Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

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Goth
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Goth »

Mithrandir ha scritto:@ Goth: L'universo esiste, all'infuori del tempo? ma non eri tu quello che legava ogni cosa al tempo, se mi dici una cosa del genere sembra quasi la dimostrazione ontologica cartesiana di dio.
LOL. Guarda, lascia stare dio almeno in questo topic, per favore. Comunque ho cambiato col tempo la mia idea sull'Universo, e non sono io che ho inventato sta cosa, comunque. Forse. :tots:
Mithrandir ha scritto:Una cosa che non ha origine è increata, quindi perfetta e compiuta in sè stessa...stai per caso ammettendo l'esistenza di Dio(o quell'entità superiore che tanto aborri?)
No, sto amettendo l'esistenza dell'Universo, che molti confondono erroneamente con dio.
Zerna ha scritto: si, mi sono espresso male; cmq l'universo ha avuto sì un'origine! è l'origine coincide con il Big Bang, la grande esplosione da cui si è generato l'universo così come lo conosciamo.
Perchè dal nulla dovrebbe verificarsi un'esplosione? La materia già c'era secondo me, o particelle, atomi, quel che è, e semplicemente ha subito una trasformazione (Big Bang appunto).
Zerna ha scritto: Dire anche che l'universo esiste al di fuori del tempo non è del tutto corretto, perchè il nostro non è un universo statico, ma un universo dinamico, in continua espansione e trasformazione. Stiamo toccando un argomento un pò complcicato :-D
Ma certo che non è statico, infatti contiene la quarta dimensione, quindi si muove, ma ciò non toglie che se tu potessi guardare l'Universo dall'esterno vedresti un'unica cosa, un unico oggetto quadrimensionale, che contiene dentro di se tutta la sua storia (finita) dal Big Bang fino alla morte termica.

Anche wiki dice
Il tempo zero, che nella teoria segna letteralmente l'inizio del tempo come noi lo conosciamo, è stimato a 13,7 miliardi di anni fa, [...]
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Zerna »

Goth ha scritto:
Zerna ha scritto: si, mi sono espresso male; cmq l'universo ha avuto sì un'origine! è l'origine coincide con il Big Bang, la grande esplosione da cui si è generato l'universo così come lo conosciamo.
Perchè dal nulla dovrebbe verificarsi un'esplosione? La materia già c'era secondo me, o particelle, atomi, quel che è, e semplicemente ha subito una trasformazione (Big Bang appunto).
la materia non c'era, c'era un "qualcosa" che come hai detto tu non è stata creata, ma ha subito trasformazioni relativistiche, che hanno portato alla nascita di questo universo, costituito da materia.

Con la parola Universo viene indicato tutto ciò ke esiste a partire dall'esplosione inziale, chiamata Big Bang. Ciò non significa ke prima non ci fosse niente. Secondo questa teoria
tutta l'energia, considerata nel suo specifico significato relativistico, che caratterizza oggi l'Universo, era "inizialmente" concentrata in una singolarità definita da una densità e da una curvatura dello spazio-tempo tendenti all'infinito. Poichè l'Universo è nato e si evolve nel grandioso viaggio nel tempo, il big bang rappresenta quindi l'istante zero che segna la meravigliosa storia dell'Universo. Pur parlando di big bang non c'è stata una vera esplosione di materia, ma un fenomeno relativista in cui gli istanti iniziali del cosmo sono visti in uno spazio a quattro dimensioi con una fisica che va oltre l'orizzonte della fisica classica.
(mio libro di fisica)

