Missioni

Un Gioco di Ruolo Narrativo a più mani, tra SeeD e Cadetti, Garden ed Accademia, Tornei, Missioni, Sagre, e molto altro: questo è il Garden Club! Leggi i topic "Bacheca" e "Spiegazione Topic" prima di postare

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Higure
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Re: Missioni

Messaggio da Higure »

L'ipotesi dell'entrata dalla finestra era stata scartata dalla meticolosa indagine di Leon, un buco nell'acqua che li aveva costretti a riconsiderare tutte le possibili varianti di quel complicato puzzle. Zhang evitava in tutti i modi il contatto visivo diretto col cadavere del preside: nonostante non fosse certamente un pivello del combattimento, non era mai stato in battaglia, e l'unico corpo senza vita che aveva mai visto era stato quello composto e intatto del suo nonnino, subito dopo la sua morte. Un caotico assassinio come quello che dovevano risolvere non era certamente qualcosa a cui il povero panda era abituato ad assistere, figuriamoci indagare. Ma essendosi offerto volontario, doveva superare la difficoltà, usare la sua natura animale per aiutare a risolvere il caso e, perchè no, provare a mantenere la serenità nel gruppo con il suo carattere affabile e spiritoso anche in frangenti così critici.
Ogni ipotesi doveva essere presa in considerazione: annusando per un'altra volta la stanza, Zhang si avvicinò ad Egil, che stava osservando la libreria alla ricerca di, perchè no, un qualche libro mancante o un particolare dettaglio che potesse aiutare a risolvere il mistero, a capire il perchè di tutto ciò. Sentendo il fiato del panda alle sue spalle, il cadetto si voltò.
- Ancora niente? -
Mantenendo uno sguardo concentrato, Zhang continuava a vagare per la stanza speranzoso.
- Niente di niente. Oltre all'odore del sangue, il tipico odore del ferro, sento solo puzza di chiuso e... un attimo. -
Ripassando vicino alla scrivania del preside, il panda notò un'aroma che già prima aveva annusato ma vi era passato senza dargli troppa importanza. Veniva da uno dei cassetti, Zhang lo aprì e vi trovò una pipa, insieme a delle foglie di tabacco: la fonte dell'odore. Leon, che nel frattempo era risalito dalla perlustrazione fuori dalla finestra, prese la pipa e si rivolse ai Seed.
- Il preside fumava? -
- Sì, - rispose un ragazzo - molto spesso. -
Ma nel resto della stanza l'odore del tabacco non era impresso, era solo leggero e un umano non se ne sarebbe mai accorto: fumando in una stanza chiusa, la mobilia, le pareti e soprattutto l'aria stessa sarebbero state pregne dell'odore di fumo, considerando da quanti anni il preside era in carica e risiedeva in quell'ufficio. La spiegazione era una sola, e a quanto pare non era nemmeno così complicata come pensavano. Aura, ovviamente, aveva pensato a tutto ancora prima che il Seed desse una risposta alla domanda di Leon, e indicò la finestra varie volte. Ci pensò Egil a dar voce alla sua teoria.
- E' chiaro che quando il preside si accendeva la pipa, apriva la finestra per cambiare l'aria. Era così semplice. Ora sappiamo come è riuscito ad entrare. -
Ma un interrogativo rimaneva, e fu lo stesso Zhang a renderlo presente.
- Al secondo piano? Di sicuro doveva saltare molto in alto! Leon ha visto che è praticamente impossibile lasciare tracce della salita! -
Il giovane panda corrugò la fronte e si toccò il pizzetto (se così si poteva chiamare) con la mano destra. Una scala sarebbe sicuramente stata troppo visibile, una corda avrebbe lasciato qualche segno, e ci sarebbe stato bisogno di qualcosa a cui ancorarsi. Leon ed Egil continuavano a scrutare fuori dalla finestra, alla ricerca di un particolare che potesse aiutare nella risoluzione dell'enigma. Zhang camminava nervoso avanti e indietro per la stanza, fino a quando non si fermò e si colpì con la mano aperta in viso per darsi una svegliata.
- Ma coma ha fatto a salire fin qua! -
Con la botta, gli era cascato il cappello. Si chinò per raccoglierlo mentre, sbuffando, ricordava una sua divertente convinzione.
- Meglio rimetterselo in testa, o qua le buone idee volano via! -
Aura si illuminò, se avesse potuto avrebbe urlato "EUREKA!". Prese il suo taccuino e velocemente scrisse quello che aveva in mente. Con aria soddisfatta, nonostante priva di gioia (stavano pur sempre indagando in un omicidio), mostrò il foglio ai cadetti.
"LEVITA!"
- LA MAGIA! - urlò Egil, finalmente in grado di ricostruire il tutto.
- Ricapitoliamo: il preside apriva la finestra mentre fumava, e così l'assassino è entrato. Dal secondo piano, l'unico modo per entrare è VOLARE! E così ha fatto, usando su di sè la magia Levita per alzarsi dal suolo e giungere indisturbato nell'ufficio. -
Zhang pareva perplesso: d'altronde con la magia non ci aveva mai avuto a che fare, e per lui arrivare ad una conclusione del genere sembrava quasi impossibile. Ma i compagni conoscevano quel mondo sicuramente meglio di lui, quindi lasciava a loro le conclusioni. Risolto il mistero del come l'omicida si fosse introdotto nella stanza, rimaneva un interrogativo. Leon si appoggiò ad un muro e, guardando per terra, palesò l'ultima domanda per risolvere il caso.
- Ma chi potrebbe entrare qui volando senza farsi notare? Se fosse stato uno sconosciuto, i Seed l'avrebbero notato aggirarsi per il Garden. -
I had a part in everything: twice I destroyed the light and twice I failed.
I left ruin behind me when I returned, but I also carried ruin with me:
She, the mistress of her own lust


L'arte prima si pensa e dopo si fa
(Osvaldo Paniccia)

<sephar> come creare un Higure fatto in casa: prendete un ragazzo qualsiasi, dategli della birra, fategli conoscere una Rinoa Heartilly random, un pò di Arte griffata Paniccia, un pò di sano metal e un pizzico di pop.

Dicono di me
Spoiler
<Even> a Higure succede sempre qualcosa di assurdo ogni giorno
<Leonhart> RinoaHeartilly, per caso paghi Tots e Higure per fare commenti stupidi alle discussioni serie? per equilibrare la CIATT? XDD
<RinoaHeartilly> funziona ancora meglio se ti presenti con "sono felber. henry felber", così anche se sono asessuate cucchi uguale.
<AliothVampire> votiamo higure come prossimo presidente del consiglio
<Leonhart> siete due gallinacci, imparate da Higure a vivere
<RinoaHeartilly> per le cretinate vale la legge gravitazionale, sono attratte da cretinate di massa più grande, e quindi trovano Higure
<Even> Higure e Tots: addii al nubilato S.p.A.
<Leonhart> Anatomia femminile di Henry Felber, disponibile in tutte le librerie
<sephar-> il gorgonzola è tremendo, sà di muffa... sembra raccolga l'essenza dei calzini di Higure sottoforma di formaggio
<Even> i Felber sono l'unità di misura della figaggine
<Even> mi domando che mondo sarebbe senza Higure
<Even> sto scorreggiando come un Higure
<sephar> Higure è come gesù, beve acqua e piscia birra
<xemnas> credevo che l'epicentro di tutte le cazzate della CIATT fossi tu Higure
<Even> Higure, la pistola più veloce della padania
<Even> io ho una foto di Higure nel bagno, perché lui c'è sempre nel momento del bisogno
<xemnas> higure sei finito nella mia tesina: pizza felber, pomodoro mozzarella salsiccia e wurstel
<Even> qua non c'è censura, altrimenti Higure non potrebbe esistere: imploderebbe
<sepharbiscotto> Higure sei un uomo da scopare
<Leonhart> Higure crei disagio anche nei garden inserendo pg palesemente votati ad una vita squilibrata
<Even> Higure lei è colto, è pieno di donne, ha un suo fascino, è un ingegnere, un dottore, e io, e io, nemmeno un kilo di vagina
<RinoaHeartilly> come quando al comune di higurelandia arrivano i fondi per la ristrutturazione della scuola, e il sindaco apre una birreria
<Leonhart> il tempo di risposta di Higure a qualsiasi cosa con una interpretazione che implica il sesso? 0,3 secondi
<RinoaHeartilly> eau de provòl: la niù fragRans de higurè
<RinoaHeartilly> "vado in biblioteca per studiare" cit Higure
<RinoaHeartilly> le dipendenti S-E hanno un'aria grandemente addormentata... Higure, va a svegliarle un po', presentati
<Even> c'è la conversazione whatsapp mia e di Higure dove c'è abbastanza materiale per farci arrestare per ogni crimine tranne l'omicidio
<Even> tanto lo so come finisce, io e higure diventiamo gay
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Pup :>
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Re: Missioni

Messaggio da Pup :> »

"Ma chi potrebbe entrare qui volando senza farsi notare? Se fosse stato uno sconosciuto, i Seed l'avrebbero notato aggirarsi per il Garden."
"Beh, potrebbe essersi infiltrato qualcuno all'interno del Garden. Chessò, una divisa finta, la magia Vanish..." proposi.
"Dovremmo vedere tutti i video di sorveglianza." disse Leon ignaro. "Certo però che noia osservare ore e ore di video di sorveglianza..."
Aura lo guardò divertita, mentre con un ghigno malefico dissi "Pare che abbiamo un volontario."
Il volto di Leon assunse tutti i colori dal blu al rosso, cosciente che se non si fosse inventato qualcosa all'istante avrebbe passato le ore più noiose della sua vita. Quel qualcosa arrivò per miracolo da uno dei SeeD del Garden di Trabia.
"Signore, abbiamo già analizzato tutti i video di sorveglianza facendo un confronto simultaneo con tutti gli iscritti al garden e uno screening termico, contro cui le principali magie di invisibilità non sono efficaci."
"E..." chiese Leon, anche se la risposta la sapevamo già tutti.
"Non abbiamo riscontrato niente di anomalo."
Non saremmo stati qui, altrimenti pensai tirando un respiro.
Aura, che aveva ascoltato tutto in silenzio, prese rapidamente un bigliettino e me lo passò.
"Aura dice: anche se abbiamo capito come è entrato possiamo scoprire ancora molto dall'arma del delitto o cercando altre tracce. Completiamo l'analisi del luogo del delitto, poi cercheremo di capire chi è."
"Raphael, potresti incaricare alcuni SeeD di fiducia di riosservare i video di sicurezza? Ogni comportamento anomalo, ogni movimento sospetto, ogni pixel sgranato. Dovete riportare ogni cosa, così potremo continuare la raccolta di tracce anche nel resto del garden." propose Leon.
"Certo, me ne occuperò personalmente, anche se ci vorrà del tempo. Uriele e Michael rimarranno con voi, nel caso aveste bisogno di qualcosa." disse mentre se ne andava.

Continuammo a cercare prove per quasi un'ora, senza trovare niente di particolare.
La stanza era quadrata, 7 metri per 7.
Una parete, a destra della porta di ingresso, era completamente rivestita dalla libreria, con un'infinità di libri. Non avevo trovato niente di anomalo lì. C'era solo un libro, dal titolo comune, che riportava una macchia di sangue sulla costa.
Il piccolo puntino rosso si distingueva appena sulla rilegatura blu scuro. A fianco di quel puntino, si intravedeva una piccola scia rossa, come una goccia di sangue pulita con un dito.
La parete della porta di ingresso aveva solo due quadri, perfettamente allineati, ai lati della porta.
Un cestino giaceva sotto il quadro di sinistra, con una sola carta stropicciata all'interno.
La parete a sinistra dell'ingresso invece ospitava la finestra da cui, presumibilmente, era entrato l'assassino.
Una pila di scartoffie giaceva di lato alla finestra, in attesa di essere compilate.
Feci una piccola risata, ripensando a tutte le scartoffie che Drizzt doveva ancora compilare.
Le carte formavano una torre di quasi mezzo metro d'altezza, perfettamente rettangolare. Nonostante la quantità, sembrava essere perfettamente in ordine. Solo i fogli più in alto si erano messi un po' in disordine quando Leon aveva aperto la finestra.
Dall'altro lato della finestra una piccola pianta da ufficio donava un po' di verde allo studio.
Una foglia gialla si era appena staccata da un rametto spezzato.
La scrivania era poco più avanti. Un computer si trovava sul lato destro, mentre una cartellina su quello sinistro.
Ovviamente la cartellina era già stata studiata, ma non conteneva niente di sospetto né impronte erano visibili.
Oltre quelle del preside e di chi glie l'aveva portata, certo.
Il computer era spento, ma il monitor era rimasto acceso, come la spia gialla faceva intendere.
I cassetti della scrivania erano 3 in tutto. Due latrali, a sinistra, più uno grande centrale.
La pipa era stata ritrovata nel cassetto in alto di sinistra. A destra, al posto dei cassetti, c'era un ripiano scorrevole su cui era appoggiata la tastiera, perfettamente allineata con i bordi della mensola.
Certo il preside doveva essere fissato con l'ordine! pensai.
Oltre la scrivania c'era un grosso tappeto, stile Galbadiano, molto decorato. Il cadavere del preside, ancora nella stanza (doveva essere morto la sera del giorno prima, o durante la notte) era a terra. Una profonda lacerazione solcava la sua schiena, ma la causa della morte era da attribuire ad una pugnalata all'altezza del cuore, sempre da dietro.
La grande pozza di sangue aveva sporcato il tappeto, un cui angolo ne aveva assorbito una gran quantità.
La dinamica dell'omicidio non era molto chiara, ma l'assassino doveva aver mirato al cuore fin dall'inizio. Il preside doveva essersi spostato ricevendo la lacerazione lungo tutta la schiena. L'assassino doveva essere stato più rapido a tirare un secondo colpo (con un secondo pugnale?) perché non aveva dato al preside il tempo di lottare o difendersi, dato che non c'erano segni di colluttazione né altre ferite sul corpo della vittima.
Schizzi di sangue avevano imbrattato completamente la quarta parete, quella di fronte all'ingresso. Uno scaffale, appoggiato alla parete, ospitava numerosi ninnoli e suppellettili, collezionati dal preside in una vita.
Un'anta era mezza aperta, ma non sembrava mancare niente.
Forse l'assassino l'aveva urtata, facendo aprire in parte l'anta.
Il resto della parete era occupata da numerosi quadri, tutti perfettamente allineati tra loro.
Solo uno, un po' più grande, era un po' spostato.
Inoltre una macchia di sangue, che copriva uno spigolo del quadro, continuava sul muro solo qualche centimetro più in là, come se il quadro fosse stato spostato dopo l'omicidio.
Erano molte le cose che non tornavano in quella stanza e, anche se tra tutte una sola avesse portato qualche indizio, valeva la pena di esaminarle tutte.
Mentre anche gli altri stavano finendo la loro osservazione della stanza -7 occhi sono meglio di 2 (ndEgil lol Leon .D)- un dubbio mi attanagliò.
"Ehi, Leon!" dissi richiamando il cadetto "Prima sei stato tu ad aprire la finestra, vero?"
"Sì." disse tranquillo. Poi capì il perché della domanda "Allora l'assassino da dove è uscito?"
Mi guardai attorno "Se sia la porta che la finestra erano chiuse..."
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Aura
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Energia elettrica

