Le mie creazioni

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Tiffany
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Le mie creazioni

Messaggio da Tiffany »

Questa è una fic che ho iniziato a scrivere di recente. Il titolo è "Ritorno al passato" ambientata in FFVIII 150 anni dopo gli eventi narrati... Spero che vi piaccia^o^

Capitolo 1_ L'arrivo

-Venite! Venite gente! Buona frutta! Buona verdura! Tutto a poco prezzo!-

-Comprate il pesce di Balamb! Il migliore!!-

-Signora quant'è?-

Il vociare dei mercanti non mi aiuta affatto nella mia ricerca... E menomale che avevano detto che Balamb era piccola! Devo uscire dalla città e invece mi sono addentrata tra case e negozi con il tetto blu. Dovevo ascoltare la Madre e portarmi una bella cartina dietro... perché non l'ho ascoltata? Maledetto senso dell'orientamento, mi batte pure un criceto in questo campo.

Mi avvicino a un signore di grossa taglia, con pochi capelli di color castano che se la ride mentre pesca da dietro una bancarella di pesci.

-Ehm... Mi scusi...- Il suono della mia voce erà più scocciato che gentile, forse dal troppo vagare senza un ben che minima idea di stessi andando.

-Che vuoi ragazzina?- L'uomo mezzo pelato si volta verso di me scocciato, forse per l'interruzione alla sua pesca che non mi sembra dia buoni frutti, visto che il secchiello è vuoto.

-Mi potrebbe gentilmente indicare l'uscita di questa città?-

-Prosegui dritta fino a uscire dal mercato, poi arrivata all'incrocio svolta a destra e vai sempre dritto.

-Grazie mille.-

Detto fatto in poco tempo mi sono ritrovata all'entrata della città, potevo evitarmi di complicarmi la vita inutilmente se chiedevo dall'inizio dove dovevo andare... visto che si trova non molto lontano dalla stazione. Ho dovuto cambiare 5 treni prima di arrivare a destinazione, per un totale di tre giorni e mezzo, forse avrei fatto meglio a iscrivermi a quello di Galbadia, molto più vicino all'orfanotrofio, ma si dice che non goda di buona fama. Dopo l'attacco dell'ultima strega avvenuto centocinquant' anni fa, Galbadia deve ancora ripredersi... guerre interne, la liberazione di Timber... Credo che se non esistessero i Garden non ci sarebbero tutte queste guerre, eppure sto entrando io stessa in uno di quelle accademie per i maniaci ossessivi delle battaglie. Sento che un giorno mi pentirò di questa scelta, ma per ora sono solo emozionata di entrane a farne parte.

Il viaggio dalla città alla mia nuova futura casa è stato piuttosto tranquillo... non ho dovuto nemmeno sfoderare i miei amatissimi Shuriken , neanche un mostro a scocciarmi... Tutto merito della strada recintata con fili ad alta tensione. Certo che la tecnologia non ha fatto molti progressi, a parte qualche nuovissimo mezzo di trasporto per i ragazzi che amano la velocità, proprio nulla. Chissà Esthar come sarà moderna! In confronto noi sembriamo degli uomini primitivi.

Dopo circa venti minuti di camminata mi ritrovo davanti a una costruzione bizzarra pitturata di blu e bianco, dalla forma di una conchiglia con un'aureola sopra al tetto che gira. A pochi metri da me si trova un cancello nero pieno di strani, ma bellissimi ghirigori e oltre a esso una scalinata sotto a un'arcata che da su un magnifico giardino. Oltrepasso il cancello e proseguo per tutto il giardino disseminato di belle piante e fontane a passo svelto, emozionata di essere giunta finalmente al destinazione. L'ultima scalinata mi separa dall'interno del Garden prima del controllo per accedervi, salgo in fretta e furia e rimango a bocca aperta davanti all'interno dell'edificio.

-Wow..- L'unica parola che mi uscì dalla bocca dopo la bella corsetta da cretina che vuole passare il resto dei suoi prossimi anni su tomi dediti alla magia senza un buon motivo per farlo.

L'interno era semplicemente stupendo, diverso da tutte le altre costruzioni che avessi mai visitato. Al centro dell'enorme stanza che porta ai diversi reparti c'è una gigantesca colonna con l'ascensore che porta ai piani successivi, allo stesso livello dell'ascensore ci sono una decina di banchine disseminate qua e là separate da vasi con dei cactus oppure da semplici alberelli. Davanti all'ascensore c'è una scalinata che porta al piano terra dove mi trovo io e davanti a esso si trova una bacheca con vari annunci e la cartina della scuola, invece, ai lati ci sono delle enormi vasche d'acqua che accerchiano tutto il piano.

Un uomo vestito con una toga bianca e marrone con il cappuccio sulla testa si avvicina svelto svelto a me con sguardo severo e distaccato.

-Sei la nuova studentessa giusto?- Disse con voce cupa,mentre continuava a fissarmi.

-Si-

-Devi andare in segreteria a confermare il tuo arrivo. La segreteria si trova poco prima della biblioteca, ci puoi arrivare tramite il primo corridoio, quello con il tappeto blu alla tua destra.- Detto questo si girò appena per farmi vedere la direzione, poi se ne va in men che non si dica.

