Garden 3

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

Moderatori: Pip :>, Garden Master

Bloccato
Stray
User
Messaggi: 91
Iscritto il: 15 set 2012, 02:35
Sesso: M

Re: Garden

Messaggio da Stray »

Il viavai dalla presidenza non lasciava presagire niente di buono. Per fortuna non lo riguardava, e di certo non si sarebbe nemmeno presentato autonomamente: il preside era una di quelle persone che di sicuro sapevano come comandare un luogo militare, e proprio per quello si domandava fino a che punto Montgomery avrebbe avuto una morale per risolvere le situazioni di crisi.
Forse Phoenix era troppo "buonista" per quell'ambiente, ma in fondo perché era andato via da Trabia proprio dopo l'indipendenza del Rinoa? Proprio per quel motivo: non si trovava a proprio agio coi metodi del Garden Supremo, cambiare aria gli aveva fatto bene in fondo, ed ora...sarebbe tornato ad essere una macchina per uccidere a sangue freddo? No, quello non se lo sarebbe mai permesso.

"E' da un po' che non ci sentiamo! Come stai Kal?"

Aveva approfittato del momentaneo rientro nel "suo" mondo per chiamare una persona che l'aveva aiutato parecchio a risollevarsi dal periodo buio in cui era entrato dopo l'incidente che l'aveva reso dipendente dalla neuropozina: il suo istruttore del Garden di Trabia.

"Non c'è male, signore. Il suo braccio?"

"Non so più come dirtelo di chiamarmi per nome! Tutto bene, a volte il prurito è insopportabile, ma si sopravvive. Ho saputo che avrete Montgomery come preside..."

"...sì, fintanto che il preside Phoenix rimarrà disperso, presumo."

L'uomo dall'altra parte si rabbuiò non poco, in fondo sapeva meglio dell'esthariano come ragionavano al Garden Supremo, essendoci passato pure lui non poche volte.

"Kal, non credo che se anche il preside dovesse mai tornare, le capoccie supreme accetteranno di riportare la situazione a com'era prima. Piuttosto contattami e vedrò se Trabia potrà aiutarvi in qualche modo."

"La ringrazio signore, lo terremo a mente."

La comunicazione proseguì con il resoconto di quanto era accaduto ai due uomini nella loro vita personale, anche se Kal continuò a rimanere "professionale" per tutta la durata della comunicazione. Solo quando fece vedere in antreprima il "progetto" a cui stava lavorando si lasciò un po' andare.

---------------------------------

Quel giorno aveva anchealtre cose dafare, come sottoporsi alla solita visita per farsi somministrare la neuropozina. Ma quando arrivò, in quel momento non c'era Aura: gli si presentò davanti una ragazza dagli occhi verdi ed i capelli argentei. Doveva trattarsi di una nuova cadetta, in effetti aveva sentito che l'infermeria si era "ripopolata". Aura sarebbe stata contenta di sicuro.

"Lei deve essere la nuova dottoressa. Piacere, cadetto Kaleco Stray."

Stray porse la mano alla donna, che la osservò qualche istante prima di ricambiare la stretta dell'esthariano.

"Piacere mio...giusto? Sono Shareen Jinn. Come potrei aiutarti?"

"Avrei bisogno di un'iniezione di neuropozina..."

Se ne vergognava abbastanza, era una cosa più forte di lui.

"Neuropozina...ah eccola qui."

Stray sospirò, preparandosi all'iniezione. In fondo era il momento peggiore di tutta quella storia. Dopo un'eventuale crisi di astinenza, ovviamente.
La ragazza fece per prendere la siringa predisposta per l'iniezione, ma gli scivolò di mano. Kal fece per prenderla al volo, ma l'oggetto si era fermato a mezz'aria: l'uomo guardò l'ago con uno sguardo misto tra lo stupore ed il terrore.

"Ti chiedo scusa, faccio meno fatica in questo modo, se non ti dispiace."

Non ebbe modo di rispondere che la siringa fece il suo lavoro, ed a Kal non rimase che mugugnare un mesto "grazie" mentre si massaggiava il braccio.

"Ho fatto qualcosa di male? Ho sbagliato un passaggio?"

"Cos...no, non hai sbagliato niente, tranquilla. Sono io ad avere paura degli aghi."

"Paura...di una cosa che ti fa stare meglio? Strano..."

La guardò alzando un sopracciglio, gli era sembrata una domanda strana.

"Lo so, è strano, ma gli aghi mi ricordano sempre brutte cose. Grazie di tutto dottoressa Jinn."

---------------------------------

L'ultima tappa, per il momento, era lo zoolab per provare il nuovo scudo d'attacco con richiamo magnetico che aveva progettato. L'idea gli era venuto molto tempo prima, ed aveva infatti impiegato molto tempo a svilupparlo coi materiali più adatti. Doveva essere leggero, maneggevole, resistente e pure tagliente, in caso. Doveva pure adattarsi ad un eventuale nuovo stile di combattimento, ma quello era il male minore.
A quanto pareva però lo zoolab era già occupato da Homura: la sfida era risuonata per tutto il Garden, e si domandava come mai il preside avesse acconsentito ad una cosa simile. Non che non capisse il ragazzo, la sua "famiglia" era una di quelle che avrebbe volentieri buttato nel reattore della struttura, ed all'inizio pure lui non gli stava molto simpatico, anche se per motivi diversi, più di carattere...ma da quando gli aveva fatto la sfuriata assaltando De la Croix l'aveva osservato, ed aveva capito, almeno credeva, come mai si comportasse così. Aveva bisogno di qualcuno che lo accettasse così com'era, e magari pure di una guida, a volte. Un po' come lui subito dopo l'intervento dei naniti.

Doveva solo trovare il linguaggio giusto.

"Lo vuoi occupare ancora per tanto questo posto?"

"cxxxo vorresti, mezzo robot?"

"Solo farti una proposta, riccioli d'oro psicopatici: tu hai bisogno di allenarti, io ho una nuova arma da provare sul campo...e già che ci sono, mi accerto che tu spacchi il culo a quel figlio di -censura-. Direi che è ragionevole no?"

"...ora devo andare faccia da culo cangiante, se mai dovesse interessarmi te lo farò sapere."
We know what you are doing...
We will react.


And you will pay.
Avatar utente
Ruben -.-
SeeD
Messaggi: 1635
Iscritto il: 04 nov 2005, 12:49
Sesso: M
Località: Ad Eorzea, a forgiarmi nel fuoco di mille battaglie!

Re: Garden

Messaggio da Ruben -.- »

Seduto alla sua scrivania in presidenza Brian aveva assistito alla trafila di convocazioni tenute dal nuovo Preside del Garden. Aura, Egil, Raiden e via così. In realtà Montgomery non si era mai girato dalla parte di Brian durante gli incontri. Contrariamente Brian non fece altro che fissarlo per tutto il tempo.

"Commander Willis." tuonò improvvisamente. E se Brian non fosse stato in grado di controllare alla perfezione le sue emozioni probabilmente sarebbe saltato via dalla sedia per lo spavento. "Mi posso risparmiare la seccatura di convocarla, visto che è già quì."
"Era ora, cavolo! Cominciavo a pensare di dover prendere il numeretto come in macelleria!" fece Brian con la vocetta allegra. Saltò giù dalla sedia della sua scrivania e si spostò su quella di fronte la scrivania del preside saltellando e facendo ciondolare le braccia più platealmente possibile. Montgomery lo osservò sedersi imperturbabile.
"Non ci sono macchie nella sua carriera militare. Nessuna piega nel tessuto del suo passato. E non potrebbe essere altrimenti...considerando che nel suo dossier, sia qui al Garden che all'Ordine, in realtà c'è così poco da sapere riguardo al suo passato da quando ha lasciato il Garden supremo." sibilò Montgomery.
"Sono uno che tiene alla sua vita privata." rispose Brian.

Montgomery rimase in silenzio in attesa di altre spiegazioni ma Brian continuò a fissarlo con lo sguardo fisso e un sorriso ebete stampato sulle labbra.

"Il passato che lei nasconde sarà oggetto delle mie ricerche e dei miei studi. Se trovo qualcosa che non mi quadra, anche lontanamente, sarà degradato e allontanato dalla struttura." minacciò il preside mettendo su un sorriso che avrebbe dovuto essere inquietante per qualsiasi ragazzo.
"Balle!" sbuffò Brian mettendosi a ridere.
Il sorriso inquietante sparì e l'espressione divenne come l'acciaio freddo. "Puoi ripetere?" sibilò Montgomery con le mascelle contratte.
"Le ho sentito dire un bel mucchio di balle." ripeté Brian. "Fino ad ora ha convocato un quinto dell'organico del Garden e alla metà di questi ultimi ha promesso una approfondita ricerca delle loro azioni passate. O le sue giornate hanno 72 ore o lei ha una schiera di investigatori del Supremo pronti a fare i detective Conan della situazione. E anche se fosse...e anche se riuscisse a trovare le macchie che le permetterebbero di far fuori mezzo organico attuale...cosa vuole fare? Sostituirlo con personale SeeD altamente raccomandato dall'Ordine? I Commander non glielo permetterebbero mai!" ridacchiò Brian osservando attentamente l'espressione del preside. "E a proposito dei Commander...di quelli stanziati qui...la minaccia di farli allontanare del Garden o di farli addirittura degradare...forse può spaventare la Lundor...ma non me. Lei non ha l'autorità di farlo." sbuffo di nuovo in una risata. "Il suo grado di Preside le permette di dirigere la baracca ma non può degradare dei suoi parigrado...perchè i Commander questo sono paragonati a lei. E anche se riuscisse ad ottenere chissà come il trasferimento di qualcuno, chissà con quale altro Commander lo rimpiazzerebbe il nostro amico King! Sa come si dice no? Meglio il vecchio provato che il nuovo a provare." concluse Brian adesso in attesa della reazione di Montgomery.

Quest'ultimo lo osservò rapito per qualche secondo. Poi si sistemò con cura sulla poltrona e piegò le labbra come se stesse per soppesare le sue parole.

"Cosa mi stai proponendo Willis?"

Non se lo aspettava Brian. Proprio non se lo aspettava. Il preside aveva capito bene il senso del discorso anche se quest'ultimo non era certo giunto alla sua conclusione logica. Meglio così. Poteva risparmiarsi ulteriori giri di parole.

"Conosco questa gente meglio di lei. So chi può metterle i bastoni tra le ruote e chi invece è del tutto innocuo. Posso indicarle su chi effettuare ulteriori ricerche, chi tenere d'occhio e chi far fuori dall'organico. Lei sarà il mio parafulmine e io sarò la sua talpa, silenzioso ed insignificante. Come un semplice ragazzino di 15 anni a cui hanno dato in mano un bel computer coi videogames. Lei può scegliere di perdere tempo cercando di individuare le mele marce o mettermi alla prova e constatare con mano quanto posso esserle utile."

Montgomery lo fissò ancora con grande intensità ma non disse una parola.