Messaggio da Aura »

- Se sia la porta che la finestra erano chiuse...
Una canzoncina stupida scosse la tensione del momento. Aura saltò sul posto, portandosi rapidamente le mani alla divisa in cerca del codec. Dopo qualche istante di ricerca che suscitò gli sguardi a tratti divertiti ed a tratti scombussolati a causa della musica, la ragazza si apprestò a rispondere. Dall'altra parte del ricevitore la voce di Pip sembrava un miscuglio di tante emozioni.
-Aura, abbiamo un problema e ci serve il tuo aiuto-
La Commander storse la bocca e prima che l'amico cominciasse a raccontare ciò che stava accadendo al Garden, ella tirò Leon per la manica in modo tale che l'aiutasse a rispondere. Il Cadetto sulle prime non seppe come poter fare da tramite fra i due, ma quando la ragazza recuperò il suo taccuino su cui scrisse poche righe comprese.
Codec:
- Aura chiede di che cosa è successo.
- Il pugnale al Garden ha cominciato ad assorbire l'energia elettrica della struttura e Matt è riuscito a fonderlo con il Dark Megaflare.
- Il che? Ha davvero fatto una stupidata del genere?
- Eh sì, ma ora sta male. Ha spasmi, febbre altissima ed il tatuaggio... beh, diciamo che non è nelle migliori condizioni. Non dire ad Aura di questo.
- Mmh...
- Ad ogni modo, ci serve la cartella clinica di Matt, o comunque l'accesso al database. Chiediglielo senza farle capire nulla, non vorrei che la sua preoccupazione si ritorcesse sulle vostre indagini.

Leon appoggiò il codec al petto, quindi si rivolse alla Commander - Frozen ha bisogno di accedere al database con le cartelle cliniche dei tuoi pazienti. Gli serve la password.
Su un foglietto, Aura scrisse velocemente una domanda. "Di chi si tratta?"
Il ragazzo cercò di non dare a vedere il suo disagio - Musica. Durante un problema, il suo braccio meccanico si è staccato ed hanno bisogno dei suoi dati per dare la giusta frequenza agli elettrodi e riattaccarlo.
Ancora un foglietto. "Capisco. La password è D3-H2-G5".

Codec:
- D3-H2-G5
- Ok. Lei non sospetta nulla?
- No. Ancora niente.
- Va bene. Pensate alle vostre indagini e se quando tornerete Matt non si sarà ancora ripreso, parlerò io con lei.
- D'accordo, Pip. Passo e chiudo.

Leon chiuse la conversazione e ripassò il codec alla ragazza che annuì soddisfatta. In quel mentre, al Cadetto sorse una domanda.
- Solo una curiosità. Come mai una password del genere?
Aura girò il foglio e scrisse sul retro la risposta. "Sono le coordinate delle ultime mosse quando ho ottenuto l'unica parità a scacchi contro Sirius. Ma ora che le sapete, dovrò metterne altre. Non vorrei che qualcuno sbirciasse nelle prognosi dei miei pazienti".
Egli capì come il fatto riguardasse anche lui da un certo punto di vista. In fondo lui stesso era in cura in infermeria a causa del suo occhio mancante e non voleva certo che un estraneo s'impicciasse nei suoi problemi senza autorizzazione. Non gli sarebbe di certo andato a genio.
Dopo quella breve parentesi, il gruppo tornò a concentrarsi sulla morte del preside di Trabia. Egil si tormentò per qualche istante il pizzetto nel riordinare i pensieri, finchè la sua attenzione tornò al quadro con l'angolo macchiato di sangue. Si avvicinò alla parete con uno sguardo perplesso e mentre Leon informava tutti del crollo della corrente al Garden, il Seed ispezionò la superficie colorata con occhio attento. Zhang si passò una zampa sulla folta peluria sulla sua testa, rigirando il cappello su di essa sempre più dubbioso e pensieroso. D'un tratto un artigliò fermò il movimento del copricapo, fissando i suoi compagni d'avventura con uno sguardo fiero.
- Hai detto che un pugnale al Garden ha rubato energia elettrica?
Il Cadetto annuì ed immediatamente capì dove voleva arrivare. Aura fu più veloce di lui, indicando le telecamere fisse in un paio di angoli della presidenza. Uriel e Michael serrarono all'unisolo la mascella sconcertati.
- Avete detto che le telecamere presentano qualche secondo di schermo nero, giusto? - la domanda di Leon fu retorica - Possibile che fosse a causa di un "crollo della tensione"? In fondo è accaduto anche al nostro Garden in questo momento. Forse il pugnale che abbiamo noi, se usato dalle mani giuste, può controllare l'energia elettrica degli apparecchi nelle vicinanze.
La Commander si fermò ad indicare anche il monitor acceso sulla scrivania dell'uomo morto.
- Inoltre il computer è spento, ma il monitor è rimasto acceso... Vuoi forse dire che è la prova del furto di elettricità?
Aura scosse la testa, scrivendo su un foglio di carta le sue osservazioni. Nel frattempo, l'unico Seed del Rinoa's presente inclinò la testa curioso.
"Se l'elettricità manca ad un computer fisso e poi la si fa tornare, il computer stesso si riavvia. Questo ha solo il monitor acceso. Significa che è stato spento volontariamente. Probabilmente l'assassino ha fatto mancare l'elettricità alle telecamere ma non al computer, per poi spegnerlo lui stesso. Quanto dura il momento buio?"
Michael rispose senza alcuna esitazione - Secondo l'orario della registrazione, 6m e 39s.
- Più che sufficienti per uccidere il preside, rovistare nel suo computer ed andarsene - continuà Zhang il ragionamento - Ma ora abbiamo una nuova domanda: cosa cercava nel computer?
- E come ha fatto ad andarsene senza usare nè porta nè finestra? - riprese Leon spostando il peso del corpo su una gamba sola.
Aura scrisse ancora sul suo taccuino. "Esistono vari metodi per chiudere una finestra dall'esterno, però non abbiamo trov-"
Egil rubò la penna alla ragazza, la quale lo osservò lievemente contrariata. Con una veloce scusa, il giovane tornò al quadro che aveva esaminato in ogni dettaglio, quindi posò un estremo della penna vicino alla striscia di sangue sul muro e cercò d'inclinare la cornice. Il dipinto non emise alcun rumore nello spostarsi, rivelando un piccolo pulsante rosso ed una leggera traccia di sangue rappreso. Il panda si avvicinò all'amico tinto di verde, annusando in giro cercando di trovare una nuova pista odorosa.
- Un pulsante rosso? - chiese il Cadetto orbo ai compagni di Trabia - A cosa serve?
- Non lo sappiamo - affermò Michael alzando le spalle - Forse serve a rivelare una cassaforte segreta, od ancora un passaggio che conduca fuori dal Garden. Una sorta di precauzione, nel caso il preside dovesse essere in pericolo.
"Peccato solo che non abbia fatto in tempo a raggiungere la parete", scrisse Aura. "Ora si spiega perchè il cadavere era sul pavimento e non sulla sedia alla scrivania. Dev'essersi accorto dell'intrusione e perciò si è spostato. Poi dev'essere stato colpito con il pugnale, probabilmente lanciato, al cuore, il che lo ha portato alla morte. Poi l'assassino si è accanito sul cadavere quartando la schiena. Ma perchè?"
I presenti si guardarono l'un l'altro. Egil pigiò la penna contro il pulsante ed un sonoro clic invase la stanza. Lo spazio di parete fra i due quadri ebbe un sussulto, ma nulla venne spostato. Il ragazzo provò una seconda volta, ma non vi furono altri movimenti al di fuori dello scossone. Zhang annusò ancora l'aria intorno, poi con un movimento secco e facendo forza con le zampe, tirò un forte pugno alla parete. Quando ritrasse la zampa, un buco nella struttura di cartongesso rivelò un passaggio che portava lontano. Un paio di luci erano fissate al soffitto per illuminare il tragitto, mentre una lunga sbarra di ferro all'altezza dell'ombelico e fissata ad una delle pareti sembrava dare il giusto appoggio in caso di scarsa stabilità. Egil si rissò sulla schiena restituendo la penna alla ragazza.
- Beh, almeno ora sappiamo come ha fatto a svignarsela. Però non si è aperto subito il passaggio.
- Forse lo ha bloccato dall'altra parte per evitare di essere inseguito subito - rispose per lui Leon - Ad ogni modo, ora sarà meglio controllare cosa ha fatto l'assassino al computer.
In men che non si dica, Uriel accese l'apparecchio e grazie alle sue doti di haker informatico (naturalmente al servizio del Garden per evitare intormissioni involontarie ai database dall'esterno), riuscì ad entrare nell'account amministratore. Non appena fu dentro, lo schermo si colorò di nero ed una sola scritta lampeggiante su di esso non potè più permettere alcuna operazione.
- Game over? - ripetè Leon leggendo la scritta. In quel momento un rumore simile ad una scossa elettrica spaventò tutti. Al centro della stanza qualcosa si mosse, artigliandosi al pavimento e dondolandosi da una parte all'altra come un fagotto. Il corpo morto del preside strisciò sul pavimento, due occhi vitrei e sanguinanti si concentrarono sui Seed. Schioccò la mandibola piena di denti marci e sporchi, gridando e schiumando con la lingua come se fosse mosso dagli istinti primordiali di saziarsi. Fu più fulmineo di quanto il gruppo si aspettasse. La lingua scattò lunghissima verso Leon, ricolma di bava e saliva vecchia e morta. Esattamente come doveva, e come sembrò ancora, essere l'uomo dalla schiena squartata.
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Leon Feather
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Re: Missioni

Messaggio da Leon Feather »

"Cheschifocheschifocheschifocheschifocheschifoooo!"
Leon afferrò con le mani la lingua del preside zombie avvilluppata attorno al suo collo, che si stringeva sempre di più nella sua presa. Al cadetto mancò il respiro sia perchè la stretta lo stava soffocando, sia perchè era assai disgustato da quella roba che colava dalla lingua del mostro.
Prontamente Egil estrasse la spada dal fodero al fianco di Leon e con un fendente recise la lingua senza troppe difficoltà. Il preside zombie arretrò con un urlo stridulo e balzò sul soffitto, sputando bava e sangue.
"Cos'è quella bestia schifosa?!" urlò Leon tirando fuori un fazzoletto di stoffa e portandoselo al collo. I segni della stretta cominciavano già a comparire.
"Dovrebbe essere il Preside?" disse Egil caricando un Firaga nel palmo della mano.
Aura gli bloccò il braccio, scuotendo la testa.
"Non possiamo distruggere il luogo del delitto" disse Zhang intuendo quello che voleva dire. "E ufficio del futuro preside, se lo vorrà..."
Leon intanto era leggermente nel panico. Continuava a strofinarsi il fazzoletto sul collo e aveva gettato via i guanti con espressione disgustata. Non si era neanche accorto che non aveva più la spada al fianco, perchè in un impeto aveva cercato di estrarla, non trovando nulla al suo posto.
Egil gliela porse, leggermente confuso dalla sua reazione. Leon la afferrò tremante e il mostro cadde giù dal soffito, sibilando.
Il cadetto non resse la vista del preside zombie per più di qualche secondo, con quella bava che scendeva dalla sua bocca copiosa. Se la sentiva addosso, sul collo e sulle mani. Corse alla finestra, probabilmente per vomitare, facendo cadere la spada a terra. Aura lo seguì per accertarsi delle sue condizioni.
Egil portò una mano alla fronte e scosse la testa. "Ma guarda tu questo..." disse raccogliendo la spada. A quel punto il mostro, ormai con la lingua mozzata, non potè fare altro che lanciarsi su Egil e Zhang usando le unghie come armi.
I riflessi del panda furono invidiabili, c'è da dirlo. Si frappose fra Egil e il mostro nell'istante stesso in cui quest'ultimo si era lanciato nel suo assalto, bloccandolo con il suo enorme corpo. Il preside zombie venne sbalzato indietro dalla forza del panda, che non perse tempo e lo colpì violentemente sulla testa con il bastone.
Egil approfittò del momento di stordimento del mostro per conficcare la spada di Leon nel suo cranio, uccidendolo.
"Eww" disse estraendo la spada colante sangue e cervella. "Leon mi ucciderà."
Michael e Uriel, che fino a quel momento erano rimasti paralizzati, si avvicinarono al cadavere del preside di Trabia per accertarsi che fosse definitivamente morto. Per loro non era stato facile vedere il loro amato preside riprendere vita sotto forma di una specie di zombie e attaccare i seed del Garden di Rinoa.
"Non solo lo hanno ucciso, l'hanno usato come trappola per far fuori noi" disse Zhang stringendo i pugni pelosi con rabbia.
"Abituatici Zhang, è così che va col Garden" disse Egil sospirando. "Piuttosto, che diavolo gli è preso a Leon?" aggiunse voltandosi verso la finestra. Il cadetto era ancora lì con Aura che gli teneva su i capelli con una mano e gli massaggiava la schiena con l'altra.
"Tutto a posto?" disse Egil cercando di pulire come meglio poteva la lama di Elena con un fazzoletto che uno dei due Seed di Trabia gli aveva dato.
Leon si aggrappò al davanzale della finestra e si tirò su. Era un po' pallido, ma stava decisamente meglio.
"Scusate. Quella cosa mi ha toccato" disse gelido.
"Non pensarci o fai di nuovo quella scena di prima, ti prego" disse Egil facendosi una risata.
Leon fece una risata sarcastica in risposta. "Ora, che diavolo è successo?" disse riprendendosi la spada dall'amico.
Aura gli porse la giacca e scrisse con rabbia su un foglietto di carta. "ERA UNA TRAPPOLA"
"Già..." disse Zhang con voce triste. Il panda non avrebbe potuto tirar su di morale il gruppo neanche volendo, in una situazione simile.
"Beh, ormai le dinamiche dell'omicidio sono chiare a tutti noi" disse Egil scrollando le spalle. "Sappiamo anche come ha fatto l'assassino a fuggire. Probabilmente si è portato via l'arma con sè, e non ha lasciato tracce che ci permettano di identificarlo. Il computer sembra inutilizzabile, ma magari si può vedere cosa si riesce a recuperare dall'hard disk..."
Il volto di Leon si increspò in un sorriso abbozzato. "In pratica, siamo a un punto morto" disse.
"Possiamo sempre vedere dove porta il tunnel" disse Zhang indicando la parete dove avevano trovato il passaggio nascosto.
Aura scosse la testa. Leon parlò per lei: "Anche vediamo dove porta, l'assassino è ormai troppo lontano. Personalmente comunque, non ho nessuna fretta di infilarmi lì dentro, potrebbe anche essere un'altra trappola."
Zhang si grattò la testa, incerto. "Hai ragione, ma potremmo comunque trovare qualcosa. Se dobbiamo combattere, combattiamo" disse con decisione.
Leon sospirò. Egil gli diede una pacca sulla spalla. "Su, coraggio! Quella bava faceva schifo anche a me, ma dobbiamo comunque controllare dove porta quel posto."
"TU non la avevi addosso" disse Leon velenoso.
Aura scosse la testa, divertita. Uriel chiese al suo compagno di andare a prendere delle torce.
Can you feel my, can you feel my, can you feel my tears?
They won't dry
Can you feel my tear drops of the loneliest girl?
The loneliest girl