-Grazie- pronuncio la parola in modo burbero, neanche avessi chissà quale virus per andarsene così in fretta! Senza pensarci troppo su mi dirigo a passo lento verso la segreteria, senza far tanto caso agli studenti che continuano a fissarmi come se fossi un pagliaccio uscito da chissà dove.. Forse ho qualcosa appiccicato sulla giacca, oppure qualcosa sui capelli o sulla faccia... Ma in verità sono soltanto tutti dei razzisti! Mi guardano male soltanto perché sono un tantino diversa..neanche in modo esagerato da escludermi o esiliarmi come se fossi un assassino. Tutta colpa dei miei occhi! Non potevano essere di un semplice color marrone? O verde? No, viola, VIOLA! Si è mai visto qualcuno con gli occhi di questo colore? Le lenti a contatto di un diverso colore non servono proprio a nulla..per il resto sono uguale a loro. Sono alta un metro e sessantasei, sono magrissima, forse anche sottopeso, ma mangio da far schifo, ho i capelli castani, lisci e lunghi fino a metà schiena, di carnagione non sono ne troppo chiara ne troppo scura... e per evitare che qualcuno mi scambi per un mostriciattolo ho due braccia due gambe e ho cinque dita per ogni mano e piede.

Rimuginando sul mio aspetto fisico, senza neanche rendermene conto mi ritrovo nella segreteria, la stanza non è molto grande, ai muri sono appesi volantini e al centro c'è un pilastro con alti volantini, agli angoli invece ci sono due sedie e in fondo c'è il bancone con lo sportello.

-Vieni cara- la donna da dietro il bancone mi chiama con voce gentile e con un sorriso che serve per non far spaventare i bambini che hanno paura.

-Ehm... Sono la nuova arrivata, mi chiamo Crystal Allen, ho sedici anni e voglio sostenere l'esame Seed entro quest'anno.-

Ora che ero più vicina mi sono accorta che la donna era bionda e molto bella e sulla targhetta della divisa c'è scritto "Naomi" il suo nome. Ella si girò mentre ancora parlavo per rovistare fra vari fascicoli e cassetti.

-Allora, qua c'è la chiave per la tua stanza che condividerai con un'altra studentessa, questa invece è la tua tessera con il codice di matricola e invece in questo foglio devi mettere una firma.- Naomi mi porse tutto, metto la chiave di color oro in tasca e la tessera nel portafoglio, poi prendo velocemente la penna e faccio la mia orrenda firma. Poso la penna e alzo lo sguardo e vedo che anche Naomi mi fissa in modo sconcertante. Gli restituisco il foglio bruscamente e senza neanche pensarci gli parlo di nuovo in tono sgarbato.

-Cos'ha da guardare?- sento che il mio viso sta assumendo una forma arrabbiata e la cosa non va bene... Non posso farmi già contro qualcuno dal primo giorno di scuola!

La donna si voltò di scatto e non fu lei a rispondere alla mia domanda, ma una voce squillante e acido alle mie spalle.

-Ti guardano tutti male perché hai degli occhi strani!- Disse con tono acido e beffardo.

Mi giro lentamente e vedo per la prima volta una cosa davvero shockante... Una ragazza più o meno della mia stessa altezza, con gli occhi blu e i capelli rosa. Ok tingersi i capelli di color rosso, mogano o altro..ma rosa!! E parla lei sul difetto dei miei occhi! Questo è troppo.

-Ciao Irina, ti serve qualcosa?- Naomi dietro di me la salutò prima che gli rispondessi e potessi aggredirla.

-No, grazie, sono semplicemente venuta a vedere com'era la nuova arrivata... ne stanno tutti parlando, o meglio, sparlando- enfatizzò l'ultima parola con un tono ancora più acido che mi fece saltar i nervi, ma continuo a restar zitta, quindi mi appresto velocemente a uscire da quella stanza prima che possa sentire altro.

-Che fai, non rispondi?- Sembrava delusa ma allo stesso tempo divertita della sua vittoria.

-Non perdo tempo con una gallina che si tinge i capelli di rosa e fa la saputella.- Centro! Irina corrucciò il viso e Naomi si lasciò scappare un risolino, mini-battaglia vinta e esco veloce dalla segreteria e finalmente tiro un sospiro di sollievo. Il mio soggiorno al Garden inizia a sembrarmi meno bello ci come mi era apparso all'inizio, anche qui mi devo sentire diversa, ma un giorno c'è la farò a farmi rispettare da tutti, soprattutto da quella gallina di prima e sinceramente spero che nell'accademia non siano tutte come lei, o i mostri avranno anche cadaveri diversi dal solito di cui cibarsi.

Capitolo 2_ Compagna di stanza

Appena uscita dalla segreteria, iniziano a suonare le campanelle e nel giro di 10 secondi i corridoi iniziano a riempirsi di studenti, tanto agitati da sembrare una mandria di bufali inferociti. Io cerco di inseguirli ma ci rinuncio quasi subito visto che ognuno va dalla parte opposta all'altra, così decido di andare nella Hall alla bacheca.

Per fortuna la bacheca non è affollata come pensavo, quindi mi appresto velocemente a raggiungerla prima che ci si avvicini qualcuno.



-Allora... il dormitorio si trova esattamente dalla parte opposta di dove mi trovo io... e il tappeto del corridoio è grigio...- C'è la dovrei fare.. parte la mission impossibile!



Inizio a girare intorno alla colonna, fermandomi a ogni bacheca per leggere a che reparto porti il corridoio, sempre con il tappeto di diversi colori per aiutarsi a ricordare e a non perdersi. All'inizio di ognuno si trovano diverse piante verdi, molto carine e le piastrelle in fondo alle enormi vasche formano dei bellissimi mosaici di diverse tonalità di blu e celeste.

Un'altra cosa che mi piace e che ho notato, sono le divise degli studenti, di un bel blu con vari merletti e pizzi. Le ragazze portano la gonna e stivali mentre i maschi pantaloni e scarpe normali. Ogni tanto passava qualche punk con la divisa tutta personalizzata, che faceva invia agli altri per non aver il coraggio di farne una come la desideravano loro, per paura di essere mandati dal preside.