"Mentre lei ci pensa...io approfitterei per andare a rincuorare la povera Commander Lundor...che ha perso due dei suoi più grandi amici nell'ultima settimana. Per non parlare di Shinra qualche tempo fa."
Willis fece una plateale faccia falsamente dispiaciuta in riferimento a Ruben, si alzò e uscì dalla stanza.
Chiedere scusa è un gesto che rafforza l'amicizia, chiarisce i dubbi,
è un rimedio contro l'odio, non è mai un segno di debolezza.
-
Romano Battaglia
sanji5
Membro del Garden Club
Messaggi: 1626
Iscritto il: 13 nov 2007, 06:11
Sesso: M

Re: Garden

Messaggio da sanji5 »

«Commander Aura Lundor?»
«Tu devi essere Ma'klehar. Benvenuta al Garden di Rinoa»
Aura mi accolse con un sorriso invitandomi ad entrare in infermeria. Le porsi la mano in gesto di saluto.
«Sono venuta a ringraziarla personalmente per aver accettato la mia richiesta. Il Preside Montgomery mi aveva consigliato di cercare lavoro altrove, sono lieta che sia stata in grado di dissuaderlo.»
«Dammi pure del tu, per favore.»
«Oh d'accordo. Allora, chiamami Ma'. Mi chiamano tutto così. E... oh,» qualcosa vibrò nella tasca della nuova divisa da Cadetto. Estrassi un piccolo aggeggio elettronico: lo schermo lampeggiava, accompagnato da un segnale acustico. «Questo è il Codec, giusto? Deduco che sia arrivato un messaggio. Ah, non sono molto pratica di tecnologia, ti dispiacerebbe, cara...?»
Aura prese il Codec dalle mie mani e trafficò qualche istante sullo schermo con le dita prima di riconsegnarmelo.
«Grazie infinite. Vediamo un po'... accidenti dove ho messo gli occhiali, questi caratteri sono così piccoli. Ecco. Personale medico... esperienza... servizio... ah, sembra che abbia già ricevuto una promozione. Che rapidità!»
«La prego di rimettersi all'esperienza e integrità della capo infermiera, il Cadetto Ma'klehar, nel caso non fossi raggiungibile. Sono certo che...» Aura farfugliò il resto del messaggio, che nel frattempo doveva aver ricevuto anche lei. Ripose il proprio Codec in tasca con un pizzico di risentimento.
«Il Preside Montgomery ha richiesto che mi venga assegnato un angolo dove riporre i miei ingredienti - sono un'abile Alchimista, sai. Ma non mi servirà più di un piccolo scaffale, sono certa che troveremo una soluzione comoda per entrambe,» la rassicurai. Le carte presero a danzare accanto alla mensola che Aura, leggermente controvoglia, mi aveva indicato, fermandosi qualche istante per poi tornare a volteggiare alla rinfusa. Sistemai qualche sacchetto di tela, un mortaio e un paio di fiale sulla mensola e poi mi rivolsi ad Aura, che aveva osservato la scena interessata.
«Un piccolo trucco Nu Mou. Ad una certa età, serve una mano per ricordarsi tutto! Ora,» continuai, prendendola per mano «parliamo di me, te, il Preside Montgomery, e il messaggio che abbiamo appena ricevuto.»

Liberai la scrivania nello stanzino comunicante con l'infermeria dalle riviste sconce che qualcuno aveva dimenticato di nascondere e sistemai un barattolo di biscotti che avevo portato da casa; Aura mi raggiunse poco dopo con due tazze di the.
«Voglio mettere in chiaro che non ho nessuna intenzione di rompere l'equilibrio che si è creato fra tutti voi. Durante il tour della struttura ho avuto modo di capire, dalle parole della gentilissima Alexandra, che il Garden sta attraversando un periodo di cambiamenti. Siete tutti molto scossi, immagino.»
«E' più complicato di così.»
«Ne sono certa. Ma anche per il Preside Montgomery questa è una situazione completamente nuova: è circondato da estranei diffidenti, ed in una posizione di potere. Queste dimostrazioni di potere non sono altro che tali: possiamo credere che basti un semplice messaggio a portare una persona più vecchia dell'Ordine stesso dalla sua parte, oppure è consapevole che l'ondata di malcontento che la sua venuta ha portato deve essere bilanciata, e ha iniziato le trattative di pace. Suppongo che i rapporti tra voi due non siano dei più rosei,» azzardai. Per tutta risposta, Aura scosse la testa, inzuppando un biscotto nel the.
«Pur quanto i vostri approcci siano differenti, sia tu che lui credete nel Codice e nella missione di pace dei Garden. Non sarà sempre facile, ma cerchiamo di collaborare per il nostro obiettivo comune. Lascia che mi preoccupi io di allentare la tensione fra voi due; farò da intermediaria, così potrai preoccuparti di chi ne ha veramente bisogno. Cosa ne dici?»
Avatar utente
Edith Lance
User Junior
Messaggi: 77
Iscritto il: 16 mar 2015, 22:29
Sesso: F

Re: Garden

Messaggio da Edith Lance »

«Ehi moccioso, sempre a correre da una parte all’altra» Edith si scostò appena in tempo per non scontrarsi con Brian.
«Mai creduto di poter essere tu sempre in mezzo?»
La donna nascose una risata nella mano. «Può darsi, piccoletto.»
Replicò con una linguaccia prima di sorpassarla e volare giù per le scale saltando i gradini due a due, lo guardò finché le spalle non sparirono dietro l’angolo. Le piaceva Brian, la dicotomia fra i colori spenti che lo tratteggiavano e il carattere allegro, uno spirito che non conosceva catene, libero e vivace.

Sospirò e si decise infine a bussare alla porta del Preside. Entrata, vagò con lo sguardo fra le pareti indugiando sulla grande libreria alla sua sinistra con aria di malcelata cupidigia.
«Prego» Montgomery la invitò ad avvicinarsi agli scaffali, lei non se lo fece ripetere una seconda volta.
Sfiorò con il dorso della mano alcuni volumi, il cuoio rovinato della copertina, le scritte ingiallite dal tempo e l’odore tipico della carta antica, le dicevano che erano tomi antichi.

«Ti piace leggere?» sorrise l’uomo avvicinandosi.
«Sissignore. Purtroppo a Hesperia i libri erano una rarità, ne ricordo uno che narrava di grandi imprese e gesta di eroi. Lo avrò letto migliaia di volte.»
Montgomery si passò una mano sul mento ad accarezzare la barba rada, pensieroso, poi con lentezza sfilò uno dei volumi. «Questo dovrebbe piacerti, allora.»
Edith inclinò la testa da un lato, curiosa.
«È un prestito. Una delle mie letture preferite quindi spero torni integro da me, soldato.» Il tono fintamente severo la fece sorridere, si portò una mano al petto e fece un veloce cenno del capo in segno di assenso e aggiunse: «È in buone mani, Comandante.»

Il Seed annuì compiaciuto, si scostò dallo scaffale e invitò la donna ad accomodarsi a sedere. La scrutò per diversi istanti, mentre lo sguardo di lei balenava dai suoi occhi al libro che pesava sulle ginocchia.
Edith era nata all’interno delle gerarchie, non conosceva il Garden, né l’Ordine, motivi che la portavano a non temere Montgomery né usargli un tono ostile.
Philip era un capo, ma ogni comandante muore e viene sostituito: forse ciò che fa più male è constatare come nessuno sia indispensabile perché il mondo vada avanti. Il dolore davanti alla morte, può darsi, sia venato da una punta di egoismo.

«Avevi giurato fedeltà a Hesperia» spezzò il silenzio.
«Corretto.»
«Ora sei qui.» intrecciò le dita sotto il mento, senza distogliere lo sguardo da Edith.
«È ben evidente, Signore.» scherzò in risposta.
«Perché?»
Si passò una mano fra i capelli scostando un ciuffo che le ricadde subito davanti gli occhi, sbuffò infastidita. Edith non era mai stata brava nel rivolgersi ai superiori, le sue parole avevano le intenzioni giuste, ma troppo spesso gli accenti erano sbagliati. Si morse le labbra scegliendo con cura il tono. «Hesperia è la mia casa, lì ho appreso l’onore, il rispetto e la fedeltà. Paneòn ha un debito con il Garden di Rinoa e l’Ordine, io sono qui per onorarlo. Le fratture nel nostro mondo si stanno rimarginando, ma per farlo ognuno di noi deve far guarire le proprie ferite, non credete?»
Montgomery sciolse le dita, si accomodò meglio sulla poltrona allungando le gambe sotto il tavolino. «Alcuni dicono che serva solo tempo per guarire» schioccò la lingua sul palato «Non ci ho mai creduto. Le ferite rimangono. Con il tempo la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza, il dolore diminuisce, ma non se ne vanno mai.»
Edith strinse le dita sul libro. «Ognuno ha le sue macerie da trascinarsi dietro, i suoi incubi a svegliarlo la notte.»
«Rimane sempre una cicatrice.» confermò lui a mezza bocca. «Le tue ti hanno portato qui, giusto?»
Annuì, per nulla stupita che l’uomo avesse intuito la verità dietro le parole. «Sto cercando ancora di farle divenire cordoli.»
«Ti sei appena guadagnata un biglietto di ingresso al Garden, Lance, congratulazioni.»
«Davvero?»
«Sì»
«Ne siete sicuro?» Inarcò un sopracciglio
«Sì.»
Socchiuse gli occhi.
«Hai in mano un mio libro, no?»
La donna annuì e tese la mano per stringerla al suo nuovo comandante ma si bloccò con le dita a mezz’aria. «Ho una richiesta da farle, in realtà.»
L’uomo corrugò la fronte.
«Ci sono delle persone a cui devo molto e che hanno bisogno di una mano.»
Berret ascoltò fino in fondo le parole di Edith che chiedeva una casa per coloro che erano stati una famiglia per lei e accettò di intercedere a suo nome per far avere un posto in cui vivere ai Senza-Terra che l’avevano seguita fin lì, pur di starle accanto – Edith aveva parlato di fedeltà, Montgomery l’aveva corretta.
«La lealtà non è cieca quanto la fedeltà» le aveva detto «si vedono i difetti ma si sceglie di seguire, perché si crede.»
«Voi siete fedele o leale, Signore?»
Le labbra si tesero in un sorriso. «Lo scoprirai, un giorno. Forse.»
Edith sorrise a sua volta, sorniona. «Magari vi denuderò più di quanto non abbiate preventivato, Comandante.»

Non lasciò tempo all’uomo di replicare, uscì dalla stanza a grandi falcate: si chiese se avesse davvero creduto alle sue parole, vere ma incomplete, se era rimasta era perché aveva avuto la speranza di trovare Nèj, aveva scoperto della possibilità di aprire varchi dimensionali grazie ai frutti, forse…
Scosse la testa e strinse al petto il libro.
L’annunciò arrivò dopo qualche ora passata in giardino a leggere e riflettere. Montgomery le aveva prestato un libro sulle stelle e le leggende, lei lo stava divorando pagina dopo pagina, avidamente.

Codec:
Sono richiesti cinque volontari per una missione

***
«La richiesta arriva da Midgar.» Montgomery passeggiò avanti e indietro, le mani dietro la schiena. «È una semplice missione di scorta fino a Fort Condor.»
Il caposquadra aggrottò le sopracciglia. «Chi dobbiamo proteggere?»
«Letto i giornali, ultimamente?»
Scosse la testa, evitando di ricordargli che nell’ultimo periodo si trovavano in un punto sconosciuto del multiverso.
«Le cronache sono state piene di articoli su una banda di rapitori: tenevano le ragazze prigioniere per giorni e giorni, i corpi che venivano ritrovati erano completamente irriconoscibili. Uno di loro è stato catturato e ha stretto un accordo, consegnerà i suoi complici in cambio di una nuova identità, una nuova vita e della libertà. Midgar ha acconsentito e chiamato noi per portarlo a Fort Condor, dove verrà fornito di quanto richiesto
«Signore, ma…»
Montgomery fece un cenno con la mano. «È la missione che ci è stata affidata dall’Ordine. Prenderemo l’uomo e lo consegneremo. Durante il viaggio potrebbero esserci diverse difficoltà, fra cui i parenti delle vittime: sembra abbiano organizzato qualche intralcio per non far arrivare l'uomo a destinazione. Non deve accadere.»


