Il sistema economico e la crisi

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Fausto
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Fausto »

No. Perchè la banca a cui diciamo un Mister X deposita i soldi non è che li tiene materialmente dentro di essa, a parte la riserva legale prevista per legge tutto il resto verrà dalla banca investito, sotto forma di prestito, a imprese che a loro volta investiranno il denaro in qualcosa, che poi magari verrà ridepositato in banca, che verrà rinvestito ecc ecc. In pratica lo stesso denaro viene usato da più persone diverse, per fare un esempio da 10000 euro si sviluppare un volume di affari da 100000 euro. Questo effetto è chiamato moltiplicatore di moneta.
Ma in tutto questo circolo di denaro tra Mister X, banche, imprese, e poi ancora banca, per il cittadino comune col portafoglio vuoto cosa cambia?
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Gunblade00
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Gunblade00 »

Sirius ha scritto:Riguardo al debito pubblico avrei alcune domande: ho sentito in qualche trasmissione che il debito pubblico dell'Italia è pari al 120% del prodotto interno lordo, mentre quello della Spagna è al 55% del P.I.L. Eppure la Spagna risulta più vicina al tracollo come la Grecia di quanto non lo sia l'Italia. Ora, ribadisco che non capisco granché di economia, ma com'è possibile ciò? Avendo noi il debito pubblico più alto dovremmo essere messi in condizioni peggiori rispetto alla Spagna, no?
Il debito pubblico non c’entra.
Sgomenta l’unanimità con la quale destra e sinistra continuano a concentrarsi sul debito pubblico. Che lo faccia la destra non è strano: il contrattacco ideologico all’intervento dello Stato nell’economia è il fulcro della “controriforma” seguita al crollo del muro. Questo a Rossanda è chiaro. Le ricordo che nessun economista ha mai asserito, prima del trattato di Maastricht, che la sostenibilità di un’unione monetaria richieda il rispetto di soglie sul debito pubblico (il 60% di cui parla lei). Il dibattito sulla “convergenza fiscale” è nato dopo Maastricht, ribadendo il fatto che queste soglie sono insensate. Maastricht è un manifesto ideologico: meno Stato (ergo più mercato). Ma perché qui (cioè a sinistra?) nessuno mette Maastricht in discussione? Questo Rossanda non lo nota e non se lo chiede. Se il problema fosse il debito pubblico, dal 2008 la crisi avrebbe colpito prima la Grecia (debito al 110% del Pil), e poi Italia (106%), Belgio (89%), Francia (67%) e Germania (66%). Gli altri paesi dell’eurozona avevano debiti pubblici inferiori. Ma la crisi è esplosa prima in Irlanda (debito pubblico al 44% del Pil), Spagna (40%), Portogallo (65%), e solo dopo Grecia e Italia. Cosa accomuna questi paesi? Non il debito pubblico (minimo nei primi paesi colpiti, altissimo negli ultimi), ma l’inflazione. Già nel 2006 la Bce indicava che in Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna l’inflazione non stava convergendo verso quella dei paesi “virtuosi”. I Pigs erano un club a parte, distinto dal club del marco (Germania, Francia, Belgio, ecc.), e questo sì che era un problema: gli economisti sanno da tempo che tassi di inflazione non uniformi in un’unione monetaria conducono a crisi di debito estero (prevalentemente privato).
Inflazione e debito estero.
Se in X i prezzi crescono più in fretta che nei suoi partner, X esporta sempre meno, e importa sempre più, andando in deficit di bilancia dei pagamenti. La valuta di X, necessaria per acquistare i beni di X, è meno richiesta e il suo prezzo scende, cioè X svaluta: in questo modo i suoi beni ridiventano convenienti, e lo squilibrio si allevia. Effetti uguali e contrari si producono nei paesi in surplus, la cui valuta diventa scarsa e si apprezza. Ma se X è legato ai suoi partner da un’unione monetaria, il prezzo della valuta non può ristabilire l’equilibrio esterno, e quindi le soluzioni sono due: o X deflaziona, o i suoi partner in surplus inflazionano. Nella visione keynesiana i due meccanismi sono complementari: ci si deve venire incontro, perché surplus e deficit sono due facce della stessa medaglia (non puoi essere in surplus se nessuno è in deficit). Ai tagli nel paese in deficit deve accompagnarsi un’espansione della domanda nei paesi in surplus. Ma la visione prevalente è asimmetrica: l’unica inflazione buona è quella nulla, i paesi in surplus sono “buoni”, e sono i “cattivi” in deficit a dover deflazionare, convergendo verso i buoni. E se, come i Pigs, non ci riescono? Le entrate da esportazioni diminuiscono e ci si deve indebitare con l’estero per finanziare le proprie importazioni. I paesi a inflazione più alta sono anche quelli che hanno accumulato più debito estero dal 1999 al 2007: Grecia (+78 punti di Pil), Portogallo (+67), Irlanda (+65) e Spagna (+62). Con il debito crescono gli interessi, e si entra nella spirale: ci si indebita con l’estero per pagare gli interessi all’estero, aumenta lo spread e scatta la crisi.
Da http://www.ilmanifesto.it/archivi/comme ... colo/5225/
La risposta è un po' in ritardo. Comunque meglio di niente.
The Dark Mod
"Non leggere mai un libro che è nato ed è stato battezzato (con l'inchiostro) nello stesso momento."
"Un panino imburrato di più o di meno in corpo al fantino decide a volte di corse e scommesse, cioè di felicità e infelicità di migliaia.- Finchè il destino dei popoli dipenderà ancora dai diplomatici, gli stomaci dei diplomatici saranno sempre oggetto di angoscia patriottica." Nietzsche. Umano, troppo umano.
Fausto
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Fausto »