L'incomprensione nasce dal fatto che tu nella parola Universo fai entrare anche ciò ke vi era "prima" dell'Universo, dove tutte le interazione fondamentali erano un tutt'uno e dove parlare di materia, spazio, tempo, radiazioni e via dicendo non avrebbe senso. L'Universo ha avuto un'origine. E cosa c'era prima di quell'origine? Niente. Il che non significa che vi era il nulla!! E' la domanda che non ha senso, perchè chiederci cosa c'era "prima" che si creasse il tempo non ha senso.
Goth ha scritto:
Zerna ha scritto: Dire anche che l'universo esiste al di fuori del tempo non è del tutto corretto, perchè il nostro non è un universo statico, ma un universo dinamico, in continua espansione e trasformazione. Stiamo toccando un argomento un pò complcicato :-D
Ma certo che non è statico, infatti contiene la quarta dimensione, quindi si muove, ma ciò non toglie che se tu potessi guardare l'Universo dall'esterno vedresti un'unica cosa, un unico oggetto quadrimensionale, che contiene dentro di se tutta la sua storia (finita) dal Big Bang fino alla morte termica.
Questo sì, anche se l'Universo contiene tutto lo spazio esistente, e anche in questo caso non ha senso parlare di una cosa "esterna" all'Universo, ma capisco ke il tuo era solo un esempio. :-D

A parte la difficoltà di immaginare come potesse essere l'inizio dell'Universo, siamo d'accordo entrambi sul fatto che l'infinito non esiste. :sisi: (sempre fino a prova contraria) :-D
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Goth »

Zerna ha scritto: la materia non c'era, c'era un "qualcosa" che come hai detto tu non è stata creata, ma ha subito trasformazioni relativistiche, che hanno portato alla nascita di questo universo, costituito da materia.
Sì, ok, non mi intendo dei particolari, comunque qualcosa c'era già, questo è il punto. Nulla è nato dal nulla. :smile:
Zerna ha scritto: L'incomprensione nasce dal fatto che tu nella parola Universo fai entrare anche ciò ke vi era "prima" dell'Universo, dove tutte le interazione fondamentali erano un tutt'uno e dove parlare di materia, spazio, tempo, radiazioni e via dicendo non avrebbe senso. L'Universo ha avuto un'origine. E cosa c'era prima di quell'origine? Niente. Il che non significa che vi era il nulla!! E' la domanda che non ha senso, perchè chiederci cosa c'era "prima" che si creasse il tempo non ha senso.
No, non sono d'accordo. Sono d'accordo riguardo l'ultima parte, ovvero il controsenso del "prima", ma non per la definizione che dai dell'Universo. L'Universo secondo me è tutto ciò che esiste, compreso lo stato precedente al BigBang.
Goth ha scritto: A parte la difficoltà di immaginare come potesse essere l'inizio dell'Universo
Appunto secondo me l'inizio non c'è. C'è semplicemente l'inizio del tempo, visto dalla nostra ottica, visto che noi viviamo in questo modo, seguendo una linea del tempo, ma in realtà l'Universo contiene il tempo stesso quindi l'Universo non può avere avuto un inizio. E' il tempo che si può affermare sia nato al momento del BigBang, o che sia una roba ciclica, etc, lì ci son varie teorie. Ma l'Universo non ha avuto inizio.

E questo modo di pensare l'Universo a mio avviso spiega anche i buchi neri. Cioè, tutto questo ammasso di spazio e tempo, compresso in un'unica cosa, chiamata Universo, deve per forza presentare delle ripiegature, delle sovrapposizioni, dei punti di incongruenza. E questi sono i buchi neri.
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

Goth ha scritto:Il tempo fa parte dell'universo stesso. La famosa quarta dimensione, assieme alle 3 dimensioni spaziali (che forse sono di più ma vabbè).
Dunque nel nulla, che in realtà non esiste, non c'è il tempo. Il tempo è dentro l'universo stesso.
Cosa ti fa credere che esista il tempo?
è semplicemente un'unità di misura,ma non è niente di realmente esistente.
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Zerna »

Nightmare/dark sephirot ha scritto:
Goth ha scritto:Il tempo fa parte dell'universo stesso. La famosa quarta dimensione, assieme alle 3 dimensioni spaziali (che forse sono di più ma vabbè).
Dunque nel nulla, che in realtà non esiste, non c'è il tempo. Il tempo è dentro l'universo stesso.
Cosa ti fa credere che esista il tempo?
è semplicemente un'unità di misura,ma non è niente di realmente esistente.
bè, il tempo è la distanza ke separa un avvenimento da un altro, ke noi uomini abbiamo introdotto un metodo x la misura del tempo è un conto, ma nn puoi dire ke il tempo nn esiste o_O

@Goth: ok adesso mi è chiaro quello ke dicevi prima :smile:
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Pip :> »

Io credo che il tempo sia una dimensione, come dice Goth. Il tempo è la condizione necessaria per il movimento, senza di esso tutto sarebbe immobile e non esisterebbe il mutamento.

