo la katana.

Una veloce esplorazione con la lingua mi confermò che l'ultimo colpo mi aveva rotto un dente. Sputai un fiotto di sangue quindi mi pulì la bocca con il dorso di una mano mentre mi rialzavo. La mia avversaria non si mosse mentre rimettevo al suo posto la Wakizashi e impugnavo la katana, e con le gambe ben piantate a terra la fronteggiai.

Vibrai un fendente verticale diretto verso il basso che come immaginavo il ninja deviò con facilità. La sua parata fece deviare la mia lama di qualche centimetro a destra e lui ne approfittò fulmineo. Fece un veloce e prudente passetto in avanti e cercò di colpirmi di punta, ma avevo già recuperato la posizione corretta e spazzai via la minaccia con una veloce torsione del polso.

Il duello si protrasse per qualche minuto, silenzio e quasi rituale. Movimenti ridotti al minimo, passi misurati e calcolati, colpi fulminei e letali. Nessuno dei due si scopriva ne azzardava una mossa avventata... All'improvviso un fremito quasi impercettibile dei muscoli del suo braccio destro, un guizzo di acciaio, e la sua lama mi infliggeva in rapida successione un affilato taglio sulla guancia, sul dorso della mano sinistra e per ultimo lungo tutto il petto. Un pensiero sgradevole si insinuò gelido mio cervello; Il gatto stava giocando con il topo, ed il topo ero io.

L'arte della spada è una disciplina principalmente spirituale. Essa insegna che ciò che è più importante non è la lama che si impugna ne la potenza nel colpire l'avversario bensì la posizione dei piedi, la postura del corpo, la capacità di svuotare la mente, lo sguardo che si scambia con l'avversario... Il mio avversario era abile, ma non possedeva nulla di tutto ciò. Mi ero stufata di giocare.

Qualcosa sembrò mutare nell'atteggiamento della kunoichi. La sua lama guizzò in avanti diretta alla mia gola ma subito dopo cambiò direzione mentre la donna avanzava di due passi in avanti, scoprendo pericolosamente la sua guardia. Anticipai il movimento della spada che dopo un rapido affondo cercava di cogliermi di sorpresa mirando al mio fianco e le catturai il polso strattonandola con violenza.

Feci finta di perdere l'equilibrio e incespicando caddi in avanti. Il ragazzo si mosse di lato e la sua katana si alzò per un breve istante verso il cielo prima di ricadere giù, diretta alla mia nuca, pronta a decapitarmi.

Mi aspettavo di sentire il suono sordo dell'acciaio che taglia carne e cartilagine, ma la donna mi aveva ingannato. Fingersi in difficoltà le aveva permesso di penetrare sotto la mia guardia, e nel quasi impercettibile istante durante il quale la mia katana si alzava per colpire, si rialzò di colpo e con una mossa chirurgica mi piantò gli artigli della mano sinistra nella spalla destra. Improvvisamente inerti le mie dita si aprirono e lasciarono l'arma che cadde tintinnando per terra.

Disarmato il ragazzo tentò di raccogliere la sua lama con la mano sinistra ma la feci volare via con un calcio e gli strinsi le dita attorno al collo in una morsa di acciaio. Con il braccio sano tentò vanamente di liberarsi dalla mia presa ma non aveva la forza necessaria. Con estrema violenza lo scagliai contro un muro.

La mia testa batté con forza contro il muro e mi accasciai per terra mezzo stordito. Tentai di rialzarmi ma la kunoichi si muoveva come un lampo e in un frammento di secondo fu nuovamente su di me. Mi sferrò un pugno preciso contro il viso e mentre barcollavo alzò la gamba in aria in un movimento quasi impossibile e mi colpì sotto il mento.

Il ragazzo non si decideva a crollare anche se era ormai fuori combattimento. Tentò per l'ultima volta di colpirmi pateticamente con le punta delle dita unite ma lo anticipai e gli afferrai con forza il braccio tirandolo verso di me. Le nostre teste si avvicinarono e piantai i miei occhi nei suoi.

Mi chiedevo perché non mi avesse ancora ucciso. Che senso aveva tutto ciò? Mi ero fatto battere su tutta la linea, prima venendo sorpreso da dietro come un idiota totale, e poi cadendo nella prima trappola che mi aveva teso. Più di 15 anni di pratica dell'arte del Ninjutsu sembravano non valere nulla.

Un rivolo di sangue ormai secco gli scendeva dalla fronte ferita e dalle labbra. Un velo di incoscienza andava addensandosi sugli occhi vitrei. Era praticamente semi-svenuto. Sputai le parole come se fossero pietre...
-"Dimmi, cosa ti aspettavi questa volta? Di trovare un altro mostriciattolo da immolare sull'altare del tuo piacere e della tua sete di sensazioni forti? Pregustavi anche oggi il gusto solitario dell'infliggere la morte, quell'oscuro senso di onnipotenza che coglie chi con le armi in pugno si prepara a far suo l'ennesimo trofeo? E ti beavi della forza delle tue prede, non volevi che ti rendessero le cose troppo facili. Desideravi che combattessero fino all'ultimo, che ti dessero filo da torcere, tutto per poter poi pensare “Un'altra vittoria duramente ottenuta, ma sempre una vittoria”. Dimmi cacciatore, dov'è finito tutto ciò mentre sei ora qui, impotente, con nelle narici il puzzo del TUO sudore e del TUO sangue, sconfitto come un bambino? Dov'è finito tutto ciò mentre contempli la morte che potrei infliggerti nei prossimi secondi?"


Tentai di parlare, ma non riuscì a far altro che sputare altro sangue. Non avevo voglia di parlare ne di sentire discorsi. Che mi lasciasse in pace, solo con me stesso. Era tutto ciò che desideravo.

Mi chiesi perché avevo accettato questo incarico. Io, una Outsider partecipare alla sagra per rendere più interessante la caccia ai partecipanti... Il disprezzo nuovamente mi travolse il cuore e prendendogli la testa gli sbattei il viso contro il muro, più forte che potevo. Cadde a terra ormai incosciente e senza nessuna ragione gli sferrai un altro rabbioso calcio alle costole. Emise un flebile gemito ma non si mosse. Gli lanciai un'ultima occhiata quindi spazzai via la polvere deposta sul mio vestito e rimisi nel suo fodero la mia katana. Non l'avrei sporcata di sangue quella volta.

Rialzai a fatica la testa e vidi la donna che si allontanava. Un'altra ondata di dolore mi invase e la mente mi si annebbiò. Tentai di rialzarmi nonostante le proteste del mo corpo distrutto ma ricaddi per terra mentre tentavo di obbligare la mia gola ad inghiottire un boccone indigesto fatto di sangue, bile, orgoglio ferito e rabbia impotente. Mi rannicchiai sulla dura pietra con le braccia incrociate sulle gambe premute contro il petto; Era tutto così ridicolo, così ridicolo, senza senso, futile, umiliante...
Creep with me, as we take a little trip down Memory Lane.
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Drizzt Do Urden
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Viva La Vida or Death And All His Friends

Messaggio da Drizzt Do Urden »

La gamba gli dava ormai fitte lancinanti. Il drow attinse alle poche ombre circostanti per guarire la grave ferita, riuscendoci però solo parzialmente data la scarsa presenza delle stesse.
Udì gli zoccoli del mostro battere sul terreno, sempre più vicini. Avvertì il suo fiato sul collo, e colpì.
Mortegelida e Lampo perforarono con facilità il collo del nemico, che aveva oltrepassato il nascondiglio di Drizzt senza notarlo. Ma il possente avversario si liberò, incurante del dolore, ed impennò, oscurando il sole prima di abbattere i suoi zoccoli su di lui.
Drizzt chiuse gli occhi.

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La Sagra era iniziata bene. Drizzt si era imbattuto in un folto gruppo di Lupi Bianchi e li aveva freddati con i revolver approfittando della copertura del cadavere di un Basilisk , probabilmente eliminato da un concorrente arrivato prima di lui. O forse no.
Rapido come un fulmine, il mostro si era proteso in avanti per mordere il drow. Trecento chili di pantera lo avevano bloccato.

Drizzt : Grazie, Gwen.

La sua pantera gli aveva dato un colpetto affettuoso con il muso ed aveva drizzato il capo, fiutando qualcosa nell’aria. Era dunque scattata verso una casa, e ne aveva raggiunto il tetto scalandola, con Drizzt che le si era avvinghiato sul dorso.
Da lì, il drow aveva scrutato i vicoli sottostanti, notando immediatamente un imponente Atomos .
Il drow si era gettato dal tetto utilizzando le ombre per accrescere le dimensioni del mantello ed usarlo a mo’ di paracadute, giungendo così alle spalle del mostro.
Mentre Gwen operava un’azione diversiva, Drizzt si era proiettato in avanti, tartassando di fendenti le lunghe gambe della creatura, la quale però non pareva accusare i colpi.
Il ritmo del combattimento si stava facendo frenetico, e l’elfo scuro stava iniziando ad accusare la stanchezza dovuta al dover costantemente mantenersi in moto per evitare i pestoni del massiccio nemico. Infine però, era stato colpito dal muso del mostro, dal quale sporgevano appuntiti cristalli violetti. Lo Scudo d’Ombra gli aveva impedito di venire trafitto, ma la botta era stata comunque molto violenta.

Drizzt : Questo non avresti dovuto farlo.

Drizzt aveva evocato delle catene d’ombra, che emergendo dal suolo di erano avvinghiate attorno alle gambe martoriate del mostro, immobilizzandolo.

Drizzt : Gwen, ci pensi tu?

La pantera aveva scoperto le zanne, soddisfatta.
Drizzt era dunque tornato sul tetto, avvistando uno Sleipnir . Aveva utilizzato la stessa tattica di prima, venendo però intercettato a mezz’aria da un Lord Viverna, troppo potente per essere affrontato dal drow in quelle condizioni fisiche. L’elfo scuro era riuscito a liberarsi dagli artigli del mostro (che si era poi allontanato, distratto da Gwen), cadendo però proprio sul muso dello Sleipnir e procurandosi così una grave ferita alla gamba destra.
Si era avvolto di ombre, rendendosi invisibile fino a quando aveva trovato un nascondiglio dietro delle vecchie casse, esposte alla luce del sole. Lì, aveva atteso il colpo di grazia.

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Ho viaggiato in lungo e in largo su questa terra. Ho combattuto contro drow malvagi, draghi feroci e contro i miei stessi amici. E, insieme a loro, ho salvato il mondo dai crudeli Angeli Neri. Ho provato la gioia, l’amore, l’amicizia, l’incertezza, la rabbia, il dolore. Ho fatto di tutto in questa vita. Eppure, non sono ancora pronto per andarmene. Non ho paura della morte, di cosa mi aspetta. Ma ho paura di morire. Non voglio andarmene. Voglio continuare a lottare per i miei ideali, voglio continuare a odiarmi per aver ucciso anche se era l’unica maniera per perseguirli. Forse il mio nome resterà nella storia, forse no. Forse il mio passaggio su questa terra sarà ricordato, o forse sarò solo uno dei tanti soldati dalla morte anonima. Mi sono sempre messo in discussione, sono sempre sceso in campo con le mie scimitarre in mano e la mia fida pantera al mio fianco. Già, cosa ne sarà di lei?
Ed ora sono qui, da solo, appoggiato ad una vecchia cassa marcia, vittima del mio stesso coraggio e della mia stessa spericolatezza.
No, non voglio morire. Voglio continuare a vivere, a gioire per la brezza fresca che accarezza la mia pelle scura e a soffrire per il sangue sparso di chi non potrà più sentirla.
No, non voglio seguire la morte e tutti i suoi amici. Non ancora.


La vita alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti, è difficile. Nell’ombra, però, tutto è più semplice.
Nell’istante in cui l’imponente figura dello Sleipnir oscurò il sole, Drizzt Do’ Urden, eroe ed assassino, sfruttò l’ombra da lui prodotta per teletrasportarsi alle sue spalle.
Estrasse un revolver, Ivory…

Drizzt : Salvezza…

…poi estrasse l’altro, Ebony.

Drizzt : … Dannazione.

Li puntò verso il cervello del nemico.

Drizzt : Hanno una cosa in comune : bisogna morire per giungere ed esse. Ed oggi non tocca a me.

Fece fuoco.

Drizzt : Non ancora. Viva la Vida.



Drizzt Do' Urden
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Drizzt&Pip / Vincitore della 5° Sagra di Lindblum!

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Alexandra Schwarzlight ha scritto:tu sei un caso a parte, sei la trollface scesa in terra.
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Aura
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Ed infine tutto divenne nero

Messaggio da Aura »