---
Cinque persone per scortare un bastardo e farlo arrivare a destinazione sano e salvo. Si attendono prenotazioni, possibilmente in game - a meno di problemi. Ho usato un generico 'caposquadra' non sapendo chi sarebbe stato il più alto in grado xD

- Raiden
- Leon Rayearth (CS)
- Shareen
- Elza - sta postando
- Silphiel

Squadra completa!
Ultima modifica di Edith Lance il 19 giu 2015, 00:40, modificato 8 volte in totale.
Immagine
Avatar utente
Aenima
Aspirante Guerriero
Messaggi: 221
Iscritto il: 16 ago 2012, 23:25
Sesso: M
Località: Neapolis

Road to Fort Condor

Messaggio da Aenima »

Cinque volontari per una missione.
Una missione moralmente discutibile: scortare un membro di una banda di rapitori accusati di almeno una quindicina di sequestri di persona a scopo di riscatto, sequestri che, in più della metà dei casi, erano esitati nel brutale omicidio dei prigionieri di fronte all'impossibilità da parte dei familiari di sostenere le esose richieste di denaro da parte dei malviventi e, naturalmente, dinanzi all'impotenza o all'incapacità delle forze dell'ordine di scovare i colpevoli. Il pentito aveva stretto un accordo con le autorità in cambio di una nuova vita, ma i familiari delle vittime non sembravano intenzionati a permettere il patteggiamento: le proteste erano sorte vigorose non appena il criminale aveva deciso di collaborare. E, verosimilmente, questo non sarebbe andato giù neppur ai suoi oramai ex "compagni di merende".
Cinque volontari per una missione, e uno era stato appena trovato.
Raiden fu tra i primi a presentarsi al cospetto del Preside Montgomery per presentare la sua richiesta di partecipazione alla missione. Avrebbe eseguito gli ordini senza obiettare, assolvendo ai suoi doveri di soldato come aveva sempre fatto. Non spettava a lui giudicare l'aspetto etico della questione: per quanto potesse trovarlo discutibile, era un soldato ed avrebbe agito come tale, seguendo le direttive dei suoi superiori. Infatti, per quanto la figura del Preside non gli risultasse gradita doveva far in modo che egli potesse fidarsi di lui e non dare adito a dubbi o sospetti nient'altro che controproducenti.
« Bene, SeeD Raiden. » disse Montgomery, accettando la proposta dello spadaccino. « Si consideri reclutato. E' una missione semplice sulla carta, ma è sempre bene poter contare su uomini d'esperienza quale lei è. »
« E' il mio dovere, signore. » replicò Raiden e, eseguito il saluto militare, lasciò la Presidenza per raggiungere i suoi compagni di missione.
« The world needs bad men. We keep the other bad men from the door. »

Immagine
Immagine
Scheda ~ Die soldaat - Background
Leonheart88
Collaboratore RD
Messaggi: 1985
Iscritto il: 22 giu 2007, 19:36
Località: Savona

Re: Garden

Messaggio da Leonheart88 »

La giornata era finalmente giunta al termino, con un movimento lento delle braccia il comandante Montgomery si stiracchiò, nonostante non fosse più un novellino in materia, la giornata era stata dannatamente pesante anche per lui. Sentiva che stava solo iniziando a scrostare la superficie sulla vera essenza del Garden.
Non sapeva ancora se sarebbe stato un bene o un male, ma sicuramente sarebbe stato interessante.
Quando gli avevano comunicato che sarebbe stato trasferito al Garden di Rinoa come preside era rimasto momentaneamente spiazzato, non se l'aspettava. Prendere il posto di Philip Phoenix, che al Garden c'era praticamente nato e cresciuto. Non sarebbe stato facile, ma era una nuova sfida. E la cosa non poteva che motivarlo.
Il bussare alla porta lo interruppe dai suoi pensieri.
«Avanti» Aveva perso il conto di quante volte lo aveva detto oggi.
Il Vicepreside Rayearth entrò dalla porta, si portò dinnanzi alla scrivania e fece il saluto militare mettendosi sull'attenti. Con Pip non lo aveva mai fatto ma i tempi cambiano, e di fronte ad un nuovo superiore era giusto così.
«Comodo» Rispose pacatamente Montgomery «Desidera qualcosa?»
Leon si sedette di fronte a lui, osservando l'uomo mentre appoggiava i gomiti sulla scrivania aspettando di parlare. «In realtà non ho niente di importante da dirle, ma dopo aver osservato il lungo via vai che c'è stato oggi in questo ufficio mi è sorto spontaneo venirle a chiedere come è stato il suo primo giorno qua al Rinoa»
Sbuffò in maniera molto simile ad una risata soffocata. «Beh diciamo che è stato quantomeno interessante parlare con i suoi compagni, penso che non ci sia stata una persona che mi abbia detto tutta la completa verità sul suo passato»
«Signore, a questo punto è così importante?»
Per la prima volta i loro sguardi si incrociarono (ma in maniera moooolto meno gay di quando accadeva tra Pip e Drizzt). «Un Seed deve essere un esempio, una persona dal passato pulito»
«Quindi cosa vuole fare?»
Berret si concesse un sorriso. «Proprio niente. Sono tutte cose accadute prima del mio arrivo, non ho nessun legame con esse, e non servirebbe a niente rivangarle. Se i crimini sono stati gravi sarà l'Ordine direttamente ad occuparsene, come è stato per il Seed Commander Do'Urden. Io sono qui per amministrare la struttura» Fece il gesto di tracciare una riga sulla scrivania «A me interessa cosa accadrà da ora in avanti, come si comperteranno i miei uomini, quali saranno le loro reazioni, se rispetteranno o meno gli ordini. A me interessa questo»
«Le assicuro che come soldati non ce ne sono di migliori»
«Lo spero. E spero lo siano anche come uomini. Non darò loro una seconda possibilità» Il suo sguardo si concentrò nuovamente su quello di Leon, stavolta assumendo un'aria più indagatrice «Tu da che parte stai? Ordine o Indipendenza?»
«Scusi?»
«Siete stati appena reintegrati all'interno dellOrdine, è ovvio che molti di voi non l'abbiano presa bene, e non mi interessa io voglio valutarvi per le vostre azioni, ma tu da che parte stai?»
«I Garden sono strutture militari con lo scopo di portare la pace tra i vari mondi. Quello è il mio obiettivo, prendere ordini da lei, dall'Ordine, dai Commander, francamente non mi interessa. Il mio obiettivo è più ampio di questo.»
on rispose per qualche secondo, soppesando le parole sentite, cercando di capire se fosse un discorso vero o soltanto di circostanza.
«Buonanotte Leon»
«Buonanotte preside Montgomery»
Fece qualche passo verso la porta, poi una voce lo fece fermare.
«Ah ho deciso che parteciperai alla missione, come caposquadra»
«Come desidera»
«Voglio che la missione abbia un esito positivo, sarà tua responsabilità renderlo tale. Voglio poi un rapporto completo sull'operato tuo e della tua squadra, con eventuali punti di forza e debolezza»
«Sarà fatto»

*Brian*
Lo incrociò sulle scale mentre scendeva.
«Leon finalmente sei Commander»
«Eh già. Forse per la prima volta non sono di grado inferiore a te»
«Complimenti ancora, se ti va qualche volta potrei venire nel tuo ufficio a farti compagnia»
«Prima assicurati che non ci sia qualche donna dentro, sai il fascino della nuova divisa...»
«Vabbè almeno non ti accoppi col Preside come il tuo predecessore!»
E con una risata se ne andò.

*Aura*
L'unico modo ultimamente per trovare la Seed Commander era recarsi personalmente in infermeria, e fu proprio quello che Leon fece.
«Salve compagna Seed Commander» Un sorriso a 72 denti del pilota preannunciò la sua entrata in scena.
«Leon... complimenti!»
«Grazie mille... oh senti un attimo, ma è vera la leggenda sul bagno del terzo piano utilizzabile solamente dai Commander? quello con i lavandini in rubini e il water foderato di pelliccia di Mesmerize?»
«Uhm.. per ora ti lascerò nel dubbio, sia mai che Montgomery decida di degradarti all'istante!»
«Uff... troppe responsabilità e nessun privilegio, preferivo essere ancora il macellaio di un tempo»

*Egil*
«Egil offrimi da bene»
«Non hai detto la parola magica»
«Cadetto Egil, offrimi da bere»
Fece una smorfia. «E se lo mettessimo sul conto di Raiden?»
«Affare fatto, vedi che riesci sempre a trovare il lato positivo di ogni cosa?»
All'unisono brindarono con i calici che il barista aveva loro riempito.
«Alla salute!»

*Raiden*
Lo affiancò nel corridoio, intendo ad andare a prepararsi per la missione.
«Leon ho saputo che sarai il caposquadra per la missione, direttive?»
«Briefing tra un ora in aula magna. Vi illustrerò tutto!»
Raiden si avvicinò, non era Stray quindi non ebbe per fortuna la tentazione di baciarlo (Strayden forevah), gli mise una mano sulla spalla.
«Ammetto di essere un pò invidioso della tua promozione, prima di me! Comunque complimenti»
«Ti ringrazio, ora togli quella mano che stai iniziando a congelarmi!»

*Stray*
Faticò abbastanza a trovarlo, alla fine lo intravide mentre usciva dallo Zoolab.
Corricchiando lo affiancò ben presto.
«Mi serve un favore»
«Dimmi»
«Homura al momento ho saputo che è occupato a farsi spaccare il culo dai suoi parenti, mi dovresti dare un occhiata ai mezzi di trasporto per la missione. In particolare di un mezzo corrazzato con quattro ruote per il trasporto via terra, puoi farci la manutenzione?»
«Nessun problema»

*Elza*
Bersaglio acquisito.
Contatto tra tre..due..uno...
«Elza salve!»
«Oh ciao Leon, complimenti per la promozione!»
«Ti ringrazio, oh devo ancora ripagarti per l'invito al luna park dopo la sagra, finita la missione ti porto a cena fuori..»
«Ma...»
«Pago io!»
« :smt007 »
(Leon X Elza Rulez)

* Ma'klehar*
Oggettivamente questa nuova cadetta lo incuriosiva parecchio.
Era più vecchia di tutti i Seed, ma nonostante questo appariva ancora nel pieno della sua forza vitale.
«Uh lei è Leon Rayearth, il nuovo vicepreside?»
«Si»
«Sono appena arrivata ma mi hanno riferito del cambiamento, le volevo fare le mie congratulazioni e augurarle buona fortuna!»
«Ha già trovato un'occupazione?»
«Diciamo che ci stiamo lavorando» Sorrise e con un gesto della mano salutò.

*Homura*
Purtroppo lo incrociò vicino ad un bagno, degno posto per incontrare quello psicopatico.
«Leon! Ti serve della carta igienica per pulirti la lingua dalla merda che hai leccato per diventare Commander?»
«L'unica lingua che farò usare è quella di tua sorella, ricordatelo»
«Bastardo»
«Ho saputo che stai per picchiarti in famiglia»
«E con questo?»
«Non farti ammazzare. Nella famiglia del Garden tu ormai sei come uno zio psicopatico.

*Oushi*
«Col cxxxo che ti farò i complimenti sappilo.»
Leon rise di gusto.
«No tranquilla non mi interessa... Cadetta Lehner»
«cxxxo vuoi?»
«Prendi una scopa e lavami il pavimento della sala comandi mentre sono in missione.»
Se uno sguardo potesse uccidere, con quello di Oushi muori e resusciti otto volte.
«Dillo un'altra volta e lo cospargo di merda»
«Edith mi ha raccontato tutto dell'altra notte... è molto interessate....»
«Ti odio»
Lasciò la cadetta mentre con un numero infinito di imprecazioni prendeva la scopa.

*Sakura*
Tornato in infermeria, per dire ad Aura che aveva scoperto che il bagno esisteva, vide un lettino occupato in fondo alla stanza. Sopra c'era Sakura.
Aveva avuto effettivamente pochissime occasioni per parlarci.
«Ohi stai bene?»
«Sono stata aggredita da dei demoni, ma tutti credono che abbia provato a suicidarmi»
Leon pensò per un secondo alla scena in cui Montgomery ascoltava tale versione dei fatti. No. Era meglio di no.
«Ora pensa solo a rilassarti e guarire, poi si vedrà tutto»

*Edith*
Per una volta fu la ragazza a raggiungere lui per parlare, non il contrario come accaduto sino a quel momento.
«Buonasera Signor Comandante»
«Edith mi pigli per il culo?»
«No assolutamente no. Come state? Siete felice per la promozione?»
«....ma come mi stai parlando?»
«Ad Hesperia è consuetudine rivolgersi in questo modo ai nostri superiori»
«Ti spogli davanti a me e ora mi dai del voi??»
«Sono abituata così, farebbe bene ad accettarlo velocemente»
Leon si portò la mano alla fronte.

*Maruko*
Ecco un'altra con cui aveva avuto pochissimo a che fare in passato.
Cosa abbastanza strana dato il davanzale che la ragazza soleva portarsi appresso.
«Ma salve, non so se ci siamo presentati... io sono Leon Ra...»
«Si..si il nuovo vicepreside. Ora scusa ma devo andare, sto facendo degli esperimenti»
Il primo due di picche da quando era diventato Commander.
Succede.