Dopo mezzora raggiungo il dormitorio dove si divide in altri due corridoi, uno destinato ai soli ragazzi e un altro per sole ragazze... ovviamente, penso subito a quanti bei scherzi si potrebbero fare a l'una di notte infiltrandosi nel dormitorio dei maschi. Mi piacerebbe sentirli gridare come dei bambini di tre anni dalla paura. Idea geniale se non si viene scoperti dall'aguzzino che fa da guardia all'entrata di esso... un bel sonnifero può fare al caso mio...



Accantono subito l'idea malvagia ma divertente che mi ronza nella testa appena mi accorgo che c'èra un via e vai di gente e che ero ferma e impalata come un'idiota mentre gli altri si decidevano se reputarmi una fusa di cervello o meno... evidentemente stavo a sognare ad occhi aperti mentre facevo chissà quale strana faccia.

Velocemente prendo la chiave della stanza dalla tasca, che per poco non cadeva e io con essa nel tentativo di non lasciarla toccare suolo e mi metto alla ricerca del minuscolo appartamento.



-402, 405...406, trovata!- Metto la chiave nella serratura tutta impaziente di vedere come sarà la mia abitazione e inizio a girare.

Apro la porta e la stanza era anche meglio di come immaginavo, ordinata e pulita, come se nessuno ci avesse mai abitato. Davanti alla porta c'è un tavolo con due sedie, a sinistra c'è una porta che sicuramente porta al bagno e dall'altra parte del tavolo ci sono due porte aperte che fanno vedere due finestre: una con delle tendine color giallo opaco e l'altra con le tendine color verde chiaro.

Ok, deciso mi prendo la stanza dove ci sono le tendine gialle, quelle verdi non mi piacciono e poi questa stanza è anche più vicina al bagno... meno strada da fare... la pigrizia ritorna all'attacco e mi prima abbia il sopravvento su di me, butto la valigia marrone sul letto, la apro e inizio a tirar fuori tutta la roba alla rinfusa.



Mentre apro i cassetti dell'armadio a sinistra del letto per posarci la roba dentro, sento la porta aprirsi e entrare qualcuno a passo lento nell'abitazione. Mi volto verso la persona appena entrata che mi saluta con un timido ciao e un gesto con la mano.



-Ciao, sono Marika Leonhart, piacere di conoscerti-

-Ciao, io sono Crystal Allen e sono la nuova coinquilina dell'appartamento...- Ora che ci penso, non ho fatto neanche caso se la stanza che avevo preso fosse già della mia compagna! Sento che le guancie si stanno riscaldando, forse sto arrossendo... presto farò una bella figuraccia.

-Ehm... scusa, non ho fatto caso se questa stanza fosse già la tua...e...- Evviva gli inceppamenti, odio non riuscire a fare una frase

-No stai tranquilla...- rispose prontamente lei con un sorriso dolce da non riuscire neanche a pensare lontanamente che è una Leonhart.

-...La mia stanza e questa a fianco- Finì lei inidicandola con il dito.



Come stavo pensando non si direbbe che è una Leonhart, troppo gentile e delicata, almeno così è la mia prima impressione che mi ha fatto appena l'ho vista. Ha lunghi capelli lisci e scalati neri, è un pochino più bassa di me, intorno al metro e sessantatre, o giù di lì e ha degli occhi di un celeste chiaro, ghiaccio, che ha reso il suo bisnonno famoso, agli inizi. Chi è che non parla della storia del Comandante Seed, Squall Leonhart e amici? Gli studenti del Garden di Balamb che hanno sconfitto la strega.... la sanno pure le pietre a momenti, i vecchi te la raccontano fino alla nausea, almeno 20 volte ogni santo giorno.



La ragazza si avvicina a me con un timido sorriso e inizia ad aiutarmi a mettere a posto la roba, passandomela piano per permettermi di scegliere il giusto cassetto dove metterla.

-E allora? Ti piace la scuola?- Chiese lei senza guardarmi

-Si è molto bella-

-Conosci qualcuno?

-No, però ho incontrato una ragazza piuttosto "simpatica" Dissi con tono acido.

-Provo a indovinare... Ha i capelli rosa?- Disse mentre ridacchiava.

-Si- Risposi disgustata.

-Immaginavo che fosse Irina Almasy... Ti ha dato fastidio?-

-Solo un po'-

-Non dar peso a quel che dice vuole soltanto mettersi in mostra, visto che nessuno fa più caso a lei.-

-Credo che si dovrebbe mettere in "mostra" in un altro modo- Sbuffai sedendomi come un peso morto sul letto, Marika mi imito, senza buttarsi con la grazie di un elefante come ho fatto io.



-Allora? Com'è essere la figlia del preside? Chissà quante cose ti potrebbero far passare senza dirti nulla- Chiusi gli occhi e immaginai come deve essere una vita lì al Garden tutta avvantaggiata rispetto agli altri.

- Non è così- Fu la sua unica risposta, secca. Si fece cupa e chinò la testa guardandosi le mani.

-Tutti si aspettano molto da me... "La nipote del Leggendario Squall Leonhart e della strega buona Rinoa Hearthilly"...- Disse mettendosi la mani ai fianchi e gonfiandosi per pronunciare quelle parole come se fosse uno sforzo enorme.

-Tutti credono che sia destinata a far chissà che cosa solo perché i miei nonni hanno salvato il mondo, non voglio essere riconosciuta e ricordata per quel che hanno fatto loro...- La sua voce stava diventando quasi un sussurro.

-Vedrai che non sarà ancora per molto così!- Mi girai sul letto goffa e con la solita delicatezza.

-Presto tutti ti ricorderanno come "Marika Leonhart, colei che è riuscita a sopravvivere con una coinquilina pazza!"- Da quando mi considero pazza? Forse da sempre, il mio comportamento a volte non è proprio normale... Una volta ho dato fuoco a una libreria solo perché quella che ci lavorava mi aveva fatto un torto... Ma poi era pure piccola! Non credo che abbia fatto "tanto" danno... non ci andava nessuno, al massimo 100, 102 persone al giorno...