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Pup :>
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Re: Missioni

Messaggio da Pup :> »

"Torce? Che si fot*ano! :supercool: " dissi sprezzante mentre con tutto lo charm che avevo accesi un Firaga nella mia mano, pronto a far luce nel buio cunicolo.
"Egil, per favore, ci manchi solo tu..." disse Leon mentre beveva un poco d'acqua da un bicchiere per levarsi il saporaccio dalla bocca. Zhang osservava invece incuriosito la mia piccola dimostrazione.
-Su, su, fate i bravi!- scrisse prontamente Aura su un foglietto.
"Già, non dimenticare che stiamo indagando su un omicidio." aggiunse Leon.
"Omicidio e resurrezione... La cosa è più complicata!" una leggera pacca sulla spalla da parte di Aura mi fece capire che forse avevo un po' esagerato.
Mi arresi al giudizio collettivo. "D'accordo, d'accordo... Andiamo! Vi faccio strada con la lu" bloccai la frase a metà dell'ultima parola vedendo una piccola e malefica creatuina del buio, che mi fissava con i suoi 8 malefici occhi maleficamente rossi.
La malefica ragnatela lanciava malefici riflessi bianchi, maleficamente rivelando a stento la sua malefica presenza.
Malefici ragni...
"Ehm... Prima le signore. Non si dica che Egil non è un galantuomo!" dissi nascondendomi dietro il piccolo corpo di Aura.
"Egil, dov'è finita tutta la spacconaggine di prima?"
Approfittando della mia esitazione, Zhang rispose per me "Dai, non perdiamo tempo. Andrò io per primo. Non preoccuparti, SeeD, sconfiggerò tutti i ragni prima che ti maltrattino." disse provocando una breve risata tra tutti.

Il grosso panda entrò nel cunicolo, con una delle torce che Michael aveva ormai portato, seguito da Aura, Leon e me a chiudere la fila con un'altra torcia (per ogni evenienza, meglio risparmiare MP!).

Tra ragni e ragnatele, il cunicolo continuava abbastanza a lungo. Sembrava non essere stato usato per parecchio tempo, ma in alcuni post c'erano tracce fresche nella polvere, segno che qualcuno era passato lì di recente.
"Potrebbe essere una buona pista." commentò Zhang indicando un'impronta sul pavimento. "Sembra un 43, 44 di piede. Chi ha lasciato queste impronte doveva essere alto... E soprattutto da solo."
Per quanto le impronte fossero poche e per lo più parziali sembrava essercene una sola traccia. "Aura, scatta una" dissi, ma la ragazza mi aveva preceduto prendendo la macchina fotografica. Stava per fare una foto di una delle impronte meglio visibile, quando Leon la interruppe e poggiò a terra, vicino all'impronta, una delle sue daghe.
"E' sempre bene avere un paragone in grandezza con qualcosa di noto."
"Allora... Leon è il detective Conan, Zhang fa Poirot, io interpreto Sherlock Holmes e Aura... tu potresti fare Jessica Fletcher?" in tutta risposta la commander mi guardò con odio profondo, mentre Leon chiese "Egil, tutte oggi te le devi far uscire?" mentre Zhang si faceva una risata.
"E che ci vuoi fare" dissi facendo spallucce e guardando alla mia destra. "Tho! Guarda qui cosa c'è?" dissi andando verso un muro, dove un piccolo oggetto metallico aveva attirato la mia attenzione.
Leon, che mi aveva seguito, disse "A me sembra proprio un pezzo di una divisa... E questo è un bottone. Egil, fai un po' luce?".
Puntai la torcia sul pezzo di stoffa, mostrando un pezzo di stoffa blu scuro, che ricordava molto le uniformi da SeeD del Garden di Trabia, con un bottone metallico, riportante lo stemma dei Garden.
-Anche l'impronta della suola sembra essere del Garden, almeno a prima vista. Deve proprio essersi travestito da SeeD per infiltrarsi al Garden- scrisse Aura su un foglietto -o forse un SeeD del Garden è stato controllato mentalmente per commettere l'omicidio...-.
"Già... e potrebbe aver perso il pezzo di divisa scappando... Nel primo caso da qualcuno che si era accorto che nell'ufficio del preside stava succedendo qualcosa, nel secondo dopo essersi accorto di cosa aveva fatto... Ma sono solo supposizioni!" dissi.
"In ogni caso è meglio vedere dove porta il passaggio!" concluse Zhang.

Passarono altri 10 minuti circa, per un totale di 15 minuti di percorrenza, a passo lento, nel tunnel.
"L'assassino può essere fuggito di qui in 3, 4 minuti... O forse anche meno!" disse Leon mentre respirava una boccata d'aria fresca.
Fuori dal Garden di Trabia, dove il tunnel sbucava, la temperatura era decisamente bassa nonostante l'estate stesse per arrivare su Pianeta.
"Ormai non ci sono possibilità di acciuffarlo, ma possiamo sempre cercare di capire qualcosa in più sulla sua identità!" Zhang disse quello che tutti pensavamo. "Non ci resta che tornare indietro."

Questa volta percorremmo il tunnel in 5 minuti, tornando rapidamente nella stanza del preside.
Uriel stava al computer del preside, battendo sulla tastiera come un pazzo.
Michael, al suo fianco, guardava con espressione decisamente preoccupata.
"Meno male che siete tornati!" disse Michael venendoci in contro. "E' da quando ve ne siete andati che Uriel si comporta in maniera strana... Si è attaccato al computer e non mi dice cosa vuole fare. Ho provato a spostarlo di forza ma non ci sono riuscito."
Leon provò ad avvicinarsi al SeeD "Uriel, cosa stai" ma non riuscì a completare la frase che il ragazzo rapidamente gli afferrò un braccio con una mano sola e lo lanciò in aria. Con l'altra mano continuava a battere sulla tastiera.
"Questo è decisamente strano!" disse Zhang mentre Aura si fiondava su Leon, che aveva battuto la testa contro una parete.
"Leon, come va?" chiesi. "Ahia..." rispose Leon massaggiandosi il capo. "Va bene ma ahia."
"Uriel, ma cosa ti è saltato in mente?" chiese digrignando i denti.
"Voi... Non mi metterete i bastoni tra le ruote!" disse con una voce che sembrava trasfigurata.
"Uriel, ma cosa dici?" intervenne Michael.
"I Garden... I SeeD... Me la pagheranno!" disse battendo l'ultimo colpo sul computer e preparandosi all'attacco.

Spoiler
Mentre i sistemi il virus veniva inviato alle mail di tutti i SeeD ed i cadetti di tutti i Garden del multiverso, Sagramor, da molto lontano, rideva.

ndEgil Ai master: i PNG li ho appena accennati, ma se cmq dovesse essere troppo fatemi sapere e modifico/cancello/invento qualcos'altro! :-D

Edit by Master: Ci dispiace Egil, ma dobbiamo considerare nulla l'ultima parte del post, ovvero quella relativa al virius e a Sagramor. I motivi saranno chiari più avanti :wink:

Edit by Egil: modificata l'ultima parte!
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Higure
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Re: Missioni

Messaggio da Higure »

Completamente impazzito.
Il Seed, farfugliando strani discorsi, si alzò dalla sedia di scatto e tirò fuori la spada di ordinanza, brandendola a due mani, mentre gli occhi pieni di rabbia e i denti digrignati esprimevano il sentimento di puro odio del Seed. Leon, sfruttando i suoi riflessi sviluppati negli anni vissuti nel mondo di Gaia, sfoderò lesto la sua spada, mentre Zhang, sorpreso dal repentino cambiamento del Seed, titubò un attimo nel prendere il bastone; Egil venne colto di sorpresa, e fu su di lui che si concentrò l'attacco del nemico.
Un repentino scatto e la spada, alzata sopra la testa, era pronta a cadere sul mago, ma Leon, più lesto, si mise fra i due e parò il colpo con facilità. Zhang sfruttò la situazione e affondò il bastone nel ventre del malcapitato, che venne spinto addosso ad un muro crollando a terra. Ma l'avversario era tosto, dopotutto era un Seed, e si rialzò in breve tempo senza un minimo di esitazione.
- Abbiamo il nostro infiltrato, ragazzi - esclamò Leon - Vediamo di non farcelo scappare. -
Zhang ringhiò in direzione del nemico, con li occhi furenti - Tutto questo è colpa tua, LA PAGHERAI! - e si diede alla carica contro il malcapitato, con in mano il bastone pronto a colpire non appena fosse giunto a distanza ravvicinata. Il nemico, allenato, non ebbe problemi a schivare l'avanzata del panda, che si ritrovò schiantato contro il muro, stordito. Fu allora che Leon continuò l'attacco e balzò addosso al Seed, senza dargli un attimo di tregua: parò l'affondo portato dal cadetto ed indietreggiò, trovandosi davanti alla finestra. Egil, lasciato in disparte, capì che era finalmente giunto il suo momento: nelle sue mani l'energia elettrica si stava accumulando, pronta ad essere scaricata contro il Seed nemico; fu dopo qualche secondo che portò davanti a se le braccia, da cui partì istantaneamente un fulmine dritto dritto verso l'avversario. Lanciato all'indietro dalla scarica, la finestra andò in frantumi, con il Seed che cadeva inesorabilmente dal secondo piano.
Il tonfo arrivò dopo qualche secondo, ma nemmeno il tempo di accorgersi della caduta che il giovane, implacabile, era già in piedi e si dava alla fuga: una caduta dal secondo piano ed era ancora in grado di fuggire. Non c'era tempo da perdere: Zhang fece un gesto impulsivo, la prima cosa che gli venne in mente, si lanciò anche lui dalla finestra. Ma il nemico continuava a correre, raggiungerlo sarebbe stato difficile per il pesante panda. Fu allora che gli venne un'idea.
- EGIL! - urlò il panda con un ruggito, - dai fuoco AL SAKE'! -
Zhang, a malincuore, prese dalla sua cintura una fiaschetta di alcool e la lanciò davanti al giovane in fuga: il mago capì subito le sue intenzioni e una palla di fuoco fece esplodere la bottiglietta alzando una colonna di fuoco davanti al malcapitato. "Non sprecherò più il liquore, lo giurò" fu il primo pensiero del panda, che era però riuscito a fermare la fuga: trovandosi in mezzo alle fiamme, il Seed rimase pietrificato. Zhang cadde a terra, la sua stazza gli fece sentire poco il colpo: prese il bastone e, trovandosi relativamente vicino, colpì in piena testa il Seed, che cadde finalmente a terra svenuto.
In tutto questo, Aura aveva assistito alla scena, un combattimento veloce a cui i giovani cadetti erano riusciti a dare fine. Raggiunsero tutti Zhang al piano terra mentre le fiamme si spegnevano, e per sicurezza il panda si era seduto sopra al corpo dell'ex-fuggitivo: almeno se si fosse risvegliato avrebbe avuto una brutta sorpresa.
- COMBINAZIONE PANDASTICA RAGAZZI! - urlò mostrando tutto il suo sorriso e la sua vitalità. Aura contraccambiò il sorriso, e scrisse sul suo blocco.
- Dovremmo portarlo al Garden per interrogarlo -, e tutti furono d'accordo sul da farsi. La ragazza tirò fuori il Codec, e scrisse immediatamente a Pip.

Codice: Seleziona tutto

Aura: Abbiamo il probabile assassino. Chiediamo di rientrare per interrogarlo.
Pip: Siamo fermi in mezzo al nulla. Drizzt è stato rapito. Non possiamo venirvi a prendere. Siamo nei guai fino al collo, dovete cavarvela da soli.
Aura sbiancò, trovò a fatica le forze per mostrare il tutto ai compagni, che trasalirono leggendo il messaggio. Da soli a Trabia, il preside scomparso.
- Siamo nella merda fino al collo - puntualizzò preciso Leon.
- Drizzt... - Egil guardò per terra preso dallo sconforto.
Zhang non sapeva cosa dire: era lui quello che doveva tirar sù il gruppo in quel difficile momento. Chi se non un panda avrebbe alzato il morale della truppa.
- Non è quello che vogliono da noi! Diamoci da fare, se Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto! - e rimase per qualche secondo interdetto... chi era Maometto? Scuotendo la testa per liberare la mente, la grossa e pelosa mano dell'animale andò a scompigliare i capelli della piccola Aura per gioco.
- Dobbiamo interrogarlo. Al momento è l'unica cosa che possiamo fare. -
I had a part in everything: twice I destroyed the light and twice I failed.
I left ruin behind me when I returned, but I also carried ruin with me:
She, the mistress of her own lust


L'arte prima si pensa e dopo si fa
(Osvaldo Paniccia)

<sephar> come creare un Higure fatto in casa: prendete un ragazzo qualsiasi, dategli della birra, fategli conoscere una Rinoa Heartilly random, un pò di Arte griffata Paniccia, un pò di sano metal e un pizzico di pop.