Credo sia insito nella materia. No materia, no tempo: ma dove c'è materia c'è movimento, ed il movimento implica il tempo.

O almeno credo :tots:
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Goth »

Nightmare/dark sephirot ha scritto: Cosa ti fa credere che esista il tempo?
è semplicemente un'unità di misura,ma non è niente di realmente esistente.
Ancora con quella storia.
Nemmeno tu esisti allora. Sei solo un ammasso di cellule e di batteri. E' esattamente lo stesso discorso, pensaci.
Solo che per comodità, per spiegare le cose, io dirò che tu sei una persona. La stessa cosa si può dire del tempo. Capisco che non è una cosa materiale, ma ciò non cambia niente. Neanche le stagioni lo sono, eppure possiamo dire che esistono, anche se le abbiamo inventate noi, perchè sono comunque qualcosa di concreto, basato sul reale.
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Zerna »

Pip ha scritto:Io credo che il tempo sia una dimensione, come dice Goth. Il tempo è la condizione necessaria per il movimento, senza di esso tutto sarebbe immobile e non esisterebbe il mutamento.

Credo sia insito nella materia. No materia, no tempo: ma dove c'è materia c'è movimento, ed il movimento implica il tempo.

O almeno credo :tots:
più precisamente, no spazio, no tempo.
Però se ci fosse uno spazio senza materia, nessuno si accorgerebbe degli effetti del tempo :-D

OT
Goth ha scritto:Nemmeno tu esisti allora
e se fosse così? :tots:
FINE OT
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Goth »

Zerna ha scritto: Però se ci fosse uno spazio senza materia, nessuno si accorgerebbe degli effetti del tempo :-D
Esatto, materia statica.

Offtopic:
Zerna ha scritto:Offtopic: e se fosse così? :tots:
Offtopic:
Ipotizzando anche per assurdo che siamo in qualcosa tipo Matrix, comunque qualcosa esisterebbe, tipo i nostri cervelli che vengono ingannati. Qualcosa esiste per forza sennò tu non staresti scrivendo qua, qualsiasi cosa tu sia.
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Nightmare/dark sephirot »

Pip ha scritto:Io credo che il tempo sia una dimensione, come dice Goth. Il tempo è la condizione necessaria per il movimento, senza di esso tutto sarebbe immobile e non esisterebbe il mutamento.

Credo sia insito nella materia. No materia, no tempo: ma dove c'è materia c'è movimento, ed il movimento implica il tempo.

O almeno credo :tots:
hai fatto un'accozzaglia incredibile,pip xD
Però più o meno sei arrivato al punto che volevo far notare :sisi:
Dunque,premettendo che il tempo è solo una misura creata da noi,è ovvio che è stata creata per creare un po' di ordine (questo vale per qualsiasi altra scala/misura). Precisamente,per ordinare i movimenti,difatti i primi tentativi sono stati con misurazioni tramite ombre o granelli di sabbia che cadono.
Ora,se non vi fosse movimento non ci sarebbe motivo di creare questa unità di misura che noi chiamiamo tempo,e il movimento esiste fintanto che esiste la materia ergo no materia no movimento (e su questo infatti pip ha ragione).

Ma questo non dimostra affatto l'esistenza della dimensione tempo. Il movimento è una cosa che va da se,è inizato non so di preciso quanti miliardi di anni fa col big bang e procede tutt'ora,ma parliamo solo in termini di materia,movimento ed energia. Il tempo in sostanza è una cosa che non esiste e se vogliamo dirla tutta non c'è nessun modo di dimostrare il contrario (a meno che qualcuno non riesca a tornare indietro nel tempo,inq uesto modo si dimostrerebbero una svaria di cose oltre all'esistenza della dimensione tempo).
Precisamente,credere che esista il tempo è alla stregua del credere che dio esiste,anzi,probabilmente quella del tempo è un'ipotesi ancora più remota.