*Yami*
Memore ancora della sceneggiata in mensa, e conscio che Montgomery non gli avrebbe assolutamente personato una cosa simile, Leon prontamente cambiò corridoio una volta intravista la ragazza percorrere in senso inverso lo stesso percorso.
Poi sicuramente ci avrebbe parlato, chiarendo o più probabilmente firmando un armistizio.
Sapeva che la ragazza avrebbe voluto anche altro da lui, ma fino a quel momento non era molto interessato alla cosa. Potendo usufruire delle tette di Rina fino a poco prima.
Girò l'angolo e riuscì ad evitarla.

*Killian*
«Leon complimenti per la promozione!»
«Ti ringrazio..ma tu saresti?»
Il ragazzo sorrise, per nulla infastidito «Piacere mi chiamo Killian Locker, piacere di conoscerti»
Si strinsero per qualche istante la mano.
«Piacere mio.. beh alla prossima!»
Nuove leve che crescono piano piano. Lo facevano sentire vecchio ormai.

*Shareen*
Il loro fu un incontro particolaremente fisico, si scontrarono girando un angolo, sbattendo violentemente l'uno contro l'altro.
Si. Come nei peggiori clichè.
La ragazza fece bruscamente qualche passo all'indietro, mentre il Commander riuscì praticamente a non muoversi. Nel colpo però una delle Claymore si stacco dalla fondina e cadde, con un rumore sordo, sul pavimento.
«Aspetta ci penso io»
E con solo un gesto della mano, la lama si alzò da terra e tornò dentro la fondina.
«Oh figo, vorrei imparare a farlo anchio! Comunque piacere sono Leon Rayeart»
«Shareen Jinn»
«Oh sarai in missione con me! Ci vediamo tra mezzora in aula magna per il briefing pre-missione!»

*Silphiel*
La incrociò sulla strada per arrivare dall'aula magna.
Una ragazza semplice e molto carina, secondo le carte in suo possesso doveva essere il quinto elemento, Silphiel Rae!
«Silphiel giusto?»
«Esatto! Tu sei Leon invece??»
«Molto piacere, leggo che questa è la tua prima missione, beh in bocca al lupo!»
«Crepi!»

Il briefing poteva finalmente cominciare.
Ultima modifica di Leonheart88 il 19 giu 2015, 01:45, modificato 1 volta in totale.
Avatar utente
Starlight Extinction
User Junior
Messaggi: 67
Iscritto il: 07 gen 2011, 20:16
Sesso: F
Località: Garden di Rinoa

On our way

Messaggio da Starlight Extinction »

Fra l'equipaggiamento che le venne consegnato al ritorno dalla caffetteria -chi l'avrebbe detto che il Preside Montgomery fosse così efficiente- c'era anche uno strano strumento che la ragazza percepì rilasciare delle strane emanazioni energetiche. Cosa sarà? si chiese ultimando la sua vestizione mentre osservava l'apparecchio poggiato temporaneamente su una sedia davanti a lei, che improvvisamente iniziò a vibrare e poi parlare, causandole non poca sorpresa.

Codec:
Sono richiesti cinque volontari per una missione

La voce era quella del Preside; stavano apparentemente cercando membri per una qualche missione. Perchè perdere quell'occasione di rendersi utile e tranquillizzare Montgomery, in fondo? Dopo essersi fatta dare indicazioni da Aura per la Presidenza, si incamminò a passo abbastanza svelto per i suoi standard. Aveva bisogno di prendere dimestichezza con quel nuovo sistema di movimento, così diverso dal fluttuare. Quando fu davanti alla porta di legno laccato che portava ancora il nome del vecchio Preside -o almeno così supponeva- vi bussò delicatamente con le nocche e si prese subito la libertà di entrare; una volta dentro riconobbe il Seed che aveva visto poco prima, e gli rivolse un cenno per salutarlo.
"Signorina Shareen." la salutò con falsa cortesia Montgomery. Non servivano poteri psichici per intuire la sua diffidenza nei suoi confronti, che lei tuttavia ignorò.
"Giacchè lei mi ha suggerito di essere utile poco fa, ho deciso di unirmi alla squadra per ottemperare alle sua richiesta." disse con voce cristallina giungendo le mani dietro la schiena, assumendo una posizione decorosa ma allo stesso tempo armoniosa. Per un attimo gli occhi dell'uomo rimasero incollati alle iridi smeraldo di lei, che non cedette al suo sguardo inquisitore: era la serenità fatta persona.
"E sia. Anche tu sei reclutata..."
"Mi chiami Cadetto Jinn. Chiamare per nome qualcuno è una cortesia che va concessa. Adesso che conosce il mio... Cognome, credo si dica, può tornare ad essere professionale." replicò soavamente prima che lui potesse chiamarla Shareen. Per fortuna se la cavò con uno sguardo di ammonimento. Quella ragazza era parecchio strana.
"Molto bene, Jinn." fu l'asciutta risposta.
Spoiler
Mi unisco! ^^/
We know what you are doing.
We will react.
And you will pay.
Avatar utente
Silphiel
User Junior
Messaggi: 34
Iscritto il: 08 giu 2015, 18:13
Sesso: F

Re: Garden

Messaggio da Silphiel »

Quando entrò in caffetteria con Aura e Shareen, Silphiel notò subito la mancanza di Rina. Quella allegra ragazza che correva su e giù per i tavoli dava un toccò di vivacità di cui si sentiva la mancanza!
"La rivedremo vero?" disse Silph rivolta ad Aura.
"Sicuramente! Rina non si arrenderà così, sentiremo presto parlare di lei!"
A queste parole la ragazza si rasserenò, in fondo se c'era una persona di cui si fidava ciecamente nel garden, quella era Aura.

"un muffin al cioccolato grazie Filippo!!" Le tre si sedettero in un tavolo e ordinarono.
"Allora ragazze, l'infermeria sta diventando molto popolata eh??" poi si interruppe di colpo!
"Cosa?!? Ma quella è una Nu Mou???? non avevo mai visto una della sua razza prima,,,wooow" disse la giovane ragazza incuriosita osservando Ma'klehar.
La pozionista si avvicinò e si presentò al gruppo e Silphiel intuì subito la sua esperienza e saggezza.

Dopo qualche istante la ragazza balzò in piedi e fece quasi cadere la sedia dietro di lei!!
"Oh no! Ho lasciato sola Sakura devo andare subito da lei! Che razza di testa che ho, spero stia bene!!" Gia che ci sono le porto anche un Muffin!!" E si dileguò fuori dal bar verso l'infermeria!!

Mentre correva avvertì l'annuncio:

Codice: Seleziona tutto

Sono richiesti cinque volontari per una missione
Era una missione su Midgar, una missione di scorta!! perfetta per lei!! e poi non era mai stata a Fort Condor e non vedeva l'ora di visitarlo!!!
Arrivò di corsa da Sakura in infermeria e le diede il muffin, nel frattempo Aura stava rientrando!
" Dottoressa! vorrei tanto partecipare alla missione di scorta, può badare lei a Sakura mentre sono via???"
Aura la osservò per un momento, così esaltata e ansiosa di aiutare!Le fece un sorriso e annuì!
" Grazie Aura sei la migliore!!" Finalmente l'aveva chiamata per nome!.

" Preside sto arrivandoooooo!! l'ultimo posto lo prendo io!!!!!" La sua voce riecheggiava nel corridoio che portava alla presidenza.
" Si dia un contegno Cadetto Rae! Non è una gita scolastica è una missione seria!!" Il preside la osservò severo e la giovane abbassò la testa.
" Comunque va bene, la inserisco, questa è la sua prima missione ufficiale, ci dimostri di cosa è capace!"
Immagine
Avatar utente
*Paine*
Membro del Garden Club
Messaggi: 669
Iscritto il: 17 gen 2007, 16:33
Sesso: F
Località: Dove meno te lo aspetti....

Re: Garden

Messaggio da *Paine* »

L’ultimo sospiro era durato un’eternità.
La calma e la cura con cui Paine si accingeva nel preparare le valigie, stava stupendo anche se stessa.
La calma con cui pochi giorni prima aveva richiesto formalmente la revoca del grado Commander e del grado SeeD, l’aveva lasciata impassibile.
Dopo essersi blindata nella sua stanza per giorni, si era decisa ad andare fino in fondo alla storia.
Se ne sarebbe andata e non sarebbe tornata più.
L’aveva deciso.

Paine:” Dovrei piangere? Forse dovrei uscire da qui e andare a spaccargli il culo. Sì, forse dovrei spaccargli il culo…. Fedifrago di merda!”

Il pugno colpì violentemente il sacco da boxe che si era fatta appendere in camera già da qualche anno.
Volò molta polvere all’impatto, segno che alla fin fine, la rabbia che l’aveva sempre caratterizzata si era assopita.
A qualcosa la sua permanenza al Garden Supremo era servita quindi.
Gettò un’ultima occhiata colma di disprezzo alla stanza in cui per anni aveva convissuto con suo marito.
Chiuse l’ultimo bagaglio e si avviò verso l’ufficio dell’Anziana Rinoa.

Rinoa: E’ sicura della sua scelta Commander Byrne?
Paine: Decisamente.

L’Anziana inclinò la testa di lato e scrutò la donna.
Aprì la busta contenente alcuni documenti e li girò verso Paine poggiandoci sopra la penna.

Rinoa: Firmi le sue dimissioni e la sua richiesta di tornare operativa presso il Garden di Rinoa come Cadetto.
Le ricordo che se vuole altro tempo e non è convinta di tale decisione, non potrebbe tornare indietro in caso di ripensamento.
Paine: Dove devo firmare?

Rinoa sospirò.
Non poteva credere che una persona così caparbia e con così tanto amore verso il suo lavoro, potesse abbandonare le grandissime possibilità che l’Ordine dei Garden le aveva offerto per un uomo.
Prese le carte firmate e le sigillò, pronte per l’archivio.
Si alzò e tese la mano verso la donna, Paine la strinse sorridendo appena.

Rinoa: Una navetta la scorterà presso il Garden di Rinoa, abbiamo delle faccende da risolvere.
Dal mio canto, la ringrazio per l’ottimo lavoro svolto in questi anni Cadetto Byrne, spero di rivederla in futuro.
Paine: Lo spero vivamente anch’io. Posso chiederle un favore?
Rinoa: Nei limiti del possibile.

Paine tolse la fede e la poggiò delicatamente sulla scrivania.

Paine: Gliela dia lei. Non ho intenzione di salutarlo.

L’Anziana annuì, mentre la cadetta si diresse verso l’hangar dell’Ordine.
Al suo arrivo vi trovò un uomo, presumibilmente un ex collega con qualche altro grado in più a giudicare dalla divisa, ma era sicura di non averci mai scambiato più di qualche parola.
Era quasi certa che si chiamasse Montgomery ed era più che certa che fosse un grandissimo rompipalle.
Portò la mano alla fronte in segno di saluto.
Il Commander si voltò per salire sulla propria navetta con superiorità dedicando alla Cadetta una frase che non comprese.

Montgomery: Un Commander che viene… Un Commander che va…

Scrollò le spalle ed entrò nella navetta adiacente.

*******************

Non era più abituata al frastuono prodotto da quelle macchine infernali.
Era più che sicura che l’altra navetta fosse notevolmente più confortevole.

Paine: “Forse era meglio che m’infilassi nell’altra assieme a faccia-di-merda.”

Il pensiero la divertì talmente tanto da strapparle il primo vero sorriso della giornata.
La felicità durò poco, con uno scossone la navetta atterrò.
All’apertura del portello la Cadetta corse fuori bagagli alla mano e, non poco lontano, vomitò il poco cibo che era stata capace di assimilare.

Paine: Pilota di merda!