Eccomi nel topic giusto,acc.. mi faccio sempre riprendere :smile:

Non parlavo di vivere al di sopra dei propri mezzi, parlavo di una truffa un inganno colossale, i soldi per cassa integrazione, mobilità, sono le tasse che paghiamo.
Poi con il discorso della prospettiva di vita vogliono tenere a lavorare vecchi (perchè non si muore ma si invecchia lo stesso), a discapito dei giovani, il mondo e' sempre più tecnologico e muta sempre più velocemente, le persone anziane dovrebbero fare i nonni e coltivare qualche hobby prima di iniziare a farsela nei pantaloni.
La terza età può essere una grande risorsa, ma secondo me ci deve essere ricambio generazionale.
Poi ognuno è libero di lavorare fino a 100 anni non lo si può certo impedire di muratori c'è sempre bisogno :asd:
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Dadario Manuel
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Dadario Manuel »

Ecco le conseguenze di un Capitalismo malato.
Denaro,denaro..Le banche,sono riuscite a trasformare un semplicissimo mezzo di scambio in una macchina,a scopo di lucro,con la quale tassano la popolazione raccogliendo interessi e ancora interessi.Per legge,grazie alle nostre politiche rigorose ed infallibili,tutte le banche commerciali hanno diritto a creare denaro da prestare(senza più oro a supporto della nostra moneta) e lo fanno limitandosi a scrivere dei semplici numeri sul conto di chi riceve un finanziamento,il cittadino comune.Quest'ultimo restituirà la somma ricevuta più gli intreressi ed è con gli interessi,con i soldi degli altri, che le banche,con tutto il denaro che circola nel mondo creano e gestiscono il proprio rendimento.Il denaro.

Chiaramente la gestione monetaria è complessa ma la base è questa.Quando poi con il prestito ottenuto andiamo a fare i nostri bravi investimenti la moneta in circolazione finisce per essere gestita da altri creditori,banche,società,singoli individui e restano sul mercato fino a quando al prossimo turno non rientrano con gli interessi di qualcun altro debitore alla propria banca .Ma il cittadino non è solo il debitore della propria banca,da buon investitore e consumatore è tenuto a far fronte alle tassazioni per equilibrare una certa spesa pubblica spesse volte gestita male,controllata male fin quando inevitabilmente ci ritroviamo in una fase di stallo trà le banche ed il debito pubblico.C'è dunque un nesso trà la spesa pubblica ed i debitori delle banche che è quello degli interessi sul debito pubblico,sia esso da parte di singoli individui che da società di qualsiasi entità.Provo a spiegarmi diversamente con un esempio:
lo Stato (che è il Governo,la" Politica opportunista" e non NOI intesi come cittadini ) chiede soldi, si impegna a riscuotere dai cittadini ingenti tasse per coprire il debito pubblico che non è altro la nostra moneta "gestita male".A questo punto le banche Italiane(nel nostro caso)sarebbero tenute a non far più credito ai loro clienti altrimenti alimenterebbero un debito già esistente,la dove i soldi investiti male avrebbero pochissime probabilità di tornare indietro con gli interessi(che dovrebbero poi aumentare di una percentuale quasi impossibile da sostenere).Ecco il punto di stallo cui mi riferivo.