Infine,il discorso di goth non regge :roll:
vero,io sono un ammasso di cellule e batteri e questo ammasso lo chiamiamo perrsona,fatto sta che esiste.

se con stagione intendi una sequenza di movimenti che causano determinate condizioni fisiche periodiche (periodico in senso matematico) allora ci sto,ma se la riconduci a questa fantomatica definizione di tempo come dimensione allora non ci siamo proprio :nono:
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Goth »

Nightmare/dark sephirot ha scritto: Ma questo non dimostra affatto l'esistenza della dimensione tempo. Il movimento è una cosa che va da se,è inizato non so di preciso quanti miliardi di anni fa col big bang e procede tutt'ora,ma parliamo solo in termini di materia,movimento ed energia. Il tempo in sostanza è una cosa che non esiste e se vogliamo dirla tutta non c'è nessun modo di dimostrare il contrario (a meno che qualcuno non riesca a tornare indietro nel tempo,inq uesto modo si dimostrerebbero una svaria di cose oltre all'esistenza della dimensione tempo).
Neanche le dimensioni spaziali, esistono, allora. Sono solo un modo per spiegare la materia.
Renditi contro di quello che dici.
Nightmare/dark sephirot ha scritto:vero,io sono un ammasso di cellule e batteri e questo ammasso lo chiamiamo perrsona,fatto sta che esiste.
Ma una cosa per esistere non deve essere materiale!! La forza di gravità esiste, ma è come il tempo, non la puoi toccare, però la avverti e ne dimostri l'esistenza.
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da -mt- »

PREMESSA: Chiedo anticipatamente scusa per la lunghezza immane... :asd:

Dunque, vorrei tentare di insinuarmi tra i rivoli impetuosi di questa discussione, che sinceramente ho trovato assai stimolante e capace di lambire parecchi nodi tematici.

In questa sede, però, vorrei lanciare una piccola provocazione nei riguardi di Goth, che mi è parso particolarmente tenace nel perorare le sue convinzioni dal gusto positivistico. Colgo l'occasione quindi per esprimere la mia personale ottica in merito a questo tipo di formulazioni, a fronte anche degli studi recenti proprio sull'argomento.

Iniziamo dall'osservazione evidenziata:
Goth ha scritto:L'Universo esiste e basta al di fuori del tempo. Tuttavia al suo interno si può definire una linea temporale che parte da uno stato particolare dell'Universo dove tutta la materia era compressa e finisce al momento del completamento della morte termica. Ma tutto questo processo di trasformazione dell'Universo (la sua storia) è all'interno dell'Universo stesso.

Ciò che mi desta perplessità qui, e che produce effettivamente una notevole discrasia, è che tutte le dissertazioni che si pronunciano in maniera affermativa sulle categorie ontologiche (come la nozione di "universo" o di "tempo") esalano sempre e comunque il loro ultimo afflato sotto gli strali dello scetticismo più caparbio, incagliandosi puntualmente nel pantano delle innumerevoli istanze dubitative.

Goth, tu sostieni con tanta pugnacia che sia sempre esistito l'universo, peraltro in un'accezione che integra - a mio avviso indebitamente - una moltitudine infinita di nozioni. Di qui passi a decretare con altrettanta sicumera l'esistenza concreta del tempo in base a una definizione inclusiva.

Eppure dovresti inevitabilmente sotterrare quest'ascia da guerra, allorché ti trovassi dinanzi alla fatidica prima domanda della metafisica che tanto attanagliò Heidegger:

"Ma perché mai esiste qualcosa invece del nulla?"

Da qui deriverebbero i primi scossoni: "ma come facciamo a essere così sicuri che esista qualcosa, o che NON esista qualcosa? Non potremmo essere tutti, che so, abbindolati da una dinamica che ci sfugge, illusi nelle nostre stesse pretese conoscitive? Per quel che ne può sapere qualsiasi essere umano, potremmo pur sempre essere dei cervelli situati in una vasca, a cui vengono dispensate suggestioni, percezioni e intuizioni mentali del tutto fatue e ingannevoli! In realtà non è che possiamo dire granché sulla Verità, sull'Esistenza e su tutte queste macro-categorie indistinte!"