Ritorno di colpo alla realtà quando sento la mia vicina ridacchiare e quando il mio stomaco inizia a brontolare. E da questa mattina presto che non mangio nulla, accidenti sto morendo.

-Hai fame?- Chiese Marika di nuovo serena, menomale che ero riuscita a non farla andare in stato depressivo, prima ci ero quasi riuscita.

-...Pochino- Arrossi e abbassi lo sguardo. Lei rise nuovamente

-Andiamo alla mensa è ora di mangiare.- Lei indicò la sveglia sul comodino accanto a letto e mi fece notare che erano le 20:00 precise. Certo che quando sei in compagnia il tempo passa davvero in fretta.

-Non mi ero accorta che si era già fatta sera. Bene allora! Ti concedo di indicarmi la strada verso il cibo!- Dissi con un sorriso largo quanto una casa, mettendomi in posa indicando la porta con l'indice.

-Andiamo!-

Capitolo 3_ Infanzia

Io e Marika ci avviamo verso la mensa, mentre cerco di non farmi pungere dalle zanzare... Tutta colpa di questi corridoi strani, per essere un mega condominio., infatti, da un lato c'è il muro con le porte per i vari appartamenti, dall'altro invece c'è un muretto alto su per giù un metro e con delle enormi arcate e cosa c'è di mezzo? Nulla. Dico io, mettere dei vetri? Non mi sorprenderebbe se qualcuno si infiltrasse dentro la scuola... Se non c'è nessuno, mi lamenterò io! Però non voglio già fare danni visto che sono appena arrivata... Arruolerò qualcuno alla mia causa! Infondo in inverno non vorremo mica diventare tutti ghiaccioli, no?



-Non c'è nessuno in giro- Dopo i miei vaghi pensieri su battaglie mi accorgo che non c'è anima viva, questo posto sembra di colpo disabitato...

-Sono tutti alla mensa, a fare i pazzi. Pensano che se non prendono da mangiare per primi non riusciranno a cenare, ma c'è sempre cibo, soltanto che quelle teste calde ancora non lo capiscono...- Sbuffo rassegnata dei compagni.

-Quindi dovremo fare battaglia ogni giorno?- Non è proprio il mio desiderio arrampicarmi solo per riuscire a ottenere una banana come una scimmia.

-Più che battaglia, dovremo aspettare un bel po' se non arriviamo per primi, a volte si fa la coda anche per 1 ora.-

-Eeeh!?- Ok, morirò di fame. Un'ora... già mi vedo distesa a terra supplicante, mentre vengo schiacciata dagli studenti inferociti, forse per pietà mi fanno passare prima. Se sarà necessario proverò...

-Non ti preoccupare, adesso siamo in perfetto orario!- Mi sorrise. Risposi con altrettanto sorriso.



Finita la discussione mi accorgo che a qualche passo da noi arriva una ragazza tutta barcollante con una pila di libri in mano, il viso è quasi del tutto coperto e riesco a vedere soltanto, che porta gli occhiali con le lenti rotonde e ha i capelli castani a spirale raccolti in due codini, che le arrivavano poco più giù delle spalle. Chissà quanto ci impiegava a farli in quel modo, io sicuramente avrei buttato phon e spazzola nel bidone, dall'irritazione.

La mora si avvicina sempre di più a noi fino a che, a pochi passi da noi, la pila che ha in mano non scivola in avanti e i libri cadono tutti a terra e lei con loro.



-Oooouu...- Piagnucolò impilando i libri. Io istintivamente vado da lei e inizio ad aiutarla.

-Ciao, come ti chiami?- Era d'obbligo parlare. Lei alzò il viso di scatto e impacciata rispose.

-Yo-Yoshino Dincht- Imbarazzata guardò frettolosamente gli ultimi libri sparsi per terra.

-Io mi chiamo Crystal Allen, piacere di conoscerti.- Le sorrisi e lei arrossii, deve essere molto timida . Ora che sono più vicina a lei noto che ha gli occhi di un bellissimo color verde, quasi da far invidia a me.

Mi rialzai e la aiutai a fare altrettanto, facendo attenzione a non far ricadere nuovamente i libri a terra.

-G-grazie per l'aiuto- Disse impacciata, prima di riprendere la sua strada.

-Di niente.- Sorrisi Riprendendo la marcia verso la mensa.



-Sai chi era?-Chiesi dubbiosa mentre ci apprestavamo a girare l'ultimo incrocio tra i vari corridoi.

-Si, fa parte della nostra stessa classe ed è la "servetta" di Irina...-

-Eh!? Quella lì?? E perché? Come fa a stare dietro a una come quella??- Stavo cercando di trovare una piccola giustificazione a quelle domande in un angolo remoto del mio cervello... Ma non riesco a trovare una risposta. Allora anche qui c'è gente che si fa sottomettere, poverina, chissà che stress...

-Molti le hanno chiesto perché fa tutto ciò che le dice, ma lei si limita a rispondere che è la sua migliore amica...- Chiuse gli occhi per un secondo facendo un gesto con le mani.

Migliore amica... c'è gente strana al mondo! Non so che ci trova di buona in lei, ma a me non sembra altro che un'ochetta.. forse lo giudicata troppo in fretta, magari è una ragazza brava... vedrò di scoprirlo! Ora abbandoniamo questi pensieri che il mio cervello si sta surriscaldando più del solito, alla fine diventerà una gelatina e le uniche cose che riusciròa dire saranno "Mbliee, mbliee".



-Allora? Cosa mi racconti?-Mi chiese sorpassandomi con una saltello, piazzandosi di fronte a me e camminando a marcia indietro.