La navetta prese subito il volo e Paine maledisse il fatto che fosse atterrata così lontano.
A grandi falcate percorse la lunga distanza.
Si sistemò gli abiti ed entrò.
L’aria di casa era sempre l’aria di casa, non c’era proprio niente da fare.
Se lo ricordava parecchio affollato e così era.
Il via vai di Cadetti e di SeeD era impressionante, troppo impressionante.
Fu quando immergendosi della folla notò che nessuno stava facendo caso a lei, qualcosa non quadrava.
Sembravano tutti esagitati, come se fosse scoppiata una bomba a mano nella hall.
Decise di scrutare meglio e vide Drizzt essere trasportato di peso in un’altra navetta dell’ordine da cui poco dopo uscì lui. Montgomery.
Ascoltò attentamente ogni parola imprecando tra sé e sé.
Ora capiva il perchè di quella frase.
Prese i bagagli e si diresse velocemente verso i dormitori.
Aveva una gran voglia di vedere Aura e di capire che diamine di fine Pip avesse fatto, ma prima avrebbe decisamente dovuto farsi una doccia e recarsi in presidenza.

*******************

La velocità con cui alla porta era stata cambiata la targhetta con il nome del preside, era notevole.
Com’era notevole la mole di gente che si stava dirigendo in presidenza.
Alla fine Paine non avrebbe portato via molto tempo, doveva solamente lasciare lo schedario con le sue credenziali, prendere la divisa da cadetto e salutarlo.
Sembrava facile.
Bussò.

Montgomery: Avanti!
Paine: Preside Montgomery, Cadetta Paine Byrne. La vedo molto occupato, se preferisce posso passare poi.
Montgomery: Non è necessario. Depositi qui il suo schedario e badi a ritirare al più presto la sua divisa.
Sono comunque lieto di averla fra noi Cadetto Byrne, spero che la sua dedizione e lealtà verso l’ordine rimanga tale anche qui.
Paine: Assolutamente. Con permesso, vi lascio ai vostri preparativi.

Forse era stata una sua impressione, ma era quasi certa che Montgomery avesse calcato duramente la parola Cadetto.
Aveva sempre odiato le persone al di sopra di ogni cosa, quelle con lo sguardo di ghiaccio che non lasciavano presagire altro che un futuro decisamente… Di merda.
Forse qualcuno da lassù si stava prendendo gioco di lei.
Prima di uscire la ragazza si guardò rapidamente attorno.
Non aveva idea di chi fossero gli altri compagni presenti in presidenza, tranne che per uno.
Leon.
Posò lo sguardo su di lui per qualche secondo, poi si voltò e si diresse verso l’infermeria.
Spoiler
Siccome siete sempre i soliti fulmini, non avevo granchè grosse idee di come infilarmi in tutta questa miriade di roba accaduta, senza contare che devo ancora leggere parecchia roba. :asd:
Mi son tenuta sul vago e spero di non aver rovinato piani a nessuno o non aver fatto troppo bordello, in tal caso scrivetemi che edito. :wink:
Ps: A breve, ovvero appena avrò un'ora d'aria, posterò una fan fiction dove spiegherò alcune cose. Non sarà essenziale ai fini di nessuna cosa, quindi potrete saltarla a piè pari. u.u
Avatar utente
Leon Feather
Guerriero
Messaggi: 684
Iscritto il: 06 giu 2007, 19:37
Sesso: M

Re: Garden

Messaggio da Leon Feather »

Un passato lindo, un presente limpido e un futuro cristallino.

Attraversò la porta dell'ufficio del Preside.
- Un etto di prosciutto, grazie.

ERRR... Da capo...

Il Preside Montgomery leggeva il suo fascicolo all'altro capo della scrivania. Elza si grattò nervosamente il braccio osservandolo leggere senza alcuna particolare espressione sul volto tutte quelle informazioni che la riguardavano. Alcune cose non bellissime, la ladra lo sapeva bene. Cominciò a sudare freddo, di fronte a quella situazione era impossibile anche per lei mantenere il sangue freddo.
- Allora, signore? - chiese Elza quando finalmente il Preside poggiò il fascicolo sulla scrivania.
- Rilassati - rispose lui in tono calmo. - Lo ammetto, non mi piace quanto ho letto, soprattutto riguardo ai tuoi trascorsi prima che ti arruolassi tra le fila del Garden. Ma il Preside Philip si è fidato di te per qualche motivo, e a quanto pare a buon ragione. A parte qualche nota disciplinare, il tuo lavoro sul campo come cadetto e in seguito come Seed è stato impeccabile. Continuerai a dirigere la squadra di infiltrazione. A cui, a tal proposito, si aggiungerà la nuova cadetta Yami Nightshade.
A quella buona novella riguardo Yami la ladra non potè fare a meno di pensare un "porca merda". Quantomeno era lei a dare gli ordini e non il contrario.
Il Preside continuò. - Parteciperai alla missione di scorta a Fort Condor. Mi aspetto assoluta fedeltà e impegno da parte tua. Voglio credere in quello che Phoenix aveva visto in te, non farmi pentire della mia decisione.
- Assolutamente, signore.
- E mi raccomando, non sono più ammessi errori. Sai bene a cosa mi riferisco.
La ladra eseguì il saluto militare e uscì dalla stanza, lasciandosi la presidenza alle spalle. Avviandosi lungo il corridoio non potè fare a meno di mandare mentalmente al diavolo quel posto. La rigidità delle regole di una struttura militare già le stava stretta quando era Pip a comandare, con Montgomery si prospettava addirittura soffocante.
Incrociò Leon lungo il corridoio, il quale le propose un invito a cena, tutto pagato. Perché no, pensò. Cibo gratis e in più la piacevole compagnia di Leon. Lo lasciò informandolo che avrebbe partecipato alla missione di cui, da quanto Montgomery gli aveva detto, Leon era a capo.
- Ci vediamo in aula magna allora.
- Preparo l'equipaggiamento e arrivo.
Si diresse verso la sua stanza a recuperare le sue armi.

-----------------------------------------
Spoiler
Quando Pip era ancora tra di noi (pace all'anima sua) #PipLives #FinalFantasy13PipReturns #PresideCercasi

- Così non va bene.
Philip gettò di lato i fogli che coprivano la scrivania, cercando dello spazio in cui sbattere la testa.
- Di questo passo verremo sommersi dai debiti.
Rina fece lo stesso con un altra pila di documenti, però per trovare lo spazio per poggiare il tè che aveva portato per il preside. A sentire le lamentele del preside, sospirò.
- E va bene Pippino - disse. - Vado a prendere la macchina fotografica.
- Per fare cosa?
- Ci servono soldi, no? Venderemo un calendario sexy.
Pip arrossì. Per un attimo fu tentato di dire di sì, ma mettersi in ridicolo di fronte al multiverso non poteva essere la soluzione ai suoi problemi. Non poteva immaginare che in futuro, quel calendario, si sarebbe fatto davvero.
- No, Rina. Ti ringrazio comunque per il suggerimento.
- Incredibile, i Besaid Aurochs hanno vinto il campionato di Blitzball di Spira - intervenne così a caso Brian. Stava leggendo il giornale sportivo e non sembrava particolarmente interessato al dannarsi di Pip di fronte ai debiti da pagare.
- Ma ci stai ascoltando, Brian?
Il commander non distolse lo sguardo dall'articolo che stava leggendo. - Di questo passo potrebbero avere una possibilità di vincere anche il campionato del Multiverso - disse. - Con i soldi che ci sono in palio, potrebbero comprarsi un portiere decente. Dannato Keepa.
Alla parola soldi le orecchie di Pip si drizztarono.
- Si guadagna tanto con questo blitzball di cui parli?
Brian si accorse finalmente che c'erano altre persone in quella stanza oltre a lui. - Oh, sì, Philip. Tra sponsor e premi dei tornei, è un continuo girare di soldi. È praticamente lo sport più diffuso in tutto il multiverso, da quando è stato esportato da Spira anche negli altri mondi. Certo nessuno riesce ancora a stare al passo con le squadre di Spira, ma...
- Te ne intendi molto di Blitzball, Brian? - lo interruppe.
Il ragazzo chiuse il giornale con fare solenne. - Io so tutto sul Blitzball, Pip.
- Bene, ho un lavoro per te.

Brian spense il televisore e si voltò verso i Seed seduti di fronte a lui.
- Sembra divertente.
- Lo è.
Il Commander passò ad Elza il pallone che si era portato alla "dimostrazione", lei lo afferrò al volo.
- È uno sport ormai molto diffuso nel multiverso, ne avrete sentito parlare. Si chiama Blitzball. Philip ha fatto richiesta che si formasse una squadra rappresentate il Garden di Rinoa, e ha chiesto a me di occuparmene. Quindi eccoci qui.
Leon, Elza, Oushi, Raiden, Homura e Niamh. Era loro che aveva scelto come elementi della squadra, più eventuali riserve. Gli lasciò qualche attimo di tempo per elaborare la cosa. La prima domanda arrivò da Elza, rapida e immediata.
- Doppio stipendio?
- Sì - rispose il Commander alzando lo sguardo al soffitto. Se l'aspettava.
- Quindi tutto quello che dobbiamo fare è giocare - Leon sorrise. L'idea di mettersi alla prova lo stuzzicava, e lo stesso valeva per Niamh.
- E vincere, possibilmente. Terremo delle sessioni di addestramento, quasi tutti i giorni, ma confido che non avrete problemi perchè il vostro fisico è già piuttosto allenato.
Homura sembrava perplesso. - Come fanno i giocatori a respirare così a lungo sott'acqua? - domandò.
- Grazie alla magia, ovviamente.
- Poche chiacchere, mi hai già convinta alla cosa del doppio stipendio.
- Su questo non avevamo dubbi.
Accettò anche Raiden, e alla fine anche Homura. Il primo passo era fatto.

Elza afferra il pallone, scarta in avanti superando il centrocampista nemico e passa la palla a Leon. Leon resiste all'aggressione dell'attaccante nemico, continua a nuotare per qualche metro e passa la palla ad Oushi libera sulla sinistra. Lehner avanza, avanza sempre più vicina alla porta, tira ed è rete! Rete per la squadra del Garden di Rinoa!
- Perchè diavolo Raiden sta facendo la telecronaca della partita registrata? DI NUOVO?
Alla domanda (legittima) di Niamh, Homura alzò le spalle. - Avrà bevuto troppa acqua durante la partita e ora ha il cervello permanentemente danneggiato.
Raiden fece per dissentire, ma Brian attirò la loro attenzione battendo le mani. - Concentrazione.
Avevano iniziato gli allenamenti da qualche giorno, dopo che Philip gli aveva dato l'incarico di allenare una squadra di Blitzball del Garden così, di punto in bianco. Dopo quella partita di allenamento appena tenuta con la squadra di Galbadia, che tra l'altro avevano perso, il Commander li aveva costretti a sedersi negli spogliatoi e guardare e riguardare la partita in modo da imparare dai loro errori sul campo.
- L'abbiamo già vista dieci volte questa partita.
- Voglio andare a togliermi questa divisa fradicia di dosso.
- Anch'io.
- Ragazze, perchè andare nello spogliatoio femminile per farlo? Cambiatevi pure qua, non ci vergogniamo!
Elza entra in scivolata! Intervento molto duro e completamente fuori tempo, prende in pieno la gamba!
- Ommioddio la mia gamba! La mia gamba! Non potrò più giocare, la mia brillante carriera di giocatore di blitzball stroncata sul nascere!
- Non fare la femminuccia...
- Insomma, statemi ad ascoltare! - Brian battè il pugno sulla panchina nel tentativo di ristabilire l'ordine, senza risultato perchè Raiden e Homura stavano battibeccando, Niamh si era messa comoda seduta sul pavimento ed aveva preso a fare merenda con dei muffin ed Elza e Oushi erano intente a prendere a calci nei fianchi Leon mentre questo si dimenava a terra per il dolore alla gamba.
Brian sospirò, stanco, maledicendo il giorno in cui aveva accettato quell'incarico.