Così, la tua posizione, così salda, perentoria e incrollabile, verrebbe scacciata dal suo scranno.

A quel punto potresti postulare una causa motrice iniziale, che però è sempre e comunque vulnerabile alla stoccata dei famosi "regressi infiniti", oppure potresti correre (come fece Quine tra gli altri e come forse tu già stai facendo) a trincerarti nel comodo rifugio della "inferenza alla migliore spiegazione", ossia quel tipo di giustificazioni che vertono sulla presunta plausibilità e massima ragionevolezza delle proprie attuali posizioni conoscitive.
Tuttavia, anche queste ultime potrebbero in teoria essere suscitate da una parvenza del tutto fittizia; e così si scivolerebbe ancora nell'inaggirabile paradosso del mentitore.

E via discorrendo così, ad libitum.

Ora, altrove ho visto schierarti con grande salacia contro certe convinzioni di carattere teologico o religioso.
Il fatto è che la portata così ciecamente affermativa, inopinata ed empiristica delle tue affermazioni svela in realtà una venatura analogamente dogmatica, che sembra percorrere la dorsale di tutti i pensieri da te espressi.

Vedi, il problema è che purtroppo simili asserti risulteranno sempre e comunque molto flebili, oltre ad essere inevitabilmente inermi di fronte alle controversie sobillate dal vero agnostico.
Costui avrà sempre la facoltà di addurre la replica del sospetto della "gabola dei sensi", o dell'inattendibilità delle nostre determinazioni intellettuali, o addirittura, come è il caso del Cartesio più tardivo, potrà supporre che un genio maligno vegli su di noi e codifichi persino le stesse leggi matematiche a cui ci atteniamo come cardini di tutta la nostra impalcatura!

Come si fa a perorare, senza alcuna remora e reticenza, che il mondo esista e che abbia questo o quel connotato, e addirittura statuire che il tempo ne rappresenti un tassello interno, tangibile e concreto?
La conoscenza non si poggia in ogni caso, fin nei suoi recessi più basilari, su un primigenio atto di fede, una primordiale convenzione, un accordo fideistico tacitamente consolidato?

Basta una "semplice" suggestione logica - che poi in realtà è la più forte di tutte - a corrodere le fondamenta di qualsiasi epistemologia che voglia arrogarsi la pretesa di tessere un pronunciamento affermativo sulla Verità incrollabile del proprio costrutto.
Le posizioni dogmatiche, sia quelle religiose che quelle positivistiche, non scaleranno mai la vetta apicale della certezza incrollabile, perché il dubbio del vero scettico, l'esuvia dell'agnostico più verace e autentico è sempre, sempre in agguato.

Gli unici approcci veramente "ragionevoli" rimangono il dubbio, il fallibilismo, l'agnosticismo e posizioni affini. Anche Peirce e Popper sarebbero d'accordo. :wink:

Tutto questo vale per quanto riguarda la questione strettamente conoscitiva/epistemica.
Passiamo al piano etico.

Attenzione perché le conclusioni qui affrescate non devono assolutamente condurre alla più inerte afasia.
Non me la sento infatti di concordare né con Arcesilao appunto, né con Sanches, ma piuttosto condivido sentitamente l'approccio savio ed arguto di David Hume: io penso (e qui forse entra in gioco la "pars costruens" della mia personalissima visione) che quel valore semantico decurtato al dogmatismo empirico possa essere restaurato in una filosofia inviduale ed interiore della prassi e dell'etica.

Qui finalmente arriviamo a un timido abbozzo di una concezione sul tempo.
Direi che per me la temporalità è (solo?) una direttrice, più morale che esistenziale, la quale finisce per connotare distintivamente la nostra libertà in quanto individui storici, che proprio in virtù della propria finitezza si elevano sulla natura quieta, ciclica, statica e immutabile.

Chiaramente mi ispiro molto a Hegel e allo stesso Heidegger di cui sopra.