Appena concluso il discorso Cid si ritirò sulla tribuna, mentre i vari partecipanti alla sagra cominciarono la loro caccia fra i borghi di Lindblum. Aura non perse tempo e si addentrò in un vicolo non molto stretto, mentre la mano slacciava una cinghia sul suo guanto. Si guardava attorno tranquilla, eppure i suoi occhi tradivano quella serenità: concentrati, attenti, i suoi soliti occhi.
La stessa sagra, piena di emozioni, imprevisti, giochi di squadra e tanto altro. La stessa terra sempre macchiata dal sangue nemico. Io non capivo cosa ci trovassero di divertente gli iscritti a questa gara.
Forse per l’adrenalina? La voglia di mettersi in gioco? Oppure si tratta solo di vincere l’agognato premio? Chi lo sa, ognuno ha il proprio motivo per parteciparvi.
E lei era lì, pronta a metterci tutta se stessa. Svoltò l’angolo decisa, per poi puntare il braccio contro uno sciame di Vespe intente a svolazzare per l’intera piazza. Le osservò una per una finché non tornò a nascondersi dietro al muro, il cuore le batteva forte in petto, anche lui tranquillo.
Quel cuore, aveva un motivo per battere così eccitato? Solo lei poteva saperlo, nella sua mente segregato dietro a sbarre dorate, per proteggerlo, per tenerlo dentro di sé.
E poi via, strategia già elaborata e presto messa in atto. Alzò un palmo, schioccò le dita ed una fiamma viva si accese sulla sua pelle. Il Fire venne scagliato contro i mostri volanti, i quali, colti di sorpresa, non fecero in tempo a schivarlo. Solo pochi, dalle ali più robuste dei compagni caduti, si alzarono di quota, così che il fuoco svanì sulla parete della casa che avevano alle spalle.
Un paio da un lato, un altro paio si sistemò alla sinistra della ragazza, ed altri due le si stagliarono alle spalle, il pungiglione puntato contro le sue membra. Lei mosse il braccio destro fulminea, lanciandomi contro la prima Vespa che le si parava davanti.
E la sua fine arrivò.
Una goccia.
Due gocce.
Tre gocce.
Il rosso macchiò le pietre del suolo mentre io mi attorcigliavo intorno all’addome dell’insetto che avevo trapassato poco prima. Lontano mille miglia dalla sua casa mai più la rivedrà, la sua vita oramai pugnalata dal mio metallo. Oramai tra le mie grinfie, sempre più flebile, sempre più lontano.
Poi un altro, ancora uno, caddero come ghiaccio sciolto al sole, troppo deboli per la mia padrona. Compiuto il peccato tornai fra le mani di Aura, sporco, gocciolante e pesante. Lei mi pulì con sguardo serio, troppo serio, non più tranquillo.
Ed allora riprese il suo cammino, i cadaveri delle Vespe lasciate al loro destino. Di una cosa sola potevo rallegrarmi: la morte era stava rapida ed indolore, la morte che ognuno, forse, sognerebbe di avere alla fine del suo percorso nel tempo.
Il passo della ragazza accelerò, il volatile che si stagliava in fondo alla via aveva attirato la sua attenzione. Subito mi srotolò e ripresi la gara per lei. Al suo fianco. Al suo comando.
Il mio nome? Fui battezzato, da mia madre Aura, Stardust, Polvere di stelle.
* * *
Lei era lì, braccia lungo i fianchi, uno strano giocattolo che pendeva dalla sua mano destra, indecisa. Del sangue le sporcava le maniche, di sicuro non il suo, dato che la stoffa non era strappata in alcun punto ed il suo respiro era regolare.
Non persi tempo: sebbene l’aria innocente, quel suo yo-yo era pericoloso, lo sapevo. Io, un Desflot, non potevo lasciare che mi trapassasse com’era successo alle Vespe.
Li avevo visti, affiatati come non mai, lei e la sua insolita arma non erano da sottovalutare.
Così li attaccai. In principio sbattei le ali con violenza, per poi precipitarmi sulla ragazza. La mancai per un pelo, una capriola sulla destra ed era già in piedi. Senza lasciarle il tempo di respirare mi avventai su di lei, aprì le mie zampe e tentai di avvinghiarla.
Gli artigli le pressarono la carne e lei si ritrovò con le spalle insanguinate. Un rosso diverso dal mio, un sangue più denso e melanconico le scorreva lungo la pelle inzuppandole la divisa.
Ed io sogghignai. Ferita, provava anche lei il dolore che patiamo noi, coperti di squame, oppure dal pelo così folto che neanche la luce ci rischiara. Gli umani ci definiscono mostri, ma chi lo è in realtà?
Abbiamo entrambi un cuore, combattiamo entrambi per sopravvivere alle difficoltà della vita. La differenza sta nel sentimento e nella ragione di possederlo. Inesorabilmente il più forte prevale sul più debole: è la legge della vita, nessuno può sfuggire ad essa e nessuno può aggirarla.
E quella ragazza lo sapeva. Nei suoi occhi la tenacia, nelle sue mani il coraggio, nel suo spirito la combattività.
Senza perdermi d’animo provai a colpirla di nuovo. La mancai una seconda volta, purtroppo proprio mentre lei mi contrattaccava con una magia di ghiaccio. Riparai l’occhio con le ali, fermo nella mia posizione riuscivo perfettamente e rimanere sospeso per aria senza doverle sbattere. Il freddo mi assalì, ma io non cedetti sapendo che poco male mi avrebbe fatto quel Blizzard.
Infine le riaprì, la ragazza proprio di fronte a me levò in alto lo yo-yo cristallizzato: nell’attimo di tempo che la prima magia mi colpì senza troppi danni, lei si era preparata a dovere. Una strategia semplice ed efficace, così tanto che neanche ci avevo pensato.
Accadde in un secondo, il metallo freddo mi strinse l'attaccatura di una delle ali, gelido, potente. Io rimasi immobile, poi chiusi l'occhio e mi librai in volo con tutto me stesso. Cercai di liberarmi da quella morsa zigzagando nel vento, la ragazza rimasta avvinghiata al suo giocattolo dondolava sotto il mio controllo come una bambola snodabile.
Veloce scesi in picchiata, il filo metallico trascinava il corpo della mia nemica silenzioso. Poi uno stacco, il gelo abbandonò il mio corpo, mentre ella finì rovinosamente a terra.
Ed io sogghignai una seconda volta. Il sangue alle spalle sembrava troppo, fin troppo, eppure il suo cuore batteva ad un ritmo normale anche quando si rialzò combattiva. Riuscivo a percepire quel battito oltre il frastuono della sagra. I miei compagni stavano combattendo con altri concorrenti, ma io ero come incantato da quel battito.
Semplice, ogni colpo creava calore, le dava energia. La faceva vivere.
E la mia fine arrivò.
Sofferente, fui trapassato da parte a parte da quelle lame che, ad un comando privo del suono delle parole, avevano fatto la loro apparizione ai bordi dello yo-yo.
Una goccia.
Due gocce.
Tre gocce.
Il rosso macchiò le pietre del suolo ed io caddi a terra. Lontano mille miglia dalla mia casa non l’avrei mai più rivista. Ma io lo sapevo fin dal momento in cui mi catturarono. Lo sapevo.
Con le ultime forze che mi rimasero in corpo volsi il capo alla nemica. Sebbene la vista mi stava ormai abbandonando riuscì a vedere la ragazza che si avvicinava a me, le mani come chiuse in preghiera, mentre il mio stesso sangue per sporcava le scarpe.
Ed infine tutto divenne nero.

La morte verrà all'improvviso
avrà le tue labbra e i tuoi occhi
ti coprirà di un velo bianco
addormentandosi al tuo fianco
nell'ozio, nel sonno, in battaglia
verrà senza darti avvisaglia
la morte va a colpo sicuro
non suona il corno né il tamburo.

("La morte" - Fabrizio De André)
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Ruben -.-
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Ruben -.- »

E’ dura. Forse non avrei dovuto partecipare. Ammetto, dopo tante edizioni e tanti post, che per la prima volta in occasione di queste sagre…non so veramente che scrivere.
Ho sempre sfruttato questi avvenimenti per rendere partecipe chiunque avesse avuto la briga di leggere ciò che avevo scritto… delle paure, dei sentimenti, delle emozioni e dei desideri del Ruben personaggio, specchio distorto in parte ed in parte riflesso fedele, di ciò che è il Ruben persona.
Vi ho raccontato le mie scelte di vita, del desiderio di famiglia e paternità, della paura di perdere tutto in un istante. Oggi se mi concentro attentamente su quello che è il sentimento primeggiante di questo mio ultimo scorcio di vita…c’è solo una sensazione che sovrasta prepotentemente le altre. Di questa andrò a raccontarvi, sperando di esser compreso… ma forse no. Sperando di piacervi… ma poco importa.



10 sagre, passate a combattere e giudicare. Sembra ieri quando misi piede per la prima volta in questi borghi storici. Allora era tutto un gioco, un dare spettacolo con mosse atletiche e azioni da mozzare il fiato ad ogni spettatore. Lungo la stradina che portava al fabbro di città furono degli Archeosaurus i miei primi nemici…i mostri da abbattere con forza e stile per attirare l’attenzione dei giudici.
Ruben nella 1a edizione ha scritto:Ruben riesce a schivare il primo morso ma nota che i 3 stanno attaccando coordinatamente. La coda del secondo Archeosaurus gli passa ad un soffio dal viso facendogli rizzare i capelli per il forte spostamento d'aria. Ruben schiva un secondo morso, poi usando la testa del lucertolone come punto d'appoggio, spicca un salto col quale raggiunge il dorso del secondo Archeosaurus. Quest'ultimo si dimena a più non posso per farlo cadere ma Ruben divide in due la sunrise, con una spada infilza il dinosauro sulla schiena procurandosi un efficiente appiglio, con l'altra si difende dalle fauci degli altri due Archeosaurus.
C’è solo da ridere ripensando all’incoscienza di aver affrontato 3 bestioni così grossi contemporaneamente … con disprezzo del pericolo, con l’arroganza dell’uomo che non rischia altro che la sua futile vita.

La volta seguente la ricordo come fosse ieri. Ero cambiato ed ero sempre uguale: stesso disprezzo del pericolo a presentarmi per le strade di Lindblum con una benda sugli occhi. Mire differenti: cercare risposte. Lo scontro come modo per capire se stessi e relazionarsi agli altri. Ero consapevole del nemico che avrei cercato e affrontato. Lì per lì mi parse una buona idea privarmi della sua vista per non cedere alla paura. Ma bastarono le sue parole per gettarmi nel panico più totale.
Ruben nella 3a edizione ha scritto:Le spade si incrociarono e Ruben con un balzo fece finire il nemico a terra. Poi fece girare la sunrise nella sua mano prima di infilzarla potentemente nel terreno...il nemico s'era già spostato.

???: (sussurrando all'orecchio di Ruben) Mai! Mai riuscirai a battermi...la semplice mia ombra avrà sempre più spessore di te.
Oggi, dopo così tanto tempo, la sua ombra influenza ancora la mia vita. Se è un male o un bene solo il tempo me lo rivelerà. Mi sento ormai prigioniero di un destino che ha già scelto per me il percorso da seguire.

E tre. Una rivelazione quella sagra. Ero sceso in campo per affrontare di nuovo le stesse paure della volta precedente. In cerca dello stesso mostro che si sarebbe trasformato nella stessa persona … o almeno così avevo preventivato. Poi nel bel mezzo di un inconsistente combattimento…
Ruben nella 4a edizione ha scritto:Ma improvvisamente il nemico era sparito…tutto sembrava cambiare. Ruben si guardava attorno alla ricerca dell’avversario solo per essere colto di sorpresa da un attacco alle spalle. La vista annebbiata, l’ambiente era cambiato. Il freddo inverno di Lindblum aveva lasciato il posto alla calura di un infuocato deserto. L’unica cosa che Ruben riusciva a vedere era una figura distorta dall’afa, una figura che andava delineandosi man mano che si avvicinava.
Ruben rimase sconvolto. Lei…non doveva essere li! Portava in braccio un tenero fagotto avvolto in un candido lenzuolo. Continuava a guardarlo finche la sua espressione serena si tramutò in un ghigno malefico…un sorriso malsano! La sua pelle si ricoprì di funesti tatuaggi e i suoi dolci lineamenti si facevano via via più aspri. Alzò in aria quel fagotto indifeso che sparì in un fumo nero.
In un certo senso ora sono quasi felice che quei Mind Flyer, i manipolatori della mente, avessero scelto di combattermi a quel modo. Capii che a seguito dei cambiamenti così importanti che la vita mi aveva riservato, non potevo più essere schiavo del passato. Capii che da allora, ogni mio sforzo e respiro sarebbero stati mirati a proteggere e difendere i miei 2 più grandi tesori: mia moglie e mio figlio.

E invece poco tempo dopo ci cascai di nuovo. Nessuna motivazione…solo sfogo, liberare la tensione. Mai come quella volta ero uscito da Lindblum così malmesso. Gravemente ferito, quasi morto ..eppur prontamente salvato da un angelo vigile; qualcuno che, intuita la mia debolezza, aveva fatto in modo che ne potessi uscire vivo.
Ruben nella 5a edizione ha scritto:Sul tetto di una casa qualcuno vigilava … “Ti proteggerò da tutti e tutto … fino a quando finirai di cercare te stesso nella lotta.”

Quella seguente fu un’altra bella sagra. Lo scontro, se così si può chiamare, era avvenuto nella mia mente. Parti contrapposte dell'anima: desiderio di dar fiducia, paura del tradimento. Ma una decisione fu presa, decisione che ancora oggi sostengo con tutte le mie forze.
Ruben nella 7a edizione ha scritto:!!!: La solitudine semplifica le cose … e tu lo sai bene.
???: Ma l’amicizia offre molteplici soluzioni ai problemi.
!!!: E le cantonate???
???: Eviteresti di comprare un’auto solo per la paura che te la possano ammaccare??
!!!: …
???: Infatti.
!!!: Allora è deciso? Amicizia come valore assoluto?
???: Si. Ho deciso!
La verità è che ...ci avevo sempre creduto. Non avevo mai smesso. I dubbi non furono mai tali da mettere in discussione uno dei punti fermi di tutta la mia esistenza.

E infine…l’ultima edizione. Ho provato delle sensazioni uniche. Non mi era mai capitato di immedesimarmi così. Mancava poco e avrei commesso un errore imperdonabile: uccidere un padre...un "mostro" che non avrebbe dovuto trovarsi lì. Grazie all'intuito che solo un padre possiede, tutto si risolse per il meglio e quella situazione mi ha lasciato dentro qualcosa di indimenticabile.
Ruben nella 9a edizione ha scritto:D’ora in poi sarà “Papà” la parola
che sempre anelerai di sentirgli dire.
E veniamo ad oggi. Sono ancora quì alla ricerca del nemico da sconfiggere, sia esso “mostro” o “dubbio”...ed improvvisamente mi rendo conto di una cosa. Stavolta, a differenza delle altre, mi sembra di non aver motivi validi per percorrere queste strade deserte. E ciò mi spaventa! Sento di aver concluso un percorso che mi ha portato ad un traguardo tanto ambito quanto scontato, passando per tappe impreviste ma piacevoli. Prendo l’uscita dal borgo neanche 2 minuti dopo esser entrato. I giudici si staranno chiedendo che cavolo mi succede, perché non ho combattuto, perché non ho neanche sfoderato la spada. Sento che non m’importa se non vincerò la competizione…in realtà comprendo che non mi è mai importato.


La storia di Ruben alla Sagra finisce qui. Siete riusciti a captare qual è il sentimento che più mi ha preso ultimamente? Non vi biasimo se la risposta è “no”. Ma non vi lascerò nel dubbio. Ultimamente mi pervade la sensazione di essere alla fine di un ciclo. Di aver concluso una parte importante e significativa della mia vita. Ho come l’impressione che tutto ciò che è stato, stia per cambiare improvvisamente…violentemente mi vien da dire. Avrei voglia di fermare il processo, di scattare un’istantanea della mia vita così com’è e far in modo che nulla muti.
Mi rendo tuttavia conto che questa “paura di cambiamento”, questa mia “sindrome da Peter Pan”, và affrontata e sconfitta. I tempi passati... con le loro gioie, i dolori, le esperienze e gli avvenimenti… non torneranno. Ma non posso inquietarmi troppo per questo. Devo smettere di guardarmi dietro con eccessiva nostalgia o potrei mancare nel cammino che sto per affrontare. Non per forza ciò che sarà deve essere meno bello di ciò che è stato!
Temo che non mi rivedrete a postare su queste pagine…almeno per un pò. Almeno… finche non avrò qualcos’altro da raccontarvi.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
AxelX3
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L'eredità di un sogno..

Messaggio da AxelX3 »

Ero a passeggio per le vie della pittoresca cittadella, alla ricerca di qualche mostro da abbattere, ero colpito dalla tranquillità che emanava quel borgo, pur sapendo che in vista della Sagra, questo posto sarebbe pullulato di creature orrende. Katana impugnata, percorrevo con molta prudenza ogni sbocco che portava ad un altra via, una dietro l'altra...
Ad un tratto la mia attenzione fu attirata da una stradina, ma non una qualunque, bensi da una che emanava una strana energia..Mi avvicinai accanto al muro poi sporgendomi vidi una strana creatura. Una strana palla, formata da chissa quale mistica energia,di colore rosso, fluttuava senza meta per quella strada, come alla ricerca di qualcosa, o qualcuno....
Uno spirito salamander. Si dice che questi tipi di spiriti si formino quando un anima particolarmente forte non trovi pace dopo la morte,cosi ritornano in vita sotto forme di questi spiriti.

Axel:Non pensavo che esistessero sul serio queste creature...

Ad un tratto, lo spirito si girò quasi come avesse percepito la mia presenza.Nonostante ciò non mi sentivo come quando combattevo solitamente contro un mostro normale..anzi tutt'altro! Avevo una sensazione di pace e tranquillità di quelle che si provano poche volte nella vita. Una voce mi stava parlando:

???: Tu..
Axel: Io?
???: Si...hai un anima pura....
Axel:(Si, considerando che da piccolo sono quasi diventato un Heartless non credo proprio) ...
???: So cosa stai pensando...
Axel: Sul serio?
???: Si...puoi anche aver quasi ceduto all'oscurità ma nonostante ciò il tuo cuore è limpido...
Axel: E...cosa dovrei fare?
???: Aiutarmi...

La voce scomparve di colpo e lo Spirito Salamander si avvolse in un aura rossa come le fiamme dell inferno.

Axel:...Non ho scelta!

La mia mano pulsava sulla Mitsua pronta a difendermi..mi misi in posizione di attacco e corsi verso la sfera infuocata, sferrandogli un fendente con la katana.

Axel: Cosa???!

Il taglio della mia Mitsua era rimasto sullo spirito del fuoco come se ne avessi impresso il segno..tuttavia dopo pochi secondi lo squarcio si era in qualche modo "rigonfiato" e la sfera infuocata era tornata al suo stadio originale.
Lo spirito in meno che non si dica aveva lanciato un Firaga molto potente che si avvicinava velocemente verso di me.

Axel: Dannazione! Haste!

