Aborto

[maxarp]

No, per me l'aborto va considerato in molti casi, specialmente se non si vuole veramente un figlio.
Per i primi tempi il bambino è lungo circa due centimentri, quindi non credo proprio che possa esprimere un'opinione, al massimo da un calcio. La scelta è dei genitori (o della mamma single) perché resta comunque una cosa che può non essere stata prevista e quindi si ha tutto il diritto di "prendere la via più facile": "ti devi prendere la responsabilità perché c'erano i rischi e ne dovevi essere consapevole", e chi l'ha detto? Abortiamo mei primi mesi e via, non è una mancanza di responsabilità, mica "fa male", mica "si elimina una vita", non c'è ancora vita nuova, quindi sarebbe come curare una malattia prima che si diffonda, che male c'è? Che male c'è sfuggire ad una responsabilità quando non si fa altro che bene? Non capisco...

[Nataa]

Metterò da parte il mio essere assolutamente intransigente e *contraria* all'aborto per tentare di rispondere in modo obiettivo.

Per i primi tempi il bambino è lungo circa due centimentri, quindi non credo proprio che possa esprimere un'opinione, al massimo da un calcio.

Il concetto di vita si estende a ben più della lunghezza del feto: cos'è la vita? Quando si esiste? Il diritto a vivere quando si ottiene? Domande a cui non si può dare una risposta univoca, molto spesso dipendono dall'etica personale e dalla responsabilità che si vuol dare al mettere al mondo un altro essere vivente. Io credo sia già vita, almeno nel potenziale, per certo -se Dio, biologi, medici, levatrici e Jashin non hanno preso un abbaglio- il feto diventerà un essere umano e potenzialmente si uccide ciò che potrà diventare.
E poi, perché un calcio non dovrebbe essere segno di protesta? (se il bambino arriva a poter dare calci -quindi avere gli arti sviluppati- si supera il tempo legale per abortire, che è al limite dei tre mesi).

Abortiamo mei primi mesi e via, non è una mancanza di responsabilità, mica "fa male", mica "si elimina una vita", non c'è ancora vita nuova, quindi sarebbe come curare una malattia prima che si diffonda

Il gesto di abortire, se compiuto senza la leggerezza di una mente frivola, fa male. Non è un dolore fisico, non è un dolore immediato, ma può ferire. La maternità è un sentire difficile da spiegare e vivere, soprattutto se si è giovani e imprudenti, negli anni si cambia e si può comprendere quanto possa essere stato un errore e aprire gli occhi è una sofferenza.
Non è vita, ma neanche una malattia. Un pensiero simile autorizza una ragazza ad abortire neanche fosse bere un bicchiere d'acqua, invece è qualcosa da fare dopo aver riflettuto bene, non è come prendere una medicina -esistono dei rischi nel procedere con l'operazione di raschiamento, tra cui danni all'utero.
Oggi non esiste neanche più la giustificazione del 'non conoscere' o 'non avere i mezzi per proteggersi' poiché è capillare la diffusione dei metodi contraccettivi e a tutti gli effetti restare incinta diventa una responsabilità da parte degli uomini, ma ancor di più delle donne.

Che male c'è sfuggire ad una responsabilità quando non si fa altro che bene?

Esiste pur sempre l'alternativa dell'adozione ma forse la cultura perbenista italiana preferisce uccidere piuttosto che lasciar vivere.

[maxarp]

Grazie Nataa per aver risposto

Credo che tutti quelli contro l'aborto pensino che sia egoista da parte della futura madre uccidere un'essere che prima o poi diventerà una persona in carne ed ossa.

Secondo questo:

Io credo sia già vita, almeno nel potenziale, per certo -se Dio, biologi, medici, levatrici e Jashin non hanno preso un abbaglio- il feto diventerà un essere umano e potenzialmente si uccide ciò che potrà diventare.

sarebbe il bambino quello "egoista" vivendo praticamente da parassita nella madre. Quando si concepisce consapevolmente la responsabilità diventa una conseguenza dell'atto, quando però si vuole "fuggire" non c'è nulla di egoistico considerando che il bambino diventa un parassita (non in senso offensivo ma è effettivamente così) e che la madre fa quello che vuole ddel suo corpo, e il futuro bimbo fa parte del suo corpo. Ora non è che vale il concetto "io ti ho dato la vita e io te la posso togliere" perché oggettivamente una persona diventa tale quando nasce e sviluppa la sua indipendenza, senza più bisogno di vivere all'interno del corpo ospitante (cioé la madre).

La maternità è un sentire difficile da spiegare e vivere, soprattutto se si è giovani e imprudenti, negli anni si cambia e si può comprendere quanto possa essere stato un errore e aprire gli occhi è una sofferenza.

mmm...quando qualcuno vuole abortire è ovvio che sia una scelta importante e cruciale, ma nessuno può dire che una persona non può abortire perché è troppo giovane e ne rimpiangerà o perché poi te ne pentirai arrivando ai sensi di colpa. Alla fine la madre può dire "voglio abortire" e la scelta sinceramente non spetta neanche al padre. Lui non ha voce in capitolo: non sa che sta passando la moglie/fidanzata e, ovviamente, non può impedirglielo. Come già ho detto il bambino (futuro) fa parte della madre a tutti gli effetti, quindi è sua scelta decidere se levarsi di dosso il fardello o prendersene la responsabilità, un po'come un intervento pericoloso: o rischi e fai l'intervento o convivi con la malattia. Con questo non sto paragonando il bambino alla malattia, però non dico nemmeno che la situazione non sia la stessa.