Questa cosa non sapevo dove metterla, ho pensato a Fan Fiction ma poi ho pensato che poteva essere qualcosa di più che potesse rendere partecipi anche gli altri ^^ Parliamone!
In sostanza, annuncio che (forse) il Garden ha una squadra di Blitzball. Alla luce dei nuovi sviluppi, suppongo che questo accada in un universo alternativo in cui la dittatura nazista non è salita al potere nel Garden! Ossia a livello di Fan Fiction.
Credo di poter dire che ognuno può sentirsi libero di partecipare! Tornei, amichevoli, addestramenti, semplice sviluppo delle dinamiche sociali tra i membri della squadra. Oddio forse sto esagerando, è solo una cavolata che mi è venuta in mente giocando a Final Fantasy 10! XDDD
Oppure potrebbe essere canon anche in questa realtà se la cosa non sembra troppo estremamente ed eccessivamente assai sprucida. Il blitzball potrebbe essere una cosa comunque abbastanza seria come lo era anche in Final Fantasy 10 e come è lo sport nella realtà, inerente all'ambientazione del Garden Club, magari per staccare un po' dal solito tram tram war war giornaliero, e soprattutto non necessariamente materiale per post comici.
Dal canto mio, sono certo che ne parlerò ancora in futuro... di come la squadra del Rinoa's portò a casa il titolo di campioni del mondo. Woooooooh!

AS Leon Rayearth
AD Oushi Lehner
CC Elza
DS Niamh
DD Homura Tsukihime
PT Raiden


Possibili riserve: Matt Winchester, Egil Snow, Edith Lance, Kaleco Stray, Alexandra Schwarzlight, Yami Nighshade, Killian Locker
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


Scheda Garden
Avatar utente
Pip :>
BANNATO! è.é
Messaggi: 3660
Iscritto il: 24 ott 2006, 22:38
Sesso: M
Località: Garden di Rinoa

Re: Garden

Messaggio da Pip :> »

La prima giornata al Garden di Berret Montgomery si era conclusa.
Non erano passate nemmeno 24 ore che già l'Ordine aveva assegnato una missione al Rinoa's, ora nelle esperte mani del Capitano SeeD di cui l'Ordine poteva dirsi più orgoglioso.
Si guardò intorno, cercando di carpire l'anima della stanza in cui si trovava. La targhetta di Philip Phoenix era stata sostituita dalla sua, ma il mobilio, la disposizione dell'arredamento, i quadri e le foto erano rimaste, tanto era stato impegnato a discutere con i SeeD del Rinoa's.
Aprì un'anta dell'armadio, più con una speranza che con una certezza.

Bene, trovato.

Si versò tre dita di scotch, che prese a degustare mentre con l'altra mano reggeva la cornice contenente una delle tante foto presenti sulla scrivania e nei dintorni.
Philip con Drizzt, un braccio intorno alle spalle del Drow ed armi in mano, di ritorno dalla missione che l'ex Vicepreside, Ruben ed il defunto SeeD Commander Lavitz avevano intrapreso per salvarlo.
La dottoressa Aura Lundor appesa al collo di Philip, che sorridente sosteneva il peso della ragazza.
Le lame incrociate con Ruben, in uno dei tanti scontri che avevano forgiato la loro amicizia fraterna, prima degli avvenimenti che, per tutti, Montgomery compreso, avevano portato alla rottura e alla morte dell'ex Preside.
Uno scatto della Zantetsuken in mano di Pip, che inseguiva Egil e Matt per i corridoi del Garden.
Foto insieme a vecchi e nuovi compagni, a testimoniare che il Rinoa's, prima di essere una struttura militare, era una grande famiglia.
Il Preside Montgomery raccolse tutte le cornici, iniziando personalmente a riorganizzare l'ufficio, a suo dire parecchio disordinato, per quanto caloroso.
Il bicchiere di scotch finì un altro paio di volte, prima che la bottiglia venisse riposta.

Quegli attimi di pausa gli diedero modo di ripensare agli avvenimenti della giornata, iniziati con l'arresto del Vicepreside Do Urden. L'Ordine gli aveva già anticipato che il Drow sarebbe stato trasportato, dopo un breve soggiorno al Garden Supremo, al Comando Centrale Commander, titolare della giurisdizione sull'imputato. Le accuse sarebbero probabilmente cadute, ma gli avevano assicurato che Drizzt Do Urden non sarebbe più stato una minaccia per il Garden, essendo stato espulso a tempo indeterminato.
A seguire, decine di colloqui con i SeeD del Garden, che si erano mostrati per lo più diffidenti, se non ostili alla sua figura. A quel "rifiuto", il Preside aveva risposto con portentosa fermezza e durezza. Nella sua carriera aveva diretto centinaia, se non migliaia di soldati e ci sarebbe voluto molto di più per impressionarlo o spaventarlo.
Di certo non si era guadagnato la simpatia dei suoi nuovi sottoposti, ma quello era il suo modo di essere, prima che di lavorare. Rigore, rispetto delle regole, lealtà. Nessun tentennamento.
Dopotutto, quella era la missione che l'Ordine dei Garden gli aveva affidato, rendendolo Preside del Rinoa's. Il suo compito sarebbe stato di procedere ad una graduale spersonalizzazione e trasformazione del Garden di Rinoa, con l'abbandono degli ideali d'azione che fino a quel momento l'avevano contraddistinto, in modo da renderlo uno strumento non pericoloso per l'Ordine, affinché potesse utilizzarlo al pieno delle sue potenzialità. Avrebbe sicuramente incontrato resistenze, perché sapeva che per i SeeD del Garden di Rinoa, che avevano così combattuto per la loro indipendenza, l'Ordine era considerata un'entità quasi criminale.
Rise fra sé e sé nel ricordarsi quella constatazione. Proprio lui, che era stato salvato dall'Ordine e aveva visto con i suoi occhi quanto, nel corso degli anni, la sua azione avesse migliorato le condizioni di vita dei pianeti conosciuti, doveva presiedere una struttura per la quale l'Ordine era ritenuto quasi "malvagio".

Una sciocchezza priva di fondamento.

In quel momento, iniziò a provare una forte antipatia verso l'ex Preside Phoenix, considerandolo senza volerlo quale suo antagonista, quale sua nemesi naturale.
Solo un ingenuo, un allocco, uno stupido sognatore poteva pensare che la vita fosse tutta rose e fiori e che anche un'organizzazione portatrice di pace non dovesse scendere a compromessi, in primis con se stessa.
La vita del Rinoa's Garden era stata fin troppo facile in quegli anni, la struttura aveva potuto gironzolare qua e là a proprio piacimento, scegliendo l'una o l'altra volta per quale ideale combattere, mentre l'Ordine era impegnato a garantire la sicurezza di tutti. A fare del bene, se non con modalità diversi. Il fine giustifica i mezzi, oppure non può legittimare l'utilizzo di mezzi sbagliati?
La sua determinazione crebbe ancora di più, ripensando ai sacrifici e a tutte le volte che si era sporcato le mani "per la pace del Multiverso". La sua missione era più importante di qualsiasi rapporto personale, di qualsiasi remora etica.
Come sempre, non aveva esitato neanche per un attimo nel predisporre l'ingaggio che l'Ordine gli aveva commissionato.
Scortare un prigioniero pentito, un pericoloso criminale, perché le famiglie, che richiedevano semplicemente giustizia e non accettavano che il carnefice la facesse franca, avrebbero potuto pregiudicare il trasporto.
Una missione molto diversa da quelle che aveva svolto fino a quel momento il Garden di Rinoa, la prima di altre missioni ancora più difficili da gestire per la morale dei suoi SeeD. Presto avrebbero dovuto fare i conti con quella nuova realtà.

Ma tutti questi discorsi, alla fine, non gli importavano. Avrebbe diretto la struttura e avrebbe adempiuto ai suoi doveri, come sempre. Avrebbe avuto successo, come sempre. E magari, i SeeD lo avrebbero accettato, anche se non si sarebbe sacrificato per loro come aveva fatto Philip. Un Preside è più importante di un SeeD o un Cadetto, è la Regina di una scacchiera, lo strumento più efficace per proteggere il Re.
Il Re, l'Ordine dei Garden.
L'ultima foto di Phoenix cadde nel sacco ed un inserviente lo prese in consegna, pronto a farlo sparire.

Montgomery non seppe mai che quell'uomo conservò tutto ciò che apparteneva all'ex Preside, nella speranza, prima o poi, di un suo ritorno a casa.

*****************

Montgomery: SeeD Commander Willis. Bentornato.

Brian, ancora una volta sorridente verso l'uomo mastodontico che aveva di fronte, si sedette sulla scrivania, facendo ciondolare le gambe.

Brian: Avete pensato alla mia proposta, Preside? Spero sia stata di vostro gradimento!
Montgomery: ...accetto. Ma mi raccomando, discrezione. Ti coordinerai con il Tenente Lange e riferirai direttamente a me.
Brian: Non preoccupatevi, Preside!

Sfoggiò un sorrisone davvero ingenuo, molto credibile.

Brian: Sono solo un giovane ragazzo a cui piace stare tra la gente.

Montgomery rimase ancora una volta spiazzato.

Brian: Se posso permettermi un consiglio, comunque, al Garden di Rinoa l'attenzione deve stare sempre alta. Non mi fiderei di nessuno.
Montgomery: Portate rispetto, Commander Willis. Nella mia vita gli insuccessi possono contarsi sulle dita di una mano.
Brian: Meglio. Ciao ciao.

Il ragazzo uscì dalla Presidenza, lasciando Montgomery agli ultimi preparativi per la missione.

Era arrivata l'ora di partire.
Avatar utente
Aenima
Aspirante Guerriero
Messaggi: 221
Iscritto il: 16 ago 2012, 23:25
Sesso: M
Località: Neapolis

New Deal

Messaggio da Aenima »