Mi castai un Haste e la palla di fuoco esplose con una furia incredibile.. Alzando lo sguardo lo spirito si accorse che all ultimo secondo avevo usato anche Levita e conficcato la Mitsua in una delle tante fessure dei muri in alto, aggrappandomici. Il Salamander fluttuò abbastanza lentamente in alto verso di me dandomi il tempo di rimettermi in sesto, nonostante il mio stato "svolazzante"

Axel: Ok...Thundaga Sword!!!

La mia Mitsua si caricava di elettricità mentre il Salamander preparava un altra Firaga ma purtroppo per me il colpo del mostro partì prima del mio e mi fece rimanere impotente di fronte alla grande palla di fuoco che faceva ombra a quasi tutto il perimetro della stradina.

???: Affronta le tue paure, anima pura!

Mi ranicchiai con le gambe contro il muro, poi con un colpo secco, tentai in qualche modo di tagliare in due la magia lanciatami dallo Spirito Salamander, chiusi gli occhi..Una grande esplosione colpì tutta l'area della strada che senza barriere sarebbe stata sicuramente spazzata via da quell' attacco devastante..

Axel: .....Sono....vivo????

Aprii gli occhi..non ero più a Lindblum..ero in un palazzo..

???: Lascia stare la principessa vigliacco!!!

Un samurai con la sua katana stava parlando ad un altro tipo con un cappello che gli copriva interamente il cranio. Dietro di lui si intravedeva una figura femminile dalle forme molto aggraziate, probabilmente la principessa di cui parlava il samurai.

???: Gensui, VATTENE!!!!
Gensui: Mai, ti salverò Ayame, a costo della mia vita.

???: Sei molto testardo...prendi questo.

Una sfera oscura si formò da una mano dell' individuo e come una freccia scagliata da un arco andò a colpire il coraggioso samurai.

Gensui: Ah..
Ayame: NOOOOO! Gensui!! Iceer cosa gli hai fatto?

L'individuo si tolse il cappello, una sagoma sottile e lungilinea ricopriva il suo corpo, capelli lunghi e neri e occhi azzurri come il cielo ma che emettevano un alone di malvagita, disse:

Iceer: Visto che ti ama così alla follia, continuerà a cercarti anche dopo questa vita...
Ayame: Gensui... :smt009

Iceer prese Ayame con forza e entrambi si diressero fuori dal palazzo..Gensui invece ancora immerso in una pozza di sangue prese una piuma d'oca e un foglio dal tavolo rovesciato e scrivette qualcosa...

D'un tratto l'oscurità mi avvolse e riaprì molto lentamente gli occhi...

Axel:...Ho..vinto?....
Spirito S.: ...

Il mio corpo ormai stanco e marchiato da ustioni e emorrargie varie si accasciò al muro. Una luce proveniente dallo Spirito Salamander si accese di scatto e dopo un tempo durato meno di una frazione di secondo il mostro affrontato fino a pochi minuti prima non c'era più. Al posto suo ora vi era rimasta una busta.

Mi avvicinai anche se sapevo nel mio cuore cosa conteneva quella busta..una lettera e una scheggia di colore rosso, spiegai il documento e poi lo lessi.
Mia dolce Ayame,
sto morendo e tu sei nelle grinfie di quel maledetto,
sto morendo istante dopo istante,
ma non mi brucia la sconfitta, no
mi brucia che tu non saprai mai quanto ti ho amato
e non sapere se tu provavi i stessi sentimenti per me.
Questo è il mio ultimo rimorso, intenso e infinito,
e presa la penna con il cuore in mano ti dedico la mia
ultima salvezza, colui che leggerà questa lettera,
avrà un cuore puro.
E la sua forza sarà la mia. Colui che sconfiggerà
il demone,Iceer. Dunque questa è la fine, mia amata
ma sappi che questo amore per te durera fino alla fine dei tempi,
fino all'ultimo istante.
Tuo Gensui.
Mi presi quella scheggia rossa e la misi in tasca, una lacrima mi scendeva dalla guancia..

Axel: Gensui..è il mio destino farti riposare in pace..e fosse l'ultima cosa che faccio lo farò. :smt005
"...No forse non vincerò. Forse l'unica cosa che potrò fare sarà rendergli la vita difficile..ma per battere me, dovrà riuscire ad uccidermi..e per uccidermi, dovrà avere il coraggio di stare di fronte a me, e per fare questo..dovrà essere pronto a morire anche lui"...Rocky
Immagine Immagine

Scheda Accademia parte 1-------scheda parte 2 -------My Mitsua
Regali(si fa per dire):
x------x------x
Dal paradiso all'inferno,Cloudstrife9999 in Eterno!
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In my future,there s' no future... Trunks

Un vero uomo non ha bisogno di leggere il suo futuro...se lo crea da sé.. Solid Snake

"Ho bisogno di più rabbia...ho bisogno di più cuori..""Xemnas,in un cuore non c'è solo rabbia o odio...è pieno di ogni sorta di sentimenti....Non te lo ricordi? "Sfortunatamente....no....."
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da sanji5 »

Silenzio e buio era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Cullato e confortato da quell'oscurità venuta da chissà dove, Sanji si trovava seduto per terra a gambe incrociate, godendosi l'improvvisa sensazione di tranquillità dovuta alla presenza del vuoto assoluto attorno a lui. Tutto quanto era lontano, sfocato, ridotto ad un'insignificante dettaglio del suo passato. Quello che importava, in quel momento, era farsi trasportare dalla sensazione di liberazione che le tenebre portavano con sé, abbandonarsi all'irresistibile tentazione di lasciare tutto alle spalle e rimanere lì per sempre.

Un rumore distante di pioggia lo costrinse ad alzarsi in piedi e ad esplorare il luogo dove si trovava. Dopo qualche minuto di cauta perlustrazione, però, dovette arrendersi all'idea di ritrovarsi in uno spazio infinito e indefinito. Il presentimento di girare in tondo e ritrovarsi sempre nello stesso punto lo convinse a sedersi di nuovo ed aspettare pazientemente eventuali sviluppi. Il rumore di pioggia si fece sempre più intenso; era sicuro che le gocce stessero cadendo sopra di lui, eppure non era bagnato. Alzò lo sguardo verso un ipotetico cielo, ma trovò solo altra oscurità.

???: Sarà meglio fare un po' di luce.

Un battito di mani, e una lampadina apparve sopra la testa del Cadetto. Un filo penzolava dalla quella, stuzzicandogli il naso. La tirò, e la lampadina illuminò lentamente il vuoto attorno a lui, scacciando le tenebre che fecero posto a quella che ricordava la scenografia di uno spettacolo teatrale. Un soggiorno anonimo di una casa anonima di un altrettanto anonimo villaggio. Nel camino il fuoco scoppiettava, e la pioggia bagnava i vetri. Superata la sorpresa iniziale, Sanji osservò attentamente l'uomo accanto a lui e che aveva parlato. Era in piedi, immobile, e probabilmente era sempre stato in quella posizione, anche se quando aveva perlustrato la zona non si era scontrato con lui, né con nessuno di mobili che ora poteva vedere. Indossava delle scarpe di vernice nera, un paio di pantaloni di colore grigio e una camicia azzurra; portava un naso da pagliaccio, e uno scolapasta in acciaio gli copriva il capo dalle tempie in su. Poiché l'uomo sembrava trovarsi a suo agio in quegli strani vestiti, Sanji decise di non dargli troppa importanza; ciò che lo turbava, in effetti, non era tanto il suo look, quanto la totale indifferenza nei suoi confronti, o la mancanza di incredulità al seguito di quello che era appena accaduto.

Un rumore di voci si aggiunse a quello della pioggia. Provenivano dall'altra parte della stanza, così Sanji si girò per dare un'occhiata, e ciò che vide lo inquietò più dell'uomo accanto a lui. Prestò maggior attenzione alla mobilia, e si rese conto che era identica a quella di casa sua. E anche le figure che stava osservando erano dei volto molto familiari. Un ragazzino dai capelli biondi arruffati e una bambina dai capelli lunghi e neri erano seduti ad un tavolo, intenti a giocare. Creavano delle statuette di ghiaccio con l'ausilio della magia Blizzard, ma mentre la bambina era tanto abile quanto veloce nel costruire degli angioletti dal corpo slanciato, il ragazzino era decisamente più inesperto, e malgrado l'impegno e la buona volontà non riusciva a ricreare le perfette proporzioni delle opere della sorellina, limitandosi a dei vecchietti un po' gobbi con delle ali troppo piccole per poter essere in grado di spiccare il volo. Poi, ad un certo punto, proprio come quel tragico giorno, la bambina fece involontariamente cadere una statuetta del ragazzino per terra, rompendola.

Sanji: No, Tara! No!

Il Cadetto cercò di soccorrere la sorella, ma venne bloccato immediatamente dallo strano uomo con un gesto incurante ma allo stesso tempo sufficientemente potente al punto di immobilizzarlo. Si era limitato a sollevare un braccio e toccare il petto del Cadetto senza staccare gli occhi dalla scena; era quasi sicuro che non facesse ricorso solamente alla forza fisica, ma c'era poco che potesse fare in quel momento.

Nel frattempo, la bambina era già stesa a terra in preda alle convulsioni, mentre un confuso e disperato Sanji cercava di consolarla stringendole la mano, gridando il nome del padre affinché lo aiutasse a calmare sua sorella.

Sanji: Cosa vuoi da me? Perché mi stai mostrando questo?

Le lacrime cominciarono a scorrere, aspettando il momento in cui suo padre sarebbe arrivato e gli avrebbe lanciato la prima delle numerose occhiate piene di disprezzo che invano avrebbe cercato di nascondere; aspettando il momento in cui Tara avrebbe smesso di tremare e si sarebbe coricata sul letto, per poi non potere più alzarsi; aspettando il momento in cui avrebbe realizzato l'orrore che aveva commesso. Il fatto di sapere in anticipo quello che da lì a poco sarebbe successo gli permise di evitare di osservare o ascoltare i dettagli più raccapriccianti. Riuscì, in questo modo, a coprirsi gli occhi l'attimo in cui Tara vomitò, ma si rese conto che quello che stava vedendo non era la rappresentazione fedele di ciò che era accaduto quel giorno quando, tappatosi le orecchie per non ascoltare le grida di dolore del padre - che da lì a poco sarebbe arrivato -, non vide nessun padre arrivare, ma il suo alter-ego afferrare un cuscino dal divano e premerlo contro il volto della sorella fino a soffocarla. Con estrema lentezza e noncuranza per quello che era appena accaduto, risistemò il cuscino al suo posto e si voltò in direzione del Cadetto e dell'altro uomo, sfoggiando un sorriso perverso.

Sanji: E' così che sarebbe dovuta andare. Perché non l'hai uccisa quando ne avevi l'occasione?
???: Lei è il male, lo sai anche tu.

Per la prima volta l'uomo con la scolapasta in testa distolse la sua attenzione da Tara; con uno scatto spinse il Cadetto contro il muro, quindi gli afferrò il collo e lo sollevò da terra. La presa era salda, ma non intendeva soffocarlo, piuttosto indebolirlo fisicamente impedendogli di respirare regolarmente.

???: Non ti preoccupare, non ti vogliamo fare del male. Hai commesso un errore, ti sei lasciato sopraffare dalle emozioni e non hai portato a termine il tuo obiettivo. Tuttavia, abbiamo deciso di concederti un'altra occasione, perché non tutto è perduto. Dimostraci che hai la forza e la volontà di fare la cosa giusta. Lo so che credi quel giorno sia stato il peggiore della tua vita, ma non è così. E' stato il giorno in cui finalmente hai iniziato a vivere; hai compreso il legame che c'è tra tutti gli esseri viventi, la perfetta armonia della natura. Sei un geomante, è tuo compito proteggerla da chi cerca di sottometterla, e Tara non faceva altro che piegarla alla propria volontà grazie alla magia nera. E' per questo che non sei mai stato bravo come lei; tu hai scelto di mantenere un legame con la Terra, mentre lei ha venduto la sua anima per il potere. Era una creatura corrotta, e in quanto tale andava eliminata. Non credi?

L'uomo lasciò andare la presa, mentre il Cadetto, supino e ansimante, cercava di respirare e riprendersi il più velocemente possibile. Non aveva la forza di combattere, e malapena era in grado di parlare; deglutire era di per sé doloroso, ma doveva trovare il modo di uscire da quella situazione. Osservò con attenzione il salotto di casa sua, uguale a quello originale. La sedia vicino al caminetto scheggiata, i disegni dei due fratelli appesi al muro adiacente al lavandino, il centrotavola spostato a destra per far spazio alle sculture di ghiaccio, le gocce di pioggia sulle finestre... era tutto dannatamente uguale. L'uomo era a circa due metri da lui, mentre il se stesso del passato lo raggiungeva, trascinando il cadavere della sorella per i capelli. Ancora pochi passi e sarebbe stato circondato. C'era una sola via di scampo, ma avrebbe dovuto agire in fretta, e non avendo ancora recuperato interamente le energie la probabilità di riuscire nell'impresa erano vicine allo zero.

Dopo che avrò aperto quella porta non so cosa mi attenderò, ma non può essere peggio di adesso.

Attese ancora un secondo, e poi scattò in avanti; con una mano tentò di spingere l'uomo all'indietro, ma egli sembrava ancorato a terra. Si fece allora leva con quella mano per scattare in direzione di Sanji, il quale, prevedendo la sua prossima operazione, si rifugiò dietro il corpo di Tara nella speranza di arrestare il Cadetto. Successe così di improvviso che fu impossibile per lui fare diversamente; la mano puntò dritto verso il viso della sorella, che si piegò al suono di vertebre rotte. Qualcosa lo trattenne per una seconda volta; Sanji sapeva benissimo di cosa si trattasse, ed in circostanze diverse non avrebbe mai osato a compiere un gesto del genere, ma ora, in lotta tra la sopravvivenza e quella che si prospettava come una sofferenza eterna, riuscì a superare l'orrore e il disgusto e trovò il coraggio di tirare con forza la mano impigliata tra i capelli della sorella, portando con sé una discreta quantità di capelli. Pochi metri lo separavano dalla porta che, sperava, lo avrebbe portato fuori da questo incubo. Faticava a respirare, la gola ancora doleva, così come il polso della mano con cui aveva tentato di spintonare l'uomo. Richiamò a sé le ultime forze e corse verso l'esterno. La porta era ormai aperta; si girò un ultima volta verso le due figure, ancora immobili dall'altra parte della stanza: l'uomo aveva l'espressione glaciale di sempre, Sanji ancora sorrideva. Il Cadetto si lanciò verso l'esterno.

Non sono ancora salvo, ma non riesco ad andare avanti. Sono fuori dalla casa, e questo mi basta. Forse non sopravviverò, ma l'ultima cosa che vedrò prima di morire non sarà la morte di mia sorella.

Appena fuori si lascio andare, mettendo le mani avanti per cadere supino e risparmiarsi il dolore di un trauma cranico. Chiuse gli occhi e lasciò che la pioggia lo bagnasse e il fango lo sporcasse. Per la seconda volta, però, le sue aspettative furono deluse. Per la seconda volta, era in grado di sentire il rumore di pioggia sopra di lui ma per la seconda volta non era bagnato. Aprì gli occhi, e realizzò di essere ancora all'interno di casa sua, di nuovo nel soggiorno. Alle sue spalle c'era la porta aperta, e oltre questa la medesima stanza. Guardò nuovamente avanti, e la sagoma di una scarpa si fece sempre più vicina. Il calcio, preciso e potente, lo fece volare dalla parte opposta della stanza, verso il muro dove tempo prima era stato strozzato.

???: Non puoi uscire di qui, puoi fare solo quello che ti diciamo. E prima esaudirai i nostri desideri, prima ti sentirai meglio. Lo facciamo per il tuo bene, perché non lo vuoi capire? Guarda il futuro che avresti potuto avere, e che potrebbe essere ancora tuo, se lo vorrai.

L'uomo lo prese con forza e lo girò in direzione della porta. Nell'altro soggiorno, Tara era distesa a terra, morta, mentre Kian abbracciava Sanji e si complimentava con lui, e insieme festeggiavano ad una nuova vita, libera dal male.