Stiamo alimentando sempre più,in un circolo vizioso, un favoritismo di mercato per il quale si paga profumatamente, oggi l'inevitabile aliquota della crisi economica innescata da governi capitalisti sempre più affamati tra di loro, per governare, per sottomettere, per imporre la propria operatività socio-economica. Quì la politica ne riscuote i suoi frutti..anche marci(ormai).Il Debito Pubblico.

E si fà fatica a campare:

Quando con il solito stipendio inizi a non poter più sostenere spese,oltre a quelle mensili, giornaliere come ad esempio l'aumento(perenne) della benzina e di alimenti , ti accorgi che il tuo dignitoso rendimento lavorativo comincia ad essere inversamente proporzionale al contenuto delle tue tasche ( quelle di una buona parte di cittadini) c'è più di qualche cosa che non và ,anzi, che funziona male.Ritorniamo anche sulla spesa pubblica che se viene gestita male,se ne aumenta il disavanzo finanziario accumulato(lo stato spende più di quanto ha incassato ; l'incasso viene amministrato male o comunque le tasse non sono riuscite a coprire il bilancio di servizi pubblici che si hanno o che si dovevano avere), arrecando gravi conseguenze ai vari paesi interessati.Anche Lavorare di più, per produrre di più non dovrebbe diventare antiproducente in termini di mercato, come potrebbe sembrare paradossale pensare che prodotti commerciali di basso costo debbano essere per forza scadenti.. in effetti se partissimo da questo presupposto,con una pressione fiscale adeguata sulle retribuzioni, il debito potrebbe essere ridotto, il pil tornerebbe(in teoria) su valori meno preoccupanti e comunque positivi.

Se il sistema è malato bisognerebbe anche focalizzare ed interrompere lì dove il mercato paralizza un eventuale sviluppo di altri prodotti o investimenti, favorendone,quindi, quelli fotocopia, anche per acquisti,penso io, presumibilmente poveri di utilità, si insomma dei quali si potrebbe fare a meno..un esempio pratico potrebbe essere l'acquisto di telefonini sempre più somiglianti a pc invece di un semplice apparecchio funzionante come metodo di conversazione,anche le automobili di oggi hanno ormai sostituito qualsiasi altro metodo di trasporto(facendo riferimento anche a la benzina)che magari è stato brevettato ma per ovvie ragioni non è sul mercato,voglio dire, viviamo in un sistema dove la massa ci impone di non poter vivere diversamente.

Anche l'alternativa ad una facile disponibilità di energia è quella di averne sempre di più e questo vale ,credo,per qualsiasi altro tipo di acquisto in merito e le aziende cercano di produrre di pìù ma sempre al minor costo possibile per rientrare nell'ottica di un capitalismo,quello di oggi, sempre più oppressivo.eccoci dunque ad un collasso economico.In definitiva non accettiamo(per forza maggiore) delle vere e proprie alternative,non vi sembra?

Il costo di acquisto di un prodotto e la sua gestione andrebbe commisurata in base alla sua efficacia, alla propria funzionalità,quando invece siamo sommersi dalle immagini e da apparecchi che ci fanno quasi perdere il senso del "valore del denaro".Ora educare la nuova generazione sotto questo punto di vista credo che sia,a mio avviso,già un buon punto di partenza per non alimentare la crisi che investe il valore della moneta.

Il Capitalismo quando è instabile(malato) non promette nessun futuro per le generazioni a venire anzi le rende vulnerabili su qualsiasi tipo di risparmio, di investimento,ne è stato un esempio tangibile l'America negli anni passati con gli scandali di truffe da parte di non poche aziende o la famigerata Parmalat in Italia in gestione Tanzi che fù una vera e propria fabbrica di debito.La corruzione del sistema, imperiale,prevale sull'innocenza del più debole economicamente che è tenuto a fare il cittadino omologato per un unico scopo,alimentare il conto bancario capitalista facendone parte in modo fittizio.

Interrompere questo circolo vizioso apparentemente non sembrerebbe possibile ma realmente è quello che stà accadendo oggi con le Borse di tutto il mondo che rispecchiano in maniera proficua la negativita di molti titoli quotati..forse perchè non si riesce a fare,quasi mai, del capitalismo un apparato trasparente ed efficiente gestito per la società stessa.

In questo senso unico,con il debito pubblico e crediti fittizi, per sua natura, la crisi probabilmente è destinata a crescere.
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Dadario Manuel »

Osservazioni su eventuali ripercussioni della crisi economica greca.