Dunque, è proprio perché abbiamo un inizio e una fine, perché siamo inevitabilmente contenuti entro gli argini di una contingenza radicale, che possiamo ergerci con la nostra azione e con l'opera della nostra possibilità esistenziale, restituendo a questo "tempo" così la sua valenza più autentica, ossia quello spiraglio di storicità che conferisce nerbo e significato a noi stessi.

Una circolarità virtuosa, insomma, che converge nel soggetto, nonché nella sua assimilazione, elaborazione morale e creazione autonoma, intenzionale e critica di sé e dell'oggetto che di volta in volta costui esperisce nella propria storia. È solo così che l'uomo diventa dio di sé stesso.

Alla fine, "homo faber suae fortunae, suae historiae, sui temporis et sui mundi", che in realtà è proprio ciò che asseriva Nightmare, seppur in altri termini.
Tutto il resto è incerto, eternamente dubbio, o forse appunto irrilevante.
Ultima modifica di -mt- il 16 set 2008, 17:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Goth »

-mt- ha scritto:a fronte anche degli studi recenti proprio sull'argomento.
Oh, ottima cosa. :D
-mt- ha scritto:Ciò che mi desta perplessità qui, e che produce effettivamente una notevole discrasia, è che tutte le dissertazioni sulle categorie ontologiche del mondo, che si pronunciano in maniera affermativa sulle condizioni di esistenza, esalano sempre e comunque il loro ultimo afflato sotto gli strali dello scetticismo più caparbio, incagliandosi puntualmente nel pantano delle innumerevoli istanze dubitative.
Guarda, ammetto che è colpa mia essere ignorante, però cribbio, pensa anche al fatto che su questo forum gira anche gente di pochi anni di età, e anche tanti ignoranti, come me appunto, quindi se non ti secca perfavore scrivi in modo che non debba leggere i tuoi post con vicino il dizionario. Non tutti sono studenti universitari di filosofia come te. :)
-mt- ha scritto:Goth, tu sostieni con tanta pugnacia
Bè, insomma, dico come la penso, più che altro.
-mt- ha scritto:"Ma perché mai esiste qualcosa invece del nulla?"
La domanda mi pare priva di senso. Io affermo che esiste e basta. Anzi, non mi saprei spiegare perchè dal nulla dovrebbe generarsi di colpo l'esistenza.
-mt- ha scritto:Da qui deriverebbero i primi scossoni: "ma come facciamo a essere così sicuri che esista qualcosa, o che NON esista qualcosa? Non potremmo essere tutti, che so, abbindolati da una dinamica che ci sfugge, illusi nelle nostre stesse pretese conoscitive?

E questo che importa? Qualcosa deve esistere per forza, come dicevo nell'off-topic di prima, qualsiasi cosa ipotizzi per giustificare questa realtà, robe tipo Matrix o simili, qualcosa deve comunque esistere, altrimenti gli illusi non potrebbero nemmeno esserlo. :)

-mt- ha scritto:Ora, altrove ho visto schierarti con grande salacia contro certe convinzioni di carattere teologico o religioso. Il fatto è che la portata così ciecamente affermativa, inopinata ed empiristica delle tue affermazioni svela in realtà una venatura analogamente dogmatica, che sembra percorrere la dorsale di tutti i pensieri da te espressi.

Ma dai, io esprimo le mie opinioni facendo ragionamenti razionali, altro che dogmatismi. Sempre lì cadiamo. Uff...
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da -mt- »

Goth ha scritto:Guarda, ammetto che è colpa mia essere ignorante, però cribbio, pensa anche al fatto che su questo forum gira gente di pochi anni di età, e anche tanti ignoranti, come me appunto, quindi se non ti secca perfavore scrivi in modo che non debba leggere i tuoi post con vicino il dizionario.
Guarda, non mi pare di aver adoperato vocaboli troppo astrusi.
Anzi, sono certo di avere impiegato, soprattutto in questo frangente, termini assolutamente comuni, stringati e lapidari per descrivere una situazione anch'essa molto limpida.
Questi sono vocaboli normalmente adoperati per affrontare questo genere di questioni.