???: Non ti piacerebbe riallacciare i rapporti con lui, ritornare a vivere tra le persone a cui vuoi bene, i tuoi vecchi amici, e non tra colo che odi? Una vita priva di preoccupazioni, senza continue e inconcludenti ricerche per una cura che non esiste! Due anni sprecati a cercare di guarire una persone così corrotta dal male che non è più possibile salvare, invece di pensare alla tua felicità; due anni di tristezza e di dolore, e tutto a causa sua! Come fai a non capire che è lei la causa della tua miseria? Uccidila, e avrai la tua vecchia vita indietro. Un solo gesto, e sarai libero. Per sempre.
Tara: Sanji, fratellone, non uccidermi.

Poteva ancora vedere chiaramente il corpo della sorella morto nell'altra stanza, ma una sua esatta copia era in piedi davanti a lui, tenuta per un braccio dall'uomo con lo scolapasta.

Sanji: Lei... non è il male. E' una delle persone più dolci e sensibili che abbia mai conosciuto, e mai ha fatto qualcosa per meritarsi una simile condanna! Non la ucciderò mai, dovessi decidere tra la sua morte e la mia!
???: Oh no, tu non morirai, ma lei sì. E poi morirà ancora, e ancora, e un'altra volta ancora, e tu sarai costretto ad assistere ogni volta, e non potrai farci niente. Sei in trappola, non puoi scappare. Ho cercato di farti ragionare, ma se ti rifiuti sarò costretto a passare alle maniere forti. Non hai una scelta, devi fare quello che dico. Ora prendi il collo di tua sorella e spezzalo come hai fatto prima; meriterebbe una morte più dolorosa, ma oggi mi sento particolarmente buono. Uccidila.

L'uomo gettò la sorella tra le braccia di Sanji, ed aspettò che quello facesse la prima mossa.

Sanji: Tara...
Tara: Sanji, fratellone, non uccidermi.
Sanji: Non ti preoccupare, Tara. Io non ti ucciderò mai, e non permetterò a nessuno di farti del male.

Baciò la sorella sulla fronte e l'abbracciò forte, poi la nascose dietro di sé. Era stremato e faticava a rimanere in piedi.

Sanji: Dovrai prima passare su di me. Non la ucciderò mai, te l'ho detto!
???: E io ti ho detto che non puoi fare altrimenti. Ora levati, devo mantenere fede a quello che IO ti ho detto.

Con una mano afferrò la divisa da Cadetto di Sanji e lo lanciò qualche metro più in là, quindi estrasse un'ascia dal nulla e decapitò Tara. Gli schizzi di sangue arrivarono fino a lui, bagnandoli la divisa e la faccia. L'uomo raccolse la testa della bambina e raggiunse il ragazzo.

???: La prossima volta, la lancerò nel caminetto e la osserverai mentre brucia viva. Oppure, può morire per mano tua. A te la scelta.

Questa volta le parole furono accompagnate da tre calci allo stomaco.

???: Allora, cosa abbiamo deciso?

Una bambina identica a sua sorella era appena entrata nella stanza, e si era distesa accanto al Cadetto.

Tara: Sanji fratellone, non uccidermi.
Sanji: No sorellina, non lo farò mai.

L'uomo cominciava a perdere la pazienza. Gettò la testa di Tara addosso a Sanji e afferrò quella ancora viva per i capelli per alzarla. La schiaffeggiò varie volte, urlandole contro quanto fosse stupido suo fratello. Poi la gettò nel caminetto come aveva promesso. La bambina prese fuoco e cercò di uscire e rotolare per terra nel tentativo di salvarsi, ma l'uomo la calciò dentro il caminetto tutte le volte che provò ad uscire, fino a quando non si ridusse ad un cadavere carbonizzato.

???: Ci sono migliaia di modi per uccidere una persona, e noi abbiamo tutto il tempo del mondo.

L'ennesimo calcio allo stomaco.

Sanji: Mai.

Un altro calcio allo stomaco.
???: UCCIDILA! ORA!
Sanji: Non puoi costringermi.
???: Ne sei convinto?

Un'altra Tara varcò la soglia della casa ed entrò in soggiorno. L'uomo le tirò un potente calcio ai genitali, facendola cadere a terra dal dolore, estrasse un coltello e lo strinse intorno alle mani di Sanji.

???: Non posso costringerti, eh?

Gli prese la mano e la affondò nel petto della sorella. Il sangue cominciò a scorrere, mentre la bambina urlava dal dolore.

???: Io posso fare qualunque cosa.

Un altro colpo, alla gamba destra, ed altro sangue.

???: Non capisci? Io sono parte di te.

Terzo affondo, questa volta alla spalla.

???: Sono la parte razionale, quella che sa distinguere il bene dal male. Sono la voce della tua coscienza, quella che dovresti seguire ma ti ostini ad ignorare!

Quarta pugnalata, dritta al cuore.

???: Questa è la tua mano, tu la stai uccidendo. Perché piangi? Perché non sei felice, perché non stai festeggiando?

Quinta pugnalata alla gola, sesta alla gamba sinistra, settima, ottava e nona nel petto. Ormai l'uomo era infuriato, e non c'era modo di fermarlo. Sanji, disteso e senza forze, non poteva fare altro che guardare la sua mano che affondava il pugnale nella carne di Tara, morta da qualche minuto. Gli attacchi alla bambina continuarono a susseguirsi, accompagnati dalle lamentele dell'uomo con lo scolapasta. Alle lamentele seguirono gli insulti, e, infine, rassicurazioni.

???: Non ti senti meglio ora? Non ti rasserena il pensiero di aver fatto qualcosa di buono e giusto oggi? Non c'è bisogno di rispondere, so che sei stanco. Ma ti sei meritato una pausa per riprendere le energie; anzi, di più! Ti meriti una ricompensa! E' stato difficile per te, lo capisco, non sono così insensibile. Ho quello che fa al caso tuo, un regalo speciale, apposta per te.

L'uomo si sedette di fianco al Cadetto, tra lacrime e sangue.

???: Ho vissuto anche io questi due anni di sofferenza con te.

Il tono di voce era diventato dolce e premuroso, e con una mano addirittura accarezzava i capelli del ragazzo. Si comportava come un'altra persona. Gli insulti, le minacce e la violenza erano opera di una persona completamente diversa, o almeno così sembrava.

???: Non è giusto che tu soffra in questo modo. I ricordi decisivi, che hanno plasmato il tuo carattere e che sono inevitabilmente legati a tua sorella, sono tutti racchiusi qui, assieme alle emozioni legati a quei ricordi.

Picchiettò affettuosamente il petto di Sanji, indicando il cuore.

???: Se me lo dai, tutto quello che ti lega a tua sorella svanirà nel nulla, e non ricorderai né di averla uccisa né di averla mai avuta. Il futuro è nelle tue mani: potrai continuare a vivere in Accademia senza odiare le persone che ci vivono, o tornare da tuo padre – anche i ricordi di tuo padre verranno modificati, così come quelli di tutte le persone che hanno conosciuto Tara, ma non devi preoccuparti di questo. Basta un sì, e la tua vita sarà più felice che mai. Non ti ricorderai nemmeno di aver preso questa decisione, riprenderai a vivere da quel giorno, e sarai più felice di quanto tu non lo sia mai stato. Sei pronto a rinascere?

Sanji deglutì il sangue che ancora aveva in bocca; aveva avuto modo di riprendersi un poco mentre l'uomo aveva parlato, recuperando la forza quanto meno di parlare.

Sanji: Posso farti una domanda prima di decidere?
???: Tutto quello che vuoi, sono qui per renderti felice.
Sanji: Esiste una cura per la malattia di mia sorella?
???: No.
Sanji: Ha sofferto di meno, così.
???: E' esatto.
Sanji: Non c'era altro che potessi fare.
???: Niente altro.
Sanji: Se le cose stanno così... E' tuo.

Sorridendo, l'uomo si tolse lo scolapasta dalla testa e lo appoggiò a terra, mostrando quello che nascondeva al di sotto. Il corpo finiva all'altezza della tempia con un taglio netto, e all'interno non c'era nessun cervello, ma solo una cavità.

???: Non ti farò del male.

Sanji sentì le dita della sua mano penetrare dentro il suo petto e raggiungere il cuore. Percepì la sua mano stringersi attorno al muscolo e strapparlo con un gesto secco della mano dal resto del corpo, ma, come aveva promesso, non sentì dolore, ma solo sollievo. L'uomo guardò il cuore ancora battere tra le sue mani, quindi se lo mise all'interno della nuca , lasciando lo scolapasta accanto al Cadetto.

???: Credo che basti. Hai sofferto abbastanza per il dolore che hai portato nel mondo. Puoi tornare a vivere, ora.

Tutto ciò che lo circondava cominciò a girare, e in qualche secondo venne risucchiato da un vortice all'interno dello scolapasta.

Un fresco venticello risvegliò Sanji dalla trance in cui era caduto. Aprì gli occhi lentamente. Riusciva a distinguere le tipiche abitazione della città di Lindblum. Si alzò in piedi, il ricordo di quello che aveva appena vissuto ancora vivido in testa. Non riusciva a ricordare come il tutto fosse iniziato, ma fortunatamente ora era finito. Appoggiò una mano sul petto: il suo cuore c'era ancora, così come il ricordo di sua sorella. Il dolore, non fisico ma psichico, era reale. Il viso era ancora bagnato dalle lacrime, e più pensava a quello che era successo più un dolore lacerante lo divorava dentro. Si guardò attorno alla ricerca del mostro che lo aveva incantato, ma attorno a lui non c'era nessuno. Mosse un piede in avanti per camminare e si scontrò contro un oggetto, così abbassò lo sguardo. Ai suoi piedi, un coltello e una lanterna.
Lenne
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Lenne »

Quel ramo del lago di Linblum, che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti. Tutto a seni e a golfi, vien quasi ad un tratto a restringersi e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra e un'ampia costiera dall'altra parte.
Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, sulla riva sinistra un Garden: alloggiava una stabile guarnigione di SeeD. Alzando lo sguardo, non iscoprivi che un pezzo di cielo che si specchia nell'acqua del lago. Lungo le rive del nostro lago poi, correvan strade e stradette più o men ripide e piane...


"Per una di queste stradicciole andava bel bella verso il Borgo Commerciale, sul pomeriggio del giorno 8 giugno dell'anno 2009, Lenne, SeeD del Garden accennato di sopra.
La nostra ragazza dunque, voltata che ebbe la stradetta, affrettando il passo verso la meta, cammina cammina incontrò un altro SeeD, che canticchiava allegramente..."


Lenne: :blink

"...Oh no, mi scusi, ho sbagliato, scusi... Dicevo, la nostra ragazza, voltata che ebbe la stradetta e affrettando il passo verso la meta..."

Leon: lo sai che gli Archeosaurus son alti alti alti! E tu sei piccolina, e tu sei piccolina... :boing:

"Allora lo vede che avevo ragione io scusi, c'era il SeeD, eccome! Eh... Eccolo lì, e sì..."

Leon: (allontanandosi saltellando gaiamente) lo sai che gli Archeosaurus son alti alti alti. Sei nata piccolina, che cosa ci vuoi far! :boing:
Lenne: ...

"Eh... Voltata che ebbe finalmente sta stradetta - e non polemizzi! - diede un ultimo rapido sguardo attorno poi, ripreso il cammino, attraversò il borgo - giri a destra scusi - con la forza di chi - sinistra adesso, prego - si accinge a gareggiare per ottenere il primo premio.
Drizzando ad un certo punto lo sguardo, vide una cosa che non s'aspettava... A quella vista si dipinse sul suo volto un'espressione di profonda determinazione."


Lenne: http://4.bp.blogspot.com/_0rg1fjts2Lg/R ... chiali.gif

"Di profonda determinazione."

Lenne: http://4.bp.blogspot.com/_0rg1fjts2Lg/R ... chiali.gif

"Determinazione eh?"

Lenne: :roll:

"Senta faccia un'espressione agguerrita... No, no, di tenacia, una tenacia mista a voglia di vincere... Questo desiderio profondo... desiderio... No, no, no, no, no, misto proprio a forza con quella punta di odio ma senza esagerare... Tenacia, determinazione... Senta, sempre sta faccia fa lei eh...?"

Lenne: eehh, io purtroppo questa ho, non è che...

"E lo so ma non va bene, non ci siamo... :nono: Vabbè... Con la solita faccia da pesce lesso che - vada lei, può andare intanto... - "

Lenne: come, ma... :eh?:

" - Può andare, può fare tutte le cosette che deve fare, proseguire e così... - Con la solita faccia da pesce lesso che troveremo un pò lungo tutta la narrazione..."

???: basta!
Lenne/Narratore: :sgamato:
???: basta, fermatevi! Per carità v'invoco. Non posso sopportare oltre il dileggio che voi compite sull'opra mia.

Un'austera figura si parò innanzi.

Narratore: ma lei chi è scusi?
???: neppure voi conoscete chi vi è di fronte. Colui che vi sta parlando è Ruben(e lo dico per tutti coloro che si mettessero in ascolto soltanto adesso :sisi: ).
Lenne: ...
Ruben: son venuto dunque a por fine allo scempio da voi perpetrato!
Lenne: (alludendo al narratore) da lui, semmai... :tots:
Ruben: v'invito dunque a por fine allo scempio.
Narratore: sì scusi eh, sì senz'altro ha ragione ma noi ci siamo lasciati un pò prendere la mano dalla situazione e da tutta una serie di...
Lenne: noi? =.=
Ruben: no, no fermatevi dunque! Per non una ragione al mondo mi lascerò persuadere dal vostro effimero parlare. Io non scrissi mai tutto questo, mai. E voi dovete ammetterlo.
Narratore: uff... Senta, era un tentativo di dare un pò di movimento al post, non lo possiamo fare come l'ha scritto lei, completo, int... E guardi che è un post palloso tanto, non so se... eh?
Lenne: senta noi dobbiamo... noi dobbiamo andare avanti con la scena.
Ruben: quale scena? Non si va avanti. Io già vi ho spiegato: non si può andare avanti.
Lenne/Narratore: ma perché no? :eh?:
Ruben: no, dovete lasciarmi parlare... Io ho bisogno che vi spieghi assolutamente come s... Voi non...
Narratore: voi non...? Che c'è, dite.
Ruben: io... non...
Narratore: uff... senta abbia pazienza. Venga con me, abbia pazienza. Facciamo un discorso completo fino alla fine, lei mi dica di che malumore si tratta, ci faccia un discorso per bene e poi la finiamo una volta per tutte. Di che cosa ha bisogno? Che c'è che non va?
Ruben: io sono venuto qui per spiegarvi... La ragione di questo...
Narratore: la ragione di questo?
Ruben: sì, la ragione del fatto... di questo...
Narratore: di questo che? Dica, dica! Dire, proferire parola! Dire! Io che...?
Ruben: niente, niente, lasciate stare.
Narratore: :dry
Lenne: *spallucce*
Ruben: :smt089 :smt089
Narratore: mamma mia, Ruben mio! E' una schiappa! E' una schiappa sto omo, una condanna vivente proprio! Qui, con sto mugugno, e piange e non va bene niente e non sa dire e non si esprime! Che piattola Ruben mio, abbia pazienza ma non può, non può fare così! Ditegli qualcosa voi Lenne, io non lo sopporto più...
Lenne: ehm, si metta lì da qualche parte eh? Ci faccia continuare, d'accordo? Sia bravo, su mi dia ascolto ... :smt056

- Fine - (ne siamo sicuri? :smt069)
Immagine

Ti ricordi? È proprio lì che siamo diventati amici.
Perché noi siamo amici, vero?

Quando talor frattanto / forse sebben così / Giammai piuttosto
alquanto / come perché bensì; / Ecco repente altronde / Quasi
eziando perciò / anzi altresì laonde / purtroppo invan però /
Ma se per fin mediante / quantunque attesoché / Ahi! Sempre
nonostante / Conciossiacosacché!


X X X

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Tidusisback
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I premi o la busta?