Dicono di me
Spoiler
<Even> a Higure succede sempre qualcosa di assurdo ogni giorno
<Leonhart> RinoaHeartilly, per caso paghi Tots e Higure per fare commenti stupidi alle discussioni serie? per equilibrare la CIATT? XDD
<RinoaHeartilly> funziona ancora meglio se ti presenti con "sono felber. henry felber", così anche se sono asessuate cucchi uguale.
<AliothVampire> votiamo higure come prossimo presidente del consiglio
<Leonhart> siete due gallinacci, imparate da Higure a vivere
<RinoaHeartilly> per le cretinate vale la legge gravitazionale, sono attratte da cretinate di massa più grande, e quindi trovano Higure
<Even> Higure e Tots: addii al nubilato S.p.A.
<Leonhart> Anatomia femminile di Henry Felber, disponibile in tutte le librerie
<sephar-> il gorgonzola è tremendo, sà di muffa... sembra raccolga l'essenza dei calzini di Higure sottoforma di formaggio
<Even> i Felber sono l'unità di misura della figaggine
<Even> mi domando che mondo sarebbe senza Higure
<Even> sto scorreggiando come un Higure
<sephar> Higure è come gesù, beve acqua e piscia birra
<xemnas> credevo che l'epicentro di tutte le cazzate della CIATT fossi tu Higure
<Even> Higure, la pistola più veloce della padania
<Even> io ho una foto di Higure nel bagno, perché lui c'è sempre nel momento del bisogno
<xemnas> higure sei finito nella mia tesina: pizza felber, pomodoro mozzarella salsiccia e wurstel
<Even> qua non c'è censura, altrimenti Higure non potrebbe esistere: imploderebbe
<sepharbiscotto> Higure sei un uomo da scopare
<Leonhart> Higure crei disagio anche nei garden inserendo pg palesemente votati ad una vita squilibrata
<Even> Higure lei è colto, è pieno di donne, ha un suo fascino, è un ingegnere, un dottore, e io, e io, nemmeno un kilo di vagina
<RinoaHeartilly> come quando al comune di higurelandia arrivano i fondi per la ristrutturazione della scuola, e il sindaco apre una birreria
<Leonhart> il tempo di risposta di Higure a qualsiasi cosa con una interpretazione che implica il sesso? 0,3 secondi
<RinoaHeartilly> eau de provòl: la niù fragRans de higurè
<RinoaHeartilly> "vado in biblioteca per studiare" cit Higure
<RinoaHeartilly> le dipendenti S-E hanno un'aria grandemente addormentata... Higure, va a svegliarle un po', presentati
<Even> c'è la conversazione whatsapp mia e di Higure dove c'è abbastanza materiale per farci arrestare per ogni crimine tranne l'omicidio
<Even> tanto lo so come finisce, io e higure diventiamo gay
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Reazioni improvvise

Messaggio da Aura »

Alla fine tutto sembrava essersi risolto. Il preside era morto (finalmente?!), l'assassino era stato catturato e pandasticamente (?) tenuto fermo sotto la mole stessa del panda. Uriel, un Seed del Garden di Trabia che aveva dato in escandescenza nel momento stesso del rientro nella stanza attraverso il passaggio segreto. Con un'azione pronta e mirata di Egil, Zhang e Leon, l'indagine era giunta al termine.
Ma Drizzt...
Nonostante la vitalità del nuovo cadetto peloso, Aura non rispose con un sorriso. La sua grande zampa le scompigliò i capelli con un sol movimento, dondolandole un poco la testa come se fosse una bambola. Con una capigliatura così corta risultò poi facile risistemarseli per evitare di sembrare un clown. Guardò ancora una volta il codec quasi si aspettasse che il messaggio di Pip cambiasse da un momento all'altro. Una sorta di scherzo, in quel momento sperava davvero che il carattere divertente del Commander si facesse sentire. Ma non arrivò nulla se non una risata pazza de parte del Seed di Trabia. Sempre che fosse davvero un Seed. Il panda guardò sotto di sè il corpo del giovane agitarsi un poco nel tentativo di uscire da quella condizione.
- Ah, smettila di ridere! - commentò Egil sentendo la tristezza montare in rabbia.
- E perchè? - rispose il ragazzo con un ghigno - è così divertente vedervi compiangere un... amico? Questo Drizzt dev'essere davvero importante per voi.
Leon fece scricchiolare le dita delle mani - Se non la smetti, ti faccio diventare la faccia viola. O rossa, che colore preferisci?
- Rosso! - l'inaspettato tono da bambino scombussolò tutti - Mi piace il rosso! Un colore così appariscente, violento, vivace! Il rosso dei fiori, dei pomodori e del sangue. Sì, il sangue ha una tonalità così singolare!
Zhang si dondolò su Uriel, facendolo gemere dal dolore.
- Sì, fammi male!
Egil inarcò le sopracciglia preso alla sprovvista - Ok, abbiamo a che fare con un pazzo, ormai ne siamo sicuri.
- FAMMI MALE!
Ci fu un suono sordo, come di un cocomero vuoto colpito da un bastone, ed il Seed tornò ad essere svenuto. Il Cadetto panda si sistemò il cappello sulla testa ed emise una piccola risata ilare.
- Non ho potuto fare a meno di accontentarlo, scusate!
Leon icrociò le braccia sostenendo il sorriso del neo compagno - Hai fatto bene. Se non lo facevi tu, gli mozzavo io una mano. Così si divertiva anche con il suo di sangue.
- Uh, come sei macabro oggi! - commentò Egil sorridendo egli stesso.
Il Cadetto orbo sollevò le spalle e subito dopo seguì un silenzio imbarazzante. Nonostante i tentativi di risollevare il morale generale con quella breve sghignazzata, Aura non si sentì per nulla rincuorata. Continuò a fissare il codec con un'espressione atona, tanto da costringere il gruppo a cambiare ancora argomento.
- Comunque propongo di legare quell'assassino/pazzo isterico da qualche parte. Non vorrei che, in un altro impeto di follia, facesse del male a Zhang.
Il panda si colpì la grossa pancia che emise un suono piacevole, come un tamburo.
- Non preoccupartevi - disse - ho la pelliccia più dura dell'acciaio, o quasi. In caso contrario, un'altra botta in testa e via.
- Sì - continuò il Seed di Rinoa - Ma è sempre meglio non correre rischi.
Anche Aura fu d'accordo con la sua proposta ed in men che non si dica, Uriel fu legato ad una sedia con del nastro da imballaggio. Tutti convennero che fosse più affidabile di una corda ed inoltre potevano divertirsi a togliergli la barbetta a suon di cerettate. Almeno era un modo di ripicca verso di lui.
- Direi anche di cominciare a pensare ad un modo per tornare al Garden - fece il mago in verde portandosi una mano al pizzetto - Non sappiamo esattamente dove sia caduto ed in macchina impiegheremmo molto tempo a trovarlo.
Fu il turno di Leon di proporre una soluzione - Potremmo noleggiare una navetta aerea da Trabia. Credo che ne abbiano qualcuna in caso di necessità. Ed il nostro è un caso di estrema necessità.
- Sì, ma tu sai guidarlo?
Il ragazzo scosse il capo - Forse Zhang.
- Oh no, no! - rispose il panda brandendo il bastone e facendo dondolare le fiasche piene di liquori ed alcolici - Mai guidato qualcosa che voli. Preferisco la terra, la calda terra ed il mio bel bastone. Ed i liquori, non scordate i liquori.
- Allora Aura - riprese Egil dando una leggera pacca sulla spalla della Commander, facendola rinsavire dai suoi pensieri - Se non ricordo male tu sei l'unica qui portata per il volo. In fondo hai due draghi da compagnia.
Ella inclinò il capo, scrivendo in fretta e furia sul suo taccuino. "Non sono da compagnia. Piuma mi ha allevato, per me è come un padre".
- E Rouge?
"Il suo uovo l'abbiamo trovato tempo fa, grazie a Drake. Diciamo che potrebbe essere la compagna di Piuma, ma lui non mi ha mai detto niente al riguardo".
Leon incrociò di nuovo le braccia, scrutando con il suo unico occhio i rimasugli del sangue su una parete che recitavano dividi et impera.
- In effetti - espose - Potremmo chiedere a Pip di mandarli qui. Sanno dove si trova Trabia, non dovrebbe essere difficile tornare in questo modo. Però... Ci staremo tutti?
Ognuno guardò l'altro, fino a fermarsi su Zhang che scrollò le spalle lievemente indignato.
- Andiamo in macchina. Aura ha giudato bene fino adesso.
Leon azzardò una smorfia - Preferisco andare a piedi che sostenere ancora un viaggio in macchina con l...
Si fermò per evitare di sembrare offensivo, cominciando a mulinare le mani davanti al viso nel tentativo di scusarsi. Ma Aura non gli diede torto e continuò a guardare il codec nella speranza di trovare una buona novella. Con qualche esitazione mandò un breve messaggio in cui chiedeva a Pip di mandar loro le cavalcature, al momento sembrava l'unica soluzione per poter tornare al Garden affidandosi al senso d'orientamento ed alla memoria dei draghi. Il Cadesso si grattò una guancia non sapendo cosa fare per evitare che la ragazza si preoccupasse troppo, poi, con uno sguardo d'intesa con Zhang ed Egil, si apprestò a recuperare il nastro adesivo. Tagliò un pezzo e lo pose su una gamba di Uriel, quindi con un movimento deciso lo strappò senza ritegno. Un grido secolare proruppe nella stanza, rimbalzando sulle pareti e tornando al mittente che granò gli occhi dolorante. Si morse la lingua e saltellò sulla sedia come un insaccato vivente. Di fronte a quella scena, a tutti scappò un sorriso, anche ad Aura che cercò di nasconderlo per ritegno sotto una mano.
- Wooo - finì il ragazzo dondolandosi avanti ed indietro - Maledetti! Perchè lo avete fatto?
Leon si portò vicino all'assassino, poggiandosi sullo schienale con una mano e fissandolo in cagnesco - Per divertirci. E poi lo hai chiesto tu di farti del male!
- Quello era prima - Uriel alzò un sopracciglio scettico - Vi farò pentire di quello che avete fatto.
- Oh, sto tremando di paura - commentò Egil.
- Vedrete. Il vostro amico verrà sbranato vivo. Inchioderemo il suo cadavere al muro, lo sbudelleremo mentre invocherà pietà! Lo useremo come esperiment...
Non gli fu dato il tempo di completare la frase. Un sonoro schiaffo lo colpì in pieno volto, facendolo rovesciare su di un fianco da quanto era stato improvviso e violento. Aura lo tirò su di peso afferrandolo per il colletto della camicia, facendolo tornare fermo sulla sedia, solo per poterlo scrollare energicamente. Ella digrignò i denti con le lacrime agli occhi, sbatacchiandolo da una parte all'altra finchè si decise a tirargli un cazzotto in pieno volto. Uriel si ritrovò di nuovo steso a terra, il sangue che gli usciva dal naso e da una spaccatura lungo il labbro ferito. La Commander si chinò su di lui a sbattergli la testa contro le mattonelle pulite fino a quando Egil non intervenne. Le fermò le mani e la costrinse ad allontanardi dal Seed di Trabia mentre Zhang si frapponeva fre i due con la sua mole grande ed implacabile.
- Ma che ti è preso? - la voce del mago fu decisa e ferma come non lo era mai stata - Non è da te comportarti così. Non sei tu quella che non alza le mani su nessuno?
Aura si divincolò dalla sua presa, rintanandosi in un angolo e portando le mani a proteggersi la testa e la nuca. Leon fu subito da lei, sfiorandole piano una spalla affinchè non si sentisse minacciata. In un istante la sua mente tornò alla piccola discussione avuta su Reimsè Mor, dove con uno schizzo la ragazza aveva cercato di illustrare al Cadetto il perchè di quel foro alla cervicale. Storse la bocca cercando di ricordarsi cosa voleva dire, finchè Aura cercò un suo abbraccio consolatorio.
Egil rimise a posto sulla sedia Uriel, il naso fratturato e zittito da quel gesto impulsivo, quindi tornò dai suo compagni. Zhang si prese la briga di tenere d'occhio il prigioniero affinchè non tentasse una fuga saltellando da una parte all'altra.
- Che è successo? - chiese il Seed a Leon che nel frattempo si vide la divisa bagnata sul petto dalle lacrime della Commander. Scosse il capo e si sistemò la benda sull'occhio.
- Da quanto so, eventi passati. Tu ci sei da più tempo di me al Garden, forse lo sai tu perchè Aura è scattata alla parola esperimento.
Egil si portò una mano al mento per cercare di ricordare. In un istante rimembrò la missione svolta alle Rovine di Omega per recuperare la ragazza, la quale era stata usata per le sue doti magiche come batteria per una macchina dei Carneriani. Cindolò le braccia lungo il corpo ricordando quel corpo stanco e pallido dalla cui testa partivano cavi di metallo ed elettricità.
- Sì, credo di saperlo - fu la sola risposta che Leon ottenne - Ad ogni modo, credi che Uriel abbia a che fare con l'organizzazione?
- Può darsi, ma non credo che le sue parole siano attendibili. Per quanto ne sappiamo, ciò che ha detto prima potrebbe benissimo essere una provocazione.
Egil annuì concordando quei pensieri ed in quel momento entrò nella stanza il terzo Seed che aveva accompagnato il gruppo alla presidenza. La fronte sudata e lo sguardo dubbioso fecero intuire persino a Zhang che era arrivato il momento di andarsene. Il panda prese la sedia su cui era legato Uriel e la consegnò al Seed di Trabia: avrebbero pensato loro alla pena ed al processo per l'assassinio del preside. In fondo il Garden era il loro, non avevano motivi per portarlo via.
Leon cercò di far riprendere Aura con qualche pacca sulla schiena, la quale lo ringraziò con un altro abbraccio prima di digersi ella stessa all'hangar della struttura. Ad attendere i Seed vi erano Piuma e Rouge in fermento per tutto quello che stava accadendo al Rinoa e, seppur con un attimo si esitazione alla vista del panda, presero il volto con in groppa i propri compagni. La Commander si abbandonò sulla pancia pelosa di Zhang (essendo ella la meno pesante e Piuma il più resistente, fu concordato da tutti che Zhang avrebbe preso il volo con lei), lasciandosi ancora una volta scompigliare i capelli da una delle sue grosse zampe e sperando che Drizzt tornasse al più presto a casa.
L'idea che potesse accadergli qualcosa di peggiore la spaventava e le metteva l'ansia addosso. Per non parlare della discussione avuta prima di partire con Sirius. Alzò lo sguardo ad osservare il lento dondolio delle fiasche di alcool all'estremità del lungo bastone di Zhang. Sembravano davvero invitanti.