Di Tobias J. Lange, Tenente SeeD, poteva dirsi tutto eccetto che non fosse una persona meticolosa.
Raiden, prima di partire in missione, gli aveva consegnato tutta la documentazione inerente la sua oramai ex attività di Istruttore a partire dal giorno in cui aveva preso servizio nel Centro Addestramento del Garden e Lange, seduto sulla sua poltrona con un sigaro tra le mani, era intento ad esaminarla, fascicolo dopo fascicolo.
Il tenente emise una profonda boccata di fumo e, poggiato per un attimo il sigaro sul posacenere, iniziò a sfogliare la prima cartella.
« Bene... » sospirò, riprendendo il sigaro tra le dita per aspirare una seconda volta « Vediamo un po' cosa abbiamo qui. »
Lange impiegò un paio d'ore per consultare tutti quei fascicoli. Non aveva rilevato nulla di particolare, le attività nel Centro di Addestramento si erano sempre svolte regolarmente e Raiden sembrava essere un insegnante piuttosto esigente: poco più della metà dei suoi allievi aveva raggiunto la sufficienza in tutte le prove d'esame e soltanto una piccola percentuale di questi era riuscita a raggiungere dei voti sopra la media. Lo spadaccino aveva inoltre compilato con estrema precisione tutti i fascicoli, allegando accurate descrizioni dei profili dei suoi allievi, apparentemente senza tralasciare alcunché.
Un insegnate valido, senza ombra di dubbio, pensava tra sé il tenente, ma non il meglio che quel Garden potesse avere. Lange aveva seguito numerosi addestramenti sotto l'Ordine, molti dei quali riservati esclusivamente ai corpi scelti SeeD. Le prove erano durissime: marce zavorrate a tempo in uniforme da combattimento e carico di 20 kg senza arma su itinerari di difficoltà crescente, prove di destrezza e di sopravvivenza, evasione e fuga, resistenza agli interrogatori. Più volte il giovane Lange si era trovato catapultato in ambienti sconosciuti, in assoluta solitudine per affrontare prove di sopravvivenza finanche in climi estremi, era stato sottoposto a simulazioni di interrogatori non molto dissimili dalla tortura, deprivato a turno del cibo o del sonno. Aveva inoltre sostenuto corsi intensivi di corpo-a-corpo CQC e imparato ad usare la sua arma, un bisento, nel migliore dei modi, oltre che a gestire il suo potere magico. Il suo curriculum parlava da sé: Lange era un ottimo istruttore, ma i suoi modi piuttosto rudi e severi, frutto di ciò ch'egli stesso aveva subito. Erano decisamente in pochi a uscire integri dalle sue sessioni d'addestramento, ma questi pochi finivano col cambiare radicalmente, temprati dallo spirito del Tenente.
Le nuove reclute del Garden di Rinoa sarebbero state educate secondo i principi e gli ideali dell'Ordine, al fine di lottare per la pace nel Multiverso con ogni mezzo e Lange era l'uomo perfetto per quel ruolo, Montgomery non aveva avuto alcun dubbio: Lange sarebbe stato il suo braccio destro, sapeva di potersi fidare ciecamente di lui.
Erano rimasti pochi fascicoli da esaminare. Uno degli ultimi era quello di Elza, la ladra. Il preside aveva avuto già modo di colloquiare con la giovane, ma Lange aveva notato dell'altro. Dalle documentazioni emergeva infatti che la giovane aveva seguito numerose sessioni d'addestramento con Raiden e i suoi voti erano notevolmente migliorati nel tempo, fino a raggiungere il massimo. Un caso isolato tra la mediocrità degli altri che aveva subito attirato l'attenzione del tenente.
« Interessante... » disse tra sé, espirando l'ennesima nube di fumo. Il suo studio non era poi così tanto dissimile da una ciminiera « Ti terrò d'occhio. E vedremo se questa valutazione rispecchia la realtà. »
Le elucubrazioni mentali del tenente vennero interrotte da un frenetico bussare alla sua porta. Lange non ebbe neppur il tempo di dare l'avanti che già la porta si era spalancata, rivelando la piccola figura di Brian Willis.
« Per la miseria! » esclamò tossendo, infastidito dall'acre odore del fumo di sigaro che impregnava la stanza « Farebbe invidia ad una ciminiera, tenente Lange! »
Il tenente, seppur infastidito dall'arroganza di quel ragazzino, non ribatté per non dargli alcuna soddisfazione. E poi era pur sempre un SeeD Commander. « A cosa devo l'onore, Willis? » rispose in tono rude, spegnendo con veemenza il sigaro nel posacenere in un moto di stizza.
Brian gli spiegò dell'accordo che aveva appena contratto con il Preside Montgomery e Lange ascoltava interessato. Tuttavia non riusciva a coglierne le motivazioni: perché quel piccoletto aveva spontaneamente deciso di collaborare, remando contro i suoi compagni? Lange non avrebbe discusso la volontà del Preside, però avrebbe agito con circospezione. Non si sarebbe fidato ciecamente di Willis, ma avrebbe sfruttato comunque la situazione a proprio vantaggio.
« Va bene, Willis. Fa' ciò che preferisci, agisci come ritieni opportuno. Ma ricorda: riferirai a me, come stabilito dal Preside. » concluse Lange, spazientito.
Brian gettò un'occhiata ai fascicoli d'addestramento sparsi sulla scrivania di Lange, notando quello di Elza, ancora aperto. I suoi occhi passarono dalla cartellina agli appunti, dagli appunti ai fascoli di Raiden e quindi al volto di Lange in pochi secondi e subito sul suo volto andò dipingendosi un candido sorriso cangiante.
« Ha bisogno di qualcosa, Tenente Lange? »
« The world needs bad men. We keep the other bad men from the door. »

Immagine
Immagine
Scheda ~ Die soldaat - Background
Avatar utente
CrisAntoine
User Junior
Messaggi: 74
Iscritto il: 19 apr 2015, 12:09
Sesso: M

Re: Garden

Messaggio da CrisAntoine »

-Cadetto Killian Locker richiesto in presidenza.
Apro la porta e mi posiziono di fronte al preside, in attesa.
-Ho una buona notizia per te.
Nonostante le parole, il suo tono era piatto e inflessibile.
-Ho mandato i risultati degli esperti cui ti avevo parlato, riguardo gli incidenti da te provocati, all'Ordine, che ha richiesto il tuo immediato trasferimento. D'ora in avanti sarai un ricercatore fisso dell'Ordine. Le mie più sincere congratulazioni. Tra poco verranno a prenderti.
La mia espressione passa dal confuso al sorpreso, fino all'evidente gioia.
-Signore, non ho parole per ringraziarla. Grazie, grazie! Nessuno aveva mai fatto qualcosa di simile per me. È davvero un brav'uomo.
-Non ringraziarmi. Non ce n'è bisogno. Ora va a prepararti. L'Ordine non aspetta.
-Sissignore, grazie ancora.
Mi congedo, l'umore alle stelle. Raccolgo la mia poca roba e attendo la chiamata. Saluti un paio di persone e seguo i Seed sino al Jumper, destinazione laboratori dell'Ordine.


Basta guardarsi intorno per capire che Dio è morto. Non v'è bene senza offrire qualcosa in cambio, niente gentilezza non retribuita. Anche quelli che chiamate buoni samaritani agiscono bene per il proprio tornaconto. Viviamo nella società dell'ipocrisia e dell'avidità, e non possiamo farci niente
-Parole sante, amico mio. Parole sante.
L'uomo chiude il giornale e lo butta sul bancone.
-Quel tizio ha ragione. C@$$o se ha ragione. E fa bene a non metterci nome, altrimenti quei cani della politica e dell'Ordine la ammazzerebbero. Porca t#0!a. M'è venuta sete. Una vodka.
Poggio il bicchiere di fronte all'uomo e lo riempio. Questo lo afferra e lo alza in alto.
-Alla vita di questo figlio di t#0!a. Che possa continuare a scrivere queste c@$$o di verità.
Sorrido fra me. Questo vecchio neanche immagina quanto ha ragione. Uno strano tizio si siede al bancone. Basta uno sguardo per capire che si tratta di affari.
-Posso fare qualcosa per te, amico.
-Portami uno scotch.
Poggio il bicchiere pieno del liquido giallognolo di fronte all'uomo, che mi passa una banconota.
Mi diriggo verso la cassa, poso la banconota e leggo il foglietto.
Una lettera da Mr Z.
Carissimo signor Wolf,
Mi duole dover chiedere nuovamenti suoi servigi, ma la situazione vi rende un valido alleato. Abbiamo riconquistato la pecorella smarrita affidandole un nuovo e valido pastore. Ma la conosco abbastanza bene da dubitare che non proverà nuovamente a ribellarsi e fuggire. Perciò le chiedo gentilmente di traverstirsi da pecora e informarmi sul loro comportamento. Naturalmente sarà ben ricompensato.
Cordiali saluti,
Mr Z
L'Ordine si abbassava nuovamente a chiedere l'aiuto di qualcuno come me. Che cosa dolce. Partirò stasera.
-Paul! Da domani dovrai occuparti solo del locale per un paio di giorni.
-Va bene, capo.
Mi avvicino all'uomo, prendo il suo bicchiere e guardo negli occhi, facendogli capire cosa avrebbe dovuto riferire.

La stazione non mi è mai sembrata tanto affollata. La gente spingeva a destra e a sinistra per passare. Sembro quasi anomalo col mio passo calmo. Un intruso dalla serie "Trova le differenze".
Una donna corpulenta si avvicina e mi spinge di lato, lasciando cadere quella che sembra una lettera. La raccolgo e la metto in tasca senza dare nell'occhio. L'Ordine non è certo fiero della relazione con le persone come me, cercando di nasconderci il più possibile, e la cosa non poteva che farmi comodo.

Lo Jumper-navetta mi lascia davanti alla struttura volante e senza convenevoli entro. Avvisto rapidamente una ragazza. Sembra un pò sciocca, ma sarebbe servita a testimoniare la mia estraneità.
-Scusa.
Corro verso di lei con aria disorientata.
-Mi chiamo Aaron, mi sono appena trasferito.
-Ciao. Io sono Selphiel, posso aiutarti.
Troppo facile. E questi sarebbe il famoso Rinoa?
-Sai dov'è la presidenza? Non riesco a trovarla.
-È molto semplice! Vieni, ti ci porto io.

-È da tanto che sei qui?
-Non proprio.
-Capisco. Cosa devo aspettarmi? Sai, io ho sempre vissuto per strada, nonostante sognassi di viaggiare e aiutare il prossimo, così non appena ho saputo che il famoso Garden di Rinoa era nei paraggi, ho deciso impulsivamente di venirci.
-Vivevi per strada?
-Sì, e se non fosse per le gentili anziane che ogni tanto mi offrivano qualcosa da mangiare o con cui coprirmi, sarei morto molto tempo fa.
Mi sforzo e faccio scendere una lacrima, fingendo un'immensa tristezza.
-Povere signore, sono stato un peso per loro.
-No, ti prego. Riprenditi. Ora questa sarà la tua casa. Sono sicura che tra un paio d'anni tornerai da quelle signore, mostrando loro quanta strada hai fatto grazie al loro aiuto e le renderai felici.
Povera ingenua, mi fa pena.
-Eccoci arrivati. Ora asciugati le lacrime e mostra la tua faccia migliore. Il preside Montgomery può sembrare una brutta persona, ma sono sicura che in fondo non è così male. Io devo andare.
-Grazie, Silphiel. Mi ricorderò della tua gentilezza.
Busso alla porta e non appena ssnto risposta entro. Mi richiudo la porta alle spalle e asciugo le lacrime.
-Questo che c@$$o ci fa qui?
-Ah...- mi soffio il naso -scusate... ehi, Daniels, come andiamo? Tenente Lange, che piacere rivederla. E chi abbiamo qui? La creme de la creme dell'Ordine. Niente di meno che il Capitano Montgomery. Che onore lavorarcon voi, ragazzi.
-Che onere, vorresti dire. È per la feccia come te che l'Ordine gode di una cattiva reputazione in posti come questo. Cosa vuoi?
Mi avvicino alla scrivania, cercando di portare al limite della sopportazione il capitano, godendo al massimo la mia immunità. Poggio la lettera di fronte a lui e gli faccio l'occhiolino.
Lui l'afferra e la legge.
Con la seguente ordino a voi, Capitano SeeD Montgomery, di ospitare come cadetto il sig. Wolf fino a diverso ordine, in modo da infomarci su eventuali complotti o idee di ribellione. Spero lo accogliera e lo ospitero come gli abbiamo garantito. Mi aspetto la sua totale collaborazione.
Firma:
Anziano *****
Mentre leggeva, mi ero accomodato e tamburellavo con le dita.
Alzo lo sguardo e mi fissa. Se non dubitassi sul fatto che sia incapace di provare sentimenti, direi che mi odia.
-Ho già un'infiltrato, non ho bisogno di te.
-Il nostro amico si aspettava una risposta del genere, per questo mi ha dato anche questa. Allora: "Non accetto che vengano discussi i miei ordini o tantomeno criticati da chi deve limitarsi ad obbedire.
-E va bene.
-Presto l'Ordine dovrebbe inviarvi i miei documenti e tutto il resto. Naturalmente sono falsi... una facciata, insomma. Sono sicuro che troveremo il modo di andare d'accordo.
-Ora va. Questa e la chiave della tua camera. Ci troverai dentro una divisa e un codec. Ti consiglio di comportarti bene.
-Il mio posto è libero?
-Il tuo posto?
-Passo quasi sedici ore al giorno dietro ip bancone di un bar, quale può essere il mio posto?
-E va bene.
Prende un foglio, scrive due righe e me lo consegna.
-Consegnalo a Filippo, è il responsabile del bar di questo Garden.
Mi alzo ed imito un saluto militare.
Prima di lasciarli mi rivolgo a tutti e tre -Devo ringraziare la mia immunità, altrimenti mi avreste già ucciso, vero?
-Non sai quanto hai ragione.
Strizzo loro l'occhio e li lascio.

Il bar era vuoto, probabilmente a causa dell'ora. Individuo un uomo, dietro il bancone. Deve essere Filippo. Mi avvicino e attiro la sua attenzione bussando sul bancone. L'uomo trasale e si volta.
-Scusa.
Alzo le mani, dispiaciuto.
-Scusami, tu. Non ti avevo sentito. Posso fare qualcosa per te.
-Sì. Sono appena uscito dall'ufficio di Montgomery e mi ha detto di consegniarti questo.
Gli passo il foglio. Lo legge e mi guarda in modo interrogativo.
-Vorresti lavorare qui?
-Sì.
-Credi di poter sostenere il ritmo?
-Sono anni che gestisco un locale a Deling City.
-Allora sei dentro. Cominci domattina. Presto. Alle 4:30 ti voglio qui.
-Molto bene.
Spoiler
NB: l'immunità alla quale mi riferisco non permette qualsiasi cosa, si limita a coprirlo da crimini minori. Quindi con Montgomery e compagnia non andrà mai oltre il sarcasmo e le piccole provocazioni.
"In a world full of eggplants and peaches, I'm a tomato!"