Messaggio da Tidusisback »

Un'altra Sagra
Un'altra prospettiva di lotta
Un altro modo per mettersi alla prova così come un altro modo per svagarsi

Mi incamminai tranquillo verso il Borgo Commerciale, svicolando tra SeeD e Cadetti che agognavano nuovamente le loro prede: scalpiccii frenetici, clangore di armi, qualche nome gridato che fosse di magia, mostro o compagno e mentre tutto si fonde nel mistico 'tutto' della competizione...

Tidus: bene...ecco il primo

il mostro ondeggiava ritmicamente nell'aria in una danza quasi ipnotica, come se stesse cercando di far scivolare via la concentrazione

Tidus: un Bemehlehmel
Mostro: no

...
...
...

Tidus: come scusa? :eh?:
Mostro: ho detto no
Tidus: e allora cosa sei?
Mostro: e te lo vengo a dire -.-'''
Tidus: un Behmehlemel :?:
Mostro: no
Tidus:...un Behlemehlehl :?: :?:
Mostro: no
Tidus: un Behlmehlmhelhemel :?: :?: :?:
Mostro: no!
Tidus: un Behlhmlhmlhmlmhhlmmh
Mostro: eh? O.o
Tidus: prrrrrrrrrrrr :smt110
Mostro: =__________________=
Tidus: XDXDXD

.....-----.....-----.....-----.....

Tidus: O.o
Gerry: Buona sera gentili spettatori! eccoci tornati al consueto appuntamento a 'Chi vuole essere Guillionario!'
Pubblico: :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038
Gerry: Abbiamo ancora con noi Tidusisback che ci ha sorpreso ieri sera con una risposta sugli uccelli acquatici del Kakadu, senza usare alcun aiuto e oggi lo ritroviamo pronto per la domanda da 70.000 guil.
Tidus: ma..io
Gerry: ricordami quanti anni hai
Tidus: tecnicamente 1020....ma facciamo che vado per i 21 :smt005
Gerry:li porti bene eh? chissà quante pollastrelle cascano ancora ai tuoi piedi! intanto salutiamo chi ti ha accompagnato. Chi c'è la sugli spalti?
Tidus: c'è...hum..è...mia...humm...haaa...Lenne :sgamato:
Gerry: Salutiamo Lenne con un bell'applauso! cosa ci fai con un cappio in mano?
Lenne: è il nostro portafortuna :twisted:
Gerry: benissimo! ma ora... le luci vanno giù e non si scherza più. Ecco la domanda:

qual'è il nome del mostro di Final Fantasy che stavi per affrontare?

a- Behlehmelehl
b- Behlmehel
c- Belhelmelhel
d- Behlemehel

.....
.....
.....

Tidus: anubi...Anubi....ANUBIIIII!

....
....
....

Tidus:senti Gerry ho ancora tutti gli aiuti e mi sembra che sia giunto il momento di usarli. Uso il 50/50 :hihi:
Gerry: signori, via due opzioni errate
Tidus:....mmmm...ecco non volevo dirlo ma sono rimaste proprio le due sulle quali ero in dubbio
Gerry: è il computer che sceglie...
Tidus: dunque...

b-Behlmehel
c- Belhelmelhel

Gerry: prendi tutto il tempo che vuoi...
Tidus:....senti, visto che non credo di aver influenzato nessuno chiedo l'aiuto del pubblico
Gerry: Signori! Qua si chiede il vostro aiuto qual'è il nome di quel mostro?b-Behlmehel c- Belhelmelhel . Votate!

Abbiamo i risultati

b-Behlmehel /50
c- Belhelmelhel /50


Tidus: giuro, non voglio più avere un lato b così bello ToT
Gerry: la giuria popolare si è espressa. Spaccata a metà
Tidus: e ciò non mi aiuta :tots:
Gerry:...mmm a meno che tu non avessi in mente qualche tuo ragionamento...
Tidus: no...un'idea ma non c'è nulla che la supporti....abbiamo fatto 30, facciamo 31. uso la chiamata a casa :grr:
Gerry: chi abbiamo a casa?
Tidus: c'è la nonna
Gerry: e come si chiama la nonna?
Tidus: beh, non è proprio la nonna. E' una parente acquisita...è la bisprozia della nipote della moglie del fratello del cugino acquisito. Da parte di mamma :roll:
Gerry: come si chiama?
Tidus: Giusberta
Gerry: bene!

...........

???: pronto?
Gerry: Signora Giusberta?
Gius: eeeeh! che la son mi!
Gerry: un applauso alla signora Giusberta! Qua abbiamo il suo nipotino
Tidus: ma non... :tots:
Gerry: che si sta per portare a casa una bella sommetta e ha bisogno...del SUO aiuto...per portarla a casa. :-D
Gius: uhvvaca! el'aspetavi minga per cena!
Gerry: mi sa che la cena la offre lui se vince. Avete trenta secondi da adesso
Tidus: qual'è la versione corretta? Belhelmelhel o Behlmehel?
Gius: la Libia!
Tidus: O.o no, qual'è quello giusto? Belhelmelhel o Behlmehel?
Gius: si! ti te set un bel beleé! fin qant'eri piscinin!
Tidus: :smt089
Gius: e la mama? cume la sta?
Tidus: b o c...ti pregoooooo
Gius: un basin nè! ciau nani! Ciau! Ciau!

Gerry: il tempo è scaduto....
Tidus:....TuT (Leon dove sei quando servi? :smt089 )

****altrove****

Leon88: lo sai che gli Archeosaurus son alti alti altiii... :smt020

****fine altrove*****


Gerry: che si fa?
Tidus:..... :tots:
Gerry: only the brave.
Tidus: non lo so. E' un gioco...ma :tots:
Gerry ma 70.000 guil sono tantini eh? mentre 15.000 un po' meno
Tidus: dico C (che Yevon la mandi buona)
Gerry: è la tua risposta definitiva?
Tidus: ...si
Gerry: l'accendiamo?
Tidus: si
Gerry: con un Fire?
Tidus:.... :stupito
Gerry: era per allentare la tensione :smt005 ....Signori, su consiglio di nonna Giusberta, Tidusisback ha dato la sua risposta. C- Belhelmelhel. la risposta
Spoiler
ve lo dico dopo
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ChocoboMan
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Messaggio da ChocoboMan »

Brandite con tenacia e determinazione, le lame dei due combattenti cozzarono tra loro con violenza, e il clangore del metallo echeggiò per le vie di Lindblum.
E mentre gocce di sudore gli imperlavano la fronte, il ragazzo si soffermò un istante, ad osservare il mostro che stava fronteggiando.

Si trattava di una creatura alta quanto un essere umano, con uno scheletrico corpo del colore dell’oro brunito, che impugnava una lunga spada nera dotata di due affilatissime punte alle estremità.
Indossava unicamente una lunga veste tribale, che gli scendeva dalla vita fin quasi ai piedi, e all’interno del suo volto consunto e nero si aprivano due occhi vacui, senza palpebre, che sembravano in grado di condurre un uomo alla follia.

Distogliendo lo sguardo da quel viso demoniaco, il ragazzo roteò rapidamente il polso, facendo guizzare la sua Wydrial in direzione delle lunghe gambe della creatura, che riuscì ad intercettarla solo all’ultimo istante.
Poi, con un’ impeto straordinario, il mostro spinse con tutte le sue forze sull’elsa della sua arma, sfruttandone le punte per liberarla da quella della sua preda, fendendo poi l’aria verso l’alto, mirando direttamente alla testa dell’umano.

E furono solo i suoi riflessi, sviluppatisi in una costante lotta per la vita, che impedirono al giovane SeeD di venire decapitato sul colpo, pur senza poter evitare una ferita alla fronte: poco più di un graffio, questo sì, ma un graffio che sanguinava copiosamente, scorrendogli sul volto e sugli occhi, fino a bagnargli le labbra col suo caldo sapore vagamente salato.

Col volto tanto insanguinato la sua visuale si appannò, immergendolo in un mondo indistinto e tinto di cremisi, come se il Sole stesso fosse in punto di morte.
Incurante di tutto ciò, egli non esitò a gettarsi nuovamente nella mischia, facendo turbinare la sua spada e tempestando di colpi l’avversario, fino a trovare una breccia nella sua guardia, che gli permise di puntare dritto al collo del Blitz.

Ma proprio nel momento supremo, quando la lama verdeazzurra era ad un soffio dal nemico, ecco che i suoi occhi lo tradirono, privandolo della vista quel tanto che bastò al mostro per scansare il fendente, mentre lui rovinava a terra, spinto dall’impeto del suo stesso colpo.

Scoprendo il suo ghigno infernale, la creatura sollevò verso l’alto la sua arma, dalla quale scaturì un fulmine nerastro, che raggiunse quel corpo inerme, disteso a terra, straziandolo come un milione di aghi e impastando la sua gola con grumi di sangue e polvere.

Rassegnati, ragazzino. Da quando ti ho inferto quella ferita... Le possibilità di sopravvivenza sono a zero.

Così dicendo, scagliò un altro dei suoi tremendi fulmini verso il giovane, che però riuscì ad evitarla, rotolando su se stesso in direzione del suo nemico, fintando sul lato destro per poi passare rapidamente la spada nell’altra mano, trafiggendo il fianco sinistro del Blitz.
Potresti anche dirla, una frase del genere... ma solo dopo che mi avrai ucciso.
Ripulendosi il volto col braccio, cercando di migliorare un pò la sua visuale, il ragazzo incrociò nuovamente la sua arma con quella della creatura, tentando di sbilanciarla con un calcio, ma il sangue che continuava a colargli sul viso lo rallentò ancora, seppure solo per un istante, consentendo al mostro di gettarlo una seconda volta nella polvere.

Sei troppo presuntuoso. E’ fin troppo evidente che, in questo momento, io ti sono superiore.

Non aveva ancora finito di parlare che, ecco, l’emorragia dalla fronte del ragazzo cessò, e questi gli sferrò un fulmineo fendente al volto, che però il Blitz riuscì a respingere semplicemente afferrando la lama con la mano nuda.
Stupito, il giovane non cessò per questo il suo assalto, ma continuò a muoversi verso destra, usando la mano libera per assestare un poderoso Juken alla schiena del mostro.
Non darmi dell’arrogante.
Il fatto che tu ti stia dichiarando superiore a me con tanta leggerezza è già, in sé, una dimostrazione di arroganza.
Fissandolo con quegli occhi vacui, la creatura scoprì i denti in segno di disprezzo.

A quanto pare, la superbia è radicata in profondità nella tua anima.
In questo caso, dovrò essere io, ad imprimerci un po’ di umiltà.

Con queste parole, l’essere fece partire una serie di fulmini dalla sua arma, ma il ragazzo riuscì ad evitarli tutti, correndo verso di lui cambiando continuamente direzione, per evitare di venire colpito, finché la creatura non scagliò un’altra folgore, stavolta dal palmo della sua mano, raggiungendolo alla spalla e facendogli provare un dolore intensissimo, come se il suo corpo, dal collo fino al braccio, fosse in preda alle fiamme.

Ogni tuo tentativo è inutile. La rabbia, l’inesperienza, il dolore... Tutto ciò smussa la tua spada.

Pur piegato in due dal dolore, il giovane SeeD riuscì a rialzarsi, e a brandire nuovamente la Wydrial, che riverberò di luminosa energia azzurra, per poi trafiggere il mostro con un unico, fluido movimento, al termine del quale un Fendente Hijirikaze squarciò la spalla del Blitz.
Forse è come dici tu... Ma, per sconfiggere uno come te, questa spada smussata basta e avanza
Il battito dei cuori dei due combattenti ora si intrecciava, in una pulsante vibrazione che narrava di vita e di morte, e pareva che anche l’aria intorno a loro stesse assistendo a quello scontro, in trepidazione.

Un altro colpo, e ancora una volta le due lame si scontrarono, sprigionando scintille, ma ecco che il mostro spalancò le sue fauci, emettendo un’altra scarica di saette.

Te lo ripeto, ragazzino. Sei troppo presuntuoso, ed è per questo che morirai.

Incassando il colpo, e tremando visibilmente per gli spasmi di dolore, il giovane indietreggiò di qualche passo.
Riconosco che sei forte. Come ricompensa, ti mostrerò il vero potere della mia Wydrial.
E credi davvero che te lo lascerò fare ?
Balzando verso di lui, la creatura fece partire un altro fulmine, questa volta mirando alla sua mano, e sollevando una nube di pulviscolo che velò per qualche istante quegli occhi privi di colore.

E, quando la nube si diradò, il SeeD che si erse davanti al Blitz aveva un aspetto alquanto diverso.
Attorno alla sua mano sinistra si avvolgeva una lunga catena, che terminava con una falce affilatissima, mente il suo braccio destro era ricoperto da un’unica lama di un colore verde brillante, lunga almeno un metro.
Questo... è il mio Bankai. Tu sei il primo a cui lo mostro, consideralo un onore. E adesso... la Catena del Fato e la Lama della Burrasca si prenderanno la tua vita.
Notevole, lo ammetto. Ma resti un arrogante, e ora te lo dimostrerò.

Le tempie del mostro pulsavano come impazzite, mentre la sua spada descriveva nell’aria intrecci straordinari, parando, colpendo e affondando con velocità sorprendente, ma ogni singolo colpo venne respinto dalla lunga catena del ragazzo, finché, finito fuori guardia per appena un istante, quella lama color del vento squarciò il paramento che portava in vita, trafiggendogli la coscia.

Se speri di vincere così, non fai altro che sembrare più arrogante. Sappi che anch’io posso diventare più forte. Guarda.

Allora il Blitz incanalò dal cielo un gran numero di saette, e il suo corpo fu avvolto da mille scariche, mentre sentiva il potere fluire dentro di sé, donandogli nuove energie.

Poi, con l’arma che ormai pareva l’incarnazione stessa del fulmine, scagliò una serie di lampi contro il giovane SeeD, il quale non fece in tempo a scansarli che già il mostro gli si era portato alle spalle, bersagliandolo con una serie infinita di colpi, il volto trasfigurato in una maschera di morte.

Svelto come non mai, il ragazzo stavolta non respinse i colpi del nemico, ma si limitò a schivarli uno ad uno, come se sapesse in anticipo dove sarebbe andata a colpire l’arma del mostro, che allora decise di puntare sul gioco di gambe, rivelando un’agilità inaspettata, fino a sbilanciarlo e a buttarlo a terra,

Ormai ho capito come funziona il tuo Bankai... Non hai più speranze.

In risposta, il giovane SeeD si rialzò, usando la catena per sferrare una raffica di attacchi con la falce, al che il Blitz si spostò in un ampio viale, per avere abbastanza spazio di manovra.

Allora emise un ennesimo lampo, di un’intensità tale da abbagliare il ragazzo per parecchi secondi.

E, quando poté riaprire gli occhi, la lama fulminante gli aveva già trapassato il cuore.

Vedi ? E’ la tua presunzione che ti ha condotto a questa morte, ragazzino. Ti avevo avvertito.

Rantolando e sputando sangue, il giovane riuscì ad aprire la bocca seppure a fatica.
Riesci ancora a parlare ? I miei complimenti... Ma risparmiati lo sforzo... Non ti accorciare la vita.
Spiacente.

