Senza contare che esistono, volendo, molti altri sistemi per risolvere la questione in maniera meno drastica se non si hanno le possibilità di accudire un figlio: penso ad esempio all'adozione.
Comprenderai che non è neanche lontanamente lo stesso, per dare in adozione un figlio bisogna portarlo in grembo 9 mesi e poi partorirlo, e questa è una sofferenza, è perdere 9 mesi di vita normale. Questo apre poi diverse altre problematiche: cosa accade se i genitori non possono accudirlo ma si sentono ormai legati al figlio non nato accudito per l'intera gravidanza? Anche quella del dover abbandonare un figlio voluto che non si può mantenere è una sofferenza, ed è solo la minore, in questo caso.
Ritengo infine che, se arriva una gravidanza non prevista ed indesiderata, bisognerebbe avere la responsabilità e il coraggio di accettare le conseguenze delle azioni fatte (delle serie: potevi pensarci prima! ).
L'unico modo per "pensarci prima" avendo la certezza assoluta di non incorrere in gravidanze indesiderate è l'astinenza. Dal momento che siamo animali, questo è improponibile. Quindi, se una coppia ricorre ai metodi contraccettivi, una gravidanza è un inconveniente, non la prevedibile conseguenza delle proprie azioni, è qualcosa che è andato storto rispetto a ciò che si intendeva fare e questo tende a rendere un po' fuori luogo il parlare di conseguenze. Se un uomo cerca lavoro, sceglie di lavorare in fabbrica e si ammala per l'inquinamento dello stabile, non è che gli si può dire "hai scelto quel lavoro, accetta le conseguenze", perchè lui il possibile per non ammalarsi magari l'ha fatto, penso che gli si dica "curati come puoi".
Prima che chiunque si scandalizzi nel vedere un ovulo fecondato paragonato ad una malattia, faccio notare che 1) si tratta di un paragone utile a far capire il concetto di "conseguenza di un'azione" - e non di un accostamento tra un figlio ed un morbo - e che 2) fintantochè una cellula o un insieme di cellule non ha percezione di sè nè del resto nè ha capacità di percepire sensazioni è
biologicamente rilevante quanto un batterio o una cellula tumorale, eventuali differenze sono esclusivamente sul piano religioso dell'opinione personale che si ha di tale insieme di cellule.
Il punto fermo, però, è un altro.
Tendenzialmente e teoricamente sono molto contrario all'aborto come soluzione facile del problema: un bambino indesiderato, un bambino con qualche handicap, un litigio tra i genitori durante la gravidanza... Ogni scusa sembra buona per abortire ed eticamente questo non posso accettarlo.
Presumendo che la donna o la coppia percepisca la gravidanza come un problema (in quanto si parla di soluzione), l'aborto non è la soluzione facile, è una soluzione difficile. Senza questa soluzione, rimane solo il problema.
I'll become one with the Planet...
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