Ti replico con esecrabile e sfacciato ritardo, ma meglio tardi che mai.Kary ha scritto:Prima però vorrei sentire -mt- sulla prima questione del topic, ovvero: secondo te quanto peso ha raggiunto la citazione dei mondi Square e Disney nel corso della serie? Personalmente ritengo (ed è una osservazione neutra) che se nei primi capitoli la trama fungeva da collante per omaggiare questo o quel classico, negli ultimi i due mondi hanno assunto più il ruolo di "contesto" entro cui far svolgere le vicende.
Chiariamoci: parliamo di una serie con una destinazione di pubblico di pertinenza strettamente infantile.
Il versante Disney dell'impalcatura della serie si riverbera anzitutto nel tono fanciullesco (volutamente misero nei contenuti) che la vicenda narrata assume nei fatti: una fabula sì intrecciata, fosse anche ermetica nel suo dipanarsi, sontuosa nella forma, ma pur sempre correlata alle esigenze della sua utenza. Non è il Rosso e il Nero di Stendhal. Quindi nella trama si parla di sostegno reciproco, di fiducia in sé e nell'altro, di speranza per l'avvenire: temi per bambini esposti in una forma per bambini. Non c'è niente di male, men che meno, ma è così.
Detto questo, ad onor del vero penso che non abbia proprio senso demarcare le due polarità, una Disney e una più 'Square', del progetto, giacché semplicemente la serie non potrebbe sussistere senza questa vicendevole contaminazione. Questo valeva agli esordi e vige ancora adesso.
C'è una storia originale che arranca tra involuti risvolti e capziose epifanie dispiegate di gioco in gioco, ma sempre tese a calcare sui suddetti spunti infantili, poi ci sono comparse attinte qui e lì da titoli Square ed ambientazioni Disney. Ma la considerazione dell'opera nella sua genesi (e nel suo intento reale) non può esulare dalla considerazione della simultanea necessità dei due ambiti intrinseci a quella.