Trasalendo, il Blitz si girò lentamente, e vide il SeeD in piedi dietro di lui, tutt’altro che ferito.
E, soprattutto, gli stava puntando la spada alla gola.
Ma cosa... ? Che diavolo significa questo ? Io ti ho ucciso, tu e il tuo Bankai ! Come puoi...
Del tutto errato. Quello non è il mio Bankai, e io non l’ho neppure mai sprigionato. Guarda... ora lo sciolgo.
Che... ?
Rivelati... Wydrial.”
A quelle parole, il cadavere svanì, come anche il suo Bankai, dissolvendosi come neve al sole.
Questo è lo Shikai della mia Wydrial. Il suo potere è l’Ipnosi Totale, Kanzen Suimin. Ora cominci a comprendere ?
Un’illusione ? Ma mi ha ferito, e ha parato i miei colpi ! Come… ?
Non è così. Sono stato io a ferirti, colpendoti nello stesso istante in cui tu vedevi la lama trapassarti la gamba. Per il resto, è bastato solidificare un po’ di ghiaccio per parare i tuoi colpi.
Dannato… Ma non…
Aspetta. Se stai pensando di scappare all’indietro, ti avverto fin d’ora che non hai scampo.
Come… ?
Ecco, adesso lo sciolgo del tutto.
Allora il viale dove i due si trovavano si mostrò per quello che era, un vicolo cieco, e il Blitz comprese che sarebbe morto.
Tu, maledetto… Riconosco che sei stato in gamba, considerata la tua presunzione.
Ti soffermi troppo sulla forma delle cose, e questo errore ti è costato la morte. Alla fine di tutto, ad essere troppo superbo eri tu.
"Non si parlerà mai di me al passato !"
(Squall)
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Nataa
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Località: Garden.. finalmente XD!!
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Nataa »



Cos'è la sofferenza?
Me lo stavo chiedendo oggi, rileggendo vecchie lettere, ripassando nella mente vecchi ricordi.
Il distacco, forse è questa la vera sofferenza. La scelta di allontanarsi dagli affetti, da ciò che riteniamo veramente prezioso, per inseguire un sogno, un miraggio di paradiso lontano, ma così vicino nel cuore.
L'incuranza degli altri, sentirsi soli anche in mezzo a mille persone e ritrovarsi in una strada senza sapere veramente cosa si sta cercando, forse è questa la sofferenza.
Oppure..
Oppure siamo noi stessi a crearla, noi stessi a distruggerci, noi stessi a dare il colpo di spugna a tutto e tutti. Come sarebbe comodo un tasto per il Replay quando ti accorgi che tutto va a rotoli, che non tutto è come immaginavi, come pagheresti per far tornare gli amici persi. Eppure non è così. Bisogna andare avanti, senza fermarsi, una giostra infinita che gira gira gira, una macchina impazzita che va e va. Puoi piangere, puoi strepitare, ma lei non si ferma, non resta quindi che prendersi la propria sofferenza sulle spalle e riprendere il ritmo di questa vorticosa danza che è la vita.
Il tempo perso è perso e non torna indietro. I passi falsi, le decisioni sbagliate, nulla cambia, si può rimediare certo, ma tornare indietro non si può.
E' come perdonarsi un torto, ma non poterlo mai riparare, mai dimenticare. Ti seguirà e continuerà a starti con il fiato sul collo per il resto dell'esistenza.
Desidererei voltarmi indietro e non pentirmi mai di quel che è stato, ma so che non sarà così.. Ho ferito e ferirò ancora più e più persone, sarò ferita e non potrò farci nulla. Nulla..
Mi chiedo se ne vale davvero la pena, se soffrire così tanto ha qualche scopo, porti un giorno ad essere davvero felice, a trovare la serenità, ad essere davvero completi, o se non sia solo fine a se stessa, un circolo immutabile di dolore, lacrime e gioie perdute..
Un piano crudele per dei miseri mortali.
Mi chiedo cosa accadrà in futuro, se mai troverò più quella felicità che per un solo istante ho potuto stringere tra le mie braccia e che lentamente è scivolata via tramutandosi in angoscia ed indecisione.. Forse è vero, siamo noi stessi a rovinarci la vita. La distanza che ora sento, si colmerà? Vorrei avere un ponte per raggiungervi e potervi di nuovo avere con me, non in un mero sogno, ma nella mia quotidianità.. Sento la mancanza di una mano calda, di un semplice silenzio tra due amici ma che vuol dire più di mille parole..


Un'infinità di pensieri senza senso le affollavano la testa, mentre correva a perdifiato tra le vie di Lindblum. Non sapeva neanche lei dove andava, le bastava correre, le bastava lasciare i pensieri a briglia sciolta, le bastava piangere, le bastava allontanarsi il più possibile da se stessa, ma come poteva allontanarsene realmente non lo sapeva. Aveva preso ad odiarsi a non sapersi guardare più allo specchio, a sentirsi l'ombra di ciò che era. Il passato che bussa a volte fa più male che bene.
E lì, in mezzo a Lindblum, tra le diecimila fiere presenti.. .. Un'epithaph che le presentava un insanguinato Toh che le ordinava di ridarle la sua Spada.

Mi sento intrappolata in un mondo che non è il mio, in un corpo e in pensieri che non mi appartengono. Avrei solo voglia di un abbraccio, di qualcuno che mi dica che non sto sbagliando, una guida, una mano, qualcosa che mi faccia sentire meno uno schifo, eppure posso contare solo su di me.. Io non vorrei più essere sola

La corsa rallentò e diventò man a mano una leggera camminata.
Ogni passo corrispondeva ad una lacrima. Leon, Tid, Lenne, Aura, Paine, Balthier, Recks, Cek..
Sentiva che si stava allontanando da ognuno di loro, lentamente, ma inesorabilmente.
Avrebbe voluto.. Avrebbe voluto troppe cose dalla vita, ma ora che le aveva ottenute se le lasciava scappare dalle mani, forse era vero quel che un giorno le dissero "Tu non arriverai mai a nulla.. Non sai cosa significa proteggere qualcosa di prezioso"

Prezioso? Cosa vuol dire poi? Qualcosa di così importante che neanche la vita stessa ne può pagare il prezzo? Si, forse è così.. Ma io sono disposta a morire per qualcuno? Ho qualcosa di prezioso?

Un vicolo, Nataa svoltò. Un rumore, spada sguainata ma con poca convinzione, un leggero tremolio e...


All'improvviso.. Leonheart88



Leonheart88: Cosa ci fai te qua? XD

No! Perchè tra tutti lui? Io non.. non riesco a guardarlo in faccia..

Nataa: Quello che ci fai tu penso, sono a caccia di mostri U.U
Leonheart88: Come mai hai gli occhi rossi?

Se ne è accorto.. Maledizione, perchè si accorge sempre di tutto? Sembra che lo faccia apposta per irritarmi

Nataa: Niente..
Leonheart88: Vedo..
Nataa: Cosa vedi?
Leonheart88: Non è un pezzo dello spadino di Toh quello?
Nataa: Si e allora?
Leonheart88: che cosa ci vuoi fare? Toh è morto.
Nataa: Cosa vuol dire che è morto? Non posso usare la sua spada?
Leonheart88: La sua spada lo ha aiutato a salvarsi? è solo un inutile pezzo di metallo inferiore a qualsiasi altra spada

Dimmi che non ho sentito quelle parole..Poi cosa c'entra la spada? Se lui non si è salvato è colpa mia, la spada cosa c'entra!

Nataa: Non è la sua spada a non averlo salvato.. E' stata.. E' stata solo..
Leonheart88: la sua paura ad ucciderlo, si è bloccato, non è riuscito ad essere un guerriero
Nataa: Ma noi eravamo lì, noi potevamo fare qualcosa.. IO ERO LI'
Leonheart88: Tu ci hai provato, ma nonostante questo non poteva essere salvato. La sua paura lo ha condannato alla morte

Non è stata la sua paura, ma la mia!Come fa a non capirlo? Perchè non vede la realtà così com'è!Io non ci ho provato a salvarlo!

Nataa:Io non ci ho provato! Non ci ho provato, hai capito? Io.. Ho avuto più paura di lui e.. Se tu.. Ma tu.. Tu ti sei intromesso..
Leonheart88: Smettila di volerti occupare di chiunque incontri, era responsabile di se stesso, e non è stato capace di adempiere al suo dovere. invece di correre si è bloccato mettendosi a piangere, ha fatto la fine che meritava

Io non mi occupo di tutti, io mi occupo solo di me!Sono solo egoista e debole! Se non ci foste voi io sarei già morta..

Nataa: Come osi dire così? Pensi che meritasse di morire per un momento di debolezza? Ed io? Anche io sono stata.. sono debole, eppure sono qui vivo e respiro. Tu, Lenne, tutti mi salvate la vita, ma perchè?
Leonheart88: Tu non sei così, ora sei diventata debole perchè ti rammarichi della sua morte ma la devi smettere, è venuto con noi di sua volontà ed è morto. Onorane la memoria ma non cercare di sostituirti a lui.

Basta! Basta! Basta! Non voglio giustificazioni!

Nataa: No! Smettila di giustificare la mia debolezza! Cosa ne vuoi capire tu di quello che provo? Pensi davvero di conoscermi tanto da potermi giudicare?
E' venuto con noi, si è fidato di noi, non voleva morire.. Tremava mentre quel mostro ci assaliva! Hai mai sentito una persona tremare di paura e doverla abbandonare? Hai salvato il mio corpo, ma l'anima è rimasta lì
Leonheart88:Perchè tu sei una bambina! Sei un Seed dovresti essere abituata alla morte, lui ha voluto essere una cosa che non era.. un guerriero. Ritorna ad esserlo invece di comportarti da vigliacca.

Cosa ne vuoi capire di me? Cosa? Io Basta!

Nataa: Maledizione, ma ti diverti a provocarmi? Ti piace vedermi andare su tutte le furie o cosa? Perchè da un pò di tempo non riesci a fare altro che questo! Dimmi cosa diavolo vuoi tu da me!
Leonheart88: Stai facendo tutto da sola, cresci.





Nataa lo guardò negli occhi con aria di sfida e piena di odio.
Il combattimento iniziò. Nataa sembrava attaccare per ferire, con una furia cieca si scaraventava addosso al suo avversario, senza tregua, un affondo dietro l'altro, un colpo dietro l'altro, senza fermarsi mai. Ma il suo avversario si era castato un Haste, la sua agilità e la sua velocità erano aumentati a dismisura e riusciva a schivare facilmente i poderosi colpi

Leon88: Non è così che mi ferirai.. La rabbia ti offusca il cervello, non mi sconfiggerai mai così, dimostrami davvero che mi sbaglio, dimostrami che quello spadino a qualcosa serve
Nataa: Silenzio! Non dirmi cosa fare Leon!

La ragazza prese una rincorsa e si scaraventò verso l'avversario, che con un semplice passo a sinistra evitò lo scontro, la ragazza fece un veloce giro su se stessa per tornare in posizione. Abbassò il braccio e fece scendere la spada sul suo fianco, ma i suoi occhi continuavano ad essere iniettati di rabbia, voleva vederlo a terra, voleva che le chiedesse scusa, che ammettesse di non sapere nulla di lei e di non avere il diritto di darle lezioni.
Con un gridò si lanciò di nuovo all'attacco, un colpò sul fianco, parato.
Un colpo verso le gambe, parato.
Al fianco di nuovo, parato
Verso il collo, parato
Parato, parato e ancora parato.
La rabbia era sempre più cieca, Nataa si allontanò di qualche passo da Leon per prendere una piccola rincorsa, ma era arrivato il momento per Leonheart88 di attaccare.

Strinse la presa del Gunblade e con rapidi passi riguadagnò il centro del campo, dove Nataa lo attendeva con uno strano fuoco negli occhi, come se non vedesse altro che quella sfida. La spada cominciò a guizzare velocemente intorno alla ragazza, che non riusciva più a muoversi a causa dei vari piccoli colpi che riceveva, niente di serio, ma erano abbastanza dolorosi da lasciarla senza fiato. Il ragazzo impugnò la spada con tutta la forza che aveva e menò un colpo talmente forte alla spada di Nataa, che le scivolò via per terra..

Leon88: Visto? Avevo ragione io.. Non serve a nulla e tu sei una bambina. Ora spero che tornerai in..
Nataa: Io e te non abbiamo ancora finito.
Ultima modifica di Nataa il 08 giu 2009, 22:49, modificato 1 volta in totale.
Leonheart88
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Leonheart88 »

Il Seed si fermò, e mentre sembrava annusare la leggera brezza che imperversava sul futuro campo di battaglia posò il ginocchio sul terreno, prendendo lentamente fra le mani un po’ di quell’umido terriccio ormai intriso di sangue di troppi innocenti.

Si trovava leggermente fuori dal Borgo Commerciale, ed era solo.
Sembrava essere passato davvero tanto, troppo, tempo dall’ultima Sagra, certe cose erano cambiate, certi rapporti non erano più gli stessi, ma così è la vita e purtroppo a volte certi imprevisti sconvolgono in maniera irrimediabile il proprio mondo, ma per fortuna non sempre succede questo.

Grida, urli, strepiti, esplosioni.
Questa era la Sagra, il paradiso degli avventati e dei coraggiosi, la linfa vitale di chi fa del coraggio e dell’ardore il succo della propria esistenza.
Rialzò il ginocchio da terra per rimettersi in posizione eretta, il Gunblade che pigramente ondeggiava lungo il suo fianco presto avrebbe avuto il suo ennesimo momento di gloria.

Tutto era pronto.
Si poteva iniziare.

L’oscuro vicolo di Lindblum in cui si trovava stava per avere fine, a pochi metri da lui lo stretto passaggio convergeva nella strada maestra.
Rumori sospetti erano però generati da un immaginario punto davanti a lui.
Gunblade sguainato, posizione di combattimento, concentrazione. Era pronto per scattare.

Poi all’improvviso… Nataa…
Leonheart88:”Cosa ci fai te qua? XD”
Nataa:”Quello che ci fai tu penso, sono a caccia do mostri U.U”
Leonheart88:”Come mai hai gli occhi rossi?”
Nataa:”Niente”
Leonheart88:”Vedo..”

“Vuole riscattarsi da tutto quello che è successo, ma ce la farà?”

Nataa:”Cosa vedi?”
Leonheart88:”Non è un pezzo dello spadino di Toh quello?”
Nataa:”Si e allora?”
Leonheart88:”Che cosa ci vuoi fare? Toh è morto”
Nataa:”Cosa vuol dire che è morto? Non posso usare la sua spada?”
Leonheart88:”La sua spada lo ha aiutato a salvarsi? è solo un inutile pezzo di metallo inferiore a qualsiasi altra spada”
Nataa:”Non è la sua spada a non averlo salvato.. E' stata.. E' stata solo..?”
Leonheart88:”La sua paura ad ucciderlo, si è bloccato, non è riuscito ad essere un guerriero”
Nataa:”Ma noi eravamo lì, noi potevamo fare qualcosa.. IO ERO LI'”

“Come sempre si addossa le colpe di tutto”

Leonheart88:”Tu ci hai provato, ma nonostante questo non poteva essere salvato. La sua paura lo ha condannato alla morte”
Nataa:”Io non ci ho provato! Non ci ho provato, hai capito? Io.. Ho avuto più paura di lui e.. Se tu.. Ma tu.. Tu ti sei intromesso..”
Leonheart88:”Smettila di volerti occupare di chiunque incontri, era responsabile di se stesso, e non è stato capace di adempiere al suo dovere. invece di correre si è bloccato mettendosi a piangere, ha fatto la fine che meritava”
Nataa:”Come osi dire così? Pensi che meritasse di morire per un momento di debolezza? Ed io? Anche io sono stata.. sono debole, eppure sono qui vivo e respiro. Tu, Lenne, tutti mi salvate la vita, ma perchè?”

“Perché tu sei importante, solo che non lo vuoi capire”

Leonheart88:”Tu non sei così, ora sei diventata debole perché ti rammarichi della sua morte ma la devi smettere, è venuto con noi di sua volontà ed è morto. Onorane la memoria ma non cercare di sostituirti a lui”
Nataa:”No! Smettila di giustificare la mia debolezza! Cosa ne vuoi capire tu di quello che provo? Pensi davvero di conoscermi tanto da potermi giudicare?
E' venuto con noi, si è fidato di noi, non voleva morire.. Tremava mentre quel mostro ci assaliva! Hai mai sentito una persona tremare di paura e doverla abbandonare? Hai salvato il mio corpo, ma l'anima è rimasta lì”

“Te la farò tornare a forza l’anima se necessario”

Leonheart88:”Perché tu sei una bambina! Sei un Seed dovresti essere abituata alla morte, lui ha voluto essere una cosa che non era.. un guerriero. Ritorna ad esserlo invece di comportarti da vigliacca”
Nataa:”Maledizione, ma ti diverti a provocarmi? Ti piace vedermi andare su tutte le furie o cosa? Perché da un pò di tempo non riesci a fare altro che questo! Dimmi cosa diavolo vuoi tu da me”
Leonheart88:” Stai facendo tutto da sola, cresci.”