MISSIONE CONCLUSA
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Pip :>
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Re: Missioni

Messaggio da Pip :> »

"Lascia stare casa mia!"

Partecipanti: SeeD Commander Pip (CS), Cadetto Recks, Cadetto Leon, Cadetto Calien.
Obiettivo: Impedire a Tatoo di distruggere il Muro dell'Invocazione e Madain Sari; neutralizzarlo.
Regole: Max due post a testa, in caso la missione si prolunghi per un tempo eccessivo verrà conclusa dal caposquadra.

Prima che uscissero dal Garden, Rina passò a "salutare la squadra". Il seno prosperoso era come al solito.. Ben in vista.. E la ragazza si diresse subito verso Pip, ignorando i restanti membri.

Rina: Philiiiiips!!!
Pip: Ciao Rina. Che c' è?
Rina: Perché vai in missione?? Dai stai qui sei appena tornato!
Pip: Devo andare, è la mia casa.
Rina: Sei sicuro? Potresti farmi vedere gli angoli del Garden che ancora non ho visto..

La ragazza gli fece l'occhiolino, lasciando un po' interdetto il Commander. Recks, nel frattempo, parve rabbuiarsi e perdere le poche speranze che aveva.

Pip: Ehm, magari un'altra volta, eh?
Rina: Ci conto! :smt112
Pip: Vediamo.. :sgamato:
Rina: E tu Recks ricordati quello che ti ho detto! Ciaoooooooo

La ragazza se ne andò lentamente, muovendo i fianchi in modo evidentemente provocatorio.

Leon: Certo che una bella bot..
Calien: Io suggerirei di partire.

Pip acconsentì, staccando gli occhi dal fondoschiena di Rina e focalizzandosi sulla loro missione. Il Garden si era fermato nei pressi di Madain Sari e la squadra avrebbe raggiunto l'isola con un piccolo Jumper. Saliti sul mezzo, e messosi Leon alla postazione di guida, Pip prese la parola.

Pip: Da quello che sappiamo, l'obiettivo di Tatoo è distruggere il Muro dell'Invocazione. Si tratta di un bene tutelato dall'Ordine dei Garden e patrimonio di tutto il Multiverso, per la sua importanza storica e culturale. Credo voglia vendicarsi degli Sciamani, che voglia sfogare la rabbia per la morte di sua sorella. Dobbiamo impedirglielo.
Recks: C'è un modo particolare per distruggerlo?
Calien: Si. Il Muro è protetto dal potere degli Eidolons. E' come se presentasse una barriera molto resistente agli attacchi, ed è con ogni probabilità per questo che siamo ancora in tempo per intervenire. Ma la barriera..
Pip: Non è indistruttibile. Prima o poi cederà. In più, nell'isola è custodito un artefatto, fatto dello stesso materiale con cui è costruito il muro, che si narra possa accelerare la distruzione della barriera. Tatoo potrebbe averlo cercato o essere ancora sulle sue tracce. O averlo già trovato. O non averlo cercato affatto. Dobbiamo scoprirlo.
Leon: Disposizioni per quanto riguarda il nemico?
Pip: Vivo. Voglio che lo prendiamo vivo. Non siamo carnefici. La sua morte potrà essere solo una conseguenza della nostra legittima difesa, qualora non sia possibile metterlo fuori combattimento. Voglio che questo sia chiaro.
Leon: Si tratta di un rischio maggiore per noi.
Calien: Ma dovresti sapere che l'Ordine dei Garden tiene più all'immagine che da di sé rispetto ad ogni altra cosa.

Attraccarono all'isola, finalmente.

Recks: Un'ultima cosa. Se ci sarà Ruben cosa faremo?
Pip: Vivo. Ad ogni costo. Questo è il mio ordine.

Stavolta, Calien e Leon non parlarono.
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Recks
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Re: Missioni

Messaggio da Recks »

* * *
Flashback
Rina: allora Recks, ti raccomando!!! Fai estremamente attenzione a Pip durante la missione-
Seduti ad un tavolo della mensa, stavo dando delle direttive a Recks circa la missione che stava per intraprendere.
Recks: Ma perchè mi stai dicendo di proteggerlo?

"Rina, hai la sensibilità di un comodino. Hai presente quando uno si muove durante la notte, per dirigersi verso la toilette, luci spente e poi il mignolo andrà con certezza matematica a sbattere contro lo spigolo del comodino antistante il bagno? Ecco, il comodino mica ti chiede scusa. Rimane lì. D'altronde cosa potrebbe fare, è un comodino. Oltre ad intralciarti nel percorso tra il letto e il bagno, cos'altro potrebbe fare?

Ecco Rina, tu sei uguale ad un comodino. Io cerco di raggiungerti ma tu mi colpisci sempre, dritto al cuore, senza chiedere scusa. E mi chiedi di Philips. Philips. Non Philip Phoenix o Pip. Philips. Cioè, sei cotta di lui e non sai dire NEMMENO il suo nome correttamente. Ma cosa ti attrae di lui? Dimmelo! E' il fascino della divisa, Rina? Oppure speri che stando con lui potrai diventare SeeD o addirittura Commander più rapidamente? Se invece è un'infatuazione genuina... cosa diavolo c'è in lui che io non ho? Io sono bravo, gentile, affidabile e non mi degni di uno sguardo. E' chiaro che tu mi piaci, lo hai sicuramente notato. Eppure tu mi parli sempre di Pip. O meglio, Philips. Detta in altri termini, tu non mi chiedi di proteggere un mio superiore ma di difendere... un televisore?


Rina: Ecco, be... Si, è probabile che quel maniaco dei tatuaggi ce l'abbia con lui, quindi sarà più esposto al pericolo... E poi non vuoi mica perdere il responsabile della sicurezza?-

Egil:Ciò che dici non ha molto senso...
Rina: Ci mancavi tu, Egil... Oh, c'è anche Matt, ciao agitai la mano a mo di saluto
MattNon è che ci nascondi qualcosa, Rina?
Rina:No, io non nascondo niente... Perchè mai dovrei? E poi, cosa dovrei nascondere, eh? Una cotta..-
Egil:Beccata!
Matt:Noi non abbiamo specificato nulla, così tu ti sei incastrata con le tue mani-
Rina: No, io...

"Ho anche degli amici che proprio si impegnano ad aiutarmi. <Sì, ti aiuteremo a conquistarla>, mi avevano detto Matt ed Egil. Come no. L'unico risultato che hanno ottenuto è quello di confessare la cotta di Rina verso un televis....Pip.
Mah, meglio non pensarci e mangiare piuttosto questo muffin offerto da Aura. Non mi arrendo però: cercherò di conquistarla. Ora devo pensare alla missione. A quanto pare sono in squadra con Pip, Calien e Leon(^2). Il primo è il nostro protetto. La seconda la conosco solo di vista e so che parla in maniera strana. Quanto al terzo... non lo sopporto. Faceva il cascamorto con Rina da tempo. E poi l'ha pure palpata. Mi auguro che non mi infastidisca.

Pip... che cos'hai che tu non ho?"


* * *
La porta stava dando segni di cedimento. Un bisonte dall'altra parte della porta continuava a sbattere contro l'ingresso della casa della principessa Eiko. I moguri sapevano che l'ingresso, così come il mucchio di cose accatastate davanti ad esso, non avrebbe retto per molto. Il rimbombo dei ripetuti impatti tra il bisonte e la porta faceva rabbrividire quelle piccole creaturine. Erano preoccupate: non per loro o per le condizioni in cui versava la loro dimora ma per ciò che vi era stato nascosto. La Principessa Eiko gliel'aveva rivelato: c'era un oggetto in quella casa che mai o poi mai avrebbero dovuto toccare. Era nascosto molto bene... per un occhio umano. Eiko aveva previsto nella peggiore delle ipotesi che sarebbe stato un umano a cercare l'artefatto per le stanze della dimora, non dei mostri. I mostri erano diversi dagli umani. Avevano un fiuto diverso dal loro: la magia per loro aveva un odore.

L'artefatto puzzava. Molto. Specialmente per quei corvi che erano appena entrati dalle finestre di quella casa. Avrebbero recuperato quello che serviva al loro padrone in un batter d'occhio. I Moguri, più preoccupati per il Bisonte che per dei corvi, non avrebbero prestato attenzione a loro.


* * *
Avevano percorso l'intero viale d'ingresso di Madain Sari senza problemi. Evidentemente il nemico avrebbe fatto loro la festa solo una volta arrivati nelle vicinanze del muro dell'invocazione. Recks aveva gli occhi fissi su Pip, pronto ad aiutarlo in caso di pericolo. Calien invece sembrava come spenta. Non risentiva del sole abbacinante di Madain Sari e durante l'intero tragitto non aveva mai parlato. Leon invece si guardava sempre intorno. Recks certamente non poteva notarlo - non era al corrente del legame tra Leon e l'Ordine- ma se solo avesse fatto più attenzione avrebbe notato in lui una certa impazienza. Stava aspettando qualcosa.

Recks: un bivio... cosa facciamo?
Pip: non sono sicuro. Potremmo chiedere ai Moguri dove si trova l'artefatto.
Leon: in questo modo però rischieremmo di perdere Tattoo mentre danneggia la barriera.
Pip: esattamente. Calien, secondo le tue stime cosa sarebbe meglio fare?
Calien: potrei anche farvi un calcolo esatto delle probabilità con cui i due eventi da voi indicati potrebbero accadere. Credo però sia più corretto guardare quel bisonte che ci viene incontro, seguito da dei Moguri che corrono disperati.

"Ma come diamine parla?"


Il Bisonte si dirigeva pericolosamente verso Pip. Recks lo notò e cercò di far perdere l'equilibrio alla bestia, invano. In maniera del tutto inaspettata la bestia evitò l'attacco, spostandosi lateralmente. Era ormai a pochi metri da Pip. Era così concentrato mentre cercava di innalzare uno scudo Protect tra il Commander e la bestia che non prestò però attenzione alle voci acute dei Moguri. Pip non rimase comunque a guardare. Sibilò la parola "STOP". Uno strano orologio comparve davanti agli occhi della creatura. L'incantesimo avrebbe sortito l'effetto desiderato in tempo?

"Non riesco nemmeno a proteggere una persona come si deve."




* * *
"L'artefatto, l'artefatto!", avevano esclamato. Per fortuna, Leon aveva sentito e disse a Calien di mirare verso quei corvi che li avevano superati dopo l'incontro col bisonte. Tra poco anche il mercenario avrebbe dato manforte alla ragazza per abbattere i volatili.

Seguì l'insegnamento di Raistlin. Stavolta posizionò le gambe in maniera appropriata. Non dovette nemmeno tener conto del vento, perchè quel giorno a Madain Sari non c'era un filo d'aria.

Scoccò la freccia.
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Nataa
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Re: Missioni

Messaggio da Nataa »

«Tu razza di piccolo ragazzino sciocco. Ti avevo chiesto solo una cosa» il disgusto della ragazza era palese in ogni angolo del volto e forse era questo che faceva stringere il cuore a Recks «Ti rendi conto di quanto tu sia inutile?» ogni parola le usciva dalla bocca sibilando veleno. Il cadetto indietreggiò di qualche passo balbettando parole sconnesse.
«Po-po-povero bambino» lo prese in giro «sai che mi fai ridere? Se non c'è qualcuno a tenerti per mano non sai far nulla?» la bocca di Rina si avvicinò pericolosamente alle labbra di Recks «Pensi che io non sappia che mi desideri? Ma come potrei amare uno come te? -si staccò da lui con un gesto di stizza- Uno che è odiato anche dai genitori»
Indietreggiò ancora, come poteva replicare a queste accuse se lui stesso era il primo a crederle vere?
«Così debole, così vigliacco, così triste, così insulso. Un relitto umano. Nessuno ti voleva e ancora nessuno ti vuole. Puoi elemosinare affetto da chi vuoi, ma sarà sempre falso. E lo sai.»
Recks digrignò i denti «Non... Non è vero! E' diverso, non è come...» la sua voce si perse nell'aria e una risata sovrastò quel tenue tentativo di resistenza «Non ne sei convinto neanche tu e tenti di convincere me? P A T E T I C O!»
Ancora un passo indietro e Seagull si trovò sul ciglio del burrone, sotto di lui s'infrangeva fragorosamente il mare.
«Basterebbe un passo e tutto svanirebbe. Non sarebbe bello, Recks?» stavolta Rina si avvicinò lentamente a lui, gli accarezzò il volto rigato da una lacrima di dolore e posò la propria fronte sulla sua «Un passo e nessuno ti farà più del male»
***
«Ma che cazz...»
Il botto era stato spaventoso: un attimo prima erano a dar la caccia a corvi starnazzanti, l'attimo dopo si era ritrovato culo a terra e un muro a separarlo dagli altri. Si alzò massaggiandosi le natiche e rimpiangendo d'aver perso le Claymore nell'esplosione, ma almeno per il resto sembrava essere intero.
Uno scricchiolio lo fece voltare «Uh non mi dire e ora che ci hanno separati arriva il mostro! Nessuno vi ha mai parlato di fantasia?» il sorriso gli morì sulle labbra quando a presentarglisi davanti fu un ragazzo dai suoi stessi capelli e occhi scuri, le sue stesse cicatrici, che narravano la sua stessa identica storia «Ok questa è una novità. Trucco carino in effetti, piuttosto articolato...»
«...ma visto il poco fascino direi che è una copia imperfetta» un sorriso sardonico si dipinse sulle labbra di Rayearth
«Lo stavo per direi io...»
«...a quanto pare hanno fatto i compiti a casa, eh?»
«Sai può essere fastidioso concludere le frasi di un'altra persona»
«E credi che io me ne preoccupi? Se pensi una cosa simile non ti conosci affatto» alzò un sopracciglio
Una lieve goccia di sudore colò lungo la fronte di Leon «Interessante spunto di conversazione. Vuoi davvero psicanalizzarmi?»
«Non ne ho bisogno. So che credi che io sia un'illusione, ma ti sbagli» la copia si avvicinò velocemente al cadetto e gli sferrò un pugno alla bocca dello stomaco lasciandolo bocconi a terra «questo direi che può bastarti come dimostrazione»
L'aria uscì tutta assieme dai polmoni e lo fece accasciare, nonostante il suo orgoglio dovette cedere ginocchia a terra e si ritrovò a guardare in tralice i suoi stessi occhi «Ora capisco quanto posso essere irritante a volte» un calcio sulla schiena lo fece crollare nella polvere «Non è vero. Tu credi di conoscerti e credi di piacere alle persone, ma ti dò una notizia: non è vero».
«E tu pensi che basti questo a farmi male? A farmi desistere?» una risata di cuore gli volò dalle labbra
«No figurarsi se a Leon Rayearth interessa di ciò che le persone pensano di lui. Sei solo un mercenario. Un mercenario che non sa neanche a chi votarsi, amici? Ordine? Dovere? Volontà? Interesse? Impegni? Pip? Calien? Ruben? Raistilin?»
«Stai zitto» un colpo di reni e il cadetto tornò a fronteggiare il suo avversario «Non riesci a mettermi in difficoltà, non così» caricò una spallata, copia e originale finirono a terra. Leon/fake caricò tutta la forza negli addominali e riuscì a metter sotto l'avversario, lo prese per i capelli artigliando il cuoio capelluto e iniziò a sbattergli la testa contro la roccia. Un rivolo di sangue disegnava i contorni del campo di battaglia.