Originariamente il "debito pubblico" della Grecia ha compromesso la sua crescita economica ed ha alimentato le preoccupazioni del resto dell'Europa e ci sono chiaramente delle valide ragioni.

I problemi socio-politici,come quelli dei licenziamenti, innalzamento dell'età pensionabile, taglio agli stipendi sono la conseguenza di una produttività di gran lunga iferiore rispetto ad altri paesi (pochi ...!)europei.Ora gli ideali di un progetto di integrazione europea sembra,agli occhi degli investitori,assai remota e chiaramente le Borse,ad effetto,sono in negativo.Contestualmente(a catena) le aziende non implementano strategie di mercato a lungo termine,anzi,si ritrovano costrette a mantenere i propri profitti su un regime di produzione lento e a basso costo di mano d'opera e l'effetto domino dunque si ripercuote sul resto dell'economia europea dove cresce lo scetticismo e la sfiducia di investimenti.

"Non si hanno utili da seguire ,si vive alla giornata" dice, in Italia,una signora che gestisce un'azienda.. ..

Se in un futuro ipotetico,non molto lontano le Autorità europee pensassero a gestire la moneta per una produttività ed una pressione fiscale comune per i paesi, ci ritroveremo ad assomigliare molto agli Stati Uniti d'America ..ne varrebbe la pena?..
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Dadario Manuel »

Offerte di lavoro, da parte di alcune aziende italiane, non corrispondono,in buona percentuale tra neolaureati e diplomati,alle domande per l'impiego,magari un impiego specifico, degli interessati al mondo del lavoro. Anche questa è una realtà(e penso io tra le principali) per far muovere alcuni ingranaggi sociali per un futuro, si spera,proficuo.la Crisi economica ed il paradosso domanda-offerta di lavoro come due facce della stessa medaglia.. ..Intanto La Cina risulta essere ancora la prima per gli investimenti in rinnovabili(a tal proposito può essere utile pensare che ad oggi è la maggior installatrice di sistemi solari termici).
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Dadario Manuel »

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/ ... 06531.html

Sui licenziamenti facili "i sostenitori" non saranno mai a favore dei dipendenti(qualsiasi essi siano belli e brutti; bravi o fannulloni).Benchè l'Italia sia un paese di Lavoratori(quei pochi ormai con DIRITTI e DOVERI), rischia,a questo punto, di essere schiavizzata da una politica europea che ricapitalizza sui propri debiti(cioè le banche)senza ulteriori innovazioni e scarsa competitività.

D'altra parte comprare o cedere il debito italiano significa,oltre (eventualmente) a ridurre gli oneri finanziari dell'Italia, prepararsi ad un mercato con poche e malsane regole ma soprattutto ad un mercato qualitativamente screditato, se solo pensiamo ad un primato di esportazione di materie finite ad un basso costo di produzione(guarda caso la Cina) per il quale molte persone,almeno la metà,nelle azienda sono impegnate a lavorare in nero oltre che ad essere sottopagate con risultati non sempre ottimali..anzi.

La crisi economica e le strategie politiche di mercato,decisioni sulle spalle dei lavoratori facendo anche esclamare,da oltreoceano, "viva l'Italia..."
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Re: Il sistema economico e la crisi

Messaggio da Dadario Manuel »

Dopo il collasso berlusconiano, assecondato dall'istinto dei propri sostenitori,la rappresentanza politica di un "Governo Tecnico" è quella di un economista,Mario Monti,che sembra mostrare la soluzione ai problemi che affliggono l'Italia e l'eurozona.Non vorrei sembrare malfidato, tantomeno dire stronzate ma io nutro, a tal proposito, non pochi dubbi.

Non vorrei,ad esempio, che si venisse a formare una politica ostruzionista(senza arrivare ad una soluzione efficace) un'anticamera di disegni di parte, che somigliano molto a quelli visti nel Governo che ha abdicato.

Poi il fatto ,che le elezioni siano una spesa onerosa(ma anche un diritto dei cittadini),quanto nominare senatore a vita un personaggio politico,dal nostro rappresentante nazionale,lasciano il tempo che trovano ad una domanda precisa che pone il Paese, che chiede semplicemente di fare della vera "economia" per gestire meglio un debito che "dobbiamo" colmare.Intanto,oltre a questo,le" Mummie di Stato" continuano a prendere 15000 euro di pensione..e,per assurdo, c'è chi deve campare con 400 - 800 euro(di pensione) al mese.

Quì si continua a politicare mentre si chiedono ancora risposte concrete ad un sistema economico che continua a non cambiar rotta. .. Staremo a vedere.
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