-Cosa ti dovrei raccontare?- Lo sapevo! Quel troppo pensare mi deve aver fatto partire i neuroni! Devo essermi persa qualche pezzo di discorso...Accidenti!!!

-Come mai hai scelto di venire in questa scuola?- Ci fermammo entrambe.

E ora cosa rispondo?? Se gli dico che non ho un motivo mi guarderà male e chissà cosa penserà, oppure decreterà che io tenga nascosto qualcosa! Eppure se mi invento qualcosa alla fine la verità salterà fuori e non si fiderà di me... Mhmm... Mi faccio troppi problemi, alla fine dire la verità e la cosa migliore, Marika non è ragazza che pensa male di qualcuno... almeno credo.



-Sincermanete, non lo so. Una bella mattina mi sono svegliata e ho deciso di andare in giro per il mondo a far fettine qualcuno.- Risposi con tutta calma. Lei senza distogliere lo sguardo da me chiese nuovamente.

-E i tuoi come l'hanno presa?- I miei...

-Non ho dei genitori, sono cresciuta in un orfanotrofio da quando sono nata, i miei mi hanno abbandonato appena nacqui senza una buona ragione... Forse l'hanno fatto perché non volevano avere una figlia diversa dagli altri bambini, forse mi vedevano come un mostro...- Mi guardo le dita delle mani che si torturano a vicenda mentre dico ciò.

Lei si intristì un poco e continuò

-M-mi dispiace... non lo sapevo...-

Alzai lo sguardo come se non avessimo detto nulla e con un sorriso risposi alla sua domanda di prima.

-La Madre dell'orfanotrofio ci restò secca, ma non fece nulla per fermarmi, si accertò solo che io fossi convinta al cento per cento della mia decisione.- Mentre camminiamo di nuovo fianco a fianco, mi saltarono le immagini della Madre a bocca aperta con il ferro da stiro posato su una camicia che stava per prendere fuoco per il troppo tempo lasciato su di essa... Evidentemente l'avevo mandata sulle nuvole!

Iniziai a ridacchiare e lei mi guardo sorridendo.

-Ricordare l'episodio ti ha fatto ridere! Anche se eri in un orfanotrofio devi aver passato dei bei momenti, giusto?- Era quasi preoccupata di ciò che aveva detto, forse perché non mi voleva far star male... quindi dissi una bugia.

-Si, c'era da divertirsi, io e gli altri bambini non facevamo altro che giocare, saltavamo da tutte le parti, c'era anche chi faceva delle specie di acrobazie che, come conseguenza alla Madre venivano i capelli bianchi!- Era vero che giocavano e che facevano marachelle, ma io non vi partecipavo, mi trattavano tutti male, mi escludevano e mi prendevano in giro... Non mi chiamavano nemmeno per nome, mi avevano soprannominato "Mostro dagli occhi viola", nessuno lì era mio amico... La Madre cerco il più possibile di evitare questi episodi ma non ci riuscì, alla fine decisi di stare il lontano da quei marmocchi e di aiutare nelle faccende di casa, infondo mi stava bene così.

-E tu ne facevi?-

-Qualche volta...- finii senza aggiungere altro, alla lunga non sarei più riuscita a inventarmi bugie.



Stiamo percorrendo il corridoio con il tappeto rosso, quello che conduce alla mensa e già di lì si sente un fracasso enorme si sentono grida e urli degli studenti e rumori di sedie che sbattono a destra e a sinistra, il sol pensiero di ritrovarmi in quella stanza almeno due volte al giorno mi fa venire i brividi. Odio chi fa eccessivo casino... diciamo che odio il chiasso che non mi sta a genio... Se ci sono io di mezzo, evviva! Si fa festa! Comunque ritornando alla sala pranzo credo che diventerò isterica, così tanto da appiccare fuoco a qualcosa...

Mentre attraversiamo un corridoio con i muri e il tetto di vetro vedo un ragazzo alto oltre un metro e ottanta con i capelli color castano, ordinati e con due ciuffi che gli scendono sul viso che si avvicina a noi tutto sorridente .

Sentii sbuffare Marika e dire qualcosa che assomigliava a una lamentela, forse quel tipo gli sta antipatico.

-Salve belle ragazze!- Il moro si fermo davanti a noi con lo sguardo di chi ha appena visto qualcuno di molto interessante, quello che non sono io.

-Ciao Dany che vuoi?- Marika lo saluto sbuffando.

-Perché fai così? Non posso neanche più parlare con delle belle fanciulle?- Stava sorridendo così tanto che fra poco gli usciva dal viso.

-Se lo viene a sapere Irina...- Si, Mary è decisamente esasperata, chissà quante volte si ripeteva quella scena. Dany chiuse gli occhi e rispose con tranquillità.

-Ci siamo lasciati- Riaprì gli occhi e ritornò a sorridere.

-E ti sei dato alla caccia vero?-

-Esatto!- Mentre lo diceva guardava prima me e poi Marika.

-Bene, buona fortuna! Ora dobbiamo andare- Le stava quasi per uscire il fumo dalle orecchie, mi prese per un braccio e mi trascinò verso l'entrata della mensa.