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Leon88: Visto? Avevo ragione io.. Non serve a nulla e tu sei una bambina. Ora spero che tornerai in..
Nataa: Io e te non abbiamo ancora finito.
Leonheart88:”Riprendi la spada”
Nataa:”Cosa?”
Leonheart88:”Riprendila, ma stavolta ti costringerò a svegliarti”

La spada tornò nuovamente nelle mani della proprietaria, che non ancora soddisfatta si gettò a capofitto contro il suo avversario; una finta e la ragazza finì a terra,.
Posò le mani sul terreno per cercare di rialzarsi più in fretta non badando alla posizione dell’avversario, e fu un errore…
Leonheart88 approfittando della situazione scivolò alle spalle della ragazza e con un gesto fulmineo del Gunblade la colpì alla mano sinistra facendola ritornare nella polvere.

Leonheart88:”E’ quello il tuo posto se non ti svegli”
Nataa:”Stai zitto, FIRE!”

La palla di fuoco sfrecciò verso il cadetto che però, con un sorriso beffardo, scansò agevolmente…

Leonheart88:”Se vuoi colpire qualcuno lo devi fare mirando con attenzione.. TRIMAGIA FIRAGA!”


Un fascio di luce rossa venne scagliato contro la ragazza ancora in procinto di alzarsi che riuscì a proteggersi solo anteponendo un braccio innanzi a se, diminuendo così solo di poco la potenza del colpo.

Si rialzò in piedi, le bruciature su tutto il corpo erano perfettamente visibili, alcuni lembi della divisa cadevano a terra ormai quasi ridotti in cenere, era esausta.
Mise la spada, appartenuta per una parte a Toh, dinnanzi a se, pronta a continuare ma stavolta con un spirito diverso.
Avrebbe vinto.
Leonheart88 la osservava incuriosito, lo sguardo di Nataa era cambiato, non era più furente e carico d’odio ma ora era più attento più calmo.
Le due spade scattarono all’unisono e nello stesso istante il loro attacco venne sferrato, un secco rumore metallico dichiarò la parità in quel frangente.

Leonheart88:”Stai migliorando”
Nataa:”So combattere”
Leonheart88:”Lo vedo”

Si separarono, i piedi di entrambi descrissero un ampio semicerchio per tornare alla posizione originaria.

Nataa”BLIZZAGA!”
Leonheart88:”BLIZZAGA!”

Le due lastre di ghiaccio si incrociarono nuovamente a mezz’aria e si frantumarono in mille pezzi che andarono a ricoprire la strada, era il segnale dell’attacco.

Un affondo veloce da parte del Seed, abilmente parato..
Una veloce giravolta su se stessi per andare a colpire dalla parte opposta, parato nuovamente.
La spada della Seed che si avvicinava pericolosamente al proprio torace.
Un disperato tuffo all’indietro per evitare il contatto con la lama.

Nataa:”THUNDER!”

Un lampo improvviso colpì il combattente a terra, il quale risentì in pieno della potenza del colpo, provò a rialzarsi… Niente le gambe non obbedivano, la mano sinistra parzialmente immobilizzata sul suo petto.
Nataa:”Fregato, ed ora…”

La lama si alzò al cielo inesorabile e pochi istanti dopo piombò sulla preda tingendo finalmente la propria punta di rosso.

Il sangue cadeva copiosamente a terra, la divisa ormai squarciata di netto mostrava una lunga e vistosa ferita sul petto, fortunatamente o volutamente il colpo non era andato troppo in profondità.

Nataa:Ed ora chiudiamo il discorso”

Un colpo secco e preciso, diretto verso il fianco destro dell’avversario a terra, sufficiente per impedirgli di continuare a combattere..
Il combattimento stava per finire.

Leonheart88:”TRIMAGIA PROTECT!”

Uno scudo di luce azzurra si sprigionò immediatamente circondando il corpo di chi lo aveva lanciato, la spada come da copione si infranse contro la barriera e venne respinta.

Fu un attimo.
Il Gunblade nuovamente sguainato.
Un colpo di reni da terra per raggiungere l’avversario.
Nataa crollò a terra, ferita profondamente ad una gamba.

Nataa:”Pensavo non riuscissi più a muoverti”
Leonheart88:”Lo pensavo anch’io invece..”
Nataa:”Ora sono io in difficoltà”
Leonheart88:”Hai combattuto bene”
Nataa:”……………..”

Un rumore di passi, un mostro si stava avvicinando seguendo l’odore dolciastro del sangue.
Dovevano essere una facile preda.
In due a terra feriti entrambi.
Ma non era così…

Si guardarono un istante negli occhi, e capirono che era giunto il tempo di agire assieme, in sincronia si mossero all’attacco verso il mostro.

Leonheart88:”TRIMAGIA STOP!”

Il Grendell smise di avanzare e si bloccò, nello stesso istante un fendente di Nataa, rialzatasi con grande fatica ma capace di stare in piedi, mise fine alla sua vita e contemporaneamente alle ostilità fra i due Seed.

Una risata scosse l’aria, in quel giorno di morte, violenza e brutalità un’amicizia si era rinsaldata, forse ancora più forte di prima.
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

<Perché certe cose sono troppe anche per me….>; e allora perché continuare quello scontro senza un vero principio o una motivazione? Mille piccoli aghi furono scagliati,mille ferite si stagliavano sul suo corpo. Ma chi può davvero confermare l’esatto numerochi li ha contati? Quale può essere la differenza tra cento,mille,milioni e miliardi se ad essi viene paragonato l’universo? L’universo…o gli universi…Ma di certo non era un problema da porsi in quell’istante,i due avevano altro a cui pensare,altri esseri da intrattenere in attesa di un giorno futuro. Una stupida battaglia per prepararne una ancora più stupida,ma di certo meno futile. Un migliaio era passato,ne rimanevano altri 99.


“Lo voglio uccidere”-“Perché?”-“Lo voglio uccidere”-“Non è da te”-“Lo voglio uccidere”-“Puoi evitarlo”-“lo voglio uccidere!”-“Sta già scappando”-“Lo voglio uccidere!”-“Non ne saresti capace”-“Lo voglio uccidere!”-“Non sei in grado”-“Lo voglio uccidere!”-“Non puoi”-“Lo voglio uccidere”-“Non vuoi”-“Lo vuoi uccidere”-“Non voglio”-“Lo vogliamo uccidere”-“Basta!”-“Lo vogliamo uccidere!”-“ Lo vogliamo uccidere!”-“Morirà”.

"visto che la tua magia è solo offensiva caro il mio mago berserk qui ci sono una decina di pietre energira e una pietra aura"
Inoltre gli castò un potente shell..
"hi hi hi sei gaio..."
"Ma tu di più”
Il nero si incamminò... avevano poco tempo. Il tempo stimato era di 7 minuti totali.
Chiamò la sua aquila e partì.
Era giunto il momento….Tutto il periodo di assenza era servito come preparazione, i ricordi di quei giorni riaffioravano. Tutto il tempo passato a combattere,a studiare strategie, a prepararsi tanto fisicamente quanto mentalmente; tutto ciò non poteva che innescare un processo di non ritorno, un cambiamento molto lento e quasi impossibile da notare. O forse era sempre stato il suo “carattere”,in attesa del momento giusto per manifestarsi.
Durante quel lungo periodo i due ebbero modo di toccare l’argomento,ma mai dando ad esso la dovuta importanza.


“Mi annoio”. Era ciò che pensavo. O ciò che sto pensando? L’attimo è già passato, tuttavia continuo ad annoiarmi. Riesco a sentire i suoni dei colpi,qualche scoppiettio qua e la, a quanto pare tutti si stanno dando da fare….
Ora guardo il cielo: è una bella giornata. Curioso come questi eventi cadano sempre in buoni periodi, forse ci facilitano troppo la vita; devo però ammettere che è anche una buona occasione per rilassarsi e godersi l’ospitalità locale.
Quasi quasi mi siedo da qualche parte e aspetto…Se mi va bene mi becco anche un po’ d’abbronzatura.
Mi son seduto.
Perché continuo a commentare mentalmente le mie azioni?
<Miao!>
Oh,ma guarda! Questa proprio non me l’aspettavo….


<Cosa intendevi con “Perché certe cose sono troppe anche per me..”?> <Come scusa?>
<La frase che hai pronunciato prima> <Prima quando?>
<Prima prima! Mentre combattevamo!> <Io non ho detto proprio nulla>
<….Devi stare attento> <A cosa?> <A te stesso>
<Me stesso? Mi devo preoccupare? Stai straparlando,se me lo dicevi finivamo prima>
<A parte che qui il medico sono io…..Comunque può capitare che il proprio carattere muti e vada in conflitto con se stesso, o con una parte…>
<è il tuo caso?>
<Non direi proprio!>
<Ecco, quindi nemmeno il mio! Partita a carte?>
<Ah! l'antico rito della partita a briscola! questa forma di cortesia squisitamente maschile!>
<Un po' come la tauromachia....AH! LA TAUROMACHIA!>


“La prossima volta non finirà cosi’, la prossima volta te lo impedirò”-“Perché? In fondo,lo volevi anche tu”-“Assolutamente no”-“Ti credi migliore di me?”-“Indubbiamente”-“Tu non puoi essere migliore o peggiore di me e lo sai bene”-“è solamente colpa tua,se non ci fossi stato tu…”-“in quel caso nessuno di noi esisterebbe. Ma non è un fatto di colpa mia o tua; la verità è che siamo solo delle scuse, un patetico tentativo di autocommiserazione per quel divertimento nell’uccidere che non può essere soppresso. Perché altrimenti essere un mercenario,perché passare il tempo a distruggere,cacciare. Tuttora, questo dialogo è del tutto inutile. Tutto ciò che dico tu lo sai bene. È solo autocommiserazione.”


<Mi dai un diamante?> Guardai con perplessità. Ho la faccia da filantropo? Un diamante…roba di valore,forse posso sperare di ricevere qualcosa di utile in cambio….magari una nuova arma! O magari qualcosa di meglio. In fondo io non saprei che farmene, quasi quasi glielo regalo sto diamante.
Ma si. Almeno passerò qualche altro minuto. Alla peggio,mi terrà un po’ di compagnia.
Ecco.
<Miao,addio idiota!>
….
Se n’è andato….
Col Mio diamante…il MIO diamante…Dandomi dell’idiota….
<L….gl…ci..re>-<P..r..è?>-<Lo….V….li….u..d..re>-……….



“Quando è iniziato…quando le nostre esistenze hanno preso una seppur cosi’ vacua forma?”
“Di nuovo,parli come se esistessimo davvero….ma in un certo senso,siam sempre esistiti….serviva solo la giusta occasione per farci emergere. Tuttavia potremmo trarne i nostri benefici”
“Per mettersi l’anima in pace…”
“…E per alimentare il desiderio di distruzione.”



Il ladruncolo beffardo era accasciato al suolo; o almeno,quel che ne rimaneva. Il muso era sfigurato e ricoperto di sangue,la coda fatta a pezzi,sventrato,gli organi spappolati sgorgavano dal suo corpo per finire in una gran pozza di sangue. Tutto ciò che rimaneva di consistente di quella creatura venne infilato in una sacca come trofeo dell’evento.
L’uomo fece il tutto con una totale inespressività.
Recuperò il diamante.
Puli’ la sua lama.
Fece qualche passo.
Dopo un po’ fece un incontro.
<Miao,mi dai un diamante?> Sorrise, l’oggetto venne donato.
<Miao,ti ho fregato!Addio idiota!>
Sorrise di nuovo.
<Si. Lo so>
“lo vogliamo uccidere”.

Si,ho fatto sapere in ritardo ma partecipo anche io :/
NobodyXIII
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La tenue linea fra le realtà.

Messaggio da NobodyXIII »

In un'altra parte del mondo o in un'altra dimensione?

Un ragazzo, abbastanza alto con una folta chioma disordinata e una chitarra in spalla sta uscendo dal portone della sua scuola di musica, lamentandosi con un forte accento dialettale.

???:"Cavolo, ho steccato du volte :tots: . Si vede che so' alla frutta. E dmà compito di matematica. Pozza I'bbé, Speranza mi ucciderà :smt005 !!"

Meditando sulla sua futura "decapitazione algebrica", urtò per caso un uomo che passa di lì.

???:"Attento a 'ndo vai! C'ho 'na chitarra in spalla, se mi si casca ti faccio un..."
Uomo:"Scusa figliolo, non mi ero accorto di te."

E se ne va, dopo aver aiutato il ragazzo a rialzarsi.

???:"Che gente :tots: . Oh, ma guarda."

Il ragazzo osservò che all'uomo era caduta qualcosa. Una scatola di un gioco per PS2 a quanto pareva. Decisamente strano, dato che la copertina recitava "This is your story. And you are his legend!". Il ragazzo lo raccolse, ma non trovando l'uomo, decise di portarlo con se a casa. Subito saltò in sella al suo fido motorino e tornò a casa. Ci mise poco a lasciare tutto e a smanettare con la scatoletta del gioco. Dentro vi erano una memory card, il gioco e un'indicazione, un numero di telefono.

Forse del tizio di prima.


Questo ragazzo inserì subito disco e memoria e attese il caricamento del DVD. "Diary legends: Accademy".
Divorato dalla curiosità, visitò la memory card e vi trovò un salvato. Sopra, l'icona di un personaggio, "Xed" recitava l'indicazione a fianco.

Sarà un'impressione... ma...


Il luogo del salvataggio era "Castello di Lindblum: Piazza della Sagra."

???:"Un remake di FFIX per PS2 :smt104 ? Ma è 'na figata :smt007 !"

----------------------------------------------------------------------------------------
Si svegliò di soprassalto nella piazza, come se qualcuno lo avesse punto. A fianco, il moguri dal quale si era iscritto alla sagra di caccia.

Moguri
:"Tutto ok, amico? Sei stato a dormire per un po' di tempo, non si sentiva quasi il battito cardiaco :smt104 ."
Xed:"Davvero? Non ci ho fatto caso :smt005 ..."

Mistero. Lui non ricordava nulla prima di essersi iscritto. Andò a controllare su un... DIARIO DI MISSIONI?! Lui non ne aveva mai avuti. Lesse in fretta di essersi recato a Lindblum per una sagra di Caccia, dopo una storia travagliata avvenuta in Accademia, ma questo se lo ricordava. Visitò le tasche con le mani, trovando delle pozioni, 5 megapozioni e un etere. Cosa stava succedendo?
Analizzò anche il suo equipaggiamento. Due pistole, con funzione automatica e una bilama chiamata Diamond Bless e una di riserva chiamata Nobody Bisaber.
Si mosse verso la giuria, perchè la gara stava per incominciare.

Dopo il solito discorso di Cid, che avvenne molto velocemente (strano :smt104 ! ND Xed), subito salì sul Aircap per il borgo Commerciale.

********************************
Il ragazzo, immaginando un tipetto nano e baldanzoso con una coda, ci rimase leggermente male all'inizio, ma dopo aver visto le armi, gli oggetti, le tecniche e i colpi del protagonista, iniziò a godere dello spettacolo.

Finalmente uno serio che non si fa seghe mentali. Un figo spaventoso come Gidan, ma meno polemico e più serio.


Improvvisamente, appena sceso dall'Aircap, sull'angolo in alto a sinistra comparve un timer: 5h 15min 00sec.

???:"Potevano metterci meno tempo ecchecavolo! Speriamo che quegli incompetenti di Lindblum abbiano catturato gente seria. La mappa sembra immensa, chissà che razza di lavoro hanno fatto :smt007 ?"
*******************************

Stava correndo per i vicoletti con ritmicità, senza fretta. Sembrava non averne, di fretta. Eppure, il tempo in più concesso dai giudici era abbastanza scarso. Xed era arrivato nella piazzetta dove vendevano quei famosi sottaceti di Linblum. Fece appena in tempo a scansarsi che un drago roseo piombò a terra nella sua direzione.