Se si vuole parlare veramente di filosofia, occorre essere precisi e chiamare le nozioni con il proprio nome.
Goth ha scritto:Bè, insomma, dico come la penso, più che altro.
Questa è una virtù, ci mancherebbe altro. Sono il primo ad elogiare l'onestà intellettuale in queste diatribe.
Più che altro, con quella menzione sulla pugnacia alludevo alla veemenza discorsiva che sembra caratterizzare le tue posizioni. Non ho mica detto che sia un biasimo o una pecca. :wink:
Goth ha scritto:La domanda mi pare priva di senso. Io affermo che esiste e basta. Anzi, non mi saprei spiegare perchè dal nulla dovrebbe generarsi di colpo l'esistenza.
La domanda è tutto fuorché insensata, anche perché se asserisci che qualcosa esiste come dato indistinto e perpetuo, sul piano ontologico è un po' come se non esistesse.
Ma allora perchè esiste, se esiste? :wink:

Ribadisco, però: AMMESSO che esista, ed è questo il punto fondamentale, che tu dai superficialmente per scontato e che poni come assunto, senza suffragarlo in alcun modo - giacché di fatto è impossibile motivare un principio ontologico di questa portata, anche attraverso elementi empirici.

Quindi: tu affermi che esiste e basta. Peccato però che la valenza veritativa autentica di questa considerazione sia del tutto analoga a una proposizione come: "io affermo che esiste un Gran Burattinaio, le Muse, Pinocchio e la Fata Turchina".

Non basta di certo la pugnacia ad avallare simili giudizi. :wink:
Goth ha scritto:E questo che importa? Qualcosa deve esistere per forza, come dicevo nell'off-topic di prima, qualsiasi cosa ipotizzi per giustificare questa realtà, robe tipo Matrix o simili, qualcosa deve comunque esistere, altrimenti gli illusi non potrebbero nemmeno esserlo. :)
Non è affatto assodato come credi.
L'unica sostanza fattualmente valida su cui il dubbio si incrina e vacilla è l'IO, come attesta Cartesio nella rinomata formulazione del "cogito ergo sum". Sulla veracità dell'Io le imbeccate dello scettico hanno una morsa decisamente irrisoria.

Tutto il resto è passibile di dubbio: come ho esemplificato nell'intervento precedente, nulla vieta che un genio maligno possa avermi imbrigliato, calandomi in una dimensione conoscitiva del tutto fittizia, in cui persino le grandi categorie di esistenza che mi illudo di aver compreso nella loro intrinseca verità si mostrano in tutta la loro illusoria parvenza.
Goth ha scritto:Ma dai, io esprimo le mie opinioni facendo ragionamenti razionali, altro che dogmatismi. Sempre lì cadiamo. Uff...
No, invece. L'unica razionalità effettivamente sensata, logica e auspicabile è quella della critica incessante, del dubbio caparbio e imperterrito, che mira a scardinare ogni PRETESA conoscitiva che si innalzi a Verità esatta e inoppugnabile.

Quello che fai tu, al contrario, è AFFERMARE e BASTA.

Nelle tue affermazioni si scorge appunto una convinzione positivista di matrice empirica, che è esattamente il tipo di dogmatismo assertorio che lo scientismo di Comte tentava di propugnare: in buona sostanza, niente di più che un auto-inganno.
Ultima modifica di -mt- il 16 set 2008, 20:12, modificato 4 volte in totale.
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Re: Per ogni cosa c'è un inizio e una fine

Messaggio da Perseo »

se cadiamo sempre sui dogmi un motivo ci sarà, o no? :roll:


un tale soleva dire:
Non si può credere, se non ciò che prima si è inteso: dubitando arriviamo all'indagine, indagando arriviamo alla verità; e tutto ciò che deve essere provato deve essere prima messo in dubbio.

a te Goth manca il dubbio. :-D


comunque chiedo a -mt- di cercare di esternare con parole più semplici i suoi pensieri o comunque di aggiungere una breve spiegazione a quei concetti non accessibili a tutti, vero che potrebbero benissimo andarseli a cercare espandendo così le proprie conoscenze, ma sono sicuro che la pigrizia avrebbe la meglio. :smt005
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