Scheda PG Rina
Oushi
Guerriero
Messaggi: 575
Iscritto il: 27 apr 2006, 20:45
Sesso: F

Re: Garden

Messaggio da Oushi »

«Voleva parlarmi, signore?»
Oushi si richiuse la porta alle spalle e notò al primo colpo d'occhio che l'atmosfera dell'ufficio era notevolmente cambiata. Il nuovo preside si era ambientato velocemente, sbarazzandosi di tutti gli effetti personali del suo predecessore e conferendo alla stanza un rigore e un ordine che non erano mai stati propri di Pip, o per lo meno non in modo così marcato.
Fu colta da sentimenti contrastanti. Montgomery possedeva la dura compostezza del soldato ed era dotato di notevole carisma - prima o poi si sarebbe conquistato la stima di tutti, anche se forse non la loro simpatia – capacità che lei apprezzava notevolmente. E forse, un rapporto più distaccato con un suo superiore l'avrebbe fatta sentire maggiormente a suo agio. Trovava spesso soffocante l'ideale di amicizia che univa molti membri del Rinoa, perché si sentiva forzata ad assecondarlo e a condividere se stessa con gli altri a un livello troppo personale. Oushi non era una persona pronta ad accettare chiunque e non voleva diventarlo. Eppure, quell'equilibrio sgangherato che solo Philip sembrava saper reggere sulla punta delle dita, calzava al suo carattere schizofrenico e in costante conflitto con se stesso più di quanto riuscisse a fare qualunque rigida disciplina militare.
Si sarebbe adattata al nuovo corso del Garden e sarebbe entrata nella scatola, o l'avrebbe fatta esplodere?

Montgomery sembrò soddisfatto nel vederla presentarsi col saluto militare; aveva una cartelletta aperta sulla scrivania, e Oushi immaginò che fosse la propria.
«Non si tratta di nulla di importante. Mi incuriosivano alcuni aspetti della sua storia personale e volevo conoscerla di persona.»
Sorrise in modo in po' incerto, chiedendosi a quale delle mille stranezze si riferisse.
«Sono al corrente anche del fatto che lei non sia nativa di questa dimensione. Personalmente, non avrei rischiato di farle varcare un confine così critico. Non è mai saggio giocare con gli equilibri dei mondi, anche se si tratta di piccoli avvenimenti. Ma immagino che ormai non abbia senso discuterne. Mi sembra che lei si sia perfettamente integrata in questo ambiente.»
Si sentì trattata come un alieno, ma evitò di farlo notare.
Montgomery si sistemò meglio sulla poltrona e sfogliò il suo fascicolo meditabondo, perso in chissà quali considerazioni.
«Qui c'è scritto che è entrata per la prima volta in un Garden a sedici anni. Ben dieci anni fa, se vogliamo considerare la sua età anagrafica. Come mai è ancora un cadetto?»
Oushi sentì il sudore freddo scenderle giù per il collo.
«Ho abbandonato il Garden per motivi personali. E ho trascorso molti anni lontana da qualunque struttura dell'Ordine.»
«Cadetto Lehner, non fraintenda. Non sto cercando di giudicare il suo operato o le sue scelte.»
Il modo in cui calcò l'accento pronunciando il suo grado le raccontava una storia diversa, ma non si espresse nemmeno su quello.
«Ciò che mi lascia perplesso è che le sia stata proposta la promozione a Seed almeno due volte, ma in entrambi i casi non si è presentata o ha rifiutato. Le posso chiedere il motivo?»
«Non l'ho mai rifiutata. La prima volta è stata prima di lasciare il Garden Supremo, la seconda ho dovuto subire un intervento. In entrambi i casi non è dipeso dalla mia volontà.»
Il preside sollevò un sopracciglio. «La prego, non mi prenda in giro.»
Oushi cominciò a sentirsi molto a disagio, ma andarsene a quel punto sarebbe stato un segnale di debolezza lampante, e non avrebbe fatto altro che confermare la visione di Montgomery.
«Perché ha deciso di diventare un Seed?»
Non rispose. Lo guardò a lungo sforzandosi di apparire decisa, ma non era capace di nascondere le proprie emozioni quando veniva messa alle strette.
«E' sua intenzione diventare un Seed?»
«Sinceramente, signore, ha uno scopo questo interrogatorio?»
Lui corrucciò le sopracciglia, contrariato.
«Lo scopo è questo, Lehner. Capire se si considera un soldato del Garden, e se quindi posso fare affidamento su di lei, o se trovarsi qui sia un modo come un altro per ammazzare il tempo.»
«Essere un cadetto non mi ha mai impedito di rendermi utile.»
«Ma diventare Seed è troppo impegnativo?»
Non era sicura se stesse cercando di metterla alla prova o meno, ma Oushi era a un passo dal perdere del tutto la calma.
Montgomery lo intuì. Farla arrabbiare non era il suo scopo, quindi retrocedette, appoggiandosi più rilassato allo schienale della poltrona.
«Il punto è: sono convinto che lei sia un soldato con un ottimo potenziale, che abbia le capacità per diventare Seed e raggiungere i suoi obiettivi; ma che non sappia quali sono. Lei non è Seed perché non vuole diventarlo.»
Continuò a fissarlo, le braccia incrociate dietro la schiena e l'espressione visibilmente infastidita e offesa.
«Se non vuole diventare un Seed non ha motivo di restare.»
«E' tutto?»
«Sì, non ho altro da aggiungere.»
Oushi ripeté il saluto militare fumando dalle orecchie, ma mordendosi la lingua. Si congedò e lasciò la presidenza tirando fuori da una tasca della divisa il pacchetto di sigarette appena fu fuori dalla visuale del preside.
«E da oggi è vietato fumare nei corridoi del Garden!»

«Hai avuto una brutta mattinata?»
Edith la raggiunse dopo averla intravista fumare nervosamente sulla terrazza del Garden.
«Orribile.»
«Mi dispiace. Posso fare qualcosa per te?»
«Levarti dal cxxxo?»
«Uhm. Pensavo a qualcos'altro.» Le sfilò la sigaretta dalle labbra, le afferrò i capelli dietro la nuca con la mano libera e la baciò. Quando si staccarono, Edith le rubò una boccata dalla sigaretta, poi la rimise al suo posto.
Quella giornata era stata ormai battezzata sotto il segno del disagio.
Avatar utente
Edith Lance
User Junior
Messaggi: 77
Iscritto il: 16 mar 2015, 22:29
Sesso: F

Re: Garden

Messaggio da Edith Lance »

Allungò una mano allo specchio accarezzando il profilo di un volto stanco: fare, fare, fare – era stato il suo motto negli ultimi mesi perché se solo si fosse fermata riflettere, se solo avesse lasciato uno spiraglio, i pensieri l’avrebbero sbranata.
Si era immersa nella materialità con la ferocia di chi è rincorso dai rimorsi e non vuole farsi raggiungere, impaurita dal dolore che vedeva riflesso nei volti di chi le era al fianco, la spaventava fosse il suo stesso ritratto.

Il dolore fa naufragare, annebbia la vista di lacrime, contrae le labbra, quando straborda non si può celare è lì, visibile a tutti ed ha la capacità di allontanare, perché nessuno sa parlare a chi è distrutto. La verità è che non esistono parole che siano il salvagente di chi annega.
La disperazione era un’ombra da cui sfuggiva: nella sua vita non avrebbe voluto affezionarsi, amare. Come avrebbe potuto votarsi alla morte con la paura di lasciar indietro? Eppure, quell’affetto che tanto aveva rinnegato negli anni era stata la ragione per tornare indietro dal confine, per salvarsi. Ed era la ragione per continuare a vivere e non morire.

Scivolò con le dita lungo un cordolo biancastro, la sua pelle era una mappa di cicatrici, ricordi incisi a sangue nella carne.
Strinse i denti sentendo un fiotto di bile risalire in gola, si chiese se i sentimenti non nascessero dallo stomaco e non dal cuore, perché ogni volta il suo dolore diventava un pugno serrato nelle viscere. Colpì lo specchio e le nocche si aprirono quando il vetro si ruppe.

«Merda» biascicò fra i denti.

Scosse la testa, gli occhi chiusi e il respiro un rantolo in gola poi, lentamente, sollevò le palpebre e s’intravide nelle incrinature del cristallo. Era spezzata, ma sarebbe potuta andare avanti ancora un giorno. Indossò la maschera che avrebbe mostrato al mondo e con fatica uscì dall’alloggio.

«Se provassi a sorridere, magari, qualcuno potrebbe provare a conversare con te» Edith posò l’indice e il pollice ai bordi delle labbra di Oushi e provò a tenderli all’insù, ma non appena lasciò la presa la bocca tornò a curvarsi verso il basso.
«Tu mi stai parlando.» le fece notare.
«Solo perché io mi disinteresso del tuo grugnire.» Si portò le mani dietro la nuca e proseguì lungo il corridoio alle calcagna della cadetta. «Can che abbaia non morde.»
«Io ringhio, mordo e sbrano.»
«Lo so bene» la voce sorniona fece trasalire Oushi che accelerò il passo – aveva deciso che non le avrebbe mai rivelato la verità sulla notte trascorsa assieme, era troppo divertente vederla trasalire. Sì, Edith poteva essere davvero infame.
Nel suo veloce incedere – una fuga rocambolesca e inutile – la donna svoltò un angolo e si ritrovò a un palmo dalla faccia di un nuovo arrivo. Saltò all’indietro, prima del frontale.
«Sarebbe il caso di guardare dove si mettono i piedi» due occhi rossi guizzarono divertiti da Oushi a Edith.
«Chiedo scusa. Non è ancora addestrata a dovere.»
Lehner mugugno un’imprecazione, rivolgendo un’occhiata di fuoco alla donna che aveva preso posto al suo fianco e con studiata noncuranza le aveva circondato le spalle con un braccio.
«Edith Lance, piacere.» Tese le dita e solo in quel momento Oushi si accorse delle fasciature raffazzonate che le fasciavano la mano.
«Paine Byrne.» La donna osservò con interesse le bende. «Sei un medico?» chiese infine.
Edith scrollò le spalle. «Lo ero in un’altra vita.»
Sentì Oushi irrigidirsi sotto la sua stretta.
«Che ne dite di un caffè?»

La caffetteria era insolitamente vuota per essere un sabato mattina qualunque, Filippo ciondolava pigramente fra la macchina del caffè e la cucina. Sedettero a un tavolino distante dal bancone, ordinando la colazione a spese del nuovo vicepreside (perché sì ndE).
«Vieni direttamente dall’Ordine?»
La donna la fissò da sopra la tazza di the. «Esatto.»
Edith si sporse in avanti. «Raccontami.»
Prima che potesse avere risposte alla sua curiosità, le vibrò nella tasca del pantalone il codec – ebbe diverse difficoltà a rispondere, finche Oushi non glielo sfilò dalle mani e premette il gigantesco tasto verde sullo schermo.
«Montgomery mi chiama a rapporto.»
Lasciò le due cadette a guardarsi negli occhi.
***
Inclinò la testa da un lato, poi dall’altro. «Non ho la più pallida idea di come si usi, Signore.» confessò dopo diversi minuti in cui aveva studiato con interesse il macchinario davanti a lei.
«Non c’è problema» ripose paziente «Ti insegnerà Brian.»
Il ragazzino fece capolino da dietro le spalle del Preside. «Non è difficile: ti metti la cuffia e ascolti quanto succede.»
Edith sollevò un sopracciglio.
«Così!» Il Commander sfilò gli auricolari dal loro alloggiamento e li poggiò sulla testa della ragazza. «Poi trascrivi.»
Una voce gracchiò nelle sue orecchie. La donna si voltò verso Montgomery.
«La fiducia si conquista con i fatti.»
Immagine
Bloccato

Torna a “Garden Club”