-E dai!! Restate un po' con me!!!- piagnucolò mentre ci guardava allontanarci. Forse Marika è stata troppo dura, ma se continuavo a vedere quel sorriso mi sarebbe venuta voglia di prenderlo a pugni, non so perché ma ha una faccia da schiaffi.
Tiffany
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Re: Le mie creazioni

Messaggio da Tiffany »

Capitolo 4_ Nuovi incontri

Il chiasso è sempre più forte e appena all’entrata già si vede una fila chilometrica di studenti, che si spintonano, si mandano a quel paese e che si menano, questo è il luogo perfetto dove le buone maniere si vanno a far benedire. La sala è enorme, davanti all’entrata, scavalcando l’ammasso di tori impazziti, che mi s a che sarà sempre presente, si trovano dei lunghi banconi, le cuoche che servono il cibo e vetrine che mostrano dolcetti, pizzette e ogni altro genere di roba. A destra, invece ci sono i tavolini da quattro, ovviamente tutti ammassati, sarà un’impresa passare tra quelle trappole mortali, sicuramente finirò schiacciata tra le sedie, che mi ricorda un gioco per gameboy… tetris! Ci giocavo sempre da piccola, solo che qui è in formato gigante…
Il pavimento è di color blu-grigio con venature, un tappeto largo e rosso circonda i banconi e, tra tavoli, ci sono dei pilastri, dove sono appiccicati volantini dalla cima fino a toccare a terra, anche la parete a sinistra dell’entrata è zeppa di foglietti che coprono l’intera parete, che parlano dei tornei di carte del C.C, del club di musica e concerti e delle regole del comitato disciplinare chiamato anche CdD, che a mio parere sono un branco di idioti, perché a quest’ora dovrebbero essere qui a lavorare invece di starsene in giro a rimproverare quei poveri bambini che giro per la scuola.

-Uff, ma che casino!- Sbuffo Marika lamentandosi, cercando di vedere cosa c’era nei banconi.
-Quanto… dovremo aspettare?- La depressione stava già arrivando, non mi allettava l’idea di aspettare un’ora o più ad aspettare qualcosa da mettere sotto i denti. Chissà che cosa c’è da mangiare…
-Senti…- Inizio Marika, guardando verso i tavoli compressati.
-…Tu prendi posto… io prendo da mangiare… dimmi che cosa vuoi.- Si girò verso di me in attesa della risposta. Ci pensai su, ma tanto che importava? Era già tanto se alla fine rimanevano le briciole… Non sono più di tanto convinta di quello che mi ha detto Mary in corridoio, questa gente sembra un ammasso di tori inferociti!
-Uhm… quello che c’è, non ho preferenze- Quanto può far schifo il cibo di questo posto? Di sicuro non arriva ai livelli della locanda di Deling City…
Inizio a perlustrare la parte ovest della stanza, in cerca di due posti liberi, ma i tavoli erano quasi tutti pieni e non mi andava di sedermi accanto a quei fanatici delle carte, ogni scusa è buona per giocare e scipparti le tue rarità! No che io ne abbia… il Triple Triad non mi ha mai affascinato.
Tutto pieno, ma all’improvviso i miei occhi cadono su un tavolino vuoto, in un angolo, con solo una persona seduta. E’ una ragazza… Ma non è come gli altri è diversa, è più bassa di me, è snella e atletica, ma la cosa che si nota di più sono i suoi capelli, non credo che siano “veri” ma chi sono io per dirlo che o degli occhi che non hanno neppure le cavie da laboratorio? Ha uno strano colore, ormai i parrucchieri sanno fare di tutto… Li ha corti, fissati con il gel, in modo da creare delle punte sottili, specialmente sulla fronte, alla radice i capelli sono bianchi e man mano che scendono verso le punte iniziavano ad essere prima di un arancione chiarissimo fino a in scurirsi alla fine. Porta degli orecchini lunghi e una collana con una croce nera, questo è tutto quello che riesco a vedere da qui, in quanto a vista non mi batte nessuno!!
Incuriosita da quella studentessa mi voltai verso Marika e senza pensarci le chiedo chi è.
-Chi è quella ragazza la giù in fondo? Nel tavolino all’angolo- La indicai e non so come lei si girò di colpo, mi ha fatto venire un colpo, non perché mi ha colto in flagrante mentre le puntavo il dito contro… ma per i suoi occhi… sono come i miei, soltanto che il colore è diverso, sono di un rosso fuoco, bellissimo. Ci fissammo per un istante lungo anni, come se il tempo attorno a noi si fosse fermato, sembravano che quegli occhi avesserò visto chissà che cosa.
Lei distolse lo sguardo e io rimango ancora come un’ebete a fissarla mentre Marika mi risponde, poi mi giro verso di lei.

-Si chiama Naoko Hara, ha la nostra stessa età è una ragazza piuttosto strana, la si può vedere subito, al primo impatto, non ha amici e non parla quasi mai, se non è necessario… molti hanno provato a far amicizia con lei, ma non li ha degnati neanche di uno sguardo… e come se vivesse in un mondo tutto suo.- Marika ritorno a far la fila e io, inizio a camminare verso quella che sta per diventare mia preda, ovvero la studentessa associale, voglio riuscire a strapparle qualche parola dalla bocca!
Cammino a passo deciso verso il tavolino isolato e una volta raggiunto, chiedo solita cosa che chiedono tutti per sedersi…. Che originalità

-Ciao, posso sedermi qui insieme alla mia amica?- Mi sta guardando storto, si decisamente storto. E ora?? Se mi risponde di sparire? Che faccio?
Lei non rispose, si limitò a continuare a leggere il suo libro di storia. E va bé chi taccia acconsente…
Mi siedo di fronte a lei e inizio a osservarla, ora che la vedo così da vicino, noto che è davvero molto bella e sembra che abbia un comportamento.. di altri tempi… Azzardo a parlare.