***
La testa gli rimbombava.
La terra era franata sotto i suoi piedi, si era salvato per miracolo aggrappandosi ad una sporgenza e mettendo tutta la forza in corpo per riuscire a issarsi nell'insenatura. Il vento che ululava tanto da sembrare un animale in agonia e mise i brividi a Philip: un passo falso e al Garden sarebbero tornati senza di lui.
Sbuffò leggermente constatando che la roccia era completamente liscia, levigata dalle raffiche che per secoli avevano spazzato la zona, scalare la roccia era impossibile.
«Maledizione»
«Ti sei cacciato proprio in un bel guaio»
Il Commander alzò lo sguardo e si trovò a guardare un paio di occhi neri «Ruben!» la paura sembrò svanire per qualche secondo. Ruben era lì e poteva spiegarsi e spiegargli. Tutto sarebbe finito; potevano tornare alla loro realtà, prima che ogni cosa si complicasse, prima che subentrasse il 'dovere' in ogni suo gesto, le parole che pronunciò gli uscirono a fatica «Ruben sei in arresto per mandato dell'Ordine dei Garden...»
Una risata in risposta «Pip lo stai facendo sul serio?»
«...l'articolo 3 comma 2 m'impone di ricordarti quali siano i tuoi diritti...»
«Vedo che l'Ordine ti ha imboccato bene le parole da dire! O ti fa troppo male parlare con me?»
«...nessuno dei tuoi diritti inalienabili ti sarà sottratto»
«Ma senti come parli? Quelli hanno già deciso la mia condanna a morte e tu mi servi su un piatto d'argento? Perchè Pip?»
«Sei accusato di terrorismo, pluriomicidio e tradimento. Non sei tu a dover chiedere spiegazioni.»
«Ma come? Raistilin non ti ha detto che sono malato? Che ho la sindrome di Strife?» il volto di Ruben si contorse in una smorfia che Pip potè solo immaginare essere una risata «Una panzana solo per farvi muovere e farmi catturare! Astuto l'amico, no? No Philip in realtà ogni azione di Sagramor era solo la mia volontà a dettarla.»
Il volto di Philip si congelò in un'espressione di dubbio «No questa è la malattia a parlare, non tu Ruben»
«Non hai ancora capito?» si schiarì la gola per essere certo di parlare chiaramente «Non sono mai stato malato. Mai avuta la tentazione di lasciarti andare? Uscire dagli schemi e lasciar stare le conseguenze?»
«Tu non sei Ruben» le parole sembrarono più un disperato tentativo di convincersi
«Ho la faccia di Ruben? Mi muovo come Ruben? Ho la voce di Ruben? Quindi sono Ruben. Smettila di decidere cosa sono, o cosa non sono, in base a stupidi preconcetti come lealtà e giustizia. Non ci crede più nessuno» l'uomo si avvicinò al Commander che era rimasto congelato dalle ultime parole, lo prese per il bavero e lo issò da terra. Bastava allentare la presa delle mani, perchè il vento spiaccicasse Philip contro gli spuntoni di roccia.

***
La detonazione mi aveva sbalzato in aria facendomi ruzzolare per qualche metro lungo il pendio. Per diversi minuti il mondo si era presentato a me attraverso una patina opaca e non riuscivo a riconoscere alcun suono a parte il pulsare delle tempie. Il sudore mi imperlava la fronte e un fastidioso odore faceva chiudere la gola: cercai di alzarmi sui gomiti, ma fu una vertigine a farmi ripiombare a terra. L'orecchio destro fischiava, mentre dal sinistro un rivolo di sangue correva lungo il collo.
«Una bambola rotta! Credo che il tuo orecchio sia andato. Sarà il caso di fare una scappatina dal meccanico?»
Aggrottai gli occhi cercando di vedere il mio interlocutore, ma la nebbiolina nei miei occhi mi impediva di riconoscerne la sagoma, finchè non mi colpì un torsolo di mela «Si torna all'Ordine?»
«Siegmeyer?»
«Toh, l'esplosione ti ha fatto diventare stupida oltre che sorda? Non sarebbe un male un po' di stupidità, no? Saresti normale, quasi quanto me»
«Nella definizione di normalità non credo sia presente la tua persona. Almeno non qualcuno che si sottopone volontariamente ad un esperimento» riuscii ad alzarmi aggrappandomi ad un mobile, non appena lo sfiorai la mia pelle si riempì di bolle d'acqua «Ustioni di secondo grado. Che...»
«Ma come non senti il calore?»
Mi guardai intorno. La casa di Eiko, nella quale ero finita, era avvolta dalle fiamme e ogni cosa era diventata incandescente.
«Oggi in mensa Calien al forno! Che ne dici di un contorno di patate?» rise da solo per la sua battuta «Ragazzina sei spacciata! E neanche davanti alla morte certa riesci a dimostrare un po' di paura? Sai che mi fai pena?»
«Perchè dovrebbe interessarti della mia emotività? Stai per morire anche tu, o sei solo una proiezione incorporea?»
Siegmeyer posò la mano sul muro vino a lui e tra la pelle si aprì una profonda piaga, dovette nascondere anche il ribrezzo per l'odore di carne umana che si levava dal muro stesso.
«Non è una prova. E' illogico che Siegmeyer si trovi qui a minacciare la mia vita, rischiando la sua. Te ne rendi conto, vero?» lo dissi prima che una tosse convulsa mi facesse perdere la voce
Una risata rauca si levò dal mio avversario, che svanì tra il fumo dell'incendio.
Tossii ancora, finchè non divenne doloroso ogni singolo respiro, allungai la mano e tentai di afferrare l'artefatto che era sempre rimasto al sicuro nella casa della sua proprietaria. Lo presi, sentii un dolore atroce divorare la carne e il primo istinto fu di lasciar cadere l'oggetto, ma resistetti, non doveva andar distrutto. Era un elemento prezioso del piano.

«Calien!» la voce di Philip arrivò tra le nebbie dello svenimento
Leonheart88
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Re: Missioni

Messaggio da Leonheart88 »

La terra stava continuando a nutrirsi di sangue.
Leon-quello SEMPRE VERO ANCHE ALL'INTERNO DEL GARDEN- era riuscito a divincolarsi, non senza una certa fatica, dalla presa dell'avversario, o Leon-fake del fake, e ora i due si stavano nuovamente studiando faccia a faccia.
Ansimava cercando di non darlo a vedere, la fronte continuava a perdere sangue, iniziava già a sentire le forze mancare, inoltre vedeva rosso. Il sangue gli stava offuscando la vista.
Una cosa per volta. Con la mano cercò istintivamente di pulirsi il sangue dagli occhi, non poteva farsi un bendaggio ma poteva almeno fare in modo di smettere di sanguinare.
Velocemente si chinò al suolo, prese una manciata di terra. Velocemente la fece passare sulla fronte. Un dolore insopportabile scaturì di punto in bianco, fitte fortissime partivano dalla fronte e sembravano paralizzarli ogni muscolo del corpo.
Il sangue era stato assorbito dalla terra.

"Sai che se fai un'altra cosa del genere non c'è neanche bisogno che sia io ad ammazzarti? fai tutto da solo" Leon immagine residua lo guardò sorridendo sprezzante.
"Perchè essere ammazzato da un proprio clone non equivale comunque ad un suicidio? Mi deludi"
"interessante riflessione, ma ora basta"

Si lanciarono nuovamente all'attacco contemporaneamente.
Entrambi fintarono di colpire con il pugno sinistro il viso dell'avversario, contemporaneamente eseguire uno scatto con il gomito destro per colpire la mascella avversaria.
Gomito contro gomito.
Niente di fatto.

"Sei bravo per essere un clone"
"Sei bravo per essere uno che fa tutte le scelte sbagliate"

Era vero. Dannatamente vero. Sceglieva di stare da unaparte della barricata e dieci secondi dopo passava dall'altra parte, per poi pentirsi e desiderare di essere rimasto dov'era all'inizio.

"Dai Leon dimmi quale sarà la prossima mossa. Chi deluderai? Pip? Drizzt? l'ordine? Ruben? Calien? O magari tutti assieme, sono sicuro che potresti riuscirci. Io mi fido di te" Rise di gusto.

Quanto odiava quella risata, così arrogante, così spavalda, così superficiale.
Le ginocchia gli cedetterò, si trovo per la prima volta in ginocchio di fronte al nemico. Di fronte a sè stesso.

E allora capì.

"Tu non sei me"
"Hai ragione, io sono migliore di te"
"No, tu sei solo quello di cui ho paura. Quello di cui ho paura di essere. Di non riuscire a prendere una decisione e di riuscire a portarla a fondo"
"Non farmi ridere, sei solo uno sfigato che quando morirà non sarà rimpianto da nessuno"

Leon-clone attaccò frontalmente, certo della imminente vittoria.
"Se fossi me sapresti che non mi arrendo"

Con un balzo si gettò di lato, dietro ad un cumulo di rocce, gli sembrava di aver visto in precedenza uno scintillio e sperava di aver ragione.
Centro.
Prese la claymore con una mano sola.
Lanciò una magia Antigrav sul masso che aveva di fronte a sè.
Gli diede un calcio, perchè la tamarragine non è mai abbastanza, goal. In piano faccia di Leon-fake, che non si aspettava tale mossa ma che si stava preparando a difendersi da un fendente.
Ogni tanto è meglio essere completamente imprevedibili.
Gamba e braccio si mossero all'unisono, la claymore squarciò in due il nemico.
Inchiostro nero cadde sulla terra rosso sangue. Era solo un'evocazione.

Rifiatò una decina di secondi, prese la seconda claymore, rotolata poco distante dalla prima, e avanzò lungo la strada.
il muro delle invocazioni era davanti a lui. Tatoo anche.
Era chiaro che non si aspettava di vedere arrivare qualche membro della squadra, era convinto che i suoi msotri gli avessero sistemati tutti. Ma non era un problema per lui.
Leon potè vedere che l'artefatto non era ancora in suo possesso, ma nonostante tutto il muro stava per cedere, non aveva un attimo da perdere.

Incurante delle conseguenze attaccò.
Gli sembroò di scorgere un ombra accanto a lui. Un suo compagno arrivato a dargli una mano. Non ebbe tempo di capire chi fosse, Tatoo gli fu subito addosso.
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Falsa Dea.

Messaggio da Recks »

Nataa ha scritto:«Tu razza di piccolo ragazzino sciocco. Ti avevo chiesto solo una cosa» il disgusto della ragazza era palese in ogni angolo del volto e forse era questo che faceva stringere il cuore a Recks «Ti rendi conto di quanto tu sia inutile?» ogni parola le usciva dalla bocca sibilando veleno.
Tre passi indietro. Sentiva il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli.

"Io... inutile. E' vero. Da quando sono entrato in questo dannato Garden non sono stato che una palla al piede. Su Reimsé Nor sono sempre dovuto rimanere nelle retrovie per non intralciare gli altri nel combattimento. Una volta arrivati a Cathair Oir, se non fosse stato per l'aiuto di Drizzt in quel tempio, difficilmente saremmo potuti tornare a Reloras. Io sono sempre... sempre quello che ha bisogno di aiuto. Mi serve sempre qualcuno che mi assista.

E io, Rina, ti ho deluso. Tu ti fidavi di me e ti ho deluso. Non riesco a vedere Pip ora, probabilmente è stato investito dal bisonte prima che lo Stop sortisse i suoi effetti."