Come ho fatto a...!!

Subito si ravvide dal rimanere fermo e scansò un'alata del mostro verso la sua direzione. Si trattava di un Aironet, mostro drago della zona di Burmesia. Purtroppo, non era solo, dato che un altro Aironet dietro al medico teneva le fauci spalancate, pronte a sputare un bel Soffio infuocato. Xed saltò in alto schivando la potente fiammata e si riparò in un vicolo. Caricò le pistole e cambiò assetto di combattimento. Uscì allo scoperto correndo in circolo nella piazza. I due draghi risposero con dei Thunder a zona, che riuscì a evitare con delle schivate. L'altro tentò di spiazzare di nuovo il cadetto con un'altro Soffio infuocato, ma la mossa venne abilmente schivata da Xed con un'altra schivata. Xed agganciò il bersaglio e fece fuoco contro i draghi. Il colpo andò a segno e Xed cambiò di nuovo assetto, attaccando dall'alto con la Diamond Bless. Saltando, trovò i due Aironet distratti da un vento scintillante che li rimise in foma. Ma non bastò per entrambi, perchè uno fini trafitto al cuore dall'arma del Cadetto. Si spostò subito lanciando il cadavere del primo Aironet contro il secondo.
Xed, ancora in volo, fece roteare la sua bilama, da cui ne scaturì un potente fulmine.

Xed:"Guarda come si usa la magia! THUNDARA!"

Il secondo Aironet stramazzò al suolo privo di sensi. Li legò e tornò sul suo cammino.

*******************************************
Il ragazzo era andato in visibilio. Si stava gustando quel gioco fino all'ultimo pixel e all'ultimo comando.

???:"Mii che grafica! Non sembra un gioco per PS2. E poi i controlli, decisamente più avanzati e sulla base di Kingdom Hearts e Metal Gear Solid messi insieme :smt007 !"

Il suo alter ego, sullo schermo, si muoveva velocemente verso l'altro borgo. Il tempo rimanente era calato di un bel po' durante lo scontro contro i due Aironet e doveva muoversi per totalizzare altri punti. Intanto, gli arrivavano i punteggi dei giocatori avversari. C'erano un Pip, un Drittz Do Urden, un Recks, un certo Nightmare.

???
:"Poveri sciocchi, vincerò io :grr: !"

Intanto, arrivato nella piazza dove c'era l'armaiolo e l'officina, notò che un Drago Rosso lo aveva puntato. Scansò così il suo personaggio per evitare l'assalto.
*******************************************

Era stato visibilmente fortunato. Aveva evitato il colpo in caduta libera del Drago Rosso, un interessante esemplare di Drago di Fuoco, poveniente dal vulcano Gulgu. Saltò di nuovo schivando un'ondata d'aria che s'infranse contro la barriera protettiva delle case. Xed si spinse con questa barriera e ingaggiò un furioso corpo a corpo in volo. Ovviamente ebbe la peggio, in quanto non potendo volare, il Drago si alzava e lui precipitava sempre di più. Fu colpitò con una graffiata, ma atterrò. Subito fece roteare vorticosamente la Bilama che richiamò dei venti gelidi nel suo centro. Dei dardi di ghiaccio schizzarono in direzione del bestio, che, ferito alle ali, atterrò anche lui.

Xed:"Questo è un Blizzara, mio caro!"

Appena a terra s'impennò e sbattè le ali vorticosamente.

E' la fine, sta creando... una tromba d'aria!!

*********************************************
???:"No, non po' finì così :smt095 !"

Vide nella barra dei comandi un bagliore verde. Granata Tempesta.

???:"Forse la partita non terminerà in Game OVER :grr: !"
*********************************************
Ad un tratto l'intuizione. Come un fulmine che ti trapassa la testa. Con una mano, scagliò la sua bilama in alto cercando di tenerla orizzontale. Il lancio riuscì, pur con il vento che andava via via crescendo d'ìntensità. Con l'altra mano preparò una serie di piccoli Fire per dare una spinta alla Bilama. Le sferette infuocate si schiantarono sul piatto della spada proprio mentre veniva a formarsi la potente tromba d'aria. La Diamond Bless ruotò così velocemente da annullare il tornando, girando nel senso opposto e creando una forte corrente. Grazie un po' alla fortuna, un po' alle sue conoscenze, si era salvato e ora toccava al contrattacco, dato che il Drago Rosso sembrava affaticato. Di nuovo, improvvisamente, un altro colpo di genio.

Xed/???:"Croce di Levante :smt091 !"

Agganciò fra loro le due bilame con le bende delle impugnature legate tra loro, ottenendo una gigantesca croce. Lanciò l'enorme arma appena ottenuta, ma con scarsi risultati. Castò velocemente un Aero contro il possente Shuriken, che iniziò a girare vorticosamente. Il nemico schivò facilmente il primo assalto, ma quando Xed usò Aero, il nemico venne affettato dalle lame dell'arma, che aveva cambiato direzione con la spinta d'aria. Xed afferrò al volo ciò che era venuto fuori dall'unione delle sue armi e la esaminò.

Xed:"Caspita che potenza. E' indubbiamente una tecnica nuova, chissà come mi è venuta in mente :smt102 ."

Poi osservò il corpo gravemente ferito del Drago Rosso. Si avvicinò per legarlo e gli diede le cure mediche necessarie alla sopravvivenza.

Xed:"Sarà meglio che mi fermi per oggi. Sono ferito e spossato da tutti quei salti e quelle schivate :smt005 ."
***********************************************
La gara per lui si concludeva. Il gioco era fantastico, ma era ora di cena. Si avvicinò ad un Moguri che si trovava nella Piazza dei Giudici per salvare.

Padre:"OHI!! Basta là davanti, sono più di due ore che ci stai :grr: !"
???:"Eddai! Su!"
Padre:"Basta! E muoviti che fra un po' mangiamo :roll: ."

Si sbrigò e spense. Tolse il disco e la Memory Card e li ripose nella custodia.

E' un gioco interessante. Chissà chi era quel tipo?


Improvvisamente, la voce della madre lo richiamò.

Madre:"Tesoro! C'è qualcuno che cerca te!"
???:"Arrivo mamma!"

Scese in fretta e si ritrovò davanti il tizio. Tutto intabarrato, pur essendo quasi estate, ma sembrava non soffrirne.

Uomo misterioso:"Ciao ragazzo! Tu hai raccolto qualcosa quando ci siamo scontrati vero :-D ?"
???:"Sì, è tuo? Ma è fantastico, sei un :smt007 ..."
Uomo misterioso:"A-A-AH! Basta così. Rendimelo indietro :asd: ."

Lui prese la scatola e gliela ridiede. L'uomo si chinò verso il ragazzo. Aveva dei capelli grigiastri e un po' di barba come lui.

Uomo misterioso:"Non ti preoccupare, un giorno forse lo avrai... o lo vivrai :wink: !"

Uscì emettendo una sonora risata. La madre e il padre rimasero interdetti, così come lui e i suoi fratelli.

Madre:"Fede, chi era :smt104 ?"
Fede:"Non lo so... ma mi pare d'avello già visto :smt102 !"
Ultima modifica di NobodyXIII il 10 giu 2009, 19:08, modificato 1 volta in totale.
Premi Sagra...
Premio inventiva!
(Edizione X della Sagra di Caccia a Lindblum)

O.o KING OF THE PENCIL! o.O
Grazie Paine!
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Contatta:

Paura,eh?

Messaggio da master roxas »

(Una sigla a tutti fin troppo conosciuta accompagna l’inizio di questo post,e nel frattempo appare una figura inquietante)


Sigla post


Questa è una storia di tradimento assai brutta e molto strana, che ha dell'incredibile. Paura,eh?
Esistono infatti storie che non esistono,e questa è la peggiore e più brutta fra tutte.

La nostra storia inizia il 7 Giugno,una domenica mattina,a Lindblum,famigerata città dove annualmente si svolge una Sagra. Paura,eh?
Sono quasi le 12.00,ed è proprio in questa Sagra,che un giovane ragazzo di nome Master Roxas,un cadetto sottopagato dalla sua stessa agenzia,chiamata da tutti come “Accademia”. L’accademia è stata sempre vittima di scandali e casi strani, attribuiti agli stravaganti personaggi che lavorano per conto di uno stesso capo/preside.Paura,eh?
Il signor Roxas si dirige nei sudici e umidi vicoli in cerca di mostri da abbattere,per vincere questo evento assai contadinesco. Ma perché decide di partecipare a questo evento,quando poteva benissimo riposare in un letto? E perché quel giorno faceva più caldo degli altri giorni? E perchè il ragazzo sbatteva su un muretto la suola della scarpa,per rimuovere una strana sostanza appiccicosa?
Quel giorno,il Signor Roxas era molto nervoso e non soltanto per il clima di tensione che avvertiva nell’aria,ma per qualcosa,qualcosa che lo disturba.
Ed è infatti dopo una decina di minuti,che Roxas incomincia ad incontrare i primi guai.
Ma cosa accadrà a questo personaggio lunatico e stravagante? E perché quel giorno,lo stesso personaggio aveva un ciuffo fuori posto? Paura,eh?


7 Giugno,Lindblum: il Signor Roxas incontra una bestia che sembra feroce ma non è,che sembra kawaii ma non lo è, una bestia a dir poco bestiale.
Inizialmente spaventato,il cadetto fa comparire nella mano destra una chiave gigante,e la punta verso il mostro. Ma improvvisamente, accade qualcosa di inatteso e inaspettato:il mostro emette parole di pietà verso l’umano.
Dopo aver messo via la chiave , il signor Roxas apre un discorso con il mostro:anche se a prima vista rimane ancora scosso, non cimpiegherà molto tempo per calmarsi.
Roxas prova però uno strano brivido lungo la schiena,un brivido che sa di paura ma che non è paura, che può indicare un brutto segno ma non è un brutto segno. Solo più tardi, Roxas capirà che era il primo sintomo di vecchiaia,ma questa è un’altra storia….


Scosso poi da un sentimento di commozione mai provato, Roxas decide di badare a quella piccola e innocente creatura fino al resto della sagra.
Dopo essere stato portato in una piccola tana costruita proprio dal mostro,Roxas passa splendidi minuti con lo Yeti,diventando così suo compagno di merende, e non solo quelle. Nello stesso giorno, sarebbe accaduta una tragedia, una tragedia che avrebbe consumato il rapporto che un umano e un mostro avevano costruito,mai accaduto fino a quel momento che poteva essere l’inizio della rivoluzione tra le leggi naturali che impongono una guerra continua fra queste due specie di esseri viventi.
Ma che cosa sarebbe accaduto fra loro due? Perchè uso un largo giro di parole per allungare un brodino ormai raffreddato? E perchè la "tana" dello Yeti sapeva di gorgonzola? Paura,eh?



7 Giugno,Lindblum. Nonostante non sia passato molto tempo fra l’incontro dello Yeti e del cadetto, i due sono già intimi compagni. Ma ad un certo punto, ecco che qualcosa accade: fuori dalla “tana”, esce uno Yeti barcollante e ferito. Lo Yeti improvvisamente s’accascia al suolo e muore. Fuori dalla tana,esce un’altra figura macchiata di sangue,che osserva il cadavere della bestia:quella stessa persona era il cadetto.
La meccanica del delitto appare semplice e chiara: la vittima è stata ferita in maniera fatale dalla “spada” dell ' assassino al petto,successivamente è morta per emorragia interna.
Ovviamente nessuno sembra badare al delitto,visto che un delitto di questo genere è permesso in questa “Sagra”. E se invece la Sagra fosse una copertura per questo assassinio? E se l’omicidio era già organizzato dal cadetto? Se tutto questo sarebbe già premeditato, il signor Roxas sarebbe un grosso assassino.


Ovviamente,nessun processo si aprì su quello scandalo, rimasto in sospeso fino ad oggi. L’assassino non venne mai interrogato, e quindi il “caso” scomparve velocemente , come fanno le rughe dopo un trattamento estetico con creme apposite . E per questo,che ancora oggi rimangono ombre misteriose,dettagli probabilmente sconosciuti o nascosti a noi: avremmo una testimonianza da interrogare oggi con noi, ma il tempo passa velocemente e si dimostra inutile,come un paio di mutande sporche. Quelle stesse mutande sporche che quel giorno portava un osservatore della Sagra. Paura,eh?


Spoiler
Ho postato molto in ritardo(oggi avrei rischiato di non postare) e dovrò ancora giudicare i vostri post,quindi chiedo scusa -.-
Accedemia:
x x
x

And that's exactly the punishment you'll never be able to escape from.For all of eternity, you'll have to remain as Dahlia Hawrthorne.A miserable, pathetic, weak creature who can never win at anything... And for you, there is no escape from that.No hope for freedom. Since the day you were executed, the narrow bridge that once stretched out in front of you, has burnt down!
zell987
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Re: sagra di caccia a lindblum [Tornei]

Messaggio da zell987 »

In principio zell cercò un mostro da affrontare per le vie della città,
La città era affollata e i cacciatori ricoprivano il panorama e il mostro giusto ancora non si vedeva.
zell disse: <<ecco un mostro>> e il mostro si fiondò su di lui.
zell lo maledì e divise le sue mani dalle tasche, e combattimento fù.

ed ecco salì dalla terra al cielo l'angelo della velocità,
il quale convocò il suo potere ed aumentò la sua destrezza con il sortilegio "HASTE" lasciandosi poi cadere per ferire il cadetto

per mezzo della magia il primo attacco andò a segno, e poichè colto alla sprovvista, zell prese a perdere sangue dalla spalla destra, trapassata da parte a parte dalla punta dell'artiglio del demonio,
il ragazzo prese quindi l'artiglio e lo estrasse con forza, per poi richiamare l'impetuosa arte magica "SANCTA",
i fasci di luce consacrata colpirono l'entità maligna e la fecero cadere nella polvere.

si rialzò avvolto dalle fiamme e dall'ira, quando ecco zell portò un altro attacco a suo danno,
il pugno stretto e avvolto da una lastra gelata penetrò il fuoco e colpì l'essere alato per poi far sgretolare il ghiaccio in innumerevoli frammenti,
la parete della dimora di un abitante della città si vide protetta dalla barriera quando le carni dell'essere si abbatterono su di essa per poi cadere inermi ancora una volta al suolo

e zell disse: <<ti picchierò così tanto che toglieranno il "porgi l'altra guancia" dalle sacre scritture!>>
VARNA si infuriò, e agilmente scagliò due magie che colpirono inesorabilmente il ragazzo dai capelli orati
le sue membra furono avvolte da delle fiamme nere come la pece e dal cielo discesero due fulmini che caddero all'interno delle fiamme.

dalla nube di fumo creatasi ne uscì ancora una volta zell, fortificato da uno shell riuscì ad evitare gran parte dei danni,
ma le sue vesti erano logore, e le sue carni presentavano bruciature evidenti in diversi punti e la ferita inferta dall'artiglio continuava a grondare sangue
quando zell alzò un braccio la sua energia si focalizzò in un solo punto, il suo dito divenne del colore dell'ambra,
la frase che disse in seguito fu solamente: <<giudizio finale!>> un fascio magico, veloce e potente ferì pesantemente l'angelo, che cadette al suolo per poi lasciare il posto al nulla.

e il combattimento terminò, zell vide ciò che aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona, e fu sera e fu mattina
scheda zell987

se incontri un buddah, uccidilo;
se incontri un tuo antenato, uccidilo;
vivi semplicemente per la tua vita, a modo tuo, senza avere legami, senza essere schiavo di nessuno.

la gilda per gli utenti dell' RD "I Cavalieri di Rinoa" se avete domande via pm^^
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CDR on gladiatus, reclutamento aperto sul server6(questo è un link di reclutamento per evitare l'errore comune di iscriversi ad un altro server, per domande PM)
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ho adottato perseo perchè non lo aveva ancora adottato nessuno

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