-Io mi chiamo Crystal Allen, piacere di conoscerti, tu come ti chiami?- Alzò lo sguardo velocemente e mi prese un mezzo infarto... forse non mi sopporta.
-Mi chiamo Naoko Hara- Si rimise a leggere. Una davvero di poche parole.. spiccicare qualcosa in più? Una volta ero io Miss “Poche parole” mi ha battuta, mi sento una perdente!!!Devo tenere alto il mio onore!!! Devo farla parlare di più! Una nuova missione per Crystal la rompi!
A farmi ritornare alla realtà è stata Marika, che mi stava dando delle leggere gomitate al braccio, mi stava avvertendo che sotto il naso ho un vassoio pieno di roba, patatine, un hamburger e una bibita… Ma che cos’è? Un Fast Food?? Fa niente accontentiamoci, o questo o il digiuno.
Prendo l’enorme panino ripieno di non so che roba e prendo un morso, intanto Marika mangiava una patatina molto lentamente, guardando con timidezza Naoko, evidentemente è una cosa tutta nuova per lei, chissà cosa passa per la testa della bi color...

-Mi spieghi perché ti sei messa?- Mi chiese Mary, con tono bassissimo
-Voglio fare amicizia!- Le feci un sorriso e lei incredula riprese a mangiare guardando ogni tanto di sottecchi la ragazza di fronte a noi. Io ricomincio a parlare chidendole le prime cose che mi vengono in mente pur di attaccar bottone, questo tavolo sta diventando un mortorio… già si vedono gli spiritelli che girando inquieti sopra ad esso…

-Naoko, che arma usi?- Domanda migliore? Come minimo mi fulminerà…
-Asta.- Rispose continuando a leggere, sempre peggio.
Marika, intanto si era fermata a mangiare nello stesso momento in cui Naaoko ha risposto, ha una faccia da ebete… La mora, si girà di scatto verso di me e sempre con lo stesso tono di prima.
-Ma come hai fatto a farla parlare?? Non parla mai a nessuno!- Sembrava sconvolta ma allo stesso tempo soddisfatta.
-Ehm.. bhò. Forse parlandole?- Mary per risposta scosse la testa e ritorno a mangiare, io feci lo stesso.

Il tempo scorse in fretta e io ogni tanto chiedevo a la strana tipa cose futili, ma allo stesso tempo importanti, del tipo con chi condividesse la stanza, che materie preferiva e anche da dove venisse, la sua risposta? “Da molto lontano” non aggiunse altro…
La campanella vicino all’entrata suona, segno che la stanza bisogna essere sgomberata nel giro di cinque minuti, ovviamente io sono stata spiaccicata come minimo una decina di volta, mi sento pressata… mi serve la pompa per le biciclette… Dovevo dar ascolto al mio instinto di sopravvivenza e starmene seduta finché la mandria di bufali non fosse andata via, a bé mi sarà di lezione per la prossima volta.
Ritrovai Marika all’entrata della mensa che si massaggiava il collo, ovviamente devono aver ammazzato pure lei.

-Mi hanno distrutto qualche costola e fatto venire il torcicollo! Ma dove sono quelli del CdD??? Oltre che far rispettar le regole devono mettere in ordine un caos simile! Alla prossima mi vado a lamentare! E voglio vedere se poi non lo sostituiscono quel Leader incompetente!!- Era proprio infuriata, forse è un po’ troppo per un evento del genere, ma forse lei ne ha viste di peggiori.
-Senti…ora dove andiamo? Io non ho ancora sonno…- Ecco che inziavo a fare la bambina, “No! Non voglio andare a dormire! Voglio giocare!” Chissà che penserà di me ora? Cosa vuoi che ci sia in una scuola a quest’ora? Perché prima parlo e dopo penso?
-Mhm… il coprifuoco scatta alle ventidue, quindi abbiamo ancora un po’ di tempo…- Marika ci pensò un istante e poi indicò il corridoio con il tappeto rosa, non ricordo a cosa porti… Devo memorizzare meglio la cartina.
-…Andiamo al giardino! Ti Voglio far vedere una cosa.- Rise e si mise la mano davanti alla bocca. Mi girai verso il suddetto corridoio e solo in quel momento mi accorgo che da lì proviene una musica. Non me ne ero accorta, mi sa che uno di questi giorni dovrò andar a far visita all’otorino, presto diventerò sorda!!!

Più ci avviciniamo e più è chiara la melodia, c’è solo una chitarra che suona e uno che canta. Non me ne intendo di genere musicali ma devo ammettere che ha ritmo.
Finalmente all’aria aperta, e il giardino è molto grande e soprattutto bellissimo, ai lati c’è solo acqua con delle cascate al centro del piccolo piazzale davanti a noi c’è una pianta con aldilà una banchina, poi si scende, e si arriva a una piazzale più grosso del precedente con banchine ai lati e oltre varie tipi di piante a me sconosciute e, infine, dopo gli ultimi scalini si apriva un grosso spazio senza piante con un piccolo palco vicino alla parete ancora da montare come si deve, i cavi per terra sono dappertutto e ho la brutta sensazione che finirò per terra come un sacco di patate. Vicino al palco ci sono delle casse e degli amplificatori e roba simili e sopra al palco ci sono due i due personaggi che stavano producendo quella musica già da qualche minuto.
Sono due ragazzi, identici, sicuramente fratelli gemelli, soltanto che non era difficile distinguerli. Il cantante è alto e biondo con l’evidente ricrescita nera alla radice dei capelli, li ha lunghi quasi fino alle spalle, laccati di sopra e sistemati alle punte con il gel, ha gli occhi marroni ed è snello anche se i suoi abiti riescono quasi a nasconderlo. Porta una maglietta larga con le maniche corte blu e dei pantaloni da ginnastica grigio chiaro sempre si qualche taglia in più ed infine delle comuni scarpe comune, di qualche marca che ora non mi viene in mente. L’altro invece ha un modo totalmente diverso nel vestirsi. Ha i capelli neri con riflessi blu, ha due ciuffetti sottili che gli scendono davanti agli occhi e altre due ciocche di capelli vicino all’orecchie aggiustati con il gel, lunghi poco più giù del mento, da essi verso la nuca i capelli sono tutti incasinati, non trovo altro modo per definire “quella roba” sempre fissati con la medesima poltiglia. Porta una maglietta bianca aderente che gli fa vedere gli addominali e sopra un giubbotto corto di color blu con varie cerniere e catenine, con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Indossa dei jeans neri lucidi stretti e sotto al ginocchio hanno una cintura che lega la gamba sinistra a quella destra e per ultimo degli stivali in corredo con i pantaloni.