Recks: io... mi dis-mi dis- mi dispiace.
Nataa ha scritto: Il cadetto indietreggiò di qualche passo balbettando parole sconnesse.
«Po-po-povero bambino» lo prese in giro «sai che mi fai ridere? Se non c'è qualcuno a tenerti per mano non sai far nulla?»
"Neanche un mese che mi vedi al Garden e sai già tanto di me. Forse fin troppo. E' come se mi leggessi nel pensiero! Eppure, quando siamo vicini e io cerco di parlarti tu non presti molta attenzione a quello che ti dico. Cerchi sembre di spostare la conversazione su Pip, sui suoi gusti, sulle sue passioni, sulla sua routine. Diciamocelo, dei fatti miei non te ne frega assolutamente nulla. Io ti voglio ma tu no. E' un classico."
La bocca di Rina si avvicinò pericolosamente alle labbra di Recks «Pensi che io non sappia che mi desideri? Ma come potrei amare uno come te? -si staccò da lui con un gesto di stizza- Uno che è odiato anche dai genitori»
"I miei genitori? Ma io non te ne ho mai parlato. Come fai a saperlo? Gli unici che lo sanno sono Alex e Matt e sono certo che loro non lo direbbero mai. Mi fido assolutamente di loro."
Nataa ha scritto: Recks digrignò i denti «Non... Non è vero! E' diverso, non è come...» la sua voce si perse nell'aria e una risata sovrastò quel tenue tentativo di resistenza «Non ne sei convinto neanche tu e tenti di convincere me? P A T E T I C O!»
Ancora un passo indietro e Seagull si trovò sul ciglio del burrone, sotto di lui s'infrangeva fragorosamente il mare.
«Basterebbe un passo e tutto svanirebbe. Non sarebbe bello, Recks?» stavolta Rina si avvicinò lentamente a lui, gli accarezzò il volto rigato da una lacrima di dolore e posò la propria fronte sulla sua «Un passo e nessuno ti farà più del male»
Recks: vero. Cadere una volta per tutte sarebbe una soluzione. Un volo veloce. Diverse fratture e poi il mio corpo si spegnerebbe, finalmente. Svanirebbe tutto, hai proprio ragione. Svanirebbero i miei brutti ricordi su Reimsé Nor. Tutta quella gente morta sotto i miei occhi, alcuni dilaniati dalle fauci dei Cerberi. Sai che ricordo ancora le loro grida? Non l'ho mai detto a nessuno ma ultimamente ho un sogno, o meglio un incubo, ricorrente. Sono sulla torre di Reloras assieme ad un Seed, un cadetto e altri guerrieri. Lanciamo delle magie contro uno dei Cerberi che la mia squadra, capitanata da Egil, sta attaccando. Ad un certo punto il Cerbero si accorge che gli attacchi che lo infastidiscono provengono dalla torre ed è così che la bestia si avvicina pericolosamente verso la torre. Con una rincorsa spezza la torre. Tutti su quella torre facciamo un volo di una decina di metri: prego i miei Dei con tutta la forza che ho affinché possa rimanere illeso da quella caduta e nel mentre lancio l'incantesimo Levita. Di fianco a me un collega viene catturato dalle fauci del Cerbero e viene mangiato. Non pago, la bestia poi ne sputa solo il busto. Io poi mi sveglio, la fronte madida di sudore...e ricordo che tutto questo è vero. Non è un incubo, è solo una memoria che si ripete, che non mi dà tregua. Sarebbe davvero bello annullare quella memoria. Sarebbe fantastico anche eliminarle altre: la morte dei miei compagni nelle fogne a Beltasar e a Reloras, la vista di tutte quelle vittime presso la sede SeeD del villaggio Shumi, Drizzt che viene rapito sotto i nostri occhi, Aura sconvolta, Matt che mi allontana dal laboratorio di ricerca sottomarino mentre fronteggia Omega Weapon, l'assalto alla mia città natale, tu che mi ignori. Potrei continuare fino all'infinito, ma so che tu Rina non mi ascolti. Tu pensi sempre ad altro, quindi a cosa serve ciò che dico? Tanto vale fare altro, negli ultimi momenti che ti rimangono.
Rina: che mi rimangono? Come osi parlare così alla...
Recks: sì,sì, la Dea. Non mi sarei permesso di parlare così se tu fossi stata la vera Rina. Anche se tu mi avessi sempre ascoltato al bar, mentre cercavo di flirtare con te - evidentemente con scarso successo-, non avresti MAI saputo dei miei genitori. Eppure tu lo sai. Siccome dubito fortemente che siano stati Alex o Matt a dirti del mio rapporto con la mia famiglia... tu non sei la vera Rina. Basta con questa sceneggiata.
Rina: non intendi buttarti di tua spontanea volontà allora?
Recks: non lo avrei mai fatto. E' da codardi. I problemi e i brutti ricordi sono una brutta gatta da pelare ma so che al Garden non sono solo. So che qualunque sarà il mio problema ci sarà sempre qualcuno pronto a sostenermi. Buttarmi da questo dirupo non servirà a nulla. Servirà solo a far contenta te, chiunque tu sia.
Rina: se non vuoi buttarti da solo... ci penserò io a farlo.

Rina cercò di spingere Recks verso il mare. Ormai solo un passo lo separava dal vuoto. Il ragazzo però oppose resistenza, parando la spinta con il suo bastone. Nonostante il colpo parato, "Rina" non si diede per vinta e insistesse, esercitando pressione sul bastone di Recks affinchè lui cedesse. Sapeva che lei era molto più forte di lui. Lei era una Dea. D'altro canto, il cadetto sapeva che contro Rina avrebbe perso in uno scontro fisico. Ma non era quello lo scopo della parata.

Durante l'addestramento con Matt aveva utilizzato la stessa esatta tecnica. Dopo poco tempo infatti, il giovane mago lasciò rapidamente la presa e si spostò di lato. Rina, non aspettandoselo, perse equilibrio e rimase per pochi secondi in empasse.
Con Matt aveva sbagliato certo: Winchester aveva evitato il suo Fire. Stavolta non sarebbe andata così. Colpì più forte che potè con il bastone la schiena della Dea, sbilanciandola e portandola in avanti.

"Rina" perse l'equilibrio, cadendo nel vuoto.
Da quando la falsa Dea cominciò la sua caduta verso la morte, tutto sembrò dissolversi. Improvvisamente, tutto assunse una strana sfumatura di nero, simile all'inchiostro. Prima che Recks potesse chiudere gli occhi, quasi tutto intorno a lui divenne bianco.

* * *
Riaprì gli occhi e si ritrovò vicino al muro dell'invocazione. Sentiva dei rumori provenire da quella direzione. Si chiese dove fossero finiti tutti. Erano morti? Erano vivi? Pip era riuscito a sopravvivere? Il suo codec non rispondeva. Si maledisse per la sua scarsa prontezza di riflessi contro il bisonte.

Il tempo che però si dedico per insultarsi per l'ennesima volta durò poco. Vide una figura famigliare avvicinarsi nei pressi del muro dell'invocazione. Era Leon. Corsi verso di lui per aiutarlo in caso di bisogno. Ancora una volta però, dovette maledire la sua scarsa velocità. Prima ancora che potesse aiutare l'ex SeeD, questi era stato colpito da una pantera nera come l'inchiostro. Scaraventai la bestia contro una delle colonne della zonna con un Blizzara ben assestato.

Prima di aiutare a risollevare Leon, vidi per la prima volta Tattoo. Sembrava posseduto.
Quello che stava svolgendo era uno strano rituale. Il muro stava cedendo.

Tattoo: non osate ostacolarmi. E' in atto la mia vendetta e se mi fermerete, pagherete con la morte.
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Re: Missioni

Messaggio da Pip :> »

«Ho la faccia di Ruben? Mi muovo come Ruben? Ho la voce di Ruben? Quindi sono Ruben. Smettila di decidere cosa sono, o cosa non sono, in base a stupidi preconcetti come lealtà e giustizia. Non ci crede più nessuno» l'uomo si avvicinò al Commander che era rimasto congelato dalle ultime parole, lo prese per il bavero e lo issò da terra. Bastava allentare la presa delle mani, perchè il vento spiaccicasse Philip contro gli spuntoni di roccia.
Guardò in basso, e deglutì. La caduta sarebbe stata certamente mortale per il Commander, che riprese a guardare negli occhi "Ruben". Il suo sguardo trasmetteva emozioni contrastanti a Pip, che vedeva una sorta di pazza malvagità nei soliti occhi dell'amico. Era davvero lui? La sua malattia aveva già dato prova di averlo condotto al compimento di azioni impossibili per come tutti avevano conosciuto Ruben. Lui era stato Sagramor, il loro nemico. Poteva essere ancora così?

Pip: Perché mi fai questo?
Ruben: Per dimostrarti quanto tutto ciò in cui credi sia falso. Una credenza infondata, senza nessuna base. Bene, Giustizia, Lealtà.. Sei solo uno stupido. Tutto ciò che esiste è la Volontà. Una volta che ci lasciamo andare, che ci assecondiamo completamente.. Siamo invincibili. Siamo degli dei. Io, ora, sono il mio Dio.

Fu in quel momento che a Pip tornarono in mente le parole che Ruben gli aveva detto tempo fa, quando gli aveva rivelato i motivi del suo invecchiamento ed il suo futuro ruolo di Preside del Garden di Rinoa.
"Non ti sto dicendo che tutto questo avverrà domani o dopodomani. Ma abbiamo già avuto delle avvisaglie. Ho il sospetto che la DeKatris sia solo la punta dell'iceberg, di qualcosa di molto più grosso che scava ogni giorno solo un po più a fondo nel sistema Garden. E non sono il solo che la pensa così. Dobbiamo essere pronti. ... Dovrai essere pronto." e la voce di Ruben si velò di un pizzico di malinconia.

"Come farò a sapere ciò che fare?"

Ruben lasciò le spalle dell'amico (Capì che le aveva strette un po troppo) e gli puntò l'indice verso il petto.

"Qui dentro hai un innato senso di giustizia. Non è da tutti credimi, ma non sei neanche il solo. Fidati di Drizzt, fidati di Aura. Siamo SeeD e siamo Commander ma non siamo schiavi degli ordini impartiti se questi vanno contro i principi che condividiamo. Segui il tuo cuore e farai la scelta giusta."
Pip: Se davvero non è la malattia a farti parlare.. Allora tu non sei Ruben. E visto che ho già promesso al vero Ruben che, quando sarebbe arrivato il momento, l'avrei ucciso.. Non avrò problemi ad uccidere anche te.

Il Commander digrignò i denti.

Ruben: Peccato che sarai tu l'unico a morire.

Il falso Ruben lasciò la presa, senza accorgersi dell'Uccello di Fuoco che, squarciando il cielo e le nuvole, viaggiava alle sue spalle verso il suo Sciamano. Prima che Pip si schiantasse contro le rocce, la Fenice gli permise di atterrare sul suo morbido corpo, in ciò impedendogli una sicura morte.
Pip guardò in alto: "Ruben" fece una smorfia di disappunto, poi sguainò la sua spada, aspettandolo. Fenice volò in alto ed in pochi attimi furono addosso al loro avversario, che schivò per poco una fiammata dell'Eidolon di fuoco.
Il Commander saltò giù dal dorso dallo Spirito, Gunblade nella mano. Avanzò con piccoli incessanti passi verso il nemico, che sembrava sempre più perdere sicurezza.

Pip: Siete tutti uguali, voi cloni od illusioni. Una volta smascherati, perdete gran parte del vostro potere. Ti senti ancora un Dio, adesso?

Pip lo attaccò, mentre "Ruben" cercava di difendersi come poteva. In poco tempo, si ritrovò in ginocchio, con la spada di Pip puntata alla gola. Disperatamente, tentò di nuovo di fargli credere di essere il vero Ruben.

Pip: Addio.

Quando Nilme incontrò la carne del suo collo, il suo falso amico si trasformò in una macchia d'inchiostro.

********

La barriera che proteggeva il Muro dell'Invocazione stava cedendo.
L'emblema di secoli e secoli di rituali, di magie, di tradizioni stava per essere raso al suolo, ed a Madain Sari sembrava di sentire vecchi spiriti piangere, vecchie rocce lamentarsi ed il vento ululare di dolore.

Tatoo: Non osate ostacolarmi. E' in atto la mia vendetta e se mi fermerete, pagherete con la morte.

Leon e Recks si guardarono, mentre un Tatoo quasi in status Berserk li osservava in cagnesco.

Leon: Coprimi. Vado all'attacco.
Recks: Si.

Il cadetto, Gunblade alla mano, puntò direttamente il nemico. Vide i suoi occhi ribaltarsi, mentre sfere di oscurità uscivano dal suo corpo dirette verso di lui. Non ci fece caso. Scudi magici apparivano ogni volta, deflettendo e respingendo le magie dell'uomo tatuato. Quando gli fu vicino, menò un fendente, che Tatoo schivò piegando le gambe ed inarcando all'indietro la schiena. Facendosi leva con la spada, Leon tentò di assestargli un calcio a metà altezza, ma il nemico, accompagnando ancora di più il piegamento fino a toccare il terreno dietro di sé con le mani, riuscì con un'elegante ruota a schivare anche quel colpo.

Era agilissimo.
Nel frattempo, dal suo corpo uccelli neri all'apparenza molto violenti, fuoriuscirono dalla sua schiena, inondando Leon che fu costretto ad indietreggiare. Questo permise a Tatoo di evocare un altro essere mostruoso.

Una chimera.

L'abominio si lanciò alla carica di Recks, che si trovò a fronteggiare quel pericolosissimo mostro da solo. Gli uccelli, nel frattempo, stavano tenendo impegnato Leon, che cercava di ucciderne il più possibile. Tatoo ghignò, e furente tornò a concentrarsi sul Muro. Ancora poco, e la barriera si sarebbe spezzata, permettendogli di iniziare a distruggerlo fisicamente. Alzò le mani verso l'antica costruzione tornando a pronunciare parole maledette. Ma non riuscì a concludere il rituale.

Il pugno dello Sciamano, che su una spalla trasportava Calien ancora priva di sensi ma in possesso dell'artefatto, colpì Tatoo in pieno volto, scaraventandolo a qualche metro di distanza. La rabbia, una rabbia atavica forse proveniente dall'antico potere degli Sciamani che circondava quel luogo, lo stava invadendo. Avrebbe protetto quel Muro e Madain Sari con tutte le sue forze. Sentiva il suo corpo pulsare e ribollire, come se tante anime fossero con lui e gli avessero dato questa missione.

Urlò, con quanta più voce avesse in corpo, mentre i suoi occhi luccicarono per un attimo di rosso.

Pip: LASCIA. STARE. CASA. MIA!!!
Spoiler
Pip è rabbioso e sarà più impulsivo e diretto del solito. Ma non ha perso la sua lucidità e non vuole uccidere Tatoo, anche se combatterà senza risparmiarsi. Insomma.. E' incazzato nero e vuole spaccargli la faccia!
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Pip :>
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Re: Missioni

Messaggio da Pip :> »

Spoiler
Leon e Nataa non hanno più un computer, batteria fusa. Recks è in vacanza ed io parto domani. Con questo post, concludo la missione. :-)
Le parole uscirono dalla bocca del Commander con una potenza che rimbombò in tutta Madain Sari. Tatoo lo guardò, con uno sguardo carico d'ira, odio e sadismo. Si mise in una posizione che voleva dire una sola cosa: "vieni a prendermi". Pip non se lo fece ripete due volte. Adagiò Calien al sicuro, poi di corsa si avventò contro Tatoo.

Tatoo: Non pensavo che ti avrei fatto arrabbiare così tanto.
Pip: Sta zitto!!!!

Il Commander spiccò un balzo e gli fu addosso, rovinando sul terreno sassoso insieme al suo nemico. Tatoo aveva una scarsa prestanza fisica e Pip lo immobilizzò a terra, prendendolo a pugni. In tutta risposta, il suo nemico rideva. Lo picchiò, negli occhi una furia indomabile. Voleva fargliela pagare. Poi, vide qualcosa che lo spaventò. Sulla sua manica, piccoli ragnetti stavano cercando di raggiungere il suo collo. Si staccò dal nemico, provando a scrollarseli di dosso, cercando di evitare che raggiungessero la sua carne. Fortunatamente, se n'era accorto in tempo.

Tatoo: Non ti preoccupi dei tuoi amici? Pensavo tenessi a loro più di qualsiasi altra cosa. Loro non hanno esitato un attimo prima di venirti a salvare. Tu cosa farai?

Aveva ragione. Pip voltò lo sguardo. Recks stava combattendo da solo contro una chimera, un avversario temibile. Leon non era ancora riuscito a sconfiggere gli uccelli neri. Il cadetto mago sembrava in difficoltà. Doveva prendere una decisione.

Tatoo: Tic tac tic tac.
Pip: Mi occupo di quell'abominio e poi torno a prenderti. Io ti spacco la faccia. E' una promessa, bastardo.

Recks stava cercando di evitare il più possibile il contatto ravvicinato con la Chimera. L'essere era molto potente. Il corpo e le abilità di tre mostri diversi lo rendevano un avversario temibile e pericoloso.

Pip: Recks! Facciamolo fuori!
Recks: Meno male che ero io a doverti tenere d'occhio..
Pip: Cosa?
Recks: Niente. E' tutto come al solito.
Pip: Zitto. Facciamolo fuori.

Fronteggiavano la Chimera faccia a faccia, il suo ruggito che avrebbe spaventato chiunque. Ma non due SeeD. Pip partì all'attacco, Gunblade alla mano, schivando l'artigliata del mostro che, disattento, venne colpito da un Fira del Cadetto. Recks provvide a castare su se stesso e su Pip la magia Haste. L'acquisita maggiore destrezza permise al Commander di evitare un nuovo attacco del mostro, che cercò anche di investirlo con una fiammata nera fuoriuscita dalla sua bocca. La schivò per un soffio. Intanto, Recks colpì il mostro con un Blizzara, debilitandolo ancora di più. Il Commander tornò all'attacco. Deviò una magia di tuono del mostro con il suo Shell Istantaneo e menò un fendente, infliggendo una profonda ferita alla Chimera che stava cedendo.

Nel frattempo Tatoo aveva ricominciato ad attaccare la barriera che proteggeva il muro.
E la spezzò.
Con un ghigno, si avvicinò al muro, toccandolo con delicatezza ed eccitazione. sentiva di poter distruggere il simbolo di un potere antico, qualcosa di prezioso. La sua vendetta stava finalmente per compiersi.

Ma accadde l'impensabile.

Una mandria di Moguri lo investì, colpendolo in ogni dove. Anche loro erano guardiani di Madain Sari, e quel luogo aveva richiesto anche il loro aiuto. "Kupò" coraggiosi risuonavano nell'aria, mentre Tatoo cercava di colpirli e metterli fuori combattimento.

Leon, intanto, stava per venire a capo dei maledetti uccelli che lo avevano rallentato. Ne mancava solo uno. Che venne trafitto da una letale freccia conosciuta.
Calien aveva ripreso conoscenza.
Leon le fece un cenno d'intesa, poi si avventò sulla Chimera. Il suo Gunblade si piantò nella schiena della Chimera, mentre quello di Pip gli trafiggeva il petto. Un nuovo Fira di Recks fece esplodere la fiera in una macchia d'inchiostro.

Pip: Tatoo, arrenditi. Sei finito.

Circondarono il nemico, mentre i Moguri si spostavano, feriti ma ancora vivi.

Tatoo: No.. Non mi avrete. Non mi avrete mai. Io devo distruggere questo Muro. E' tutto ciò che mi è rimasto.

Un'aura nera ricoprì il suo corpo, mentre i suoi tatuaggi gradualmente sparivano. Il suo corpo iniziò a mutare, trasfigurato. Si ingrossò, fino a diventare mastodontico. Il potere di tutti i suoi tatuaggi utilizzato in un colpo solo. "Cosa non fa la voglia di vendetta", pensò Pip.

Tatoo gli arrivò di fronte, in quello che sembrava un battito di ciglia. Il pugno nel suo stomaco arrivò, se possibile, ancora più velocemente, sbalzandolo lontano e lasciandolo senza fiato. Leon, Recks e Calien si misero in posizione difensiva, ma Tatoo cercò di avventarsi di nuovo sul Commander, che giaceva dolorante a qualche metro di distanza. Recks agì senza pensarci due volte: castò su se stesso la magia Double, poi utilizzò un Quake, che interruppe la corsa del nemico. Contemporaneamente, fece uso della magia Levita per spostare il corpo di Pip vicino a loro.

Pip: Grazie Recks.
Recks: Ho fatto una promessa.

Decisero di partire al contrattacco. Recks e Leon castarono su se stessi quante più magie di status possibili, poi il tanker e la ragazza che non provava emozioni partirono all'attacco. Leon si avventò sull'avversario, mentre la giovane lo tempestava di frecce. Il Gunblader parò un attacco del nemico, dandogli una spallata per cercare di destabilizzarlo. Non ci riuscì, anche la sua resistenza fisica era aumentata. Con una capriola si allontanò, mentre Tatoo evocava uno scudo per proteggersi dagli attacchi a distanza di Calien. La sua potenza fisica era devastante. Utilizzando la magia NoGrav, il cadetto riuscì a sollevare un masso che utilizzò per parare un calcio di Tatoo, che si frantumò ma evitò che il braccio di Leon si spezzasse. Calien, nel frattempo, aveva imbracciato il suo Bat'Leth e si era portata alle spalle di Tatoo. Lo colpì di striscio con la sua arma, facendolo ululare di dolore e di rabbia.

Recks, intanto, stava dando una mano a Pip, che ancora aveva il respiro mozzato.
Una volta rimesso in piedi il Commander, attaccò anche lui Tatoo, tempestandolo di magie.

Il loro nemico era potente, ma come spesso accade l'unione fa la forza e può portare a vittorie che, da soli, non sarebbero mai state possibili. Era arrivato il momento di provare a concludere lo scontro.

Pip: Datemi qualche secondo!

Il party attaccò per l'ennesima volta Tatoo, che ormai era fuori di sé ma, tuttavia, iniziava a non avere più tante energie. I colpi di Leon e Calien e le magie di Recks stavano sortendo l'effetto sperato, predisponendo la situazione per l'attacco finale.

Pip: Renzokuken.

Un'aura gialla rivestì il corpo del Commander ed il suo Gunblade. Pip scattò, attaccando ripetutamente con grande rapidità Tatoo, che riuscì a parare e schivare qualche colpo solo grazie alla sua immensa velocità. Non poté evitare, tuttavia, le ferite che la tecnica speciale degli specialisti del Gunblade infliggeva. Si ritrovò in ginocchio, mentre dall'arma di Pip si andava formando una piccola sfera luminosa.

Pip: Questo è il mio giudizio. La tua condanna.

La sfera luminosa colpì Tatoo nel petto, provocandogli ingenti danni. Quello speciale "proiettile" che veniva sparato dal Gunblade aveva l'effetto di causare tanti più danni quanto più fosse malvagio l'animo e quanto più fossero state immorali le azioni di chi subiva il colpo. Tatoo aveva agito prima causando tante morti, quale membro dell'Organizzazione di Sagramor, poi per pura vendetta, cercando di distruggere in solitaria il Muro dell'Invocazione. Il suo animo si era macchiato di tanti peccati.

L'attacco di Pip lo mise fuori combattimento, facendo rientrare la sua mutazione.

Pip: Tatoo, in nome dell'Ordine dei Garden ti dichiaro in arresto per i crimini da te commessi e per aver attentato all'integrità del Muro dell'Invocazione. Hai giocato abbastanza con le persone sbagliate
Tatoo: ...io...ho perso tutto...

Missione compiuta.
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Re: Missioni

Messaggio da Recks »

Erano passati due giorni da quando era successo quello sfortunato incidente al laboratorio di Archades. Si stava rattristendo:possibile che nessuno la stesse cercando? Nessuno si era accorto della sua assenza? E se fosse rimasta per sempre in quella stanza in cui era confinata?

Ecco, erano partite le sue paranoie.
Erano state quelle ad averle intralciato la carriera. Rachel Weiss era una scienziata, che si era laureata anche con ottimi voti. Peccato però che non sapesse affatto gestire lo stress e le paranoie. I suoi primi, e ultimi, esperimenti si erano tramutati tutti in fallimenti perché la ragazza non riusciva a reggere lo stress che l'opprimevano. Si aspettavano tutti grandi cose da lei, e questo la metteva a disagio. A causa dei ripetuti fallimenti, la scienziata fu allontanata dagli esperimenti. Tuttavia, le fu offerto un altro lavoro, sempre all'interno di quei laboratori.

Doveva occuparsi degli archivi dei vecchi laboratori Draklor, appartenuti un tempo al Dottor Cid.
Certamente non era il lavoro che si aspettava, però non ne fece una tragedia. "O la minestra o giù della finestra" recita un detto. Come scienziata probabilmente non avrebbe fatto strada, vista la notevole quantità di persone che svolgevano questo lavoro, ad Archades.


E ora era lì. Non sapeva esattamente dove si trovasse. Forse era ancora rimasta nei vecchi laboratori Draklor. Oppure era nella vecchia Archades. Sicuramente quella che aveva intorno a lei era una stanza molto minimal. Nessuna finestra. Solo una porta, una sedia, un tavolo e un condotto di ventilazione. Nonostante lo scarso arredamento della stanza, Rachel non poté lamentarsi. Era un ostaggio, certo, ma avrebbero potuto trattarla anche peggio. La scienziata infatti veniva sempre trattata con i guanti di velluto: quando la interrogavano, i criminali non si arrabbiavano quando lei diceva di non sapere nulla di cosa le stessero parlando.

Ogni volta che venivano ad interrogarla si portavano dietro alcuni manufatti che avevano rubato qualche giorno fa. Del gruppo riusciva a riconoscere un suo collega, che lavorava alla sicurezza, in particolare alle telecamere che sorvegliano il perimetro del laboratorio in cui Weiss lavorava.

Fu proprio lui quel giorno ad aprire la porta ed avvicinarsi a Rachel.

"Buongiorno Rachel" disse, chiudendo la porta. Con il braccio cingeva uno dei manufatti. Luccicava.
"Buongiorno, signor Shepard"
"Chiamami Jack, Rachel.
Senti, sono qui per chiederti ancora qualcosa su quello che abbiamo trovato."
"Non so nulla"
"Dai Rachel, non vuoi mica dirmi che non hai mai scoperto nulla mentre ordinativi questi oggetti nell'archivio."
"Davvero. Non ce n'era bisogno."
"Sempre dedita al lavoro, tu. Mi sarei aspettato che, avendo lavorato precedentemente come scienziata, ti saresti stufata di questo lavoro."
"Come hai fatto invece tu, vedo"
"Già. Sai, mi ero accorto che vendere informazioni o oggetti era più proficuo che stare a guardare le riprese delle telecamere tutto il giorno. E allora ho deciso di creare una squadra. Entrare in quel laboratorio è stato abbastanza facile, se consideri che si trova proprio sotto la vecchia Archades. Conosci la storia, no? Durante il periodo di pace, sopra la vecchia Archades fu costruita la nuova città. I costruttori però avevano deciso di lasciare alcuni "passaggi" liberi tra le due città, forse per permettere a persone, scienziati in particolare, poco raccomandabili di svignarsela con facilità nel momento del bisogno."
"Nel momento in cui fossero stati scoperti alle prese di qualche progetto illegale."
"Si, proprio così. D'altronde, sai bene che il concetto di giusto e sbagliato del Dottor Cid poteva essere distorto. I suoi sottoposti dovevano essere protetti. Non poteva portare davanti da solo i suoi progetti"
"Perché mi stai dicendo tutte queste cose? In qualità di ostaggio..."
"Siamo solo dei ladri, Rachel. Ladri, non killer. Non abbiamo ucciso nessuno al laboratorio. Li abbiamo solo addormentati.Volevamo rubare il più possibile dagli archivi. I progetti del defunto dottor Cid erano spesso stravaganti ma c'è in giro molta gente che pagherebbe per questi. Forse anche il governo di Archades: chi vorrebbe vedere i propri brevetti ed esperimenti venduti alla concorrenza?

Speravamo che rapendoti tu ci avresti dato informazioni utili...purtroppo non è stato così. Forse però...se usassi le maniere forti..."

"Ma avevi detto che..."
"Non solo voi scienziati avete bisogno di soldi per vivere. Lo sai questo? Non siamo killer ma potremmo diventarlo. Rachel, collabora."

Tirò dalla tasca una pistola.
Rachel deglutì.

Degli spari.
C'era qualcosa che non andava. Non provenivano dalla pistola di Jack.
Oltre la porta. Weiss tremava: le grida degli altri membri della squadra dispersi in quel bunker non lasciavano presagire nulla di buono.
Bisognava avere coraggio. Jack la guardò.


Quel giorno, la porta di quella stanza si aprì una seconda volta. Fu un uomo a varcare la soglia. Era abbastanza anonimo:aveva gli abiti di un cittadino qualunque di Archades. Il suo anonimato sarebbe scomparso se il tizio non avesse deciso di riporre la sua tessera di riconoscimento in tasca. Altrimenti, tutti ad Arcades avrebbero scoperto che era un emissario dell'Ordine.

"Porca *******" disse lui.

L'arredamento della camera era rimasto lo stesso. La disposizione invece no.

Un tavolo, con una sedia sopra.
La grata del condotto di ventilazione gettata a terra.
Un manufatto mancava all'appello.
Furto ad Archades
Componenti squadra: Recks (CS), Leon J, Egil, Alex, Frozen.
Post a testa:1 a testa, 2 se siamo rapidi xD (cit)
Obiettivo:ritrovare i manufatti scomparsi dai laboratori di Archades.

Codec:
SeeD e cadetti del Garden autonomo di Rinoa,
è il vostro... preside che vi parla.
Abbiamo ricevuto una richiesta di soccorso dalle autorità della Città Imperiale di Archades, a Ivalice.
Da un vecchio laboratorio del dottor Cid sono stati rubati importanti manufatti, che ci hanno incaricato di recuperare.
Faremo le ultime verifiche e decideremo se partire per Ivalice, intanto chi vuole offrirsi per la missione, un caposquadra e tre membri, si rechi in presidenza.
Grazie.

"Coraggio Recks."

Erano rimasti davanti per qualche minuto ai laboratori Draklor. Recks indugiava sul da farsi. Aveva come al solito paura di sbagliare qualcosa. Il fatto di rimanere fermi sembrava non dispiacere a Egil e Frozen che ammiravano le belle ragazze che passavano per quella via. Alexandra invece sembrava un pochino impaziente, tanto che cercò di sollecitare Recks.

"Scusa, Alex non sono abituato a essere il caposquadra! Vediamo...per prima cosa rechiamoci ai laboratori Draklor e parliamo con chi ha inviato la richiesta di aiuto. Forse saprà darci qualche indizio! Secondo voi però a distanza di due giorni ci possono essere delle prove? "
"Beh, rimanendo qui non lo sapremo mai. Andiamo!"
"
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