Ci sono solo due o tre persone che li guardano, secondo me è uno spreco, ma se si stanno esercitando meglio così, ma a me quella melodia, anche se lo sentita solo una volta mi sembra già perfetta. Mi volto verso Marika e noto che è totalmente concentrata su quei due come se ci fossero solo quelli.
-Marika? Chi sono questi due?- Lei mi rispose tendendo lo sguardo fisso su di loro.
-Sono Hikaru e Yuki Asai… sono bravi vero?- Ma si è incantata? E va bé…
-Chi è Hikaru e chi Yuki.- Li guardai di nuovo.
-Hikaru è il biondo, Yuki è l’altro- L’altro… Non che gli piace il tinto? Qua gatta ci cova!
I due finito di suonare, staccano cavi e roba varia e contenti scendono dal palchetto e Marika li raggiunge.
-Ciao! Avete suonato benissimo anche questa volta.- Disse la mora con un sorriso grande quanto una casa.
-Grazie!- I Hikaru, davanti a lei rispose al con un altro sorriso.
-Abbiamo ancora da migliorare alcuni pezzi.- Fece il fratello serio, mi sa che è l’opposto dell’altro. Io mi intanto mi avvicino.
-Mary, chi è questa ragazza?- Il biondo mi fissava, io arrossii… La cosa non va bene!!! Non posso essere color pomodoro! Penseranno che gli vada dietro… però sono belli… Crystal manda via questi pensieri che non è il momento.
-Si chiama Crystal Allen è arrivata oggi. E’ la mia compagna di stanza.- Si girò verso e mi sorrise per poi rivoltarsi verso i due.
-Piacere! Hikaru, e l’antipatico dietro è mio fratello Yuki- Ci stringemmo la mano, e quello dietro saluto con un cenno e si girò. Mi sa che non gli vado molto a genio…
Ora che sono più vicini, noto che Hikaru, ha un piercing all’orecchio destro e Yuki al sinistro. Mi sono sempre piaciuti quegli oggettini, ma non ho mai avuto il coraggio di farmene uno.

Dopo qualche minuto io e Mary ci incamminiamo verso i dormitori, seguite dai gemelli che ogni tanto si beccano lungo la strada. Marika, non ha smesso un minuto di sorridere. A volte Hikaru si azzarda a chiedere un qualcosa di me, cose che avevo già ripetuto durante la giornata a Marika, Yuki non mi ha parlato nemmeno una volta.
-Bene, allora buonotte!- Marika li salutò con la manina.
-Buonanotte!- Ci salutammo tutti e ci dividemmo.
-Ahhhh! Che giornata! Non pensavo che avrei incontrato tutte queste persone in una sola giornata!.- Mi butto con il peso di un elefante sul mio letto, la rete cigola… Forse ho preso chili!!!! Oddio, presto diventerò una palla enorme! Che bello almeno nelle partite avrò un ruolo che sarà solo mio! Ridacchio al pensiero i ritrovarmi a fare da palla.
-Vedrai che ne incontrerai altra!- Disse Mari dalla sua stanza, io mi misi svelta il pigiama con gli orsacchiotti… E’ da bambini ma a me piaciono, allontanano gli incumbi! Ovviamente questa era la storia che ci raccontava la Madre per farci dormire tranquilli.
-Non vedo l’ora, specialmente se sono tutti associali…- Chiudo gli occhi e ripenso agli incontri della giornata. Mi viene in mente il volto di Naoko, chissà da dove viene… Forse anche lei è stata abbandonata per via dei suoi occhi.
-A chi ti riferisci? A Naoko o Yuki?-
-Entrambi-
-Naoko è sempre stata così, Yuki… Devi conoscerlo! Non è un’associale, credo sia solo… timido.- Marika si sedette sul mio letto senza che me ne accorgessi… Pensare che uno come Yuki sia timido… La cosa mi suona strana…
-Sarà… Io sono convinta di non piacergli.- Faccina triste… Lei rise.
-Io non penso all’inizio è così un po’ con tutti, pensa che quando li ho incontrati io non si accorgeva nemmeno di me! -
-Ma… a te piace Hikaru?- Azzardai mettendomi seduta a gambe incrociate davanti a lei.
-Ma che dici! A me non piace nessuno è solo un’amico!- Rise. Non me la racconta giusta, un giorno o l’altro scoprirò cosa c’è sotto! Crystal detective!!
-Piuttosto…- Eccola che cerca di cambiar discorso.
-… Come mai ti sei seduta vicino a Naoko?- Mi chiese dubbiosa.
-Volevo fare amicizia, semplice!- Sorrisi, non mi andava di dire che voglio sapere qualcosa su quella ragazza che mi assomiglia tanto, potrebbe pensar male… Mi giro verso la sveglia, sono le dieci e mezza passate.
-Fra un po’ saranno le undici, meglio mettersi a dormire oppure domani non mi alzerò mai.- Buttai la testa indietro, come se fosse un masso.
-Va bene, allora buonanotte!- Mary si alzò e andò nella sua stanza spegnendo la luce. Per quanto la trovi simpatica non avevo più voglia di continuare a parlare, ho troppe cose che mi frullano nella testa e sono totalmente andata per continuare a stare sveglia.
Mi filo sotto le coperte, chiudo gli occhi e attendo che il sonno arrivi.
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